Due Accorate Parole su Ratzinger e Dintorni. Fu Pietra d’Inciampo.

30 Gennaio 2023 Pubblicato da 7 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, un fedele amico del nostro sito (anzi dei nostri siti, perché Stilum è uno e bino) offre alla vostra attenzione questi pensieri su Benedetto XVI, e lo fa scegliendo la firma Michael Archangele. Buona lettura e meditazione.

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DUE ACCORATE PAROLE SU RATZINGER E DINTORNI

Il Santo Padre Benedetto XVI pare essere il papa più chiacchierato in assoluto. Tiene banco in ogni blog, suscitando continui confronti e dibattiti. Molti lo ritengono un cubo di Rubik.

Ma il problema di inquadrare correttamente Ratzinger è tale solo se si portano sul naso occhiali che si focalizzano esclusivamente su una visione delle cose e delle persone marcatamente manichea, dunque essenzialmente eretica.

E dividendo l’oggetto della loro limitata speculazione in parte bianca o nera, non sono in grado di cogliere le infinite sfumature di colori che pur possiede.

L’interpretazione dualistica di ogni realtà dice già di per sé di cosa è deficitaria questa attualissima e dannosissima tendenza.

Come si può pensare di addivenire alla verità per intero apocopandola nelle sue propaggini?

Penso a Dio e rifletto che è la Misericordia e la Giustizia, l’Agape e il Giudizio, la Luce per chi Lo accoglie e l’Oscurità per i superbi, che Egli, a qualunque latitudine della Storia, disperde nei pensieri del loro cuore; la Mitezza e l’Ira, la Compassione e la Roccia immutabile, il Dio degli Eserciti e il Re della Pace, e così via all’infinito, in un caleidoscopio di realtà solo apparentemente contrapposte.

Sì, perché questa soltanto è la Perfezione: l’unione, in perfetta omeostasi, di singole, irreplicabili caratteristiche, simili e dissimili. Per giunta innumerabili, nel caso di Dio. Caratteristiche che, peraltro a ben pensarci, rimandano alla natura ipostatica di Cristo.

Ora, mi piace pensare che nessuno che scelga di vedere attraverso lenti manichee possa pervenire all’interezza di una realtà o, peggio, di una persona.

Se poi questa persona è consacrata a Dio, la cosa si fa ancora più ardua, richiedendo – a chi vuole cimentarsi seriamente in una analisi – di non esser più creatura di carne e sangue ma rinata in spirito.

“Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli”. (Mt 16,17)

E ancora:

“L’uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito. L’uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno”. (1Cor 2, 14-15)

Si potrebbe approfondire il tema, poi, confrontandoci con quel dialogo – che tocca vette indescrivibili – tra Gesù e Nicodemo che si legge in Gv 3, 1-21 ma restiamo sul fatto certo che, essere carnali, essere del mondo, consente tutt’al più di intendere la “costituente materiale” quando solo partecipare dell’Essere di Dio, come creature nuove e veraci figli Suoi, può introdurre nella comprensione di certi misteri! Di certe vite che sono mistero, come quella del Papa Benedetto XVI che era e resta papa della Chiesa Cattolica, ruolo culmine della sua maturazione spirituale e umana.

Trovo assai penose quelle posizioni totalmente appiattite sul diritto canonico, che si limitano a una visione del cattolicesimo pericolosamente legulea e pervasa, appunto, dalla Lettera che uccide senza possedere lo Spirito che dà la vita…

Non furono gli apostoli riuniti, a stabilire che ai pagani fosse risparmiata la circoncisione? Vogliamo riflettere su questa “prima riga” del Codice di Diritto Canonico?

Il Santo Padre è pertanto sovrano assoluto e legislatore e, se è lecito mostrare santa prudenza di fronte a qualsivoglia introduzione di novità, a prescindere dalla sua apparente bontà o meno, è dai frutti che si conosce la pianta.

Ma che significa tutto ciò? Che si intende per frutti?

La “cattolicità” oggi intende per frutti le opere, purtroppo. Ma questo è diabolico inganno: i frutti di una pianta sono, in primis, le virtù – o i vizi – di un uomo. E solo in secundis! le sue opere. Ne va che se opere giudicate buone – perché oggettivamente possono esserlo – non hanno origine da un’anima virtuosa ma viziosa, per ciò stesso la pianta non può essere buona.

Un esempio per tutti, senza entrare in alcun inutile dettaglio: il “re Mida” padre Marcial Maciel Degollado, definito, non a caso, dallo stesso Benedetto XVI un “falso profeta” (Mt 5, 15-18).

Quante dimostrazioni abbiamo di un errato discernimento a causa di una interpretazione spicciola e incredibilmente superficiale di queste parole di Gesù:

“Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni.”

Ulteriore conferma di quanto appena detto, ci viene anche dal Testamento Spirituale di Sant’Angela Merici che proprio ieri la Chiesa festeggiava, in cui si legge:

“Perciò dice il Salvator nostro: “Un albero buono non può produrre frutti cattivi (Mt 7, 18)” come volesse dire che il cuore, quando è informato alla carità, non può produrre se non buone e sante opere. Onde ancora diceva sant’Agostino: Ama e fa’ quel che vuoi, come se dicesse chiaramente: La carità non può peccare”.

Ma oggi, purtroppo, idolatrare l’efficientismo e darsi ad un attivismo confacente a coprire quei sensi di colpa che gridano a noi quando non siamo in stato di grazia, è retaggio comune per una umanità che ha smarrito la “porta stretta” e intende crearsi un varco illusorio in un paradiso artefatto.

Ora, il Santo Padre Benedetto XVI, è semplicemente stato pietra d’inciampo e segno di contraddizione. Non di rado, un bimbo tra adulti smaliziati e cinici.

Una personalità troppo complessa per essere parcellizzata, e per di più da menti poco avvezze alla salita all’Oreb, incapaci di abbracciare la vastità del suo messaggio, che non era mera speculazione intellettiva, spirituale fin che si vuole, ma traduceva appropriatamente il linguaggio di Dio agli uomini del suo tempo.

Ha parlato per tutti, è stato esempio per tutti, ma pochi lo hanno ascoltato e ancor meno lo hanno seguito. Non fu così anche per Cristo di cui era Vicario?

Perché stupire di fronte agli impietosi giudizi, perché spaccarsi la testa sulle “coordinate” della sua rinuncia e non coglierne invece il vero significato, perché scandalizzarsi di fronte a chi osa vergognosamente chiamarlo eresiarca o di fronte a chi ne ha fatto il proprio idolo per giustificare le proprie ribellioni?

Si passa, così, dalla papolatria al disprezzo, con giudizi che danno le vertigini ma che pur rendono il quadro dell’attuale situazione cattolica oltremodo chiaro. Siamo ormai un popolo che se la canta e se la suona, sottomesso a nessuno, irriguardoso, irrispettoso e insofferente all’autorità da Dio costituita.

E c’è chi, con Papa Benedetto, ci ha fatto e ci sta facendo una fortuna, non solo in denari ma anche in notorietà. Va da sè che anche Dio pagherà costoro – se non faranno ammenda -, con la Sua moneta, a tempo debito. Perchè a nessuno è dato idolotrare o distruggere un apostolo (figurarsi il Principe degli Apostoli!), a maggior ragione se sussiste un tornaconto personale.

Considerando poi che in realtà il vero cogitare è azione di grazia e non si dà a prescindere dalle Scritture, vorrei concludere l’inesaustiva riflessione con parole di un noto predicatore di esercizi spirituali, il quale si chiedeva:

“Come accostare le Scritture in modo che esse “liberino” davvero per noi lo Spirito che contengono? Ho detto che la Scrittura è una realtà teandrica, cioè divino-umana. Ora la legge di ogni realtà teandrica (come sono, per esempio, Cristo e la Chiesa) è che non si può scoprire in essa il divino, se non passando attraverso l’umano. Non si può scoprire in Cristo la divinità, se non attraverso la sua concreta umanità.

Quelli che, nell’antichità, pretesero fare diversamente caddero nel docetismo. Disprezzando, di Cristo, il corpo e i contrassegni umani come semplici “apparenze” (dokein), smarrirono anche la sua realtà profonda e, al posto di un Dio vivente fatto uomo, si ritrovarono in mano una loro distorta idea di Dio. Allo stesso modo, non si può, nella Scrittura, scoprire lo Spirito, se non passando attraverso la lettera, cioè attraverso il concreto rivestimento umano che la parola di Dio ha assunto nei diversi libri e autori ispirati. Non si può scoprire in essi il significato divino, se non partendo dal significato umano, quello inteso dall’autore umano, Isaia, Geremia, Luca, Paolo ecc. In ciò trova la sua piena giustificazione l’immenso sforzo di studio e di ricerca che circonda il libro della Scrittura.

Ma questo non è il solo pericolo che corre l’esegesi biblica. Di fronte alla persona di Gesù non c’era solo il pericolo del docetismo, cioè di trascurare l’umano; c’era anche il pericolo di fermarsi ad esso, di non vedere in lui che l’umano e di non scoprire la dimensione divina di Figlio di Dio. C’era, insomma, il pericolo dell’ebionismo. Per gli ebioniti (che erano dei giudeo-cristiani), Gesù era, sì, un grande profeta, il più grande profeta, se si vuole, ma non di più. I Padri li chiamarono “ebioniti” (da ebionim, i poveri) per dire che erano poveri di fede.

Così avviene anche per la Scrittura. Esiste un ebionismo biblico, cioè la tendenza a fermarsi alla lettera, considerando la Bibbia un libro eccellente, il più eccellente dei libri umani, se si vuole, ma un libro solo umano. Purtroppo, noi viviamo il rischio di ridurre la Scrittura a una sola dimensione. La rottura dell’equilibrio, oggi, non è verso il docetismo, ma è verso l’ebionismo.”

Una bella metafora, no?

Ripensiamo allora Papa Benedetto! Ripensiamolo!

Ora, ad ognuno, la sottovalutata arte di unire i puntini, che fa leva sul buon uso della preghiera, mezzo privilegiato attraverso cui viaggia sino a noi la luce di Cristo ad illuminare menti e cuori!

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7 commenti

  • Anita ha detto:

    Ho letto alcuni minuti fa postata qua .. una dichiarazione di Fra Alexis Bugnolo ove dichiara che è stato eletto Bergoglio .
    Vedo che L articolo non c è più . Spero che Tosatti lo abbia tolto resosi conto dell immensa pagliacciata .
    Hanno preparato una sala per diverse centinaia di persone e si son presentate si e no 7 persone di cui 2 con i documenti non in regola ! Ed è stato eletto Papà Bergoglio. !!!

    Non so se ridere o piangere 🤣

    Alla conferenza stampa tenutasi una settimana fa sempre da Bugnolo si è presentato un solo giornalista !!!
    ( conoscente di Fra Alexis)

    C’è ne è di gente strampalata in questo mondo!!
    Che ridicola apoteosi/pagliacciata !!!

    CORAGGIO: abbiamo un nuovo papa: Bergoglio alias Papa Francesco …..🤣🤣🤣
    Siamo a cavallo ….( era ora … la ChiesA può ora ripartire …dopo 9 anni di antipapato ..,

  • laura cadenasso ha detto:

    Un grande INCOMPRESO. Cammin facendo ci mancherà !

  • Damiano ha detto:

    Quindi chi afferma l’eresia ratzingeriana, sarebbe un manicheo, filo ebionita, ignorante e per niente profondo perché non fa la salita al Tabor come chi ha scritto questo articolo. Abbiate rispetto di voi stessi, se non avete i mezzi per affrontate un discorso, occupatevi di altro.

  • Maura ha detto:

    Quindi che si fa se un Papa dice cose contrarie alla Millenaria Dottrina Cattolica ? Si fa finta di niente ? Bah ! mi pare che il nostro parlare dovrebbe essere : si sì , no no . O sbaglio ?

  • Giordo ha detto:

    Sempre meglio un cubo di Rubik che un cubo di Rupnik.

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