Fernandez o Sfera Ebbasta alla Fede, che cambia? Mastro Titta.

3 Luglio 2023 Pubblicato da 20 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, Mastro Titta offre alla vostra attenzione queste riflessioni sulla nomina di Victor “Tucho” Fernandez a capo dell’ex Sant’Uffizio. Buona lettura e diffusione.

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Mastro Titta: la filigrana (grossa) della nomina di Fernandez alla Dottrina

 

Confesso di aver appreso della nomina di Besame Mucho Fernandez’s prefetto della Dottrina della Fede da questo onorevole blog – da qualche tempo, antepongo il giudizio ai fatti: una forma di preservazione un po’ claudicante, che diventa essenziale in un tempo in cui i fatti vengono consegnati col giudizio incorporato.

Nonostante questo, ho creduto fosse una fake-news. Constatato che non lo era, ho dovuto recuperare le mie già scarse facoltà intellettuali incenerite dalla conferma. Dire qualcosa di sensato sfiora l’impresa.

Beninteso: è sicuramente ingiusto ridurre Fernandez al suo divertissement sulle proprietà taumaturgiche del bacio, pratica con la quale per sua stessa ammissione ha scarsa esperienza diretta, il che ci tranquillizza molto. E qui c’è un primo problema di non poco conto: la coazione del clero a parlare di cose che ignora, con l’aggravante che trattasi di pinzillacchere.

Hanno ragione quelli che dicono che la Chiesa non dovrebbe occuparsi di questioni inerenti la sessualità umana? In realtà sono i primi a fare da megafono al clero acquiescente quando si tratta di fornire una sponda sedicente cattolica alla loro personale ossessione per le parti basse. In questo senso, hanno torto come al solito.

Hanno invece ragione nella misura in cui la Chiesa dovrebbe guardarsi dal toccare questi argomenti nel modo sguaiato e rozzo con cui la sessualità viene trattata. La Chiesa fa male a parlarne come piace alla gente che piace.

La seconda osservazione che mi sovviene è un consiglio: molte voci si leveranno contro questa nomina inadeguata alla Dottrina. Anche costoro si sbagliano: sul piano istituzionale, né la dottrina né men che meno la fede esistono più. Che il papa nomini Fernandez o Sfera Ebbasta, non cambia nulla. Fede e dottrina sopravvivono in luoghi nascosti, presso anime insospettabili, lontano dal clamore del mondo. Luoghi noti solo a Dio e a un manipolo di uomini abbastanza accorti da aver capito che la pubblicità è l’anima del regresso.

Fernandez può fare disastri? E quando il sapientissimo Ladaria legittimò l’uso di feti abortiti nella produzione di vaccini parlando di cooperazione remota al male? Come lo chiamiamo?

Forse Tucho Mucho Fernandez, essendo meno raffinato di Ladaria, Müller, Levada o lo stesso Ratzinger, farebbe fatica a trovare formule altrettanto raffinate in un verso e nell’altro. Le sparerebbe talmente grosse da risultare indigesto persino ai liberal. Indigesto o poco funzionale.

Perché questa gente che scrive e parla di baci o di Cristo per sentito dire, non certo per esperienza diretta, stenta a capire un principio molto semplice: non vado a giocare a calcio contro Maradona, o a scacchi contro Kasparov. Mi conviene giocare a scacchi contro Maradona, e a calcio contro Kasparov.

Alla fine è l’ennesima provocazione di un papa debole – lo è sempre stato, come tutti i tiranni – posseduto da fobie indicibili che lo obbligano a scegliere persone fidate o ricattabili. Gente che crede di conoscere e non gli fa ombra.

Le persone divorate da ambizione patologica e manie di grandezza spesso diventano strutturalmente incapaci di riconoscere il valore nell’altro: anzi lo temono come i gatti l’acqua. O sei meno di loro, oppure sei un nemico mortale.

Da ultimo, dovrebbe essere chiaro che Bergoglio ha ingaggiato una battaglia disperata contro la Chiesa. Quasi ogni atto, quasi ogni nomina è un attacco frontale non a questa o quella fazione, ma all’istituzione stessa. Posso pensare che Bergoglio, come Porsenna o Gengis Khan, voglia farsi seppellire con le due o tre cose di valore che non avrà regalato ai visitatori, sopravvissute alla sua sacroclastia, in modo da non essere più ritrovato, e con lui ciò che resta della Chiesa.

Il messaggio che Bergoglio manda agli addetti ai lavori e ai fedeli più attenti alle sorti di Santa Madre Chiesa è il solito mantra ossessivo: è tutto falso. È un teatrino, una barzelletta.

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20 commenti

  • ludo ha detto:

    Ciao a tutti, una domanda.
    Premessa: spesso qui trovo gente che discute sulle chiese chiuse o non chiuse durante le pandemie del passato. Generalmente chi è stato contrario alla chiusura durante il covid tira fuori due o tre esempi di santi che avevano agito diversamente.
    La mia domanda è questa: perché le scelte di chiusura/apertura fatte secoli fa durante la pestilenza dovrebbero vincolare quello che la chiesa decide di fare oggi?
    Chi l’ha detto che le scelte fatte prima siano meglio di quelle fatte oggi? E perché ci dovrebbe interessare cosa hanno fatto altri in altri tempi?

  • GMB ha detto:

    C’è, nella lettera “irrituale” che Francesco ha indirizzato al neo prefetto, una frase, fra le altre, molto indicativa dell’animus bergogliano. Dopo aver descritto la gestione passata della Dottrina della Fede come una sorta di sala di tortura per dissenzienti, Francesco afferma: “quello che mi aspetto (da te) è senza dubbio qualcosa di molto diverso”. “Mi aspetto “, non “la Chiesa si attende da te” come sarebbe giusto. Questa idea proprietaria che ha Bergoglio sulla Chiesa, una cosa sua che in quanto tale egli sarebbe legittimato anche, volendolo, a distruggere.

  • E' tutto falso ? ha detto:

    No , non è tutto falso. Ma i segni dall’alto sono lievi, a volte impercettibili…
    Se si vive nel mondo non sono certo percettibili…

  • Gira e rigira ha detto:

    Gira e rigira si ritorna sempre alla mafia di San Gallo ed ai suoi metodi a noi praticamente sconosciuti. Il sospetto che il ricatto sia stato e sia tuttora il metodo principale e’ molto forte.
    Ma in cosa consiste il ricatto ? Nel prendere una azione del ricattato, nel sottolinearla, nell’amplificarla fin tanto che il malcapitato si vergogni e per ottenere MISERICORDIA, cioè per essere lasciato in pace, ceda alle richieste dei ricattatori .
    I gesuiti sono forse i principali esperti in quest’arte. Il numero dei cardinali elettori e’ piccolo. Quanti tra loro al momento del conclave successivo all’abbandono del ministerium da parte di Ratzinger erano sotto ricatto ?

  • Grillo Parlante ha detto:

    Evidentemente un Santuario ha un ordine di grandezza diverso da una Nazione. Se si vuol misurare una regola con l’eccezione si va poco avanti. Inoltre ricordo l’insegnamento dei Santi, che da San Carlo Borromeo a Madre Teresa di Calcutta non hanno avuto timore di epidemie peggiori del Covid -19.

  • MariaRosa Perani ha detto:

    Caro Marco ho appena scritto ma non sono abituata a scrivere sui blog. Volevo aggiungere che preferirei se lei rispondesse privatamente alla domanda che le ho posto precedentemente. Grazie, mi scusi ancora e buon lavoro.

  • MariaRosa Perani ha detto:

    Caro Marco Tosatti il mio non è un commento ma una domanda. Non è possibile che Bergoglio faccia certe nomine perché lui stesso ricattato da certi personaggi e non il contrario? Mi è venuta questa domanda da porle così senza pensarci troppo. Se può darmi un suo parere le darei davvero grata. La ringrazio anticipatamente.

    • Marco Tosatti ha detto:

      Cara Marialisa, se lo sapessi con certezza lo scriverei sul blog! Purtroppo credo che tutto questo sia coerente con la persona, le sue convinzioni e quelli che per anni hanno preparato la sua elezione.

    • ludo ha detto:

      Scusi abbia pazienza, Bergoglio è un monarca assoluto, a vita, inamovibile, ingiudicabile, che non ha nemmeno tanti anni di prospettiva di sopravvivenza. Non ci arriva a capire che è la persona meno facilmente ricattabile del mondo? Per dirla in parola semplici…ma che je frega?

  • GMB ha detto:

    Puntuale commento, condivido in toto. Tra l’altro conferma che Francesco, affetto da inadeguatezza cronica, sempre si circonda di gente che ritiene inferiore a sé, così da non dover provare imbarazzo. Naturalmente a tutto vantaggio della Chiesa… Trovo peraltro curioso il tono della lettera che accompagna la nomina di Fernandez: questo papa, quantunque anziano e malato, sembra ritenersi eterno alla guida della Chiesa…Tempo fa, venendogli richiesto se considerasse di potersi ritirare, Bergoglio rispose di avere ancora troppe cose da fare… E lo stesso Fernandez ce lo descrive come un uomo impegnatissimo in riunioni dalla mattina alla sera. Oddio…

  • FRANZ ha detto:

    Il Papa al nuovo prefetto: un Dicastero per dar ragione della nostra speranza
    La lettera di Francesco a Víctor Manuel Fernández che guiderà il Dicastero per la Dottrina della Fede

    Vatican News

    Lo scopo principale del Dicastero per la Dottrina della fede è quello di custodire l’insegnamento che scaturisce dalla fede per dare ragione della nostra speranza, ma non come nemici che additano e condannano. Francesco lo scrive in una lettera indirizzata al nuovo Prefetto del Dicastero, monsignor Víctor Manuel Fernández , che sucede al cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer S.I. al quale è andato il ringraziamento del Papa. Nella lettera Francesco sottolinea i metodi immorali usati in passato dal Dicastero che, anziché promuovere la conoscenza teologica perseguiva possibili errori dottrinali. Il compito del nuovo Prefetto, spiega lo stesso Francesco, sarà in particolare quello principale del Dicastero, cioè dedicarsi a custodire e ravvivare la fede, dato che per le questioni disciplinari come quelle relative agli abusi sui minori è stata creata una sezione specifica con professionisti molto competenti.
    Il compito principale del Dicastero, ricorda Francesco, è quello di custodire la fede. Il che significa accrescere l’intelligenza e la trasmissione della fede al servizio dell’evangelizzazione, affinché la sua luce sia un criterio per comprendere il senso dell’esistenza, soprattutto di fronte agli interrogativi sollevati dal progresso della scienza e dallo sviluppo della società. Questi interrogativi diventano strumenti di evangelizzazione che permettono di entrare in conversazione con l’attuale contesto che non ha precedenti nella storia dell’umanità.

    Il Papa spiega che la Chiesa ha bisogno di crescere nella sua interpretazione della Parola rivelata e nella sua comprensione della verità, ma ciò non implica l’imposizione di un unico modo di esprimerla. Le diverse linee di pensiero filosofico, teologico e pastorale, se armonizzate dallo Spirito nel rispetto e nell’amore, possono far crescere la Chiesa, e sarà questa crescita armoniosa a preservare la dottrina cristiana più efficacemente di qualsiasi meccanismo di controllo.
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    Il compito del Dicastero è dunque quello di esprimere l’incoraggiamento della Chiesa nei confronti del carisma dei teologi e del loro sforzo di ricerca teologica, purché non si accontentino di una teologia “da scrivania”, di una logica fredda e dura che cerca di dominare tutto. Sarà sempre vero – scrive ancora Francesco nella lettera – che la realtà è superiore all’idea, pertanto è necessario che la teologia sia attenta a un criterio fondamentale: considerare inadeguata qualsiasi concezione teologica che alla fine metta in dubbio l’onnipotenza di Dio e, in particolare, la sua misericordia.

    Si ha quindi bisogno di un modo di pensare che possa presentare in modo convincente un Dio che ama, che perdona, che salva, che libera, che promuove le persone e le chiama al servizio fraterno. Questo avviene – spega il Papa – se l’annuncio si concentra sull’essenziale, che è il più bello, il più grande, il più attraente e allo stesso tempo il più necessario. Esiste un ordine armonico tra le verità del nostro messaggio, dove il pericolo maggiore si verifica quando le questioni secondarie finiscono per mettere in ombra quelle centrali. Nell’orizzonte di questa ricchezza, il compito che Francesco delinea per il nuovo prefetto implica anche una particolare cura nel verificare che i documenti del Dicastero e degli altri abbiano un adeguato supporto teologico, siano coerenti con il ricco humus dell’insegnamento perenne della Chiesa e allo stesso tempo accolgano il Magistero recente.

  • Grillo Parlante ha detto:

    Nella frase finale della riflessione di Mastro Titta manca, a mio parere, un avverbio. Io avrei aggiunto: “è tutto inutile”. Come altro giudicare una Chiesa, già “ospedale da campo”, che chiude le porte per un virus, come mai era avvenuto nella sua storia bimillenaria?

    • don alessio ha detto:

      Permetta una domanda: Lei cosa ne sa di chiese chiuse o aperte in duemila anni di storia? Quali studi ha svolto e quali pergamene ha consultato per formulare una affermazione così perentoria? Ha fatto ricerche negli archivi di tutte le diocesi, comprese quelle ormai non più esistenti?
      Faccio un esempio: lei sa in cinquecento anni quando il Santuario della Madonna di Primolo in Val Malenco è stato aperto e chiuso e perché? Adesso è aperto? Otto anni fa lo era? Duecento anni fa?
      Mi faccia sapere che mi interessa molto! Grazie!!

      • Luigi ha detto:

        Sull’ isola di Capri, durante una delle tante pestilenze del passato, i monaci della Certosa di San Giacomo chiusero chiesa e ingressi e si barricarono dentro. Gli abitanti di Capri minacciarono i monaci di gettare cadaveri dentro le mura della Certosa se non avessero almeno mandato fuori un paio di sacerdoti ad amministrare i sacramenti ai moribondi. E lo dovettero fare! Quest’episodio ci ricorda che anche in passato alcuni uomini di Chiesa si comportarono come avvenuto nella “pandemia” covid, ma fecero una figura barbina. La Chiesa invece ci indica l’esempio di un San Luigi Gonzaga o un San Rocco, esempio che negli ultimi tre anni è stato quasi completamente dimenticato.. Moltissimi uomini di chiesa hanno purtroppo perso un’occasione preziosa per annunciare Cristo Salvatore, medico delle anime e dei corpi, questo è il punto.

        • Rdm ha detto:

          Veramente a Capri la storia è un po’ diversa: i frati se ne stavano rintanati e aspettavano che i capresi morissero in massa per appropriarsi delle proprietà familiari. I capresi indignati cominciarono a buttare i cadaveri dentro nel monastero.

      • Grog ha detto:

        Guardi “Don” Alessio, io personalmente non so nulla del santuario della Madonna di Primolo in Val Malenco, come non posso sapere nulla della chiesetta di Sant’Aristide di Roccacannuccia (me la sono inventata, ma é per farmi comprendere), ma so soltanto che durante la psicopandemia sono restate chiuse per settimane TUTTE le chiese italiane.
        Lei che a quanto pare ha conoscenza della storia di tutte le chiesette potrebbe cortesemente farci sapere se in passato é mai accaduto che i vertici ecclesiastici si siano mai presi la briga di chiudere per un certo periodo di tempo e di loro iniziativa i luoghi di culto di un si vasto territorio? Grazie.

        • Prov ha detto:

          “Sant’Aristide di Roccacannuccia” magari è esistito. Magari in Paradiso c’è ne è davvero uno!

          E’ il genio italico! Chissà se nelle altre lingue sono possibili simili guizzi di stile.
          Un po’ come “I bastardii di Pizzofalcone”… Per quanto la località esista veramente la sola citazione è in grado di evocare scenari ambigui e storie avvincenti ed esotiche.

          Perdonate la divagazione… E’ il potere della suggestione (di cui tutti siamo vittime: e con questo torniamo in tema…)

      • Prov ha detto:

        🙂 mi fa sorridere, davvero, il tono dei suoi interventi, caro Don Alessio.
        Ma lei è un sacerdote vero o è solo uno pseudonimo che si addice allo strenuo difensore della gerarchia?
        No… Tranquillo! Non c’è alcun intento polemico nella domanda, è proprio una mia curiosità.

        Comunque il suo apporto alla discussione è fondamentale. A me serve. Serve che i termini siano esatti e le notizie veritiere. Occorre precisione e giustamente non approssimazione o pericolosa generalizzazione.

        In ogni caso, nella storia della Chiesa, si è visto di tutto e non dovremmo stupirci di nulla. Figuriamoci di un antipapa! Ammesso e non concesso che lo sia, ovviamente.

        Questi tempi sono pervasi da una inquietudine d da jns malvagità che hanno davvero un carattere soprannaturale. Senza generalizzate troppo, come a lei non piace, credo si possa dire che oggi è detto male ciò che è bene e bene ciò che è male. Un pervertimento satanico che supera di gran lunga quelli che l’umanità ha vissuto in passato quando, nel peggiore dei casi, il mondo era diviso tra chi aveva smarrito la via e chi, pur con tutti i limiti del caso, aveva ancora presente quelli che è bene e quello che è male.
        Oggi pare che nessuno abbia conservato la fede o almeno abbia l’autorevolezza per proferire parole di Verità. Nemmeno quando vita la Sacra Scrittura (se pure venisse citata correttamente, per quanto – in quel – essa è vera di per sé stessa). Mancano testimoni credibili. E questa è una tragica verità.

        Oggi tutto il pianeta, a di qua e al di là di qualsiasi schieramento, la pensa allo stesso modo: l’uomo è dio. Anzi, l’uomo è schiavo del dio-non dio, quello che ha la stessa natura del vitello che trovò Mosè al suo ritorno. E tutto è falso.

    • ludo ha detto:

      E’ tutto inutile non è mica un avverbio…..

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