La “Profezia” di Ratzinger è Mistificante. Ci Vorrebbe un Papa…

17 Febbraio 2022 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra interessante offrire alla vostra attenzione il commento che un anonimo – ma eccellente per grado e competenza – lettore della Chiesa cattolica ha fatto a un articolo di The Wanderer, pubblicato sul sito Duc in Altum, che trovate più sotto nel collegamento. Buona lettura, e discussione…

§§§

Caro Valli,

Rimango turbato nel leggere il recente articolo di The Wanderer tradotto e pubblicato su Duc in altum (qui) nel quale viene riportata la “profezia” di Ratzinger sul futuro che sul finire degli anni Sessanta l’allora teologo tedesco, già consulente del card. Joseph Frings, ipotizzava per la Chiesa.

Letto alla luce degli eventi recenti, pare si tratti piuttosto di un inquietante manifesto programmatico che non ci mostra un Ratzinger antitetico a Bergoglio. Né si può dire che il «processo di lapidazione di papa Benedetto XVI […] da parte dei Vescovi tedeschi, con il consenso del Vaticano» parta da questa visione minimal – per così dire – della Chiesa di là da venire: è vero casomai il contrario, ossia che il risentimento nei riguardi del Papa Emerito da parte della Curia è dovuto proprio all’abbandono delle istanze più estreme del Concilio da parte di un Papa solo in parte resipiscente e troppo accondiscendente verso il cattolicesimo tradizionale. Il “tradimento” che si rimprovera a Ratzinger è di aver promulgato il Motu Proprio Summorum Pontificum, andando ben oltre quell’immagine di moderato conservatorismo che si costruì quand’era Prefetto dell’ex Sant’Uffizio, che non doveva assolutamente mettere in discussione il Vaticano II.

La “profezia” di Joseph Ratzinger è allo stesso tempo un manifesto velleitario di ispirazione gnostica e un modo per ammantare di uno spiritualismo rassegnato, ex ante, il fallimento ineluttabile dell’ideologia conciliare. Essa risente della visione modernista, che antepone artificialmente la “Chiesa primitiva” alla “Chiesa costantiniana” ed ancor più alla detestabile “Chiesa postridentina”.

Il motivo di questa presunta contrapposizione risiede nel maldestro tentativo dei Modernisti, già provato dai Protestanti e più in generale da tutti gli eretici, di dimostrare che la Chiesa Cattolica tradì o quantomeno mise da parte la purezza della Chiesa di Cristo, la “Chiesa primitiva” appunto, nella quale l’unità non era stata ancora minacciata da scismi ed eresie, e che in quanto tale si presta nella finzione ad essere il luogo d’incontro ecumenico per eccellenza: un luogo in cui i Canoni dei Concili Ecumenici non avevano ancora condannato gli errori dei Luterani, in cui la clandestinità delle catacombe non si era ancora aperta alla solennità delle Basiliche romane, all’istituzionalizzazione della Religione dell’Impero, alla conversione delle nazioni a Cristo sotto Re Cristiani, al “trionfalismo” tanto in odio agli eretici di tutti i tempi.

Scrive Ratzinger: «Non abbiamo bisogno di una Chiesa che celebra il culto dell’azione nelle preghiere politiche. È del tutto superfluo. E quindi si distruggerà. Ciò che rimarrà sarà la Chiesa di Gesù Cristo». Ma esiste una Chiesa di Cristo oltre a quella che, nel corso dei secoli, si è diffusa su tutta la terra, convertendo i popoli e informando le loro leggi, le discipline, le arti e il vivere quotidiano? Non è proprio e solo alla Chiesa di Cristo che Egli ha ordinato «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato» (Mc 16, 15-16)? O vogliamo forse ammettere, come affermano i Modernisti, che la Chiesa di Cristo sussiste (LG 8) nella Chiesa Cattolica – una Chiesa ovviamente stravolta in qualcosa di diverso da come l’ha voluta il suo Capo – senza escludere che essa possa in qualche modo includere anche le sette da essa separate a causa delle sue odiose rigidità dogmatiste? Non è questo, in definitiva, il principio dell’ecumenismo conciliare, che considera ancora da raggiungere l’unità nell’unico ovile sotto l’unico pastore di cui parla San Giovanni (Gv 10, 16), e che Pio XI condannò nell’Enciclica Mortalium animos?

E come avrebbe potuto la Chiesa di Cristo confinarsi in una sorta di elitarismo gnostico, se non corrompendosi in una delle tante sette che, nel corso dei secoli, hanno rivendicato il pauperismo, condannato la «Chiesa del culto politico» e propagandato una «Chiesa più spirituale», una «Chiesa dei piccoli»? In cosa si distingue la visione di un cataro, di un seguace di Gioacchino da Fiore, di un dolciniano o di un fraticello, di un calvinista, da quella rinunciataria del teologo Ratzinger?

La Storia dovrebbe averci insegnato che le utopie servono principalmente come elemento di distrazione, per non rendere percepibile l’intento di distruggere la Chiesa di Cristo e di creare una chiesa degli uomini, in cui un’élite di iniziati – sempre gli stessi, e sempre loro – decide quale aspetto deve avere, quali verità mantenere e a quali rinunciare, quali Sacramenti conservare, che tipo di liturgia celebrare, quale morale predicare.

Nel mondo dei sogni ingannatori – o meglio degli incubi, visti i risultati – il futuro dev’essere indicato come auspicabile e positivo anche se rappresenta una disfatta cocente: «Dalla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto. Diventerà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi. Non sarà più in grado di abitare molti degli edifici che aveva costruito nella prosperità. Poiché il numero dei suoi fedeli diminuirà, perderà anche gran parte dei privilegi sociali», scrive Ratzinger. Ci chiediamo: di chi è la responsabilità di questa sconfitta della Chiesa, di questa sua emarginazione, di questa tragica ritirata “profetizzata” sin dagli anni Sessanta?

La risposta, è chiaro, non sta nell’ineluttabilità del fato, ma nella perdita del senso del sacro e della dimensione soprannaturale da parte della Gerarchia, quella Gerarchia che al Concilio si lasciò incantare dall’utopia dei Modernisti – e di Ratzinger, tra gli altri – e che in nome del Concilio si adoperò per abdicare al proprio potere sacro nelle nazioni cattoliche, deponendo la tiara, facendo togliere dalle Leggi civili il riconoscimento della Religione di Stato, facendosi paladina della laicità, rivendicando anche all’errore i diritti che sono (o quantomeno dovrebbero essere) esclusiva prerogativa della Verità, propagandando la libertà religiosa, appropriandosi della visione democratica e parlamentarista degli stati postrivoluzionari e giungendo a ratificare la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo quale massima espressione dei “diritti umani” in sacrilega opposizione ai diritti sovrani del Dio Creatore e Redentore. Fu la Gerarchia a censurare ciò che reputava in conflitto con la mentalità del secolo, a togliere quelle “incrostazioni medievali” che secondo lei appannavano la semplicità della Chiesa dei primi secoli, a cancellare da un giorno all’altro il patrimonio inestimabile di Fede espresso dalla Liturgia, sostituendolo con riti banalizzati, resi volutamente profani con l’uso della lingua vernacolare, gettati in pasto alle masse per abbassare la Religione e non per innalzare le anime a Dio.

 

Se oggi la Chiesa non ha quasi più vocazioni sacerdotali e religiose; se le chiese sono abbandonate e le funzioni deserte; se la vita di tutti i giorni non è più scandita dai ritmi sacri dell’Anno liturgico, dalle feste dei Santi, dai digiuni delle Tempora e della Quaresima, dai riti domestici del Natale e del Triduo Pasquale, dalla gioia di Battesimi, Comunioni, Cresime e Matrimoni e dal lutto di funerali e visite ai defunti; se i bambini e i giovani non conoscono più nulla della dottrina e al catechismo sono addestrati alla scuola dell’ovvio e del politicamente corretto; se le classi dirigenti non hanno ricevuto alcuna formazione religiosa e spirituale; se nei lavoratori e nella classe operaia sono stati instillati principi ugualitaristi, rivoluzionari e materialisti; se gli stati consentono il divorzio, l’aborto, l’eutanasia, le nozze gay e i vizi più aberranti; se il popolo è convinto di essere il depositario del potere e nemmeno più i Cattolici considerano attuabile il Regno sociale di Nostro Signore sulle società civili; se le sette massoniche prosperano e si diffondono con l’incoraggiamento del Vaticano e l’approvazione dei Vescovi, lo dobbiamo solo ed esclusivamente al tradimento del proprio mandato da parte della Gerarchia, all’aver voluto deporre le armi, all’essersi arresa senza condizioni ai potenti e nell’essersi addirittura venduta ai nemici di Cristo.

La chiesa vagheggiata da Ratzinger, in una sorta di visione romantica e sentimentalista che la vede abbandonata dai più ma con una ritrovata genuinità che aveva perduto a causa del potere acquisito, non è la Chiesa di Cristo, ma il risultato di un processo rivoluzionario, di decenni di abbandono colpevole e rinunciatario da parte di chi aveva ricevuto in eredità una Chiesa ancora prospera, sana, in espansione: basta vedere le statistiche dell’epoca di Pio XII e compararle con le defezioni e i disastri sotto Paolo VI per rendersi conto che con il Concilio si decretò il fallimento della Chiesa Cattolica e se ne decise la liquidazione.

 

La chiesa vagheggiata da Ratzinger è stata realizzata, al di là dei sogni e con il subdolo pragmatismo dei Gesuiti, da Jorge Mario Bergoglio, che con Ratzinger si appella al Vaticano II per giustificare le proprie “riforme”.

 

Se davvero vogliamo uscire da questa crisi, dobbiamo iniziare col mettere definitivamente da parte tutta la retorica conciliare che ha instillato nella Gerarchia quel senso di inferiorità e di inadeguatezza che rivela uno sguardo terreno e materialista per un’istituzione che è essenzialmente divina, anzi che proprio perché è divina è riuscita a sopravvivere alle infedeltà, ai tradimenti e alla corruzione del suo Clero. Non dobbiamo rassegnarci a “sopravvivere” tra le macerie causate dalla rivoluzione conciliare, consolandoci di essere rimasti in pochi; anche perché, nella mente di chi si compiace di essere in minoranza ma si considera cionondimeno un eletto e un privilegiato, tra i pochi superstiti del “piccolo gregge”, non sono previsti i Cattolici tradizionalisti, ma una composita ed eterogenea élite di moderati, di cultori del Vaticano II e i nostalgici dei formidabili anni Settanta, fautori di un conservatorismo di facciata infettato dall’ideologia liberale, dall’ecumenismo misurato, dal dialogo con il mondo.

Non sappiamo se e quando la Chiesa ritroverà il suo splendore, né se questa Gerarchia ribelle e apostata si renderà conto dell’oltraggio arrecato a Dio e del danno incalcolabile causato alle anime. Ma sappiamo che l’unica via per la restaurazione della Chiesa passa per il Calvario e culmina sulla croce: è lì che ciascuno di noi potrà comprendere che il trionfo terreno della Religione è possibile solo in una società che vive di Cristo, che respira Cristo, che si nutre di Cristo, e in onore di Cristo compie qualsiasi azione, dalla più umile alla più eroica. E perché questo avvenga, occorrono fedeli che vivono la Fede in modo totalizzante, che nelle loro famiglie trasmettano questa Fede alle generazioni future; occorrono giovani generosi e santi che si votino alla gloria di Dio e alla salvezza delle anime, che nei Seminari e nei Conventi crescano nella santità, nell’ascesi, nella mistica, nell’erudizione e nella predicazione. Occorrono sacerdoti che rispondano alla loro vocazione non per interessi mondani, per brama di potere o di denaro, ma per servire meglio il Signore e convertire il mondo a Cristo. Occorrono Vescovi assidui nella preghiera, umili, distaccati dai beni terreni. Occorre un Papa che sia Vicario di Cristo, e non servo del Nuovo Ordine Mondiale. Occorre un Papa, appunto.

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89 commenti

  • Rolando ha detto:

    Perle di papa Benedetto XVI APRM :
    Stralcio dall’ultima omelia di mezzanotte di Natale 2012 di Benedetto XVI.
    “Oggi però diffuse correnti di pensiero asseriscono il contrario: le religioni, in particolare il monoteismo, sarebbero la causa della violenza e delle guerre nel mondo.
    Occorrerebbe prima liberare l’umanità dalle religioni affinché  si crei poi la pace.
    Il monoteismo e la fede nell’unico Dio sarebbe prepotenza, causa d’intolleranza perché in base alla sua natura esso vorrebbe imporsi a tutti con la pretesa dell’unica verità.
    È vero che nella storia il monoteismo è servito di pretesto per l’intolleranza e la violenza.
    È vero che una religione può avvalersi, e giunge così ad opporsi alla sua natura più profonda quando l’uomo pensa di dover egli stesso prender in mano la causa di Dio facendo così di Dio una sua proprietà privata.
    Contro questi travisamenti del sacro dobbiamo esser vigilanti.
    Se v’è un qualche debito della religione nella Storia incontestabile, non è tuttavia vero che il no a Dio ristabilirebbe la pace.
    ……….
    Illumina le persone che credono a non esercitare violenza nel tuo nome affinché imparino a capire l’assurdità della violenza e riconoscere il tuo vero volto.”
    Il giovedì santo del 2009 nell’omelia ha detto testualmente: “Il sacerdote è l’uomo della verità” e che diventando sacerdote un uomo “cambia di proprietà passando da una proprietà umana ad una proprietà divina”.
    Per conseguenza logica e di fatto da tali affermazioni deriva che non può esistere una donna della verità  nello stesso pari grado di verità e nessuna di esse può godere dello stesso grado di proprietà divina!
    Più discriminatori di chi ha creato Dio maschio….

  • Andrea Cionci ha detto:

    Il paradosso in tutto questo è che la Chiesa potrebbe davvero restare solo una piccola enclave esattamente per gli articoli di fuoco amico come questo, di pugno di autori che pur sollecitati a riflettere sulla millenaria faccenda della sede impedita, si sono rifiutati di analizzare la questione (troppa fatica) e continuano a ruspare nel bidone della più trita e preistorica critica antiratzingeriana. Continuate pure con queste rancorose elucubrazioni sul Concilio, continuate a sparlare di Bergoglio riconoscendolo come papa e offendendo atrocemente lo Spirito Santo. Il risultato sarà che grazie A VOI, usciti di scena papa Ratzinger e Bergoglio, i cardinali andranno come treni a un prossimo conclave invalido con 70 non-cardinali e si ricomincerà la giostra con Giovanni XXIV antipapa. Grazie a questi autori. Scusate, ma tanto vi dovevo.

  • Andrea Cionci ha detto:

    Adesso siamo arrivati a dare addirittura dello gnostico al Papa, 94enne, già in sede impedita e già attaccato dal clero tedesco. Davvero Wanderer si sta prendendo una grossa, grossa responsabilità storica. Non ho potuto fare a meno di sottolinearlo in questo articolo: https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/30554797/eucharistomen-codice-ratzinger-discorso-65-sacerdozio-benedetto-xvi.html

  • FANTASMA DI FLAMBEAU ha detto:

    A Rolando.
    Certi argomenti non si possono affrontare su un social. Lei pone domande che non sono soltanto questioni intellettuali: può sembrare un paradosso, uno dei tanti del cristianesimo, ma quando si parla di fede occorre toccare con mano. Serve la presenza fisica del testimone. Altrimenti gli apostoli e tutti i missionari avrebbero potuto limitarsi a scrivere libri o spedire lettere.
    Se riesce, trovi un bravo sacerdote vicino a lei, un sacerdote cattolico. Come il nostro don Ettore.
    Anche se capisco che al giorno d’oggi è tutt’altro che facile. E gli apra il sacco dei dubbi senza farsi scrupoli. Scoprirà di essere in buona anzi ottima compagnia. Di persone chiamate Agostino di Ippona, Anselmo di Aosta, Blaise Pascal, Edith Stein. Lo stesso san Paolo.
    Le auguro sinceramente di trovare Ciò che cerca (Pascal, che citava a sua volta san Bernardo, fa dire a Gesù: «Consolati, non mi cercheresti se non mi avessi già trovato»).

    • Rolando ha detto:

      Mi scusi, ma che differenza intercorre tra la sua fantasia fantasmatica e la fantasia dello Spirito Santo di don Repole, nuovo arcivescovo di Torino? Cioè la fantasia che il teologo nuovo arcivescovo di Torino attribuisce allo Spirito Santo. Ed a questo proposito si legga tutti gli antichi codici testimoni del passo del vangelo di Giovanni dal versetto 5 all’8 compreso e forse comprenderà come la fantasia corra col pneuma ad acchiappare il cto (= qodes, separato dalla … Dt 23, 14-18), e tenendo conto che sia il greco che la Vulgata usano sempre lo stesso termine. Ecco perché l’Etiope di Atti non sapeva neanche chi fosse lo spirito santo, né che esistesse! Si legga tutti gli scritti di Filone alessandrino e rifletta bene sulla “peristera”. Ecco perché il teologo nuovo arcivescovo della nuova chiesa parla di fantasia per quella che Filone riteneva la sapienza di EL-YHWH theos-kyrios!
      Visto che cita Sant’Agostino, la prego, rifletta bene con tutta la sua fantasia, su queste autentiche parole scritte del santo dottore: EGO VERO EUANGELIO NON CREDEREM NISI ME AUCTORITAS SANCTAE ROMANAE ECCLESIAE COMMOVÈRE. E qui i venti soffiano a 300 kmt/ora e fanno tabula rasa di ogni depositum.

      • Rolando ha detto:

        Il passo citato è al cap3 di Gv. Ormai sono vecchio, la testa c’è ancora, ma è facile saltare e dar per scontato che altri ti capiscano… L’ universo in un guscio di noce.

    • Rolando ha detto:

      CaroFantasma di Flambeau, ho meditato seriamente sul tuo consiglio di trovare un bravo sacerdote vicino a me per confidarmi in quelli che tu chiami i miei dubbi perché come tu scrivi “serve la presenza fisica del testimone” ed “occorre toccare con mano”.
      Intanto ti assicuro che sono nato in mezzo ai preti e da essi è stata modellata circa metà della mia vita. Io ho fatto di necessità virtù e nello sviluppo delle mie doti intellettuali ed entro i miei limiti non ho mai cessato di ragionare. Perciò cerco di applicare adesso il senso del “testimone” alla luce delle sacre scritture. In Atti sono descritte chiaramente, per ispirazione divina come crede il cattolico, le caratteristiche che doveva possedere l’apostolo in sostituzione di Giuda il traditore suicidato: sono quelle del perfetto testimone materiale compagno di vita di Gesù. Paolo, ad esempio, sarebbe stato già in partenza escluso.
      Prendiamo la trasfigurazione di Gesù sul Tabor. In questo straordinario fatto, in cui è chiamata in causa solo la Fede, i testimoni di Gesù sono Mosè ed Elia ed i testimoni del fatto straordinario Pietro, Giacomo e Giovanni.
      Mosè il primo dei testimoni di EL YHWH, il “ierogrammateis” cioè il più grande dei profeti (scrittori di storie) della profezia scritta ed Elia, il più grande della profezia orale. Di tutto lo straordinario accaduto sono testimoni per noi i tre intimi apostoli.
      Veniamo adesso alla bella testimonianza che Gesù stesso, ebreo di Galilea, dà della verità davanti a Pilato. Dice che il suo regno non è di questo mondo perché se lo fosse i suoi “oi yperetai oi emoi” sarebbero entrati in guerra contro i Giudei per non essere preso e consegnato nelle mani di Pilato stesso.
      Ma che strano! Qui ci troviamo di fronte ad un ebreo che non ragiona più di combattere direttamente l’usurpatore romano, ma i suoi stessi connazionali ebrei! Assurdo. Non so se l’evangelista Giovanni fosse presente a quella riunione in cui i sacerdoti ed i farisei per l’unica volta in tutto il NT nominano “oi Pomaioi”, fatto sta che Kaiafas decretò la consegna a Pilato del Nazireo per evitare quella prevista strage del popolo e del Tempio di YHWH che successivamente ed amaramente la storia ben documenterà.
      Caro Fantasma, esistono anche i testimoni poco credibili. La parola testimoni deriva dal latino testis,-is ,m. Devono essere almeno due i testes.

      • FANTASMA DI FLAMBEAU ha detto:

        Caro Rolando, leggo adesso le tue repliche, e mi sembrano una conferma del consiglio dato.
        Che mi sono permesso di darti, dopo aver letto le domande importanti che poni, e che spero non ti abbia offeso dandoti l’impressione di un volermi impicciare nella tua coscienza.
        A distanza, da sconosciuti e per tramite di parole scritte, è difficile intendersi su argomenti tanto delicati. Mentre è facilissimo ritrovarsi senza volere a fare l’elefante nella cristalleria. Una cosa è disquisire di esegesi, ermeneutica e linguistica, per cui ci sono testi e specialisti, altro è chiedere o rendere conto di Ciò in cui si crede. Per capire il tuo interlocutore, cosa vuol sapere o comunicare davvero, bisogna averlo davanti, conoscerne la storia, sentirne non soltanto le parole ma i toni, i sottintesi, finanche le inc… e i silenzi. Non è psicologismo d’accatto: è il solo modo in cui due persone possono incontrarsi oltre il livello puramente intellettuale dei libri e delle citazioni. Cristo ha scritto una volta in tutto il Vangelo. Sulla sabbia.

        Da ciò che racconti della tua esperienza posso intuire qualcosa di più. Sempre compatibilmente.
        Confidenza per confidenza: la persona più completamente e assolutamente atea che ho conosciuto in vita mia era stata allieva di scuole religiose, dall’asilo al liceo compreso (non dico di quale istituto per carità di Tosatti). La spiegazione che mi diedi, forse semplificando forse no, è che fosse il risultato più perfetto di “sindrome dello zabaione” (sindrome che -non è piaggeria nei tuoi confronti- “colpisce” di solito persone con una particolare sensibilità e intelligenza): quella del bambino rimpinzato fin sulla cima dei capelli di uova, zucchero e marsala, il quale, una volta cresciuto, ha il voltastomaco solo a vedere una frittata.
        Sul fatto poi che esistano cuochi/testimoni poco o per nulla credibili non posso che darti ragione.
        Chiunque abbia frequentato una parrocchia o una sagrestia ad occhi aperti non può che darti ragione. Magari guardandosi allo specchio. “Testimone” però, oltre che sostantivo personale, è anche ciò che la staffetta consegna al compagno dopo aver corso il suo tratto di stadio. E in quel caso non importa se le mani siano più o meno pulite. Conta l’Oggetto che, attraverso duemila anni, ha percorso le strade di questo mondo. Suscitando tanto di quel Bello e Buono e Vero da essere di per sé una testimonianza; i personaggi che ricordavo ne sono un piccolissimo esempio. E insieme, a crescere nello stesso campo, tanta di quella zizzania, ipocrisia e contro-testimonianza da far venire il voltastomaco di cui sopra.

        «Dio ha messo nel mondo abbastanza luce per chi vuole credere, ma ha anche lasciato abbastanza ombre per chi non vuole credere». Scelta che è questione esclusiva tra il singolo e Dio.
        Questa è l’unica risposta che posso darti per questo mezzo, in questa sede e con i miei limiti.
        Il resto, se vorrai, da un testimone in carne e ossa. Che, ti auguro ancora, possa mostrarti il Testimone al di là della propria miseria umana.

        (La Giudea del I secolo era una polveriera che solo un miracolo poteva disinnescare. Un Miracolo rifiutato proprio dal Sinedrio. Al riguardo, oltre i luoghi comuni della storiografia post-voltairiana, molto interessanti gli studi della prof. Marta Sordi sul rapporto tra cristianesimo nascente e Impero romano.)

        • Rolando ha detto:

          Fantasma caro, la ringrazio di cuore per le pacate parole che condivido.
          Non ho alcun risentimento verso i preti, semplicemente perché ho profondamente creduto e pregato per mia personale convinzione, altrimenti avrebbero potuto liberarsi di me. Lo sta dimostrare il fatto che uscendo volontariamente dal Seminario dopo il liceo classico, il Rettore mi disse che per me le porte del Seminario rimanevano aperte. Ed in linea teorica lo sono ancora. Godo ancora dell’amicizia di un compagno che è cardinale. Tuttavia alle mie domande non ricevo risposte. Così come come in questo sito, dove è anche comprensibile, dato il mezzo. Tuttavia mi sembra che, almeno alcune volte, si sia molto agguerriti e saldi nelle certezze dottrinali da vedere sempre nelle ragioni della ragione una tentazione di Satana, un dolo nascosto. Esempio ho posto il problema di Mt 2, 23. o Gv 3, 5-8, e non vedo dove Satana possa nascondersi. Certo, l’ho posta anche ad altri la questione ed un teologo agguerrito mi rispose: O si crede o si ragiona. Ho riso pensando al detto del filosofo come risposta in bocca al teologo! C’è il rischio che vedere le schiere dei demoni all’opera dappertutto sia già tutto un inferno. Porsi in difesa è egocentrismo egoista. Preferisco certi monaci dell’Athos di tanti anni fa che mi dicevano che pregavano anche per Satana e tutti i demoni perché alla fin fine Dio Padre, erano convinti, li avrebbe perdonati e liberati dal fuoco eterno dell’inferno portandoli in Paradiso anche per le loro preghiere.

          • Rolando ha detto:

            “Cristo ha scritto una volta in tutto il Vangelo. Sulla sabbia”
            Ma che destino! Ecco una prova di testimone inaffidabile, come la storia di questo passo, inserito in Gv!
            Ciò che di concreto resta è sabbia, solo sabbia anche mobile che inghiotte il Cristo pensante (Vilnius), il parlante e lo scrittore.
            Grazie ancora, Fantasma simpatico.

        • Rolando ha detto:

          Al mio simpatico Fantasma, vorrei educatamente e senza cattive o dolose intenzioni, esporre quanto segue:
          Ufficio dei funerali di Gesù Cristo celebrati in lingua aramaica secondo il rito bizantino a Maaloula in Syria nella chiesa dei Santi Sergio e Bacco.
          All’ostensione della croce sulla quale Cristo è morto si canta, sempre in aramaico, la triplice acclamazione passata nella stessa liturgia in lingua greca e da qui nella latina romana.
          Eccola in greco:
          Άγίος ὸ Θεόϛ
          Άγίος ίσχυρός
          Άγίος αθάνατος
          ελείσον ημάς
          Si dà anche un testo con l’articolo “ò” innanzi a iskyros ed a athanatos. Comunque diòs è un appellativo qui come gli altri due.
          “Oggi noi ci troviamo alle prese con le conseguenze sempre più evidenti di questa crisi [cioè delle dottrine del dio delle religioni istituzionali] e sperimentiamo la sua natura peculiare: quella di essere una crisi ENERGETICA”. Così scrive un teologo di grido, ex prete, tra Scienza e Teologia.
          Ma il mistero di quella triplice invocazione ai funerali di Cristo, il venerdì santo, è ineffabilmente sconvolgente.
          Che ne dici, mio simpatico Fantasma?! Che l’ENERGIA sia il Dio? Il raggio luminoso (diòs), energia, immortale. Ciao.

          • FANTASMA DI FLAMBEAU ha detto:

            Con altrettanta simpatia, a provocazione provocazione e mezzo.
            Parafrasando Pascal: “Chi cerca trova. Abbastanza per riconoscere la propria piccolezza di fronte a Dio. Molto di più per dimostrare la piccolezza di Dio di fronte all’Io”.

            Ovviamente non vuole essere un giudizio, e ti chiedo scusa se la liquido così, ma davvero è un argomento che mi sono stancato di ritrovarmi pure nella cassetta delle lettere.
            Il panteismo/gnosticismo era già vecchio al tempo in cui Matusalemme portava i calzoni corti ed è sempre stato la via ipocritorum per il “fa’ ciò che vuoi”. Che poi qualche gesuita, ben introdotto secondo prassi nei salotti buoni, se ne sia inventato la versione modernistizzata a base di scientificorum non stupisce per nulla. Stupisce casomai che tanti, pur intelligenti e preparati, non si rendano conto di come sia la solita minestra riscaldata. O, meglio, mela avvelenata.

            Il che fa pendant con quanto scrive sopra Cionci. Bergoglio sta al cattolicesimo come Attila all’erba: questo ormai lo vede chiunque non ha interessi da riscuotere a fine mese o imparato il catechismo dai consigli per gli acquisti.
            Però, piuttosto che prendere in considerazione l'”opzione Ratzinger”, con ciò che comporta (rinuncia a nostalgie trionfaliste e prebende residue, presa d’atto di essere un piccolo gregge depositario di un Credo e una morale disprezzati dal mondo; tradotto in pratica ecclesiale: denunciare l’impostura della sede per salvare la successione e l’integrità della fede), fanno come un personaggio di tristissima memoria nella storia d’Italia il cui nome è diventato insulto per antonomasia.
            Colpiscono e cercano di eliminare moralmente colui il quale, non potendo nemmeno difendersi, con la sua sola presenza è rimprovero alla loro ignavia e pusillanimità.

            Come puoi capire dalle mie parole, anche per iscritto, in un certo senso sto dando ragione a chi dice che è tutta una questione di “energie”. Se impiegare o no le proprie per difendere la Chiesa «una, santa, cattolica e apostolica» (quanto resta della). Vale a dire, e qui il discorso non è più confessionale, l’ultima coscienza critica di un mondo in geometrica pulsione di morte e deriva nichilista. Anticristiana anche nel senso biblico del termine. Un caro e sincero saluto a te.

          • Rolando ha detto:

            Simpatico Fantasma. Ti ringrazio per la chiarezza e pacatezza nell’esposizione del tuo pensiero, che ho meditato. Mi piacerebbe tanto parlare serenamente con te. Ma la geografia è d’ostacolo, proprio come i luoghi della rivelazione hanno condizionato la rivelazione del monoteismo perché il monoteismo è Uno ed al plurale si declina solo come monolatrie.
            “Credo la chiesa, una, santa, cattolica, apostolica”, altro non è che credere alla presunta infallibilità della gnosi paolina che svela uno degli “AGNOSTO THEO” degli infiniti altari nell’Atene ( Sedes sapientiae, come la chiamavano gli antichi ) del mondo. Credere tuttavia non è sinonimo di Fede-Fiducia. Infatti l’apostolo stesso scrive che “E AGAPE PANTA STEGHEI, PANTA ELPIZEI, PANTA PISTEUEI, PANTA IPOMENEI” (che è più corretto tradurre con “osa”. Semper audere!). Con simpatia osando esporre serenamente le mie idee circa l’INEFFABILE, ti abbraccio libero da ogni potere, ma bisognoso sempre anche del tuo amore.

  • Il Matto ha detto:

    Rolando a la sua mamma veleggiano su acque familiari al sottoscritto:

    ” Finché non ritorniamo al Tutto, che è Dio “: precise, autentiche parole del card. Dionigi Tettamanzi” : il cardinale doveva evidentemente essere affetto da una forma di mattitudine non proprio leggera.

    “Mia mamma mi diceva sempre: ‘ Fiol, lasso che i preti i diga, mi go el me Signor ‘. Affermazione pienamente condivisa dal sottoscritto.

    🤠

    • Erminio Macario ha detto:

      J asu d’Cavour Je gniun ca i lauda, as laudu da lur

    • Rolando ha detto:

      Il trovarsi d’accordo nasconde l’insidia dell’equivoco, tuttavia infonde energia consolatoria. Bisognerebbe che i nostri due cervelli fossero direttamente collegati: www.
      Ma va bene così “rebus stantibus”.

  • riccardo ha detto:

    Sa caro Anonimo cosa occorre? Per riprendere il pensiero con cui la sua riflessione finisce…
    Occorre amore al nascondimento (non all’anonimato, ma alla riservatezza), amore alla piccolezza, all’essere niente davanti a Dio e l’ultimo davanti agli uomini. Nessun contrasto può atterrare un’anima che cha consapevolezza di chi essa è e di chi è Dio: in questa nulla penetra di orgoglio e di propria stima, anche nelle idee e nei propri pensieri. La superbia non tocca chi sa di essere nulla, in quanto i moti di orgoglio colpiscono chi pensa di fare e di essere qualcosa o qualcuno, ma se siamo consapevoli di essere niente mentre Dio è tutto (e questa è la base di qualsiasi scuola di santità, e chi si dice tradizionalista dovrebbe conoscere un minimo di teologia spirituale, ma purtroppo l’unico studio che vale per chi pensa di appartenere alla tradizione è se il prefazio va cantato mentre l’introito può darsi…), se sbagliamo siamo stati noi, mentre se imbrocchiamo qualche cosa in modo corretto, è stata la Grazia di Dio. Se l’atto primo dell’orgoglio si avventa contro il piccolo, costui guarda in alto e si sente ancora più niente, sprofonda ancora di più nella terra della sua piccola umanità, e lascia la gloria all’Unico che ne è degno.
    In questa piccolezza si comprendono le cose più vaste e profonde con la rapidità del lampo, e le realtà odierne si lasciano compenetrare nella maniera più vivida e solare

    Ora in queste sue riflessioni emergono reiterate passioni non domate: risentimento, frustrazione, rabbia, non comprensione. Un bambino piccolo al quale si faccia vedere la foto di Ratzinger o di Francesco si dirige subito verso colui il cui sguardo non mente. Non mi perdo in citazioni e sillogismi, voglio combattere con le armi dell’infanzia spirituale: la invito a divenire piccolo, guardi Maria, la nostra Mamma celeste; nei suoi occhi immacolati vi è lo specchio della verità. In Lei capirà il bello, il vero, il sano ed il santo.

    Lei pensa che la Chiesa risorgerà nella cultura, nello studio fine a se stesso, nella mortificazione e nell’austerità di una virtù stoica più che autenticamente amorosa? No, la Chiesa è nata dal dolore e dalle lacrime dell’Abbandonato e della Desolata. Sotto la croce i più insignificanti hanno cantato l’inno della Passio, triturati e franti dal torchio della Volontà del Padre. La verità si riconosce nell’amore derivante dal sacrificio volontario, dalla coronazione di ogni “sì” mediante il “Consummatum est”. Non ci capiti di arrivare alla consumazione ultima di Benedetto, interdetti di fronte al buio che si estende su tutta la terra ed al velo del tempio che si squarcia, e riconoscere solo allora la regalità di colui che sostiene e frena la ribellione in atto. Squarciamo ora il velo della conoscenza con gli occhi umili e puri dei piccoli. Preferiamo stare sotto la croce anche noi, piuttosto che ragionare e scappare. Potremo poi tornare richiamati dalla Grazia, ma allora sarà solo riparazione e pentimento: ora può essere invece occasione imperdibile di risposta personale e decisa alla chiamata.

    Le auguro di divenire piccolo, così piccolo da accogliere le luci che ci possono venire da altri fratelli senza impuntature e capricci orgogliosi dei grandi. La verità si difende da sola, per cui non ha bisogno dei miei poveri ragionamenti, ma se qualcuno ha dedicato migliaia di ore gratuitamente e per passione allo studio della faccenda della rinuncia di Benedetto, ringraziamo di cuore e rispondiamo con la nostra vita.

    • Andrea Cionci ha detto:

      Dice bene Riccardo. La rabbia, la frustrazione che suscita Bergoglio è tale da accecare i tradizionalisti più devoti. E così non capiscono NIENTE del Piano B e della sede impedita. Bergoglio vi sta gabbando con l’emotività, a mio avviso si tratta proprio della Potenza d’inganno di cui parlava l’Apostolo. https://www.byoblu.com/2021/11/08/papa-e-antipapa-linchiesta-come-agisce-la-potenza-dinganno-e-il-sabotaggio-del-padre-nostro-parte-39/

      • Rolando ha detto:

        Credo proprio che Francesco papa non stia gabbando alcuno. Parla da uomo non da visionario. Come si può pensare che un padre ami così tanto tutti i suoi figli da sacrificare il suo primogenito in modo inumano? Niente nell’AT invia a tanto. Neppure il Dio del terribile salmo 136: perché per sempre è il suo amore. Questo salmo, come sta scritto in 2Cr 7, viene cantato il giorno della dedicazione del tempio, costruito da Salomone: “Quando il KAVOD di YHWH riempiva il tempio ed i sacerdoti non potevano entrare”.
        Ma come fa un uomo normale a credere a questi arcaici, brutali fatti?!! Come fa la gloria di Dio ad occupare un posto materiale tanto che neppure un prete, grasso o magro che sia poteva trovare libero un angolino¿ ” Colpì i primogeniti perché per sempre il suo amore”.

  • Disperato ha detto:

    Dal frutto si riconosce la pianta? ❣

    https://youtu.be/Q-CPK4Mx18o

  • Disperato ha detto:

    ” da questo si vedra’ chi ha fede..imporranno le mani ai malati ed essi guariranno”

    Il soprannaturale- tra le altre cose- e’ sparito da mo’. Eccetto nei luoghi delle apparizioni mariane. Ritengo infatti che un malato di sla che guarisce…sia un bene. E il demonio non fa’ il bene (se caccio i demoni con la forza di satana…satana combatte se stesso?)

    Mi consola un po’ che credo nei miracoli operati tramite padre Tardif..il rinnovamento dello spirito e’ frutto anche del concilio.

    Ho sentito che pure don Amorth ammise (un po contrariato) ma onesto che NEL NOME DI GESU’ pure evangelici (protestanti) facevano esercismi riusciti.

    Per il resto manca Dio dalle nostre vite…perche’..la societa’ si e’ secolarizzata minimo – penso- dalla rivoluzione francese.
    Qualcuno sotto ha scritto – e concordo- che la fede non e’ contro la ragione ma oltre la ragione.

  • massimo trevia ha detto:

    Io non riesco a gioire per il “piccolo resto”! Spero di non vedere la pieta’ di Michelangelo venduta magari “per i poveri”,il tale organo smantellato, vedere la chiesa dove suono che chiude per “ordini superiori”,come in un sogno di alcuni anni fa!Gia’ ho visto quest’anno che nel presepe non si sono usate le meravigliose statue storiche della parrocchia:si sono usate delle moderne statue cinesi e quando mi sono offerto recentemente per farlo iol’anno prossimo usandole ho ricevuto una risposta infastidita:mi pare che ci si voglia proprio auto-distruggere!Anche queste cose sono brutti segni e io non riesco proprio a gioire per una “chiesa piccola”(non sto pero’ accusando nessuno perche’ mi pare che ne gioisca).Finisco:Santa Teresina era una santa fra le piu’ grandi e se si riteneva “piccola”in tutto non era per posa:l’umilta’ e’ solo realismo nel riconoscere cio’ che siamo!

  • Giovanni ha detto:

    CRITICARE È MESTIERE DI MOLTI.
    IL CAPO DELLA CHIESA DICE:CHI È SENZA PECCATO SCAGLI LA PRIMA PIETRA.
    BENEDETTO XVI IL SIGNORE TI PROTEGGA DALLE MALE LINGUE.

    • Cornelio ha detto:

      La nuova traduzione riporta : “chi è misericordioso scagli la prima pietra, possibilmente verso un fratello. E buon pranzo”

  • marzio ha detto:

    Devo dire che contrariamente a quanto potrebbe sembrare a me stesso, l’articolo mi sembra rassicurante. E lo dico da tradizionalista, o meglio da cattolico che vuole essere tradizionalista. In quel “vuole” mi piacerebbe che si ponesse attenzione. La mia fede è infatti frutto di educazione e di elaborazione personale. In altre parole, non ho avuto nessuna rivelazione, almeno se per rivelazione si intende qualcosa di palese che ti rende certo di quello che non vedi. Se al contrario avessi avuto una rivelazione del genere non dovrei ogni giorno sforzarmi per pregare e credo che non mi sarebbe facile distrarmi come invece lo è. Sarei di bocca buona e anche un prete vestito da clown probabilmente non scuoterebbe le mie certezze. Ma sono diverso e solo la liturgia tradizionale mi impedisce la distrazione con la sua asciuttezza e la sua bellezza al tempo stesso e con la necessità di rimanere concentrato sul messale per capire. Ma questo è un altro discorso. Invece, venendo al dunque quello che mi rassicura nell’articolo è proprio il fatto che, per come sono, farei fatica a riconoscermi in un “piccolo resto”, che mi è più facile immaginare composto da fervorosi e iniziati, senza le mie indecisioni ed incertezze. E mi sento rassicurato anche dall'”occorre” finale. Se sarà possibile avere un papa vero anche dopo l’attuale, non tutto è perduto. Credo col cervello a moltissime delle argomentazioni di Cioncialle quali ne potrei aggiungere a mia volta e mi piace molto Minutella ma, appunto, la prospettiva di un piccolo resto mi raggela. Ne sarei certamente fuori.

  • FANTASMA DI FLAMBEAU ha detto:

    Più uno sfogo di bile che una riflessione tesa a costruire o ri-costruire qualcosa.
    Approdante immancabilmente e ad peram -se ho inteso male chiedo venia- nel sedevacantismo.
    Cioè nella peggiore e più autolesionistica delle forme di elitismo pseudocattolico.

    Detto fuori dai denti, e pur apprezzando passaggi di analisi lucida e condivisibile, frammischiati però a conati di livore che sanno molto più di ideologia tradizionalista e nostalgie classiste che di amore alla Tradizione: chi ragiona in questo modo oggi è un problema, quasi quanto chi è passato armi e bagagli dall’altra parte.
    («se nei lavoratori e nella classe operaia sono stati instillati principi ugualitaristi, rivoluzionari e materialisti» ecc.: che facciamo, torniamo alla pellagra e a salutare col cappello in mano il cane del “sciur padrùn”? Erano quelli i “tempi cristiani” da rimpiangere? Chi è che ha abbracciato il Trono come una verginella spagnola riducendone spesso e volentieri l’Altare a poggiapiedi? Condannandosi -e condannando quindi la civiltà cristiana- a fare la stessa fine? Un minimo mea culpa per aver emarginato, ostracizzato se non addirittura perseguitato, quando va bene incistato, i santi sociali alla don Bosco lasciando gioco fin troppo facile alle accuse di “oppio dei popoli”?)

    C’è lo spiritualismo. Che può diventare eresia quando nega che il Vangelo debba essere incarnato nel mondo, finendo per negare la stessa Incarnazione.
    E c’è il millenarismo nelle sue centomila e solo apparentemente contraddittorie manifestazioni.
    Anche quella di chi pensa che il Regno di Dio sia una dottrina politica o una struttura statuale o un periodo storico idealizzato che vorrebbe risuscitare dalla tomba.
    La sola differenza fra i collitorti verso l’alto e i collitorti all’indietro è che i primi non dobbiamo pure averceli sui calli mentre combattiamo l’Armageddon del qui e ora.

  • Pio g. ha detto:

    Per instillare la Fede bisogna prima di tutto possederla graniticamente, poi si deve cercare di evangelizzare, non di fare ecumenismo al ribasso.
    Non bisogna essere arrovellati da “quell’interminabile rivalità tra dubbio e fede” di ratzingeriana memoria, o da quanto asseriva quel cardinalone ambrosiano (Martini) per cui “ognuno di noi ha un credente e un non credente dentro di sé…..”.
    Anche quel finale del discorso di Ratzinger qui citato, in cui dipinge la Chiesa come “casa dell’uomo….è indicativo dell’antropocentrismo imperante a partire dal CV2.
    La Chiesa è diventata un santuario di teologi e di Pastori “gourmet” che cercano a tutti i costi di abbassare la religione a livelli terreni, come giustamente evidenzia l’anonimo autore dello scritto. Di più: vogliono essere ed apparire moderni, al passo con i tempi, togliere tutto ciò che per loro rende antiquata la Chiesa, servire delle “pietanze” succulente a fedeli che gradiscono il menù. Il problema è che il menù diventa a sua volta antiquato, monotono, privo di sapore, dopo poco tempo. E il mondo è smpre più esigente…e allora devi accontentare gli omosessuali, non urtare la suscettibilità del circo arcobaleno, esaltare il lato femminile della società.
    Tutto ciò che vediamo in sintesi nella chiesa tedesca, non a caso succube della corrente filoprotestante, già latente negli scritti ratzingeriani (Introduzione al Cristianesimo è stata opera plurigettonata nella Chiesa postconciliare, nei Seminari, ed ha, secondo autorevoli esegeti e studiosi, come Radaelli, molti passaggi ereticali, mai smentiti dall’autore).
    Hanno dedogmatizzato la fede, seminando il dubbio, hanno intronizzato l’uomo al posto di Dio, hanno stravolto la Liturgia millenaria, che cosa ne poteva scaturire?
    Oggi è eroico essere cattolici a tutto tondo.
    Se un nostro avo morto 100/200 anni fa ritornasse sulla terra sarebbe sconvolto dall’abisso in cui è piombata la Chiesa più ancora della società.
    La Chiesa cattolica ha fatto di tutto per rincorrere il Mondo, recuperare quei 200 anni di ritardo di martiniana memoria, e purtroppo c’è riuscita.

    • Disperato ha detto:

      Una domande che mi ponevo stamane. A cui per mancanza di conoscienza non so’ dare piena risposta. Ho visto la fine, del mondo contadino (che per me era un mondo arcaico). Aveva gia’ in nuce quel che la vergine forse disse a La Salette. 1846: ” vado a memoria”…gli uomini la domenica non vanno a messa..bestemmiano e si burlano della religione…(e poi diceva, in una societa’ povera e autosussistente) ECCO CHE IL GRANO E’ MARCITO…IL PROSSIMO ANNO LE PATATE…

      Ora potremmo dire che era il positivismo 700esco o la rivoluzione francese (io ripeto non conosco la storia del cattolicesimo), pero’ 200 anni forse son pochi. Il Vangelo e’ duro. Richiede fede. Cioe’ abbandonarsi all assurdo per essere salvati (” il mio giogo e’ lieve..dolce”) abbandonare le tentazioni o almeno i peccati (oggi poi…pure nei blog cattolici – senza volere- appaiono pubblicita’ di siti lussuriosi.
      Gesu’ non ci chiede 🙈 di essere perfetti ma di seguirlo. La salvezza c’e’, bisogna “seguirlo”. Noi siamo “ricchi”. Gia’ nel 1846 se uno seguiva Gesu’ era “bigotto”. Forse si salvavano i preti. Poi tutto e’ dilagato.

      • Disperato ha detto:

        Mi dimenticavo: a La Salette erano ignoranti…non penso direttamente “coscienti” della filosofia rivoluzionaria. Eppure anche negli angoli remoti…in tono minore da oggi…si andava in chiesa al battesimo matrimonio e funerale.
        La saggezza contadina delle mie parti….diciamo primi 900 aveva sti proverbi: “son messe dette”. Per dire: e’ inutile una cosa, come la messa.

        Si faceva dire “perche non si sa’ mai” o per 1000 motivi ma la gente..non so” come dire…

      • ex : ha detto:

        «Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5,48)

        Ovviamente la perfezione assoluta è solo nel Creatore; ma Gesù con queste parole spronava i suoi seguaci al massimo impegno per perseguire questa meta.

        • Disperato ha detto:

          Si. Poi naturalmente ci fu la crocifissione, in cui gli apostoli capirono ben poco. Ma, chissa’, pure li..nella prova della fede..nel disastro totale (per le aspettative messianiche di un ebreo di allora); senza IL CONSOLATORE (spirito santo) quei tre giorni (veramente di buio) son sopravvissuti.
          Noi almeno – indegnamente- veniamo dopo o forse no? Boh

  • Gabriela ha detto:

    ◾Diagnosi:
    “Stato di cancrena generalizzata in tutto il Corpo Mistico dovuto solo ed esclusivamente alla separazione volontaria dal Capo…”.

    ◾ricetta:
    UNITÀ AL PAPA LEGITTIMO STABILITO DA CRISTO.

    🌟Pietro infatti, in forza del primato, non è altro che il VICARIO di CRISTO, e in tal guisa si ha di questo Corpo UN SOLO CAPO PRINCIPALE, cioè Cristo, il quale, pur continuando a governare in modo arcano la Chiesa direttamente da sé, VISIBILMENTE però LA DIRIGE ATTRAVERSO COLUI che RAPPRESENTA la SUA PERSONA, poiché, dopo la sua gloriosa ascensione in cielo, non la lasciò edificata soltanto in sé, ma anche in PIETRO, QUALE FONDAMENTO VISIBILE.
    (Pio XII)

    Papa Leone XIII (Satis Cognitum):
    🌹E poiché è NECESSARIO che TUTTI i CRISTIANI SIANO tra loro UNITI per la COMUNIONE di una FEDE IMMUTABILE, Cristo Signore, con la forza delle sue preghiere, ottenne che Pietro, NELL’ESERCIZIO DEL SUO POTERE, NON ERASSE MAI nella fede: “Io ho pregato per te, perché non venga meno la tua fede”(Lc 22,32);
    …. .. Gregorio Magno così scriveva all’imperatore Maurizio Augusto: “È evidente a quanti conoscono il Vangelo, che attraverso la parola del Signore è stata affidata la CURA di TUTTA la CHIESA all’ APOSTOLO PIETRO, principe di tutti gli Apostoli…

    Dal vangelo secondo Matteo:
    “Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali!

  • ex : ha detto:

    Dott. Tosatti,
    mi sembra utile portare a conoscenza la creazione del «Comitato “Liberi in Veritate”» (a meno che con sia stato già fatto e mi è sfuggito), a séguito dell’Appello antiglobalista di Mons. Viganò:

    http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/home/comunicati-stampa/10606-nasce-liberi-in-veritate

    Lo stesso Mons. Viganò ha inviato al neo Comitato un “indirizzo augurale”:

    http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/chiesa-cattolica/10611-messaggio-augurale-di-mons-vigano

  • cattolico ha detto:

    esiste una chiesa apostolica che per trecento anni ha ricordato la santa cena dell’agape e recitava il credo apostolico dove non c’era traccia di profeti yahwisti.è la chiesa raffigurata negli affreschi delle catacombe. è la chiesa del boccone come da vangelo di Giovanni.è la chiesa dei primi martiri,vedi Santa Perpetua e Santa Felicita.essa è l’opposto della chiesa voluta da Costantino e confermata da Tedosio che si sono appropriati della tanakh israelita.il cattolicesimo sta allo yahwismo come la spiritualità sta alla pornografia.nel 1969 mons. Ratzinger afferma una cosa semplicissima: solo ripartendo dai Santi la chiesa potrà rinascere.Santa Edith Stein affermava che la fede senza cultura è una fede a metà

    • alessio ha detto:

      Che facciamo ,ci liberiamo
      del Battista , ultimo dei
      Profeti , prima che venga
      il pontefice a Firenze
      un’ altra volta ?

    • Dionigi Areopagita ha detto:

      Chi è quest’utente, la reincarnazione di Marcione di Sinope? Quello che scrive è storicamente falso, scritti alla mano; forse non ha mai letto Ignazio di Antiochia il quale scrisse più di un secolo prima di Costantino. La tradizione Cristiana autentica, quindi non gnostica, ha sempre fatto uso dei profeti e deglis critti ebraici.

  • acido prussico ha detto:

    Il cerusico ausculta con occhio clinico il malato pieno di piaghe:

    “…Se oggi la Chiesa …., se le chiese sono …, se la vita di tutti i giorni …., se i bambini e i giovani …, se le classi dirigenti…, se gli stati consentono …, se il popolo è convinto …, se le sette massoniche…”

    e diagnostica che il moribondo è stato avvelenato da un membro della famiglia:

    “…solo ed esclusivamente dal tradimento … della Gerarchia…”.

    Indi scrive la ricetta:
    “…occorrono fedeli…., occorrono giovani generosi e santi…, occorrono sacerdoti che…, occorrono Vescovi assidui …, occorre un Papa che …, occorre un Papa, appunto”.

    I cari congiunti del moribondo si guardano in faccia e chiedono:
    “Scusi, dottore, ma dove li troviamo i fedeli e i giovani santi? Dove sono i Seminari che dispensano sacerdoti …? Chi nomina i vescovi e elegge il nuovo Papa? La Gerarchia “avvelenatrice”?”

    Il cerusico risponde “Io sono il cerusico. Non sono il farmacista”. Chiude l’ambulatorio e va a fotografare un altro moribondo e scrivere ricette ai suoi cari congiunti.

    • Anonimo verace ha detto:

      La Chiesa è il corpo di Cristo e Cristo ne è il capo.
      La Fede o meglio la stessa fede è il tessuto connettivo che tiene unite le membra, ciascun membro con il suo compito.

  • Adriana 1 ha detto:

    La frase del Vangelo di Marco citata nella lettera fa parte del Vangelo lungo di Marco sul cui testo è ancora aperta tra i dotti una ampia diatriba storico-filologica. Faccenda aspra assai…di cui penso che Ratzinger abbia avuto piena contezza.

    • Enrico Nippo ha detto:

      “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato”.

      Visto che al riguardo “è ancora aperta tra i dotti una ampia diatriba storico-filologica”, mi permetto di accennare ad una perplessità, personalissima, circa il “modo” di esprimersi di Cristo, tenendo anche conto che Egli parlava in aramaico o forse anche in ebraico (o addirittura in greco?).

      Ecco: dico che il “modo” adottato da Cristo, secondo come appare dal racconto (tradotto) di Marco, risulta di una rigidità che non convince, una aut aut quasi manicheo, legalista, circa il quale potrebbe non risultare estraneo un “accorgimento didattico” dell’evangelista teso a rendere il precetto ferreo e inoppugnabile.

      • Luciano Motz ha detto:

        Che abbia ragione Sosa sul fatto che allora mancava il magnetofono?

        • Enrico Nippo ha detto:

          E’ un tema delicatissimo quello del “racconto”.

          Certe frasi, almeno a me, suscitano perplessità.

          Per esempio , a proposito di quello che “dice la Madonna”, non mi ha mai convinto quel “grazie per aver risposto alla mia chiamata” di Medjugorie.

          Mi sa tanto di di burocratese, una sorta di “yours truly” conclusivo delle lettere d’ufficio, che sa tanto di aggiustamento.

          A parte il mio totale disinteresse per ciò che dicono i “veggenti” (non solo quelli di Medjugorie) e sulla Madonna che dice “grazie” agli uomini quando dovrebbe essere tutto il contrario.

          • Adriana 1 ha detto:

            Enrico,
            i resoconti, per lui emozionanti, di padre Livio, sono, infatti, di stile ” ragionieristico”. A sentir lui, Miriana,-incontrata in Italia- gli disse che la Madonna aveva- al momento- altri impegni e perciò non poteva comparire ( a lei con lui, oppure a lui con lei ).
            Confido che tu voglia leggere la novella di ” Ser Ciappelletto” del Boccaccio ( I.1). Specialmente facendo tesoro della sua conclusione dove l’Autore dimostra -molto seriamente- il suo altissimo grado di Speranza, di Fede e di Carità.

        • Adriana 1 ha detto:

          ” …il modo ancor m’offende…” scrive padre Dante,- a ragione-.
          Suppongo che Padre Sosa credesse di aver sparato una cannonata, colpì solo un pollaio deserto, poichè gli studiosi conoscevano da tempo i problemi testuali e di attribuzione relativi non solo al Nuovo, ma anche all’Antico Testamento.
          Con un colpo solo credo pensasse di abbattere tutta la infilata di antichi teologi , quelli che Bergoglio definì perduti dietro alle loro astrazioni, e, con loro, di dare un colpo alla tradizione avvalendosi della sua posizione di ” Generale ” della Compagnia. Forse era animato dall’imperativo di trasformare gli infantili Cristianucci ( più o meno anonimi), in una massa ( più o meno anonima) di rivoluzionari “adulti”, di forti ” ponzatori ” nello stile dell’ammirato Rodin , trascurando sia la natura dell’uomo e i suoi affetti, sia il dettaglio che egli stesso deve la sua posizione di prestigio a quella tradizione teologica che- con quella roboante frase- ha sarcasticamente e sprezzantemente sbeffeggiato. Dimenticando, infine, che quella tradizione, nel suo nucleo, è anch’essa testimonianza del lavoro e della fatica di tanti uomini non inferiori a lui né per ingegno né per Fede.
          Per secoli i Gesuiti raccomandarono un insegnamento che fosse graduato ” ad usum Delphini “. Ai giovanissimi, agli inesperti, ai non preparati alle brutalità della vita -e della politica- si doveva insegnare non una Verità edulcorata ma una Verità ammantata dal pudore e dal rispetto umano. Ai nostri giorni mi pare che il pudore e il rispetto siano stati messi in ” non cale”. Siamo sicuri che quelli come Padre Sosa vogliano una massa di ” adulti scafati” o non, piuttosto, una massa di ” vecchi malvissuti” privi anche dell’estrema Speranza? ( cit. Manzoni ).

      • Adriana 1 ha detto:

        Infatti pare proprio che quella conclusione, che doveva servire da ” riepilogo didattico “, sia stata ” attaccata ” al Vangelo di Marco nel II secolo dopo Cristo. Numerosi sono
        qui i problemi testuali, come pure quelli geografici. La stessa Bibbia di Gerusalemme ne dà notizia.

      • Rolando ha detto:

        Caro Enrico, vedo qui la tua citazione di Marco: “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, chi non crederà sarà condannato “.
        L’anno scorso, proprio la domenica dell’Ascensione, il mio quarto nipote riceveva la Cresima per mano di un Vescovo tradizionalista ed io sono stato invitato. In chiesa infatti c’era posto solo per nonni e fratelli con i genitori. Tale Vescovo è uno nominato da Benedetto XVI. Ha tenuto un’omelia toccante sull’amore che c’era tra nipote e nonno, nel caso a lui capitato per via di ciò che una sua cresimanda chiese allo Spirito Santo: non essere mai separata da suo nonno che era morto di recente. Tutta imbastita sull’amore la predica con una citazione a supporto dalla Summa di Tommaso d’Aquino il cui pensiero è alle vette della sana filosofia. Nessun cenno alle letture della liturgia del giorno.
        Al temine, quando era ancora in abiti pontificali, dopo aver espletato le foto di rito, mi avvicinai a lui ancora davanti l’altare. Il segretario si scostò ed io gli parlai. Gli dissi : Bene, eccellenza, tutto quello che ha detto sull’amore mi ha profondamente emozionato e scosso, non c’è una parola da scartare; ma come la mettiamo con l’ultima asserzione del Vangelo letto proprio qualche secondo prima della sua predica? Perché, sa, io non credo. Perciò sarò condannato e tutta la sua predica son parole belle ma senza senso per me. Rimase un momento stupefatto. Poi mi assicurò che io non sarò condannato. Sì, che io pur non credendo non sarò condannato. In chiesa non c’era nessuno quando ci salutammo oltre noi due e a distanza il segretario. Solo a tavola mio nipote, il cresimato, mi mostrò le foto che furtivamente (mi vuole un bene immenso) aveva fatto.
        Mia moglie volle sapere. Ovvio. Raccontai tutto. E lei: chi è lui per dirti che non sarai condannato?! È un successore degli Apostoli di Cristo. A tavola poi raccontò anche al consuecero, molto credente quanto le raccontai. Ed anche lui sbuffò: chi è lui per dirgli che non sarà condannato?! Essendo in ascolto, commentai di botto: lo stesso giudizio della moglie!! In pratica il Vescovo contava meno di mia moglie e del mio consuocero insieme: non era autorizzato a dirmi ben due volte che non sarò condannato dal suo Gesù-Dio.
        Non so che dire, comunque una cosa è certa: gli ho fatto commentare anche il passo evangelico di Marco.

        • Don Ettore Barbieri ha detto:

          Per Rolando: nessuno può sapere né di essere salvato né di essere condannato. Sicuramente le parole di Cristo si riferiscono all’incredulità come peccato contro lo Spirito Santo, l’ostinazione nel rifiuto della grazia. Questa ostinazione non deve consistere necessariamente in ostilità o derisione nei confronti della fede, ma può essere fatta anche di superficialità, ignoranza colpevole ecc. Allora a nessuno di noi è lecito dire né chi si salverà né chi si dannerà; tutti, però, dobbiamo affidarci alla misericordia di Dio, anche lei che dice di non credere (ma mi pare che la fede sia il suo rovello quotidiano) perché il Sugnore le dia la luce di cui ha bisogno.

          • Rolando ha detto:

            Grazie don Ettore. Ho trovato saggezza umana nella sua parola. Il pensiero del mistero che chiamiamo anche Dio è il raggio luminoso ( diòs ) che mi vincola, mi calamita. Ecce deus fortior me qui veniens dominabitur mihi. Non devo essere vigliacco con me stesso, non posso fingere, mi dico. L’incapacità di concettualizzare una fine assoluta dopo la morte e soprattutto l’istinto stesso di sopravvivenza mi parlano del mio interesse, della mia convenienza, così come ogni scelta che faccio. Non posso dire di amar Dio senza averlo trovato e quand’anche lo amassi perché le dottrine mi garantiscono l’eternità beata, la salvezza, sarebbe sempre un falso amore di convenienza. La fiducia nella sua esistenza è grande, va oltre me stesso. Non riesco a concepire che sia un altro tu, e neppure un tu totalmente altro. Rifuggo dal dargli forma ed immagine d’uomo. Lo vedo piuttosto nell’incomprensibile e nello stesso tempo ineffabile mistero del Tutto. ” Finché non ritorniamo al Tutto, che è Dio “: precise, autentiche parole del card. Dionigi Tettamanzi , che mi si sono appiccicate addosso e non posso sapere se il suo cervello che le produsse equivalgono al mio cervello che le intese. Comunque, adesso il padrone di quelle parole sono io. Ovvio che dietro c’è di tutto: credo, dottrina, crisi. Non credo più nel AT e nel NT come libri ispirati. Per me è semplicemente ridicolo. No credo nella dottrina. Ma stranamente la Fiducia c’è in me e letterariamente e semanticamente mi vien da ritrovarla in quella emunà fede-fedeltà degli antichi testi alla loro divinità. Ma la mia divinità per così dire, non è quella, né in altre. Me lo impedisce la stessa conoscenza di tutti questi prodotti delle storie umane. Mia mamma mi diceva sempre: ” Fiol, lasso che i preti i diga, mi go el me Signor “. E non aveva mai letto una parola della bibbia! Anzi proprio la bibbia ed il Corano che ho più che letto integralmente mi son di scandalo. Se poi ci si mette in mezzo il teologo di turno, colgo anche una certa qual empietà verso l’AGNOSTO THEO, che il povero Paolo, il moktheròs, credeva d’aver spiazzato in uno con gli altri dei. Che mi dici tu?

        • FANTASMA DI FLAMBEAU ha detto:

          Non sono vescovo e nemmeno prete, ma, se permette, una parola voglio provare a dirgliela.
          Leggere e strumentalizzare il Vangelo a pezzi e bocconi è tipico degli eretici e dei seminatori di zizzania. Dicono -gli esorcisti- che il demonio è un grande esegeta. Pro “domo” sua.

          «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato».
          Qual è l’unico e solo Oggetto del Vangelo, della frase e della fede? Colui il quale ha anche detto:
          «In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me».
          E ha ispirato l’Inno alla Carità.
          https://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=1Cor13%2C1-13&formato_rif=vp

          Ai cristiani il loro, senza sconti e senza ipocrisie, su cui saranno giudicati.
          A Cristo il giudizio su chi l’ha incontrato e accolto pur non avendolo riconosciuto.
          Per i tanti motivi che fanno di questa vita un pellegrinaggio e una militia fra ombre e Luce.

          Sul battesimo e l’ortodossia cattolica, san Tommaso e il suo alter ego poetico, Dante, (ri)legga cosa scrive nella Commedia su Catone, Rifeo e Traiano.

        • Enrico Nippo ha detto:

          Mi sembra che Rolando, con la sua testimonianza, confermi la mia perplessità circa la redazione del passo di Marco.

          L’intervento di don Barbieri mi sembra proteso a mantenere un equilibrio precario tra quanto scritto da Marco, che non ammette eccezioni – se credi sei dentro, se non credi sei fuori – e l’affermazione secondo la quale nessuno sa chi sarà salvato e chi condannato. Tutto ciò conferma ancor di più la mia perplessità circa la redazione del passo in questione.

          • Don Ettore Barbieri ha detto:

            Uno dei criteri per interpretare la Sacra Scrittura è quello di leggere un singolo passo alla luce di tutta la Bibbia (tenendo conto ovviamente che il Nuovo Testamento è compimento e anche superamento dell’Antico). Siccome il Signore parla chiaramente del peccato contro lo Spirito Santo, poi codificato in quattro speciie dal Catechismo di San Pio X, una delle quali è appunto l’ostinazione nel rifiuto della verità rivelata, quell’aut aut del Signore si può comprendere come riferito a chi colpevolmente e senza pentimento finale rifugge dalla fede in Lui.

          • Rolando ha detto:

            Grazie perché non mi squalificate del tutto. Siete un po’ come quel vescovo. Non sono certo un teologo di professione: Dio me ne liberi! Ma avendo studiato ed essendomi specializzato in paleografia greca e latina con una piccola conoscenza delle enormi problematiche inerenti le antiche lingue della mezzaluna fertile, i problemi della trasmissione del pensiero tramite le parole scritte su papiri, codici, monete ed altri mezzi sono enormi. Ma lasciamo.
            Voglio solo prendere in considerazione un caso e limitarmi strettamente a questo. Matteo 2, 23. A quali profeti o profezia si riferisce? Se analizziamo i codici, è un disastro. Non solo tra prima e secunda manu con relativa raschiatura, ma ce ne sono anche di quelli che scrivono il nome di Isaia. La cosa non è di poco conto per la credibilità delle testimonianze narrative umane, che nel caso dei libri ritenuti ispirati vanno direttamente ad intaccare la credibilità della verità di quel Dio, che in questo caso sarebbe il Figlio Gesù Cristo. Ab uno disce omnes, scrive il maestro di Dante. Ma purtroppo… o si crede o si ragiona.
            Questo non è che un caso, ma sufficientemente illuminante. Che dire poi dei due Gesù davanti a Pilato, che anche il cattolico A. Merk rileva? Non è solo questione che la bibbia sia il libro più stampato, ma anche il meno letto…. No, non posso credere che questa sia la parola di Dio, il Verbo fatto carne, visto che sta anche scritto che l’uomo equivoca: “Io YHWH ho detto una parola, l’uomo ne intese due”. Ma pur morderndomi la coda, mi àncoro più che posso alla realtà della Storia umana. E la ricerca non è finita.

    • alessio ha detto:

      Adriana ,è sempre un
      piacere leggerla ,in più
      ha il dono della sintesi .
      Complimenti.

      • Adriana 1 ha detto:

        Alessio, grazie, ma, come si usa dire: ” Non occorreva”.
        Per raggiungere la sintesi, bisogna leggere molto e studiare e…meditare. Comunque non si finisce mai di imparare, con pazienza e umilmente; pur sapendo che la nostra vita terrena è legata all’impermanenza, si lavora come se ciò non fosse, con sincerità, senza supponenza e senza acribia.

  • Alessandro DS ha detto:

    per capire il motivo per il quale Benedetto XVI in passato – in qualità di semplice teologo – abbia esposto certi concetti è da ricercare nella scuola di pensiero teologica di Tubinga.
    Come certo voi tutti saprete, come una volta esisteva la scuola di pensiero degli Alessandria e di Antiochia, oggi esiste la scuola di pensiero di Tubinga e di Roma. La scuola di Tubinga è la patria del modernismo, la scuola di Roma lo è del tradizionalismo.
    Benedetto XVI viene dalla scuola di Tubinga, e da “teologo” seguiva quella linea di pensiero, ma quando Benedetto fu trasferito a Roma e, ancor più quando divenne prefetto del Santo Uffizio, cambiò radicalmente, seppe incarnare l’incarico che aveva lasciando fuori le sue idee personali, ma seguendo le regole della chiesa, non contraddendole mai nonostante egli venisse da una scuola di pensiero diversa.
    Per farvi rendere conto di cosa insegnano nella scuola di Teologia di Tubinga vi riporterò un pezzo di ciò che viene insegnato ai suoi studenti durante le lezioni:

    Da una vera lezione di teologia sistematica/dommatica nella Facoltà di Muster e Tubinga : Il dogma dell’infallibilità, il tradizionalismo e la filosofia della resataurazione e dell’autorità.
    <>

    Con gente che nelle Facoltà insegna questo, come possono crescere i loro studenti e i loro fedeli? Benedetto XVI è stato indottrinato con questo – da teologo – ma ma nel momento che ha ricevuto l’ufficio di Prefetto del Santo Uffizio e di Papa ha saputo essere fedele alla sua missione.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Con gente che nelle Facoltà insegna questo e cioè niente, che cosa volete aspettarvi ? Gente che fugge.

    • Alessandro DS ha detto:

      scusate, il testo della lezione non è partito, eccolo:
      Da una vera lezione di teologia sistematica/dommatica nella Facoltà di Muster e Tubinga : Il dogma dell’infallibilità, il tradizionalismo e la filosofia della resataurazione e dell’autorità.
      “In conseguenza al Nichilismo, e dal terrore di questo, ne è venuta una seconda importante corrente del pensiero moderno: “la filosofia della restaurazione”. Essa ha determinato in modo durevole la teologia e la prassi della chiesa a partire dal XIX secolo.
      E’ stato riconosciuto che la ragione umana rimanda essenzialmente alla lingua, alla tradizione e all’autorità. Secondo loro, solo l’autorità può garantire verità ed ordine. La libertà umana, siccome essa è possibile solo storicamente e socialmente, non può mai essere autonoma in senso assoluto. Il nostro comprendere è rimandato alla lingua, alla tradizione e alla comunità; per questo la fede precede la ragione.
      In questo modo è sorta tutta una filosofia dell’autorità. All’interno della teologia questa corrente si è espressa innanzitutto nel tradizionalismo -che più tardi fu condannato dalla chiesa-.
      Molto più importante tuttavia è il fatto che queste idee siano state dietro al movimento che ha portato il Concilio Vaticano 1° alla definizione del primato e dell’infallibilità del Papa. Si credeva di offrire un aiuto in un mondo in sfacelo, additando nel papato un punto d’orientamento e d’unità.

      in Germania insegnano questo sul dogma dell’infallibilità del Papa e sul Primato della Chiesa di Roma.

      • Mah ! ha detto:

        La fede precede la ragione ? Ne siamo sicuri ?
        Non è per caso che la fede sia al di sopra della ragione ? Che appartenga a quelle facoltà soprannaturali (suggerimento dello smartphone) a cui la ragione non può avere accesso ?
        Che il mio smartphone abbia voglia di provare cosa significhi avere fede ?

        • alessandro ds ha detto:

          Nella Facoltà di Teologia di Tubinga insegnano questo. Tubinga è l’Elite della teologia tedesca.
          Io mi preoccuperei molto di più del ragionamento fatto sul dogma dell’infallibilita’ del Papa.
          Perché i dogmi sono “rivelati da Dio” Secondo la chiesa cattolica, mentre loro invece insegnano che sono stati inventati dagli uomini tradizionalisti, da un movimento tradizionalista che è influenzato dalla filosofia della restaurazione.

          Altra parte della stessa lezione di Teologia nella Facoltà di Tubinga: (1 corso diviso in 10 lezioni, condotto da un Professore che poi è divenuto anche rettore della Facoltà e dopo anche Cardinale)
          – I Dogmi e le verità rivelate emesse dai Papi ex cathedra-
          “Nella storia dei dogmi vi è anche una storia di dimenticanze,di incapacità e di fallimenti.
          Essa è come ogni storia un costante su e giù di epoche grandi, e di tempi nel quale si è corso il pericolo di perdersi in superficialità e in astruse questioni marginali. Per questo la parola della Chiesa non è semplicemente e sotto ogni aspetto la parola di Dio.”
          “L’infallibilità non esclude ogni forma di difetto e di macchia. Non indica innanzitutto un assenza di difetti morali. I dogmi possono essere assolutamente unilaterali, superficiali, ingenui
          e precipitosi. Nelle proposizioni infallibili non si tratta di
          proposizioni, che a priori non possono essere false, cioè di
          proposizioni, che staccate dalla loro situazione e dal loro uso concreto non possano contenere affatto degli errori.”

          • Adriana 1 ha detto:

            ” non esclude ogni forma di difetto o di macchia “,( v. ” PIstis Sophia ” ( Codex askevianus ). Testo agnostico, curato da uno dei più autorevoli studiosi dello gnosticismo, Luigi Morialdi. ed. Adelphi, 1999 ). Certo che, per essere ” moderni innovatori”, vanno a ricopiare testi del secondo e terzo secolo d.C.) e…spudoratamente. W. l’attualità!!!

          • alessandro ds ha detto:

            Benedetto XVI è cresciuto costantemente in mezzo a queste eresie, e nonostante tutto è riuscito a non farsi plagiare è ha mantenuto la sana dottrina. Benedetto XVI è un fiore in un giardino pieno di ortiche. Chiunque altro sarebbe diventato un eretico se fosse stato indottrinato con quelle lezioni.
            Ma la cosa che lascia più riflettere è che queste lezioni di teologia nella Facoltà di Tubinga contraddicono e rigettano palesemente il dogma dell’infallibilita’ e i dogmi in generale. Ovvero, chi insegna questo in realtà commette il resto di “pubblico abbandono della fede cattolica” Che è ancora più grave della scomunica. Tradotto è reato chiamato di “eresia manifesta”. L’eresia manifesta come conseguenza ha l’immediata perdita di ogni ufficio e giurisdizione eo ipso. Ovvero, perdi tutto il potere che hai nella chiesa perché non sei più un cattolico. Invece questo professore lo hanno fatto rettore della Facoltà e poi anche Cardinale.

    • Rolando ha detto:

      Alessandro! Tu mi provochi con la scuola Alessandrina!
      Filone ad esempio è l’inventore dello Spirito Santo quasi come persona diversa da Yhwh. Infatti lo significa nella forma di colomba con una giocosa distinzione tra il volo di questa e quello del piccione. Ma tu pensi davvero che il greco-romano Paolo ignorasse i suoi scritti?

  • Dionigi Areopagita ha detto:

    Io invece ci vedo proprio una profezia. Troppi Cattolici tradizionalisti (il cui tradizionalismo non va, di solito, più indietro della controriforma) hanno una concezione della religione Cristiana come di una forza che deve regnare sulla terra in virtù di una necessità insita nel messaggio stesso di Cristo. In pratica è un po’ come se fossero musulmani invece di Cristiani. Solo che, a ben vedere, Cristo non ha mai promesso successo terreno, ma anzi ha rimarcato che il regno di Dio non è di questo mondo, e di aspettarsi persecuzioni, odio, incomprensione fino a un momento storico ben preciso in cui non sarà nemmeno più possibile trovare fede autentica sulla terra – il quale si sta decisamente avvicinando. Il successo secolare della Chiesa Cattolica è stato, quindi, una sorta di concessione divina la quale non abbiamo nessun diritto di voler ricreare senza il permesso di Dio. E comunque non succederà. Ciò che è stato è stato e non ritornerà.
    Per quanto riguarda le tendenze moderniste di Ratzinger, aldilà di un po’ di Hegel soprattutto nel periodo giovanile, non sono nient’altro che il ritorno a un Cristianesimo meno Tomista e più aperto ai Padri e ad elaborazioni diverse. Cosa che francamente si era resa assolutamente necessaria. Si può affermare che abbia tentato di tenere il piede in due scarpe con la coesistenza di due liturgie profondamente diverse, quella fallace del Concilio e quella più tradizionale (che però non è “la messa di sempre”).
    Ma le differenze tra Ratzinger e Bergoglio rimangono abissali in tutto e per tutto.
    Poi che sia papa ancora o meno, che i vari Cionci abbiano ragione o no è un altro discorso.

    • Ambra ha detto:

      Buon commento. Condivisibile. Ottimo poi l’incipit in cui si sottolinea che il cosiddetto tradizionalismo spesso non riesce ad arrivare oltre la controriforma.
      Per tutti però vorrei sottolineare il fatto che ci fu , per così dire, una grande svolta, che portò un gruppo di 12 pescatori di Galilea a diffondere la dottrina di uno sconosciuto Rabbi che, per aver affermato di essere il Re dei giudei fu crocifisso e morì in croce. Ah ! Dicono che è risorto ? E che chi crede possa compiere i suoi stessi miracoli ?
      Ma questi sacerdoti di oggi lo credono ancora ?

      • Rolando ha detto:

        No, Ambra. Il cosiddetto tradizionalismo è arrivato oltre la controriforma protestante che ha prodotto il capitalismo materialista. Il tradizionalismo post tridentino con la sua vigilante capillarità attraverso le sue ordinate istituzioni ecclesiali nella società cristiana occidentale di fatto ha preparato la nascita della società moderna con il suo controllo civico-sociale dell’individuo, pur facendo meno della obsoleta confessione sacramentale, che i venti del relativismo modernista ha trasformato in semplice confidenza consolatoria per gli ultimi bisognosi.

        • Rolando ha detto:

          Chiarisco. Per Riforma intendo quella Protestante. Per controriforma quella di Trento. Il tradizionalismo è arrivato oltre la controriforma ed ha generato il modernismo laico.

  • Andrea Cionci ha detto:

    Ancora non hanno capito eh? Questi si assumono una grossa responsabilità storica.

    • riccardo ha detto:

      Occorre amore alla piccolezza, al nascondimento, al ritenersi nulla di fronte a Dio ed agli uomini, per acquisire il possesso del Tutto.
      Sotto la croce c’erano il discepolo più giovane ed insignificante e tre donne senza valore civile: dal sangue ed acqua che sgorgò su di loro nacque la Chiesa.
      Dal sangue di Benedetto XVI e dalle sue lacrime nascerà il piccolo resto. Voglia il Signore che possiamo occupare almeno l’ultimo posto di quella fortunata schiera, senza retrocedere di fronte alle prove

    • Federico ha detto:

      Sono loro l’altra faccia della medaglia dei bergogliani, Andrea, non hanno capito e non capiranno mai. non amano la Chiesa, ma amano un apparato sociopolitico post-tridentino.

      • Andrea Cionci ha detto:

        In termini militari questo si chiama FUOCO AMICO ed è la cosa più intollerabile di tutte.

  • Giuseppe ha detto:

    Feigling è il termine con cui i compatrioti del teologo di Tubinga definiscono chi abbandona il proprio incarico e dovere, per paura .
    In Italia forse diremmo don Abbondio.
    In ogni caso la sostanza è che Benedetto XVI e Bergoglio sono le due facce della stessa medaglia.
    Una apparentemente nobile ed erudita l’altra rozza volgare ed ipocrita.
    Entrambi sono sostenitori del concilio Vaticano II e questo dovrebbe far capire molte cose.
    Sì abbiamo bisogno di Pastori veri , la Chiesa Cattolica e l’Italia ha bisogno di pastori degni.
    Noi possiamo solo pregare che Cristo abbia compassione di noi e ritiri il castigo che senz’altro
    abbiamo meritato .

  • er ha detto:

    Non si sta ora esagerando un po’ troppo?
    Che serve ricordare oggi alcune affermazioni del teologo Ratzinger di 50 anni fa?
    E accusarlo per i suoi pensieri di allora?

    • alessio ha detto:

      Ha fatto più morti il concilio
      che tutti i dittatori del
      secolo scorso .
      Speriamo che almeno i
      lefevriani non si facciano
      addomesticare come gli
      istituti Ecclesia Dei visto
      che ritengono francesco
      Papa legittimo e visto
      che Don Pagliarani è
      andato in udienza
      da lui.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Già. Perchè non andiamo a ripescare che cosa scrisse nello svolgimento di qualche temino quando frequentava le scuole elementari?

  • alessandro ds ha detto:

    Eccone un altro con la “sua” verità in tasca.

  • miserere mei ha detto:

    Le considerazioni espresse dall’autore dell’articolo vanno lette avendo presente che cosa scrisse Joseph Ratzinger nel 1970. Ne estrapolo solo alcuni spunti.

    “Non abbiamo bisogno di una Chiesa che celebra il culto dell’azione nelle preghiere politiche. È del tutto superfluo. E quindi si distruggerà”.
    Vero. La chiesa di rito covidiano è esemplare.

    “Ciò che rimarrà sarà la Chiesa di Gesù Cristo, la Chiesa che crede nel Dio che è diventato uomo e ci promette la vita dopo la morte”.
    Vero. Mai come ora ne sento il bisogno, per non vivere avendo solo paura di morire.

    “Dalla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto. Diventerà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi. Non sarà più in grado di abitare molti degli edifici che aveva costruito nella prosperità”.
    Vero. Riscontrabile già quasi ovunque.

    “… nonostante tutti questi cambiamenti che si possono presumere, la Chiesa troverà di nuovo e con tutta l’energia ciò che le è essenziale, ciò che è sempre stato il suo centro: la fede nel Dio Uno e Trino, in Gesù Cristo, il Figlio di Dio fattosi uomo, nell’assistenza dello Spirito, che durerà fino alla fine”.
    Vero. L’ha promesso Gesù Cristo e tanto basta.

    ” … una minoranza che rimetterà la fede e la preghiera al centro dell’esperienza e sperimenterà di nuovo i sacramenti come servizio divino e non come un problema di struttura liturgica”.
    Ah se fosse vero già da oggi! Frequentando le parrocchie non si vede.

    ” … dopo la prova di queste divisioni uscirà da una Chiesa interiorizzata e semplificata una grande forza”.
    Da non smettere di pregare chiedendolo a Dio!

    “A me sembra certo che si stanno preparando per la Chiesa tempi molto difficili. La sua vera crisi è appena incominciata. Si deve fare i conti con grandi sommovimenti. Ma io sono anche certissimo di ciò che rimarrà alla fine: non la Chiesa del culto politico, che è già morto, ma la Chiesa della fede”.
    La casa dell’uomo programmato e microchippato?

    • Marco ha detto:

      La Chiesa covidiana ha già fatto abbastanza danni. Dopo il disastro del CV II, la crisi vocazionale, il calo delle nascite e le dottrine moderniste spiegate bene nei seminari, la scomparsa dell’acqua santa, la comunione sulle mani imposta, lasciando stare tanti altri danni collaterali, ora ci si è messo anche il Green Pass per i seminaristi (per chi non è al corrente, si contatti l’arcivescovo di Milano), come se potessimo ridurre ulteriormente le già esigue vocazioni.
      Per chi vuol fare una ricerca, consiglio il rapporto tra sacerdoti ordinati e sacerdoti pensionati o defunti, anno per anno dopo il CV II (una semplice divisione aritmetica). Quanto dovremo attendere per una rifioritura della chiesa cattolica?
      Solo un intervento divino e/o un miracolo può invertire la tendenza attuale.

  • Forum Coscienza Maschile ha detto:

    Casomai non ce ne fossimo accorti, la predizione di Ratzinger è una fotografia del presente: le chiese sono vuote, quelle tradizionali sono una minima parte e con pochissime nuove famiglie. Che futuro ha questa Chiesa in Occidente?
    Abbiamo la Messa tradizionale (almeno per ora) e una santa libertà, se siamo quattro gatti senza nuove generazioni è colpa di Ratzinger?
    Aveva ragione McLuhan, la Chiesa sopravviverà per SECOLI in regioni REMOTE e arretrate. Non certo in Occidente, dove i pochi cristiani rimasti fedeli alla dottrina praticano la religione con rassegnazione, come un riempitivo in attesa della propria estinzione

  • Ultivo ha detto:

    Si , ha ragione , serve un Papa, ma serviva anche prima , serviva anche nel 2013 . Non ho dubbi che possa esistere un candidato a esser nominato in conclave e sappia riportare la chiesa alla sua missione . Ho dubbi che possa esser nominato . Ho dubbi che possa sopravvivere 4 settimane dopo l’elezione. Negli ultimi 8 quasi 9 anni non è solo stata ridicolizzata la figura del pontefice , ne è stata solo confusa la chiesa intera , la dottrina ecc. son stati privati di credibilità i Movimenti e affini obbligandoli a mentire a se stessi e agli affiliati . Mi dice cosa resta oltre la fede di pochi ormai? Non mi tirerà fuori la storia del piccolo gregge vero ?

  • Alessandro ha detto:

    Non so di chi siano queste parole, ma sono contento che siano state scritte: fosse per me, andrebbero incise nella pietra. Il punto centrale è la perdita del senso, dell’anima, del vero spirito di Santa Madre Chiesa, a causa di un falso primitivismo innestato sul tronco sano del cattolicesimo a partire dal CV2. Un falso primitivismo che ha sposato tutti i peggiori valori falsamente umani della laicità contemporanea, dall’illuminismo in poi (non escludendo, qui non citato, l’evoluzionismo). E che purtroppo infetta la Chiesa con lo stesso morbo di tutte le infinite eresie, nate dalla malapianta dello gnosticimo moraleggiante di neoplatonica memoria. Vero anche che la colpa è essenzialmente dei pastori, ma ci metterei anche tanta cattiva volontà e tanta ignavia dei cattolici laici.

    Ecco perché, pur rispettando l’enorme lavoro di Cionci ed essendo fondamentalmente persuaso della bontà della tesi di fondo, non ci sarebbe da stare molto allegri nemmeno se venisse riconosciuto come vero Papa.

    PS. Dott. Tosatti, credo che AM Valli avrà sorriso sapendo che il suo blog si chiama DUE IN ALBUM 🙂

    • Marco Tosatti ha detto:

      L’ho corretto tre volte, e solo la terza è stato accettato…ho un correttore testardo!

      • Giovanni B. ha detto:

        La capisco e solidarizzo: anch’io mi ritrovo con un correttore automatico petulante e testardo che crede di sapere meglio di me quel che dovrei scrivere…

    • Signor Brega ha detto:

      ”ci metterei anche tanta cattiva volontà e tanta ignavia dei cattolici laici”

      Ah, mo’ sarebbe pure córpa mia?! (cit.)

      (si scherza, citando il verdoniano film)