Agnoli: nelle Elezioni Presidenziali in USA il Virus Sono i Mass Media

7 Dicembre 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il prof. Francesco Agnoli ci ha inviato queste riflessioni sulle recenti elezioni presidenziali negli Stati Uniti, e in particolare sul ruolo – piuttosto scandaloso, per la parzialità dimostrata, a nostro parere – giocato dai mass media: televisioni, giornali, agenzie di stampa. Buona lettura. 

§§§

Le elezioni americane di quest’anno rimarranno nella storia per la loro incredibile opacità. Vedremo quanto ciò potrà pesare sulla credibilità degli Usa nel mondo: si potrà ancora parlare di “esportazione della democrazia”, da parte di un paese che appare così poco democratico? Forse sì, perché se la prima potenza al mondo vuole fare una guerra, può inventarsi qualsiasi giustificazione, come ha fatto per 30 anni, ma saranno sempre meno quelli che ci credono. Anche se i giornali scenderanno ancora una volta in campo, come nel passato, fantasticando di armi chimiche, antrace ecc…

Partiamo da una breve analisi del comportamento dei media. The media is the virus: questa scritta campeggiava in questi giorni su molti  cartelli sventolati da elettori di Trump. E’ vero?

Sembra impossibile smentirlo. Vediamo perché. Anzitutto la prima anomalia: è possibile che in un paese elettoralmente diviso a metà, quasi il 100 per cento dei giornali e delle tv stia dalla stessa parte?

Che quasi tutta l’informazione americana sia politicamente schierata è così evidente che già nel 2016 Giovanna Botteri si chiese, dopo l’elezione di Trump, come fosse possibile che il popolo avesse scelto lui, nonostante il fuoco di fila compatto dei media.

Ma cosa ha fatto l’informazione più tifosa e parziale della storia?

Anzitutto ha predicato per mesi, prima del 3 novembre, che Biden aveva già vinto: sondaggi su sondaggi per sostenere che aveva almeno 10 punti percentuali più di Trump. “Ma avete sbagliato alla grande nel 2016, dando per certa la vittoria della Clinton, non è che errate ancora?”, diceva qualcuno. Risposta: “Sì, ma abbiamo aggiustato i calcoli, siamo stati più prudenti che mai! Questa volta siamo certi!”.

Risultato? I dieci punti non esistono neppure lontanamente, anche ipotizzando che tutto sia stato regolare. Allora dobbiamo dire che i media sono incapaci, ma ciononostante onesti?

“Vero, non abbiamo il polso del paese, non abbiamo mai capito nulla di quello che stava succedendo, ma la stupidità non è una colpa, è inconsapevole, senza dolo”.

Difficile credere a tanta incapacità. C’è troppa corrispondenza tra il prima e il dopo. Mattina del 4 novembre, i dati indicano un notevole vantaggio di Trump, e i media continuano a ripetere che le cose cambieranno. Da incapaci a profeti?

Evidentemente no: si è già deciso chi deve vincere, ed infatti CNN, AP ecc. si affrettano ad assegnare la vittoria a Biden molto prima che  essa sia acclarata. Danno proiezioni sicure anche laddove la partita si  gioca sul filo del rasoio. Hanno evidentemente una fretta terribile che la loro profezia si avveri, almeno mediaticamente. Devono ri-annunciare ciò che hanno già annunciato per mesi, anche se è già chiaro che Trump è andato fortissimo (prenderà 10 milioni in più del 2016). Lo scenario è ancora confuso? No, no, tutto chiaro: vincerà Biden!

Intanto il fronte di Trump apre l’offensiva legale: nulla di nuovo, era già successo nel 2000 a parti invertite, con i democratici di Gore contro Bush. Ma sembra che in questo caso gli accertamenti della magistratura non abbiano nessun significato: i media si ritengono i certificatori del risultato e Facebook si affretta a sottoscrivere, sotto ogni post “trumpiano” o solo dubbioso, che Biden ha vinto e che “…gli Usa hanno leggi, procedure e istituzioni che garantiscono l’integrità delle elezioni” e che “…il voto per corrispondenza è storicamente affidabile negli Stati Uniti”.

Un privato, schierato con Biden, in una piazza pubblica dove non dovrebbe esistere censura né partigianeria, garantisce dell’affidabilità delle elezioni appena avvenute: dovrebbe andare così? Trump sta violando le leggi e le procedure citate? No, il ricorso ai tribunali è legittimo, e allora perché il signor Facebook deve correre a certificare ciò che non è suo compito certificare? Ci sono i tribunali e le Corte Suprema: come mai questa ansia nei media pro Biden di dichiarare chiuso tutto prima del termine ultimo previsto per legge?

Il sospetto non può che sorgere, del tutto legittimo. Tanto più che il voto postale è sempre stato oggetto di critiche, anche quando era usato in proporzioni molto meno massicce; tanto più che nel 2018 fu la candidata democratica della Georgia, Staacey Abrams, ad accusare il suo avversario di brogli, contestando tra l’altro il voto elettronico, perché, come noto, alterabile…

Tanto più che qualcuno si chiede come mai Biden sia stato il presidente più votato (per posta) della storia, nonostante abbia fatto così tanta fatica a vincere le primarie del partito democratico, ed abbia sempre avuto così tanto successo con i media, ma così poco con le persone.

Guardiamo ai suoi comizi: sempre piuttosto deserti, a differenza di quelli del rivale. In un articolo di Repubblica del 30 ottobre 2020 si racconta dei meeting quasi contemporanei di Trump e Biden in Florida.

Si dice che i sondaggi in quello stato danno i due avversari alla pari, con leggero vantaggio di Biden. Vincerà Trump. Si mostrano foto dei comizi: folla enorme per Trump, quattro gatti per Biden. Ma gli elettori di Biden, spiega il giornale, sono più bravi, stanno in macchina, con la mascherina, sono pochi pochi perché prudenti.

Sarà pur vero, ma come mai tanta prudenza nei fans di Biden anche quando il coronavirus non c’era? Biden ha sempre avuto pochissimo seguito, alle primarie democratiche di 33 anni fa come a quelle del 2020, dove ha vinto solo perché altri candidati si sono ritirati per non farlo perdere contro Sanders.

Biden è diventato un beniamino del popolo negli ultimi mesi?

Prendiamo ancora Facebook: Trump ha quasi 35 milioni di persone che lo seguono; Biden 6 milioni e seicentomila. Una differenza abissale. Prendiamo Twitter, che censura Trump, ma non ha mai fatto lo stesso con un candidato democratico: Trump 88,8M follewer, Biden 20M follower. Non c’è partita neppure qui.

Quanto a seguito popolare, dunque, Trump stravince nelle piazze e sui social; perde invece di gran lunga sui media ufficiali e quanto a finanziamenti ricevuti (la gran parte dei miliardari americani, compresi Bezos e Gates, sono contro di lui).

Ma in democrazia dovrebbero prevalere i soldi e il “quarto potere” (che con i soldi ha più di un legame), o il popolo?

Senza ora soffermarci su mille altre perplessità, vediamo qualche ultima considerazione.

I media ripetono che Biden è il presidente eletto, pur essendo ancora da definire molti passaggi. E urlano contro Trump che non concede.

Perché non ricordano -pasticcioni nei sondaggi, faziosi ed anche smemorati!- alcune cosette, che sarà bene rammentare, seppur brevemente, in ordine cronologico: che i democratici nel 2016 hanno risposto alla sconfitta con manifestazioni violente di piazza,

accusando i russi di aver truccato le elezioni e cercando in tutti i modi di delegittimare il presidente eletto per 4 anni, provando anche l’impeachment; che Hillary Clinton, accusata all’interno del suo  partito di aver truccato le primarie del 2016, il 20 agosto invitò ufficialmente Biden a non riconoscere un’eventuale vittoria di Trump, contando proprio sull’inaffidabilità del voto postale

(https://www.ansa.it/usa_2020/notizie/2020/08/25/hillary-clinton-biden-non-conceda-la-vittoria-a-trump_82e660c6-2af6-4878-a2ad-12f2982dbc41.html

; che la speaker democratica della Camera, Nancy Pelosi, 3 giorni prima delle elezioni, ha affermato categoricamente che “_Biden sarà presidente qualsiasi sia il risultato finale”

_(https://www.ilgiornale.it/news/mondo/e-bufera-lambigua-frase-pelosi-biden-vincer-qualsiasi-sia-1900144.html

Non è che si è investito così tanto nel voto postale, pur conoscendone i limiti e l’inaffidabilità, proprio per potersene servire a proprio vantaggio? Chiederselo non è da complottisti, non farlo proprio è da creduloni.

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8 commenti

  • MARIO ha detto:

    Onestamente non so, a differenza del prof. Agnoli, se per il futuro che ci attende sia preferibile Biden o Trump.
    Ma altrettanto onestamente mi chiedo se il prof. Agnoli sia così ingenuo da credere che la democrazia si regga su maggioranze o minoranze di follewer…

    Riguardo ai sondaggi, mi sembra che fossero tutti più o meno concordi. I sondaggisti tutti imbecilli o pagati da Biden, con l’ingenuo Trump a guardare?
    I sondaggi normalmente sono falsati quando i sostenitori di un candidato si vergognano di esprimere pubblicamente la loro preferenza.
    Perché allora non chiedersi il motivo di tale vergogna o reticenza. Dovuta forse a sudditanza psicologica rispetto a giornalisti e giornaloni? Non credo che i trumpiani siano così timidi…

    E poi un sedicente cattolico come il prof. Agnoli dovrebbe mettere in conto che la storia potrebbe anche dargli torto marcio e che le redini sono nelle mani di qualcun Altro, di cui non conosciamo i disegni.
    E allora perché rischiare di sputtanarsi così allegramente e per di più con argomentazioni così banali?

    • Mac ha detto:

      Mario da come scrive lei è meno informato della rispettabilissima casalinga di Voghera.

      Le elezioni Americane sono state talmente truccate che solo Maduro può aver fatto di meglio.

      Saluti.

  • wisteria ha detto:

    Biden ci fa una miglior figura se vince onestamente , ma gli americani ci fanno una pessima figura se hanno votato lui e la harris.

  • paolo deotto ha detto:

    Grazie al caro Francesco Agnoli (che saluto cordialmente) per questa analisi così chiara e dettagliata. E per curiosità, racconto questo piccolo episodio: avendo espresso le mie perplessità sulle elezioni americane a un illustre docente, ovviamente molto di sinistra, mi sono sentito dire (con aria un po’ seccata) “Insomma, lei deve capire che un uomo come Trump non può vincere”.
    Chi ha orecchie per intendere, intenda…

    • luca antonio ha detto:

      Non gli ha chiesto come mai ?.
      Io lo faccio e vedo sguardi di triglia sotto al sole, poi una sequela di inesattezze e luoghi comuni,in poche parole non lo sanno, assorbono un sentito dire che è il frutto di quello che denuncia Agnoli in questo articolo.

  • Giovedì ha detto:

    Per chi vuole sapere la realtà sulle elezioni americane, e non solo, infowars.com di Alex Jones è oggi indispensabile.
    Fino ad ieri non avevo capito perché l’ossessione dei media col vaccino. La risposta l’ho trovata finalmente su infowars:
    https://www.infowars.com/posts/top-eu-scientist-warns-covid-19-vaccine-linked-to-sterilization-of-women/

  • Enrico Nippo ha detto:

    “Ma in democrazia dovrebbero prevalere i soldi e il “quarto potere” (che con i soldi ha più di un legame), o il popolo?”

    Ancora co ‘sta democrazia?
    Dovrebbe “prevalere il popolo”?

    Ma che altro deve accadere per capire che la democrazia è una latrina in cui viene fatto affogare il popolo?

    Ma dai!!!

    W il RE!!!

  • Gian ha detto:

    La “cronista” a RaiNews24 che domenica 6/12, alle 05:17, invece di leggere notizie difendeva la truffa elettorale messa in atto dai DEM, raccontando gli ultimi risvolti della disputa in corso, concludeva il suo ragionamento con “A QUEL PUNTO TRUMP POTRA’ SOLO FARE LE VALIGIE E LASCIARE LA CASA BIANCA”.
    Insopportabile che una impiegata Rai della manovalanza che lavora di notte, quando le primedonne dell’edizione delle 20:00 riposano, si permetta di esprimere proprie opinioni.
    L’ho visto per caso, avendo acceso la TV solo per vedere l’ora. Da tempo infatti non spendo nemmeno un minuto ad ascoltare la PROPAGANDA UNIFICATA del mainstream.
    Sono una coalizione di mascalzoni che intossicano e anestetizzano le masse inconsapevoli.