La nOmismatica Va in Gita a Roma. Giovanni Lazzaretti.

5 Dicembre 2023 Pubblicato da 1 Commento

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, riceviamo e ben volentieri pubblichiamo questo messaggio diffuso ad alcuni amici dal prof Giovanni Lazzaretti. Buona lettura e condivisione.

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3 dicembre 2023, San Francesco Saverio

Samizdat dal paesello

La nOmismatica va in gita a Roma

PREAMBOLO

Bisogna partire con una foto.

Credo che mia figlia abbia fatto l’inquadratura giusta.

 

Non è tanto il Giovanni Lazzaretti che contava, ma quella parola, nOmismatica, scritta correttamente (in minuscolo con la O maiuscola in seconda posizione) e ben ingrandita.

La sala aveva un significato: aula dei gruppi parlamentari, Camera dei Deputati.

Insomma, la nOmismatica si è fatta una gita a Roma.

Sono stato il primo a parlare, dopo Fabio Conditi organizzatore e gestore del convegno “Una Italia positiva. Come far rinascere dalle ceneri il paese più bello del mondo”.

Dopo di me intervenivano Filomena Maggino, Nino Galloni, Guido Grossi. Nella seconda sessione Stefano Di Francesco, Marco Cattaneo, Alessandro Ierardi, Paolo Tintori.

Non sto a elencare ruoli e competenze di ognuna di queste 7 belle teste, vi basti sapere che io ero il nanetto. Però avevo un ruolo anch’io perché, in un certo senso, li ho riuniti insieme e li ho “battezzati”.

E quindi era giusto, in un convegno che voleva essere pratico e operativo, partire con un intervento sulla base logico-filosofica dell’economia.

Ma andiamo con ordine.

 

QUANDO NASCE LA nOmismatica?

La nOmismatica© è la “disciplina logico-matematica che studia la moneta all’atto dell’emissione”.

Quando nasce questa disciplina? Nasce un momento prima della nascita dell’economia.

È impossibile fare una “azione economica” senza prima aver estratto dai beni un qualcosa che non si vede, il valore, e aver concepito qualche meccanismo per confrontare i valori tra loro.

La filosofia della moneta non può che precedere l’economia, e ne è la “condizione al contorno”.

La nOmismatica nasce quindi nella notte dei tempi. Ma la parola nOmismatica nasce in un giorno ben preciso, il 1 ottobre 2013.

Parlavo assieme a Normanno Malaguti nel palazzo vescovile di Imola sul tema “La moneta debito – origine del debito pubblico”.

Il 1 ottobre era l’anniversario… di una preghiera. Il vescovo di Imola Giuseppe Fabiani il 1 ottobre 2002 aveva stampato un santino con la Madonna di Fatima e i Pastorelli mettendo sul retro la sua “Supplica alla Madonna per la difesa dalla grande usura”. La trascrivo, perché è una preghiera semplice, bella e insolita.

«Madre santissima, oggi tanti popoli sono soffocati ed oppressi sotto il peso della grande usura, che li espropria del loro denaro e dei loro beni: spesso prima di essere dilaniati dalla fame, sono dilaniati dal debito.

Noi ti supplichiamo, Madre di Dio e Madre nostra, di intercedere presso il tuo Divin Figlio, perché liberi l’umanità dall’angoscia imposta dai padroni del denaro, perché finalmente possa vivere tempi nuovi nella pienezza della sua dignità. Amen».

 

1 OTTOBRE 2013, NASCE LA PAROLA “NOMISMATICA”

Quel 1 ottobre 2013 a Imola avevo detto, tra l’altro, queste cose.

***

«Occorre studiare una scienza che non esiste più e che potremmo chiamare “nomismatica”, dalla parola Nomisma usata da Aristotele.

La premessa essenziale è che la moneta NON fa parte dell’economia. La moneta non sta dentro all’economia, ma al suo confine. La moneta è il confine dell’economia.

Ma del resto è ovvio per ogni branca della scienza. L’ingegneria presuppone la fisica e la matematica. La fisica presuppone la matematica e fissa un postulato sulla variabile “tempo”. La matematica a sua volta vive di postulati, che dovrebbero essere “princìpi di realtà evidente”.

Il postulato dell’economia è la moneta. L’economia presuppone la matematica, ma trascura l’oggetto base su cui la matematica deve lavorare, ossia la moneta. L’economia ingloba la moneta come parte di se stessa e questo, lo vedremo, è fonte di grande instabilità e di grandi disastri.»

***

Nella serata di Imola la “O” maiuscola non c’era ancora.

Appare l’11 dicembre 2017 in un articolo di Taglio Laser dove descrivo i Buoni di Solidarietà Territoriale di San Martino in Rio. Scrivevo così.

***

«Abituatevi a questa parola: “nomismatica”. Il nome è ancora introvabile su Internet (c’è su due o tre siti, mi pare), ma presto si diffonderà.

La parola nasce dal fatto che ci eravamo stancati: ogni volta che veniva organizzata una conferenza sulla moneta veniva puntualmente presentata come una conferenza di economia. “No! L’economia lavora sulla moneta già emessa! Noi parleremo di moneta all’atto dell’emissione, e dell’effetto che ha questa emissione sull’economia!”

Era giunto il momento di dare un nome a questa nuova scienza, scienza in realtà antica, scienza che l’economia ha fagocitato da secoli. Il nome nomismatica nasce dal “nomisma” di Aristotele, uno dei pochi filosofi che hanno meditato sulla moneta.

Nel 350 avanti Cristo Aristotele aveva già compreso che la moneta è una convenzione legale. “Ci deve essere un’unità di misura, ma questa c’è per convenzione. Si chiama nomisma, e rende tutte le cose commensurabili. Tutto infatti si misura in nomisma. Ha il nome di nomisma perché non esiste in natura ma per nomos [nomos significa “legge”, NdR], e perché dipende da noi cambiarne il valore o renderla senza valore”.

Però state certi che se scrivete la parola “nomismatica” molti capiranno “numismatica”: scienza che studia la moneta come mezzo di pagamento fisico, non i concetti di fondo sulla moneta.

Allora è bene scriverla così, “nOmismatica”, con una O maiuscola in seconda posizione. Così tutti vedono che non è la numismatica, si evitano inutili spiegazioni, e si crea una parola che fa anche un po’ da “logo”.

La nOmismatica sta a monte dell’Economia, come la Matematica sta a monte della Fisica. Ma mentre la Fisica ha sempre avuto un sacro rispetto per la Matematica, l’Economia si è divorata la nOmismatica.»

***

Ecco perché sono contento che, a 10 anni dalla sua nascita, la nOmismatica sia andata in gita a Roma. Non è un evento che cambierà il mondo, però sono contento lo stesso.

Avevo, come tutti i partecipanti, 10 minuti a disposizione. Passo quindi la parola… a me stesso.

 

 

L’INTERVENTO A ROMA

Fabio Conditi ha iniziato il convegno dando una rapida descrizione della moneta-debito e dell’attuale mondo economico-finanziario. Il convegno, come ho già detto, riguardava il “Come far rinascere dalle ceneri il paese più bello del mondo”, e così Conditi ha descritto “le ceneri”.

Poi tocca a me.

Titolo dell’intervento: “La nOmismatica, base logico-filosofica dell’economia”

Come sempre sono partito dai santi del giorno.

Roma, 20 novembre 2023, Beate Angela di San Giuseppe e 14 compagne, vergini e martiri.

E poi mi sono posto una domanda.

 

IL SISTEMA FUNZIONA O NON FUNZIONA?

La domanda è: «Il sistema descritto da Fabio Conditi funziona o non funziona?»

La risposta non è né l’una né l’altra. La risposta è: «Dipende».

Dipende da chi sei.

Sei l’uomo che vive di rendita, per il quale il lavoro è una sorta di hobby remunerato, e hai scarso interesse per il destino dei tuoi simili?

Allora il sistema funziona benissimo: toglie acqua al fresco ruscello del lavoro e dell’economia reale e lo trasporta nello stagno della finanza autoalimentata. Una sorta di “idrovora rovesciata” che lavora per te giorno e notte.

Sei invece il povero, o l’uomo che ha necessità di lavorare per vivere, o il ricco che preferisce vivere in un consorzio umano in cui tutti hanno uguale dignità?

Allora il sistema è disastroso e non funziona.

Da che parte vogliamo stare?

Dalla parte della Costituzione.

  • L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro.
  • È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana.
  • Il lavoratore ha diritto a una retribuzione sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
  • La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme.
  • Favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione.

La vecchia formula «Pane & lavoro per tutti» ne sintetizza il concetto all’estremo.

 

MACRO-PROBLEMI PER EVIDENZIARE CHE IL SISTEMA “NON FUNZIONA”

Volendo evidenziare due macro-problemi del sistema attuale, sceglierei questi.

[1] INTERESSI PASSIVI

Il nostro Stato è in avanzo primario da 30 anni, se ci fermiamo alle soglie del covid (il periodo covid non ha solo squinternato sanità, lavoro e imprese; ci ha anche condannato a 3/4 anni nei quali le statistiche di raffronto perdono di significato).

Avanzo primario, entrate superiori alle uscite. Dopo di che gli interessi passivi provvedono a mandarci in rosso. Raffrontando anno per anno il debito dello Stato con gli interessi passivi vediamo che il cumulato degli interessi passivi ha formato l’intero debito attuale.

Gli interessi passivi erano 68,5 miliardi nel 2021; l’istruzione scolastica, per fare un paragone, era a 53 miliardi. È una sorta di tassa occulta che mangia il 12% delle entrate dello Stato.

[2] SCOLLAMENTO CASA-LAVORO

“La casa” è il problema chiave di ogni famiglia.

Nel 1968 al mio paese l’operaio monoreddito con 2 figli comprava casa coi soldi suoi e senza mutui.

Nel 1980 il mio primo stipendio in una micro-ditta era 9 volte il costo dell’affitto di casa.

Oggi invece al mio paese

  • esistono coniugi con 2 figli che chiuderanno il mutuo casa da 600 euro nel 2051, quando lui avrà 74 anni e lei 67
  • esistono coniugi con 2 figli che hanno sulle spalle mutuo casa, mutuo ristrutturazione bagni, finanziamento per spese banali come auto rotta o dentista; schiavi delle rate.

 

SISTEMA NON PIU’ RISTRUTTURABILE

Ripensando alla Costituzione, constatiamo che abbiamo perso per strada un po’ tutto: lavoro, equità del salario, difesa del risparmio.

È possibile riparare il sistema con interventi di tipo economico? Certamente no.

Ciò che sta lì, implacabile, a giudicare tutti i governi è la progressione inarrestabile del debito dello Stato, che viaggia in parallelo al cumulo degli interessi passivi pagati.

Il problema non è quindi economico, è nOmismatico.

Introduco questa parola, nOmismatica©, che serve a capire di cosa stiamo parlando. nOmismatica si scrive in minuscolo, con la O maiuscola in seconda posizione, ed è stata registrata con questa definizione “disciplina logico-matematica che studia la moneta all’atto dell’emissione”.

Non va confusa con l’economia, scienza che si occupa di tutto ciò che si muove nell’ambito della moneta già emessa.

Se restiamo nell’ambito economico, facciamo una sorta di castrazione mentale: pensiamo che “la moneta” coincida con “la moneta come noi la conosciamo”.

E la moneta come noi la conosciamo nasce tutta come moneta-debito: ossia nell’atto stesso della nascita della moneta, nasce un debito di importo superiore alla moneta emessa.

La situazione di debito globale impagabile non è quindi strana, ma è insita nella moneta come noi la conosciamo.

 

PERCHÉ nOmismatica?

Perché chiamarla nOmismatica?

Perché per comprendere occorre andare molto indietro, al “nomisma” di Aristotele. Paradossalmente la moneta all’atto dell’emissione è stata meditata in tempi antichi, e poi solo in tempi molto moderni.

Ascoltiamo Aristotele.

«Per conseguenza, ci deve essere una unità, ma questa c’è per convenzione: perciò si chiama nomisma, perché è questa che rende tutte le cose commensurabili: tutto infatti si misura in nomisma». «Ha il nome di nomisma, perché non esiste in natura ma per nomos [per legge], e perché dipende da noi cambiarne il valore o renderla senza valore».

Da Aristotele in poi non ci furono meditazioni sulla moneta all’atto dell’emissione, ma solo creazioni che rendevano la moneta comoda, fruibile, trasportabile, protetta, eccetera.

  • All’inizio la moneta che porta in sé il suo valore, col metallo prezioso.
  • Poi la moneta che non ha in sé il suo valore, ma ha “dietro” qualcosa che garantisce (le lettere di cambio medievali, o le banconote dell’età moderna).
  • In seguito il pagamento attraverso il proprio credito bancario.

Usi e modernizzazioni della moneta. Ma parliamo sempre di moneta già emessa.

L’ultimo “sistema monetario” fu Bretton Woods 1944: gli Stati dovevano mantenere stabilità di cambio col dollaro, e gli USA dovevano garantire la cambiabilità del dollaro in oro. Il sistema zoppicò per un po’ di anni, si stabilizzò, e poi a 27 anni chiuse la sua storia.

Quando Nixon il 15 agosto 1971 fece cessare la cambiabilità del dollaro in oro, Aristotele stava sorridendo alle sue spalle: «Dopo 23 secoli ci siete arrivati. Il nomisma non esiste in natura ma per nomos, e dipende da noi cambiarne il valore o renderlo senza valore».

Se il dollaro avesse avuto valore per il retrostante aureo, la fine della cambiabilità avrebbe dovuto essere la fine del dollaro.

Invece non accadde nulla, i cambi tra le monete si riaggiustarono, e le monete continuarono a vivere per ciò che erano: moneta convenzionale creata dal nulla (“fiat money”, per riprendere il biblico “fiat lux”).

Da quell’evento ricomincia la meditazione sulla moneta all’atto dell’emissione. Perché, se la moneta si rivela pura convenzione senza retrostante, allora i modi per emetterla diventano vari e creativi.

Vediamo ad esempio il modo creativo bancario:

«In pratica la creazione di denaro differisce da vari malintesi popolari: le banche non agiscono semplicemente da intermediari, dando in prestito i depositi effettuati presso di loro… Ogni qualvolta una banca fa un prestito, crea simultaneamente un corrispondente deposito sul conto del mutuatario, creando in tal modo nuovo denaro.» (Bank of England, “Quarterly Bulletin”, n. 1, 2014, citato da Luciano Gallino, 11 maggio 2014, la Repubblica)

Il metodo di creare moneta attraverso i prestiti è un’originalità moderna, che non crea particolari benefici per il popolo. Anzi, per sintetizzare con una formula:

«Poiché l’ente che emette il denaro è il medesimo ente che presta quel medesimo denaro a interesse, il debito del mondo, per motivi matematici, e non per la buona o cattiva volontà dei popoli, è impagabile.»

Siamo noi in grado di pensare modalità nuove di emissione che si affianchino alle modalità attuali, consentendoci di avvicinarci agli obiettivi della Costituzione?

Certo che possiamo, perché lo Stato ha conservato la sovranità monetaria, anche se non la esercita. Ha tagliato i ponti col circolante cartaceo in forma di banconota, proprietà della BCE, ma ha innumerevoli altre possibilità.

«Tutto quel che non è proibito è permesso e credimi che non è poco.» (per citare don Milani fuori contesto).

Svegliare la sovranità monetaria dello Stato è uno dei compiti della nOmismatica.

 

UN PARAGONE CON LA FISICA

La nascita della nOmismatica è la presa di coscienza che l’Economia deve avere la sua “condizione al contorno”.

La Fisica non vive da se stessa, ma ha a contorno la Matematica, e la Geometria in particolare.

Fisica galileiana e Geometria euclidea vissero un lungo momento di gloria. Ma poi il sistema rivelò dei buchi insolubili e andò in crisi: nacque una nuova Fisica, supportata da una nuova Geometria, una Geometria non euclidea.

L’Economia deve rendersi conto che non può fare da sola. L’emissione monetaria non può continuare a essere un sottoprodotto dell’Economia, ma deve essere pensata “fuori”, come condizione al contorno di una Economia che voglia funzionare.

Funzionare per creare pane e lavoro per tutti. Ossia per realizzare la Costituzione.

I nOmismatici riflettono. Creano mondi nuovi nella loro mente. Sono gli Aristotele del nostro tempo. Einstein diceva che nessun fisico pensa con formule, il fisico crea un suo mondo mentale che poi dovrà scontrarsi con gli esperimenti, con le formule, con le previsioni.

Ma il mondo mentale è necessario. Occorre pensare bene per agire bene.

I relatori che sentirete oggi hanno tutti qualcosa da comunicare sul piano delle faticose realizzazioni pratiche. E hanno in comune il pensiero corretto: (a) non dare per scontata la moneta come noi la conosciamo (b) agire per l’economia reale, ossia per la dignità dei poveri e dei lavoratori.

Le soluzioni nuove comportano fatiche, ma l’alternativa non c’è.

Volete realizzare un navigatore satellitare con Fisica galileiana e Geometria euclidea? L’impresa non è difficile, è semplicemente impossibile: scriverete “destinazione Roma” e vi ritroverete a Sacrofano.

Se invece cambiate Fisica e cambiate Geometria, ci arriverete in fondo. Con lavoro e con fatica, ma ci arriverete.

 

UNA PICCOLA RETE DI AMICI

Da qualche parte in Italia c’è una piccola rete di amici che hanno smesso di pagarsi tra loro; semplicemente “segnano” il debito e il credito.

La domanda è: questi signori stanno usando la moneta come noi la conosciamo? O hanno fatto un salto nOmismatico?

Hanno fatto un salto. Pur essendo ogni conteggio fatto in euro, nella loro piccola rete la moneta ha cambiato natura: è misura del valore, è mezzo di scambio, ma NON è riserva di valore. Infatti la somma dei saldi positivi e negativi fa zero.

È una moneta “puro flusso”, il nomisma di Aristotele. È una Camera di Compensazione.

È solo un giocattolo per divertire la mente? Sì, finché la rete è piccola. Ma pensate allo stesso sistema trasportato in una rete grande, la più grande che c’è in Italia, già pronta ed elettronicamente configurata.

Non vado oltre, non vi dico che rete è, qualcuno ne parlerà nel prosieguo della giornata(1).

L’importante è questo: bisogna pensare nOmismaticamente.

Quando Einstein si trovò in un passaggio particolarmente complesso della sua fisica capì che aveva bisogno di strumenti matematici nuovi. Lo stupore fu di scoprire che quegli strumenti esistevano già.

Gregorio Ricci Curbastro e Tullio Levi Civita avevano creato il calcolo tensoriale anni prima, come pura matematica, senza porsi il problema se serviva a qualcosa.

Dovremo fare la stessa cosa.

Così quando un politico illuminato chiederà «Ma non si potrebbe fare la tal cosa?» risponderemo «Certo che si può fare, l’abbiamo già pronta».

CONCLUSIONE

I miei 10 minuti si chiudevano qui.

Quanto “costa” un intervento di 10 minuti? Tra telefonate, incontro via Internet coi vari relatori, meditazione su cosa dire e come dirlo, stesura del testo, taglio del testo che viene sempre troppo lungo, viaggio a Roma, posso stimare 25 ore.

Certo, non ho fatto solo quello. A Roma sono andato a Messa in Santa Maria Maggiore, un attimo di Adorazione, mi sono confessato, sono andato in Santa Prassede (tomba di Enrichetta Beltrame Quattrocchi, colonna della Flagellazione, tavola di San Carlo), due panini birra caffè al “solito” bar, cena alle 17.30 con mia figlia prima del treno.

È un onere, ma è anche un dovere.

Spero che tutte le belle teste del 20 novembre e tutte le belle teste che non erano presenti il 20 novembre(2) comincino a vedere se stessi come nOmismatici e a riconoscersi come tali.

Così, se vogliono, li ho battezzati.

 

Giovanni Lazzaretti

giovanni.maria.lazzaretti@gmail.com

 

NOTE

  • 1) Ne ha parlato alla fine Paolo Tintori. La rete delle fatture elettroniche italiane potrebbe consentire il 20% di compensazioni naturali istantanee tra le ditte, senza utilizzare denaro bancario. Aggiungo io: forzando un po’ la possibilità di andare a saldo negativo, si potrebbe arrivare al 40%.
  • 2) In questo momento mi vengono in mente (elenco alfabetico certamente non esaustivo): Massimo Amato, Ilaria Bifarini, Francesco Carraro, Luca Fantacci, Galileo Ferraresi, Nicoletta Forcheri, Davide Gionco, Primo Gonzaga, Stefano Sylos Labini, Giovanni Zibordi,… Oltre ai nomi “storici” Lino Basciani, Maurizio Blondet, Normanno Malaguti,…

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1 commento

  • Davide Scarano ha detto:

    Una domanda al professore: Che fine fa il risparmio? E inoltre: che fine fanno i mercati finanziari? Osservo inoltre che la perdita del potere di acquisto, citata nell’esempio dell’affitto, non deriva solo dalla moneta ma anche dalla competizione salariale resa possibile dalla globalizzazione che schiaccia i salari reali.

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