Santa Croce: il Calvario presente della Chiesa finirà. Mons. Viganò.

16 Settembre 2023 Pubblicato da 6 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo testo dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, nella festa dell’Esaltazione della Santa Croce. Buona lettura e condivisione.

 

Mons. Carlo Maria Viganò

FESTA DELL’ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE

14 Settembre 2023

Arbor decora et fulgida,
ornata Regis purpura,
electa digno stipite
tam sancta membra tangere.

 

Quello che Cicerone definì come «il supplizio più terribile e più infamante», la pena riservata agli schiavi e che i Romani guardavano con orrore, è divenuto per i Cristiani motivo di gloria: Mihi autem absit gloriari, nisi in cruce Domini nostri Jesu Christi: per quem mihi mundus crucifixus est, et ego mundo (Gal 6, 14) esclama San Paolo. L’Introito della Messa odierna ci ricorda che nella Croce risiede la nostra salvezza, la nostra vita, la risurrezione, e che tramite essa siamo stati salvati e liberati. 

È dall’anno 335 dell’èra di Cristo che la Chiesa celebra solennemente la festa della Santa Croce, anticamente pari per dignità alla Pasqua e all’Epifania, quando il Sacro Legno venne ritrovato dall’Imperatrice Sant’Elena, madre di Costantino. La festa della ὕψωσις, la esaltazione della Croce fu adottata dall’Imperatore Eraclio nel 612, ma due anni dopo i Persiani misero a ferro e fuoco Costantinopoli e il loro re Cosroe II si impadronì della Croce e dal suo legno ricavò un faldistorio, in segno di spregio. Nel 628 Eraclio, vittorioso sui Persiani, riportò la Santa Croce prima a Costantinopoli e poi a Gerusalemme. 

I testi della liturgia echeggiano ancora l’indole penitenziale e la tristezza del momento in cui l’Impero bizantino, travagliato dalla guerra contro i Persiani, si vedeva sottratta e profanata la Santa Croce, che fino ad allora veniva portata alla testa dell’esercito cristiano. Anche noi, oggi, ci troviamo travagliati da questi duplici sentimenti: da un lato, la gioia per il trionfo della Croce di Cristo; dall’altro, il dolore per lo stato in cui versano le Nazioni e la Chiesa stessa. Anche noi vediamo nuovi Cosroe profanare il simbolo della Redenzione da parte di invasori della società civile e del corpo ecclesiale. E quel che maggiormente ci addolora è assistere a questa empia profanazione nel silenzio o con la complicità della Gerarchia della Chiesa, asservita al nemico e traditrice di Cristo.

L’odio di Satana contro Nostro Signore si scatena proprio contro la Santa Croce perché, come scrive Sant’Anselmo, «per Te è spogliato l’inferno; è chiuso, per tutti coloro che in Te sono stati riscattati. Per Te i demoni sono terrificati, compressi, vinti, schiacciati. Per Te il mondo è rinnovato, abbellito, in virtù della verità che splende e della giustizia che regna in Lui. Per Te la natura umana peccatrice è giustificata: era condannata ed è salvata; era schiava del peccato e dell’inferno ed è resa libera; era morta ed è risuscitata. Per Te la beata Città celeste è restaurata e perfezionata. Per Te Dio, Figlio di Dio, volle per noi obbedire al Padre fino alla morte (Fil 2, 8-9). Per questo Egli, elevato da terra, ebbe un nome che è al di sopra di ogni nome. Per Te Egli ha preparato il suo trono (Sal 9, 8) e ristabilito il Suo Regno». 

Ma questo odio infernale nulla può contro la Croce di Cristo: le tribolazioni presenti – cui tutti siamo sottoposti per meritare il Cielo seguendo il divino Maestro sulla via del Calvario – finiranno come ebbero fine le violenze e le profanazioni di Cosroe e di tutti i tiranni scagliati dall’Inferno contro la Chiesa e la società cristiana. 

Sul basamento dell’Obelisco Vaticano, in cima al quale sono poste le Reliquie della Vera Croce, è scritto: Ecce Crux Domini: fugite partes adversæ. Vicit Leo de tribu Juda. E ancora: Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat, Christus ab omni malo plebem suam defendat. Vittoria e sconfitta, trionfo e patibolo, vita e morte: sono le apparenti contraddizioni che accompagnano la nostra vita terrena. 

Vittorie alterne: della nostra anima sulle tentazioni; della civiltà cristiana sul mondo empio e pagano; della Santa Chiesa Militante sui suoi nemici interni ed esterni. Trionfi silenziosi della Grazia, che si riversa sulle anime sgorgando dal Costato aperto del Salvatore crocifisso. E il Signore della Vita che, patendo gli indicibili tormenti della Passione, inchioda a questo Legno benedetto l’antico Serpente, sicché l’albero che segnò la nostra dannazione con la disobbedienza di Adamo all’alba della storia dell’umanità è soppiantato dall’albero salvifico della Croce e dall’obbedienza del nuovo Adamo e dalla mediazione della nuova Eva, Maria Santissima.

Giovanni Crisostomo ha scritto: «I Re togliendosi il diadema prendono la Croce, il simbolo della morte del loro Salvatore; sulla porpora, la Croce; nelle loro preghiere, la Croce; sul sacro altare, la Croce; in tutto l’universo, la Croce. La Croce risplende più chiara del sole». Prostriamoci dunque a questo Legno e ripetiamo con le parole dell’inno: O Crux ave, Spes unica! Sarà questa Croce santissima che baceremo nell’agone della morte; sarà questa Croce che vedremo apparire gloriosa alla fine dei tempi, quando tutte le cose saranno ricapitolate in Cristo. E così sia.

+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo 

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6 commenti

  • gladio ha detto:

    Monsignor Viganò ha il dovere di far sapere una buona volta in comunione con chi celebra la Messa : In sede vacante? Con Bergoglio? con Cicciolina ( che comunque avrebbe lo stesso valore della comunione con Bergoglio ) ?
    Monsignore, se lei continua a nascondersi e a mettere la testa sotto la sabbia si grava di una responsabilità tremenda.

  • Terminus ha detto:

    ”Paroles, paroles, paroles, ….” chantait Dalida en 1973.
    https://lyricstranslate.com/fr/paroles-paroles-parole-parole.html
    (traduction en italien)

    Monseigneur Vigano parle beaucoup, parle de plus en plus contre Bergoglio et contre la ”Deep Church”, l’Eglise profonde, l’Eglise antichrist. Et ce qu il dit est correct car plusieurs autres personnes éminentes et crédibles le disent aussi.
    Mais il ne nous parle jamais des conclusions qu’il faut tirer et qui, pourtant, s’imposent de plus en plus à la raison, à la conscience catholique et à la bonne foi catholique. Ce qui n’est pas complet est toujours faux dans ce qui lui manque.
    Monseigneur Vigano tourne autour du pot en refusant d’entrer dans le pot. De ce fait :
    ▪︎il reste en dehors de la vérité, en dehors de la réalité, en dehors du temps,
    ▪︎il tourne la réalité en dérision, en illusion, comme si cette réalité n’existait pas,
    ▪︎Il donne l’impression de faire une Eglise dans l’Eglise ou bien une Église en dehors de l”Eglise, sa propre Eglise qui n’est pas légitime.

    Ces gens là refusent de voir la vérité et de nous en aviser, de nous dire que Bergoglio est le faux prophète annoncé par l’apocalypse et que nous sommes très proches de la fin des temps antichrists.

    Mais c’est peine inutile d’agir de cette façon. Car cette vérité, cette réalité est maintenant tellement de plus en plus visible que nous n’avons même plus besoin d’eux pour en prendre conscience. L’omerta commence à craquer.
    Même ceux qui ne connaissent pas Monseigneur Vigano perçoivent bien qu’on est dans une situation irréversible et qui va connaître un dénouement tragique.
    Tucho Fernández (faux cardinal) a déjà averti que ceux qui s’opposent à ce que le pape (faux pape) propose seront considérés comme des schismatiques.

    Ainsi s’actualisent les paroles de la Sainte Écriture et c’est inutile de se faire des illusions car ce qu’elle nous dit n’est que la révélation anticipée de ce qux les hommes sont en train de faire :
    Lc 12/2 : ”Rien, en effet, n’est voilé qui ne sera révélé, rien de caché qui ne sera connu.”
    Lc 19/39-40 : ”Quelques Pharisiens de la foule lui dirent : ” Maître, réprimande tes disciples. “Mais il répondit : ” Je vous le dis, si eux se taisent, les pierres crieront. ”
    Apocalypse 13/13 : ”Elle accomplit des prodiges étonnants : jusqu’à faire descendre, aux yeux de tous, le feu du ciel sur la terre” :
    ▪︎”le feu du ciel sur la terre” : c’est la sentence suprême proncée dans l’Église, l’excommunication.
    ▪︎”aux yeux de tous” : signifie que cette sentence est valable pour tous. Seul le pape a le pouvoir de prononcer l’excommunication valable pour tous, pour les cardinaux, les évêques, les prêtres et les laïcs.
    Apocalypse 13/14 : ”et nul ne pourra rien acheter ni vendre s’il n’est marqué au nom de la Bête ou au chiffre de son nom”. L’excommunication empêche de recevoir (acheter) et de vendre (procurer) les sacrements.

    L’Apocalypse nous parle bien de l’excommunication, l’arme brandie par le faux pape faux prophète Antéchrist pour obliger ”ses brebis” (voir Malachie – ”Pierre le romain) à lui obéir.
    Ainsi les vrais catholiques fidèles au Christ et à son Église régulière peuvent savoir ce qui les attend dans un proche avenir. Mais ceux qui ont bien suivi savent que c’est un faux pape et que ses décrets d’excommunication n’ont aucune validité.

    C’est de tout cela que Mgr Vigano devraient nous entretenir maintenant. Car s’il attend trop longtemps. on ne le croira plus. Ce qui est étrange, c’est que le faux pape Bergoglio ne l’a pas encore excommunié alors que d’autres que lui ont été excommuniés pour avoir dit moins que lui contre Bergoglio (exemple : don Minutella)

  • Sergio ha detto:

    il calvario non finirà,finirà la chiesa cattolica,basta chiedersi una cosa molto semplice:se Gesù tornasse sulla terra,e tornerà,pensate che andrebbe a chiedere udienza in Vaticano?

  • unaopinione ha detto:

    Correzione: dell´altro ieri (giovedí). Ieri (venerdí) c´era la commemorazione dei sette dolori di Maria.

  • unaopinione ha detto:

    Ma il monsignor Viganó non ha citato una particolaritá (che ho letto nell´opuscolo della messa di ieri, messa tridentina, ovviamente e dove veniva citata tutta la storia e che a memoria riporto): che quando l´imperatore stava portando la Croce personalmente di nuovo al suo posto in cima alla collina a Gerusalemme, questa ad ogni suo passo sembrava essere sempre piú pesante, fino ad arrivare al punto di non poter piú compiere un passo. A quel punto il vescovo gli rivolse la parola: “Forse che l´imperatore nelle sue sfarzose vesti non assomiglia per niente all´umile Cristo che portó la Croce?”.
    Al che l´imperatore si tolse tutte le sue vesti reali e potette finalmente di nuovo procedere con successo fino alla cima.

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