Tumore alle ovaie, massimi storici dopo il jab del siero…

22 Settembre 2023 Pubblicato da 8 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione, nella nostra traduzione, questo articolo apparso su The Exposé, che ringraziamo per la cortesia. Buona lettura e condivisione.

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Il cancro inizia quando le alterazioni genetiche interferiscono con la normale replicazione e sostituzione delle cellule dell’organismo. Le cellule iniziano a crescere in modo incontrollato e possono formare un tumore. È la seconda causa di morte negli Stati Uniti.

Purtroppo, sembra che la malattia possa essere in aumento grazie alle iniezioni sperimentali di Covid-19. Perché i dati ufficiali del governo statunitense confermano che il rischio di sviluppare un tumore in seguito alla vaccinazione con il Covid-19 aumenta di uno scioccante 143.233%.

Il Centers for Disease Control (CDC) ospita il Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) che contiene i dati storici delle reazioni avverse segnalate per ogni vaccino somministrato negli Stati Uniti d’America.

Una rapida ricerca nel database VAERS del CDC sul numero di casi di cancro segnalati come reazioni avverse alle iniezioni di Covid-19 da quando sono state introdotte negli Stati Uniti, rivela che da dicembre 2020 al 5 agosto 2022, in un anno e 8 mesi sono stati segnalati un totale di 2.579 eventi avversi legati al cancro.

Ma effettuando una ricerca simile nel database VAERS sul numero di casi di cancro segnalati come eventi avversi a tutti gli altri vaccini disponibili tra il 2008 e il 2020, un periodo di 13 anni, si scopre che ci sono stati solo 791 eventi avversi legati al cancro.

Molti sosterrebbero semplicemente, senza sostenere le proprie affermazioni con alcuna prova, che ciò è dovuto al volume di iniezioni di Covid-19 somministrate rispetto a tutti gli altri vaccini. Purtroppo, però, chiunque sostenga questa tesi si sbaglia.

Per rendersene conto basta osservare il numero di dosi somministrate.

Il grafico seguente mostra il numero totale di dosi di vaccino antinfluenzale somministrate in 13 stagioni influenzali complete, dalla stagione influenzale 2008/2009 alla stagione influenzale 2019-2020. I dati sono stati estratti dalle informazioni del CDC che si trovano qui.

In totale, tra la stagione influenzale 08/09 e la stagione influenzale 19/20, sono state somministrate negli USA 1.720.400.000 (1,7204 miliardi) dosi di vaccino antinfluenzale.

Il CDC conferma inoltre che tra il 2008 e il 2020, un periodo di 13 anni, sono stati segnalati solo 64 eventi correlati al cancro come reazioni avverse ai vaccini antinfluenzali.

Basandosi sul numero di eventi avversi relativi al solo cancro, possiamo notare che i casi di cancro correlati alla vaccinazione Covid-19 sono stati 40,3 volte superiori a quelli correlati alla vaccinazione antinfluenzale.

Tuttavia, pur essendo scioccante, questa statistica non rappresenta adeguatamente la gravità della situazione. Per farlo, dobbiamo conoscere il numero di casi di cancro per 100.000 dosi somministrate.

Sulla base dei numeri forniti dal CDC, il numero di eventi avversi correlati al cancro segnalati per 100.000 dosi di vaccino antinfluenzale somministrate equivale ad appena 0,0003 per 100.000 dosi.

Secondo “Our World in Data”, al 9 agosto 2022, negli Stati Uniti sono state somministrate 606 milioni di dosi di vaccino Covid-19. Ciò significa che sono state effettivamente somministrate quasi 3 volte il numero di eventi avversi per 100.000 dosi di vaccino antinfluenzale. Ciò significa che nel periodo 2008-2020 sono stati somministrati quasi 3 volte più vaccini antinfluenzali rispetto alle iniezioni di Covid-19 dalla fine del 2020, per non parlare di tutti gli altri vaccini somministrati.

Pertanto, il numero di eventi avversi correlati al cancro riportati per 100.000 dosi di vaccino Covid-19 somministrate equivale a 0,43 per 100.000 dosi.

Ciò significa che la vaccinazione Covid-19 ha 1433,33x / 143.233,33% di probabilità di causare il cancro rispetto alla vaccinazione antinfluenzale. Si può sostenere che, poiché i numeri sono così straordinariamente bassi per il vaccino antinfluenzale, la vaccinazione antinfluenzale non provoca il cancro. Pertanto, si può affermare che il rischio di sviluppare il cancro in seguito alla vaccinazione Covid-19 è 1433 volte superiore al rischio di base.

Ciò non dovrebbe tuttavia sorprendere più di tanto se si considera che è già scientificamente provato che le iniezioni di mRNA di Covid-19 possono causare il cancro alle ovaie, al pancreas e al seno.

La via di riparazione del DNA per ricombinazione omologa è uno dei meccanismi che l’organismo utilizza per impedire alle cellule di diventare cancerose in risposta allo stress ambientale.

Nell’ottobre del 2021, due scienziati famosi, chiamati Jiang e Mei, hanno pubblicato su MDPI, dopo una revisione paritaria, un documento che dimostra che la proteina spike della SARS-Cov-2 ha annullato il meccanismo di riparazione del DNA nei linfociti.

La proteina spike virale era così tossica per questo percorso da metterne fuori uso il 90%. Se l’intera proteina spike fosse entrata nel nucleo (nelle ovaie) e ne fosse stata prodotta una quantità sufficiente e fosse rimasta in giro abbastanza a lungo prima che l’organismo fosse in grado di eliminarla del tutto, avrebbe causato il cancro.

Fortunatamente, nel caso dell’infezione da naturl, è improbabile che ciò accada. Ma i “vaccini” sperimentali a base di mRNA inducono la produzione della proteina spike all’interno e intorno al nucleo della cellula e questo avviene per almeno 60 giorni e quasi certamente per più tempo.

Questo è probabilmente il motivo per cui i casi di cancro alle ovaie sono ora ai massimi storici.

I dati ufficiali del Regno Unito pubblicati da Public Health Scotland, consultabili qui, rivelano il numero di donne colpite da tumore ovarico dall’introduzione dell’iniezione Covid-19 nella popolazione generale. Purtroppo, il trend noto nel 2021 è stato significativamente più alto rispetto al 2020 e alla media 2017-2019.

Il grafico precedente mostra fino a giugno 2021, ma i grafici presenti sul dashboard di Public Health Scotland mostrano ora i dati fino a dicembre 2021 e purtroppo rivelano che il divario si è ulteriormente ampliato, con un aumento significativo del numero di donne affette da cancro ovarico.

Se volete comunque fare un vaccino che non vi impedisce di prendere il Covid-19, non vi impedisce di diffondere il Covid-19, aumenta il vostro rischio di mortalità in modo significativo (vedi qui) e aumenta il vostro rischio di ammalarvi di cancro del 143.233%, allora sta a voi decidere. Ma forse ora potrete essere un po’ più comprensivi sul perché molti altri si rifiutano di farlo.

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8 commenti

  • ex : ha detto:

    «Purtroppo chi pervicacemente minimizza, dirà che 2606 casi di tumore correlati a 600 milioni di dosi sono poca cosa»

    Purtroppo questo ragionamento, di per sè confutabile come già accennato da AAV subito dopo, confrontando dati con dati, costituisce, consciamente o meno, un’autogiustificazione da parte di coloro che, avendo assunto con gran convinzione il siero (magari anche sbeffeggiando e peggio i cosiddetti novax) ritengono di essere al sicuro perchè loro non hanno avuto – “attualmente” – conseguenze negative.

    Occorre, per una confutazione ancor più efficace , far notare, quando viene fatta questa considerazione (cioé che «2606 casi di tumore correlati a 600 milioni di dosi sono poca cosa» – secondo “loro”, ovviamnente), che ci si riferisce ad un oggetto (cioè ai sieri spacciati per vaccini), che ormai studi seri e approfonditi, e anche statistiche, che stanno man mano venendo alla luce anche se con gran difficoltà, dimostrano che quegl’intrugli, lungi dall’apportare benefici sotto l’aspetto dell’immunizzazione dal Covid, lasciando gl’inoculati ancora soggetti a beccarselo al pari e forse più dei “novax”, hanno comportato quegli effetti avversi, con patologie anche gravissime fino al decesso, di cui le accennate statistiche sono peraltro molto scarse per doloso camuffamento di molti casi da parte di chi avrebbe dovuto segnalarli. Nonchè accertato indebolimento dell’immunità naturale e quindi debole difesa da eventuali patologie future.

    Quindi non si tratta di un bilancio tra i “pro” e i “contro”, ma di una vera e propria Roulette russa, per quanto molto ampliata nella proporzione dei casi opposti.

    • ex : ha detto:

      Mi riferisco, con la frase citata all’inizio, all’intervento di Arrendersi All’Evidenza (22 Settembre 2023 alle 13:05), di cui, come sempre, apprezzo il commento.

  • arrendersi all'evidenza ha detto:

    L’età media dei decessi con-Covid, ammesso e non concesso che fosse stata quella la causa, supera gli 80 anni.

    Invece l’età media dei morti in eccesso, per ogni causa, è ben al di sotto, coinvolgendo persone molto più giovani.

    L’allocco o il troll pensano che il problema possa risiedere nel proprietario di un web e nel suo cospirazionismo.
    Invece il problema lo si rileva all’anagrafe comunale. E c’è.

  • Adriana 1 ha detto:

    Anche il dott. Fukushima…
    https://maurizioblondet.it/la-follia-anti-co2-dei-padroni/
    collegata alla follia vaccinale.

  • Michel Berthoud ha detto:

    Wikipedia:
    The Exposé (precedentemente noto come The Daily Exposé è un sito web britannico di cospirazionisti e notizie false creato nel 2020 da Jonathan Allen-Walker. È noto per aver pubblicato disinformazione sul COVID-19 e contro i vaccini

    • Marco Tosatti ha detto:

      Sì, avevo visto questa ennesima prova di quanto Wikipedia sia in mano a poteri ben precisi, che ben conosciamo. Non è sorprendente. Ma in particolare in questo articolo The Exposé pubblica dati ufficiali, a disposizione di tutti, e i numeri non mentono. Wikipedia, e altri, sì.

    • ex : ha detto:

      Così dice Wikipedia? Quindi dobbiamo credere che The Exposé sia una fonte affidabile!
      A meno che Wikiperdia non sia in errore…

  • arrendersi all'evidenza ha detto:

    Facendo un banalissimo conto, gli 0,43 casi di tumore correlati a 100000 dosi di vaccino equivalgono, negli USA, a 2606 casi inerenti i 606 milioni di dosi somministrate nel 2020-2022.

    Nota bene: il tumore (anche se si sta verificando un aumento dei cosiddetti turbo-cancri, dallo sviluppo rapidissimo) in genere è un malanno ad insorgenza di medio-lungo termine, e quindi giocoforza ignoto nel 2022, quando è stata considerata la casistica illustrata dall’articolo.

    Purtroppo chi pervicacemente minimizza, dirà che 2606 casi di tumore correlati a 600 milioni di dosi sono poca cosa. Anche essendo 1433 volte più numerosi di quelli attribuibili ai vaccini antinfluenzali degli ultimo 15 anni!

    Inoltre, secondo questo ragionamento, non fa molta differenza se il pluridosaggio rapporta in realtà 2606 casi (leggi persone malate) a 200 milioni di tridosati.
    Solo negli USA e “solo” di tumore (non uno starnuto).

    Chi può ancora negare che sta verificandosi qualcosa di molto brutto e pericoloso e nemmeno così raro?
    Che in Italia ci sono 50 milioni di cavie che stanno correndo grandi rischi da esperimento?
    Che già si rivolgono frequentemente medico e ospedali, con carichi per la sanità che non avremmo certamente avuto, tanto più avendo speso gran parte delle risorse a beneficio dei furbacchioni della banda del buco?
    E che stanno subendo i rischi dell’esperimento per proteggersi dai rischi di un’influenza?

    E’ importante ritornare sul punto: dei 187000 decessi attribuiti in Italia al COVID dal 2020, solo una minima parte è realmente dovuta a questa forma virale (e con la quasi scomparsa ufficiale dell’influenza e degli 8000 morti l’anno che ha sempre provocato), mentre buona parte va attribuita alla sovrastima dei casi tramite tamponi, al dire morto con Covid qualunque decesso avvenuto entro 28 giorni dalla positività, oltre agli errori terapeutici commessi per tutto il 2020-2022.

    Pertanto per evitare un’esigua parte di questi decessi, diciamo esagerando il 20% (35000-40000 tra il 2020 e il 2023), stiamo avendo dal 2021 un eccesso di mortalità generale (ogni causa) che è già costato la vita a oltre 200000 nostri connazionali, assommando malori improvvisi e accidenti tromboembolici all’insorgere di tumori che lo studio statunitense correla ufficialmente all’uso della sieroterapia con RNA modificato.

    Le prospettive sono francamente inquietanti, dato che la persistenza della spike non solo deprime l’immunità naturale ed infiamma qua e là i tessuti, ma giunge a interferire con la nostra genetica.

    Negli USA i VAERS dicono che da dicembre 2020 al 5 agosto 2022, in un anno e 8 mesi, sono stati segnalati un totale di 2579 eventi avversi legati al cancro.
    Gli organi più coinvolti sono proprio quelli dove era stato visto già in fase clinica (dati Pfizer!) ovaie, al pancreas e al seno.

    Anche lo sviluppo di un tumore ha a che fare con un sistema immunitario indebolito, divenuto incapace di riparare gli errori che accadono nella replicazione corretta del DNA. E che qualche guaio possa esserci anche lì lo si sapeva.

    Lo dicevano (2021) le stesse Aziende produttrici dei sacri sieri.
    https://thewashingtonstandard.com/bombshell-moderna-chief-medical-officer-admits-mrna-alters-dna/

    Un lavoro universitario pubblicato nell’ottobre 2021 aveva già illustrato la capacità dell’istruzione genica mRNA del vaccino di raggiungere il nucleo cellulare e di interferire negativamente con i processi cellulari incaricati di riparare i danni al DNA.
    Studi più recente, condotti in vitro con il vaccino BNT162b2, dimostrano la retrotrascrizione intracellulare del mRNA in DNA.
    La retrotrascrizione si serve dell’enzima transcriptasi inversa che può sintetizzare DNA come farebbe la DNA polimerasi ma è capace di farlo utilizzando l’RNA come istruzione iniziale.
    Lo studio svedese giustifica le preoccupazioni circa i possibili effetti sull’integrità del genoma, con potenziali effetti genotossici dai contorni del tutto imprevedibili.

    Altri studi hanno notato l’indebolimento del sistema immunitario nei vaccinati. C’è un esauriente articolo della Dr.ssa Stephanie Seneff sul tema.
    Innate Immune Suppression by SARS-CoV-2 mRNA Vaccinations: The role of G-quadruplexes, exosomes and microRNAs

    L’osservato indebolimento del sistema immunitario verso il contagio da Covid19 riscontrabile nella popolazione vaccinata determina tuttavia un infiacchimento generalizzato delle difese verso qualsiasi altro agente infettivo (virus, funghi o batteri) o verso situazioni precedentemente tenute sotto controllo (es. slatentizzazione di herpes) e di norma intercettate (es. genesi di tumori).

    La potenza del sistema immunitario adattativo e specifico (tra cui i linfociti T killer citotossici, dotati di memoria e i linfociti B con gli anticorpi) si somma all’immunità aspecifica innata.
    Tra i recettori più interessanti nel panorama dell’immunità innata ci sono i TLR (Toll-like receptors). Essi sanno individuare le impronte biochimiche dei microrganismi patogeni, determinano la maturazione delle cellule dendritiche (specializzate nel presentare l’antigene al sistema immunitario nel suo insieme) e favoriscono una risposta tramite i linfociti T.
    Il ruolo fondamentale dei TLR consiste nell’essere i primi a riconoscere l’intrusione di un qualcosa che potrebbe essere sgradito per chi lo ospita.

    Ne consegue che le mutazioni peggiorative che coinvolgono i recettori toll-like contribuiscono ad aumentare la suscettibilità umana ad alcune infezioni.
    Data la capacità dei toll-like receptors di attivare le cellule dell’immunità innata, se si inceppa il meccanismo viene completamente bypassata questa fetta importantissima delle nostre difese.

    Domanda quasi capziosa: che cosa combina la (reiterata, boosterata e già proposta come periodica) vaccinazione anti-Covid a mRNA a questi recettori?

    Le ipotesi sono inquietanti, tanto più se una certa sequenza genica, capace di rendere il virus insidioso, l’hanno sintetizzata in un laboratorio.
    https://www.dailymail.co.uk/news/article 10542309/Fresh-lab-leak-fears-study-finds-genetic-code-Covids-spike-protein-linked-Moderna-patent.html

    Fin dall’ottobre del 2021 Jiang e Mei hanno pubblicato su MDPI, dopo una revisione paritaria, un documento che dimostra che la proteina spike della SARS-Cov-2 ha annullato il meccanismo di riparazione del DNA nei linfociti, a causa della tossicità della proteina spike.

    Insomma: l’accumulo di una cosa tossica per lungo tempo in un organo e la contemporanea minor efficienza dei sistemi immunitari che dovrebbero farvi fronte possono portare anche al cancro.

    Fortunatamente, nel caso dell’infezione “naturale” è improbabile che ciò accada.
    Ma i “vaccini” sperimentali a base di mRNA inducono la produzione della proteina spike all’interno e intorno al nucleo della cellula e questo avviene per almeno 60 giorni e quasi certamente per più tempo.

    Ma non ce lo dicono. Anzi, insistono perché anche quest’anno il più possibile di noi reiterino la dose.

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