CARLIT PIC, PIRENEI ORIENTALI. CUCÙ! E LA CROCE È TORNATA SU!

17 Agosto 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, ogni tanto ci sono notizie che fa piacere pubblicare. Per esempio questa: e cioè la dimostrazione che persino in un Paese spiritualmente devastato come la Francia ci sono ancora persone in grado di reagire, silenziosamente ma con efficacia alla quotidiana violenza dei supposti “tolleranti” verso la fede cristiana, i suoi luoghi sacri, i suoi simboli. Dal sito Francebleu abbiamo trovato questo articolato, che vi offriamo nella nostra traduzione. Buona lettura.

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LA NUOVA CROCE SU CARLIT PIC. UNA METAFORA…

 

Nell’ondata di attacchi, profanazioni e aggressioni varie di cui sono vittima in Francia ormai da anni luoghi e simboli del cristianesimo, c’è una piccola storia che merita di essere raccontata. Anche perché è legata un mistero: chi ha rimesso una croce su Carlit Pic? Negli ultimi giorni, gli escursionisti che salgono sul punto più alto dei Pirenei orientali scoprono una croce che si affaccia su un paesaggio mozzafiato. Pesante diverse decine di chili, è stata portata a schiena d’uomo, sicuramente di notte, a 2.921 metri di altitudine.

 

Sul Carlit Pic c’era una croce, da molti e molti anni; ma dal 2018, Carlit Pic non ha più avuto una croce, a seguito di un atto di vandalismo. La croce precedente era stata tagliata con una fresa e gettata nel vuoto da sconosciuti, dopo diversi mesi di polemiche. Alcuni escursionisti si lamentavano della moltiplicazione dei simboli religiosi sulle cime dei Pirenei.

 

La croce di un metro e quaranta centimetri, che era stata profanata, era stata installata nel 2015 dai soldati del Centro Nazionale di Addestramento del Comando Nazionale (CNEC) di base a Mont-Louis, utilizzando un elicottero. All’epoca, l’obiettivo era quello di sostituire una croce più antica, che era diventata vecchia e si era deteriorata.  Dopo questo atto di vandalismo, l’Esercito aveva deciso, d’accordo con il vescovado e la Prefettura, di non reinstallare una nuova croce, in uno spirito di cosiddetta “pacificazione”. Anche se, realmente non si capisce con chi si debba fare pace…vabbé…

 

Secondo diversi escursionisti abituali, la nuova croce installata negli ultimi giorni sembra stranamente simile alla vecchia. Stesse dimensioni, stessa forma, stesso design. Tranne che per un dettaglio: il logo dell’esercito è stato sostituito da uno stemma con l’artiglio catalano. Contattato da France Bleu, un alto funzionario della CNEC conferma: “non abbiamo nulla a che fare con l’installazione di questa nuova croce”.

 

 

Il Pic Carlit si trova certamente nel comune di Angoustrine, ma anche il nuovo sindaco Christian Pallares afferma di non essere “a conoscenza di nulla” e di non aver ricevuto alcuna richiesta di autorizzazione. Il vescovo di Perpignan monsignor Norbert Turini dice di non avere “alcuna informazione su chi abbia voluto reinstallare questo simbolo, ma sono certamente le persone che sono state ferite da questa assenza ancestrale profanata.  Personalmente, trovo questo gesto molto coraggioso”.

 

“Chi ha installato questa croce? Il mistero è completo”, ride Eric Charre, direttore della vicina stazione sciistica di Porte-Puymorens e assessore di Angoustrine. “Le persone che sono riuscite ad allestire una croce a questa altitudine mi ispirano con grande rispetto. C’è sempre stata una croce in cima. Il mio bisnonno, una guida d’alta montagna, si era fotografato davanti alla croce. Negli ultimi due anni, mancava qualcosa. Carlit Pic si ricollega alla storia e alla tradizione”.

 

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28 commenti

  • Michel Berthoud ha detto:

    A suo tempo le argomentazioni del sindaco e della diocesi sono state piuttosto patetiche, al limite della disonestà intellettuale, come se fosse solo un simbolo geografico, un punto di riferimento! Abbiate il coraggio delle vostre convinzioni, non è un crimine, ma per favore non prendeteci per il culo. Perché se quella croce è solo un simbolo geografico o un punto di riferimento, allora non era un problema sostituirla con qualcos’altro, come ad esempio un cartello segnaletico giusto? Il sindaco: “Era soprattutto un simbolo per far sapere alla gente che erano arrivati in cima”. La diocesi di Perpignan: “Era soprattutto un simbolo di vittoria della cima, un punto di riferimento. Non avere il coraggio di difendere il vero simbolismo della croce, peggio, nasconderlo sotto spiegazioni fangose, è pietoso, vergognatevi!

    P.S.
    Si può distruggere una croce sulla cima di una montagna senza essere importunati? Funziona così anche per le moschee?

  • Enrico ha detto:

    Stefano, mi da una notizia chi mi intristisce. L’incuria di certi Luoghi sacri, nella fattispecie Montesiepi, è un bruttissimo segnale, ma, d’altronde, anche un segno dei tempi. Ma noi reagiamo nutrendo il nostro spirito con qualcosa di bello!

    Dalla “Leggenda di santo Galgano confessore”.

    «[…] Finita che fu l’oratione, incontenente senza che altri lo guidasse, e senza che Galgano co li speroni lo pognesse, el cavallo senza endugio si pervenne in Monte Siepi, del quale con grandissima allegrezza si discese da cavallo in quello luogo, dove in visione li dodici appostoli aveva veduti, e, non potendo fare una croce di legname, si prese la spada ch’egli aveva a llato e in luogo di croce su la dura pietra la ficcò, la quae insino al dì d’oggi così è ne la pietra fitta. Poi acconciò il suo mantello a mmodo di veste monacile, e, fatto uno forame nel mezzo a mmodo di schappulare, sel vestì […]».

    Affascinante, stupenda lingua italiana! E poi la Spada … la Spada!

    Commenta al riguardo, con acutezza, Franco Cardini:

    «Una visione edificante e semplicistica del gesto di Galgano tende a darne ragione in termini di rifiuto, da parte del santo, sia della violenza istituzionalmente connessa al mestiere delle armi e quindi alla professione cavalleresca, sia della cure mondane connesse alla famiglia, allo stato sociale, insomma a tutto quell’ambiente al quale la spada, come distintivo della dignità cavalleresca, apparteneva e del quale il giovane, pervenuto alla “conversio”, vuole disfarsi. Una tale interpretazione, intendiamoci , non è errata in sé: è solo psicologisticamente forzata, com’ è dimostrato dal fatto che, nella seriore letteratura galganiana, il gesto dell’infissione della spada nella roccia è accompagnato da un’atmosfera patetica (le lacrime di pentimento, l’orrore per la vita passata e così via) che snatura la limpida sacralità del gesto del giovane e quasi pone in secondo piano l’elemento centrale dell’episodio, che è un elemento miracoloso, quello del comportarsi della dura roccia come morbida cera, a simbolo della permeabilità del cuore già indurito, reso ora tenero e disponibile dalla “conversio”, nei confronti di quel messaggio della croce alla quale la forma stessa della spada richiama».

    La “liquefazione del cuore di pietra”: siamo in piena alchimia spirituale?

    E riguarda solo Galgano o ciascuno di noi?

    • Briciola ha detto:

      Non mi risulta che esistano Pellegrinaggi organizzati a Montesiepi e credo che sia un male.
      Altrimenti qualcuno potrebbe pensare che non esista alcun fatto storico ma solo un film della Walt Disney production.

    • stefano raimondo ha detto:

      Quando andai io, trovai la cosa molto trascurata, magari recentemente c’è stato un miglioramento, una maggiore valorizzazione (l’ambiente era sporco, la spada non si “stagliava” e si notava quasi per caso, a prescindere poi che non c’era nessun turista ed era domenica, eravamo soltanto io e la mia amica studiosa di storia medievale).

      Ti ringrazio per aver riportato lo scritto di Cardini: di determinate “gesta” vengono sempre sottolineati certi aspetti e correlativamente ne vengono oscurati altri.

  • Una domanda ha detto:

    Anche Jacopo da Varagine (oggi Varazze) già arcivescovo di Genova appartiene a gruppi esoterici nazistoidi ?
    Il suo libro, la leggenda aurea, quale peso ha per uno storico?
    Secondo la leggenda aurea tutta la Francia meridionale fu cristianizzata fin dai tempi apostolici. Perché i cristiani, in fuga da Israele, approdarono anche a quella che oggi chiamiamo Marsiglia, e che vede le sue origini nella lontana Focide.
    Anzi, la leggenda narra che proprio a Marsiglia visse Santa Maria Maddalena.

  • Grog ha detto:

    Tutta la mia ammirazione a chi ha rimesso la croce. Si é guadagnato la sua fetta di Paradiso.

  • Rafael Brotero ha detto:

    Da molto non c’è più la Francia, la gloriosa fille aînée de l’Église. L’hanno distrutta i ragazzi. Parigi è oggi la capitale del Sorosistan settentrionale, come il Vaticano è il Sorosistan meridionale.

  • Iginio ha detto:

    Teniamo conto del fatto che qui da noi, in Italia, più in particolare in Alto Adige, a non volere le croci sulle cime delle montagne era nientemeno che il famoso Messner, secondo cui le croci sulle montagne interferivano con non so che cosa.
    Questo per dire quanto certi personaggi siano sopravvalutati e si sopravvalutino. E come la scristianizzazione sia avanzata dappertutto.
    Del resto, ormai, col famoso don Marco Pozza che intervista Carolina Kostner (non so in base a quale superiorità morale: temo solo perché è famosa e carina e sa presentarsi in modo accattivante facendo dimenticare di aver retto il sacco al fidanzato dopato) la quale “crede nell’umanità”…

  • Adriana ha detto:

    A me invece sembra una eco di Roncisvalle…ma zitti, zitti
    che la Croce è oggi più che mai un simbolo divisivo e pericoloso .

  • Chiara ha detto:

    Grandiosa notizia!

  • Milly ha detto:

    Fantastico!
    Un gesto che da forza a tutti noi e che ci sprona alla non rassegnazione!

  • Alessandro2 ha detto:

    Che il prossimo che proverà ad abbatterla sia fulminato.

  • Nicola Buono ha detto:

    O.T fuori tema. Fulton Sheen ci aveva avvisato. Grande uomo di Dio e grande profeta.

    https://youtu.be/Ht6ltjH-W0o

  • Enrico ha detto:

    Un nobile gesto. Un fatto che parla. Meraviglioso.

    Non so perché, ma mi ha fatto pensare alla Spada nella Roccia di San Galgano.

    • stefano raimondo ha detto:

      In effetti, ora che ci penso, la croce in oggetto ha qualcosa della spada nella roccia di San Galgano (tempo fa andai a visitarla, il luogo però non era tenuto bene, potrebbero “impreziosire” un po’ l’ambiente circostante).

  • Speranza ha detto:

    Portata su da spalle d’uomo o da ali di angeli?
    Una cosa è certa: non abbiamo più occhi e cuore pronti a constatare i santi prodigi.

    • Bastian contrario ha detto:

      E se fosse anche questa volta un un’elicottero, ma pagato con l’argent di qualche benefattore privato ?
      Vorrei ricordare a voi tutti che siamo in occitania, e che anche da queste parti ci fu una crociata, quella che nei libri di storia viene ricordata come la crociata contro gli albigesi o catari che dir si voglia.
      Se esistessero ancora oggi tracce di catari, che non hanno dimenticato l’orrore di quella crociata ?

      • Iginio ha detto:

        Questa dei catari sopravvissuti è una vecchia fola che circolava nel secolo scorso in ambienti esoterici di pseudodestra nazistoide.
        Lì la colpa è del solito laicismo gallico. Ovviamente non tutti i francesi sono scemi o pervertiti. Ma tenete presente che ormai in Francia come in Inghilterra non si tratta nemmeno più di anticlericalismo o di laicismo ma di vera e propria perversione promossa attivamente: se guardate le serie tv inglesi o francesi degli ultimi anni le trovate piene di personaggi omosessuali nudi in atteggiamenti espliciti.

        • Iginio ha detto:

          Inoltre il Pic Carlit si trova non in Occitania ma in quella regione chiamata Rossiglione che fino al XVII secolo era catalano-aragonese e poi fu ceduta dalla Spagna alla Francia, ma mantenendo una impronta catalana che negli ultimi tempi ha potuto manifestarsi più apertamente, anche se non c’è bilinguismo (i francesi mica sono tanto buoni e calabrache come gli italiani). E’ la Catalogna del Nord, secondo i catalani. Ma ormai la maggioranza degli abitanti parla francese, anche se ha una forte identità locale. Non saprei dire se si sia mantenuta la religiosità un tempo comune in quelle terre.

      • Speranza ha detto:

        Ci mancava questo: il risveglio e la vendetta dei tedivivi catari. Ribadisco ciò che ho detto sopra: è questione di vista e di cuore.

      • Grog ha detto:

        I catari attuali si chiamano massoni o satanisti…

        • Bastian contrario ha detto:

          E lei come fa ad affermarlo ?
          Siamo nel campo delle leggende.
          E anche se Iginio afferma che quel monte non è in Occitania, dobbiamo ammettere, che data la relativa scarsità di documentazione storica, è possibile che l’influenza catara abbia raggiunto anche quelle zone.

          • Grog ha detto:

            Lo affermo in base alla continuità dottrinale fra catari di un tempo e massoni odierni. In entrambi i casi vi é presente una cultura di morte ed una anticristica volontà di distruzione della Chiesa.
            Se poi l’influenza catara abbia o meno raggiunto le zone di cui si parla nell’articolo non so dire.

    • Don Pietro Paolo ha detto:

      I miracoli e i prodigi li compie solamente Dio, ma questo tipo di prodigi è giusto che li compiano gli uomini e che li facciano più spesso

      • Anonimo verace ha detto:

        Ed è giusto che il ripristino della croce sia avvenuto in silenzio e di nascosto, ovvero in modo squisitamente evangelico, come dovrebbe essere ogni atto di carità .