Roccella e l’adozione nelle coppie omosessuali. Non più un problema?

22 Giugno 2023 Pubblicato da 8 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di stilum Curiae, l’utero in affitto – o gestazione per altri, come preferiscono chiamarlo, con la ripugnanza tipica di definire le cose e gli atti con il loro nome di certo progressismo ipocrita, tine banco in questi giorni.

La Procura di Padova ha chiesto al Comune di annullare i 33 atti di nascita, dal 2017 ad oggi, che indicano due madri per i bambini; e come commenta Jacopo Coghe, di Pro Vita & Famiglia, “Le anagrafi italiane non sono il laboratorio per le sperimentazioni sociali delle Famiglie Arcobaleno e dei sindaci del Partito Democratico: impugnando atti di nascita che attestano il falso, perché nessuno è mai nato da due donne, la Procura di Padova ha difeso lo Stato di Diritto e la realtà delle cose. Ad aver messo quei bambini in una situazione di disagio sociale non è stata la Procura che fa rispettare la legge richiamando la giurisprudenza della Cassazione, ma le coppie che hanno deciso di privarli per sempre del papà che avevano il diritto di conoscere e dei Sindaci del Pd che hanno manipolato ideologicamente i loro atti di nascita per gratificare un loro segmento elettorale. Basta mettere al mondo bambini orfani di padri e madri vivi, basta uteri in affitto, basta commercio di gameti umani, basta mercato dei figli”.

Sul tema si è espressa la ministra Roccella: ecco il commento di Luca  Del Pozzo:

“Intervistata ieri dal Corriere della Sera a proposito dell’impugnazione da parte della Procura di Padova di trentatrè trascrizioni sui registri comunali di bambini di coppie samesex, la ministra Roccella dopo aver ricordato che esiste una sentenza della Cassazione alla quale si sono rifatti i magistrati, ha detto che le coppie in questione possono ricorrere all’adozione: “Stiamo parlando della stepchild adoption, che qualche anno fa veniva richiesta a gran voce. Perché adesso non va bene più?”.

Gioverà allora ricordare alla cattolica ministra Roccella che quando nel 2016 fu varata la legge Cirinnà sulle unioni civili samesex, il testo approvato venne giudicato dalle gerarchie della chiesa italiana di allora un compromesso accettabile a motivo del fatto che rispetto alla versione originale era stata espunta proprio la stepchild adoption. Ora al netto del fatto che con buona pace delle gerarchie per moltissimi cattolici quella legge anche così era (e resta) una legge sbagliata tout court, il punto che qui interessa è un altro. Ed è che contrariamente a quanto la chiesa pensava (e pensa) della stepchild adoption, una ministra dichiaratamente cattolica fa esplicito riferimento alla stepchild adoption “che qualche anno fa veniva richiesta a gran voce” e domandandosi addirittura “perchè adesso non va bene più?”. Ne dobbiamo dedurre che per la cattolica ministra Roccella la stepchild adoption da parte di coppie samesex non fa problema”? 

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8 commenti

  • Mara ha detto:

    Mi hanno sempre insegnato che i valori fondanti della destra sono Dio, Patria e Famiglia. Attuale governo: non pervenuto su tutti e tre.

    • Don Ettore Barbieri ha detto:

      Con Almirante può darsi, anche se con tante riserve. Con questi proprio no. Sono solo una versione moderata della dissoluzione promossa dalla sinistra

  • ELISIR ha detto:

    Condivido in pieno

  • Chedisastro ha detto:

    Della “cattolica ministra” ci siamo dimenticati il suo trascorso attivismo femminista ai radicali tempi che furono? Certe cose, nonostante le conversioni, non si cancellano mai del tutto, purtroppo.
    Un governo, questo, su cui porre tanti interrogativi.

  • Corrado ha detto:

    Per la prima volta, forse, sono d’accordo col Giapponese.

    • ex : ha detto:

      L’indice della “nostra” sudditanza non solo psicologica è l’inquinamento della nostra bella Lingua che continuamente viene deturpata con parole ed espressioni nella stragrande maggioranza dei casi inutilmente straniere, oltre che spesso mal pronunciabili e orribili all’udire, guastando l’armonia del bel linguaggio nazionale. Purtroppo questo malvezzo è non solo tollerato, ma anche volentieri praticato forse anche per non passare da ignorante («chi non conosce l’Inglese è un ignorante e fuori del mondo!» Non importa che non conosca bene l’Italiano…). Senza rendersi conto che una persona veramente istruita può conoscere perfettamente l’Inglese e un’altra deciana di lingue senza imbrattare la lingua nazionale con una sola parola presa da quelle lingue.
      Quelle parole ed espressioni straniere, quasi sempre inutili in quanto hanno il loro ben più comprensibile corrisponedente italiano (e nel caso si può creare un neologismo come si è sempre fatto), al fine di dimostrare la sudditanza anche a livello “ufficiale” sono entrate perfino nella legislazione nazionale, e “consacrate” nei dizionari (non bilingue ma di lingua italiana).

  • Enrico Nippo ha detto:

    “Stepchild adoption”: ma la vogliamo far finita con questi inglesismi da colonizzati grazie alla “liberazione”.

    In italiano si dice “adozione di figliastri”.

    E poi quel “samesex” … orrendo!

    “Questa” Italia: “non donna di provincia ma bordello”.

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