UNIONES HOMOSEXUALES. ¿EL PAPA CONTRA LA ESCRITURA PREPARA UN CISMA?

1 Novembre 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Estimados Stilumcuriales, Romana Vulneratus Curia ha leído las declaraciones nuevamente lanzadas por el pontífice reinante en materia de uniones civiles y familias homosexuales. Este es su comentario. Buena lectura.

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Estimado Tosatti, recibida la noticia que Bergoglio habría declarado que está a favor de las uniones civiles entre homosexuales, yo me decía que podía ser una “scalfarada” (es decir, una interpretación según Scalfari). Pero no (léanse los dos links aquí, uno y dos)

Algunos diarios titulan: “Giro del Papa”, pero no. No es un “giro”, es una confirmación.

Inmediatamente en marzo de 2013, después de la elección [de Bergoglio], un famoso miembro del bienamado lobby le confió a un prelado que con Bergoglio “van a ser más fuertes que antes”.

Después la primera audiencia a la pareja homosexual.

Después el nombramiento de monseñor Ricca como prelado del IOR, muy bien enfocado por Sandro Magister.

Después el caso del declarado homosexual jesuita James Martin y su carrera fulminante.

Después el caso de los encubrimientos para el cardenal McCarrick y el ataque a monseñor Viganò, cazador de hechos ilícitos y desórdenes sexuales en el interior de la Iglesia. Por último, la sublime explicación que Sodoma fue destruída porque se negó a recibir extranjeros, no porque en ella se practicaban actos ilimitados contrarios a la naturaleza, ignorando las amonestaciones del Cielo.

Ahora bien, quien le impuso estas declaraciones debe ser muy poderoso dadas las responsabilidades que así se le imponen.

De hecho, con esta decisión Bergoglio tendrá que reescribir los Diez Mandamientos, quitando al menos uno, tendrá que negar los Pecados que claman venganza contra el Espíritu Santo, tendrá que cambiar el Sacramento del Matrimonio (ya cuestionado con Amoris Laetitia) y al menos otros dos Sacramentos relacionados.

También deberá cambiar radicalmente la institución de la familia, habiendo declarado “son hijos de Dios y tienen derecho a una familia”.

En resumen, ahora ha creado las condiciones para un cisma. ¡Y nuestro Bergoglio es bueno! Pero quién sabe lo que dirán ahora los famosos “obedientes” al Papa a cualquier precio y por cualquier orden que él da.

Quién sabe cómo reaccionarán los famosos “mojigatos” que siempre callan y buscan el bien en cada enunciado de Bergoglio. Ah, en el pequeño discurso que se puede escuchar, aprovecha para atacar también a Trump sobre el tema del muro en México que separa a las familias. ¿Se refería a familias mexicanas homosexuales?

RVC

Publicado originalmente en italiano el 22 de octubre del 2020, en https://www.marcotosatti.com/2020/10/22/unioni-gay-il-papa-contro-la-scrittura-prepara-uno-scisma/

Traducción al español por: José Arturo Quarracino

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1 commento

  • Manel ha detto:

    Cardinale di Napoli: Vari, Sciacca e Battaglia, ecco i tre nomi sulla scrivania del Papa

    Il Mattino

    Luigi Vari, Giuseppe Sciacca e Domenico Battaglia: ecco la terna scelta dai saggi ai quali il nunzio apostolico – lo scorso giugno – chiese di esprimere tre nomi per delineare la giusta personalità che dovrà essere chiamata a prendere il posto di Crescenzio Sepe. Ora quei nomi sono sulla scrivania di Papa Francesco che darà ufficialmente il via alla successione. Delle due l’una: o Bergoglio terrà in considerazione i desiderata – e farà ricadere la scelta del nuovo vescovo di Napoli su uno di quei tre – oppure andrà a cercarlo altrove, e c’è chi non esclude anche tra i semplici pastori. È certo invece che si tratterà di una nomina che il Papa farà nel segno della continuità e nel rispetto del lavoro che il vescovo di Napoli – con i suoi sacerdoti – ha svolto incessantemente in questi lunghi anni. In ogni caso siamo in dirittura di arrivo: per la seconda decade di novembre il Pontefice avrà deciso e la nomina passerà nelle mani del diplomatico svizzero Emil Paul Tscherrig – nunzio in Argentina fino al 2017 quando poi Bergoglio lo volle con sé in Vaticano – che consegnerà al neo vescovo la lettera ufficiale di investitura.
    Ma non finisce qui: prima del definitivo cambio al vertice di Donnaregina ci vorrà ancora del tempo. Se il prescelto non dovesse essere vescovo, saranno necessari al massimo quattro mesi per l’ordinazione episcopale, se invece si tratterà di un pastore di altra diocesi, ne basteranno – se sarà necessario – fino a due. Vale a dire che Crescenzio Sepe, come amministratore apostolico, è destinato a rimanere in carica almeno fino al prossimo gennaio – se il Papà sceglierà nell’ambito della terna composta già da tre vescovi; anche di più se invece Bergoglio dovesse preferire un prete ancora da ordinare. In ogni caso chi frequenta gli ambienti del Vaticano ritiene che il Papa non avrebbe intenzione di sostituire Crescenzio Sepe con uno di quei tre nomi ma starebbe guardando già altrove. E invece, quattordici anni fa, Benedetto XVI nominò Crescenzio Sepe arcivescovo di Napoli pescandolo proprio in quella terna che gli avevano suggerito i saggi: al primo posto c’era Agostino Vallini, per molti anni vescovo ausiliare di Napoli e braccio destro del cardinale Michele Giordano; al secondo il teologo Bruno Forte, attuale arcivescovo di Chieti-Vasto, e al terzo Sepe, allora Prefetto della congregazione per l’evangelizzazione dei popoli. Il Papa sovvertì l’ordine della terna e sullo scranno più alto della Curia partenopea piazzò l’ultimo della lista, quello che i suoi consiglieri avevano relegato in terza posizione.
    Ed eccoli qui i tre prescelti dal selezionatissimo gruppo di sacerdoti di cui fa parte lo stesso Sepe che – prima degli altri – ha potuto fare nome e cognome di chi avrebbe visto bene al suo posto. Subito dopo sono stati interpellati i suoi vice, Lucio Lemmo e Gennaro Acampa, i vescovi nativi nella Diocesi di Napoli, emeriti o in servizio, il preside e il decano della Facoltà teologica, tutti i vicari episcopali e i decani. Una trentina di sacerdoti in tutto, che rivestono incarichi ufficiali, ai quali il nunzio apostolico circa quattro mesi fa chiese di esprimere i fatidici tre nomi che oggi sono al vaglio di Papa Francesco. In prima posizione monsignor Luigi Vari, nato in provincia di Roma nel 1957, dal 2016 è arcivescovo di Gaeta dopo aver ricoperto l’incarico di Vicario episcopale per la pastorale e parroco della parrocchia di Santa Maria Maggiore a Valmontone. Nel 2003 fu nominato Cappellano di Sua Santità. Dopo di lui Giuseppe Sciacca, catanese, classe 55, laureato in filosofia, teologo e giurista, grande devoto della Vergine Maria, nel 2011 viene nominato vescovo da Benedetto XVI, e nel 2016 segretario del Supremo tribunale della Segnatura apostolica. Al terzo posto spunta Domenico Battaglia, 57 anni, vescovo a Cerreto Sannita, prete di strada e grande amico di don Luigi Ciotti. Il suo nome è uno di quelli che ha cominciato a circolare quasi subito: nato a Satriano, in provincia di Catanzaro, don Mimmo sembrava essere tra quelli più accreditati, ma se è vero che la terna a Papa Francesco non è piaciuta fino in fondo, saranno almeno contenti i suoi fedeli che di vederlo andar via non volevano saperne.