Nobile: è il Cattosincretismo la Vera Piaga Letale della Chiesa di Oggi.

14 Giugno 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, Agostino Nobile ci invita a riflettere su un comportamento e una “filosofia” che è diventata pervasiva nella Chiesa, e che certamente rende più difficile una testimonianza libera dal rispetto umano e dai legacci del politically correct. Buona lettura. 

§§§

             

CATTOSINCRETISTI

A partire dal Vaticano II i cattolici hanno subito un lavaggio del cervello lento e capillare senza precedenti. Molti si sentono atei e altri agnostici. Ma la maggior parte è affetta da sincretismo religioso, consapevolmente o meno. Ricordiamo che il sincretismo è la colonna portante della massoneria, che i papi hanno condannato per ben 586 volte. 

Nel club del pensiero massosincretista possiamo trovare preti che ripetono ossessivamente i mea culpa iniziati, spero ingenuamente, da GP II. Davanti all’altare capita di vedere sfilate di moda, banchetti per i “fratelli” musulmani, preti ballerini, danzatori indù, ecc. I cattosincretisti presenti, invece di lasciare la chiesa e dirne quattro al tipo  vestito da prete, battono le mani. Quelli che ostentano equilibrio di giudizio possono chiederti, cosa c’è di male? Non sappiamo quanti di loro sono ignoranti, ingenui e magari inglobano le due cose, ma certamente rappresentano la comunità più plagiata e istupidita del pianeta. 

Il cattosincretista abbraccia e assolve tutti, tranne il cattolico razionale. Succube del mainstream, è un razzista che accusa di razzismo i non allineati. È un odiatore seriale che all’occasione tira fuori le due parole che gli hanno insegnato: hate speech. Fa figo e lo fa sentire intelligente.

Tuttavia non ci meravigliamo. Sappiamo che le scuole e gli istituti cattolici diffondono montagne di relativismo, accompagnato da leggende nere che hanno creato metastasi di sensi di colpa nelle coscienze. Come può, dunque, un ragazzino o un adulto pensare da cattolico, quando anche la Chiesa bergogliana punta il dito contro chi osa dire che Gesù è l’unico Salvatore? 

Molti cattolici hanno perso la propria identità, sono diventati fogli bianchi che aspettano qualche anticattolico che gli scriva cosa deve pensare e difendere. La destrutturazione mentale ricorda quella imposta ai popoli comunisti e nazisti. Sappiamo la fine che hanno fatto, e questo non fa presagire niente di buono.

 Il cattosincretista non vede le differenze tra le culture, e se gli dici che l’occidente cristiano ha avuto il maggiore sviluppo in tutte le arti e nelle scienze della storia, ti guarda in cagnesco. Contro il cattosincretista non esiste razionalità, evidenze tangibili a occhio nudo, prove documentate, perché la sua vita è legata a un buonismo delirante e a un pregiudizio anticattolico di cui ormai non si rende nemmeno conto. Nel 2004 il cardinale Ratzinger configurò questa tipologia umana in una lectio magistralis presso il Senato della Repubblica Italiana, in cui affermò che l’occidente odia se stesso https://www.youtube.com/watch?v=eTlekAm4tFo&t=16s

I peggior nemico del cristianesimo, e dunque dell’occidente, non sono le ideologie, le massonerie e l’islam, ma il cattosincretista. Quello che vota gli abortisti che gli promettono un buon salario, chi si compiace con chi disprezza il cattolicesimo e si commuove con chi riduce il Cristo a uno tra tanti. Una tipologia umana che ricorda Fantozzi, che davanti al suo carnefice esclama: come è buono lei! La differenza tra Fantozzi e il cattosincretista è che il primo dimostra la sua vigliaccheria, il secondo, la sprovvedutezza.

Sostanzialmente il cattosincretista è privo di discernimento. Per lui, un pinco-pallino che eccelle nella sua professione con successo, è automaticamente un saggio tuttologo. Può disquisire su politica e religione, filosofia e misticismo, basta una buona retorica e un minimo di cultura perché il cattoqualunquista e sincretista venga incantato come i topi di Hamelin.   

Il sincretismo, scrive il dizionario Zanichelli, è un’unione e fusione di elementi religiosi e ideologici inconciliabili. È – faccio un esempio provocatorio – come se pinco-pallino mettesse nella stessa tazza latte e ketchap, e poi affermasse che solo chi è condizionato dalla pastasciutta non ne apprezza la prelibatezza. Se lo dico io rischio la flagellazione. Se invece lo dice un tipo che naviga sulle ali del successo, milioni di ebeti cercheranno di gustare la ricetta suggerita dal geniale pinco-pallino, fino a considerare la pastasciutta cibo per cafoni (pensate ai micidiali hamburger che i giovani preferiscono al sano cibo italiano).

T. S. Eliot li ha bollati come individui dalla morale igienica. Ovvero quei cattolici che per il buon vivere, o per un particolare fascino del personaggio acattolico o sincretista, si genuflettono anche se gli avvelena l’anima. Il portatore di morale igienica è libero di prendere qui e là dal supermercato delle religioni, ma per favore la finisca di professarsi cattolico. 

La verità non è soggettiva. Piaccia o meno, due più due fa quattro. E dato che, tra le altre prove, l’universo è intelligibile, dubitiamo che non esista una Mente creatrice. Cosa che le religioni orientali negano. Non a caso queste religioni e filosofie orientali piacevano molto ai nazisti, tanto che come marchio dell’ideologia utilizzarono la svastica, simbolo di divinità e spiritualità nelle religioni indiane, tra cui l’induismo, il buddismo e il giainismo. 

L’apostolo più amato da Gesù Cristo dà un’idea chiara del suo disprezzo per il cattosincretista, cattocomunista e cattoqualunquista: “Così, perché sei tiepido, e non sei né freddo né fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca”. 

 Agostino Nobile

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43 commenti

  • Il Matto ha detto:

    La Verità è nel Silenzio, non nelle parole.

    Le parole possono dirne qualcosa, ma ne restano lontane pluri miliardi di anni luce.

    Non appena si inizia a parlarne, la Verità è infranta, e ognuno corre ad appropriarsi di un infimo frammento illudendosi che sia l’intero.

    • ANTILOCO ha detto:

      Distinguerei fra la chiacchiera e la parola. Sappiamo infatti che in principio era la Parola, Verbum, Logos, non il silenzio, che pure ha una sua considerevole importanza. E anche se la chiacchiera può indurre le persone più profonde e introspettive a sviluppare una disposizione d’animo un po’ logofobica, il Logos è e rimane archetipico e centrale. Potremmo insomma dire che il silenzio serve a liquidare la chiacchiera e a dare campo alla Parola.

      • Enrico Nippo ha detto:

        Distinzione lecita e doverosa.

        Ma c’è un punto che non si può intuire se non grazie al Silenzio:

        QUALE E’ la Parola, il Verbum, il Logos?

        COME SUONA?

        E se fosse una PURA VIBRAZIONE che nulla ha a che vedere con la parola come la concepiamo ed impieghiamo noi?

        Il “Fiat Lux”, per esempio, si può presumere che davvero il Creatore le pronunciò così come ce le tramanda la Sacra Scrittura?

        E se la Parola fosse il Silenzio che vibra?

        • Adriana 1 ha detto:

          Vijinana Bahirava…il ruggito iniziale del Tremendum.

          • Enrico Nippo ha detto:

            C’è anche la lettera A che nello Dzoghchen (La perfezione totale) nel Buddhismo tibetano indica “l’originale che non è nato”.

            Inoltre A è il “suono primordiale”, la “matrice di tutti suoni”, la “sorgente della voce e di tutte le altre lettere”, la “radice o fondamento di tutte le cose”.

  • wisteria ha detto:

    Il sincretismo che precedette la nascita di Gesù è senza dubbio un momento di alta spiritualità, come nell’Egloga IV di Virgilio, mentre quello attualmente in voga mi sembra segno di pericolosa sottomissione. Nel caso dell’Islam militante, poi, mi sembra un suicidio.
    Nulla vieta, ovviamente, di gustare i classici della lirica persiana o dell filosofia taoista, purché non si pretenda di trovarci una via alternativa alla Via di Gesù Cristo.
    Siamo savants , non velleitari qualunquisti.

  • monica ha detto:

    a propostio di sincretismo, ma il priapo dov’é finito?

  • IMMATURO IRRESPONSABILE ha detto:

    Nessun cattolico, sia egli il più illetterato tra gli uomini, ma cosciente dei principali Misteri della sua Fede, sia egli ferrato in metafisica tomista, può esser attratto da una religione diversa.
    Quello comprende che non vi può esser vera salvezza che in Cristo, questo sa che il pensiero umano non può avvicinarsi di più a quei medesimi Misteri, di quanto abbia fatto l’Aquinate.
    Gli apostati non sanno che cosa abbandonano; coloro che abbandonano la Fede, lo fanno perchè hanno prima perso la Speranza di salvezza.
    Oggi (da 50 anni in realtà) l’ allontanamento dai Sacramenti, l’ indifferentismo e, appunto, il sincretismo sono causati dalla pessima, o insufficiente educazione ricevuta.

  • giovanni ha detto:

    Bell’articolo condivisibile l’analisi sulla societa’ attuale in tutto l’occidente. Il problema nasce nella Chiesa e si diffonde come un cancro tramite le sue articolazioni. Come per i vaccini, e’ stato fatto il lavaggio del cervello diffondendo a piene mani l’ecumenismo. Naturalmente proprio non si capisce come si possa giungere ad un punto di sintesi quando NS Gesu’ Cristo ha affermato di essere la via, la verita e la vita per giungere al Padre passando attraverso di Lui. A rigor di logica essendo divisivo bisogna accantonarLo o no? Altra considerazione / onde raggiungere lo scopo finale, nella stessa Chiesa si parla solo dell’amore di Dio e mai della Sua Giustizia. Eppure le due cose procedono insieme, indivisibili e fanno parte della Dottrina bimillenaria. Mah. Un ultima considerazione sullo stato dell’arte / i fogli bianchi sono pronti per la nuova religione gnostica che verra’ dopo astana.

    • Enrico Nippo ha detto:

      L’opportunità del fondamentalismo deve fare i conti con la mentalità fondamentalista che esso produce.

      Altro è il fondamentalismo quale fede nell’esclusività della propria religione e altro è la mentalità fondamentalista che pretende di marcare una linea rigida e, razionalistica fra verità ed errore.

      Il fondamentalista dice: io sto nella verità e gli altri nell’errore. Insistere sulla follia di un tale atteggiamento non è necessario.

      Il dogmatismo/legalismo esasperato non può non produrre conflittualità e incomprensioni. La cattolicità si porta dietro il retaggio farisaico di cui, invece, dovrebbe disfarsi.

      E’ un argomento difficile ma non per questo eludibile.

      • TEOFRASTO ha detto:

        Il dogmatismo aristotelico-tomista, che è tutt’altro dall’apprezzamento del genio filosofico di Aristotele e di Tommaso, è stato ed è ancora una piaga, dalla quale sgorga un fiotto inarrestabile di fanatismo, non troppo discosto da quello che di norma avvertiamo nel mondo islamico. L’esaltazione acritica dell’Aquinate, l’idea che la sua speculazione sia il vertice inarrivabile della spiritualità cristiana, è un tossico sottile ma senza rimedio, e verosimilmente Tommaso stesso non avrebbe mancato di stigmatizzarla.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Qualunque sia il motivo per il quale un individuo è cattolico, qualunque sia l’intensità e la profondità della sua fede, se è cattolico non può essere buddista o musulmano, taoista o shintoista. Se è una persona colta e curiosa può benissimo cercare di conoscere forme di pensiero religioso o filosofico diverso da quello cattolico, coglierne le diversità e le uguaglianze ma non può fare minestroni catto-buddisti-islamico-luterani e non è corretto che se ne faccia un merito e che si adoperi per propagandarli. Io, per lo meno, in coscienza non lo farei. Poi, ognuno è responsabile di se stesso e delle sue scelte, ovviamente.

    • CALLIMACO ha detto:

      Nei minestroni, nelle zuppe e nei passati credo poco anch’io. Così come ritengo che farsi banditori di sincretismi, contaminazioni, ibridazioni, e persino di sintesi, comporti una responsabilità morale e spirituale troppo pesante per essere affrontata a cuor leggero: il rischio di scandalizzare le persone culturalmente meno attrezzate o di indirizzarle su false vie per mezzo di facili suggestioni è troppo alto. Il partito più saggio, a me pare, è quello di esortare allo studio, all’approfondimento, là dove è possibile, dove vi sia cioè terreno fertile. Ritengo invece doveroso difendere le altre tradizioni da certa apologetica cattolica di impronta diffamatoria, così come difendere la nostra tradizione dagli attacchi infamanti di certi suoi detrattori. Il criterio da seguire è uno solo: porsi al servizio della verità, sia essa gradita o sgradita.

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        Vedo con immenso piacere che lei mi ha capito perfettamente e, mi lasci dire, non per vanto, ma a scopo “didattico”, che ciò è anche dovuto al fatto che io mi sono spiegato bene. Se tutti noi ci rendessimo conto di quanta parte dei comportamenti degli altri dipende dai nostri comportamenti, ci renderemmo conto di quanta importanza abbia, prima per gli altri che per noi stessi, l’autocontrollo. La pia pratica dell’esame di coscienza è poco utile se serve solo a fare l’elenco delle cose di cui dobbiamo chiedere perdono a Dio. Diventa fortemente utile se serve a fare il confronto tra ciò che avremmo voluto o dovuto fare e ciò che in realtà abbiamo fatto e a determinare quali siano le azioni correttive da apportare a noi stessi per migliorare, senza tante divagazioni e autocompiacimenti in dottrine e pratiche esoteriche.

      • : ha detto:

        «Ritengo invece doveroso difendere le altre tradizioni da certa apologetica cattolica di impronta diffamatoria».

        Questo è molto interessante. Può fare qualche esempio?

        • CALLIMACO ha detto:

          Mi limito a un esempio editoriale: R. Dal Bosco, Contro il buddismo, Verona 2012, libello raccompandabile per chi desideri corroborare la propria ignoranza sul buddismo e trovare in essa conforto.

          • : ha detto:

            Mah! Lei ha parlato di «difendere le altre tradizioni da certa apologetica cattolica di impronta diffamatoria».

            Da questo suo appello mi è sembrato che ci fosse una campagna di autorevoli e dotti apologeti cattolici lanciata contro «le altre tradizioni». Mi auguro che Lei non consideri l’apologetica un ramo da condannare della Teologia cattolica, altrimenti mandiamo Sant’Agostino all’inferno, e non ne parliamo più.

            Ora, altro che Sant’Agostino, lei mi fa il nome di un certo Dal Bosco. Non pretendo di essere un grande conoscitore di apologetica contemporanea (?), ma di questo Dal Bosco ne avrei almeno sentito parlare. Sono riuscito solo a sapere, spulciando in Internet, che «si occupa di audiovisivi e video-arte». Di una sua preparazione teologica, in particolare nel ramo apologetico, nessun accenno.

            E’ possibile che da questo dobbiamo trarre argomento per continuare la nostra masochistica tendenza a parlar male di “noi stessi”, al punto di dover addirittura «difendere le altre tradizioni», mettendoci in guardia dal primo più o meno dilettante che anziché parlar male di noi stessi (cosa di cui non ci sdegniamo più di tanto) lo fa – sconsideratamente o meno – di realtà esterne al Cattolicasimo?

            A me sembra molto più urgente difendere le “nostre” «tradizioni» da tanta “apologetica anticattolica” di «impronta [molto peggio che] diffamatoria», proveniente da tutte le parti, comprese quelle all’interno dello stesso cattolicesimo.

            P.S. – Non è importante, visto che la sostanza è altro come detto sopra, né io voglio difendere quel Dal Bosco, che tra l’altro non conosco come già detto; ma di quel libro segnalato Lei ha dato un giudizio negativo, senza però fornire dimostrazioni in merito. Non dico che il suo giudizio sia errato, ma non mi sembra corretto fornirlo senza motivarlo. Perchè sa: per alcuni è sufficiente dire cose negative di «altre tradizioni» per avere torto marcio; essendo però legittimo che noi chiediamo scusa di tutte le “nefandezze” perpetrate dalla Chiesa cattolica in duemila anni , salvo le “cose positive” espresse nell’ultimo abbondante mezzo secolo che finalmente hanno conciliato la Chiesa con “il mondo” (tranne quella parte retriva di cui fanno parte molti – non tutti – che seguono questo blog, e vengono chiamati spregiatamente “tradizionalisti”).

          • CALLIMACO ha detto:

            Non mi sembra di avere espresso giudizi, men che meno giudizi negativi, sull’apologetica cattolica nel suo complesso, né di avere accennato all’esistenza di una “campagna” diffamatoria contro le altre religioni. Per quanto riguarda il volume di Dal Bosco, la inviterei senz’altro a leggerlo, purché lo faccia in modo più sereno, provveduto e accurato di quanto ha fatto con un mio semplice post.

          • : ha detto:

            Vedo che Lei è fra quelli che accusano di “mancanza di serenità” chi osa far notare che i suoi giudizi negativi su altri non sono corretti senza che lo siano dimostrati.

            Io non ho nessun interesse di leggere Dal Bosco. E’ Lei che lo ha citato come “campione” di «apologetica cattolica di impronta diffamatoria» (esortandoci peraltro di difendere «le altre tradizioni» da questa «apologetica cattolica»), e quindi sta a Lei giustificare “serenamente” questo suo giudizio.

            Peraltro la faccenda sul libro di Dal Bosco l’ho minimizzato, mettendo in luce piuttosto il complesso d’inferiorità che attanaglia il mondo cattolico al punto di preoccuparsi della “cattiva apologetica cattolica” (ma quale apologetica!…) nei confronti di «altre tradizioni», anziché combattere la pessima apologetica anticattolica nei confronti della Chiesa cattolica (dico “la Chiesa”, non l’attuale gerarchia che la dirige).

  • Nat ha detto:

    La calamità vera è che il cattolico sincretista si è rapidamente evoluto nel cattolico sincretinista. Forse perché lo era già in nuce?

  • Luca ha detto:

    Personalmente posso capire il desiderio di entrare in comunicazione con le religioni e filosofie dell’Est, che sono davvero interessanti e possiedono testi invero luminosi. Quello che la mia mente non è mai riuscita a capire, piuttosto, è il desiderio perverso di entrare in contatto con l’Islam, che ci distruggerà a meno che Dio non provveda prima, dal momento che il loro dichiarato obbiettivo è di convertire tutta la terra. Sarà forse una questione puramente economica, dovuta al tenersi buoni gli sceicchi?
    Chiunque abbia letto il Corano non può non notare come si tratti di una clamorosa involuzione religiosa (in faccia a chi crede che la morale umana sia soggetta all’evoluzione, che vada sempre migliorando). Come si può credere che un guerrigliero violento e senza scrupoli abbia qualcosa di importante da dire riguardo a Dio? Uno che, stando agli Hadit, è perfino arrivato a punire una persona cavandole gli occhi e gettandola nel deserto a bruciare?
    Tutto ciò che i Cristiani e gli Orientali ritengono, in comune accordo, sia fondamentale (compassione, ripudio della violenza qualora possibile, etc.) è invece ripudiato come debolezza dai Musulmani. La schiavitù è perfettamente legale per loro, eppure Francesco bastona i Cattolici rigidi. C’è davvero lo zampino di Satana in tutto ciò.

    Inoltre, vorrei far notare come questo Papa sincretistico e amante dell’Islam non si sia ancora incontrato con il Dalai Lama, perché il Vaticano è a letto con la Cina e sarebbe sconveniente.

    • CALLIMACO ha detto:

      Convengo con lei: la religione islamica pone difficoltà supplementari. Qualcosa d’interessante si può ricavare dalla spiritualità del sufismo, che non a caso ha incontrato all’interno dell’islam notevoli resistenze, talvolta alquanto violente.

  • Nicola Buono ha detto:

    Bellissima intervista di Beatrice Silenzi al ” nostro ” grande Dott Tosatti. Non perdetevela.

    https://youtu.be/5dxxEsBcy_Y

  • Januensis ha detto:

    Vede, dottor Nobile, la divisione della chiesa in chiesa docente e chiesa discente ha portato, in talune plaghe del nostro bel paese a una decerebrazione del popolo discente.
    Se u preve (cioè il prete) ti dice che arriveranno i musulmani a predicare nella tua parrocchia e a leggere qualche brano del Corano dal pulpito, tu, popolo discente non potrai fare null’altro che obbedire. Perché obbedire a u preve è come obbedire al Signore. Non riesce il fedele a rendersi conto che la volontà del prevosto può essere in contrasto con la volontà del Signore. E con le draconiane leggi antiecumeniche che sono contenute nella Bibbia tutta (Antico e Nuovo Testamento) ed in particolare nelle lettere di Giovanni.
    Se invece ci fosse la consapevolezza che il Credo è la sintesi della fede comune e che a tutti viene data la consegna non solo di recitarlo ma di difenderlo è chiaro che le cose sarebbero diverse.
    Gli ecumenisti per obbedienza somigliano veramente al nostro Fantozzi, ovvero poveri fantocci senza la capacità di essere autonomi. Con la sola capacità di assoggettarsi ai voleri dell’autorità.

    • CALLIMACO ha detto:

      Rilievo pertinente, che pone il luce un aspetto molto sottovalutato. Pensiamo, tanto per rimanere a inviluppi recenti, all’infelice modifica introdotta nella versione italiana del Padre nostro (“e non ci abbandonare alla tentazione”), con la quale si introduce un’adulterazione a più livelli nella preghiera per eccellenza. Se il gregge non vi si fosse uniformato in modo passivo, quest’arbitriario fuori pista sarebbe stato opportunamente stroncato sul nascere.

  • P. Brian Paul MAGUIRE,c.p. ha detto:

    Finalmente parole chiare! Quanto rima il can. 2335 del CIC del 1917 è ripreso nel nuovo Codice di Diritto Canonico del 27 nov. 1983 meglio, anche se la scomunica per qualsiasi cattolico che si iscriva nella Massoneria non ha impensierito il Card.. Liénart, gli Arcivescovi Angelo Roncalli, Giov.-Battista Montini; Annibale Bugnini, König di Vienna, ed altri del Concilio Vat II del 1962-65! Almeno che questi tali sappiano che Giuda Iscariote sta preparando loro un posto…..vicino al fuoco!

    • Boanerghes ha detto:

      Stia attento a non finirci lei nel fuoco.
      Come tanti, lei non conosce Papa Giovanni XXIII e Papa Paolo VI.
      Almeno un po’ di rispetto

    • alessio ha detto:

      mi ha colpito il fatto inoppugnabile
      che laddove sarebbe nato
      Giovanni XXIII , promotore del
      concilio ,vi sono centinaia di
      Santuari Mariani , come per
      avvertire del pericolo .

  • AGIDÒ ha detto:

    Sulle tradizioni orientali, ad ogni modo, c’è troppa faciloneria. Vanno conosciute per bene, se se ne vuole parlare con cognizione di causa. Ciò vale sia per chi parte lancia in resta per disarcionarle sia per chi le innalza come vessillo della vera spiritualità.
    Una questione a parte è, poi, capire perché tanti battezzati abbandonino l’osservanza cattolica per correre dietro alle tonache di un bonzo, di un guru o di un imam.
    L’impostazione, a mio avviso sprezzante e approssimativa, dell’articolo di Nobile non aiuta a comprendere il fenomeno, che merita un’analisi fredda e provveduta.

    All’amico buddisteggiante (Enrico Nippo) vorrei invece chiedere che cosa lo spinge a stazionare in un blog cattolico.

    • Enrico Nippo ha detto:

      Io sono un cattolico matto (ha dato una sbirciata al mio articolo “Il castello del re è in cima al monte”?) Sono entusiasta della liturgia tridentina che, non saprei dire perché, mi mette in grado di apprezzare le liturgie biddhiste e shintoiste.

      D’altra parte sono un amante del Sol Levante e abbastanza addentro ad alcune discipline nipponiche. Discipline, mi piace sottolineare , me-ra-vi-gli-ose! E che, come dice il Poeta, intender non può chi non le prova.

      Se “cattolico” vale “universale”, ebbene io sono un matto universalista che vede il Bello, il Buono e il Vero laddove si trovano e nelle forme che assumono.

      L’accezione di “cattolico” come fondamentalista che vede al di fuori di sé soltanto errore, tenebra e, dulcis in fundo, influssi satanici, mi è del tutto estranea.

      Sia chiaro, il cattolico deve seguire la sua tradizione, come il buddhista la sua e lo shintoista la sua, ma questo non deve impedire di cogliere, si, le differenze, ma anche i tratti d’unione che non sono trascurabili.

      • Giorgio ha detto:

        Il Sig. Nippo – incarnazione pseudo colta del sincretismo – per essere vero cattolico non deve confrontarsi con le mie idee o con le idee di chissà quale “illuminato” – ma con Gesù Cristo direttamente e che ha detto: “Uno solo è il vostro Maestro. Io!”, e questo vale per tutti! Il Cristianesimo – soprattutto nell’accezione cattolica non è una opinione personale ne una religione fai da te! Solo Gesù di Nazareth è la Verità! Vedere, controllare, paragonare per credere!

  • AGIDÒ ha detto:

    Occorre distinguere fra sincretismo e sintesi. Il primo è, con buona pace dello Zanichelli, una forma di giustapposizione. Il secondo l’identificazione di elementi comuni, riconducibili ai medesimi archetipi spirituali, pur declinati in forme differenti. Ma oltre a ciò va considerata la possibilità che la conoscenza di altre tradizioni religiose, filosofiche o sapienziali contribuisca ad ampliare la comprensione della rivelazione cristiana. Del resto il Cristianesimo, pur nascendo in un contesto ebraico, riceve buona parte della sua identità bimillenaria dal pensiero classico (platonismo e aristotelismo in primis), e non è forse un caso che gli ambienti postvaticansecondisti si stiano battendo per smantellare tale ascendenza e ricondure la fede cristiana alla sola radice ebraica.

    • Enrico Nippo ha detto:

      Mi sembra che Lei sia qui in contraddizione col commento di sopra in cui mi chiede che ci faccio, io buddisteggiante, in un blog cattolico.😊

  • Justin ha detto:

    Agli spettacoli deteriori descritti nell’articolo si è giunti dopo anni di intensa attività ecumenica. Non dimentichiamo quanto fatto da Sant’Egidio e dalla sua organizzazione RELIGIONI PER LA PACE. I raduni annuali con grande cerimonia finale in cui i rappresentanti delle più varie e strane religioni accendevano un braciere e la cerimonia era ripresa dalle reti televisive. Possiamo aggiungere il contributo dei frati di Assisi dal 1986 in avanti. Il risultato è quello descritto.
    Ma possiamo anche aggiungere che nessun limite è stato posto alle attività di Sant’Egidio.
    Anzi, Ricciardi e i suoi in tutti questi anni hanno fatto carriera, pubblicato libri, ottenuto incarichi universitari. Inaugurato corridoi umanitari..
    Cosa si vuole di più ?

  • Bastian contrario ha detto:

    Mi scusi, dottor Nobile, ma perché usa il termine cattosincretista anziché quello più comune di cattolico ecumenista o solo e semplicemente ecumenista ?
    O forse vuole indicare con quel termine l’evoluzione del concetto di ecumenismo dagli anni immediatamente successivi al concilio ad oggi ?

    • Claudius ha detto:

      L’ecumenismo e’ una conseguenza del sincretismo e non viceversa.

      • Bastian contrario ha detto:

        Ma prima del Concilio Vaticano II di sincretismo ne circolava piuttosto poco. E dopo il Concilio è fiorito l’ecumenismo.

  • Enrico Nippo ha detto:

    La verità sarà pure oggettiva ma è innegabile che il modo di accostarvisi è soggettivo (dico di accostarvisi, non di possederla). Il due più due fa quattro è troppo elementare per essere additato come paradigmatico. Il fondamentalismo, in questo caso cristiano, va benissimo, ma ha da valere nei confronti di se medesimo perché conservi una coerenza perfetta con ciò che predica, e qui anche per il fondamentalista più implacabile potrebbe sorgere qualche difficoltà.

    Esiste un sincretismo sano, che, guardando oltre i confini fondamentalisti, costituisce un arricchimento e una possibilità di non conflitto. Il fatto che le religioni orientali piacessero ai nazisti non prova nulla, men che meno che siano da disprezzare con il classico orgoglio fondamentalista che probabilmente non è un virtù.

    Al riguardo, propongo un brano davvero commovente e poetico del maestro zen Fausto Taiten Guareschi.

    A chi può fruire di un’ apertura d’animo magnanima e pacifica (oltre che fondamentalista), non sfuggiranno la delicatezza sincretistica dell’insieme ed un paio di passaggi di marcato sapore cristiano, e perciò di abbandono alla Divina Provvidenza suggellato dalla stupenda citazione dantesca.

    E in tale contesto non sarà una forzatura l’accostamento fra il satori buddhistico e la via illuminativa cristiana.

    «Adorante silenzio, abitato, vuoto silenzio che, ancorando alla terra, solleva nello spazio, panorama dipinto ove tutto procede da sempre in pace ed in armonia. Zazen postura del non rifiuto, non di colui che respinge l’altro di fronte a sé, ma di colui che diventa uno – dove la vita non rifiuta la morte, la morte la vita, me il noi, il noi il me, il prima il dopo, l’ora il sempre, l’umanità la divinità, l’immanenza la trascendenza, la ragione la fede, il finito l’infinito.

    Passo indietro, pronto trasfigurar di corpo e mente, d’una prima originale immagine che a sua somiglianza così ci vuole.

    Insieme vigorosi andiamo quindi per la via serena di chi al sapere e all’agire più non s’affida, la via del satori del Buddha, l’antico eterno samadhi, lo zazen, ritorno alle condizioni normali originali del corpo e della mente, lieti e pronti a quel che così ci vuole e che a volontà potrà di noi disporre.

    “com’ a lo re che ‘ n suo voler ne ‘ nvoglia.
    E ‘ n la sua volontade è nostra pace:
    ell’ è quel mare al qual tutto si move
    ciò ch’ ella cria o che natura face”».
    (Dante, Paradiso, III 84-87)

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Alla verità ci si può accostare in modalità euristica. Ma in tal caso è necessario stabilire un criterio. Se i criteri sono multeplici e per di più in contraddizione fra loro alla verità non ci si arriverà mai, nemmeno con l’aiuto del Padre Eterno.