Chi non Segue il Vaticano II è Fuori della Chiesa. Ma… Amoris Laetitia? E il Latino?..

2 Febbraio 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, dall’avvocato Giovanni Formicola abbiamo ricevuto queste riflessioni, che condividiamo con voi, sulle parole pronunciate dal Pontefice regnante nei giorni scorsi, a proposito del Concilio Vaticano II. Parole, che come vediamo da quanto scrive Formicola, possono rivelarsi un arma a doppio taglio. Perché se possono colpire quanti rifiutano il Concilio Vaticano II, egualmente – se si sta a quanto il Concilio ha realmente detto – suonano a condanna di prese di posizione, decisioni e persino esortazioni apostoliche (Amoris Laetitia, per esempio…) non lontane dal Sacro Soglio…Buona lettura.

§§§

Papa Francesco, parlando ai partecipanti all’incontro promosso dall’Ufficio Catechistico Nazionale Della CEI, sabato 30 gennaio 2021, ha detto

«O tu stai con la Chiesa e pertanto segui il Concilio, e se tu non segui il Concilio o tu l’interpreti a modo tuo, come vuoi tu, tu non stai con la Chiesa».

Finalmente!, allora, si potrà dire che non sta con la Chiesa (ne è fuori?), perché non segue il Concilio [Vaticano II] o lo interpreta a modo suo, per esempio

***

– chi intenda proscrivere e comunque contrasti l’uso del latino nella sacra liturgia e nell’uso comune di chierici e fedeli

«36. L’uso della lingua latina, salvo diritti particolari, sia conservato nei riti latini. «54. […] Si abbia cura però che i fedeli sappiano recitare e cantare insieme, anche in lingua latina, le parti dell’ordinario della messa che spettano ad essi. «101. Secondo la secolare tradizione del rito latino, per i chierici sia conservata nell’ufficio divino la lingua latina» (Costituzione sulla sacra liturgia Sacrosanctum Concilium);

 ***

– chi pensi che, magari all’esito d’un certo discernimento, adulterio e divorzio possano avere un legittimo spazio, ovvero essere tollerati con conseguenze sull’accesso ai sacramenti dei vivi, nella vita cristiana, che viene ridotta sul punto a un mero ideale astratto, ma di fatto impraticabile

«49. L’amore coniugale. […] Questo amore è espresso e sviluppato in maniera tutta particolare dall’esercizio degli atti che sono propri del matrimonio. Ne consegue che gli atti coi quali i coniugi si uniscono in casta intimità sono onesti e degni; compiuti in modo veramente umano, favoriscono la mutua donazione che essi significano ed arricchiscono vicendevolmente nella gioia e nella gratitudine gli sposi stessi. Quest’amore, ratificato da un impegno mutuo e soprattutto consacrato da un sacramento di Cristo, resta indissolubilmente fedele nella prospera e cattiva sorte, sul piano del corpo e dello spirito; di conseguenza esclude ogni adulterio e ogni divorzio. […].

«51 […] La Chiesa ricorda […] che non può esserci vera contraddizione tra le leggi divine, che reggono la trasmissione della vita, e quelle che favoriscono l’autentico amore coniugale».

***

– chi neghi la dottrina della guerra giusta (su quella santa, torneremo), e professi un pacifismo senza se e senza ma, abrogando in ogni caso il diritto alla guerra (ius ad bellum) e il diritto di guerra (ius in bello), e condanni la professione militare, teorizzando il dovere dell’obiezione di coscienza.

 

«79. […] La guerra non è purtroppo estirpata dalla umana condizione. E fintantoché esisterà il pericolo della guerra e non ci sarà un’autorità internazionale competente, munita di forze efficaci, una volta esaurite tutte le possibilità di un pacifico accomodamento, non si potrà negare ai governi il diritto di una legittima difesa. I capi di Stato e coloro che condividono la responsabilità della cosa pubblica hanno dunque il dovere di tutelare la salvezza dei popoli che sono stati loro affidati, trattando con grave senso di responsabilità cose di così grande importanza. Ma una cosa è servirsi delle armi per difendere i giusti diritti dei popoli, ed altra cosa voler imporre il proprio dominio su altre nazioni. La potenza delle armi non rende legittimo ogni suo uso militare o politico. Né per il fatto che una guerra è ormai disgraziatamente scoppiata, diventa per questo lecita ogni cosa tra le parti in conflitto.

 

«Coloro poi che al servizio della patria esercitano la loro professione nelle file dell’esercito, si considerino anch’essi come servitori della sicurezza e della libertà dei loro popoli; se rettamente adempiono il loro dovere, concorrono anch’essi veramente alla stabilità della pace» (Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et Spes);

 ***

– chi condanni come proselitismo la missione di conversione (cfr. Redemptoris Missio, n. 46) e dichiari di non amarla (la conversione), trascurando che solo in Cristo e nella Chiesa è ordinariamente la salvezza

 

«7. La ragione dell’attività missionaria discende dalla volontà di Dio, il quale “vuole che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della verità. Vi è infatti un solo Dio, ed un solo mediatore tra Dio e gli uomini, Gesù Cristo, uomo anche lui, che ha dato se stesso in riscatto per tutti” (1 Tm 2,4-6), “e non esiste in nessun altro salvezza” (At 4,12). È dunque necessario che tutti si convertano al Cristo conosciuto attraverso la predicazione della Chiesa, ed a lui e alla Chiesa, suo corpo, siano incorporati attraverso il battesimo. Cristo stesso infatti, “ribadendo espressamente la necessità della fede e del battesimo (cfr. Mc 16,16; Gv 3,5), ha confermato simultaneamente la necessità della Chiesa, nella quale gli uomini entrano, per così dire, attraverso la porta del battesimo. Per questo non possono salvarsi quegli uomini i quali, pur sapendo che la Chiesa cattolica è stata stabilita da Dio per mezzo di Gesù Cristo come istituzione necessaria, tuttavia rifiutano o di entrare o di rimanere in essa”. Benché quindi Dio, attraverso vie che lui solo conosce, possa portare gli uomini che senza loro colpa ignorano il Vangelo a quella fede “senza la quale è impossibile piacergli”, è tuttavia compito imprescindibile della Chiesa, ed insieme suo sacrosanto diritto, diffondere il Vangelo; di conseguenza l’attività missionaria conserva in pieno – oggi come sempre – la sua validità e necessità. Grazie ad essa il corpo mistico di Cristo raccoglie e dirige ininterrottamente le sue forze per promuovere il proprio sviluppo. A svolgere questa attività le membra della Chiesa sono sollecitate da quella carità con cui amano Dio e con cui desiderano condividere con tutti gli uomini i beni spirituali della vita presente e della vita futura. Grazie a questa attività missionaria, infine, Dio è pienamente glorificato, nel senso che gli uomini accolgono in forma consapevole e completa la sua opera salvatrice, che egli ha compiuto nel Cristo. Sempre grazie ad essa si realizza il piano di Dio, a cui Cristo in spirito di obbedienza e di amore si consacrò per la gloria del Padre che l’aveva mandato che tutto il genere umano costituisca un solo popolo di Dio, si riunisca nell’unico corpo di Cristo, sia edificato in un solo tempio dello Spirito Santo» (Decreto sull’attività missionaria della Chiesa, Ad Gentes).

Solo per fare qualche esempio.

Salute a voi

in J. et M.

Giovanni Formicola

§§§

(Scultura di Luigi Galligani)




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22 commenti

  • Nicola Buono ha detto:

    Qui si sta sostituendo il Vangelo con il Concilio Vaticano II che è diventato una specie di Dogma Infallibile. Io mi attengo al vecchio catechismo di San Pio X ed a quello di Giovanni Paolo II e mi attengo agli scritti dei SANTI e BEATI e dei Grandi Papi della Chiesa Cattolica, il resto è carta straccia per me.

  • Milli ha detto:

    Chissà a quale Chiesa si riferisce Bergoglio, probabilmente a quella universale (Pachamama inclusa).

  • Stefano ha detto:

    Ringrazio l’autore dell’articolo e lo invito a proseguire trovando altri (utilissimi) esempi. Credo sia la strada più efficace per far fronte alle pericolose bizzarrie di questo pontificato.

  • Luca Del Pozzo ha detto:

    Agli esempi portati dall’Avv. Formicola si potrebbe aggiungere il contrasto irriducibile tra la Dichiarazione di Abu Dhabi e quanto afferma la Nostra Aetate sul rapporto con le altre religioni nella Nostra Aetate, in particolare laddove dice: “La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini.

    Tuttavia essa annuncia, ed è tenuta ad annunciare, il Cristo che è « via, verità e vita » (Gv 14,6), in cui gli uomini devono trovare la pienezza della vita religiosa e in cui Dio ha riconciliato con se stesso tutte le cose (4).
    Essa perciò esorta i suoi figli affinché, con prudenza e carità, per mezzo del dialogo e della collaborazione con i seguaci delle altre religioni, sempre rendendo testimonianza alla fede e alla vita cristiana, riconoscano, conservino e facciano progredire i valori spirituali, morali e socio-culturali che si trovano in essi.”. Mi sembra una prospettiva ben lontana dal documento poc’anzi citato, che invece afferma che “Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani”, o sbaglio?

  • Luca Monforte ha detto:

    «In molti luoghi [i Padri conciliari] hanno dovuto trovare formule di compromesso, in cui, spesso, le posizioni della maggioranza (conservatori) si trovano accanto a quelle della minoranza (progressisti), progettate per delimitarle.
    Pertanto, gli stessi testi conciliari hanno un enorme potenziale di conflitto, aprono la porta a un’accoglienza selettiva in entrambe le direzioni».

    Card. Kasper, l’Osservatore Romano, 14 aprile del 2013.

    Cosa decidiamo di fare?

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Se il tuo orologio segna un’ora diversa da quello di tua moglie, come puoi fare per sapere l’ora giusta? Vai a vedere l’orologio del campanile? E se è sbagliato anche quello?

    • : ha detto:

      E che razza di Concilio è, dove vengono usate «formule di compromesso [che] aprono la porta a un’accoglienza selettiva in entrambe le direzioni»? I Concili sono stati fatti ogni volta che si era sentita la necessità di definire chiaramente una certa materia, o Verità, quindi semmai eliminando eventuali «formule di compromesso». C’immaginiamo se nei primi grandi Concili, quando c’è stata le necessità di definire indefettibilmente i dogmi trinitari, e sulla natura divino-umana di Cristo, e su Maria Madre di Dio, lo si fosse fatto in modo da portarli «in entrambe le direzioni»?

      • Milli ha detto:

        Infatti i frutti di questi compromessi si vedono nella situazione odierna, dove si accoglie di tutto.

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    Se purtroppo esistono degli anticonciliaristi in nome di un mlcompreso significato di Tradizione, esistono anche gli anticoncilaristi progressisti, col loro modo di fare viscido e ipocrita (giudico il modo di fare non le anime) .
    Ne sono stato testimone quest’estate in un incontro ecclesiale.
    Se i tradizionalisti criticano il Vaticano II per le sua “aperture”, i progressisti invece lo esaltano, ma fanno subito notare che non è andato “fino in fondo”.
    Perciò, senza avere il coraggio della critica aperta, in realtà lo sminuiscono e, più ancora, lo disconoscono.
    Il fatto che non sono state accettate le tesi moderniste, per costoro è dovuto al fatto che non si è avuto coraggio, o non erano ancora maturi i tempi, dimostrando così che essi credono in quelle cose che il Concilio ha rifiutato perché SBAGLIATE.
    Questi, anche se cardinali, sono i grandi nemici della Chiesa, così come Caifa fu un grande nemico di Gesù.

  • Acido Prussico ha detto:

    Attenti alle dottrinarie polpette “velenose” del “Santo (???) Padre”

    TRUCCHETTO N° 1
    “Fratelli Tutti” però … però … quelli che non seguono il Concilio Vat2 sono “fuori della Chiesa”.

    TRUCCHETTO N° 2
    “ANGELUS” del 31 gennaio 2021:

    “L’insegnamento di Gesù ha la stessa autorità di Dio che parla. Egli è il profeta definitivo”.

    – evita di nominare “CRISTO” e parla dell’uomo “Gesú” (Cristo “giudica vivi e morti” invece “Gesú” è un amicone).
    – dice che Gesú parla con la “stessa” autorità ma che non È DIO (neo-arianesimo) .
    – dice che è un “profeta” (musulmanizzazione).

  • Lucy ha detto:

    ” Se tu non segui il concilio o l’interpreti a MODO TUO tu non stai con la Chiesa “. Qui siamo al verice dell’ipocrisia ! Il primo a inerpretare il concilio a MODO SUO è proprio lui.Ai chiari esempi citati dall’avv.Formicola aggiungo il caso eclatante della nota 329 di A.L. di cui aveva ampiamente parlato Magister nel suo blog a cui io ho attinto. Un caso tipico di voluta adulterazione dei testi del concilio per adattarli al nuovo corso. Questa nota riserva a quelli che hanno scelto di convivere come fratello e sorella non una parola di elogio e di sostegno ma uno schiaffo. Gli si dice infatti che facendo così possono far danno alla loro nuova famiglia mettendo in pericolo la fedeltà e potendo venir compromesso il bene dei figli .Questa nota falsamente cita a sostegno del suo rimprovero nientemeno che la Gaudium et Spes al num.51 , dove il concetto era riferito alle COPPIE REGOLARMENTE SPOSATE . CHi è che non sta con la Chiesa ” interpretando a modo suo le norme ” ?

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Al tempo della cinica strumentalizzazione di tutto e di più, non meraviglia che anche – e in modo particolare – i documenti conciliari siano maneggiati “ad usum Delphini”.

  • LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI ha detto:

    Anche ai tempi dell’eresia ariana se non eri ariano eri fuori dalla Chiesa, il Vescovo Atanasio fu infatti scomunicato ed esiliato..
    Peccato che poi la stessa Chiesa ammise che aveva ragione lui e venne proclamato Santo, Dottore e gli venne infine conferito l’appellativo di Grande. Non male per uno fuori dalla Chiesa.

  • Abbondi Alfredo ha detto:

    Parole sante!
    Ci mancherebbe pure: sono del Concilio!

  • Berlicche ha detto:

    Come ricordava qualcuno, “Dicono che se non segui il CVII sei fuori dalla Chiesa; ma il CVII asserisce che ci si può salvare anche fuori dalla Chiesa”…

    Preghiamo il Signore perché ci aiuti a discernere a Chiesa dal mondo che è fuori dalla Chiesa, e dal mondo che è dentro la Chiesa.

  • Boanerghes ha detto:

    Bisogna inviare al Papa queste argomentazioni e vedere cosa risponde al riguardo, se risponde.
    Comunque, è evidente che spesso si parla di spirito del concilio, che spesso non ha nulla a che fare con il Concilio stesso.

  • PIERO LAPORTA ha detto:

    Odiare costui o definirlo anticristo è fuori luogo. È un narciso sventurato, convinto d’avere una missione,inconsapevole d’essere una marionetta.
    Niente di più che una spina nella corona di Cristo.

    • Paoletta ha detto:

      Esatto; e quando non servirà più al “sistema”,il sistema stesso se ne sbarazzerà.

    • Bastian contrario ha detto:

      Innanzitutto sincere condoglianze per la perdita di suo fratello. Condivido la sua indignazione per l’indisponibilità del sacerdote a portare al malato il conforto dei sacramenti. Ma le sia di consolazione la certezza che suo fratello è ora, nella gloria del Paradiso.
      Non sono d’accordo nel considerare Bergoglio un Narciso. Un piemontese è, tradizionalmente di una sobrietà assoluta (e credo che questa caratteristica non appartenga ai narcisi), ma anche testardamente ambizioso. Vissuto tra molte contraddizioni, probabilmente il nostro pensava che, una volta raggiunta la cattedra di san Pietro, avrebbe potuto influire sulla moltitudine dei fedeli.

  • Antonio ha detto:

    Quando dicono “Il Concilio”, l’unico vero, gli altri non contano, costoro non intendono gli atti dell’assise tenutasi in Vaticano tra il 1962 e il 1965, che verosimilmente neanche conoscono se non per sentito dire: intendono quello che è venuto dopo, nel famoso “Spirito del Concilio”, ovvero quello che dicono loro, spesso in contraddizione con quello che ha detto chi è venuto appena prima. “Concilio” è una parola magica, come in altri campi “libertà” o “democrazia”, svuotata di reale significato e ancoraggio con una realtà oggettiva, pronunciando la quale si può fare ciò che si vuole.