LA LAMENTABLE – FALSA – NARRACIÓN DEL “PAPA TRAICIONADO”

28 Settembre 2020 Pubblicato da

 

 

Marco Tosatti

Queridos amigos y enemigos de Stilum Curiae, veo que en los periódicos -o al menos en algunos de ellos- están buscando construir una narrativa en la que el pobre Pontífice reinante está tratando de limpiar la casa en las finanzas del Vaticano y otros asuntos, y que ha sido tristemente traicionado… Todo esto sería muy conmovedor y edificante, si fuera cierto, pero en realidad no es así, e incluso en periódicos que suelen estar bien informados y que ciertamente no son de la corriente principal encontramos reconstrucciones y versiones que son el resultado de rencores personales que nunca han disminuido, pero que aún dan una impresión engañosa. Para quienes siguen los asuntos del Vaticano en forma cuidadosa y desapasionada, surgen surgen bastantes puntos de esta historia.

Primer punto. Es cierto que al comienzo de su pontificado Bergoglio intentó clarificar la confusa situación financiera del Vaticano. Firmó un Motu Proprio con el que encomendó todos los asuntos financieros a un solo organismo, la Secretaría de la Economía, y puso a cargo al cardenal George Pell, otorgándole plenos poderes para actuar. Como buen jugador de rugby australiano, Pell se lanzó de lleno a la empresa.

Evidentemente, encontró todas las dificultades y objeciones de quienes no querían ceder su poder y su dinero: la Secretaría de Estado, junto con la Sección Económica, la Administración del Patrimonio de la Sede Apostólica (APSA), el Instituto para Obras Religiosas (IOR), Propaganda Fide con su presupuesto independiente, y así sucesivamente. ¿Y qué hizo el Papa? En sus conversaciones con Pell le decía: no favorezcas a nadie, sigue adelante. E inmediatamente después el Papa firmó un rescripto con el que satisfizo a los oponentes de Pell, quitándole un poco de poder. Pell estaba amargado, y tal vez todavía lo esté, por esta serie infinita de pequeñas traiciones perpetradas por su Superior. Y así la diminuta jungla del Vaticano sigue siendo lo que era: una jungla. Ese era el momento de limpiar la casa, pero el intento fracasó, y esto es responsabilidad exclusiva del Papa.

Segundo punto. Tal como Becciu declaró en el pasado, él era responsable ante sus superiores por su trabajo. Ahora bien, para un Sustituto de la Secretaría de Estado el verdadero Superior es el Papa. En general, el Secretario de Estado ve al Papa con mucha menos frecuencia que el Sustituto. Por lo que sabíamos de los últimos años, en momentos insospechados, el Papa utilizó ampliamente a Becciu para llevar a cabo todo tipo de proyectos. Becciu aspiraba a un sombrero rojo. El Papa no quiso dárselo; quería dárselo a Cagliari. Y al final Becciu obtuvo el sombrero rojo, junto con la Congregación para las Causas de los Santos.

A continuación también encontrarán un artículo de Lucetta Scaraffia, quien pasó mucho tiempo en las cámaras del Vaticano y que, según nuestra opinión, es altamente confiable. Pero creemos que más allá de esto hay otras consideraciones que hacer. La primera es psicológica y conductual. Este Pontífice, cuyos repentinos y muy fuertes cambios de humor con fuertes indicaciones verbales no son un secreto para nadie en el Vaticano, ahora tiene una pequeña lista de decapitaciones en su haber, tanto pequeñas como grandes; de hecho, ha establecido un récord. Nos gustaría recordar a los funcionarios de la Congregación de la Doctrina de la Fe que fueron despedidos sin motivo, el Gran Maestre de la Orden de Malta, Matthew Festing, el General Domenico Giani y otros más, y ahora su más fiel servidor Becciu.

“Traicionado” es lo que dicen algunos periódicos. ¿Pero a quién estamos engañando? Este es el pontificado en el que dentro del Vaticano se sabe que cada palabra puede ser denunciada y causar problemas; en el que se controlan todos los teléfonos y el correo electrónico; en el que los cardenales vienen con sus llaves para conectarse a internet, sin pasar por la red del Vaticano; ¿Y quieren hacernos creer que el Número Uno, que tanto en Buenos Aires como aquí en Roma tiene oídos en todas partes, no sabía que ya como nuncio en África el cardenal Becciu tenía una pasión – quizás inocente y exitosa – por los negocios y la empresa? Más bien, una vez más, vemos que tan pronto como alguno de sus hombres de mayor confianza (McCarrick es el mayor ejemplo) son involucrados correcta o erróneamente en escándalos que corren el riesgo de hacerse públicos, la reacción es inmediata y absoluta, contra cualquier hipótesis de mínima justicia. Disfruten leyendo el artículo de Lucetta Scaraffia, publicado en el sitio web quotidiano.net y reimpreso por il Sismografo.scara

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Da quando Benedetto XVI ha cercato di far pulizia nella banca vaticana sono iniziati gli scandali. E i cattolici restano disorientati — Sono una cattolica che vive con dolore e angoscia questi giorni che alcuni media vogliono far passare per “grande pulizia in Vaticano”. Come qualcuno ha notato, in realtà quel che succede è più simile alle grandi purghe politiche dei regimi totalitari che a un serio e ponderato ricorso alla giustizia. Sono ormai molti anni, da quando cioè Benedetto XVI ha messo mano a una riforma dello Ior, la banca vaticana, che si susseguono scandali, fughe di notizie, arresti improvvisi, processi farsa. Dietro questo fuoco di sbarramento costituito da “operazioni di pulizia” è difficile capire cosa succede veramente.A ciò si aggiungono le voci insistenti di possibili ricatti sulla base di scandali sessuali, più spesso omosessuali e pedofili, che avvelenano la vita e l’operato delle gerarchie vaticane. Ricordiamo che fino a pochi anni fa tutti i vescovi – e sottolineo tutti – erano tenuti a coprire di fatto gli scandali sessuali. Operazioni che oggi, se emergessero, potrebbero provocare gravi terremoti fin nelle posizioni apicali. Proviamo a fare una ipotesi: se, come molti sospettano, lo Ior è servito per decenni a ripulire il denaro sporco delle organizzazioni criminali, non è pensabile che queste ultime accettino senza fiatare che una simile risorsa venga loro sottratta. Da qui la logica ipotesi, per l’appunto, che esse cerchino d’impedire l’auspicata pulizia minacciando di rendere pubblica ai fedeli di tutto il mondo questa attività sotterranea della banca vaticana. È facile immaginare quale effetto devastante avrebbe questa pubblicità sulla vita della Chiesa.

Proprio tutto ciò spiega forse le infinite difficoltà che incontra ogni tentativo di riforma economica in Vaticano. E infatti i conati di riforma finanziaria si ripetono, senza alcun vero effetto dal punto di vista della pulizia, ma ogni volta producendo contraccolpi e rivelazioni utili alle lotte delle fazioni interne. Ogni volta qualcuno viene defenestrato, qualche colpevole viene messo all’indice e di conseguenza la sua ascesa viene così bruscamente interrotta. È lecito allora un sospetto: che le operazioni di pulizia finanziaria servano solo a stabilire nuovi equilibri di potere, a far fuori gli avversari. Per fare questo è fondamentale l’appoggio dei media. Sono loro infatti a diffondere la notizia, e a creare il colpevole, che quindi è condannato a priori e senza scampo, senza possibilità di difendersi. Dunque non si arriva quasi mai a un vero processo, e se vi si arriva è spesso un processo poco credibile – le regole della giustizia vaticana cambiano sempre e si ha la sensazione che siano più che altro pro forma – sicché di fatto è quasi sempre la stampa che in realtà stabilisce chi è colpevole.

Anche in questo caso, iniziato mesi fa con le denunce di malversazione a proposito dell’acquisto di un palazzo a Londra, lo scandalo è scoppiato subito, grazie a un tempestivo invio ai media delle foto dei sospettati. Trovato un capro espiatorio – il comandante dei gendarmi Giani, costretto alle dimissioni per una fuga di notizie – si è passati alla frettolosa condanna mediatica per gli accusati che infatti, nonostante nessun processo, sono stati licenziati.

Una giustizia molto sbrigativa, sebbene presentata ai giornali come esemplare, è ora toccata anche al cardinale Becciu. Senza processo, senza dargli alcuna possibilità di difendersi, è stato privato del ruolo e della carica cardinalizia, con l’unico effetto di lasciare sconcertati i fedeli, e non solo loro. Ma noi non sappiamo se sia colpevole, e in assenza processo non lo sapremo mai. Sappiamo però una cosa: Becciu ha deciso di difendersi a testa alta, rivolgendosi anche lui ai media per far valere le sue ragioni, senza ricorrere a quella che in Vaticano è l’arma più praticata, il ricatto.

Una autorità del suo livello infatti, che aveva avuto la responsabilità di risolvere molte situazioni controverse ’sporcandosi le mani’ per il papa, non deve certo mancare di materiale adatto. Personalmente sono certa che ha pagato anche per avere osato aprire la questione del cappuccino Salonia, che stava per diventare vescovo, accusato di abuso sessuale su alcune religiose. Delitto per il quale il frate non è stato condannato solo perché erano trascorsi i termini stabiliti per la denuncia. Come si vede il coraggio e la sincerità non pagano nella Chiesa, ma forse agli occhi dei fedeli sono virtù che ancora vengono apprezzate.

Lucetta Scaraffia

quotidiano.net

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