Dove iniziò il precipizio? Ma la Chiesa non morirà. Benedetta De Vito.

21 Novembre 2023 Pubblicato da 4 Commenti

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, la nostra Benedetta De Vito offre alla vostra attenzione questi due schizzi di vita romana, così diversi e lontani l’uno dall’altro…Buona lettura e condivisione.

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Il giorno tal dei tali, all’ora che so io, mi trovo a far la spesa in un grande supermercato, nella smarginata periferia romana con mio marito. Siccome arriviamo lì quando il sole si sta ancora stiracchiando, troviamo il baretto interno (dove ci concediamo caffè e cappuccino) tutto pieno di ragazzi che si preparano per andare a scuola. Mi siedo a guardarli e m’accorgo che molti di loro, i maschi, alle orecchie portano gli orecchini, come lampadari, e sono tatuati sulle braccia. Indossano vestiti sdruciti, pantaloni strappati e, se non mi tappo le orecchie (come uso fare) ne sento tante di oscenità e anche di bestemmie che il cuore mi si stringe in una morsa d’acciaio.

Se ne pesco uno vicino a me a dire spropositi sul Signore, gli faccio un paio di occhiacci come quelli che mi faceva mia mamma se mettevo i gomiti in tavola, ma non m’azzardo a dir nulla perché chi mi ama non vuole che m’impicci dei fatti altrui. Sicché, a malavoglia taccio, e dentro di me recito il Dio sia benedetto o il Signore io credo, spero e ti amo. E spero che il Signore volga il suo sguardo su queste povere anime lasciate a tutti i venti, senza genitori con sale in zucca, sacerdoti capaci di riportarli nell’ovile, insegnanti che possano (e sappiano) insegnar loro a distinguere il bello dal brutto e il bene dal male.

Così torno a casa, riempio il frigo e penso come è potuto accadere tutto questo? Quando è cominciato il precipizio e mi do tante risposte, ma nulla che squadri l’intero orizzonte e poca, pochissima speranza. Se poi al triste vedere s’aggiunge ciò che sempre vedo, via rete, nelle chiese, qui e lì: riti pagani, orrendezze liturgiche, blasfemie e persino le sconsideratezze del signore che abita a Santa Marta, mi pare che la speranza anneghi nello sgomento.

Ed ecco perché (ma è solo uno dei motivi) non manco mai alla Santa Messa quotidiana. Nella Santa Particola (in tutte le Messe) e nella omelia (nella cappella di Santa Caterina, in Vetus Ordo), ritrovo, scintillante, in ruscello d’acqua viva, tutta rotonda e viva la Speranza e il cuore s’accende d’amore in fiamme che non bruciano.

Ieri, ad esempio, alla Santa Messa delle nove di mattina, ho avuto chiara e vivida la certezza che la Chiesa, la Santa Chiesa sposa di Cristo, non potrà mai morire. E non sono state solamente le parole del sacerdote durante l’omelia (anche quelle, certo!) in cui ha ricordato i grandi Santi che salvarono la Chiesa assediata dalla riforma luterana, ma quel che ho veduto all’uscir dalla cappella.

Ed ecco, subito subito, il quadretto ricamato in oro zecchino. Un bimbo dai capelli corti se ne stava in preghiera al fondo della chiesa. Sui banchi non c’era posto per lui, sicché era inginocchiato a terra, gli occhi chiusi, le manine giunte. Una grazia! Il venticello di Elia in refolo d’amore nel mio cuore e in tutta la Cappella.

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4 commenti

  • Freddy ha detto:

    Per me la signora si è fatta una pera di zucchero a velo! Sicuramente la Chiesa sopravvivrà ma quella vera sarà fatta da gente non europea e non italiana! Siamo troppo individualisti e senza una vera Autorità che reprime quando serve! (andate in Inghilterra o in Germania e vedete).

  • enrico ha detto:

    Certamente la Chiesa sopravviverà come afferma la Signora ma,almeno quella “istituzionale”,quella insomma che fa capo al Vaticano,sarà un qualcosa di molto diverso da quella che abbiamo conosciuto finora.Troppi sono i tarli,e troppo affamati.

  • cattolico ha detto:

    per me è stata la voce di san.jh newman che gli sussurrava guidami luce amorevole.

  • salvatore ha detto:

    LAUDETUR IESUS CHRISTUS,SEMPER!

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