Le Disavventure di BDV in Sardegna alla Ricerca di Messa, Eucarestia e Rosario.
12 Luglio 2021
Marco Tosatti
Carissimi Stilumcuriali, Benedetta De Vito ci racconta le sue peripezie di chiesa n chiesa in Sardegna per trovare una messa, e l’eucarestia, e un rosario. Buona lettura.
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Quando il sole era ancora seduto sul colmo dell’aldia, nel suo bel pigiamino dorato e a Tavolara regnava ancora una regina della famiglia dei Bertoleoni, noialtri, tutti pigiati nella Peugeot amaranto di mio padre, percorrevamo l’asfalto rovente dell’orientale sarda per andare alla messa domenicale. A Straulas, le donne, con le gonne nere, a piegoline, come corolle di tulipani all’ingiù, e la crocchia bianca sulla nuca, cantavano l’Ave Maria in sardo che mandava in estasi mia madre. A San Teodoro, davanti alla Chiesa dedicata al santo che fu patrono anche di Venezia (prima di San Marco) gli uomini, vestiti di panni color d’autunno e bianchi nella camicia candida, giocavano alla morra per poi, precipiti, come tante rondini, entrare in chiesa nel segno della Croce. Era questa la Sardegna della mia infanzia, una Sardegna ancora cristiana e cattolica. E nel ricordo dolce di ieri, eccomi a raccontar le peripezie di una devota di oggi, tra le chiese che non sono quelle di cui ho scritto, ma altre che lascerò anonime perché si dice il peccato e mai il peccatore.
Al mio arrivo nell’isola che amo, decido di far qualche ricerca per capire dove e quando andare alla Santa Messa mia quotidiana. Chiamo la Diocesi (invano), poi, non so come, rintraccio un diacono, che mi dice chiaro e tondo che messe al mattino non ce ne sono e che lo sanno loro che cosa significa dir messa a nessuno. E ride. Rispondo che ci andrei io e che comunque il Signore c’è ed è quel che importa. Pazienza, andrò al pomeriggio. Sicché, nel caldo infuocato dell’ora che brucia anche il pensiero, sono in Chiesa con un gruppo di signore che si danno un gran daffare per tenere tutto pulito e in ordine.
Un pomeriggio, in delizia, ci sono anche i bambini della prima comunione, tanti e allegri nel mistero al quale, con candore, si avvicinano! Passa qualche giorno e, poiché mi trovo in digiuno eucaristico da un bel po’ (e mi fa male) decido di chiedere al sacerdote, una volta conclusa la funzione, di poter ricevere la Particola sulla lingua. Prendo il coraggio a due mani e vado. Il sacerdote, che è molto giovane e veste in shorts e scarpe da ginnastica, mi accoglie sorridente, ma alla mia richiesta, mamma mia, le labbra si tirano, il volto si fa corrucciato, leggo nei suoi gesti insofferenza, noia, rabbia, fastidio ed ecco il nostro scambio di parole.
Lui: “La sua è un’altra chiesa!”.
Io: “Ma il Cardinale Sarah ha scritto che, su richiesta, i sacerdoti possono dar la Comunione sulla lingua”.
Lui: “Il cardinale Sarah va per conto suo!”. E via, a passi lunghi più lontano possibile da me. Demitto auricolas e me ne vado, con l’intenzione di ritornare comunque alla sua messa. Cosa, però, che non sono riuscita a fare perché le gambe mi si facevano pesanti…
Altra avventura, stesso trattamento della Chiesa accogliente e della misericordia ispirata all’attuale pontificato.
Questa volta in un’altra chiesa che di nuovo terrò per me. Al sacerdote che è qui parroco ho già chiesto (l’anno passato), con risposta negativa, di poter ricevere la Santa Comunione sulla lingua, sicché vado in sacrestia, dopo la messa, per chiedergli di poter avere un rosario, essendosi il mio perduto. Di nuovo, in virgolettato, il nostro scambio di frasi, che ancora adesso mi fanno male come frecce.
“Se si è perduto lo ritroverai”, dice lui.
“Può essere, ma nel frattempo, posso averne uno?”, risposta mia.
“Ma a che cosa ti serve?”.
“A me serve!”, imploro.
A questo punto, se ne va verso una libreria con cassetti e, apertone uno, dopo aver frugato un poco, tira fuori un rosario di legno e me lo porge. Vorrei dargli un’offerta, ma sono già messa alla porta…
In questa chiesa, torno, comunque, alla domenica perché da qualche parte devo pur andare. E così ero lì anche la domenica scorsa e, come dono grande, ho visto tra i tanti fedeli una donna anziana, con la sua bella gonna a palloncino, in miti piegholine, e portava la cipolla di capelli d’argento, bassa sulla nuca e la camicia bianca di pizzo, aperta appena sullo scollo, dove tremolava una crocina d’oro. Ho respirato felice, nel ricordo, fissando lo sguardo su di lei, che splendeva di semplicità, e poi, d’un tratto, finita la Santa Messa, ecco che il coro intona le note a me tanto care dell’Ave Maria in sardo, che se non conoscete vi invito ad ascoltare magari dalla voce di Maria Carta. All’uscita poi della Chiesa, in un mercatino, ho trovato un libriccino antico dedicato alla Venerabile (ora Beata) Elisabetta Sanna, che, sarda, visse e morì a Roma, dove è sepolta a San Salvatore in Onda. Così, riconciliata, in dolce comunione spirituale co il Signore che anche qui e sempre mi guida, tornata a casa, ho mangiato la zuppa gallurese che si faceva allora a casa mia. Con la mia Sardegna nell’anima.
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Ecco il collegamento per il libro in italiano.
And here is the link to the book in English.
Y este es el enlace al libro en español
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Categoria: Generale
Ill.mo Tosatti,
mi farebbe la carità di dirmi in che cosa i miei messaggi di risposta siano “immoderati” tanto da non essere pubblicati? Grazie…spero che le vacanze l’aiutino ad essere più equo
Pensavo che fosse chiaro che cerco in ogni modo, anche sbagliando, talvolta, di limitare i confronti personali e quanto può alimentarli. Tutto qui.
A proposito di distribuzione delle ostie, questo potrebbe il futuro:
https://m.tuttosport.com/amp/news/attualit/cronaca/2021/07/11-83500422/covid_rivoluzione_vaticano_si_pensa_al_distributore_di_ostie
Il massimo dei massimi è che la notizia la dà TUTTOSPORT….
Incommentabile la domanda “ma a che cosa ti serve?” riferita al Rosario, segno che non viene più pregato e amato. Preghiamolo noi per tutti i sacerdoti.
Qualche domenica fa invece, dopo una confessione piuttosto lunga che mi aveva fatto perdere tutta la Santa Messa, il sacerdote mi ha dato la Comunione sulla lingua, conoscendo il mio disagio nel riceverla sulle mani; da parte sua è stato un gesto davvero bello, dopo mi ha chiesto di pregare per i sacerdoti… ha detto che il maligno, insieme alla famiglia, sta attaccando il sacerdozio.
Capisco, anche se non approvo il fastidio del giovane parroco.
A Ravenna è prevista la sospensione ad divinis per il sacerdote che incautamente dovesse commettere tale “reato”!
evidentemente non conosce questo documento che non è stato ancora soppresso.
file:///C:/Users/Giulia/Desktop/Istruzione%20Redemptionis%20sacramentum.html
leggere attentamente il cap.IV
Fino a 60 anni fa nessuno si sarebbe mai sognato di pretendere alcunché da un prete.
Si vede che i tempi sono cambiati… in peggio.
Adesso vale la legge dei “desideri = diritti”, sia in ambito civile che religioso.
E se qualcuno si oppone, a ragione o a torto,… la guerra è garantita.
Si forse lei ha ragione ( ” 60 anni fa ai preti non si facevano tante domande”) d’altronde dopo tanti discorsi sulla comunità viva .sulla responsabilità e valorizzazione dei fedeli laici sui consigli pastorali e non ultimo sulla chiesa dell ascolto e partecipazione pochi o tanti ci hanno creduto . Ma si accettano solo cerimoniosi complimenti o ragionamenti ossequiosi ascoltati con sornione benevolenza o dissimulata umiltà.Domande un po impertinenti per non parlare di correzioni fraterne suscitano come minimo irritazione e insofferenza con sguardi traversi e successiva privazione del saluto . Infin dei conti chi sono io povero laico a intromettermi esprimere banali desideri o fare domande?
Ovviamente ci sono l’eccezioni .
Sardegna o non Sardegna, la richiesta della Comunione sulla lingua provoca dappertutto uno strano senso di irritazione che soprattutto nei giovani preti si tinge di stizzita insofferenza verso la persona che sta loro dinnanzi. Né sono minimamente toccati dal disagio patito dalla stessa, anzi dalla sua sofferenza per un rifiuto tanto assurdo quanto scandaloso. Sono convinti di incarnare una sorta di sacra legalità e di intoccabile superiorità e non si rendono conto dell’antipatia che sprigionano e del male che fanno.
Cara BDV in aggiunta alla Comunione Spirituale impartitale da Pater Luis Eduardo Rodríguez mi permetto ulteriormente confortarla portando alla sua conoscenza quello che Gesù dice a Luisa Piccarreta in Libro di Cielo – 30 Maggio 1912 – vol. 11
«Figlia mia, quando sei priva di Me, serviti della mia stessa privazione come rendere duplici, triplici, centuplici gli atti di amore verso di Me, in modo da formarti un ambiente dentro e fuori, tutto d’amore, in modo che in questo ambiente mi troverai più bello e come rinato a nuova vita; perché dove c’è amore, là Io ci sono e, perciò, per l’anima che veramente mi ama, non ci può essere separazione, anzi, formiamo la stessa cosa, perché l’amore pare che mi crea, mi dà vita, mi alimenta, mi fa crescere. Nell’amore trovo il mio centro e mi sento ricreato, rinato, mentre sono eterno, senza principio e senza fine; ma per cagione dell’anima che mi ama, mi piace tanto l’amore, che mi sento come rifatto. Oltre di ciò, in questo amore Io trovo il mio vero riposo. Si riposa la mia intelligenza nell’intelligenza che mi ama; si riposa il mio Cuore, il mio desiderio, le mie mani, i miei piedi, nel cuore che mi ama, nel desiderio che mi ama e che desidera solo Me, nelle mani che operano per Me, nei piedi che camminano solo per Me; sicché parte per parte Io vado riposando nell’anima che mi ama. E l’anima, col suo amore, mi trova in tutto e dappertutto e si riposa tutta in Me; e nel mio amore resta rinata, abbellita, e cresce in modo mirabile nel mio stesso amore.»
S’inginocchi. Da qui, il Santissimo Esposto, 3.00 del mattino, ora in Venezuela, riceva la Comunione Spirituale:
Corpus Domini nostri Jesu Christi custodiat animam tuam in vitam aeternam.
https://m.youtube.com/watch?v=Zu5ib9Gwh4c
Grazie infinite. Magari mai ci sarei arrivato a questa preziosa Ave Maria, senza sua segnalazione.
grazie Padre Luis Eduardo, Meraviglioso invito , commovente , santo.
Chiederei a Tosatti di nominarla cappellano d’onore di Stilum Curiae. EGT
Mentre aspetto la nomina…non vi dubitate che pure Lei, colossale Prof. Ettore Gotti Tedeschi, ogni giorno è nelle mie potenti preghiere…non perche mie ma perche dal SANTO SACRIFICIO, SACRA ADORAZIONE, SANTO ROSARIO.
Come laico Lei ed il colossale Mgr. Carlo Maria Viganò, due colonne della Vera Chiesa. E certo pure nostro Marco Tosatti! E sempre diventa pure colonna preziosa, Donna Benedetta De Vito!
Evviva… con tutte queste colonne la Chiesa regge ed è salva!
Ehhh Don Pietro Paolo! Evviva Lei! Finalmente fa un commento giusto e mi capita che lo ha fatto a me! Evviva la Vera Chiesa fondata sui colossali veri San Pietro e San Paolo!!!
Grazie ed un forte abbraccio! Propongo invece sia nominato lei Cappellano d’onore di SC…perche non mi piace che qualcuni giù siano invidiosi, ed a me gl’onori non mi vanno! Ho scritto bene?
Speriamo di no…
Speriamo di sì! Puoi anche non frequentare questo sito se non ti aggrada, sai? Nessuno ti obbliga
E nessuno obbliga te a leggere i miei commenti e men che meno a perder tempo per replicare.
Buona giornata.
ci saremo…grazie
Che tenerezza!
La vecchietta in chiesa che prega concentrata e immersa nella fede è quanto di più bello e vitale possiamo trovare come riferimento materiale, contro lo spaesamento che infonde tutto il resto.
Capisco! ❤️
Approfitto per segnalare a chi si trovasse nel sassarese che nella chiesetta di S.Gavino a Bancali, si dimostra che anche in NO si può celebrare in modo rigoroso e dignitoso; ciò grazie al parroco don Antonio Serra.
La chiesina è talmente angusta che, celebrandovi, qualche anno fa, il card. Burke (immagini in rete) , quasi quasi la sua cappa magna non vi entrava del tutto!
P.s. NON è una località turistica.
Bancali…una cisterna d’acqua nel deserto. Grazie a Dio non unica…Sennariolo e altre…Chi cerca Cristo Lo trova. Il Signore si fa sempre trovare.