DEL POZZO. L’AMBIENTE LO SALVERANNO I CATTIVONI CAPITALISTI.

26 Maggio 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, Luca Del Pozzo ha scritto una lettera al direttore de Il foglio che ci ha colpito per una delle caratteristiche di questo amico di Stilum Curiae; e cioè la sua capacità di portare elementi freschi di visione e giudizio su terreni troppo spesso sepolti dai luoghi comuni. Buona lettura.

***

Al direttore – Il capitalismo è tornato sul banco degli imputati. Stavolta con l’accusa, neanche troppo velata, di essere insieme alla globalizzazione selvaggia il responsabile ultimo della pandemia. Ridotta all’osso la tesi – che unisce in un fronte trasversale economisti, opinion leader, intellettuali, esperti, attivisti, ecc. – è la seguente: tanto più il capitalismo continuerà a sfruttare in modo sconsiderato le risorse del pianeta, tanto più si altereranno gli ecosistemi. Conseguenza: i casi di spillover, cioè di “tracimazione” dei virus dal mondo animale a quello umano, per effetto dell’invasione di campo, saranno sempre più frequenti. Capitalismo da buttare, dunque, o quanto meno da rivedere. Fine della storia? Non esattamente. A chi inneggia contro il capitale invocando magari improbabili revivial statalisti sembra infatti sfuggire un piccolo ma fondamentale dettaglio: il fatto cioè che saranno proprio quei puzzoni dei capitalisti a salvare il pianeta. E non per una rinnovata sensibilità ecologica, no; ma solo e unicamente perché hanno a cuore il loro tornaconto economico. Leggere per credere “The unlikely enviornmentalists. How the private sector can combat the climate change”, interessante saggio di Rebecca Henderson, docente ad Harvard, sull’ultimo numero di Foreign Affairs. Saggio che ha il duplice merito, da un lato, di rimarcare un aspetto spesso sottaciuto, ossia che dietro la variegata galassia ambientalista ci sono precisi interessi economici ne più né meno di quelli che muovono altre organizzazioni; dall’altro, e cosa più importante, che se è sbagliato riporre solo nel mercato le sorti del pianeta (ciascuno deve fare la sua parte, a partire dalla politica), pensare di fare a meno dei capitali magari chiamando in causa il solito Pantalone, sarebbe un errore ben peggiore. Gilet gialli (e non solo) docent.

Luca Del Pozzo

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10 commenti

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    Questa di Dal Pozzo è follia, un distillato di follia ideologica pura.

    L’unica per salvare il mondo non è il capitalismo, ma la Dottrina sociale, come spiega Pier Luigi Zampetti, qui:

    https://www.rassegnastampa-totustuus.it/cattolica/wp-content/uploads/2015/09/LA-DOTTRINA-SOCIALE-DELLA-CHIESA-P-L-Zampetti.pdf

    però, prima, si capisce che ci toccherà bere il calice fino alla feccia. Dobbiamo davvero toccare il fondo, per avere orrore di come siamo ridotti, per poter risalire.

  • Boanerghes ha detto:

    OT ma non tanto: immagino sappiate che le vincite alla trasmissione “La ghigliottina” su rai 1, vanno a S.Egidio. Non vorrei sbagliarmi, o equivocare con un’altra. Prossimamente direi che andranno alle casse del Vaticano.

  • Iginio ha detto:

    Trascrivo dal sito di un santuario dedicato alla Madonna di Fatima:

    La visione di Giacinta Marto riportata di seguito esprime l’esperienza più forte: «Ho visto il Santo Padre in una casa molto grande, in ginocchio, di fronte a un tavolo, con le mani sul volto, che piangeva. Fuori dalla casa c’era molta gente e alcuni gli tiravano pietre, altri gli lanciavano imprecazioni e gli dicevano molte parole cattive. Povero Santo Padre! Dobbiamo pregare molto per lui».

    Che facciamo? Diciamo che il papa in questione potrebbe essere papa Francesco? Lo vedete che stiracchiare Fatima sull’attualità come fanno p. es. i pliniani o certuni che intervengono qui può essere fuorviante?

  • Elisa ha detto:

    Salve a tutti, mi scuso se il mio commento non c’entra nulla con l’articolo. Ma sto seguendo con apprensione la situazione dei cristiani perseguitati, in particolar modo in Pakistan. Io mi sento impotente, e mi spiace non poterli aiutare. Però credo fortemente nell’Onnipotenza di Dio. Vi chiedo se tra i lettori c’è qualche sacerdote che possa fare delle Messe invocando l’aiuto di Dio e la Protezione di Santa Maria e San Michele Arcangelo. Solo Dio può liberare questi nostri fratelli e sorelle colpiti dal flagello della persecuzione, che fa più danni del coronavirus. Ora dobbiamo pregare per una ragazzina rapita in Pakistan dai fondamentalisti islamici e costretta a un matrimonio forzato. Se Dio a liberato Asia Bibi, speriamo che liberi tutti i cristiani dal flagello islamico.

    • Anonimo verace ha detto:

      Mi dispiace, ma siamo noi che dobbiamo fare in modo di fare il primo passo per liberarci dal flagello islamico. Quando Nostro Signore decise di dar da mangiare alla folla che lo aveva seguito per ascoltare il suo messaggio, chiese ai discepoli se avessero qualcosa da mangiare. E dovettero tirar fuori 5 pani d’orzo e 2pesci. Poi raccolsero avanzi in quantità, 12 ceste. Dobbiamo impiegare il nostro poco, dare la nostra piccola testimonianza, e sperare poi, nella Provvidenza.

      • Maurizio ha detto:

        Anonimo verace,
        non capisco il senso del tuo intervento. Soprattutto, non capisco cosa hai da rimproverare a Elisa. Mi sembra che ti atteggi a maestrino …

  • Iginio ha detto:

    Caro Del Pozzo, il problema è che in Vaticano le riviste da lei citate non le leggono. Anzi, non leggono quasi niente al di là di Repubblica, New York Times, Le Monde. Più che altro guardano la tv e ricevono comunicati dalle conferenze episcopali, dai cosiddetti movimenti, da qualche esponente del clero in linea col Nuovo Corso, dai nunzi che però scrivono quello che il loro mandante vuol leggere, da qualche parroco populista che manda letterine di parrocchiani del genere: Papa Francesco, tu che sei buono in lotta contro i cattivoni, salvaci tu.

    • Bastian contrario ha detto:

      È certo, illustrissimo, che in Vaticano guardino la tv ? Perché in alcuni luoghi, dove vivono persone consacrate, la tv non l’ho vista.
      Non mi vorrà dire che l’informazione ideologicamente taroccata della nostra tv di stato, possa condizionare quella parte del collegio cardinalizio che vive e lavora a Roma ?
      Capisco quindi che i Vescovi e i cardinali che abitano altrove siano più fedeli alla Tradizione, a cominciare dal cardinal Zen.

      • Marco Tosatti ha detto:

        Un buon gesuita che insegna alla Gregoriana in u omelia al Gesù si lamentava perché di sicuro nella sua comunità si passava più tempi davanti alla tv che al Santissimo…😁

      • Iginio ha detto:

        Che gli ultimi papi seguissero il tg1 non l’ho mica scoperto io.
        Le comunità di religiosi in passato magari leggevano l’Osservatore Romano, che ormai è quello che è.
        Poi adesso va di moda internet, con tutti i rischi annessi e connessi.
        Non si tratta di farsi condizionare: si tratta del fatto che il mainstream è quello. Luoghi comuni, se preferisce.
        Per esempio: qualche giorno fa il Corrierone ha pubblicato una recensione del tipico cattedratico progressista, in questo caso Marcello Flores d’Arcais (da non confondere con Paolo), su un libercolo di tale Bidussa contro Pio XII cattivone contro il comunismo. L’autore sbandierava di aver consultato documentazione vaticana “desegretata” (il termine ridicolo alludeva alla fine del limite cronologico della consultazione nell’Archivio Vaticano dei documenti dell’epoca di Pio XII). Ebbene: so per certo che questo Bidussa nell’Archivio Vaticano non ci ha mai messo piede. Però il giornalone e il professorone laicisti subito si sono fiondati sull’occasione di parlare male di Pio XII. E il Vaticano che ha fatto? Niente.