Le Sei strategie di Kissinger e la Guerra per il Nuovo Ordine Globale. Castagna.

9 Dicembre 2023 Pubblicato da Lascia il tuo commento

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Matteo castagna, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni su un personaggio scomparso di recente, Henry Kissinger, che ha marcato la storia del secolo scorso e la cui eredità pesa ancora sul presente, come potete ben vedere da questo video. Buona lettura e diffusione.

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di Matteo Castagna

 
<<Compito della geopolitica è intuire cosa si nasconde dietro l’andamento di un conflitto. Aspirazioni, timori, dinamiche profonde della collettività, protagoniste assolute delle vicende umane>>. La Prof. Greta Cristini, laureata alla Sorbona, avvocato e analista di affari internazionali, definisce così, nel suo libro “Geopolitica, capire il mondo in guerra” (Ed. Piemme, 2023), ciò che si prefigge la narrazione di fatti che stanno segnando il cambio radicale di un’epoca e degli equilibri economici, sociali, politici, religiosi.
 
Henry Kissinger ha guidato la proposta di evitare, soprattutto, che nella Federazione Russa si possa creare un vuoto di potere, che nessuno riuscirebbe a colmare, nemmeno gli Stati Uniti, determinando il caos in una delle aree più vaste del pianeta. L’ex Segretario di Stato di Nixon e Ford non voleva l’isolamento di Mosca, che sarebbe dovuta essere integrata in un nuovo modello di Europa, garantendole d’essere protagonista dei nuovi equilibri globali. 
 
L’intento di Kissinger mirava a strappare la Russia dall’influenza della Cina, attivando un processo di “normalizzazione” nella nuova UE, ambito di massima influenza americana. L’alleanza “Cina-Russia” sarebbe stata il principale pericolo per l’America – secondo Kissinger – che non sarebbe stata in grado di contrastare. Questa posizione del centenario statista, recentemente scomparso, indusse i servizi segreti ucraini ad inserire il suo nome nella lista nera dei “nemici dell’Ucraina”. 
Nella sua visione, il “multipolarismo” si sarebbe potuto realizzare nella cooperazione tra gli Stati Uniti, l’ Eurasia e la Cina, con rispettive aree di influenza nel resto del mondo. Questa spartizione, per un nuovo globalismo, certamente in salsa liberale, è apparsa come irrealizzabile alla maggioranza degli analisti e dei politici americani ed europei, perché la loro storica conflittualità avrebbe, più facilmente, portato ad una forma di nuova Guerra Fredda a tre soggetti. E non è detto che Kissinger lo sapesse meglio di tutti e volesse concludere tutta la faccenda, proprio in tal modo.
 
Lo schema pragmatico di Kissinger va compreso nell’ottica, da lui stesso illustrata nel suo ultimo libro: “Leadership, sei lezioni di strategia globale” (Ed. Mondadori, 2022), da applicare, a seconda delle circostanze, per raggiungere il nuovo ordine globale, tramite il modulo negoziale, attraverso:
1) La strategia dell’umiltà, con modello la politica di Konrad Adenauer. 2) la strategia della volontà, con modello politico Charles de Gaulle. 3) La strategia dell’equilibrio, con modello la politica di Richard Nixon. 4) La strategia del superamento, sul modello del Presidente egiziano Anwar Sadat. 5) La strategia dell’eccellenza, sul modello di Lee Kuan Yew, già Primo Ministro di Singapore 6) la strategia della determinazione, con modello Margaret Thatcher. 
 
Non sembra che in un’ America senza Kissinger queste modalità politiche possano avere un seguito concreto. Il Segretario di Stato statunitense Antony Blinken ha, recentemente ammesso, in un intervento pubblico. che la guerra e l’industria delle armi siano lo strumento di primaria importanza:<<Se si considerano gli investimenti che abbiamo fatto per la difesa dell’Ucraina, è chiaro che il 90% dei fondi che abbiamo fornito sono stati effettivamente spesi qui negli Stati Uniti presso i nostri produttori, e ciò ha portato alla creazione di più posti di lavoro americani, alla crescita della nostra economia. Quindi è vantaggioso sia per noi che per loro. Dobbiamo continuare così>>.
 
Il giornale tedesco Bild del 8/12/2023 scrive: “L’Ucraina ha fallito nella tanto attesa controffensiva contro la Russia. Adesso è chiaro: l’Ucraina, ma anche gli Usa, hanno drammaticamente sottovalutato Putin e il suo esercito. Un rapporto rivela in che modo gli Stati Uniti e l’Ucraina hanno pianificato il grande attacco contro le truppe russe – e hanno fallito”. 
Mentre, l’offensiva russa prosegue su più fronti: si è svolto il primo, grande, attacco missilistico da parte delle Forze Aerospaziali russe nelle ultime settimane. Al mattino è stato utilizzato un gran numero di Khaliber. Forti esplosioni a Pavlograd. Secondo le prime informazioni, il territorio dell’impianto chimico, dove si producono esplosivi e carburante per missili, è stato colpito. Di notte, gli Iskander hanno colpito Kharkov. Si tratta dell’attacco più potente degli ultimi tempi. Le truppe aviotrasportate russe (VDV) occupano l’altitudine dominante 215,7, prendendo Kleshcheevka in una tenaglia da nord a sud, da est a ovest.
Dall’ultimo discorso del rappresentante permanente D.A. Polyansky alla riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione umanitaria in Ucraina è emerso che “l’Ucraina ha già combattuto al punto da rimanere senza soldati, che il regime di Zelensky usa senza pietà come carne da macello. Nella società ucraina, la mobilitazione si chiama “mogilisazija” ovvero mobilitazione verso la morte”. 

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