Il siero, la spike, i polmoni. Come ammalarsi per paura di ammalarsi. AAE.

16 Settembre 2023 Pubblicato da 6 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il nostro Arrendersi All’Evidenza, che ringraziamo di tutto cuore, offre alla vostra attenzione queste considerazioni su un altro – dei tanti, troppi…- effetti negativi della vaccinazione contro il Covid effettuata a tappeto con il siero mRNA. Lo spunto gli è venuto da questo articolo, in inglese, molto tecnico. Buona lettura e condivisione.

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Spike e recettori ACE2: COME METTERE A REPENTAGLIO I POLMONI PER PAURA DI AMMALARSI AI POLMONI
Una spiacevole malattia, non immediatamente brutale, ma assai debilitante e purtroppo cronica, consiste in una progressiva cicatrizzazione (fibrosi) del tessuto polmonare che compromette lo scambio fisiologico di ossigeno e anidride carbonica.
L’ispessimento del polmone e la conseguente diminuzione dell’ossigeno disponibile nel sangue pian piano vedono la comparsa di sintomi respiratori, dalla tosse (secca) alla mancanza di fiato (dispnea dapprima sotto sforzo, poi anche a riposo).
Le classiche cause sono, a parte l’ereditarietà (l’essere predisposti alle interstiziopatie e l’avere altri malanni concorrenti), il fumo di sigaretta o l’esposizione a sostanze chimiche tossiche o polveri.
Anche le radiazioni (ad esempio quelle necessarie per trattare un tumore) possono indurre una fibrosi, che poi può evolvere in broncopatia cronico ostruttiva (BPCO) e polmoniti.

Un recente studio ha stabilito la perfetta somiglianza tra quello che accade dopo che la proteina spike ha attivato i recettori ACE2 e il meccanismo attraverso il quale le radiazioni provocano il danno epiteliale (tessuti di rivestimento delle cavità) ed endoteliale (specifico dei vasi sanguigni e del cuore), tramite la produzione di ROS (le specie reattive contenenti ossigeno, responsabili dello stress ossidativo) e l’attivazione del sistema immunitario.

Chi ha più pazienza può giovarsi di un ripasso:

https://www.marcotosatti.com/2022/08/09/arrendersi-allevidenza-virus-e-vaccino-non-agiscono-egualmente-ecco-il-danno/

Veniamo all’attualità, comprendendo come la produzione indiscriminata di proteina spike indotta tramite l’RNA modificato sia logicamente collegata alla sintomatologia post-COVID e long-COVID sperimentata da moltissimi individui. Insomma: non c’è bisogno di esporsi alle radiazioni (o al fumo o alle polveri) per provocarsi dei danni polmonari cronici, anche se a qualcuno fa comodo dar la colpa “solo” a un virus.

Il virus intanto è ingegnerizzato (non è naturale); di suo sosterebbe nel nostro corpo e solleciterebbe con la sua proteina spike i recettori ACE2 per minor tempo e in minor numero di quanto accade dopo l’introduzione reiterata dell’istruzione genica.

La chiave per comprendere quello che accade nei tessuti è sempre l’infiammazione. Dal contatto tra l’agente scatenante e il recettore discendono l’intervento dei macrofagi, la presenza di fattori (il TGF-beta che converte i fibroblasti in miofibroblasti), la secrezione di collagene, proteoglicani etc con devascolarizzazione, ispessimento, e cicatrizzazione. Il meccanismo fisiopatologico ipotizzato vede responsabili i radicali liberi che portano ad un danno del DNA, al quale concorrono anche le citochine.

Questo (molto in breve) è ciò che sappiamo accadere a causa delle radiazioni: i ricercatori hanno osservato che è PRECISAMENTE ciò che succede nel post-COVID, cioè nella spike-protein fibrosis syndrome.

Una radiazione è un’energia focalizzata. Focus, energia: niente di strano che colpendo un tessuto provochi infiammazione.

Ne risentono primariamente gli endoteli (e quante volte è già stato detto dei danni vascolari e dei fenomeni coagulativi che furono responsabili dei moltissimi decessi quando si trattavano i microtrombi intubando i malati).
Ne risentono esattamente come è logico che sia, pur sapendo che ciò che succede contraendo l’infezione virale è un po’ diverso dalle conseguenze della somministrazione di un siero genico che molti hanno accettato di ricevere per il terrore che nei polmoni accadesse che la proteina spike del virus si legasse ai recettori ACE2. 

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