CATTEDRALI IN FIAMME, SANTA SOFIA: OBLIO CRISTIANO COMPLICE.

23 Luglio 2020 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, ci sembra interessante rilanciare questa riflessione apparsa sul blog Testa del Serpente, e che ha come tema l’ingegneria spirituale, quella dei costruttori di cattedrali e quella dei costruttori di ponti. Buona lettura. 

§§§

Ci sono stati uomini capaci di dare la vita per costruire Cattedrali. Ci sono uomini capaci di dare la vita per distruggerle o per appropriarsene. Entrambe le categorie sono mosse dalla fede in Dio o dalla sua avversione. Ci sono uomini invece a cui le cattedrali non interessano granché a meno che non facciano parte di un romanzo di successo, di una serie televisiva o di una tappa del loro tour turistico.

Due cattedrali simbolo della Cristianità si sono viste seriamente minacciate in questi ultimi tempi meritando di balzare agli onori della cronaca quel poco che è consentito farlo ad un edificio religioso. Quella di Notre Dame di Parigi che il 15 aprile del 2019 vedemmo avvolta nelle fiamme e quella di Santa Sofia di Istanbul che in questi giorni è stata convertita in Moschea per volere del dittatore turco Erdogan.

Quello di Notre-Dame de Paris non è un caso isolato, in questi ultimi mesi diverse chiese francesi si sono trovate avvolte dalle fiamme, trattandosi spesso di incendi dolosi. Il 17 marzo 2019, a restare devastata da un incendio fu un’importante chiesa parigina, quella di Saint-Sulpice. Mentre in questi giorni c’è voluta una squadra di sessanta pompieri per circoscrivere l’incendio provocato da mano umana nella cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a Nantes.

Se l’incendio di Parigi non ci ha privato di quel gioiello architettonico e spirituale che ha resistito alla più grande rivoluzione iconoclasta che l’Europa abbia mai conosciuto lasciandoci a considerazioni allegoriche e a ragionamenti paradigmatici sullo stato della fede nel vecchio continente, il ratto di Istanbul ci pone di fronte alla realtà di una Cristianità minacciata, sempre più marcata a zona da forze religiose e ideologiche che vorrebbero ridurla a ricordo del passato chiusa nel museo archeologico delle idee desuete, superate.

Troppo spesso oggi chiese e cattedrali vengono considerate come dei luoghi turistici in cui si è costretti a pagare un biglietto, ricondizionate e utilizzate come musei, adattate a sala esposizioni o gallerie d’arte quando non a sale da pranzo o a luoghi di incontri culturali o politici. Questo nel caso non vengano vandalizzate, profanate, incendiate o saccheggiate.

Fare spallucce di fronte all’impeto di una persecuzione i cui tratti gentili (ma non troppo) non ne attenuano la tenacia e l’efficacia, è il segno inquietante di una ritirata suicida. Per questo desta sconforto sentire il vaticanista del quotidiano più letto d’Italia affermare candidamente che di Santa Sofia “la Turchia può fare quello che vuole” perché Dio vuole il cuore e non le mura di una Chiesa. A chi timidamente fa presente che tra quelle mura si celebra l’Eucaristia, risponde che “L’Eucaristia non è tutto”. Non è una voce isolata quella del giornalista di Rep. Il commento di un parroco romano sui social farebbe tremare persino i più ingenui: “Basta che l’arte non venga toccata. Da nessuna confessione religiosa”. (Su Santa Sofia ho apprezzato la riflessione, puntuale e pacata, del prof. Lungaresi che invito a leggere per intero sul suo blog).

Ma il punto su cui vorrei riflettere è che dietro ogni cattedrale c’è un progetto e che questo progetto rischiamo, poco a poco, di perderlo di vista. Non parlo qui del colossale progetto architettonico e artistico che rappresenta un’eredità unica nella storia dell’umanità, meritevole di studi e approfondimenti storico artistici, ma del progetto religioso che soggiace alla costruzione delle Cattedrali. Il progetto di un’umanità che, in mezzo alle vicende della vita, sa cogliere l’essenziale e puntare ad esso con tutte le sue potenzialità. I costruttori di cattedrali furono uomini mossi da zelo e fervore spirituale, con lo sguardo rivolto al cielo, uomini e donne che misero la loro scienza, la tecnica, l’arte e la forza fisica a servizio di un progetto ritenuto fondamentale: quello di puntare al cielo e di indicare al mondo la via del Paradiso. È per questo che oggi, più che perdere qualche vetrata, organo o campanile, il rischio più grande è quello di perdere di vista quel progetto che ha portato alla costruzione delle cattedrali. Non sono infatti le mura degli edifici, in quanto mura, quello che ci interessa, non il patrimonio artistico e storico (che in realtà fa parte del “progetto spirituale” se si pensa alla via pulchritudinis e che da solo basterebbe ad alzare barricate per difendere le cattedrali) ma il significato spirituale che tutto ciò rappresenta. Fare spallucce di fronte all’attuale attacco rivolto da più parti a chiese e cattedrali in nome di un cristianesimo meno presenzialista e più spirituale vuol dire tirare i remi in barca, deporre le armi in una battaglia che mira a depotenziare il cristianesimo al fine di trasformarlo in una qualunque filosofia o in una spiritualità innocua, buona per spiriti deboli e utopisti nostalgici.

Eppure a dimenticare il grande progetto delle cattedrali non sono i nemici della Chiesa (mossi dal nichilismo o dalla religione) che piuttosto hanno ben dimostrato di capire la portata simbolica di questi edifici, ma i cattolici stessi, in particolare quella fronda oggi maggioritaria di cattolici che spingono per un cristianesimo presente in società solo come forza di azione sociale e non come presenza di Cristo e voce profetica per la salvezza delle anime. Un cattolicesimo “diverso”, impegnato nel sociale, nel campo economico, in prima linea nelle battaglie ecologiche ma silenzioso e conciliante sui temi etici, sul peccato, sulla grazia e sul destino dell’anima, sul Paradiso. Un cattolicesimo di questa sorta non ha certo bisogno di cattedrali, che al contrario risulterebbero luoghi “divisivi” ed ingombranti, comunque non utili alla causa con le loro spesse mura e le loro ricercate rifiniture artistiche. Questo cristianesimo diverso ha piuttosto bisogno di aule magne, sale per conferenze stampa, account sui social network… La presenza cristiana in società verrebbe così ridotta a un ufficio stampa che dirama comunicati in linguaggio religiosamente e politicamente corretto. Comunicati che invitano al dialogo, alla concordia universale, alla pace nel mondo, alla raccolta differenziata e alla costruzione di ponti (vedasi ad esempio il recente comunicato del Vescovo di Lizzano).

Così la Chiesa si ritrova oggi, più impegnata a costruire ponti che cattedrali.  Diversamente dalle cattedrali, che avevano lo scopo di elevare lo sguardo e l’anima, di innalzarsi per puntare al Paradiso dove l’incontro con Dio rappresenta l’unica e vera fonte di felicità per l’uomo, i ponti permettono di passare da un estremo ad un altro, da un terreno ad un altro, da un pensiero ad un altro, senza elevarsi di un centimetro, ma tornando all’altitudine di partenza.

Cosi facendo, scegliendo i ponti e scaricando quelle “scale” del Paradiso che furono le cattedrali, finiremo per dimenticare quel progetto che ebbe come scopo, non già la costruzione di luoghi di culto per promuovere una sorta di egemonia politica, ma la costruzione di luoghi di incontro con Dio, edifici che indichino la strada verso la vera vita. Costruzioni che rappresentano un vero e proprio annuncio per chi non crede, e per chi cerca e chiede la vita ad altro e in altro, non per interesse personale o per nostalgia di una società che non esiste e non tornerà ma per amore agli uomini e per fedeltà al mandato ricevuto da Nostro Signore.

Di certo il patrimonio artistico rappresentato dalle cattedrali è di notevole importanza, ma come ha ricordato Benedetto XVI parlando dell’arte gotica e romanica “i capolavori artistici nati in Europa nei secoli passati sono incomprensibili se non si tiene conto dell’anima religiosa che li ha ispirati“. Non si tratta dunque di piangere la perdita di gioielli artistici ma di perdere di vista ciò che sta alla base della loro creazione.

Cosi l’iscrizione incisa sul portale centrale di Saint-Denis, a Parigi indicava sinteticamente il progetto che portò alla costruzione delle cattedrali e dunque il loro scopo: quello di portare le anime a Cristo che è via, verità e vita per gli uomini e le donne di ogni generazione. «Passante, che vuoi lodare la bellezza di queste porte, non lasciarti abbagliare né dall’oro, né dalla magnificenza, ma piuttosto dal faticoso lavoro. Qui brilla un’opera famosa, ma voglia il cielo che quest’opera famosa che brilla faccia risplendere gli spiriti, affinché con le verità luminose s’incamminino verso la vera luce, dove il Cristo è la vera porta».

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20 commenti

  • Sherden ha detto:

    Aggiornamento:
    nel servizio del TG3 sulla riapertura come moschea della Basilica cristiana di Santa Sofia, la giornalista intervista un partecipante alla manifestazione, ovviamente entusiasta per aver “ripreso” la moschea. Quando la giornalista gli fa notare che Santa Sofia era in origine e per mille anni una basilica cristiana, l’intervistato risponde che “anche la basilica di Cordova” prima era una moschea”. E il servizio finisce lì.
    Peccato che la giornalista si dimentichi di aggiungere che anche la moschea di Cordova era in origine una chiesa cristiana, eppure bastava andare anche solo su Wikipedia:
    “La costruzione sorge sul sito in cui si ergeva l’antica chiesa visigotica di San Vincenzo, non lontana dal Guadalquivir. Quando i musulmani occuparono Cordova nel 756 la chiesa fu inizialmente suddivisa e utilizzata contemporaneamente da musulmani e cristiani. Successivamente l’emiro ʿAbd al-Raḥmān I fece demolire la chiesa cristiana e intraprese la costruzione della grande moschea.”
    Non che sia una sorpresa: da parte di certi commentatori con la mortadella sugli occhi la guerra di conquista militare dell’islam nella penisola iberica va ad ogni costo assimilata ad una specie di gitarella turistica di pacifici agricoltori.
    Nel frattempo, per la reinaugurazione di Santa Sofia come moschea, la Chiesa Ortodossa di Grecia ha fatto suonare le campane a lutto. La chiesa cattolica manco quello. Silenzio totale, more solito. E scommetterei persino che il pampero ci stia facendo un pensierino sull’invito di M.Erdoan, giusto per avere un po’ di telecamere in più e un viaggetto in aereo durante il quale sparare qualche paio di corbellerie (cosa alla quale ci ha abbondantemente abituato).

  • Enrico ha detto:

    Altri tempi, altri Papi!

    […] Ricordati adunque delle nostre parole. Accetta il fedele consiglio che noi ti diamo: piglia il battesimo di Cristo e la purgazione dello Spirito Santo. Abbraccia il santissimo Evangelo ad in esso fermati e riposati tutto. In questo modo acquisterai la tua anima, così provvederai il bene al tuo popolo dei Turchi […] Ma se rifiuterai i nostri consigli si dileguerà come il fumo la tua gloria, e tu, secondo il costume degli uomini, ritornato in polvere morirai. E nondimeno Cristo regnerà in eterno. Che sia onorato ed esaltato in tutti i secoli. Amen.

    Pio II a Maometto II. “Epistola ad Mahometem”

    Non sembra di sentire Woitila e Ratzinger in sinagoga.

  • Francesco ha detto:

    Dedicata alla Divina Sapienza è più importante di San Pietro, la basilica più importante della cristianità ci appartiene, costruita da Giustiniano ci fu sottratta conil terrore e la violenza. Il gesuita apostata si è mostrato per quel che è un sepolcro imbiancato.

  • Gene ha detto:

    Per chi volesse, c’è un bellissimo articolo sull’Islam e le considerazioni, non certo lusinghiere, di Giovanni Sartori, politologo di grande esperienza.
    Per lui l’integrazione dell’Islam è impossibile.
    Buona lettura🤔

  • Sherden ha detto:

    Pare che come segno di tolleranza il sultanello di Istanbul abbia affermato che gli ingressi a Santa Sofia continueranno ad essere consentiti a tutti, a prescindere dalla fede di appartenenza.
    Subito dopo deve aver pensato che se un cristiano ci entrasse e dicesse in cuor suo un pater,ave, gloria avrebbe potuto essere un pericoloso terrorista e allora ha precisato: “tranne quando ci sono celebrazioni religiose”. La cosa sembrerebbe ovvia, senonché pare abbia anche tenuto a precisare che le celebrazioni dureranno 24 ore al giorno. Mica male.
    Nel frattempo gli utili idioti vatikani dormono sonni tranquilli, tanto tutto quello che c’era da fare è stato fatto. La dichiarazione del pampero (due parole: “sono addolorato”) è tutto ciò che ha prodotto, con la solita giustificazione interpretativa dei pasdaran di turno (“non voleva mettere in pericolo i cristiani turchi”, in stile Cina, come se già oggi se la passassero a meraviglia). In compenso c’è chi si porta avanti con il lavoro, come certe curie che fanno raccolta fondi per far acquistare terreni sui quali costruire moschee.
    Ogni giorno che passa capisco sempre di più quel “vorrei una chiesa povera”: non intendeva dire “di spirito” o distaccata dalle ricchezze materiali. No, intendeva dire proprio PEZZENTE E MALEODORANTE come una discarica qualunque. Non buttate le mascherine: serviranno ancora.

  • Alberto ha detto:

    I cattolici non sono certamente quelli cui si accenna nell’articolo (i cosiddetti costruttori di ponti): quelli veri sono coloro che ora stanno zitti e subiscono anche quest’ultimo sacrilegio di un papa eretico, certi che i tempi ultimi si stanno avvicinando a larghi passi.

    Erdogan si sta espandendo ovunque e ora farà pure guerra all’Egitto: questo provocherà la reazione della Russia e, di conseguenza, l’ingresso di Cina e USA su fronti opposti: da notare che la Cina è alleata della Germania (mai che questa stia una volta, anche solo per sbaglio, dalla parte giusta …).

    Ci sarà una nuova guerra civile in Italia e i cattolici si troveranno su fronti opposti: i costruttori di ponti saranno con l’europa tedesca, la turchia e la cina e noi … noi ci batteremo per le nostre famiglie, per la nostra Italia e per la nostra Fede. Inutile dire chi vincerà …

  • Alberto ha detto:

    I cattolici non sono certamente quelli cui si accenna nell’articolo (i cosiddetti costruttori di ponti): quelli veri sono coloro che ora stanno zitti e subiscono anche quest’ultimo sacrilegio di un papa eretico, certi che i tempi ultimi si stanno avvicinando a larghi passi.

    Erdogan si sta espandendo ovunque e ora farà pure guerra all’Egitto: questo provocherà la reazione della Russia e, di conseguenza, l’ingresso di Cina e USA su fronti opposti: da notare che la Cina è alleata della Germania (mai che questa ci stia una volta, neanche per sbaglio, dalla parte giusta …).

    Ci sarà una nuova guerra civile in Italia e i cattolici si troveranno su fronti opposti: i costruttori di ponti saranno con l’europa tedesca, la turchia e la cina e noi … noi ci batteremo per le nostre famiglie, per la nostra Italia e per la nostra Fede. Inutile dire chi vincerà …

  • Dino Brighenti ha detto:

    Ho una domanda: se e quanto è complice della distruzione della Chiesa Cattolica Romana il Papa Benedetto XVI, che ha lasciato la Cattedra di Pietro ben più di sette anni fa in mano ad un cialtrone, adducendo scuse ridicole. Pur tuttavia ancora molto presente intellettualmente e fisicamente in grado di viaggiare in aereo. Desidero una risposta seria e convincente, grazie.

    • Nicola Buono ha detto:

      I motivi veri della rinuncia non li sapremo mai. Comunque sono seri i motivi della rinuncia perché Papa Benedetto è una persona seria. Altro che scuse ridicole. E poi la Chiesa è stata lasciata in mano a Francesco NON da Papa Francesco ma da CHI LO HA ELETTO. I CANDIDATI SERI NON MANCAVANO.

    • Gene ha detto:

      Signor Dino, il problema è il pampero, non Ratzinger che esausto ha dovuto lasciare.
      Per favore la realtà settennale sta lì a parlare, perciò non cerchiamo scuse.
      Purtroppo il bianco vestito non trova avversari, anzi molti non vedono l’ora di abbracciare il nuovo corso eretico.
      Quasi tutto il clero è affascinato dal progressismo bergogliano😭😭😭😭😭😭😭

      • Bastian contrario ha detto:

        Affascinati dal progressismo bergogliano o vittime della propaganda ?

  • Alberto ha detto:

    I cattolici non sono certamente quelli cui si accenna nell’articolo (i cosiddetti costruttori di ponti): quelli veri sono quelli che ora stanno zitti e subiscono anche quest’ultimo sacrilegio di un papa eretico, certi che i tempi ultimi si stanno avvicinando a passi da gigante.

    Erdogan si sta espandendo ovunque e ora farà pure guerra all’Egitto: questo provocherà la reazione della Russia e, di conseguenza, l’ingresso di Cina e USA su fronti opposti: da notare che la Cina è alleata della Germania (mai che questa ci stia una volta, neanche per sbaglio, dalla parte giusta …).

    Ci sarà una nuova guerra civile in Italia e i cattolici si troveranno su fronti opposti: i costruttori di ponti saranno con l’europa tedesca, la turchia e la cina e noi … noi ci batteremo per le nostre famiglie, per la nostra Italia e per la nostra Fede. Inutile dire chi vincerà …

  • Maria Antonietta Gaziano ha detto:

    Erdogan invita il papa all’inaugurazione di Santa Sofia come moschea. Il Vaticano non risponde.
    Mi permetto di suggerire una replica:
    Caro presidente, grazie del gentile pensiero. A mia volta la invito a Roma per l’inaugurazione della grande moschea come chiesa cristiana che ho deciso di donare ai fratelli ortodossi.

  • creazionista ha detto:

    Se vescovi, cardinali e pampero vogliono questo Dio li accontenterà: del Vaticano e di molte chiese non resterà presto pietra su pietra, e i loro ponti li condurranno all’inferno

  • alessio ha detto:

    Mi rivolgo a chi crede nella scienza,
    poi ognuno fa le consuderazioni che
    vuole.
    Ma è possibile dare la terra per la
    moschea di Firenze all’università ,
    quando il Duomo nel 2020!!!
    È ancora mezzo del comune e
    mezzo dello stato ?
    Ma possiamo parlare solo del
    boy scout cattolico Renzi ?

  • Iginio ha detto:

    Non credo che Repubblica sia il giornale più letto in Italia.
    Chi dice che “l’Eucarestia non è tutto” chiaramente ha una gran confusione in testa: è ovvio che alla celebrazione dell’Eucarestia debbano seguire le opere, ma senza l’Eucarestia le opere non servono a nulla.
    E non credo che una Chiesa versione servizi sociali alla lunga durerebbe: illustri famiglie di cattoprogressisti anni ’60 sono finite con nipoti atei o indifferenti. Persino il famigerato Flores d’Arcais viene da famiglia cattolica.
    E non sono d’accordo con Lugaresi quando scrive che è indifferente se Santa Sofia sia una moschea o una chiesa, dato che ambedue gli usi sono sbagliati.
    No. Un museo è qualcosa che fa appello a tutti, ricorda necessariamente il primitivo uso di Santa Sofia e quindi può condurre indirettamente al vero Dio. Una moschea fa appello solo ai musulmani ed è un luogo di culto attivo di una falsa religione. In più fare una moschea di Santa Sofia, che sin dal nome ricorda il Cristianesimo, è chiaramente un atto di sopraffazione. Farla museo da moschea che era divenuta è un male minore.

    • Mcs ha detto:

      Sr. Igino, la prego di rileggere Lugaresi. Non dice certo che fare di santa Sofia una chiesa o una moschea sia la stessa cosa. Dice tutto il contrario. Se lei capisce così, è normale che non sia d’accordo col professore.

      • wisteria ha detto:

        Tutte le chiese di qualche importanza da noi sono fruite come musei.
        Tra un rito e l’altro vengono visitate dai turisti . Il concetto di bene culturale ha fatto dimenticare il vero uso della chiesa.
        Inutile piangere su Santa Sofia, cerchiamo piuttosto di difendere le chiese che abbiamo.
        Dobbiamo anche riconoscere che gli islamici pregano, e noi no.
        Allora riappropriamoci delle nostre chiese.