Remissione del debito, perdono dei peccati, liberazione dal Maligno.

31 Luglio 2023 Pubblicato da 1 Commento

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, il nostro R.S. offre alla vostra attenzione queste riflessioni sul Vangelo di Marco. Buona lettura e meditazione.

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C’è un passo del vangelo particolarmente adatto a rivelare il cuore con il quale Dio si occupa dell’umanità, volendoci bene.

Possiamo contemplarlo nel mistero di chi ce l’ha disvelato pienamente: il Signore Gesù Cristo che compendia tutta la rivelazione.

Tutto l’Antico Testamento ci rende il volto del Figlio (il Verbo incarnato) e tutto il Nuovo Testamento dice -tramite Gesù- il volto del Padre, con lo Spirito a dirci la verità che è il Figlio.

 

Il passo in questione (Mc 2) è quello in cui il paralitico, calato dal tetto, viene guarito da Gesù con una espressione non scontata né banale: “figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”.

Gesù altrove (Gv 9) spiega che non si è malati per causa diretta del peccato.

Eppure qui associa al peccato la condizione del malato e dicendo quel che dice provoca la reazione di chi critica queste parole.

Poi -per smentirli fragorosamente- Gesù guarisce il paralitico.

Il contesto è giubilare: siamo all’inizio della vita pubblica del Signore. L’anno -nel nostro calendario- è il 31 d.C., per l’appunto un anno giubilare (dal mese di tishri del 30 al termine dell’estate del 31). Al capitolo 4 di Marco la parabola del seminatore attesta il ritorno alla semina (era due anni che non si faceva, perchè l’anno giubilare è il primo dopo il settimo anno sabbatico dal giubileo precedente).

Gesù predica il tempo della liberazione dei prigionieri (Lc 4) e in questo rientra anche e soprattutto il giogo del peccato.

 

Apro una parentesi attingendo alla definizione giuridica di remissione del debito: il creditore manifesta la volontà di rinunciare al credito e la comunicazione di questa volontà al debitore determina automaticamente l’estinzione dell’obbligazione, senza necessità di accettazione del debitore. L’estinzione non si verifica se il debitore dichiara di non volere profittare della remissione.

 

Rileggete con calma e cercate di condividere il mio soprassalto: Gesù sta avviando la dichiarazione di remissione del debito che l’umanità peccatrice ha con Dio! Sta rivelando la volontà del Padre di farlo unilateralmente.

Lo sta facendo nell’anno in cui la legge che gli uomini hanno ricevuto da Dio dovrebbe imporre di fare a beneficio di ogni indebitato.

Ma alcuni tra gli indebitati (i più ricchi dei propri vanti) fanno le pulci a questa buona notizia. Per loro è sempre tutto legato al dito.

Oggi poi il meccanismo della leva-debito è volto a rendere schiavi anche quelli che sono/erano benestanti, assorbiti in una spirale infernale.

 

Anche la preghiera al Padre Nostro, insegnata da Gesù proprio in quegli stessi mesi per rivolgersi al Cielo, impegna a rimettere i debiti ad imitazione di come ci vengono rimessi… E’ la premessa al non finire disperati e privi di speranza nel vortice della prova e finalmente ad essere liberati dal Maligno. Questa preghiera è sempre nel contesto della prima predicazione di Gesù, nell’anno 30-31 (Mt 6): non si tratta affatto di assenza di giustizia, ma rappresenta il compimento pieno della giustizia, senza togliere uno iota alla legge.

 

Sono i sedicenti giusti a non sapere che cosa farsene, forti del potere di puntare il dito e di fare affari sul debito altrui, rilanciando occasioni per indebitare, dare punteggi, assegnare certificati e tenere in pugno la gente con le loro capacità di truccare il gioco, prendendo a prestito (loro sì, ma gratis) i sentimenti più nobili (la cura dei fragili, l’accoglienza, la natura, persino… Dio) per ammanettare le loro vittime.

 

Come farà Gesù a rimettere i peccati dell’umanità? Dalla croce, versando il sangue della nuova alleanza “per molti”.

 

Ma perchè il debitore dichiara di non volere profittare della remissione!! Ma come è possibile essere così sciocchi?

Quale malato non vorrebbe guarire? Quale indebitato non approfitterebbe di una simile generosità?

 

Gesù spiega dove sta l’inghippo: questa remissione è una liberazione dal Maligno.

Si capisce anche perchè dica che vuole misericordia e non sacrificio: libertà di amare e non conti e bilanci.

 

C’è chi però accusa Gesù nel prendersi la briga di parlare a nome di Dio. Addirittura lo associano a Satana.

Oggi c’è chi -anche tra i religiosi- Gesù lo sottovaluta o lo ritiene quasi inutile.

Sarà venuto “in nome di Dio”, ma è uno dei tanti e vanno bene ugualmente anche tutti gli altri.

 

Gesù, dicevo, spiega fin troppo chiaramente la faccenda (Mc 3): come può Satana scacciare Satana?

Se il regno è diviso in se stesso, questo regno non può reggersi.

Se Satana si solleva contro se stesso e si divide non può sussistere, ma sta per finire.

 

Sembra di vedere il nugolo di potenti che si dividono mentre sfugge loro la presa sul mondo dove hanno pensato di spadroneggiare.

In Satana non c’è alcuna remissione gratuita, perchè ogni cosa è fatta per superbia, orgoglio, ambizione, cupidigia, gola, lussuria.

Penso alla pedofilia, ma anche semplicemente allo sfruttamento imposto dalla leva-debito, manovrata da pochissime mani.

Echeggia l’insensatezza di ritenere cancellato il peccato anche promuovendolo, viziandovicisi, dicendolo un diritto dell’uomo!

Penso a certe pratiche mediche e sanitarie definite “salute” (riproduttiva e non) e spargitrici di morte in ogni forma.

 

Gesù dice: questi qui non hanno niente a che fare con me. Non ascoltateli. Siete malati anche voi, io vi guarisco come vuole il Padre.

Come? Nel segno della croce, che non è un segno come gli altri. Con il pane soprasostanziale, che prevede cuori puri che hanno scelto di confessare il peccato e di chiedere perdono con contrizione, determinati a rivedere i propri comportamenti, convertendosi alla via di Cristo.

 

Un ulteriore spunto (Mc 3) da anno giubilare, nel contesto di una remissione dei peccati da non rifiutare per non perdere la salvezza: Satana entra in casa del forte perchè lo ha incatenato. Il paralitico è l’emblema delle catene con le quali il peccato ci trattiene immobili.

 

Grazie a Dio c’è stato chi ci ha sollevati per calarci dal tetto con tutto il lettino.

Per grazia c’è ancora chi cerca di salvare chi è incatenato, portandolo a contatto con chi può guarirne la malattia.

Per grazia c’è chi ancora non confonde la misericordia di Dio con la nozione che sia stato abolito il peccato, grosso inganno per gli incauti.

Attenzione però a chi è estraneo a questa economia e a questa medicina, avendo bisogno di indebitare e di farci ammalare.

Attenzione a noi, se poi finiamo con l’accettare quegli schemi lì, facendocene strumenti e interpreti, basta che ci paghino bene.

 

I debiti dei figli degli uomini saranno rimessi, anche le bestemmie.

MA chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo NON riceverà perdono in eterno.

Perchè? Perchè è colpevole di eterno peccato.

 

Gesù è chiarissimo: passi peccare, ma dirlo un diritto manifestando orgoglio, rifiuta la remissione del debito con Dio. Non c’è contrizione.

La remissione avviene come atto di generosità di Dio in quanto a fronte di essa non viene richiesta alcuna controprestazione.

Dio non chiede di scalare l’Everest come penitenza, però bisogna riconoscere il peccato e far di tutto per smettere.

 

La conversione verso la Verità che è Cristo è faticosa, chiede una lotta spirituale forte, chiede luce che non può esserci tra le tenebre.

Questo è indigeribile per chi campa sulla menzogna deliberata e programmata. Per questo Satana è già all’inferno, che purtroppo non è vuoto, essendoci chi non vuole profittare della remissione del debito (inestinguibile quello contratto con Dio, ben altro da quello che avremmo con i falsari di un’economia che crea soldi dal nulla e ti chiede i tuoi, veri, come interesse sul debito che ti addossa speculandoci).

R.S.

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1 commento

  • il Matto ha detto:

    “La conversione verso la Verità che è Cristo è faticosa, chiede una lotta spirituale forte, chiede luce che non può esserci tra le tenebre”.

    Questa è un’affermazione teorica che non fa una grinza, ma occorrerebbe vedere quanti sono quelli che si dedicano davvero alla “lotta spirituale forte”. E se ciò si deve dedurre dai famosi “frutti”, si deve ammettere che tale lotta non gode di troppo favore. Anzi non ne gode per nulla.

    Ed ammesso che oggi, anche fra gli addetti ai lavori, si abbia una sufficiente idea circa la lotta spirituale.

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