Il Sismografo. Santità, Sia più Attento nella Scelta delle Parole. Possono Ferire.

7 Luglio 2022 Pubblicato da

 Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, mi sembra opportuno portare alla vostra attenzione, nel caso che non l’aveste già letto, questo commento apparso sul Sismografo ad alcune frasi di una recente intervista del Pontefice regnante. Buona lettura.

§§§

 

“Abortire è come affittare un sicario”: parole che il Santo Padre dovrebbe evitare perché offendono e umiliano la sensibilità di molte donne e professionisti. Per esporre e divulgare la dottrina cattolica non è necesario questo linguaggio e tanto meno ripetere tali espressioni.
(a cura Redazione “Il sismografo”) Provoca un grande dolore e una profonda lacerazione sentire il bisogno impellente di dire a Papa Bergoglio – che giustamente spesso parla di pace, fratellanza, amicizia sociale e misericordia – di fare più attenzione nel caso in cui alcune sue parole finiscono per seminare sconcerto, sofferenza e astio, eppure vengono ripetute come se niente fosse. Il Pontefice – ormai fa parte della storia del suo pontificato – quando parla a braccio sovente usa parole e frase che lasciano spazio all’ambiguità o si lascia trascinare dalle battute semplicistiche. Tutto fa parte della sua innovazione del linguaggio della comunicazione papale, dicono, che vanta grandi successi, ma che comporta anche molti rischi. A volte, le cose dette in modo poco chiaro alla fine comunque si capiscono e si comprendono ma altre volte invece si è troppo indulgente, si lascia passare quanto il Papa ha detto e come lo ha detto, facendo finta di nulla, magari appellandosi al luogo comune “il Papa è uno come noi”. Cosa ovviamente non vera.
Il problema grosso però si pone quando un suo sfogo irruente, frutto di una improvvisazione, diventa linguaggio abituale, frase da repertorio, in particolare in una questione come l’aborto, che sappiamo tutti è una vicenda umana fra le più serie, sconvolgenti e quanto sia, come questione di coscienza, vicina al cuore di Dio.
Oggi, parlando con la Reuters, Francesco è tornato ad accostare l’interruzione della gravidanza all’uso di un sicario. Dal primo giorno in cui usò queste espressioni, il 10 ottobre 2018, il Papa lo ha ripetuto altre volte, quasi compiaciuto, eppure sono espressioni offensive e umilianti, moralmente e legalmente gravissime, sia per le donne che abortiscono (per svariate e complesse ragioni, tutte drammatiche) e per i professionisti della medicina che devono eseguire questi interventi regolamentati e controllati dalle leggi dei loro Paesi.
Una domanda: se le donne che chiedono l’interruzione della loro gravidanza affittanno sicari – e questi sicari sarebbero i medici e il personale paramedico – cosa dire dei politici e dei partiti che hanno legalizzato o depenalizzato l’aborto? E nel caso italiano e altri, cosa dire degli elettori che hanno votato referendum in difesa delle leggi sulla materia?
Il Papa, dal giorno di quella improvvisazione terribile all’ora dell’Angelus, periodicamente torna a usare questo linguaggio per nulla cristiano, poco appropriato per un Pontefice e per di più non necessario, e che così amplificato appare come una accusa gratuita, generica e arbitraria.
Non si annuncia il messaggio di Cristo e non si proclama la dottrina della sua Chiesa con queste parole.
Il 10 ottobre 2018 il Corriere della Sera online raccontava: «Ma come può essere terapeutico, civile, o semplicemente umano un atto che sopprime la vita innocente e inerme nel suo sbocciare?». È quando Francesco alza lo sguardo dai fogli e si rivolge a braccio ai fedeli in piazza San Pietro, che il tono si fa più duro: «Vi domando: è giusto far fuori una vita umana per risolvere un problema? È giusto affittare un sicario per risolvere un problema?». E mentre si levano dei «no», riprende: «Non si può, non è giusto far fuori un essere umano, benché piccolo, per risolvere un problema. È come affittare un sicario». (Corriere della Sera)
La posizione dottrinaria esposta era limpida e all’altezza. Allora, perché Bergoglio ha aggiunto: “È come affittare un sicario“?
Un errore?  Possibile. Un’esagerazione? Possibile. Uno sfogo?  Possibile.
Si poteva capire e comprendere quanto detto allora. Il Papa però in questi anni ha continuato a ribadire sino ad oggi questa battuta, orrenda e dolorosa, e ribadiamo ancora: non necessaria per spiegare la dottrina, anzi.
Vatican News, oggi in un ampio servizio sull’intervista di Philip Pullella della Reuters al Papa, racconta: “Infine, il Papa nell’intervista con Philip Pullella ha toccato il tema della decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti che ha ribaltato la storica sentenza Roe contro Wade che stabiliva il diritto di una donna ad abortire, Francesco ha detto di rispettare la decisione ma di non avere abbastanza informazioni per parlarne da un punto di vista giuridico. Ma ha anche condannato con forza l’aborto, paragonandolo – come aveva già fatto molte volte in passato – all’ “assunzione di un sicario”. “Chiedo: è legittimo, è giusto, eliminare una vita umana per risolvere un problema?” (Vatican News)
Cosa fare a questo punto, dopo l’intervista di oggi alla Reuters?
Chiedere rispettosamente che Papa Bergoglio eviti l’uso di questo linguaggio che causa divisioni, dolori e umiliazioni.
Proprio Papa Francesco nella sua Prefazione a un libro di un amico scrisse: “La parole possono essere baci, carezze, farmaci oppure coltelli, spade o proiettili. Con la parola possiamo bene-dire o maledire, le parole possono essere muri chiusi o finestre aperte” (chietitoday)
Andrebbe aggiunta un’osservazione alla stampa specializzata in questioni vaticane: forse con più attenzione professionale e con più rispetto per i lettori si potrebbe far notare, come ha detto il cardinale tedesco Reinhard Marx: “Nella Chiesa non si è mai insegnato che ogni parola del Papa deve essere oro colato” (Süddeutsche Zeitung, 3 febbraio 2022).

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(Immagine di Marco Matteucci)




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95 commenti

  • luca antonio ha detto:

    “Luca Antonio,
    questa non l’ho capita…” da a-teismo, ella, essendo un deista tecnicamente lo è ( Ateo ) “. Può chiarire, per cortesia ?”
    Adriana, debbo scriverLe qui in testa poiche’ non ho piu’ il link in fondo alla sua domanda, dopo un certo numero di repliche forse il sito di Tosatti mette uno stop.
    Il buon Rolando, a parere mio e’ un deista, cioe’ uno che ha contezza del divino, ma di un divino impersonale e indefinito che non ha bisogno di intermediari per essere conosciuto e adorato e che si disinteressa in fondo delle sue creature, raccogliendole alla fine in un contesto piu’ ampio, mentre io e la maggior parte dei frequentatori di questo sito siamo dei teisti, cioe’ che credono in un Dio “persona”, il Cristo necessario, che si occupa attivamente delle sue pecorelle, con cui poter parlare, sicuri di essere ascoltati e compresi.
    Da qui il termine da me usato di a- teista, non teista.
    Kant da’ una prima definizione dei termini deista e teista, ma poi la terminologia nella vulgata comune acquista sostanzialmente i significati qui descritti.
    Per quanto riguarda Maupassant e “l’infinita pietà che lo anima, ma anche la profonda indignazione per lo scempio umano e sociale che viene perpetrato” ha gia’ detto tutto Lei, Dio non c’entra, e’ l’avidita’ dell’uomo, il suo peccato originale, la sua caduta, la causa di tutto il Male.
    Ma di questo, a Dio piacendo, alla prossima.

    • Adriana 1 ha detto:

      Luca Antonio,
      perdoni, ma la faccenda mi diventa ancora più oscura…
      1 ) Perchè mi risultava che la distinzione tra atei e teisti fosse evidente fin dall’epoca precedente alla Rivoluzione Francese, ( Voltaire, ad es. si dichiarava teista, non ateo );
      2 ) perchè, allora, le chiedo in qual modo voglia chiamare un Democrito, un Epicuro, un Lucrezio?:
      3 ) perchè la sua spiegazione attribuisce ogni origine del male all’uomo- evitando il male metafisico- ma, allo stesso tempo , trasformando l’Uomo nel Lucifero rivale invidioso di Dio e, quindi, in pratica, ponendolo alla pari con il Creatore.
      Capisco che questo è un sistema per cercare di cacciare il dualismo dalla porta…però, se nel ( complesso e difficoltoso ) libro di Giobbe la ” sfida ” si fosse aperta tra Dio e un signor Guido Rossi qualunque, il dualismo sarebbe rientrato comunque dalla finestra.
      4 ) perchè, nel prendere in esame i Vangeli, anche lì troviamo l’Avversario ( metafisico ) che duella con il Cristo. Naturalmente su questo argomento si aprono panoramiche vastissime…non serve però neppure rinchiuderlo in uno spazio troppo ristretto nella speranza di eliminarlo…o così mi sembra.

      • luca antonio ha detto:

        Adriana, forse la sua incertezza nasce da un fraintendimento iniziale, Voltaire non era teista ma deista, altrimenti è ovvio che quanto da me detto sarebbe contradditorio. Provo comunque a rispiegarmi, intendo A-teismo come “non” teismo, quindi non come ateo, senza alcuna idea di Dio, ma come A-teismo, cioè non teista, ovvero credente in….e qui lascio la parola all Treccani che sicuramente è più precisa di me, Teismo : “Termine filosofico e teologico designante in generale ogni dottrina che asserisce la divinità. Nel suo senso più generico, il t. si contrappone perciò all’ateismo, che è la negazione della divinità. Più particolarmente, il t. si configura come asserzione di una divinità unica, e perciò è più affine al monoteismo che al politeismo. Esso si distingue, d’altra parte, anche dal panteismo, in quanto tende a considerare come separata e autonoma quella realtà divina che il panteismo fa invece coincidere con la natura; e dal deismo in quanto attribuisce all’unica realtà divina quel carattere della personalità che il deismo invece non le ascrive esplicitamente.”
        Sempre Treccani, definizione di deismo : “sin nome della ragione il d. combatte il dogmatismo delle religioni positive e cerca di definire, al di là delle differenze delle Chiese, un nucleo primordiale e «naturale» (perché conforme a ragione) della religione, in cui tutti gli uomini possano concordare, mentre considera le dottrine caratterizzanti le religioni storiche come aggiunte che spesso tradiscono quel nucleo essenziale («religione naturale»). Il d. diviene quindi promotore di ideali di tolleranza religiosa e di una critica assidua del soprannaturale, del miracoloso, dell’autoritario, di tutti quegli elementi insomma che sembrano sempre più annullare, introducendo spirito settario, l’universalità della religione naturale.”
        Quindi il deista non è ateo, senza Dio, ma non crede in un Dio personale, men che meno in un Dio fatto carne – al prete che in punto di morte gli parlava di Gesù, Voltaire rispose “”In nome di Dio, Signore, non parlatemi più di quell’uomo e lasciatemi morire in pace” – , non crede quindi nel bisogno di mediatori tra Dio e l’uomo in quanto quest’ultimo è da solo in grado di attingere al divino; nega quindi, non la voglio far lunga, sia la caduta che la necessità della redenzione per la risalita, cose, queste, che renderebbero plausibile la necessità di un “Salvatore” e di quelle chiese che il Voltaire tanto oborriva. Diciamo, semplificando, che il deista crede nel grande Architetto tanto caro a certa massoneria e reputa gli apparati religiosi esclusivamente come sovrastrutture dell’umano.
        Questi i concetti, che chiaramente essendo categorie mentali e predisposizioni spirituali sono presenti in ogni tempo, ma che io sappia il termine deista è stato introdotto da Kant, ma posso ricordare male e comunque il sapere chi lo abbia coniato per primo nulla aggiunge alla sostanza delle questione.
        Punto 3 e 4 : concludevo il mio precedente post con un a Dio piacendo ed evidentemente il momento è arrivato subito, ma purtroppo non ho sufficiente tempo per una risposta estesa e mi limiterò a questa citazione «6 Dio disse allora a Caino: “Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dominalo» (Genesi 4,6s). Ripeto: … se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta, cioè la responsabilità è nostra e, ma questo è altro vasto argomento psicologico, si esplica in foro esterno, nell’agire – al contrario di questa falsa chiesa luterana che introflette la possibilità della salvezza alla contemplazione del proprio guazzabuglio interiore – ma poi, una volta agito male, è un altro, il metafisico Male, il diaballo, l’avversario, accovacciato all’uscio, che ci prende. “E la sciagurata rispose.” …ah…Manzoni, tutto in una frase… e poi “ …verso di te è il suo istinto, ma tu dominalo» , ma questo, ahimè, va fatto prima che il serpente morda, poi il problema si fa serio. Il Male, quello vero, è quindi, sì, metafisico ma nulla potrebbe se non trovasse la nostra accondiscenza , la nostra iniziale, sciagurata, risposta.

        • luca antonio ha detto:

          Perchè, e occorre tener ben fermo questo punto, il Male è assenza di bene, come giustamente rilevato da Sant’ Agostino e poi confermato da San Tommaso. Il mondo, la creazione, la vita, è “cosa buona” , solo il nostro agire male può sottrarre al mondo quel bene che Dio ha creato.
          Sottrazione di bene che poi forze preternaturali utilizzano per estendere la tenebra, e qui la nostra responsabilità morale si fa doppia, nei nostri confronti di esseri fatti a somiglianza di Dio e nei confronti degli altri, gli innocenti, gli indifesi, i primi a soffrire della mancanza di Bene, di Giustizia, di Amore, e, infine, il tema è l’aborto, di Vita.

          • Adriana 1 ha detto:

            Ringrazio per la cortesia della doppia risposta.

          • Rolando ha detto:

            Scusate se mi intrometto. Sant’Agostino è vescovo successore degli Apostoli e va bene, ma San Tommaso d’Aquino no!
            Una volta dichiarai brutalmente in una trasmissione televisiva che fece andare su tutte le furie un “rinomato” teologo cattolico che il Dio ed il Diavolo sono la stessa cosa. Come la Bibbia letteralmente fa capire, il Satana svolge una funzione per il Signore, cioè altro non è che una funzione di Dio nelle cui sole mani è la Vita e la Morte così come il Bene ed il Male.
            Dio Principio Unico, Assoluto: Isaia 45,7.

    • Rolando ha detto:

      Il peccato originale!?
      Ma come? Il buon ELOHIM YHWH non scaccia dal giardino di Edem e/o Alcinoo la coppia umana perché ha peccato, perché lo ha offeso; non sembra affatto risentito, anzi attesta esplicitamente che l’uomo è diventato come Lui, come un ELOHIM. E per questo motivo, perché è diventato autosufficiente quanto a conoscenza di scelta in ciò che gli conviene ed in ciò che gli costa che lo manda libero a procurarsi la propria redenzione col lavoro finché non ritorna alla realtà da cui è venuto! La Terra.
      Qualora che scriverà Paolo, già lo sappiamo. È un cittadino romano dalla nascita e di cultura greca che recita la parte del giudeo.
      Forse che Adamo non avrebbe conosciuto la morte se non avesse peccato? Per peccatum mors. Ma come? Se perfino il salmo dell’assemblea degli ELOHIM con il loro capo, dichiara che pur essi muoiono come gli uomini. Ma di quali fantasie teologiche umane hanno bisogno parole chiare e semplici?
      Travisate anche da tal Giovanni evangelista, che le mette in bocca ad un ebreo zelante della causa del suo Yhwh e fedele al Patto, mai revocato

  • Enrico Nippo ha detto:

    Chiedo scusa della mia insistenza pignolesca, ma …

    dopo aver considerato attentamente gli interventi di Luca Antonio, Adriana, don Ettore, don Pietro Paolo, Mario e Rolando, non posso trattenermi dal confessare che la confusione in cui annaspo è aumentata a dismisura.

    Ma insomma, per favore!!! volete mettervi d’accordo per porgermi non dico la verità (se, buona notte!) ma almeno un pensiero che presenti una certa omogeneità su cui fare affidamento?

    Ma siete coscienti (non solo Voi nominati ma tutti i Commentatori di SC) che ognuno ha la sua visione delle cose in fin dei conti inconciliabile con quella degli altri.

    Ma poi: Dio e Cristo sono Uno o una moltitudine secondo la moltitudine delle idee che ne hanno i molti?

    Scusate, ma come si fa a lamentarsi dell’avanzare delle corruzione spirituale morale se proprio quelli che si lamentano di ciò se la suonano ognuno per conto proprio?

    Scusate ancora. Grazie.

    • Adriana 1 ha detto:

      Enrico,
      forse per mantenere un’idea coerente sarebbe necessario che un insegnamento coerente provenisse dall’alto della Gerarchia. Trovo l’impresa, oggi, molto difficoltosa per una lunga serie di motivi, non ultimo la sostanziale differenza
      espressa dall’A. Testamento e dal N. Testamento a proposito del rapporto tra l’uomo e Dio, differenza esistente se pur messa in non cale.

  • Rolando ha detto:

    E poi lasciami dire ancora una volta che non c’è niente nei testi di santi e teologi e papi supposti infallibili che non sia prima di tutto umano e che possa e debba interessare qualsiasi uomo.
    Chi si ritiene appartenere ad una casta di salvati usurpa i diritti di Dio. Rasenta l’empietà oltre offendere l’umanità.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Sono allibito per la differenza abissale delle, diciamo così, posizioni di don Ettore e Rolando rispetto al tomismo.

    Rolando cita la Stele di Rosetta effettivamente sorprendente (forse non troppo dato che la Verità è Una) e dice a don Ettore che non conosce il Catechismo. Don Ettore da parte sua cerca di mediare tra validità ed errori del tomismo, quasi certamente attirandosi i fulmini dei tomisti tutti d’un pezzo.

    Rolando dice che secondo il Catechismo la Chiesa cattolica s’identifica col tomismo. Don Ettore dice delle responsabilità di un “certo tomismo” facendo intendere che c’è tomismo e tomismo.

    Domanda: posso essere un po’ confuso?

    • luca antonio ha detto:

      Caro Enrico, il fatto e’ che una salita vista dall’alto sembra una discesa.
      E’ una questione di prospettive, don Ettore, e mi ci metto anche io, ha fede, Rolando no. Tutto qui.
      San Tommaso e’ un solo un pretesto.
      Maria Santissima ha accettato quel grumo di cellule, si e’ piegata al mistero, alla vita, all’ Amore e alla conseguente sofferenza che ogni vero amore umano comporta, Emma Bonino no, ha abortito, fatto abortire, stroncato vite.
      Per la prima il bene era la vita che sempre cerca di essere, per la seconda il bene e’ la vita che vuole permanere, un chicco di grano ribelle che non vuole aderire al suo, peraltro ineluttabile, destino.
      Tuttavia , ogni esperienza lo dimostra, la vita che cerca di essere , se non la si uccide, sempre vince , la vita che cerca di permanere sempre perde, qualsiasi cosa si faccia per farla durare. Ma se Dio e’ Amore necessariamente ama la Vita, unico teatro in cui detto Amore puo’ rendersi manifesto, quindi, lapalissianamente, Dio benedice Maria mentre non puo’ certo essere solidale con Bonino e le chiacchiere, come si dice, stanno a zero.
      L’aborto, oltre che un omicidio, e’ anche , e qui Satana prende due piccioni con una fava, un passaggio obbligato per la banalizzazione della sessualita’ , in quanto annientatrice del bisogno di Dio- leggere diario di un curato di campagna-.
      Ma per chi pensa che lo “spirito” – quale poi, se e’ tutto materia ?- sia frutto della materia tutto questo discorso e’ privo di senso, e l’appello alla sublimazione freudiana e’ automatico….e io non posso far a meno di notare l’assonanza con “frode”.

      • Adriana 1 ha detto:

        Luca Antonio,
        perdoni, ma quel Dio che ama la vita da lei descritto, mi ricorda un po’ tanto la implacabile Natura, costretta ad amare ciò che nasce- anche se deforme al massimo grado- e che ” provvede” spesso ad estinguere ( sia uomo o animale ), allo stesso modo con cui si cancellano /avano gli errori su una lavagna.

        • luca antonio ha detto:

          Cara Adriana, è il dilemma irrisolvibile di sempre, se ci si approccia ad esso in modo troppo diretto, da un lato l’accettazione del mondo come esso è – panteismo, stoicismo,David de Dinant, Bernardino Telesio, Spinoza, Hegel, Nietzsche, dall’altro il bruciante imperativo morale che sentiamo in noi di giustizia, di conoscenza del Bene, Platone e altri in compagnia di Cristo e di tutte le religioni.
          Il suo è uno sbigottimento di fronte alla sofferenza, comprensibilissimo, eterno direi, che tutti hanno provato a risolvere senza tuttavia venirne a capo, poichè parte da due assiomi rispetto ai quali, se vogliamo tentare di dare un’abbozzo di risposta, occorre fare un passo di lato. Questi sono:
          1) la sofferenza è il Male;
          2) Dio deve darci conto di questa sofferenza.
          Ora rispetto al primo assioma, è indispensabile capire che la sofferenza è ovunque, poiché “conoscere è soffrire” – come dice il caro Rolando cui sono debitore per questa meravigliosa sintesi – e il solo atto di approcciarsi alle cose comporta che queste premono sulla mente, incidono, e a volte feriscono. E, anzi, se non feriscono spesso vuol dire che, forse, si è capito, ma non si è “conosciuto”. La psicologia della Gestalt recita “Se lo sai ma non lo senti, non lo sai,”; si chiama “consapevolezza” e può essere molto dolorosa ma è indispensabile per dare un senso alle cose, alla nostra vita. Quindi la sofferenza non è il Male, ma è quel “male” necessario per arrivare ad essere se stessi. Celine lo descrive magnificamente così in Viaggio al termine della notte: “…provavo, una volta tanto, una pena vera, sincera, per me, per lei, per tutti gli uomini. E’ forse questo che si cerca nella vita, la maggior pena possibile, per diventare se stessi prima di morire”.
          La pena che proviamo di fronte alle nostre sofferenze ci forgia, la pena che proviamo di fronte alle sofferenze degli altri ci avvicina all’Amore, tutte e due, se accolte con umile consapevolezza, ci elevano.
          Può essere solo così, altrimenti se così non fosse, la Vita stessa, essendo costitutivamente portatrice, attraverso la sensibilità e l’intelletto, di conoscenza, di sofferenza quindi, sarebbe il Male. Avrebbe ragione allora il saggio Sileno… il maggior bene per l’uomo sarebbe il non esser mai nato, ma visto che purtroppo ci siamo, il maggior bene sarebbe il morire subito.
          C’è un passo in questo senso che merita di essere riportato di Etty Hillesum che scrive al suo bambino, poi volontariamente abortito, : “Rimarrai nella condizione protetta di chi non è ancora nato e sii riconoscente, essere in divenire. Ti attaccherò …fintanto che non ti sarai di nuovo dissolto nel nulla, e allora sentirò di aver compiuto un’azione buona e responsabile”. Il travestimento del Male in Bene qui ha una rappresentazione grandiosa, e ha come corollario alla stessa l’esser considerata, la Hillesum, una specie di santa laica in virtù della sua morte nel lager, e ciò nel contempo ci dice di come, invece, la sofferenza non sia inutile ma , anche nel suo caso, eleva e dona, oltre che la conoscenza, anche quella legittimazione “morale” che altrimenti, giudicati solo per i nostri atti, non avremmo. Il Male non è quindi la sofferenza e, alla luce di quanto esposto, cade quindi anche il secondo assioma.
          Dio non deve renderci conto proprio di nulla, ma siamo noi, invece, a doverlo ringraziare per il dono della Vita, sentendo che, tornando all’aborto, tema di questo articolo, saremo giudicati sul come avremo protetto, custodito, amato la Vita, unico palcoscenico, ripeto, in cui l’Amore, voluto da Dio, Dio stesso, può trovare la sua rappresentazione.
          Un caro saluto.

          • Adriana 1 ha detto:

            Luca Antonio, rimango ammirata sia dalla sua capacità di penetrare l’animo umano, sia dalla perpicuità delle sue citazioni, e dal finale che rasenta il ” Sublime “.
            Ricordo però quanto scrisse O. Wilde, secondo cui non è l’arte che copia la vita, bensì è la vita che copia l’arte.
            In uno dei suoi magnifici racconti, Maupassant narra il processo a una povera contadina analfabeta che aveva ucciso la sua creatura per sottrarla ad una vita di sofferenze simile alla propria ( racconto che verrà imitato dal nostro Verga ). E’ proprio oltre ed attraverso la cronaca “oggettiva”, che in essa Maupassant ” nasconde” l’infinita pietà che lo anima, ma anche la profonda indignazione per lo scempio umano e sociale che viene perpetrato.

          • Rolando ha detto:

            Carissimo Luca Antonio, purtroppo non riesco a capire la tua impostazione del problema del Male ed il fatto che lo scrivi con la M maiuscola, mi rende ancor più perplesso.
            Quello che io ho inteso posso esprimertelo al meglio possibile con le parole di sant’Agostino: “Ubi amatur non fatigatur, si fatigatur, labor ipse amatur”. Ma ciò è solo voler trovarci un senso quasi per giustificare il male nella sua accezione di dolore e sofferenza come necessario di per sé. E in Natura.
            Ma è ovvio che nella teodicea assume anche un valore morale negativo in base al quale deriverebbero il dolore fisico, la sofferenza, la malattia e la morte che da esse è accompagnata, quali creazioni di Dio per punirci. Ed indistintamente: l’innocente, quanto il peccatore. Christus innocens Patri reconciliavit peccatores.
            La fede risolve il problema, ma non la ragione. E neppure la ragione di fronte alla scrittura sacra: Isaia 45, 7. E non solo, anche Amos. Troppi si son cementati, ma nessuno c’è mai riuscito se non con la fede nella realtà del Male, creazione dell’uomo. Ma non si dà Monoteismo senza Principio Assoluto di Tutto.

      • Rolando ha detto:

        Caro Luca Antonio, e quando mai mi hai notato dissentire da queste tue scultoree parole:
        “Maria Santissima ha accettato quel grumo di cellule, si e’ piegata al mistero, alla vita, all’ Amore e alla conseguente sofferenza che ogni vero amore umano comporta” ?
        Le sottoscrivo in pieno nella loro realtà senza equivocare.
        Assolutamente.
        La vita e la realtà sono un “mistero” troppo grande ed aggiungervene un altro ancora più grande, è solo un grande equivoco.
        Ti riporto la definizione di “vita” secondo la NASA: “La vita è un sistema chimico autosostenibile ed autoreplicante in grado di sottostare alle teorie evolutive di Charles Darwin “.
        Oppure Richard Feynman: “Tutto ciò che le cose viventi fanno si può comprendere in termini di movimenti ed oscillazioni di atomi”.
        E William Harey: “Sebbene sia noto e riconosciuto da tutti che il feto abbia origine dal maschio e dalla femmina ed il bambino esca dal corpo della madre, né la scuola medica, né la mente eccelsa di Aristotele hanno tuttavia chiarito come il seme riesca a fecondare l’ovulo”.
        Non è un ” mistero” tutto questo?
        “Maria Santissima ha accettato quel grumo di cellule”.
        Perché equivocare con un altro mistero?
        Dio è Uno o Due misteri?
        Filone alessandrino, contemporaneo di Gesù, sosteneva che è una delle due grandi empietà che il Dio si faccia uomo.
        Sono ateo io se non credo che Gesù sia Dio? E sono stupido se mi interesso alla storicità di “quel grumo di cellule” di cui era fatto anche l’uomo Gesù che respirava?

        • MARIO ha detto:

          @ Rolando.
          “Non è un ” mistero” tutto questo?”
          Tutto ciò che trascende le nostre capacità intellettive è “mistero”: Dio, l’eternità, l’infinito, la creazione, l’uomo a immagine e somiglianza di Dio(!), il Gesù/Dio, la Resurrezione, ecc.
          Se non fossero “mistero”, la nostra adesione a Dio sarebbe automatica, “necessaria”, e quindi NON LIBERA, e quindi assimilabile alla reazione istintiva degli altri esseri viventi privi di libertà.
          Ma Dio ci ha voluti più grandi, addirittura simili a Lui, così grandi da inchinarsi davanti alla nostra libertà (alla quale tu purtroppo non credi). E la libertà di ogni uomo, per potersi esprimere al meglio, ha “necessariamente” bisogno di un passaggio terreno avvolto nel “mistero”.

          • Rolando ha detto:

            Tanto quanto sarebbe automatica la non adesione….

          • Rolando ha detto:

            Caro Mario, tu scrivi parole troppo “grosse”!
            “Ma Dio ci ha voluti più grandi, addirittura simili a Lui” e fermiamoci qui!
            Sei sicuro che sia Dio che ha voluto quanto dici o piuttosto l’uomo sulla base dell’
            istinto di sopravvivenza?
            Io ho grossi dubbi. Rafforzati anche dalle parole che Gv mette in bocca a Gesù ebreo citando un famoso salmo: ” Io dico voi siete dei “.
            Si dà il caso che Gv abbia capito male la grammatica e la logica di tale versetto. Ed il mondo dove avviene tale assemblea tra ELOHIM, che anch’essi come uomini muoiono!

          • MARIO ha detto:

            Caro Rolando,
            non mi sembra di dire parole troppo “grosse”…
            Ripeto solo, come un asinello, ciò che Dio ci insegna attraverso la sua Parola, la Sacra Scrittura.
            Cosa significa altrimenti che l’uomo è fatto a immagine e somiglianza di Dio (e quindi dotato di intelletto e volontà)? O che gli uomini sono figli di un Dio che è Padre? E che pertanto siamo tutti fratelli?
            Buona giornata.

        • luca antonio ha detto:

          Rolando caro, che piacere che Lei sia per una volta d’accordo con me, occasione stasera per un brindisi alla nostra salute.
          Per quanto riguarda il suo essere ateo, da a-teismo, Lei, essendo “tecnicamente” un deista, lo è.
          Ma accontentiamoci, per una volta, di essere d’accordo su qualcosa.
          Prosit !.

          • Adriana 1 ha detto:

            Luca Antonio,
            questa non l’ho capita…” da a-teismo, ella, essendo un deista tecnicamente lo è ( Ateo ) “. Può chiarire, per cortesia ?

    • Don Pietro Paolo ha detto:

      Che S. Tommaso è un grande del pensiero filosofico e teologico in particolare e sia stato il maestro di formazione per tanti sacerdoti? non co piove. Lo studio di S. Tommaso è stato raccomandato da molti papi. Ricordo la Aeterni Patris di Leone XIII, la fides et ratio di Giovanni Paolo II. san Tommaso “è sempre stato proposto dalla Chiesa come maestro di pensiero e modello del retto modo di fare teologia” ., TUTTAVIA, NON È VANGELO. Il Dogma della Chiesa resta sempre lo stesso al di là delle spiegazioni che l’uomo può
      dare (teologia) . C’è da dire che non tutte le altre forme di teologie nate dopo il Concilio (alcune se non eretiche, vicino all”eresia) possono competere col tomismo puro anche se bisognoso di revisione e di adeguamento alle conoscenze dell’uomo contemporaneo.

      • Adriana 1 ha detto:

        ” La teologia…NON è Vangelo “. Benissimo! Allora: ” sola scriptura “…e lei che ci sta a fare? ( cattolicamente parlando ).

        • Don Ettore Barbieri ha detto:

          Non faccia dei salti logici. Le opinioni di un teologo divengono normative quando sono fatte proprie dalla Chiesa. San Tommaso non era convinto dell’Immacolata Concezione di Maria, ma Pio IX ha ugualmente dichiarato il dogma.
          Le fonti della Rivelazione sono Scrittura e Tradizione. Con questo termine si intende ciò che la Chiesa ha sempre insegnato e non è contenuto almeno esplicitamente nella Scrittura.
          La teologia è un approfondimento della fede che non necessariamente viene accolto.

          • Don Pietro Paolo ha detto:

            Salti logici?

          • Adriana 1 ha detto:

            Don Ettore,
            lei ha ragione, ho proceduto con troppa velocità…
            Però lei mi deve chiarire a quale Tradizione bisogna fare riferimento: a quella dei 2000 anni precedenti il CVII o a quella al CVII posteriore ? ( Il famoso Concilio equivalente alla Rivoluzione Francese del 1789, come disse Qualcuno ).
            Concilio impregnato di spirito giovanile, che inalberò il motto :- W. l’Amore al potere e l’apertura al Mondo-, ma un giovane per definizione, per essere veramente tale, deve andare contro il potere nel nome di quel Dio che ” laetificat iuventutem meam “.
            Se invece, come si è visto accadere, il Potere del mondo viene applaudito, blandito ( o ci si va a letto ), non si è giovani, ma vecchi travestiti da giovani, con un cervello già pronto al posto presso qualche ospizio…o magari alla carica di Presidente di qualche nazione.
            Ed è lecito pure il sospetto che dietro a queste manifestazioni di sapore sessantottarde si muovesse e si muova il Capitale ( cit. Pasolini, ” Scritti corsari ” ).

      • Rolando ha detto:

        Caro DON PIETRO PAOLO, in Seminario, anni prima del nefasto Concilio con le sue eretiche conseguenze, m’insegnarono chiaramente ed ortodossamente che i teologi “veri” erano i vescovi con il papa, vescovo di Roma. I teologi delle cattedre di teologia potevano avere tutte le più disparate opinioni su Dio, sulla Teodicea, sulla morale; ma i “veri” teologi erano e rimanevano sempre quelli: i vescovi, successori degli Apostoli. Abolendo le cattedre di teologia in Italia, si salvaguardò qui più che all’estero il “depositum” dagli attacchi modernisti, ma solo per esplodere più virulento grazie alla pastorale del Vaticano II.
        Nella cerimonia di consacrazione episcopale, è il neo Vescovo consacrando che recita il Credo davanti al popolo cattolico, come prova di ortodossia.
        Ma leggeti bene, bene tutto Benedetto XVI e vedrai che “qualcosa” del teologo contestatore e perplesso “subsistit” anche da papa. Certi pensieri teologici tradiscono un certo qual “agnosticismo di fede” che tutti pervade, come lui stesso disse e scrive, anche se da papa ha assolto ortodossamente la sua funzione. Anche Ratzinger fu un teologo contestatore….

        • Don Pietro Paolo ha detto:

          Il teologo non ha il carisma dell’infallibilita’, per cui anche se un teologo diventa papa, può prima aver detto cose che non erano perfettamente ortodosse. Nessuno si puo vantare di essere teologo della Chiesa in quanto I carismi , compreso quello di teologo, deveno essere riconosciuti dall’autorità apostolica. È la Chiesa, papa ex cathedra, e i vescovi nel concilio cum e sub Petro, ad essere infallibile. Il.magistero ordinario dei vescovi, compreso quello del papa, non è infallibile. Figuriamoci poi un discorso improvvisato o un’intervista. Ritornando poi ai teologi, si suole dire che c’ è un primo Tizio (ad esempio un primo Agostino), un secondo …e un terzo in quanto man mano maturavano le loro riflessioni e le perfezionavano nel tempo se non cambiarle completamente. E questo vale, come per S. Agostino, S. Tommaso ed altri grandi, anche Ratzinger. Credo che il meryo di Ratzinger è stato di aver incanalato la teologia di Rahner nell’alveo della Ortodossia. Mi piace tuttavia concludere, non sminuendo il valore dello studio della teologia, come dicono i Padri e l’oriente cristiano, che teologo è colui che prega e io ne sono fermamente convinto

        • Adriana 1 ha detto:

          Rolando,
          grazie delle utili informazioni.

      • Don Ettore Barbieri ha detto:

        Don Pietro Paolo almeno lei cerchi di capire. La risposta era per Adriana1: dure, come ha scritto lei correttamente, che San Tommaso non è il Vangelo non autorizza a concludere che rimanga la sola Scriptura come fonte della fede..

        • Don Pietro Paolo ha detto:

          Don Ettore, sì! l’ho capito.Tuttavia non vedevo nell’intervento di Adriana nessun salto “logico”

    • Rolando ha detto:

      Enrico Nippo caro, lascia che ti dia una banale risposta usando parole falsamente credute di Sant’Ambrogio:
      “IN TE DOMINE SPERAVI, NON CONFUNDAR IN AETERNUM”.
      Ed ognuno ha la propria verità nel cuore, come scrive Agostino quando invita a ritornare in sé! Mia mamma mi ha lasciato uno stupendo testamento.
      Sul piano delle chiacchiere: verba praetereaque verba! E chi più ne dice più è irrequieto o più prova Piacere.

      • Don Ettore Barbieri ha detto:

        Vero. A cominciare da lei che in quanto a parlare non mi pare secondo a nessuno.

        • Rolando ha detto:

          D’ACCORDISSIMO. Una tantum.
          Ma quando mi collego con l’INEFFABILE, non conosco parole. Piango e non so dare un senso perché mi mancano le parole ed il pensiero è Lui. Solo Lui, il Grande Silenzio.

  • Rolando ha detto:

    Cara MILLI, il paragone non calza perché l’esempio che porti tu è già di per sé tutto un guazzabuglio mentale fuorché un esempio logico e razionale.
    “Definire l’anima da una frasetta detta dal pontefice (del tutto decontestualizzata) è ridicolo”.
    Ti sfido: spiegami tu la semantica del termine! Solo questa!
    E se tu vuoi ridere leggi: JOSEPH RATZINGER BENEDETTO XVI, Escatologica, morte e vita eterna, V ristampa 2020 e vedrai un tedesco tra i tedeschi convivere nei favolosi tempi della gnosi, avulso da ogni umana concretezza, ancor pieno della sua superiorità iconica.
    La definizione riportata si trova a pag. 11 con data e firma.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Per don ETTORE.

    Quindi anche l’Aquinate va preso con le pinze?

    Anch’egli cade sotto la lente del giudizio?

    Il tanto esaltato Tomismo da parte delle frange più tradizionaliste, avrebbe i suoi scheletri nell’armadio?

    Non sto scherzando. Lo chiedo con tutta la serietà possibile.

    • Don Ettore Barbieri ha detto:

      È stato proprio un certo tomismo a rovinare San Tommaso. Per l’Aquinate il fine era la ricerca della verità. Certo, la Chiesa lo indica come modello di equilibrio tra ragione e fede, ma si è sempre ben guardata dall’abbracciare in .modo esclusivo la sua opera.

      • Rolando ha detto:

        Don Ettore, don Ettore che dici mai!!!
        Leggi il Catechismo della Chiesa Cattolica con i suoi 2865 articoli annunciati con LAETAMUR MAGNOPERE di cui il 2267 già corretto/cambiato da papa Francesco.
        Ebbene, solo l’Eucarestia si salva e grazie alla sola filosofia dell’Aquinate! Se cade questa, infatti, cade il Papato con tutta la Chiesa Cattolica.
        Ma tal base filosofica è altamente sorpassata, vecchia ed antiscientifica. Cos’è sostanza?! Cos’è accidente?!
        Quante inutili parole! E pensare che qualcuno in casa aveva scritto che nelle molte parole s’annida il Peccato!

      • Rolando ha detto:

        E aggiungo, caro don Ettore, quanto scrive Sant’Ambrogio.
        “Dobbiamo essere convinti che non si tratta dell’elemento formato dalla natura, ma della sostanza prodotta dalla formula della consacrazione. Ed è maggiore l’efficacia della formula di quella della realtà della stessa natura perché l’effetto consiste proprio nella TRASFORMAZIONE della stessa Natura”.
        Che vetta di ragionamento!
        Penso che chi scrisse l’ineffabile frase che sta incisa sulla famosa Stele di Rosetta, molto più di mezzo millennio prima, avesse le idee molto più chiare e precise circa il Dio Eucaristico.
        Ecco quanto:
        Stele di Rosetta 452 a.e.v. La 53ma riga riporta:
        ΑΙΓΥΠΤΩΙΛΥΞΟΥΣΙΚΑΙΤΙΜΩΣΙΤΟΝΘΕΟΝΕΠIΦΑΝΗΕΥΚΑΡΙΣΤΟΝ
        “Gli Egizi magnificano e adorano il Dio Eucaristico manifestato”. Che va sicuramente inteso come un Dio che si fa vedere per la sua concreta fisica Bellezza.
        La trasformazione è sempre un atto di Natura: energia e massa interscambiabili. Così come sono un atto di Natura anche le fantasie umane. Ma sempre atti di Natura.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    In aggiunta alla mia risposta di oggi a Mario (07:32), lo posto qui per suscitare l’interesse di non pratica la politica dello struzzo. Si commenta da solo. Non perdo tempo prezioso a commentare una notizia che ha visto il papa impegnato per ben quattro ore…!!!
    https://www.caffestoria.it/lirresistibile-fascino-disney-anche-di-la-dal-tevere/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=newsletter-post-title_214

  • Carmelo G. ha detto:

    Per una volta, finora forse l’unica, che al sig. Jorge Bergoglio scappa di dire una cosa giusta … tutte queste critiche! Ma per favore, signori del Sismografo, l’aborto è il più orrendo degli omicidi, perché la vittima è un essere innocente e indifeso, e l’omicida è colei che dovrebbe tutelarne la vita. Se è lecito uccidere un bimbo nel grembo materno, diventa lecito uccidere sempre!

  • FANTASMA DI FLAMBEAU ha detto:

    A proposito di omicidi, assassini e complici.
    https://www.silvanademaricommunity.it/2022/07/05/codice-ratzinger/?utm_source=feedburner&utm_medium=email

    -Un parto prematuro con il bimbo che resta vivo sarebbe anche la tecnica migliore per la salute della madre. Invece si pratica un aborto, con una maggiore pericolosità per la madre, pur di uccidere il bambino. Una delle tecniche di aborto tardivo è quello salino, si iniettano acqua e sale nel ventre della madre, così che il feto muoia disidratato, coperto di ustioni osmotiche, più recente è la tecnica di aborto a nascita parziale, si fa nascere il piccolo per parto cesareo e mentre ha ancora la testa nella vagina della madre il medico affonda il bisturi sotto la nuca e recide il midollo. Nei video si vede il piccolo corpo che sgambetta e si agita per poi afflosciarsi. Si tratta quindi dell’uccisione volontaria di un bimbo che potrebbe benissimo vivere senza disturbare sua madre. Uno dei maggiori entusiasti propugnatori di questo diritto è la presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi, “cattolica”. L’arcivescovo di San Francisco Salvatore Cordileone le aveva per questo negato l’Eucarestia, che non può essere data a persone in stato di peccato mortale. È un sacrilegio. Secondo testimoni la signora Pelosi ha ricevuto l’Eucarestia durante la Messa presieduta da Bergoglio nella Basilica di San Pietro alcuni giorni fa. In questa maniera sarebbe stato commesso un sacrilegio gravissimo, e per l’ennesima volta sarebbero state elogiate abortiste. La contraddizione è una tecnica precisa di manipolazione mentale. Bergoglio spesso pronuncia sillabe contro l’aborto, però poi si contraddice nei fatti: la più grande abortista italiana, la sinora Bonino, accolta affettuosamente in Vaticano, dichiarata una grande italiana, la più grande abortista olandese Lilian Ploumen insignita dell’ordine Pontificio di San Gregorio Magno. A questo punto è sempre più impellente la domanda: chi è Bergoglio?-

    E’ colui che ha negato il “cardinalato” a José H. Gomez, arcivescovo di Los Angeles e presidente della Conferenza Episcopale USA, perché troppo “rigido” (quanto a monsignor Cordileone, troppa “misericordia” non sia finito come il vescovo di Arecibo, Porto Rico, licenziato in tronco perché reo di eterodossia verso un articolo di fede bergogliana; debole con i forti, prepotente con i deboli).
    https://www.marcotosatti.com/2022/03/10/rimosso-dal-papa-un-vescovo-a-portorico-era-scettico-sul-sacro-siero/
    Preferendogli il più caro a su corazón Robert McElroy, titolare della sede suffraganea di San Diego, fra i responsabili del tentato insabbiamento dei crimini di Theodore McCarrick ed esponente di punta dei catto-Lgbtqwerty.
    http://www.korazym.org/75592/il-vescovo-robert-mcelroy-rimase-in-silenzio-sapendo-di-mccarrick-la-petizione-a-papa-francesco-di-non-crearlo-cardinale/
    -Il Vescovo di San Diego sostiene anche di dare la Santa Comunione a politici pro-aborto, contro all’insegnamento della Chiesa. Inoltre, ha concelebrato messe LGBTQI+ e ha affermato che il tentativo di normalizzare l’ideologia LGBTQI+ da parte di Padre James Martin, S.I., è “pienamente in sintonia con l’insegnamento cattolico”.-

    Spigolature.
    https://www.maurizioblondet.it/wikileaks-il-conservatore-papa-benedetto-xvi-fu-costretto-a-dimettersi-da-obama-soros-e-clinton/
    https://www.maurizioblondet.it/dellimportanza-francesco-hillary/
    https://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351250.html (“Benvenuti i ricchi. Francesco li accoglie a braccia spalancate”)
    https://www.maurizioblondet.it/il-vaticano-entra-in-alleanza-globale-con-rothschild-fondazione-rockefeller-e-grandi-banche-per-creare-un-great-reset/
    https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2022-05/davos-laudato-si-diseguaglianze-papa-francesco.html
    https://www.maurizioblondet.it/el-papa-ha-incontrato-due-volte-bourla-in-segreto-e-melinda-gates-e-fauci/
    https://www.aldomariavalli.it/2022/07/07/vax-vobiscum-la-nuova-trinita/

    I bambini volano in Cielo, le parole di Bergoglio no.

  • Rolando ha detto:

    Caro don Ettore, ritorno alla tua delle 12;38 di oggi.
    In essa c’è una tua affermazione di portata INCALCOLABILE che riporto: “Mi pare fin troppo chiaro che un conto sono i gameti maschili e femminili, un conto un concepito, distinto dalla propria madre”.
    Mi fermo a questo tragico “distinto dalla propria madre”. Nella stessa misura in cui volevi dire che è distinto dal proprio padre? O volevi dire a sé, separato? Così come gli antichi greci ritenevano essere il corpo della donna? Cioè un nido che cova l’omuncolo. Per cui moralmente discendeva l’imparagonabilità di un matricidio nei confronti del patricidio. Ma lasciamo. La cosa è interessante perché all’inutilità del maschio, come qualche scienziato ha scritto, potrebbe benissimo seguire l’inutilità della donna-nido, come qualcuno sostiene sia già accaduto in Cina. Mi fermo qui. Ma temo che niente mai fermerà l’uomo nello scoprire i “misteri” della Natura. Perché tutto ciò che l’uomo fa è perché la Natura lo rende di fatto possibile. E qui si pone un enorme problema.

  • Cristiana Cattolica ha detto:

    Il vicario di satana Bergoglio, insediato invalidamente sul trono di Pietro dalla massoneria ecclesiastica, sta portando avanti con fedeltà il suo mandato distruggere la Chiesa di Cristo da più di 9 anni……

    E chi finge di non saperlo e si ostina a chiamarlo Santità o papa regnante, fa il gioco del DIAVOLO.

    • MARIO ha detto:

      E lei invece si ostina a fare fare il giochetto sadico del sicario di Sua Santità il Pontefice regnante… pur essendo perfettamente consapevole delle conseguenze…

  • Don Pietro Paolo ha detto:

    Non capisco il perché di tante chiacchere. Fermo restando che l’aborto è un orribile crimine, come volete che si chiami il medico che l’attua, al di là di chi viene pagato, sicario o assassino? Ma che differenza c’è tra sicario e assassino? Senza giudicare le persone che ricorrono a questa macabra realtà, oggettivamente bisogna chiamare l’aborto procurato col suo vero nome: omicidio. Definire le persone operatori di aborti col suo vero nome, forse, potrà produrre ferrite in loro e nelle donne, ma ricordiamoci che se da una parte sono persone ferite dalle parole (in questo caso quelle del pontefice), dall’altra sono loro che si rendono sicari e uccidono stroncando materialmente con le armi la vita di innocenti.

    • alessandro ds ha detto:

      Don Pietro, la realtà è che qualsiasi cosa faccia o dica Bergoglio, ormai è un bersaglio degli odiatori. È se da ce l contrario di ciò che vogliono sentire, è un eretico. E se dice ciò che mi neve vogliono sentire, eh beh.. Ma lo ha detto male, ma. Ca do sensibilità…. Ormai è un tiro al bersaglio degli odiatori.
      Ora non gli va nemmeno più bene se dice che l’aborto è un crimine e chi lo pratica è un criminale.
      Addirittura pure per la troppa assistenza ai poveri è sempre i saltato, senza nemmeno un briciolo di pietà per i poveri che sono in strada, ormai gli oppositori di Bergoglio sono diventati talmente tanto malvagi, che nemmeno se ne rendono più conto che ciò che dicono sono bestialità.

      • Marco Tosatti ha detto:

        Definire Badilla un odiatore di Bergoglio mi sembra un tantinello eccessivo…sta scherzando, vero? :-)))

        • alessandro ds ha detto:

          Non è Badilla il punto, il punto sono i continui attacchi a tutto campo su ogni minima cosa o argomento, che le sette scismatiche stanno portando costantemente contro la Chiesa Cattolica.
          Io detesto Bergoglio, sono convinto che egli non sia stato eletto validamente. Ma vedere il continuo accanirsi con costante malvagità da parte di scismatici non cattolici, atei , gente che vive ossessionata dal dover cercare di distruggere la chiesa e la sua unità, sinceramente si è arrivati a un punto di disgusto disarmante. Considerando che poi tutte queste persone sono atee o non cattolica, verrebbe anche il dubbio che si tratti di vere ossessioni sataniche, visto che nel 90% dei casi queste persone hanno anche dimostrato di non stare bene psicologicamente.
          Poi lei dott. Tosatti sa a cosa mi riferisco quando parlo di odiatori, il ciò è ricollegato anche agli ultimi commenti censurati.

          • Adriana 1 ha detto:

            Come fa a sapere quali siano gli ultimi commenti censurati? Lei fa parte dei censori?

          • alessandro ds ha detto:

            Perché erano i miei, dove contestavo che molti giornalisti “atei” E molti “acattolici” (Acattolici = non cattolici) appartenenti a sette di ogni genere e luogo (che la Chiesa non ha mai riconosciuto e sempre ripudiato, anche sotto Benedetto XVI) tutti i giorni attaccano la Chiesa tramite Bergoglio, spesso per cose anche superflue o ingiuste, e lo fanno tutti i giorni con una costanza che lascia dedurre che essi nella vita facciano solamente questo, ovvero, vivano la loro vita solamente aspettando un qualsiasi protesto per attaccare la Chiesa (esempio dell’intervista sull’aborto è un caso eclatante) , analizzando il “fatto incontestabile” Che le persone che lanciano questi attacchi sono “atei e acattolici” , la domanda che a qualsiasi persona non stupida viene in mente è: ma perché lo fanno se nemmeno gli interessa, se nemmeno ci credono?
            Io cattolico, per caso, mi vado a interessare è combattere tutti i giorni per contestare il nuovo leader Buddista sia un buon buddista? Riflettetici.
            Poi i continui attacchi al Concilio Vaticano II, fatti da persone che non sanno nemmeno che in passato è stata istituita una Commissione apposita per l’interpretazione dei documenti del Concilio.. Eppure sono Vescovi, ma non sanno nemmeno queste cose? Oppure fanno finta di non saperle?
            Persone che hanno abbandonato pubblicamente è notoriamente la comunione con la Chiesa ( non perché non riconoscono Bergoglio, ma perché non riconoscono gli ultimi 5 Pontefici è il loro magistero) tutti i giorni con faccie di Bronzo criticano aspramente la Chiesa creando divisioni, dandosi indirettamente anche dei “santi”…..

          • Adriana 1 ha detto:

            Mmmmh…mi sa tanto di DS Alessandro ” pro domo sua “.

  • Donna ha detto:

    Solitamente non condivido quasi nulla di ciò che esterna Bergoglio,ma questa volta condivido in pieno la sua esternazione a proposito dell’aborto “è come affittare un sicario”!, Nulla di più vero, inutile girarci intorno e pretendere di essere soft di fronte ad un atto che è mero omicidio, punto. Il peccatore non si giudica,ma il peccato si,e l’aborto è l’uccisione di una creatura inerme. Molte le ragioni che possono spingere la donna a fare questa scellerata scelta e il giudizio del peccatore spetta sicuramente solo a Dio, ma carità vuole che sia affiancata dalla verità e non si può tacere ciò che è male e rovina per l’anima,anche del medico che si presta a tale scempio.

    • alessio ha detto:

      Guardi Donna , che quella
      del pontefice è un’operazione
      di calcolo così semplice che
      persino all’APSA (finanze
      vaticane ) saprebbero fare ;
      infatti le ricordo che ha dato
      la comunione a Nanci Pelosi
      e il mostro della Bonino è
      di casa in vaticano , come
      Draghi e Conte che è
      amico di Parolin, infatti
      gli amici di Verona direbbero:
      a Parolin se piase el vin .

    • Miserere2 ha detto:

      Di solito i sicari si affittano per uccidere le persone oneste e favorire la malavita (caso Ambrosoli docet). In quanto all’aborto e’ più articolato, a volte. Esistono VERI aborti terapeutici. E perché non potrebbe essere omissione di soccorso alla madre in pericolo di vita?

  • Sherden ha detto:

    Al Sismografo e a Luis Badilla gli devono essere venute le convulsioni: dopo tutto il lavoro di anni e anni per fare i piacioni al mondo salottiero della gente che piace, il pampero sta sbroccando (come l’orologio fermo, ogni tanto segna l’ora esatta). Come si permette di dire quello che l’aborto in effetti è? Vuoi vedere che Nancy si offende e non torna più a prendere la comunione in vatikano?
    ‘ccipicchia, oh…

    • Miserere2 ha detto:

      Capisco che Badilla sara’ odiato perché cileno che non si sottomise all impero USA.
      Certo Pinochet faceva -pure lui- la comunione.
      Io solidarizzo comunque con il popolo cileno che resistette.

      • Sherden ha detto:

        Cosa c’entri il fatto che Badilla sia cileno (manco io, come molti altri, lo sapevo), o che sia contro l’imperialismo USA (ancora: che c’entra?) non è dato sapere. Mah…
        A proposito: nessuno ha detto né scritto di “odiare Badilla”.
        Prima di inviare, rilegga.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Premesso che non mi ritengo all’altezza di dare suggerimenti a chicchessia sull’uso delle parole e che rispetto la libertà di parola e di giudizio di tutti, indistintamente, mi limito ad esporre delle semplici considerazioni su pareri e scritti che vado leggendo, quotidianamente. Libera da preconcetti e condizionamenti di sorta e grata, infinitamente, al dott. Tosatti per il rispetto della pluralità di pensiero e per la possibilità, di cui posso fruire, di segnalare articoli di suoi colleghi, privilegiando quelli rispondenti ai canoni di un giornalismo senza paraocchi.
    Alcune puntualizzazioni pervenute ieri, in replica ad affermazioni dell’intervista del papa per la Reuters, pubblicate “a puntate”, mi hanno fatto balenare l’impressione di un imbarazzo, evidentemente non provato nella cerchia di chi dovrebbe avere a cuore la difesa della Chiesa e del papato, nella loro essenzialità, e non dell’immagine che se ne vuole salvare nella persistente autoreferenzialità.
    Solo qualche giorno fa, i media mainstream con titoloni altisonanti avevano rilanciato la possibilità – quasi prossima: a settembre – di un viaggio del papa a Kiev, ma “prima a Mosca”. Ebbene: ieri, per bocca del portavoce del presidente Putin, Dmitry Peskov, è arrivata la seguente dichiarazione, che se non è una secca smentita poco ci manca. «Il Cremlino non è a conoscenza di contatti sostanziali per una visita del Papa a Mosca. Una visita del genere dovrebbe essere preparata ai massimi livelli. [Il Papa] conosce la nostra posizione. Una visita al più alto livello dovrebbe essere preceduta da preparativi. Per quanto ne so, non ci sono contatti sostanziali su questo argomento».
    E: se non lo sa lui! Figuriamoci l’opinione pubblica cui non è stata offerta la conoscenza di tale precisazione con lo stesso strombazzamento riservato all’annuncio papale…
    Mentre, sempre ieri, la stampa iniziava ad enfatizzare la “rivelazione” circa l’inserimento di due donne nella commissione preposta alla scelta dei vescovi, dalla Cina il portavoce degli esteri, interrogato sulla risposta del papa al vaticanista della Reuters circa il rinnovo dell’Accordo (provvisorio e segreto; alla seconda scadenza ad ottobre prossimo) per la nomina dei vescovi ha eluso la domanda su una sua revisione in alcuni termini – come si era espresso il card. Parolin, in un colloquio dell’aprile scorso con Acistampa – confermando che «Le due parti continueranno a portare avanti i lavori correlati in conformità con l’agenda concordata».
    Ora, per “far la vita meno amara”: l’intervista di Bergoglio all’ ex responsabile della comunicazione ai tempi di Buenos Aires, rilasciata nel mese di giugno, ma di cui si è avuta notizia soltanto negli ultimi giorni. (Almeno) senza far “rumore” come le altre, con le quali vanta la stessa durata: 90 minuti, un’ora e mezza, ma che è stata “ridotta” a 20 minuti, data la modalità di trasmissione scelta. Un Podcast, con il quale si è inteso offrire risposte a temi della “vita più semplice”, escludendo quelli di attualità che trovano spazio su tutti gli altri media e che si conclude con la confidenza sul modo del papa di affrontare la vecchiaia: «Io, alla mia età, rido di me stesso e vado avanti».
    Chissà se la sua risata riuscirà a contagiare i “comuni” soggetti che vivono la stessa fase della vita…
    Intanto: che rida chi vuole, con il papa che ride di sé… “Del doman non v’è certezza”.
    Io che sono abituata a riflettere sui pronunciamenti papali, continuerò a farlo, cercando risposte alle mie perplessità nella Parola di Verità e Vita, con la quale cerco di salvaguardare le certezze amate e coltivate grazie ai formatori di altri anni… che avverto come troppo lontani … della mia vita.
    https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2022-07/podcast-francesco-intervista-acerdote-argentino.html

  • MARIO ha detto:

    Ma guarda un po’ questo Badilla, che quando gli fa comodo diventa più “tenero” di Francesco… e non perde occasione per puntare il dito.
    Con la differenza che lui, il Badilla, i polli li fa ridere… mentre il Papa li fa piangere (perlomeno quelli a cui è rimasto un briciolo di coscienza).
    Il Papa ha capito che è più efficace una parola, e a maggior ragione se ripetuta, che mille chiacchiere inutili.

  • Rolando ha detto:

    In questo intervento noto tre considerazioni chiave.
    1) “Non armis sed verbis” di ovidiana memoria: uccidono più le parole che le armi.
    2) Il papa è come ogni uomo. Sì il papa è un uomo come ogni altro uomo. Non bisogna equivocare l’uomo con la sua “funzione”. Ognuno ha la propria e ciò che la contradistingue è la divisa, una convenzione di convinzioni. Così come magnificamente spiegato dal sommo fisico Richard Feynman rievocando un insegnamento di suo padre di fronte ad una foto di una marea di fedeli inginocchiati davanti Pio XII in piazza San Pietro nel 1951.
    3) Il terzo punto richiama il primo nell’intento di svelare un equivoco di fondo. Nel fai da te in quest’affare dell’uccisione di una vita iniziata spesso ci rimetteva la vita anche la madre. Allora mi pare assodato che nel ricorrere al medico ci sia “un-innanzitutto-solo” la evidente preoccupazione della salvaguardia della salute e della vita della donna. Pertanto qui il medico assolve alla sua propria funzione sotto due aspetti legali: la salute della donna e l’attuazione di ciò che la legge permette. Definirlo “sicario” come fa il papa è solo una gratuita tragedia tra farsesche o tragiche funzioni, come uno le vuole recepire.
    Cioè è una gratuita guerra di parole che aggiunge macrabo al macrabo. Ma questa è la bruttezza della “funzione” a coronamento della tragicità della vita! Qualsiasi funzione, sacra compresa.

    • Don Ettore Barbieri ha detto:

      Il medico che sopprime una vita umana sapendo di sopprimerla, ancorché autorizzato dalla legge (anche le leggi razziali del 1938 erano tali) si chiama assassino. La madre che compie tale atto può avere molte attenuanti, ma non ha il diritto di uccidere il proprio figlio. Il resto sono solo foglie di fico per tacitare la falsa coscienza sua e di tanti borghesi che consideravano e considerano come una bagatella da risolvere senza troppi problemi e soprattutto senza troppo rumore.

  • Davide Scarano ha detto:

    Se è vero che è possibile utilizzare altre parole per definire l’aborto, mi piacerebbe sapere quali termini avrebbe utilizzato, in carità e verità, la redazione di tale sito. PS A voler esaminare il significato letterale delle parole l’espressione “sicario” è impropria perchè l’equipe medica che esegue l’aborto non è pagata da chi abortisce ma, almeno in Italia, dalla plaea degli iscritti al Servizio Sanitario Nazionale. Per il resto si può negare che nell’aborto vi sia chi decide, chi paga e chi muore?

    • Miserere2 ha detto:

      Ma certo. L aborto e’ ben più complicato dell espianto degli organi . Ci son più vite in gioco. Nessuno ridurrebbe all elettroencefalogramma piatto per poter estrarre un cuore, volontariamente. Invece nell aborto esistono tanti casi differenti. Rispetto le sante BERETTA MOLLA. Ma non tutti la pensano e devono di legge pensarla cosi. Hai dei figli da crescere. Usi la ragione e non il sentimento. O il contrario.

  • acido prussico ha detto:

    Ogni botte da il vino che ha.
    L’Azienda Vitivinicola Vat2 dall’annata 1964/1965 ha prodotto una varietà di vini piú o meno bevibile. Nel 2013 Vinificatori ebbri hanno imbottato un vinello che per farsi bere doveva avere Anidride Carbonica, fare bollicine.
    Avendo bassa gradazione alcolica col tempo si è inacidito anche per effetto della calura del globo e che la botte è in un locale inadeguato.
    Comunque è stato bevuto: non c’era altro.
    Intanto il vinello si sta esaurendo e dalla botticella fuoriesce una sostanza morchiosa.

    • LUCIANO MOTZ ha detto:

      Non direi che il vinello s’è inacidito. Se non è vero vino, non diventa nemmeno aceto. Semplicemente, quel liquido con l’apparenza di vino messo nella botte l’anno 2013 è ora indefinibile, somiglia all’acqua sporca.

  • alberto ha detto:

    Non ho capito, il massacro di un bambino come lo vuoi definire una birichinata?

  • Andrea Cionci ha detto:

    Stia più attento alla scelta delle parole, tipo quando si fa chiamare “papa” Francesco, dato che Lei non lo è in quanto Benedetto XVI vi ha “indotti in tentazione”: prova non superata. Segnalo che la d.ssa Silvana De Mari ha scritto una recensione perfetta e dettagliata su “Codice Ratzinger”. https://www.silvanademaricommunity.it/2022/07/05/codice-ratzinger/?utm_source=feedburner&utm_medium=email

  • Don Ettore Barbieri ha detto:

    Posizione molto ipocrita quella del Sismografo, tipica di un certo cattolicesimo del si, ma. Il Vaticano II, tanto caro a questi cattolici, quando fa comodo a loro, definisce l’aborto “abominevole delitto”. Come valutiamo questa espressione? Giovanni Paolo II, in Evangelium vitae, dice che i crimini legalizzati da mqggioranze parlamentari ed elettorali restano crimini.
    Norberto Bobbio, che certamente cattolico non era, diceva che l’argomento dell’aborto legale come rimedio all’alto numero di aborti clandestini era debolissimo: l’alto numero di furti d’auto non porta a legalizzare il furto.
    Chi ha detto, poi, che l’aborto sia necessariamente un dramma?
    La verità vera è che l’aborto – Chiesa cattolica a parte – è sempre stato considerato con indulgenza, anche dalle leggi civili, sottintendendo che un bambino non nato è qualcosa di inferiore ad un adulto.
    Le barbare leggi fasciste, come le definiva Berlinguer, prevedevano una pena dai due ai cinque anni per la donna che abortiva, poco più che l’omicidio colposo.
    Dall’idea di un omicidio di gravità decisamente inferiore (del resto anche l’infanticidio è punito meno dell’omicidio di un adulto) si è passati all’idea che portare avanti una gravidanza sia un problema esclusivo della donna e che ciò che porta in grembo non sia nulla, contro ogni evidenza scientifica.

    • laura cadenasso ha detto:

      La sua risposta mi piace. Uscenda dal tema aborto, le rivolgo una domnanda : dell’ eutanasia che ne pensa ? La ringrazio in anticipo se vorrà rispondermi….ovviamente in termini altrettanto sintetici.

      • Don Ettore Barbieri ha detto:

        Cara Signora Laura, l’eutanasia non è altro che il versante opposto dell’aborto.
        La materia è più complessa, perché va considerata anche la questione dell’accanimento terapeutico.
        Ma lo spirito con cui si pone il problema dei malati terminali o dei disabili con gravi menomazioni è identico a quello con cui si sostiene l’aborto: io posso fare di me e degli altri (almeno quando questi altri non sono in grado di reagire) ciò che voglio.

        • Rolando ha detto:

          Sì, è vero che io uomo non posso fare ciò che voglio.
          Infatti ogni “decisione” parte dalla cellula, da una delle miriadi con cui è composto il corpo. Necessità, solo Necessità condizionante. Checché ne dica chi crede di saperne di più, cioè chi è necessitato in grado superiore.

          • MARIO ha detto:

            Caro Rolando,
            la libertà non esiste? I neuroni decidono per noi (200 millisecondi prima che entri in azione la nostra volontà)?
            Mi sa che non sei molto aggiornato sulle ultime ricerche e scoperte, che smentiscono il famoso “esperimento di Benjamin Libet”, a cui sei molto affezionato.
            Leggiti, per esempio, questo articolo:
            https://www.uccronline.it/2022/05/09/libero-arbitrio-smentito-il-celebre-esperimento-di-libet/

          • Rolando ha detto:

            Grazie Mario, non è stato smentito un bel niente! Ciò che B. Libet ha sperimentato, ha trovato tante altre conferme in tutto il mondo, che non ti sto qui a citare. Comunque la Scienza procede per assiomi, non per dogmi. Anche ciò che hai riferito tu è altrettanto smentibile se è scientifico. E non ci sono solo le prove scientifiche a dimostrare, ma le stesse cantonate che prende la cosiddetta “coscienza”. E anche fosse vero che la coscienza inizia/emerge in uno con l’azione stessa, ambedue risultano “determinate”. O attribuisci all’uomo la libertà d’azione veramente cosciente, propria solo del Dio? Dimmi dove sta l’intenzionalità, cioè da dove nasce?

        • ex : ha detto:

          «La materia è più complessa, perché va considerata anche la questione dell’accanimento terapeutico»

          In realtà a renderla complessa è l’indebito (e da parte di molti ipocrita) accostamento ed opposizione delle due pratiche: la dolce (!) morte e l’accanimento terapeutico. I disonesti, favorevoli all’eutanasia (non dico che tutti i favorevoli all’eutanasia siano disonesti, mi riferisco a chi – favorevole all’eutanasia – è disonesto), affermano che coloro che sono contrari all’eutanasia sono favorevoli all’accanimento terapeutico. E molti, in buona fede ma un po’ confusi sulla questione, tendono a pensare la stessa cosa. Niente di più falso e le due pratiche non hanno alcuna attinenza od opposizione fra esse, e sono ambedue condannate dalla Chiesa.

          Non si può fare confusione. L’accanimento terapeutico si ha quando ad un malato terminale si continua a somministrare dei medicinali od applicare terapie di cui ormai si ha la certezza assoluta che non possono più portargli alcun giovamento, o addirittura lo fanno ancor più soffrire. A quel punto la coscienza (e per prima quella medica) dovrebbe indurre a cessare l’accanimento ed eventualmente limitarsi a somministrare solo quei farmaci che possano alleviare la sofferenza al malato fino alla sua fine, senza che essi la provochino. In questo caso non si tratta di eutanasia, e la Chiesa l’ammette (sulla sospensione dell’alimentazione ed idratazione vedi NOTA in calce).

          L’eutanasia invece consiste nell’effettuare un intervento diretto ad uccidere il paziente (somministrazione di una sostanza letale o quel che sia), qualunque ne sia la motivazione che si porti come giustificazione (l’eutanasia in alcuni Paesi si pratica anche a chi chiede che gli venga praticata, pur essendo sano, soltanto è… depresso). Qualunque motivazione non può giustificare un omicidio, ché di omicidio vero e proprio si tratta, e se il soggetto e consenziente anche di suicidio.

          Sono due cose ben diverse che non possono creare confusione

          NOTA – A proposito di cessazione di accanimento terapeutico, non si può considerare tale (cioè la sua cessazione) la sospensione dell’alimentazione ed idratazione ad un soggetto considerato malato terminale, perché significa privarlo degli elementi normalmente indispensabili per la vita di qualunque essere, che non sono medicine. Vuol dire far morire il soggetto di fame e di sete, che è una delle morti più terribili, preceduta da lunghe ore di inimmaginabili sofferenze. Erano (e sono dove ancora esistono) più misericordiosi i boia che usavano la ghigliottina, la mannaia o il capestro; in confronto ad essa veramente l’eutanasia è una “dolce” morte.

          • Don Ettore Barbieri ha detto:

            Carissimo, lungi da me creare confusione. Ho solo voluto dire che, nella pratica, non è sempre facile capire quali sono cure straordinarie che si possono rifiutare e quali ordinarie che si è obbligati moralmente ad accettare. Dire che non sia facile non significa che sia impossibile, naturalmente.

    • Rolando ha detto:

      Parole sagge le sue, caro don Ettore!
      L’apice di cotanta tragedia è appena sfiorato da queste sue imprecise, per me, parole: “sottintendendo che un bambino non nato è qualcosa di inferiore ad un adulto.”.
      Mi sa allora che era nella piena verità, cioè realtà delle cose tutte così come stanno ed evolvono, anche la mente suprema di San Tommaso d’Aquino quando stigmatizzava un delitto una cheiroeirastìa con emissione di seme.

      • Don Ettore Barbieri ha detto:

        Mi piace questa sua risposta e sa perché? Perché è uguale alla butade provocatoria xhe un ragazzo di 17 anni mi ha rivolto molti anni fa, dicendomi che lui e un suo amico erano giunti alla conclusione che facendosi le … commettevano tanti omicidi.
        Mi pare fin troppo chiaro che un conto sono i gameti maschili e femminili, un conto un concepito, distinto dalla propria madre, come la scienza testimonia molto di più che al tempo di San Tommaso. Poteva tirare fuori il fatto che San Tommaso considerava lecito – in base alle conoscenze dell’epoca – l’aborto fino al terzo mese, argomento agitato dallo spirito guida di Vincenzo Paglia (nomen omen) Marco Pannella..
        Il suo intervento testimonia, invece, una tipica sottovalutazione della sessualità e della vita, tipica di una certa mentalità borghese e non solo, come se ciò che attiene alla sessualità e alle sue conseguenze fosse.qualcosa di totalmente privato, di cui non dover rendere conto a nessuno.

        • Rolando ha detto:

          Caro don Ettore, repetita iuvat sed “straccat”.
          “Poteva tirare fuori il fatto che San Tommaso considerava lecito – in base alle conoscenze dell’epoca – l’aborto fino al terzo mese, argomento agitato dallo spirito guida di Vincenzo Paglia (nomen omen) Marco Pannella.”
          Già fatto, da parte mia, in questo bel sito del dott. Marco Tosatti e citando anche il Padre Redentorista Bernhard Haring che su quest’argomento parlammo assieme negli anni ’70 e precedette Pannella e Paglia nella medesima opinione.
          A me non interessa quando Dio infonde l’anima, che è un termine che in Scienza non ha valenza alcuna e la cui semantica nasce col vento, ma il processo da zigote, morula, blastocisti…. Il fatto che fino al 27-29 giorno non è nè femmina, nè maschio, forse solo femmina, ecc… ecc… Si può contare il numero delle cellule….
          Quanto alle prediche morali, i moralisti sono il fior fiore dell’ipocrisia. E quanto al rispetto della vita…. vedere la caduta sacra di deretano del Patriarca di Mosca…. Nonché la povera scienziata Ipazia di perenne memoria, vittima del fanatismo cristiano.

          • Correzioni ha detto:

            La storia di Ipazia è una balla, si faccia una cultura. È da un pò che leggo i suoi commenti pregni di ignoranza, non potevo in questo caso soprassedere. Alessandria era una città divisa in tre classi, poveri Egiziani, Ebrei e colti Greci. I conflitti di classe iniziarono ben prima del Cristianesimo. Ipazia è stata vittima di un flesh non delle banlieue del tempo. I problemi erano le tensioni etniche presenti in città. Si legga qualsiasi storico serio, e per favore, eviti di commentare quando non sa cosa dice.

          • Don Ettore Barbieri ha detto:

            Lei è molto abile a creare dei minestroni in cui mescola cose fra loro distanti o comunque non direttamente collegate. Io, ad esempio, e volutamente non ho mai pronunciato la parola anima. L’ha introdotta lei. Scientificamente non vi è soluzione di continuità tra lo zigote e il neonato. È una vita umana? Se sì- e non penso si possa dire che sia una vita felina – perché è possibile disporne entro 90 giorni e non dopo? Magari anche dopo la nascita, come sostiene il filosofo australiano Singer.
            Quanto ad Haering era di quelli che tiravano fuori San Tommaso quando le sue tesi contrastavano il magistero successivo. Se è per questo l”Aquunate non era convinto nemmeno dell’Immacolata Concezione e con ragione,-immagino – dirà lei.
            Quanto alla superiorità del prete: sì c’era un certo dispetto in me nel vedere un uomo anziano tirare fuori lo stesso argomento cretino che un ragazzo di 17 anni mi aveva offerto più con l’intento di provocare e di riderci su che altro.
            Inoltre, caro Rolando, ci sono preti come il sottoscritto che di bambini e ragazzi ne hanno conosciuto a centinaia e se ne sono presi cura, stando con loro, mangiando con loro e condividendo il più possibile la loro vita e spesso rimettendoci anche di tasca propria.
            La dirò ancora una cosa, la più spiacevole: la legalizzazione dell’aborto è servita per i casi estremi che la propaganda radicale ha sempre saputo sventolare e che si sarebbero potuti risolvere con adeguati aiuti alle madri in difficoltà oppure ai borghesi pasciuti, di cui avevamo qui un esemplare, per rendere compiuta la rivoluzione sessuale, ossia sesso senza alcuna responsabilità? Tradotto in altri termini per rendere libere le donne di essere puttane e gli uomini puttanieri? Non sarà forse il secondo obiettivo quello che ricercavano Emma Bonino, Adele Faccio, Franca Rame & C ?

        • Rolando ha detto:

          Mi dimenticavo di dire che in quel suo “MI PIACE” io ci leggo tutta la superiorità del prete che madre e padre non è per scelta voluta.

          • Rolando ha detto:

            E, dato che ci siamo, riporto la bella ed eloquente definizione di “anima” che ha elaborato, scritto e firmato il 1.11.2006 il “vero” (?) papa BENEDETTO XVI. Ecce:
            “L’anima non è nient’altro che la capacità da parte dell’uomo di stare in relazione con la verità, con l’amore eterno”.
            Testuali parole!
            Francesco, il suo (si fa per dire!) successore dice e scrive: “La verità è una relazione”.
            Tutto è relazione nel corpo umano composto di cellule e tutto può essere in relazione col corpo umano sia in senso ordinato e vitale, sia in senso disordinato e mortale.
            E “la capacità che consente ‘coscienza’ di relazione è propriamente un processo che noi chiamiamo ‘mente’, e che emerge dalla realtà fisica con la realtà fisica.
            Ma navigando sul ‘presunto’ spirituale, dato ma non concesso, a turbarmi sono le parole “CON L’AMORE ETERNO” con le quali si identifica “la verità” (con la v minuscola) secondo il Sommo Pontefice.
            Se uno me lo chiede non lo so spiegare. L’AMORE è un sentimento che provo. Esso dovrebbe coinvolgermi con un Dio rivelato, prima ancora dell’amore istintuale alla mia stessa sopravvivenza fisica, al mio stesso attaccamento alla vita, a qualsiasi concetto di vita ed in primis proprio di quella eterna di dottrinale e presunta rivelata salvezza. Meister Heckart, il grande mistico , dice infatti che siamo tutti, o quasi, ipocriti perché non c’è nessuno che veramente ami il Dio per il Dio, ma tutti amiamo il proprio antropocentrismo sacro, vero e primo senso semantico che origina la parola ‘religione’, naturale.
            Grande, veramente grande il pensatore tedesco!

          • Milli ha detto:

            Curioso come certi atei si accaniscano a leggere testi di santi e teologi per poter dire che Dio non esiste.
            Definire l’anima da una frasetta detta dal pontefice (del tutto decontestualizzata) è ridicolo, è come se io pretendessi di spiegare l’atomo leggendo un meme.

          • Rolando ha detto:

            Ineffabile MILLI, io non sono un ateo. Io non ho mai tacciato alcuno di ateismo, almeno che non sia uno che apertamente per sé lo confessa.
            Trovo invece molto molto strano che siano invece dei credenti a tracciare altri di ateismo con estrema scioltezza di giudizio.
            Ho spesso citato il testamento di mia mamma: “Fiol, lasso che i preti i diga; mi go El me Signor”.
            Non credere nella divinità di Gesù Cristo, non credere che non esista salvezza fuori della Chiesa cattolica, non significa professare ateismo. Potrei casomai lamentarmi di essere subito ritenuto un islamico ritornato ad Allah dal fedele islamico in base ad una sura che ci fa tutti islamici per Natura. Ma non è neppure così per me.
            Pertanto in nome del suo Dio si astenga dal tracciare di ateismo chi crede, spera ed ama Altro Dio.