Arrendersi All’Evidenza. Ricordate Quelli che i “NO-Vax si Paghino le Cure”? E Ora?

25 Giugno 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, il nostro Arrendersi All’Evidenza qualche giorno fa aveva offerto alla vostra attenzione queste considerazioni veramente interessanti, che non so come erano rimaste dimenticate nella mia abituale confusione. Ve le propongo adesso, scusandomi – oramai è un ritornello – con l’autore. Buona lettura.

§§§

 

PER IL BENE DEI FRAGILI E DEGLI INFRAGILITI

La ricerca scientifica è un’attività umana tra le più affascinanti e non merita di essere vilipesa a causa delle malefatte di personaggi che se ne appropriano indebitamente (come per altro accade anche in altri campi).

Recentemente la rivista scientifica Food and Chemical Toxicology ha pubblicato un ponderoso articolo sulla soppressione dell’immunità innata provocata dai vaccini mRNA. L’articolo ha come prima firmataria la Dr.ssa S. Seneff del MIT, insieme a tre altri prestigiosi ricercatori e come reference cita oltre 200 rimandi ad altri lavori scientifici.                           https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35436552/

Augurandomi di aver saputo comunicare l’autorevolezza della fonte, cerco di riassumere gli spunti maggiormente significativi a cominciare dalle premesse che gli autori hanno voluto sottolineare.

L’utilizzo di vaccini a mRNA nel contesto di una malattia infettiva non ha precedenti.

A tutti gli effetti si tratta di un esperimento ed è stato condotto (imposto) su larghissima scala.

Per veicolare l’istruzione si è realizzato un mRNA alterato così da nasconderlo alle difese immunitarie e promuovere a lungo la produzione della proteina spike codificata (l’antigene) che fa produrre i relativi anticorpi per immunizzarsi dal virus. Tuttavia la risposta immunitaria promossa dai vaccini sperimentali a mRNA alterato è molto diversa da quella dell’infezione da SARS-CoV-2.

In particolare si osserva una severa menomazione della funzione di segnalazione svolta dall’interferone tipo I.

Prima di addentrarci è utile un’infarinatura sul ruolo di questa proteina (una citochina).

Gli interferoni di tipo I sono coinvolti nell’immunità innata e acquisita, in risposta alle infezioni virali e nella sorveglianza immunologica ai tumori. L’interferone tipo I include l’IFN-α, di cui nell’uomo esistono 13 differenti sottotipi. La sintesi di interferoni è rapidamente indotta in seguito ad infezione virale, cioè nel momento in cui un virus infetta una cellula ospite. L’interferone è secreto dalla cellula infettata e trasportato dal torrente circolatorio al fine di allertare le altre cellule del corpo. NB: sebbene il meccanismo patogenetico che spiega il ruolo degli interferoni di tipo I nell’autoimmunità non sia a oggi chiaramente definito, in diverse condizioni autoimmuni sono state identificate alterazioni in geni di suscettibilità correlati alla produzione di interferoni di tipo I o alla loro cascata di segnalazione.

L’istruzione genica, veicolata dalle nanoparticelle del siero iniettato nel braccio, porta le cellule del sistema immunitario a rilasciare un gran numero di esosomi contenenti proteine spike, le quali a loro volta inducono, anche in distretti molto lontani, le risposte innescate dalla cascata di segnalazione. Il cosiddetto signalling è complesso e diversificato a seconda dei recettori TLR stimolati. Per i virus di solito sono coinvolti MyD88 e TRIF.

Gli IFN-α si sono in grado di esercitare un effetto modulante positivo o negativo sulla risposta immunitaria. La loro azione influenza sia la risposta umorale sia la risposta cellulo-mediata. Potenziano l’attività dei macrofagi, delle cellule NK, dei linfociti T helper e T citotossici. Aumentano la fagocitosi, l’attività citotossica e la produzione di citochine dei macrofagi. Riducono il numero dei linfociti T soppressori che altrimenti interferirebbero con l’azione delle cellule NK…

Chiusa questa parentesi, possiamo tornare al problema posto dai vaccini sperimentali a mRNA.

Per comprendere il vero rapporto tra rischi e benefici della somministrazione è indispensabile conoscere dove essa va a interferire. In un settore come questo e in una situazione come l’attuale non è serio, né professionale, né etico, né scientifico attribuire patenti preventive di sicurezza o efficacia in assenza di una verifica.

Innanzitutto, come già accennato, non è vero che la risposta immunitaria determinata dal vaccino mRNA sia simile a quelle dell’infezione naturale (a prescindere dall’origine del virus SARS-CoV-2). Il vaccino (in particolare il Pfizer) determina una immunogenicità molto più elevata rispetto all’infezione virale naturale. La differenza è quantitativa, anche se i processi qualitativamente si ricalcano: l’aver rilevato dopo la vaccinazione la presenza degli stessi anticorpi provocati dall’infezione è stato il criterio che ha portato a considerare efficace il vaccino.

Purtroppo, come si suol dire, “la si è fatta troppo facile”: se immediatamente c’è questa analogia favorevole rispetto al comportamento del sistema immunitario (raggiunto dal virus o dal vaccino), purtroppo dopo emergono le differenze meno gradevoli e addirittura controproducenti (nel caso del vaccino) sia rispetto all’evoluzione immediata, sia di quella più a lungo termine della funzionalità immunitaria e della normale attività cellulare.

Questo tipo di vaccinazione va a deteriorare l’omeostasi cellulare, il controllo sulle infezioni, la sorveglianza sullo sviluppo di tumori. In particolare la vaccinazione fa una cosa differente dall’infezione naturale: la sovraregolazione dell’interferone di tipo I. Conseguentemente si è osservato che mentre gli infettati naturalmente presentano alti livelli ematici di cellule staminali ematopoietiche e plasmablasti, questa caratteristica (positiva) è assente nei vaccinati. Questo porta a concludere che il vaccino sopprime la segnalazione mediata da IFN tipo I e conseguentemente altera in peggio la preziosa serie di effetti che ne deriverebbero.

L’articolo entra poi nel dettaglio per dimostrare queste affermazioni dati alla mano.

In soldoni, chiedendo scusa a tanto sapere se lo si piega a una conclusione così grossolana, emerge quel che si tenta di spiegare da tempo: i vaccini sono poco efficaci nell’evitare di infettarsi, la loro efficacia svanisce rapidamente e intanto aumentano i rischi di ammalarsi di tutto il resto. Purtroppo poco o nulla è stato sin qui fatto (deliberatamente?) per evidenziare la correlazione tra molte patologie e l’essere generate come effetto avverso del vaccino mRNA.

Poiché, tra le regolazioni importanti svolte dall’interferone, c’è anche quella relativa alla sorveglianza svolta quotidianamente da un sistema immunitario sano sulle situazioni potenzialmente evolventi in un cancro, purtroppo il futuro potrebbe rivelare sorprese ancor più amare di quelle collegate ad eventi tromboembolici dalla genesi più rapida.

Per chi fosse interessato consiglio vivamente la lettura del paragrafo 3 (Considerations in the design of MRNA vaccines).

Oggi sappiamo che l’efficacia di questi vaccini è dubbia e che soprattutto non dura quanto si supponeva che fosse e questo sia per l’avvento di varianti virali le cui proteine spike differiscono da quella alfa dei vaccini disponibili, sia perché il sistema immunitario del vaccinato di fatto si deteriora e diventa meno prestante.

I vaccinati in pratica diffondono il rischio di infettarsi né più né meno dei non vaccinati, con buona pace di tutti i premi e le punizioni impartite dai DPCM.

Attualmente i vaccinati e i non vaccinati hanno praticamente la stessa possibilità di contrarre l’infezione.

La possibilità di curarsi adeguatamente fa sì che i rischi di finire in ospedale li corra maggiormente chi non si affida ai sensati e pragmatici protocolli ideati dai medici più scettici rispetto ai vaccini salvifici e al famigerato duo “tachipirina e vigile attesa”. Per tutti coloro che hanno firmato “consensi informati” è giusto sapere che l’inadeguatezza dei trial condotti in fase II e fase III (basti pensare a che cosa sta trapelando dalla pubblicazione dei carteggi confidenziali tra Pfizer e FDA, che avrebbero dovuto attendere 75 anni per diventare pubblici) rende di fatto i sierati degli arruolati involontari all’esperimento (volgarmente cavie) che porterà a conoscere le conseguenze a medio e lungo termine di questa terapia sperimentale.

Tre sono i grossi rischi, certi, che si stanno correndo:

-la soppressione dell’interferone I alfa (comporta potenziale riacutizzazione di precedenti infezioni virali e ridotta resistenza alle future infezioni).

-l’alterazione della regolazione cellulare che intercetta le trasformazioni cellulari su base genetica e addirittura la possibilità che l’istruzione genica ne promuova essa stessa (purtroppo alcune di esse sono maligne).

-l’interruzione dei trasporti intracellulari basati sugli esosomi, che implica un elevato ingresso nelle cellule di esosomi carichi di glicoproteine-spike, le quali inducono processi infiammatori generalizzati.

Tutto questo è solo un rischio, non una certezza.  Il problema è che il rischio è stato fatto condividere a miliardi di individui e per la legge dei grandi numeri purtroppo anche le piccole percentuali sono una tragedia epocale.

E pensare che ci hanno proposto la vaccinazione “per non intasare le terapie intensive” e per “non pesare sul sistema sanitario”…

Ve li ricordate vero, quelli che strillavano di non voler pagare le tasse per curare i non vaccinati…

Ecco, sappiate che quelli come me le tasse continueranno a pagarle perché l’ospedale aiuti chiunque ne abbia bisogno.

Speriamo che, con meno ideologia e un po’ più di senso del bene comune, invece di spendere soldi per inutili tamponi, si inizino a dosare i parametri ematici la cui contezza potrebbe aiutare a prevenire eventi nefasti.

Sarebbe l’ora anche di verificare negli stessi vaccini (della cui qualità è lecito dubitare) se tra un lotto e l’altro non vi siano pericolose differenze di dosaggio in certi valori critici: l’emergenza non rende ammissibile l’errore di routine.

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3 commenti

  • Creazionista ha detto:

    Domanda per l’Autore: c’è modo di scoprire se una persona è stata vaccinata a sua insaputa? Faccio questa domanda a fronte di post come questo che girano in certi siti:
    Dopo più di 10 giorni da una semplice devitalizzazione dentaria, devo ancora riprendermi. Ho avuto la maggior parte dei sintomi descritti dalla gente che si è sottoposta a vaccino. Sono a pezzi, e la testa mi esplode ancora. Tutti sintomi che non hanno senso a seguito di una semplice anestesia locale.
    Per cui sulla mia pelle vi posso confermare che ormai il “veleno” è in ogni fiala iniettabile, anche in quelle di anestesia locale. Forse per liberarsi delle milionate di dosi rimaste inutilizzate, forse per riuscire a raggiungere anche la popolazione che ha evitato il vaccino come la peste. Probabilmente più la seconda. Non fatevi iniettare niente, a nessun costo. A meno che non dobbiate per forza andare sotto i ferri e non possiate evitare anestesie, e in quel caso preparatevi al peggio, perchè vi daranno le stesse sostanze che ci sono nei vaccini, quali che siano. Uomo avvisato, mezzo salvato.Sono passati più di dieci giorni e ho passato l’inferno, e ancora devo uscirne. Mai successa prima una cosa del genere, terrificante. Mai stato così male in vita mia, mai, in tutto il corpo, ed ero sano come un pesce prima. Mi sento invecchiato di 20 anni. Il mio consiglio spassionato, non siate ingenui, non abbassate la guardia. Se possono iniettarvelo, lo faranno, in qualsiasi modo.
    Grazie in anticipo

    • arrendersi all'evidenza ha detto:

      Non sono in grado di rispondere.
      A naso, non mi fiderei troppo dell’attendibilità di un post come quello citato.
      Hanno milioni di dosi in scadenza da piazzare, ma non lo faranno senza firme di consenso informato. Se avessero voluto/potuto forzare con l’obbligo, l’avrebbero già fatto.

      Rispondo anche a Nuccio Viglietti: è evidente che esistano lotti di vaccino più pericolosi di altri. Lo testimoniano inequivocabilmente i dati di eventi avversi in percentuali elevate associabili a ben precisi numeri di lotto.

      In una situazione normale, non ideologica, le Autorità avrebbero indagato il caso e ritirato dal mercato i lotti più pericolosi. Invece adesso la parola d’ordine è che va tutto bene. I vaccini, tutti, indistintamente sono efficaci e sicuri. La chiamano scienza…

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    Differenze tra lotti di vaccini di stessa casa farmaceutica… non possono e non devono essere considerate casuali…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/