Il Grande Guaritore. Dialogare per Dialogare per Dialogare…Mastro Titta.

20 Novembre 2023 Pubblicato da 10 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, Mastro Titta offre alla vostra attenzione queste riflessioni su un convegno che si è svolto in Thailandia fra cristiani e buddisti. Buona lettura e condivisione.

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MASTRO TITTA: IL GRANDE GUARITORE

 

Siccome non di solo papa vive l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Bergoglio, vale la pena esaminare alcuni zeli esemplari dei manutengoli di questo pontificato masaniello.

Per chi non avesse seguito con viva e vibrante partecipazione il VII (settimo) colloquio catto-buddista di Bangkok, ed io non l’ho fatto, qui si trova un breve riassunto delle conclusioni dei “lavori”.

Sottovoce: fa molto ridere questo vezzo di chiamare “lavori” conventicole di parrucconi incapaci di svitare un barattolo che parlano per giorni e poi si dichiarano addosso. Non è una bella cosa. Si diventa ciechi.

Si incontrassero una volta sola. Macché. Sette. Otto. Nove e oltre. Ogni volta redigendo roboanti Dichiarazioni finali. Per fare che? Niente. Al massimo gettano le basi del prossimo incontro.

Poi uno legge le “conclusioni” e capisce che se almeno sapessero aprire barattoli concluderebbero qualcosa. Il dialogo è ciclico: si dialoga al fine di dialogare. Qualsiasi cosa alla fine è uguale all’altra: la sedia, il sapone, un ombrello.

Karuṇā e Agape sarebbero la stessa minestra, ovvero “compassione”, e i cattobonzi vedono Buddha e Gesù come due “grandi guaritori”. Segue indigesto pippone sulle sette azioni comuni da mettere in pratica senza indugio: riconoscere, dialogare, coltivare, cooperare, innovare, educare, pregare. Lette le quali ne proporrei un’ottava: dimenticare. Tutto e subito.

Il che poi accade, altrimenti non si spiegano le interminabili Cop-qualcosa per salvare il pianeta, i sette colloqui cattobuddisti, le infinite giornate della memoria. Vige il principio dell’iPhone 147: il nuovo è sempre meglio del vecchio, soprattutto costa sempre un cicinìn in più.

A questa ridondanza si potrebbe applicare lo stesso principio che si applica ai tossici, i quali parlano unicamente di droghe nel palese tentativo di costringervi a drogarvi. È noto che l’eroinomane soffra il fatto di frequentare persone che non fanno uso di eroina.

In medias res. Evito di molestare il lettore con l’esame del concetto vedico e buddista di Karuṇā fondato sull’idea del vuoto di cui tutto sarebbe fatto – o meglio inesistente, quindi perché darsi pena? – mentre l’Agape è la comunione fraterna e caritatevole di individui ben presenti a se stessi e saldi sulle gambe.

Quello che mi disturba di queste grandi manovre culturali, che hanno carattere militare aggressivo, è il sottotesto che questi gran muftì della ciancia – il vuoto esiste, alberga dentro di loro – vogliono propinare alla massa che invece i barattoli li sa aprire e richiudere.

Prima di tutto e soprattutto, che l’umanità è malata. Idea che ha la proprietà intrinseca di frantumare i cabasisi quant’altre mai. In secondo luogo, la riduzione di Cristo ad un Esculapio qualsiasi. Il quale Esculapio, fra i tanti difetti attribuiti alle divinità greche, non risulta possedesse azioni di case farmaceutiche.

In terzo e ultimo luogo, che la conoscenza discenda dall’alto, fatto che in se squalifica l’idea di Dio di farsi uomo come noi. Insomma Gesù era un povero sciocco che faceva meglio a starsene dov’era. È venuto non a salvarci, ma a curarci il mal di testa, meglio ancora il fatto di avere una testa. Le royalties le incassano loro.

L’incarnazione invece frantuma questo artificio, che è un artificio indispensabile al potere per soggiogare le masse barattoliste. Motivo per cui devono annacquare, aggiornare, rivedere, adeguare al fantomatico spirito del tempo. Mica perché non ci credano più. Non ci hanno mai creduto in vita loro. È che proprio gli sta sulle balle, ridotte nel loro caso ad elemento puramente decorativo.

Sospetto che tutto questo bailamme di ideone ecumeniche alla fine sfocerà nell’ennesimo prodotto farmaceutico da rifilare alle masse apri-barattoli. Karuṇā e Agape sono ottimi nomi per integratori o per vaccini contro l’odio, o contro il cambiamento climatico, contro il meteorismo o contro il reflusso gastro-esofageo o contro la vita stessa. Ormai anche mangiare, bere e respirare sono considerate cure. Cominciano dai bambini che non protestano come nel caso di Indi Gregory, ma sono i sopravvissuti ad Erode il bersaglio.

Non sono sacerdoti, bonzi o studiosi dello spirito: sono informatori farmaceutici. Quelli che vi passano davanti quando siete in fila dal medico della mutua perché devono dire al dottore cosa prescrivervi, e poi invitarlo a qualche congresso alle Maldive per aggiornarsi.

Beninteso: non ho nulla contro il buddismo o la spiritualità vedica, anzi. Solo che si tratta di altro rispetto al cristianesimo. Il messaggio altamente culturale che questi stolti promuovono è che non ha nessuna importanza se uno crede e pratica una cosa o l’altra. Se uno è uomo o donna, se è fedele o no alla moglie, se preferisce le lasagne alle trofie al pesto, se sia più bello essere vivi o morti. Sono opinioni. La verità è che tutto è niente.

Si torna alla sedia, all’ombrello e al sapone: potete mettervi la sedia in testa, sedervi sull’ombrello e mangiarvi il sapone. Tanto è uguale.

Ad un certo punto arriverà qualcuno a dirvi cosa fare, cosa credere, con chi stare, cosa comprare e quanto pagarlo (il Black Friday dell’esistenza), se vivere o morire. Forse è già qui.

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10 commenti

  • giovanni ha detto:

    Accidenti me lo sono perso……….. forse pero’ non mi sono perso nulla. Perche’ e’ nel nulla che trova utilita’ quel colloquio. O no ? Mah……..

  • Orso Garibozzi ha detto:

    Per fortuna dalle ciancie catto. Buddiste (e anche da quelle catto. ..qualsiasi) ci salva il Santo Padre Peronista che sta a Roma. Ieri 19 Novembre , alla solita stupida commemorazione
    inutilmente ONU ha pappato gratis quello che i lecconi del tg* ( così non facciamo torto ai generi ) , lecconi non lecchini , vista la dimensione della lingua giornalistica addestrata opportunamente da A.T. , un pranzo speciale e gratuito di una nota ( e anonima) catena alberghiera di lusso. Tranne poi i velinari contraddirsi , ed osservare che si trattava di una pizza alla napoletana notoriamente amata dal Piccolo Grande Peronista (sai che lusso una napoletana … ). Il lecchiname mediatico si è premurato di farci sapere che di fronte alla pizza il nostro caro SPP si è premurato di sollecitare i commensali ” mangiamo subito altrimenti si fredda!”. Mia moglie guardando i nostri piatti con il desinare pronto ha commentato ” Parole Sante !!” ed io blasfemo ho aggiunto ” già, le uniche possono uscire dalla bocca di questo Papa” .

    PS. Sarò diventato malefico. Ma con tutti i pranzi che fa questo Papà io non l’ ho mai visto farsi il segno della croce. Che sia troppo divisivo ? Mi viene il dubbio che ci sia più
    cristianità in una mensa di marines. Ma forse esagero.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Premesso che il “dialogare per dialogare” è sempre meno peggio del prendersi a cannonate, mi permetto di notare quanto segue.

    Dopo aver sparato ad alzo zero sull’avvenimento e sui partecipanti, Mastro Titta sembra voler mettere (maldestramente) una toppa alla sua veemenza e scrive:

    “Beninteso: non ho nulla contro il buddismo o la spiritualità vedica, anzi. Solo che si tratta di altro rispetto al cristianesimo. Il messaggio altamente culturale che questi stolti promuovono è che non ha nessuna importanza se uno crede e pratica una cosa o l’altra”.

    Si noti quell’”anzi”, cui segue però uno spigoloso “questi stolti”, ragione per cui il “si tratta di altro rispetto al cristianesimo” si tinge di disprezzo, mentre il “non ho nulla contro” è inqualificabile.

    Di poi, a Mastro Titta dà fastidio che “in queste grandi manovre culturali” si rilevi che “ l’umanità è malata”: strana osservazione di un cristiano la cui fede si fonda sulla redenzione delle conseguenze patologiche del peccato originale, cioè la malattia e la morte che incombono sull’umanità. Malattia, si noti, evidentemente non solo corporale ma anche animica e mentale, di cui secoli di storia offrono prove a bizzeffe.

    Ancora, Mastro Titta, con superficialità dovuta quasi certamente a non conoscenza, liquida cn sufficienza la compassione (karuna) “fondata sull’idea di vuoto”, mostrando di prendere un grosso granchio quando afferma “… sull’idea del vuoto di cui tutto sarebbe fatto – o meglio inesistente”.

    Non per nulla, Nagarjuna (II – III sec. d.C:) principale insegnante della dottrina della vacuità avverte: «La vacuità male intesa rovina l’uomo ottuso così come un serpente male afferrato o una formula magica mal pronunciata».

    Non è questa la sede per addentrarsi sull’argomento (difficile) del Vuoto, circa il quale concludo con quanto, inconfutabilmente, dice Lao Tze:

    «Trenta raggi convergono nel mozzo,
    ma è proprio dove non c’è nulla che sta l’utilità della ruota.
    Si plasma l’argilla per farne un recipiente,
    Ma è proprio dove non c’è nulla che sta l’utilità del recipiente.
    Si aprono le porte e finestre per fare una stanza,
    Ma è dove non c’è nulla che sta l’utilità della stanza.
    Così il «c’è» presenta delle opportunità
    che il «non c’è» trasforma in utilità».

    • Orso Garibozzi ha detto:

      Caro Nippo, E quindi ? Il vuoto a volte è utile e a volte il pieno è dannoso?
      Tra l analogia del vuoto attorno cui tutto gira, e che poi è pieno, io vedo nel cattolicesimo sempre il Pieno da cui scaturisce la Realtà. I raggi dell’ ostensorio con al centro l’Eucarestia. I raggi dal Cuore squarciato di Cristo Gesù in Croce, Gloria di Dio secondo l’Apostolo.

      Parlare per conoscerci. Per riconoscere l altrui umanità per sopire l odio semmai esistente. Lodevole. Ma Mai che questo riesca a diventare conversione o annuncio. Mai una conversione… piuttosto 1 ,2,… 1000 convegni. Questo è il limite invalicabile che queste cose seppur lodevoli hanno. E se TUTTI mettiamo al centro il dialogo con i pagani ( per usare termini evangelici e scandalizzare molti) quanto attendiamo (nel senso di operiamo alacremente ) alla nostra salvezza? No il Cuore della Chiesa non sta lì, al convegno.

      • Enrico Nippo ha detto:

        Caro Orso,

        nulla da eccepire sulla sua visione del Cattolicesimo, ed anche se avessi qualcosa da eccepire lo farei con il massimo rispetto. A mio parere, ogni anima, a qualunque latitudine e longitudine si trovi, e ne sia consapevole o meno, ha una sua storia ed un suo percorso.

        Quanto ai convegni, non sono fatti per convertire, ma, almeno in via di principio, per trovare punti di accordo onde contenere per quel che si può il caos che spazza la terra. Per questo il “dialogo con i pagani” di cui lei riferisce, non necessariamente ha sempre da “scandalizzare”.

        D’altra parte, non ci si può nascondere che l’attuale immagine del Cattolicesimo non sia proprio l’ideale per attrarre anime.

        Grazie ed un saluto.

    • OCCHI APERTI! ha detto:

      Leggendola, Nippo carissimo, mi interpellavo su due cose:

      1. Circa l’importanza di addivenire a un senso generale di ciò che si sta leggendo prima ancora che fissare lo sguardo sui dettagli. Che non sempre ci sono. E, se ci sono, non annullano il senso generale, che va colto.

      2. Quanto “Merton” c’è in lei. Mi riferisco al Merton del Chuang Tzu.

      Naturalmente non attendo alcuna risposta; non è curiosità umana ciò che desta la mia riflessione.

      Da ultimo, ringrazio.
      Attraverso il contributo di ORSO, infatti, e il suo conseguente intervento, rifletto su qualcosa che manca, che qui (in arena, intendo) manca parecchio: la considerazione degli altri.

      Raramente ci si saluta, raramente ci si “sorride”, raramente si dice grazie come raramente si pensa al contesto in cui siamo: un blog in cui si parla di tutto ma che batte bandiera cattolica.

      Tosatti, che ci ospita gratuitamente e ci lascia ogni libertà, mi risulta ancora cattolico, per fortuna. 😊
      Mi piacerebbe sapere se esiste qualsiasi altro “oste” come Tosatti, in giro, ma di altro credo: ne dubito fortemente. Questo dovrebbe dirla lunga.

      Spesso ho l’impressione che in arena la persona non esista. “Esiste ciò che dico io. Esisto io”. Dimenticando la dimensione fraterna che dovrebbe sempre essere, in generale, di rispetto, garbo, affabilità, educazione, attenzione. Oso dire, di “amore”. Che parolaccia in mezzo a tanto cinismo, in mezzo a tanta fretta che toglie lo sguardo dal fratello, considerato tutt’al più per la sua utilità o come orpello, vero?!

      I pareri diversi sono SEMPRE, per un verso o per l’altro, un elemento di crescita; ciò che invece è deleterio e vergognoso – per chi si ritiene ancora cattolico perlomeno – è dimostrare coi fatti di non vivere per nulla questa Parola di Dio:

      “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri “…

      DA QUESTO TUTTI SAPRANNO CHE SIETE MIEI DISCEPOLI…DA QUESTO…
      E’ sbalorditivo quanto qui in arena, per esempio, ci si discosti da questa affermazione di Dio (che non riguarda la forma, che non parla di pacifismo, di timidezza, di ritrosia falsamente umile di fronte a una ingiustizia e non è un fregarsene dell’altro per quieto vivere. E qui mi fermo.)…

      Un fraterno saluto!

      • Enrico Nippo ha detto:

        Lei, caro Occhi aperti, ha messo in evidenza un elemento che, piaccia o non piaccia, permette ad gni essere umano di vivere: la RELAZIONE, che necessariamente implica la CONSIDERAZIONE DEGLI ALTRI.

        In un mio articolo dello scorso anno. cercai di illustrare, secondo le mie possibilità, l’importanza ineludibile degli ALTRI e quindi della RELAZIONE.
        https://www.marcotosatti.com/2022/01/27/il-me-che-pero-puo-vivere-solo-grazie-agli-altri-pensieri-del-matto/

        Mi limito a sottolineare come l’arroccarsi spigoloso sulla propria fede, stendendo su tutto ciò che non vi coincide il manto dell’eresia e della satanicità è il modo migliore per allontanare gli ALTRI, troncando (illlusoriamente) ogni possibilità di RELAZIONE.

        Merton, a mio parere, è un grande, e pure… Chuang Tzu.😄

        Molto interessante (anche per un cattolico!) una delle virtù dell’«uomo superiore» o «uomo nobile d’animo». Tale virtù è chiamata JEN, di cui Merton scrive:

        «è un amore devoto e profondo, capace di autentica empatia, cioè di partecipare ai problemi degli altri come se fossero i propri. Questa dote si chiama Jen ed è detta anche “sensibilità per l’uomo”».

        Grazie dello scambio e un distinto saluto.

        • OCCHI APERTI! ha detto:

          “Mi limito a sottolineare come l’arroccarsi spigoloso sulla propria fede, stendendo su tutto ciò che non vi coincide il manto dell’eresia e della satanicità è il modo migliore per allontanare gli ALTRI, troncando (illlusoriamente) ogni possibilità di RELAZIONE”.

          Qui ci sarebbe molto da discutere. Sul senso generale concordo.

          Ma quando la Fede Cattolica viene diluita, confusa, misinterpretata e, spesso, canzonata e vilipesa, si è chiamati a far chiarezza. Occorre qualcuno faccia chiarezza.
          Il senso del pericolo è altro importante coefficiente di vita spirituale.
          Non percepire il baratro, non temere nulla, è segno di grande stoltezza. Una volta esistevano, apposta per questo, le sentinelle…Ma oggi? Oggi sono come i grilli parlanti per Pinocchio, e a furia di prenderle a martellate si son dileguate. “Ambasciator non porta pena!” – urlano; ma s’attirano comunque l’ira funesta…

          Il monaco trappista, cattolico, vocato per il dialogo interreligioso, Thomas Merton è una figura molto particolare, da “Semi di contemplazione” a “La via semplice di Chuang Tzu” (magari lo ha pure già letto): me lo fece conoscere il mio padre-maestro, che amava molto “Semi di contemplazione”.

          La ringrazio per il link al suo articolo. Lo leggerò, come pure tutti i commenti ivi contenuti.

          Per ora grazie e un santo riposo!

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    😂
    Il buon umore è coefficiente di vita spirituale e bisogna essere grati a Mastro Titta.

    Sull’onda delle concretissime e profonde esternazioni appena lette, stringo sulla Parola di Dio che oggi ci mette in guardia – udite udite – proprio dai pericoli, anzi dalle conseguenze, di una “fede” sincretista:

    “In quei giorni uscirono da Israele uomini scellerati, che persuasero molti dicendo: Andiamo e FACCIAMO ALLEANZA CON LE NAZIONI CHE CI STANNO ATTORNO, perché, da quando ci siamo separati da loro, ci sono capitati molti mali. …Quindi…andarono dal re, che diede loro facoltà d’introdurre le istituzioni…SECONDO LE USANZE DELLE NAZIONI…e si allontanarono dalla santa alleanza. Si unirono alle nazioni e si vendettero per fare il male. POI IL RE PRESCRISSE … CHE TUTTI FORMASSERO UN SOLO POPOLO E CIASCUNO ABBANDONASSE LE PROPRIE USANZE……..Tuttavia molti in Israele si fecero forza e animo a vicenda pur di non…disonorare la santa alleanza…”
    1Mac 1,10-15.41-43.54-57.62-64

    Quanta attualità ripercorrendo i mali causati dalla “radice perversa” che fu Antioco Epifane, ” che era stato ostaggio a Roma”!!! Il NOM sembra proprio scimmiottare la Parola di Dio, e non potrebbe essere che così.

    Già l’ottimo GOTTI TEDESCHI – che ha ragioni da vendere e che meriterebbe di essere ascoltato da un pubblico più vasto – aveva identificato nell’immigrazione senza controllo un espediente per soppiantare sempre più la Fede Cattolica, troppo “assolutista” per affiancarsi ad altri credo di tutt’altra natura…Ma qui si apre un discorso immenso.

    Ad ogni modo, un commento più che calzante è stato fatto proprio da un piacevolmente liturgico Mastro Titta.

  • Davide Scarano ha detto:

    Sempre godibile e pungente il giusto il nostro Mastro Titta. Osservo che la perdita del senso della realtà, dai “Novissimi”, all’evaporazione della famiglia, di cui nessuno vuole parlare perchè, anche il solo parlarne inquinerebbe la narrazione dominante, è ormai fatto comune, perchè, in quella che fu la Res publica christianorum non è crollata solo la Fede ma anche un’intera civiltà, fatta di individui e di comunità, che intrecciandosi tra loro, costituivano un tutto armonioso denominato “civiltà”. Oggi invece, banalizzando, ma non troppo, “abbiamo verità a tempo” promosse dall’influencer di turno, il cui prezzo è senz’altro superiore a quello che noi paghiamo. A riprova di ciò chiediamoci perchè la radio, la TV e Internet sono sostanzialmente gratis. Concludo affermando che leggere tali articoli non è nè ozioso nè inutile, ma aiuta a comprendere la distanza che noi, poveri naufraghi di una civiltà che sta affondando, dovremo superare per poter trovare un porto sicuro.

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