Festa della Madonna di Loreto. Una Madre che Ogni Giorno Lascia Traccia. R.S.

10 Dicembre 2022 Pubblicato da Lascia il tuo commento

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Nella notte tra il 9 ed il 10 dicembre, in tutte le colline nei dintorni di Loreto, si accendono dei fuochi per indicare agli angeli la strada da percorrere, tutte le campane suonano a festa. E un amico fedele del nostro sito, R.S, offre alla vostra attenzione queste riflessioni. Buona lettura, e meditazione, e un grazie di cuore all’autore.

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LA MAMMA OGNI GIORNO LASCIA TRACCIA
 
 
Una mamma è sempre un po’ ripetitiva, ma la sua vera forza è quella di essere convincente.

Una mamma non è fatta per le dotte disquisizioni, ma con i fatti dà tante lezioni.

La mamma non dimostra articolati teoremi, ma ti cura la febbre e gli esantemi.

 
La nostra cara Mamma Celeste in questi giorni propone alla memoria tre feste.

Una è l’Immacolata Concezione e a chi piace teologare non manca certo la spiegazione.

Poi c’è la faccenda della casa di Loreto, con la parte in muratura volata via da Nazaret.

E poi l’esagerazione, praticamente una sindone mariana, con la reliquia guadalupana.

Alla mamma non è giusto richiedere dissertazioni scientifiche, ma i figli li manda a scuola.

E’ doverosa che i figli imparino qualcosa stando di fronte ai sapienti segni che Dio sparge nel creato.

Loreto: 3 muri rimbalzati lì dopo altre 4 tappe (1291-1296) tra Tersatto (Istria) e i dintorni di Ancona.

A Nazareth ci sono, in misura, le fondamenta e la parete di roccia che chiudeva la casa.

Il razionalismo schifa la tradizione, ma la mamma non si offende. Lei gli angeli, quelli veri, li conosce bene.

Lascia che si creda a trasporti a cura di manovalanze nautiche ed edili, smontando e rimontando mattoni.

Con una malta e una tecnica sconosciute nell’Europa del XIII secolo e senza traccia tra i mattoni.   

Piazzandola infine non in spiaggia, ma in mezzo alla pubblica via, su un’altura, in parte sospesa su un fosso.

Imprigionandovi un cespuglio, posandoci sopra: chiunque avesse ricostruito l’avrebbe estirpato.

Poi, avendoci costruito sopra un soffitto, a una casa senza fondamenta, senza notarvi alcun cedimento.

Guadalupe: un mantello di agave, una fibra naturale che non potrebbe durare più di 20 anni ed è lì da 491.

Il mantello servì a Juan Diego per portare al vescovo le rose (a dicembre) quale segno perché credesse.

Nell’ingrandimento delle pupille degli occhi, c’è come l’istantanea della scena dell’apertura della tilma.

In uno spazio di 6 mm vi si contano 12 figure umane disposte secondo le leggi ottiche di un occhio vivo.

Sul mantello è impressa, da oltre 5 secoli, l’immagine della Madonna ottenuta con una tecnica sconosciuta.

Un’immagine acheropita, inspiegabile: i colori sono incorporati alle fibre e non messi sopra al tessuto.

I colori, vivissimi, non risultano attribuibili a sostanze di origine minerale, animale o vegetale.

Il volto da vicino sembra bianco, da lontano ha una sfumatura olivastra, con un effetto ottico inspiegabile.    

C’è una strettissima corrispondenza tra le stelle della tilma e il cielo del luogo al tempo del prodigio.  

La tilma respinge la polvere e gli insetti. Ha una temperatura umana di 37°C.

Ha resistito ad attentati dinamitardi e alla caduta accidentale di acido durante una manutenzione.

 La mamma ci vede mentre ci grattiamo la testa, scuotendola… E sorride con la dolcezza che le è propria.

Un figlio un po’ testone, ma innamorato.
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