De Electrico Autocineto Acquirendo. Il sequel di Laudato Sì. Mastro Titta.

23 Agosto 2023 Pubblicato da 5 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il nostro Mastro Titta è rimasto sorpreso dall’annuncio del Pontefice regnante relativo alla preparazione di un sequel a Laudato Sì. Un’amica, Annarosa, profetizza che si intitolerà “De electrico autocineto acquirendo”, tanto per suggerire chi possano essere gli ispiratori del cappellano del Nuovo Ordine Mondiale. Buona lettura e diffusione.

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MASTRO TITTA: LO PSEUDO PENSIERO SERIALE DEL PAPA PREDATOR

 

Giuro che non me l’aspettavo. Come Rambo, Robocop, Terminator ma soprattutto Predator, il papa sta scrivendo una “seconda parte” dell’enciclica Laudato Si’, per “aggiornare la prima”. È quanto detto “a braccio”, tiene a precisare Vatican News.

 

Meglio essere prudenti. Metti che Tucho Fernandez, il noto ghost writer, non consegni in tempo o il lavoro non soddisfi Sua Santità, o introducano le marmitte Euro 7, 8 e 9 subito prima dell’uscita, o la classe energetica AAAA++++: quello verde è un mondo in aggiornamento continuo. Mai quanto lo è la Chiesa, ma almeno come i cellulari. Il fatto è che cellulari, frigoriferi e macchine sei obbligato a cambiarli acquistandone di nuovi, mentre il cattolicesimo romano non se lo fila nessuno.

È una religione liquida, a braccio, alla quale è impossibile aderire perché non sta ferma un attimo: una sorpresa della Spirito di qua, un’apertura di là. Anche gli uomini di vertice migrano a calci come rondini, e i più non ritornano.

Morale, quando credi di aver capito a cosa stai aderendo, sorpresa: non hai capito nulla. La gente una volta non amava sentirsi stupida né essere presa in giro, motivo per cui apprezza questo papa, applaude questa Chiesa fino a spellarsi le mani, ma soprattutto mena le tolle appena può o gira alla larga. Di vere religioni tutte volute da Dio ne abbiamo a bizzeffe. Gente che non beve alcol e non discute sul punto, per dire. E infatti in seno alla UE si fa strada l’idea di togliere l’alcol dal vino. Compreso quello eucaristico, che anzi sarà reso analcolico senza attendere ulteriori determinazioni. Il punto è che se stai a casa mandando vibrazioni positive al papa fa lo stesso. Credi e fai ciò che vuoi, bevi analcolicamente (con buona pace della responsabilità), pensa bene di Bergoglio e sarai salvo.

È un po’ come con i vaccini, chiedo venia: gli atti d’amore aggiornati, che ci attendono. Le prime quattro dosi non hanno funzionato – non nel senso nel quale li avevano spacciati, quanto meno – dunque persino il più stupido fesso nella casa comune si chiede per quale straccio di motivo dovrebbero farlo le prossime 47. In fondo sono variazioni su un prodotto di melma, che però melma resta.

Perché fra tutti i serial – di proposito non ho scomodato le varie Netflix come Squid Game o La Casa di Carta – proprio Predator, piccolo capolavoro verde anni ‘80?

Perché Predator prende le mosse nella foresta vergine sudamericana: l’habitat ecologico per eccellenza. In secondo luogo, è un alieno quasi invincibile che si diletta andando a caccia di uomini, che spella e scarnifica collezionandone teschio e colonna vertebrale. In terzo luogo, nella saga combatte contro Alien – un suo simile – per proteggere la propria riserva di caccia.

Alla fine, in Predator si prova una strana simpatia per il proprio sterminatore: a differenza di Alien, Predator è un cacciatore responsabile, sostenibile. Non sterminerebbe mai la specie con cui si diverte tanto. Sceglie con cura le sue prede come Bergoglio punta Strickland, ad esempio. Sei tentato di ringraziarlo, se non altro perché ti ha risparmiato. Meglio a Strickland che a me.

In questo risiede, a mio giudizio, la sindrome di Stoccolma che ammorba la Chiesa, la strana gratitudine densa di ossequio che assale anche i più fieri avversatori del papa venuto dalla fine del mondo: Bergoglio se la prende coi dispensatori della messa in latino, ma c’è di buono che non dà loro la caccia facendoli deportare dalle cantine dove celebrano in un campo di rieducazione cinese. Troppa grazia.

I dati interessanti a monte dell’ultima fatica di Tucho Besame Mucho a firma Franciscus – probabilmente parte del prezzo da pagare per la nomina a prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, “io ti nomino, ma tu buttami giù 8000 righe come ti vengono” – sono almeno due.

Il primo è che in linea teoretica, non esiste in questo papa un pensiero finito. Bergoglio non possiede alcun pensiero concluso circa il Padreterno, figuriamoci altre cose cattoliche, e forse anche su tutto il resto. Non è solo la Chiesa ad aggiornarsi: il papa stesso lo fa.

Qualche giorno fa, dal momento che mio figlio seienne aveva imboccato un’ermeneutica di Cristo come antesignano del Mago Otelma, mi sono visto costretto a troncare l’elucubrazione infantile con un perentorio: “Figlio mio, Gesù non consegna le pizze”. La frase lo ha fatto molto ridere, ma anche capire che il cattolicesimo è una cosa seria: o sai, o non sai. Di conseguenza o credi, o credi altro.

Penso che al piccolo Jorge Mario nessuno abbia mai annunciato questa semplice verità. Che Gesù non fa il pizza-pony. Non consegna Capricciose a domicilio. Non è certamente la verità ultima sul Salvatore, ma un piccolo contributo che ha il pregio di escludere tutta la paccottiglia umanoide che, diciamocelo, potendo prendere forma nelle menti di molti invariabilmente lo fa. L’immaginazione al potere ha fatto disastri.

La mente pigra, svogliata di Bergoglio è popolata da brandelli sentimentali, che al termine di un lungo labirinto del Minotauro i suoi esegeti possono talvolta blandamente ricondurre al fantasma di un pensiero cattolico. Ma come si possono ricondurre a qualcosa di cattolico, si prestano in genere a mille altre ipotesi. Perché è tutto a braccio, ogni cosa è adombrata. Si iniziano processi, mandiamo la macchina a sbattere contro il muro e vediamo l’effetto che fa.

Nel suo “Il papa dittatore” Marcantonio Colonna, alias Sir Henry Sire, fornisce una descrizione di Bergoglio impietosa ma esatta: uno che lascia dietro di sé macerie incompiute, uno che inizia poi si confonde da solo e non finisce, cambia a capriccio, abbandona, sovverte ma non converte.

Sono scherzi che facilmente il sentimento gioca a quanti passano a volo d’uccello sulle cose umane, pensando di dominarle dopo averle appena usmate. È la Chiesa degli odori, dei profumi, dei fetori. Basta allontanarsene qualche metro, e di colpo anche l’olezzo peggiore scompare. Come scompare il profumo, o la rugiada dello Spirito alle 10 del mattino.

È Bergoglio stesso a fornire la pistola fumante, e vengo al secondo dato. “Prendersi cura dell’ambiente significa avere un atteggiamento di ecologia umana. Non possiamo dire, cioè, che la persona sta qui e il creato, l’ambiente stanno lì. L’ecologia è totale, è umana. E questo è quello che ho voluto esprimere nell’enciclica Laudato si’”.

Dal momento che si prevede il secondo capitolo della saga verde papalina, una persona maliziosa direbbe che la prima gli è venuta male. Oppure che ha insegnato talmente bene ai cinesi come bollire il riso, che tanto vale rifilare ai buzzurri un secondo capitolo come fosse un Jurassic Park qualsiasi. Ma la questione mi pare più sottile.

Questa visione olistica – alla gente le visioni totalitarie piacciono un sacco – è il genere di polpettone indigeribile dal quale un cattolico autentico dovrebbe girare alla larga. Prima di tutto l’uomo non è una metonimia, la parte per il tutto di Sant’Agostino. Un uomo è un uomo, un oleandro è una pianta e l’orbettino è un rettile. A meno di non sostituire il Corpo Mistico di Cristo con quello della Pachamama che come Medea divora i suoi figli, sono creature molto diverse.

Quando i terremoti terranno una conferenza mondiale su come diminuire l’impatto su uomini, “insetti e piccoli vermi” (cit. Laudato Si’ 1) allora crederò alla favola del dialogo e dell’ascolto. Anche se la storia dell’ ecumenismo insegna che è più facile farsi ascoltare da un vulcano attivo che da ebrei, protestanti e ortodossi.

Mi si perdoni se la dico come me la sento: sono i caproni a pensare che tutto sia interconnesso, e ancor più indistinto. Sono gli ignoranti a credere che l’uomo sia una semplice parte di un sistema “pianeta”, e poi magari sistema solare o galassia anzichenó.

Tesi di comodo del potere: sei un’unghia, un pelo sul dorso della mano della Madre Terra, la Pachamama che sta andando dall’estetista a farsi la ceretta. E come tale puoi, anzi devi, essere tagliato e rimosso. Sei talmente irrilevante che se domani da maschio ti senti femmina, o magari il cadavere di una pantegana, il potere ti dà graziosamente il permesso di sentirti ciò che vuoi, a patto che tu non sia ciò che sei. Quando sarai davvero un cadavere di qualsiasi cosa tu ti senta, allora sì che non cambierai più idea, ma il pianeta sarà salvo.

L’idea alla base di questi ragionamenti è che l’uomo non conti nulla. Dunque, possiamo debellarlo. Qualcuno ha sentito una mezza parola, una voce dal sen fuggita di Bergoglio, contro l’ideologia gretina del depopolamento? Una critica felpata, prudente? Una timida allusione a teorie radicalmente omicide che si fanno strada? A Greta Bergoglio ha sibilato il solito vuoto “vai avanti” pneumatico che dice ai mattoidi che incontra. E sono tanti.

Perché ad esempio Bergoglio fa sporadici riferimenti all’aborto come cultura dello scarto, e meno sporadici a poveri e migranti? Perché fa continui riferimenti al mondo “bello e vivibile” da consegnare ai giovani? Perché tace sui veri scopi di queste cose, che sono satanismo in purezza?

Perché le vittime di pedofilia sono solo quelle dei preti? In quest’ultimo caso, Bergoglio stranamente parcellizza: mai un fiato sulla tratta sessuale dei minori denunciata da Sound of Freedom. Perché? Perché in questo caso ad essere toccati non sono i preti, ma ben altri signori ai quali non conviene pestare i calli, mentre al prete svirilizzato si può dire e fare di tutto. Perfino mettere le donne al suo posto, o almeno permettergli di sentirsi donna per restare in sella.

Bergoglio dice e non dice queste cose perché sa benissimo di parlare a vanvera. O meglio, sa di parlare ai muri tramite una schiera di utili idioti usa e getta. Sa che nel popolo cattolico quasi nessuno muoverà mai un dito di fronte a queste cose: sono tutte cose già accettate per ciò che sono, come fatti “naturali”, come un lago di montagna in una cartolina. Bergoglio sa l’uomo resterà ciò che è, solo oggi leggermente peggio di ieri, e domani peggio di oggi.

Domani Francesco 2 potrà scrivere la Laudato Si’ 3, e magari anche la 4 e la 5. Il problema che nessuno affronta è che l’ecologismo non è un pensiero. Non dico cattolico, laico o liberal: non è un pensiero punto. Sono delle boutades, delle sparate impossibili da contestare perché appunto incomplete e irrealizzabili.

Bergoglio non fa alcuno sforzo per farsi capire perché non c’è nulla da capire. C’è solo qualche miliardo di persone da accompagnare dolcemente, con amore, al macello. Per lasciare in eredità un orto botanico da visitare ai quattro giovani che resteranno, nel frattempo diventati vecchi decrepiti. Soli come cani in autostrada. Che meraviglia.

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5 commenti

  • Fabio ha detto:

    Questo figuro è stato messo lì dalla mafia di San Gallo su mandato delle elite mondialiste per favorirne i piani e fare il cappellano della religione unica mondiale. Progetto gnostico e satanico.
    Non sarebbe ora di domandarsi come sia possibile che sia papa? Non sarebbe ora di dare spazio ed approfondimento alle tesi di chi, come Cionci, sostiene che a causa della invalidità della rinuncia di BXVI, bergoglio non è mai stato papa, neppure per un minuto?

  • laura cadenasso ha detto:

    Le sue parole, i suoi scritti, i suoi gesti a me fanno PIU’ PAURA del peggior vaccino in circolazione perchè hanno -e mantengono- totale libertà di espressione !

  • Pedestramente ha detto:

    Smettiamola di scrivere che Bergoglio arriva dalla fine del mondo. Arriva da Portocomaro, non lontano da Asti. La sua mentalita’ e’ quella. Materialista , perche’ per il contadino dell’astigiano vale solo il successo materiale.
    Il prete e’ , per il contadino astigiano, un operatore sociale che raccoglie i vecchi quando vengono buttati via dalla famiglia. Ecc. Ecc.
    Quindi i monaci e le monache sono esseri che non rientrano nel quadro mentale del contadino astigiano.

    • Don Ettore Barbieri ha detto:

      Del contadino astigiano da 60/70 anni a questa parte. Non penso che un tempo fosse così. È con i preti-calciobalilla che è iniziato lo scempio della Chiesa, dagli anni 40/50 in avanti.

  • Acido_Prussico ha detto:

    Lui, spulciando i quotidiani virtuali, legge che
    “Le nubi di Nettuno sono scomparse e gli astronomi sospettano sia colpa del Sole.” (https://www.robotitus.com/las-nubes-de-neptuno-han-desaparecido-y-los-astronomos-sospechan-del-sol)

    – “Vacca miseria” – gli scappa un intercalare della desolata infanzia argentina. “L’inferno è alle porte di Roma… ci abbruceremo tutti…”.

    – “Non si scaldi, Santità” – gli sussurra il cardinale Amazzonico. “Si tratta di ‘Nettuno’, il dio romano del mare”.

    – “Non dica bestialità, Eminenza” – lo corregge fraternamente il gesuita astronomo Direttore della Specola Vaticana. “Si tratta del pianeta, del pianeta Nettuno”.

    – “Comunque la faccenda è seria e “universale”. Scriverò un’Appendice alla Laudato Sì per allertare la terrenità” – suggellò Lui, il Papa.

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