La Proprietà Privata È Lecita, o No? RVC Fa Parlare il Card. Scola.

2 Dicembre 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Romana Vulneratus Curia ha seguito sulle pagine di Stilum il dibattito nato dalle parole del Pontefice regnante in tema di proprietà privata, e delle reazioni che esso ha provocato in alcuni lettori, che hanno cercato di de-responsabilizzare papa Bergoglio sostenendo che in realtà l’ordine della sua esternazione si trova in san Giovanni Paolo II. Vedete come RVC cerca di riportare in quadro tutto l’argomento. Buona lettura. 

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Caro Tosatti, ho letto l’intervento di PezzoGrosso sul Papa e la Proprietà privata. Ma ho anche letto una serie di interventi fra i commenti pubblicati da Stilum Curiae che sembrano ideologici nell’interpretazione del pensiero di San Giovanni Paolo II.

Ora, poiché la seconda opera di misericordia spirituale è “Insegnare agli ignoranti” per quanto si riferisce a materia religiosa, vorrei riportare un estratto di un articolo, ben equilibrato, scritto dal card. Angelo Scola su Il Sole-24ore del 17giugno 2015, nel quale chiarisce a quali eccessi nell’uso della proprietà privata ci si deve riferire.

Scrive Scola: “I cristiani, e in particolare il magistero della Chiesa, hanno affrontato il problema riconoscendo, con realismo, l’importanza che, nelle società contemporanee, ha la proprietà privata. È uno dei motori dello sviluppo economico. In un certo senso la proprietà privata è la possibilità che chi lavora ricavi i frutti delle proprie fatiche.

È questa la ragione per cui il magistero della Chiesa, fin dalla Rerum Novarum (n. 7) ha sancito la liceità del diritto di proprietà, concependolo come una sorta di estensione della libertà che ogni uomo esercita in forza della sua relazione filiale con Dio Creatore e Padre (cf. Centesimus Annus 30).

Ma, cosa a cui si presta scarsissima attenzione, nello stesso momento in cui afferma il diritto alla proprietà privata, il pensiero cristiano definisce con rigore i limiti di tale diritto, prendendo le distanze dagli eccessi del liberalismo. San Giovanni Paolo II ha esplicitamente ribadito che la proprietà privata «porta inscritti nella sua natura di diritto umano i propri limiti» (Centesimus Annus 30). L’uomo ha diritto ai beni, frutto del proprio lavoro, ma con la stessa chiarezza e decisione deve ricordare che questi beni gli sono affidati e che al cospetto di Dio un giorno dovrà «rendere rigorosissimo conto» dell’uso che ne ha fatto (Rerum Novarum 18).

Del resto, l’origine dei beni terreni riconduce all’atto creativo di Dio, che ha voluto la terra per tutto l’uomo e per tutti gli uomini. La proprietà privata, perciò, ha inscritta nel proprio Dna la responsabilità sociale: la disponibilità ultima dei beni terreni è universale, non individuale. Di più, come afferma la Populorum Progressio al numero 22: «Tutti gli altri diritti, di qualunque genere, ivi compresi quelli della proprietà e del libero commercio, sono subordinati alla destinazione universale dei beni».

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20 commenti

  • Luca Checcucci ha detto:

    Maria aveva una casetta di proprietà. L’amico piu’ caro di Gesù, Lazzaro di Betania, era un uomo ricco. Pure Elisabetta, la madre di Giovanni, non se la passava male. Per amare bisogna donare del nostro. Se non fosse legittima la proprietà privata …… Quello che non bisogna fare è esagerare e fare del possesso un fine di vita. Un conto è mangiare che è legittimo un conto è strafogarsi cadendo nel peccato di gola. Questa questione, stantia, la sollevano solo i comunisti che notoriamente sono, guarda caso, materialisti.

  • Paolo ha detto:

    Scola? Fammi pensare, chi era costui? Ha si, il bravo cardinale a cui la CEI ha mandato il telegramma di congratulazioni per l’elezione a papa,..fortunatamente si sbagliava. Se pensate di traghettare nel nuovo millennio la chiesa cattolica con gente di questo tipo vi faccio i migliori auguri.

  • Miserere2 ha detto:

    Il cardinale Scola puo’ parlare da solo. Forse e’ pure un pezzo più grosso del pezzo di stillum curiae. A meno che non sia lui. Ma allora, in passato, con nome e cognome era bergogliano e qui contro.

  • Paolo Giuseppe ha detto:

    Come sempre quando Santa Madre Chiesa parla di politica e quindi anche di economia, prende delle colossali cantonate. In questo caso Bergoglio si allinea a quanti lo hanno preceduto.
    Cosa significa che la proprietà è “subordinata alla destinazione universale dei beni”? Significa tutto e niente. Potremmo discutere all’infinito sulla destinazione universale dei beni. I sistemi democratici prevedono che il diritto di proprietà da un lato è garantito dallo Stato, ma dall’altro è subordinato agli interessi superiori della comunità (esproprio, ecc.) e questo dovrebbe bastare a Santa Madre Chiesa. Ma si sa che intervenire nelle cose terrene, troppo terrene, è sempre stato un prurito che ha portato e porta ai noti guai ogni volta che i preti trafficano in immobili a Londra e altrove.

  • Aldo ha detto:

    L’alto magistero della chiesa comporta
    1) Predicare il giusto secondo dottrina, criticabile o meno;
    2) Dare il buon esempio e comportarsi per conseguenza.
    Ecco, la seconda più della prima …..
    Per conseguenza si attendono comportamenti inerenti e conseguenti nella gestione dei fondi c/o lo IOR, nel concorso alle spese comuni a mezzo assoggettamento a tassazione patrimoniale IMU delle strutture religiose esercenti, in realtà , attività commerciali, nell’aprire, per la destinazione universalistica, “naturaliter”, della proprieta’ privata delle porte del Vaticano ai bisognosi …:
    Ecco si aspetta il buon esempio ……

  • ana maria ha detto:

    Nuestro papa a pesar del tiempo que lleva en su mision obra como un comentarista de la realidad y no es conciente del poder de sus palabras;sus ideas de propiedad ha llevado a mucha gente que usa convenientemente lo que la beneficia a intrusar bastas tierras del fisco que es el pueblo argentino y propiedades privadas incluso lastimando a sus propietarios que han debido irse y seguir una via judicial larga para que le devuelvan lo que era de su propiedad-si para estar dentro de la iglesia hay que callar se nos debe advertir asi usamos nuestra libertad de hijos de dios

  • renato brandolese ha detto:

    El gaucho si esprime per slogan in campi anche non strettamente suoi. La proprietà privata è sancita dalla costituzione anche italiana perchè è espressione della liberta delle persone di crearsi un futuro per sè e per i propri figli. Questa proprietà guai a DIo chi la tocca sarebbe un furto toglierla da parte di ideologie collettivistiche marxiste. Bergoglio non specifica mai adeguatamente ed è necessario che intervenga lo scoliasta ad illustrare le “STUPIDITA ” che gli escono di bocca . Non mancherà molto che dica ” la proprietà è un furto ” ( altro slogan arcaico comunista ” da parte del nostro che ha in odio il ricco occidente.

  • luciano badesso ha detto:

    Comandamenti:

    7)Non rubare.
    10)Non desiderare la roba d’altri.

    quindi giustificano la proprietà

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Sei giorni faticherai e farai il tuo lavoro, ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio. Tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia , né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame. Es 20.
      Se questo è un povero….. Aveva mogli e figli, schiavo/a , bestiame (che probabilmente non era appeso al soffitto di casa ma viveva in una stalla e pascolava nei suoi terreni… ).

      • Zuzz ha detto:

        Per non parlare dei beni di Giobbe, prima e dopo la prova a cui viene sottoposto.
        E, se ricordo bene , la perdita dei beni fu una delle prime tappe della prova stessa.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Quello che è tuo è mio e quello che è mio è mio.
    Così il sano umorismo popolare aveva sintetizzato il concetto di proprietà ai tempi del socialcomunismo togliattiano e nenniano.
    Nel mondo occidentale molto probabilmente la ricchezza è molto più distribuita di quanto non si creda. Molti grandi patrimoni sono gestiti da una o poche persone, ma in realtà il capitale è suddiviso fra milioni di risparmiatori proprietari di azioni o di parti di fondi comuni. Sarebbe tutto un discorso da verificare. In quanto a Dio, diciamo che il Padre ha sempre ammesso la proprietà, il Figlio ha messo in guardia i discepoli contro l’eccessivo attaccamento ai beni di questa terra, lo Spirito Santo sembra alquanto neutrale.

  • Virro ha detto:

    Dato che Bergoglio condanna la “proprietà privata”, mi domando se condanna anche le proprietà finanziarie, farmaceutiche, petroliferi i cui proprietari sono suoi amici.
    Parlasse della SALVEZZA, DELLA VITA ETERNA ……..

    Da come parla
    il dolore per la nostra Chiesa
    non si calma

  • Enrico Nippo ha detto:

    “La democrazia, infatti, non va fatta coincidere con le elezioni, ma con una partecipazione LIBERA alla vita sociale”.

    Affermazione generica che può fare chiunque, ognuno dal suo punto di vista: il credente, l’ateo, il cattolico, il protestante, l’eterosessuale, l’omosessuale, il comunista, il radicale, il liberale, l’affitta utero, l’abortista, le barbare d’urse, i nichi vendoli, le moniche cirinne, i grandi fratellisti, etc. etc. etc.

    “Partecipazione LIBERA” è un luogo comune rivoluzionario giacobino e giorgiogaberesco (“Libertà è partecipazione”) che vuol dire porte aperte a tutto lo squallore possibile. Bisogna essere ciechi per non vederlo.

    Mo’ la democrazia sarebbe l’antidoto al nuovo ordine mondiale? Ma dai!!!

    Non ci siamo. Proprio non ci siamo.

  • Iginio ha detto:

    Spiegare queste cose ai pliniani.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Il papa dovrebbe sforzarsi di comunicare con contezza del “peso” delle parole e non dare l’impressione (???) di interpretare ora il ruolo di due consulenti in scena (il gatto e la volpe, senza far capire quando parli l’uno e quando l’altra) ora il ladro gentiluomo, per la gioia di fasce sociali drammaticamente in difficoltà. Per evitare polemiche e scontri di classe che non aiutano a risolvere i problemi – e sono tanti – che ci assillano.

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    Le parole del Card. Scola sono esemplari.
    Ma anche le parole del Papa sono sostanzialmente giuste, ma “avviare processi” (come fa quando parla senza rompera con la tradizione, ma facendo l'”atto” di farlo) senza indirizzarli, significa in realtà indirizzarli a favore di chi detiene un potere invasivo oltre il lecito, capace di strumentalizzare delle parole molto generiche a proprio favore, come di fatto fanno le lobby massoniche e le multinazionali per imporre la loro visione del “nuovo ordine mondiale”.
    Il Papa perciò dovrebbe parlare anche di LIBERTA’, perché il bene comune non consiste solo in un’equa distribuzione di beni, ma anche nell’individuare spazi di libertà inalienabile, sia individuale che degli organi intermedi (tra cui innanzi tutto gli Stati), in quanto i beni devono servire non solo per sopravvivere, ma anche per essere liberi, cioè per sopravvivere con dignità, cioè come e non come consumatori o come polli in un allevamento intensivo.
    Il nuovo ordine mondiale, che questo Papa sembra appoggiare almeno coi fatti, prevede invece una società senza i necessari organi intermedi e con un’infinità di regole atte a governare tutto, riducendo gli spazi di libertà e di iniziativa.
    Per cui, se mi trova d’accordo il concetto di una più equa una ridistribuzione delle risorse economiche, non mi trovano d’accordo l’egualitarismo in stile marxista e delle regole che programmino ogni cosa per ognuno, tranne che per i “leader massimi”, e che perciò ingenerano un nuovo tipo di razzismo da cui è più difficile emanciparsi.
    Di conseguenza: sì a garantire una vita dignitosa a tutti (attraverso un lavoro dignitoso), sì allo stato sociale, sì a sfavorire le grandi concentrazioni economiche in poche mani, ma sì anche alla partecipazione libera e attiva di tutti non solo alla vita politica, ma anche a quella economica della società.
    La democrazia, infatti, non va fatta coincidere con le elezioni, ma con una partecipazione LIBERA alla vita sociale.
    Purtroppo a me pare che una nuova forma di nazismo e una nuova forma di social comunismo si stiano come fondendo insieme: questa mi sembra l’essenza del nuovo ordine mondiale auspicato dai massoni e dai pauperisti ideologizzati.
    E purtroppo il Papa sembra rientrare in questa logica anche nella gestione del suo potere di Capo di Stato e di uomo più famoso del mondo, strumentalizzando la sua autorità che proviene da Dio e che ha come campo di espressione la fede e il governo della Chiesa, per affermare, quasi come fosse Parola di Dio, la sua visione sociale e politica.

    • Amos ha detto:

      Questo è il punto : Bergoglio diffonde la sua personale visione della società, degli stati, dell’ordine internazionale come se fossero verità di fede. Il signor Bergoglio può, come individuo credere a quello che vuole ma non può, come capo della chiesa di Roma di far credere al pueblo le sue idee come verità di fede. Vuole essere marxista ? È libero di farlo, ma non può trasformare la struttura ecclesiale in uno strumento del marxismo .

      • Franco ha detto:

        Sul concetto di proprietà privata quando la stessa viene definita un furto dico che siamo alla contrapposizione e non rimane alcun spazio per accogliere il principio della solidarietà se non quello di difendere ciò che è frutto del proprio lavoro.
        Quando mi viene detto che sono un ladro o che sono uno sfruttatore perché ho una proprietà di che cosa vogliamo parlare? E siccome viviamo in un paese dove la proprietà è sempre più tartassats da un Erario assatanato di soldi chi parla dall’alto della cattedra forse dovrebbe riflettere di più per non offendere anche coloro che nella proprietà hanno creduto e che magari continuano a pagare quella funzione sociale con tasse, tasse e tasse; funzione sociale di cui si rischia di parlarne a vanvera e che giustificherebbe l’agire di coloro che prendono insigne esempio proprio da “Mons. Bolletta” .
        Detto questo sul concetto di proprietà ci sarebbe da fare qualche riflessione in quanto c’è una proprietà costituita di beni immobili ed una proprietà costituita da beni finanziari. È per caso un furto anche il possesso di questi beni finanziari che peraltro sono facilmente trasferibili per il mondo così come è stato fatto e fa lo stesso Vaticano con i soldi dell’obolo di S.Pietro destinati alla carità?
        Sono convinto che dopo le novelle teorie sulla proprietà d’ora in poi il Vaticano per dare il buon esempio metterà all’asta tutti i beni ……. degli altri… per destinarli alla funzione sociale.