Sviluppo degli armamenti. Summit sullo stato dell’arte. Vincenzo Fedele.

10 Giugno 2023 Pubblicato da 1 Commento

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, Vincenzo Fede offre alla vostra attenzione questo articolo su armamenti e Intelligenza Artificiale. Buona lettura, e condivisione.

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Lo sviluppo degli armamenti- Summit sullo stato dell’arte.

Questo articolo si collega al precedente sull’Intelligenza Artificiale, – Vedi quì – ed è basato sull’articolo di TIM ROBINSON e STEPHEN BRIDGEWATER – Vedi quì – sui due giorni di dibattito e discussioni ad alto livello al vertice RAeS FCAS23 che si è svolto il 23 e 24 maggio presso la sede londinese della Royal Aeronautical Society.

Già è stato arduo per gli articolisti ridurre in poche decine di pagine il resoconto di 2 giorni di dibattiti di oltre 70 relatori su argomenti altamente tecnologici con risvolti logistici, psicologici, organizzativi, di compatibilità d’arma, interazione uomo-macchina, integrazione, ecc. Quì se ne tenta una super condensazione, scremandolo dalla propaganda e dagli allarmismi di facciata e integrandolo ove possibile e necessario.

Visto che, nonostante la super riduzione, l’articolo è comunque lungo, anticipiamo qui alcune delle riflessioni che le relazioni comportano:

  • Dal contesto di TUTTE le presentazioni è chiaro che la guerra in Ucraina è iniziata nel 2014 e NON il 24 febbraio del 2022;
  • E’ chiaro che TUTTE le forze armate (NATO, USA e UE) sono coscienti che l‘eventuale pretesa di togliere la Crimea alla Russia porterà ad una reazione anche con armi nucleari tattiche, eppure si continua a spingere su nuovi armamenti, su addestramento e servizi di intelligence all’Ucraina per costringere la Russia all’angolo con il rischio fatale dell’opzione nucleare;
  • E’ chiaro che, anche per i militari occidentali, l’addestramento richiede anni e deve essere continuamente aggiornato, ma si continuano a spacciare notizie di piloti ucraini da addestrare in 6 (sei) mesi;
  • E’ chiaro che nell’elettronica il settore civile è più avanti di quello militare, ma solo adesso trapela, sottovoce, che componenti comperati su Amazon o Ali Babà e assemblati in casa possono mettere fuori uso aerei da milioni di dollari. Questo comporterà importanti ricadute anche sulla nostra vita di tutti i giorni, anche se non sembrano immediate come quelle relative all’Intelligenza Artificiale;
  • I sistemi di difesa antimissile, messi alla prova in Ucraina, sono risultati inefficienti ed inefficaci, ma ci fanno credere che l’ombrello dei Patriot sia ancora una sicurezza, al pari di un ombrello bucato;
  • Lo sviluppo e la ricerca cinese sui missili ipersonici è da 50 a 100 volte maggiore di quella USA e se lo dicono i militari americani, che erano già preoccupati quando era doppia, è tutto dire;
  • Il livello di standardizzazione degli armamenti NATO è carente da molti aspetti e neanche le munizioni sono intercambiabili fra nazioni che fanno esercitazioni congiunte e dovrebbero combattere in modo unitario;
  • Ci viene presentata l’Ucraina come il baluardo ultimo della libertà europea e, se non la sostenessimo, i russi arriverebbero a Lisbona, proprio mentre ci viene mostrata l’incapacità russa di conquistare e mantenere qualche centinaio di Km quadrati nel Donbass, popolato pure da popolazioni amiche e russofone, ove i russi non hanno neanche problemi logistici di rifornimenti;
  • E’ chiaro che NATO e satelliti vari si pongono il problema del consenso, finora dato per scontato. Cosa accadrà se i vari Anonymous ed haker “anti-dittatura” in futuro non continueranno ad appoggiare le liberticide politiche occidentali e si porranno il problema di quale sia il vero nemico della libertà;
  • Nessuno ha parlato di armi non convenzionali quali le risorse energetiche, guerra sanitaria e psicologica, occultamento della verità e, per non uscire dal seminato, nessuno ha posto domande su questi o altri analoghi argomenti.

Chiariamo anzitutto che, volendo esporre argomenti per non specialisti, cercheremo di ridurre al minimo l’uso degli acronimi e, per farlo, ne aggiungiamo subito uno nuovo, preso da una delle relazioni finali, che chiedeva semplificazione nei rapporti fra produttori dei componenti d’arma: “Uno dei nemici della comunità delle PMI è la complessità dell’industria della difesa e oggi vorrei introdurre un nuovo acronimo di tre lettere: SUA. Sta per “Smettila di Usare gli Acronimi”! Imbrogliano tutti, non aiuta e rende solo gli affari più complessi. Questo è vero, anche nella vita di ogni giorno dove dobbiamo districarci sempre tra PNRR, MES, DPCM, DEF, e via inventando.

Venendo al dunque, il 23 e 24 maggio la Royal Aeronautical Society ha ospitato presso la sua sede di Londra una storica conferenza sulla difesa, il Future Combat Air & Space Capabilities Summit.

Gli argomenti spaziavano dall’attuale guerra in Ucraina, alle operazioni agili, spazio, multidominio, future piattaforme di sesta generazione, droni a basso costo, addestramento, cyber, simulazione, intelligenza artificiale, deterrenza ipersonica ecc. Il vertice ha avuto una forte presenza internazionale con relatori provenienti da Stati Uniti, Francia, Germania, Brasile, Grecia e Giappone, nonché organizzazioni come NATO, forze aeree inglesi e americane ed i maggiori produttori occidentali di sistemi d’arma alla presenza dei media mondiali.

Le esperienze in Ucraina erano ovviamente al primo posto. Il vice comandante del comando aereo NATO, ha avviato la conferenza con alcune implicazioni a livello operativo dall’Ucraina, tra cui la guerra elettronica e l’importanza di SEAD, che sta per Suppression of Enemy Air Defences, cioè soppressione delle difese antiaeree nemiche e consistono in attacchi aerei allo scopo di eliminare le difese contraeree nemiche limitando i rischi per altri velivoli in azione in territorio nemico. Ha osservato: “Quello che si vede in Ucraina in questo momento, è quanto sia essenziale garantire il necessario livello di accesso allo spazio aereo. Se non lo fai, attenditi un sanguinoso logorìo con immagini che sembrano uscite dalla prima guerra mondiale”. Quanto vediamo giornalmente lo conferma in pieno.

A questo proposito è bene intercalare gli esiti della conferenza con quello che i nostri Media NON ci dicono.

A fine Maggio, ad esempio, era tutto un trionfo di informazione sugli attacchi russi con droni e missili in diverse città ucraine e, quasi sempre c’era il corollario entusiasta sul tipo “….. su 58 droni d’attacco ne sono stati abbattuti 54 …..” con reportage dettagliati dagli ospedali, enfasi sui bambini coinvolti ed interviste ai feriti per smuovere i sentimenti, invece di informare. Nessuno che spiegasse di cosa si trattava in realtà e che qui riepiloghiamo in breve:

Erano appena stati dispiegati i nuovi sistemi di intercettazione Patriot forniti dalla NATO, (centinaia di milioni di dollari per ogni sistema completo), la punta della difesa occidentale dagli attacchi missilistici. I russi avevano già impiegato i loro droni e missili ipersonici con conseguenze letali per gli obiettivi militari a terra e, tanto per rendere l’idea, l’intero armamento ucraino è già stato distrutto 3 volte e, dopo 3 ripristini è in corso la nuova distruzione per la quarta volta, da parte dei russi. Un missile ipersonico viaggia ad oltre 10 volte la velocità del suono (quelli supersonici a 2-3 volte la velocità del suono), ma la loro potenza devastante non sta nella sola velocità. In realtà la velocità massima è raggiunta al vertice della parabola ascendente e nel suo mantenimento oltre il limite atmosferico. Dopo di che il missile spegne i motori ed inizia a planare verso l’obiettivo riducendo man mano la velocità al suo rientro nell’atmosfera. Quando viaggia a mach 10 si forma come una capsula elettromagnetica che lo rende anche irraggiungibile dai segnali esterni. Non può quindi essere rilevato da alcun radar, ma non può neanche ricevere segnali di guida elettronica. Quando riduce la sua velocità in caduta ritorna ad essere rilevabile dai radar, ma può essere nuovamente guidato. A quel punto, però, le difese hanno solo 20 – 30 secondi per reagire all’impatto devastante. Detto questo vediamo come ha operato la Russia: ha inviato attacchi di droni, in modo da attivare le difese dei Patriot a terra, che hanno acceso i radar di rilevamento ed abbattuto i droni, ma hanno così rivelato la loro posizione e su queste hanno puntato i missili ipersonici lanciati subito dopo. Sembra che in almeno due occasioni non siano stati sufficienti i droni, perchè gli ucraini non avevano attivato i Patriot, ed i russi, prima di lanciare gli ipersonici, hanno lanciato anche dei normali missili supersonici, per i quali sono stati attivati i Patriot su cui sono piombati, dopo, i missili ipersonici, distruggendoli. A fronte di questo scenario, che ha rivelato la poca consistenza delle difese occidentali proprio nei punti che si credevano di massima deterrenza, si sono subito riuniti i massimi vertici del Pentagono decidendo di disabilitare, temporaneamente, i Patriot in attesa di ulteriori decisioni o modifiche ai sistemi d’arma. Uno scacco immane di cui non si ha notizia in occidente.

Anche di questo aspetto si è avuta, però, conferma indiretta al summit. L’Assistente del Comandante delle forse aeree USA ha affermato che “ci sono alcuni che affermano che il dominio aereo non è fondamentale e ciò che conta è dominare il terreno, unire le forze e la logistica per supportare l’artiglieria. Non sono d’accordo. Semmai è il conflitto che lo dimostra, con la prolungata brutalità del conflitto stesso in cui nessuna delle due parti ha conquistato il dominio aereo”. Poi ha ancora chiarito: “È molto difficile nascondersi e nascondere aerei grandi e costosi. Quindi, dobbiamo riflettere su come risolvere la concentrazione e dispersione, l’inganno efficace e l’agilità di intervento”.

Con sorpresa si è saputo come il nuovo membro della NATO, la Finlandia, abbia fornito alcuni spunti sull’azione agile in combattimento (ACE), che ora sta diventando una parola d’ordine tra le forze aeree occidentali mentre si riscoprono le abilità dimenticate della Guerra Fredda, definendo il loro approccio “piuttosto impressionante” ed aggiungendo che l’attuale situazione è una delle più complesse che l’Occidente abbia dovuto affrontare.

Anche l’aeronautica svedese ha esposto il metodo della sua forza aerea per sopravvivere e combattere con operazioni disperse, che è stato sviluppato e perfezionato nel corso di decenni, anche se mai messo veramente alla prova in combattimenti sul campo. Una rete di basi principali e basi operative avanzate per consentire agli aerei di disperdersi e mantenersi costantemente in movimento. I rapidi turnaround (10 minuti di riarmo per una missione aria-aria) lo rendono una forza estremamente agile.

Nel frattempo, per quanto gradito sia stato il sostegno occidentale a Kiev nel fornire armi e munizioni per fermare la Russia, la vasta e sconcertante varietà di carri armati, elicotteri, missili, droni e artiglieria inviati in Ucraina ha messo in luce le crepe nella standardizzazione della NATO e ha generato lezioni per futuri appalti congiunti per la difesa. In particolare, ha rivelato che le incompatibilità nelle munizioni di artiglieria standard della NATO sono state un campanello d’allarme per l’inter-operabilità. “Probabilmente è stato un po’ scioccante per le nazioni che stavano donando munizioni all’Ucraina scoprire che se non avevano donato il sistema e le munizioni allo stesso tempo, le munizioni donate non erano utilizzabili nel sistema”.

Non stiamo parlando dei paesi dell’est Europa, che hanno consegnato all’Ucraina i residui bellici, Mig e vecchie munizioni dei tempi dell’URSS, (quelle erano compatibili con i sistemi d’arma ucraini), ma delle dotazioni standard NATO che, si è scoperto, non sono compatibili tra loro e non sono intercambiabili. Ha consigliato: “Quello che penso sia un’importante lezione appresa dall’Ucraina è che noi della NATO abbiamo bisogno di esaminare i diversi tipi di sistemi che stiamo supportando e trovare modi per unirci, avere fiducia nello sviluppo reciproco ed essere in grado di acquistare attrezzature militari standard”. Ha aggiunto “Questo farebbe un ulteriore passo avanti per riunirsi per progettare e sviluppare la prossima generazione di sistemi d’arma al fine di supportare NATO, con meno varianti e meno differenze, in modo da poter diventare più accessibili”.

Si è anche parlato del futuro caccia “Tempest” ed anche all’aggiornamento su GCAP, caccia di nuova generazione dell’industria britannica come compagnia principale nel Team Tempest. Lo sforzo inglese è ora diventato globale e si è ampliato con l’aggiunta, a dicembre, del Giappone e dell’Italia come partner del programma e il prossimo importante traguardo è il lancio di progettazione e sviluppo all’inizio del 2025.

Nel frattempo, nello spazio espositivo per gli sponsor c’era l’ultima demo pubblica della nuova cabina di pilotaggio in realtà aumentata per GCAP/Tempest che non è solo interfacce visive, ma includerà anche dati biometrici, consapevolezza, tracciamento oculare e monitoraggio dello stress della parte umana del sistema. Personalizzato per ogni individuo, ciò consentirà all’aereo di assumere alcune delle funzioni principali nel caso in cui dovesse percepire che il pilota è sopraffatto o saturo di compiti.

Forse per la prima volta in un forum pubblico, si sono visti insieme i capi dell’FCAS del Regno Unito e dello SCAF francese. Mentre il GCAP (il programma internazionale che comprende Regno Unito, Italia e Giappone) e lo spagnolo franco-tedesco FCAS (di cui il Next-Generation Weapon System è l’equivalente di “Tempest”) sono comunemente visti come acerrimi rivali, il vertice ha cercato un terreno comune, almeno in pubblico, invece di puntare su antagonismi e differenze. In effetti : “gli aerei di sesta generazione devono garantire l’interoperabilità fin dalla progettazione”.

La domanda viene spesso posta: come può l’Europa sostenere due costosi programmi di caccia di nuova generazione in competizione, specialmente contro la potenza degli Stati Uniti? Tuttavia, data la vastità della minaccia dalla Cina con la massa e la qualità della potenza aerea, sembra che i nuovi caccia inglesi, francesi e americani siano tutti necessari e si completeranno a vicenda.

Particolarmente interessanti sono state le osservazioni Giapponesi di utilizzare i droni per aumentare la massa di combattimento. Il giusto mix ed equilibrio tra fascia alta, droni e dispositivi di consumo a basso costo è stato ripreso in altre presentazioni.

A questo riguardo notevole è stato l’impatto, in Ucraina, di giovani haker e dilettanti operatori di droni che sono riusciti, in modo forse inconsapevole al principio, a mettere sotto scacco le forze russe. Queste notizie sono trapelate in occidente, perchè funzionali alla propaganda ucraina nel ridicolizzare lo sforzo bellico russo, ma poi sono scomparse per non agevolare il nemico.

Gli haker ucraini riuscivano inizialmente a rilevare i segnali radio delle trasmittenti russe sul campo, non dotate di salti programmati di frequenze per evitare intercettazioni, ed a metterli su normali messaggi twitter a cui facevano riferimento le artiglierie ucraine per colpire le postazioni russe a colpo sicuro.

Analogamente alcuni operatori di droni per uso civile hanno iniziato a modificare artigianalmente le loro macchine, potenziandole e dotandole di armamenti rudimentali che si sono rivelati micidiali per le unità russe. Adesso che i russi utilizzano normalmente droni di produzione iraniana, sembra che la produzione e la modifica di nuovi droni sia già stata avviata in Ucraina, con la supervisione occidentale, da questi ragazzotti fantasiosi ed intraprendenti.

Un’altra interessante discussione è stata incentrata sulle definizioni delle piattaforme di quinta e sesta generazione. Sesta generazione significherà diffondere e spingere le informazioni attraverso reti di dati più ampie.

Comprensibilmente, le lezioni apprese finora dalla guerra in Ucraina sono state temi chiave del vertice e l’aeronautica militare svedese ha affermato che “se la Russia riuscirà a mantenere il suo punto d’appoggio in Ucraina, trasformerà la cortina di ferro in una cupola di ferro con un sistema integrato di difesa aerea e missilistica dalla penisola di Kola fino al Mar Nero”, aggiungendo che la Russia probabilmente utilizzerà “i territori all’interno della Bielorussia per aumentare tale capacità”. Riteniamo che qui si sconfini troppo nella propaganda, come ulteriore giustificazione al supporto in Ucraina, ma intanto prendiamone atto.

“Abbiamo quindi bisogno di pensare in modi nuovi, utilizzare nuove tecnologie e nuove tattiche per raggiungere i nostri obiettivi militari” è stato detto. Soprattutto perché “la connettività aumenta man mano che aumentiamo il numero di sensori e operatori che collaborano nel combattimento ambiente. Dobbiamo sfruttare – o saremo sfruttati”.

Elaborando l’argomento della guerra informatica una domanda molto pertinente è stata: “Possiamo realisticamente proteggere tutto? O dovremmo imparare a convivere con il fatto che non lo possiamo fare?

Con la vita di tutti i giorni si fa sempre più affidamento sulle tecnologie satellitari e informatiche, dalle banche ai semafori, potremmo dover dare la priorità alla difesa delle infrastrutture critiche. “C’è una convinzione generale che ci sia una linea di confine da qualche parte, ma dov’è ? e chi deciderà?”  Al momento non c’è risposta pur sapendo che non si potrà proteggere tutto.

E’ stato anche spiegato che il primo anno della guerra in Ucraina (si chiarisce che è il 2014 e NON il 2022), aveva fornito quantità di dati senza precedenti; qualcosa a cui non abbiamo avuto accesso dai conflitti precedenti. “Ci sono alcuni incredibili dati open source provenienti dall’Ucraina”, e “alcuni dei rapporti pubblicati da Microsoft avrebbero la scritta ‘Top Secret’ se fossero stati prodotti dai militari!”

“In cinque decenni siamo passati da migliaia di bombardieri della seconda guerra mondiale, ciascuno con dieci membri dell’equipaggio a bordo, che sganciavano indiscriminatamente centinaia di migliaia di tonnellate di bombe, alla prima guerra del Golfo, dove circa il 10% delle munizioni era con guida finale autonoma e guida di precisione, permettendoci di mettere in pericolo molti meno aerei e molte meno persone”. “Poi, durante l’operazione Shader [in Siria e Iraq], la RAF ha utilizzato solo munizioni guidate di precisione. Ora, se guardi ad alcune delle dottrine che abbiamo sviluppato negli ultimi cinque anni, in particolare dopo l’Afghanistan, abbiamo iniziato a considerare cosa significhi quella tecnologia integrata su scala più ampia.

“L’integrazione attraversa i domini ma anche gli alleati”. “Non esiste una cosa che è la forza aerea da sola, ma il potere aereo e spaziale, in congiunzione con il potere navale marittimo e le forze terrestri”. Si è quindi sostenuto che l’industria della difesa deve appoggiarsi maggiormente ad altri settori pur con la cautela del caso.

Dopo un decennio a sviluppare robot domestici e automobili autonome, si è sottolineato che gran parte della tecnologia utilizzata nei veicoli militari è quasi identica a quella civile. “Scommetto che lo stack software è lo stesso sviluppato per la Grand Challenge nel 2004/2005 e si è fatto strada attraverso ogni singolo veicolo autonomo sviluppato oggi”. “Se è così, questo rappresenta un’enorme sfida per i veicoli di difesa in termini di sicurezza”. Si è sottolineato che le automobili autonome sono già state “hackerate” e, come ha dimostrato la guerra in Ucraina, la necessità di una fornitura affidabile di attrezzature, cibo e munizioni potrebbe essere a rischio. E’ stato chiesto in modo retorico: “Perché bombardare una colonna di veicoli di rifornimento quando puoi semplicemente “spegnerli” con un comando elettronico piratato?

Collegato con questo si è sottolineato che oggi è in corso una ricerca, da parte di un professore cinese in un’università americana, che sta cercando di interrompere l’apprendimento automatico. “Quindi la nostra capacità di rilevare i segnali avversari potrebbe essere compromessa a causa delle ricerche in corso in ambito civile” conclude. “Guardando alle capacità informatiche emergenti; se inserisci l’elaborazione del segnale a banda larga e i segnali RF in Google Scholar vedrai migliaia di pagine di ricerca, quasi tutte provenienti dalla Cina”.

Nel frattempo è stata anche evidenziata la vasta ed esponenziale crescita della potenza di calcolo, che minaccia di superare le piattaforme militari: “Ho ricevuto il mio primo computer Commodore 64 nel 1982, appena tre anni dopo l’entrata in servizio del Tornado. Il Tornado è rimasto in servizio fino al 2020, quando è stata introdotta la PlayStation 5. Rispetto al C64 la PlayStation 5 ha rappresentato un miglioramento della potenza di elaborazione dei FLOPS di 10 miliardi di volte! Negli stessi quattro decenni sono progredite altre tecnologie, compreso l’accesso diffuso a Internet ed ai telefoni cellulari, quindi se si prevede che Tempest rimarrà in servizio fino al 2080, dove sarà la tecnologia allora? Dobbiamo essere in grado di aumentare in modo significativo le capacità della cellula e dei sistemi per assorbire i futuri cambiamenti di paradigma nella tecnologia”.

“Il conflitto in Ucraina ci ha mostrato che dobbiamo adattarci rapidamente sia che si tratti di montare missili su aerei che non sono stati progettati per trasportarli o di aggiornare il software Starlink durante la notte per contrastare il disturbo. Ha anche dimostrato che l’interoperabilità è vitale e possiamo farlo solo collaborando strettamente con l’industria e identificando le opportunità”.

La guerra in Ucraina ha visto un enorme sfruttamento di attrezzature commerciali per mezzi militari. “Gli ucraini stanno ottenendo un successo spettacolare con un mucchio di tecnologia civile che può essere acquistata ovunque tra Amazon e Ali Baba”. Come illustrato sopra, “Ci sono esempi di forze ucraine che lavorano con entusiasti operatori di droni e hanno persino incaricato un quattordicenne con un DJI Mavic di esplorare una colonna di carri armati”. Altri esempi hanno incluso come operatore un ragazzo che ha una radio definita da software che ascolta le comunicazioni radio russe, scopre la frequenza e la pubblica su Twitter in modo che i militari possano usarla. Questo abbraccia l’intero spazio multidominio, dalla protezione e impegno alla guerra.

“Cose come il DJI Mavic offrono una capacità brillante”, ha continuato. “Posso andare su Amazon e acquistarne 30 per meno del costo di acquisto di uno degli UAV Black Hornets utilizzati da molti militari. Il PLC del Regno Unito deve avere una propria versione del DJI Mavic? Abbiamo bisogno di introdurre la resilienza in questo modo?”

Quindi l’esercito dispone di velivoli RPAS costosi, unici, a lungo termine che mancano di opzioni e mancano di adattabilità, mentre i potenziali avversari hanno droni COTS economici, veloci, facili da riparare o usa e getta e molto spesso letali.

Un altro grande tema del vertice è stato il ruolo crescente dello spazio come dominio con possibile interferenza e scambio (o furto) di informazioni e segnali riservati anche da e per satelliti commerciali. In effetti, è stato detto, un satellite per comunicazioni militari russo Luch con un carico utile ELINT, ha individuato “operazioni al di fuori del suo normale schema di vita”. “Normalmente un satellite non arriva entro 150 km da un altro satellite, ma ora questo si trova a soli 13 km da Intelsat 27”. Un altro satellite cinese ha anche effettuato tre manovre inspiegabili nell’ultima settimana. Questi rapporti sull’attività orbitale, provenienti dal settore spaziale commerciale, consentono (o obbligano) gli operatori militari a condividere informazioni che in precedenza sarebbero state altamente classificate, per creare consapevolezza, trasparenza e fiducia. L’oratore ha concluso con: “Questo non è qualcosa che pensavo di poter mai dire in una conferenza pubblica”.

Il Regno Unito ha comunicato anche che sta cercando di sfruttare la geografia dei suoi territori d’oltremare installandovi sensori commerciali per monitorare l’attività nello spazio. Con luoghi come le Isole Falkland, Ascension, Diego Garcia e altri, queste potrebbero essere una capacità estremamente utile per colmare le lacune nel monitoraggio dello spazio per il Regno Unito e i suoi partner.

Un’altra presentazione ha considerato la crescente vulnerabilità delle infrastrutture spaziali. Questo non può provenire solo da attori spaziali ostili, è stato detto, ma anche da tempeste elettromagnetiche e macchie solari – meteorologia spaziale. Inoltre ha notato che l’industria dei satelliti degli Stati Uniti è sempre più concentrata in un unico posto – con Starlink e Kuiper di Amazon quasi alla porta accanto a Seattle, Washington – portando una nuova vulnerabilità fisica. E’ risultato che tutti i tipi di asset strategici e di alto valore sono vulnerabili agli attacchi delle piattaforme UAS, dalle navi agli edifici, ma la minaccia si estende anche alla sicurezza aerea e agli eventi pubblici.

“In guerra hai bisogno di capire chi è il tuo avversario, quali sono i suoi obiettivi strategici e come ha la capacità di raggiungerli”, ha affermato. “Qui stiamo guardando attraverso uno spettro olistico molto più ampio, che è in gran parte non regolamentato e i tuoi avversari potrebbero essere quasi chiunque. Potrebbe essere un attore di uno stato straniero, un servizio di intelligence ostile, un’organizzazione terroristica, un’organizzazione di protesta o un lupo solitario.  Molti dispositivi volano bassi e lenti, rendendoli difficili da prendere di mira, ma  “entrambe le parti in conflitto in Ucraina stanno ora adattando droni da corsa che hanno velocità superiori a 250 mph (oltre 450 Km/h). Stiamo anche assistendo a potenziali avversari che si allontanano dai sistemi che effettivamente trasmettono segnali a quelli che operano in modo autonomo”.

Gli USA hanno ammesso liberamente che la sfida più grande è tenere il passo con il rapido sviluppo delle piattaforme UAS. “I droni si stanno evolvendo in termini di ore, non di giorni, mesi o anni”. “Come organizzazione di difesa, come si tiene il passo con questo? Come possiamo garantire che i nostri sistemi siano rilevanti per il futuro set di minacce e come ci evolviamo a un ritmo per affrontare queste nuove sfide? Dobbiamo smettere di pensare di acquistare solo un sistema o una capacità e iniziare ad acquistare servizi?”.

La proliferazione di droni COTS in Ucraina ha posto un’altra domanda: “Ormai sono diventati oggetti quasi usa e getta”, ha sottolineato, “e gli operatori corrono il rischio di inciampare nelle proprie capacità. Se entrambe le parti in conflitto utilizzano questi dispositivi, come fai a riconoscere qual’è dei tuoi e qual è la capacità del tuo avversario?

Ciò si deve affrontare anche sul fronte civile interno. Con un numero sempre maggiore di droni di consegna e altro traffico di basso livello di cui è previsto un boom nei prossimi anni, in che modo gli operatori identificano la minaccia dannosa dall’attività legittima dei droni commerciali?

Un’altra sessione ha considerato la spinosa questione dell’addestramento e della prontezza operativa. con lunghe soste per gli allievi e colli di bottiglia a causa della mancanza di istruttori. Sarà importante considerare il sistema di addestramento nel suo insieme, dall’impegno STEM dei giovani, fino ai piloti pronti al combattimento in prima linea.  Il pilota di caccia addestrato dovrebbe essere solo un gregario o dovrebbe essere in grado di pianificare e guidare una nave multiforze?  La necessità di doversi interfacciare con le forze terrestri, con gli operatori elettronici, le altre forze aeree in affiancamento, gli operatori droni ecc. rende quasi ridicole le dichiarazioni che l’addestramento dei nuovi piloti ucraini per gli F16 di nuova fornitura richiederanno 6 mesi. Le multipiattaforme su cui devono operare e con cui devono confrontarsi non sono cose che si improvvisano e, per i primi piloti USA che negli anni scorsi hanno iniziato questo tipo di addestramento, le sessioni sui simulatori che sarebbero dovute durare qualche giorno si sono prorogate per diverse settimane. Gli stessi fondamentali del combattente di base, che sono rimasti statici per decenni, oggi stanno cambiando velocemente grazie alle piattaforme di quinta generazione e quindi la formazione deve adeguarsi visto che il pilota di caccia di oggi, ad esempio, ha bisogno di comprendere e interpretare informazioni molto più complesse.

Uno degli oratori più ascoltati del summit è stato il Program Manager di Matrix Games,, una piccola società britannica di videogiochi con sede a Epsom che ha rivelato come un loro progetto, giustamente chiamato Gamebreaker, stia abbinando Command PE a una potente intelligenza artificiale per eseguire migliaia se non milioni di interazioni per trovare il giusto mix di forze e vincere nel modo più efficiente. In questo test, ha affermato che l’IA ha esplorato “200 quadrilioni di stati di gioco”. Sembra quasi ironico che una piccola società di videogame sia molto più avanti dei ricercatori della difesa e possa aiutare a definire il futuro mix aereo di combattimento grazie al suo simulatore di spazio di battaglia.

La potenziale minaccia rappresentata dalla Cina è stata evidenziata da molti relatori al vertice. “Il carattere mutevole del conflitto è tale che ora ci troviamo in quello che molti hanno descritto come il decennio pericoloso”, perchè, è stato spiegato, “I teorici si sono chiesti a lungo cosa avremmo fatto dopo che il mondo unipolare in cui abbiamo vissuto negli ultimi 15-20 anni si fosse evoluto in qualcos’altro. Abbiamo visto molte azioni di attori concorrenti come Cina e Russia, collaborare per spingerci indietro verso un mondo multipolare”.

Oltre questo ritorno al mondo multipolare, visto come un gravissimo pericolo, si è ulteriormente evidenziata la differenza con i conflitti passati, confinati alle sfere delle forze aeree, marittime e terrestri, mentre ora ci si deve spostare nello spazio e nei domini cibernetici. “Questi ambienti sono già maturi per le entità commerciali e noi [i militari] siamo indietro, in termini di innovazione e sviluppo delle capacità rispetto alle nostre controparti civili che si stanno muovendo molto più velocemente di noi e continuano ad accelerare allontanandosi ulteriormente”.

Si è perfino messa in dubbio la capacità di misurare la capacità militare nel mondo moderno. Per fare un esempio,  “Se guardi alle capacità militari dell’Ucraina, in particolare nelle operazioni aeree e informatiche, direi che quasi il 30% delle sue capacità è fornito dal settore civile. Stanno usando Starlink per le comunicazioni, Anonymous sta conducendo operazioni informatiche offensive per loro conto e usano persino Twitter per la geolocalizzazione degli obiettivi e il crowdsourcing dei dati online”. Al summit hanno anche messo in guardia dal presumere automaticamente che organizzazioni come Starlink e Anonymous si schiereranno dalla parte dell’esercito USA o britannico in caso di bisogno. “Cosa succede se finiamo in un conflitto di scelta piuttosto che di necessità?”. “Alcune di queste entità potrebbero non essere d’accordo con il nostro imperativo morale e potrebbero decidere di rimanere neutrali o addirittura impegnarsi all’opposizione”.

Sembra che anche i tradizionali modelli di approvvigionamento siano entrati in crisi e sono descritti come “incredibilmente lenti e orientati alla strategia. Mentre l’industria della difesa viaggia lentamente e pensa a come fare qualcosa, il mondo e il ritmo del cambiamento stanno accelerando e si allontanano da noi giorno dopo giorno. Dobbiamo correre solo per rimanere fermi, e se vuoi andare da qualche altra parte devi correre ancora più veloce”.

La necessità di collaborazione si scontra anche con la catena di fornitura e, nel panorama britannico, i fornitori principali della difesa sfruttano e opprimono le PMI inglesi a cui si appoggiano visto che sono anche più innovative rispetto ai colossi numeri uno. Questo, che sembra secondario, è in realtà molto importante anche perché non accade solo nel Regno Unito.

Per i pagamenti, ad esempio, la difesa inglese è tra i migliori pagatori ed i soldi impiegano 8 – 10 giorni ad arrivare dall’emissione della fattura. Tuttavia il 32 % delle PMI hanno termini di pagamento a 30 giorni, il 47 % a 60 giorni, il 16 % a 90 giorni ed il 6 % a 120 giorni e oltre. Nel 75 % dei casi, inoltre, i termini di pagamento non vengono rispettati dai numeri uno e questo comportamento viene definito “oltraggioso” e le PMI non riescono a volte a pagare gli stipendi dei loro dipendenti.

Sembra anche che il sistema bancario, visto il contesto sociale finto-pacifistico, non veda di buon occhio aziende che lavorano per la difesa e non sono rari casi di aziende che si sono visti chiudere i propri conti correnti quando la banca ha saputo della destinazione dei loro prodotti, così come hanno difficoltà a farsi assicurare i prodotti e le prestazioni o anche, a volte, a noleggiare un auto, perchè sono nel “sistema della difesa”.

Si contesta inoltre che il Regno Unito risulti il secondo esportatore al mondo nel campo degli armamenti mentre  “Secondo lo Stockholm Peace Institute, il Regno Unito è settimo nella Top 10 globale delle esportazioni di difesa”.  “Inoltre, tra il 2017 e il 2021 le esportazioni sono diminuite del 40% e la quota di mercato del Regno Unito è ora solo del 2,9%. “Nel frattempo, le importazioni di difesa nel Regno Unito sono aumentate del 74% tra il 2017 e il 2021.

Ritornando alle strategie di guerra ed ai possibili scenari è stata prospettata la minacciosa eventualità che qualsiasi tentativo da parte dell’Ucraina di riconquistare la Crimea potrebbe essere l’innesco per far varcare alla Russia la soglia con armi nucleari tattiche. Ciò non comporterebbe alcun “colpo di avvertimento” per inviare messaggi e potrebbe coinvolgere forse due o tre armi nucleari puntate su obiettivi militari – potenzialmente anche al di fuori dell’Ucraina presso centri di rifornimento e centri di addestramento per le forze ucraine nei paesi della NATO. Attaccata direttamente dalla Russia con armi nucleari, la NATO dovrebbe quindi considerare come rispondere a questi attacchi – un test critico per l’alleanza.

Discutendo delle Forse di Reazione si è parlato dei missili balistici lanciati dall’aria come quelli utilizzati dalla Russia in Ucraina e degli sforzi della prossima generazione di missili liberamente manovrabili. “C’è molta attenzione su questi sistemi a causa della quantità di documenti provenienti dalla Cina, dove il ritmo e la portata dello sviluppo sono davvero allarmanti”, è stato rivelato. “Non stiamo solo parlando di uno sviluppo doppio o triplo – ci sono stime che vanno da 50 a 100 volte di maggiori test ipersonici effettuati in Cina rispetto agli Stati Uniti – quindi è qualcosa a cui dobbiamo rispondere”.

La valutazione delle capacità ipersoniche cinesi e russe è stato il tema di diverse presentazioni che hanno osservato una corsa globale a questa tecnologia, con progetti non solo negli Stati Uniti, Cina e Russia, ma anche in India, Giappone e Australia.

Questa è stata quindi una conferenza fondamentale per la sua portata e per il suo elevato livello sulla futura forma e direzione del combattimento aereo e spaziale . Come notato in precedenza, con quasi 70 relatori questa può essere solo un’istantanea dell’ampia varietà di argomenti discussi, ma il Summit tornerà nel 2024 .

Il mondo si sta evolvendo velocemente e le certezze occidentali sulla supremazia militare si rivelano sempre più fallaci, gli sviluppi sono farraginosi, l’innovazione arriva più dal settore civile che da quello militare, Cina e Russia sono più dinamiche ed innovative, anche la standardizzazione dei sistemi d’arma e del relativo munizionamento lascia molto a desiderare.

Se a questi aspetti uniamo la potenza economica degli USA, finora indiscussa ed adesso in forte ridimensionamento, la crisi economica e la recessione che attanaglia tutto l’occidente, i problemi di approvvigionamento energetico a breve e medio termine che ci toccano da vicino, la crisi morale, etica, culturale e sociale che sta distruggendo la nostra civiltà millenaria, il quadro è proprio sconsolante.

Non abbiamo volutamente citato, tra le varie crisi, quella della Fede, che forse è la più grave e che precorre tutte le altre, ma esula dai ragionamenti di questo summit a cui abbiamo cercato di attenerci.

Tim Robinson FRAeS e Stephen Bridgewater – rivista e commentata da Vincenzo Fedele

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