Senza una Pentola sul Fuoco. Benedetta De Vito.

30 Ottobre 2023 Pubblicato da Lascia il tuo commento

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, la nostra Benedetta De Vito offre alla vostra attenzione questo delicato acquarello romano. Assaporatelo con gusto, è saporito come i suoi broccoletti…Buona lettura e diffusione.

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Oh che bella domenica di sole. E oggi è la festa di Cristo Re ma, ieri, alla messa vespertina dove sono andata (ed eravamo in sei e la chiesa deserta) con mio marito, non un cenno. Ma come mai? Così oggi, approfittando dell’assenza di chi mi ama (ma critica severamente il mio zelo cattolico, si annoia dei miei discorsi -sospiro – e mi invita a non pensar neppure un secondo che il mondo voglia tornare indietro e le donne a “velarsi”), esco nell’aria frizzante diretta alla Cappella di Santa Caterina che s’apre di devozione lungo la Via Urbana e dove si celebra – nella compunzione e nella gioia, tra donne velate e anche la sottoscritta – la Messa di sempre che io chiamo, ormai, la vera e unica Messa.

Prendo fiato, faccio penitenza come si deve, Domine non sum digna, perché ci ho messo dodici anni a trovare la via e non c’è da vantarsi. Insomma, com’è come non è eccomi su via del Boschetto e laggiù in fondo, proprio all’incrocio con la via Leonina, ora che cosa c’è? Oh Signore. Certo, un camioncino dei vigili del fuoco che blocca il passaggio.

Mi avvicino e, nel farmi da presso, vedo anche spuntare l’ambulanza che era in agguato lungo la via Leonina. “Malore improvviso?”, chiedo a uno dei vigili. “Sì – mi risponde un ragazzo giovane che potrebbe essere mio figlio. “Siamo alle solite – rispondo – un altro”.

E lui fa di sì con il capo e si vede che sa quello che dico e vorrebbe dire di più. Ma non lo avesse mai fatto arriva un tipo bruno, spiccio, molto più avanti negli anni, ma pur giovane, e dice, guardandomi fisso negli occhi: “Capita, signora”.

Ho capito, penso e filo via, il tempo di recitare due misteri del Rosario e la Santa Messa comincia e dopo l’omelia, la splendida omelia, mi sento come picchiare in capo. Che c’è, mi dico e mi rispondo: “Hai dimenticato i cavoletti di Bruxelles sul fuoco a bollire!”.

Oddio, e ora? E penso a mio marito e a come reagirebbe a una sbadataggine simile, se tutto fosse nerofumo e anche peggio. Sicché, prendo coraggio, e navigo fino all’uscita tra mamme, bimbi, uomini, donne e tutti in santa devozione (che meraviglia, la Cappella è stracolma!).

Corro a perdifiato lungo le strade del Rione Monti e il mio velo muliebre, che non faccio in tempo a piegare e a mettere in borsa, danza nell’aria, sventolando in tutto il suo splendore. Signore, perdonami, Domine non sum digna, mi ripeto mentre corro e sono a casa. Apro la porta. L’odore non è di bruciato, tiro un sospiro di sollievo.

In cucina, eccomi, sono qui. Spengo il fornello, sollevo il coperchio e, non ci crederete, ma i broccolini erano cotti a pennello e pronti per essere spenti. Col cuore nella strozza, mi siedo e prego in ringraziamento il mio dolce Cristo Re. Intanto ho preso nota che nel giorno di Ognissanti la Santa Messa nella Cappella di Santa Caterina ci sarà e io pure. Senza una pentola sul fuoco…

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