GIUSTIZIA PER EUGENIO HASLER, CACCIATO DAL PAPA SENZA MOTIVO.

27 Aprile 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, ci sembra giusto rilanciare un  appello e una battaglia che un sito di cui abbiamo parlato più volte, Korazym.org, ha riproposto nei giorni scorsi. Korazym dedica al tema un lungo articolo, a cui vi rimandiamo. Noi riportiamo solo una parte, quella che riguarda l’incredibile storia del licenziamento di una persona onesta e competente, Eugenio Hasler, senza motivazioni, dal ruolo – importante – che svolgeva al Governatorato, cioè il “Municipio” del Vaticano; ma non solo, perché è dal Governatorato (tramite Musei, Annona, filatelia) che lo Stato ottiene i suoi unici introiti, quelli che servono a far vivere lo Stato della Città del Vaticano e i suoi servizi. Da tre anni Eugenio Hassler chiede che venga aperta un’inchiesta su di lui, in modo da capire perché sia stato eliminato, e quali siano i rimproveri o le accuse che hanno determinato la decisione. Finora si è urtato contro un muro di silenzio. Temiamo che sia un altro caso di un laico, onesto, professionalmente preparato, generoso nel suo servizio, fatto fuori perché la sua opera dava fastidio a qualche – o più – interesse oscuro, non molto confessabile, di qualche prelato. Pensiamo a Ettore Gotti Tedeschi, al Revisore generale Milone, a Matthew Festing, al generaleDomenico Giani, a Mattietti, a Greg Burke, a Paloma Ovejero…e probabilmente ne dimentichiamo qualcuno.

Non ci siamo occupati finora di questo caso, perché sembrava che l’interessato – che non conosciamo personalmente – volesse mantenere il silenzio, con grande decoro e fiducia nei confronti delle supreme autorità vaticane. Eugenio Hasler è figlio di un maggiore delle Guardie Svizzere, e ha lavorato nella Segreteria del Governatorato sotto diversi Segretari, come vedrete.

Non ci siamo occupati della questione, dicevamo. Ma ieri, dopo l’articolo uscito su Korazym.org abbiamo parlato con un alto prelato, che ha svolto una funzione importante per diversi anni all’interno del Governatorato. Questa è la vicenda di Hasler come ci è stata raccontata dall’alto prelato.

Eugenio Hasler è stato il capo della segreteria generale del Governatorato per anni, prima della nomina di mons. Viganò al Governato. Il nostro interlocutore giudica che sia una persona di altissime qualità. A parte la conoscenza delle lingue, è onesto, e dotato di una grande capacità organizzativa.

Nel 2011 fu nominato presidente del Governatorato Giuseppe Bertello, su istanza dell’allora Segretario di Stato Bertone. Bertello era in predicato, solo qualche giorno prima della nomina, di diventare prefetto di Propaganda Fide; non ha mai fatto mistero di trovarsi poco a suo agio al Governatorato. Dopo che mons. Viganò venne spostato a Washington perché il suo lavoro di pulizia dava fastidio a Bertone e ai suoi protetti, fu nominato Segretario Generale mons. Sciacca, e poi padre Vérgez, poi diventato vescovo. Molto bravo nei servizi e nella comunicazione, ma senza grandi doti di governo e di comando. Eugenio Hasler è rimasto come suo segretario, ed era l’unico che si orientava bene in quel mondo complesso anche economicamente, perché anche il Segretario generale aggiunto che è stato nominato dopo che è un sacerdote dell’Opus, forse anche ingegnere non interviene nel governo.

Hasler, essendo l’unico dotato di esperienza, cercava di aiutare i suoi superiori, Bertello e Vérgez; soprattutto quest’ultimo. Ma dava fastidio all’uomo forte, che è sempre stato lì, e su cui mons. Viganò scrisse diverse lettere in maniera negativa nel suo tentativo di fare pulizia al Governatorato, mons. Paolo Nicolini, che aveva in mano tutta l’amministrazione dei Musei Vaticani (l’introito più forte). Il nostro interlocutore pensa che Hasler per difendere il suo superiore diretto, Vérgez, si frapponesse al fatto che Nicolini prendesse in mano la gestione del Governatorato.

Un giorno di marzo 2017 all’insaputa – così è stato detto –  del superiore diretto, il papa ha convocato direttamente Eugenio Hasler. Motivo dell’udienza non specificato: si poteva pensare a una promozione, addirittura.

***

Il nostro prelato ci racconta come si è svolta la conversazione fra il Pontefice regnante e Eugenio Hasler. E non facciamo fatica a riconoscere in questo format altre conversazioni analoghe, sempre terminate con una decapitazione.

“Dicono che lei ha un brutto carattere, è scostante, è prepotente…”.

– Cerco di aiutare i miei superiori nello svolgere il loro compito…

“Ha anche un posto riservato per parcheggiare la macchina al Governatorato…”.

– Sì, ma tutti ce l’abbiamo…

(Eugenio era sempre il primo ad arrivare, alle 7.30 era già lì, venti minuti prima degli altri).

“Ma lei cambia anche spesso la macchina?”.

Sono utilitarie. Le guardie svizzere, che hanno la macchina fuori dogana, targata CV, dopo un anno e mezzo o due di servizio ritornano in Svizzera , quindi hanno comprato la macchina e la cedono…

E alla fine, la conclusione:

“Lei non si preoccupi dei suoi superiori, parlerò io con loro”. E poi ex abrupto: “Ma da domani non metta più piede nel suo ufficio”.

Mi trasferisca in un altro dicastero…

“No, no, sta bene così”.

***

Il giorno seguente il papa ha ricevuto mons. Paolo Nicolini, e gli ha affidato, oltre al resto, la responsabilità delle visite turistiche a Castelgandolfo.

Più sotto trovate brani presi da Korazym.org. Una considerazione finale. Penso che se tutte le belle parole che il Pontefice pronuncia in tema di eguaglianza, giustizia, solidarietà, e così via non sono un mero esercizio retorico dovrebbe avere l’onestà di aprire un’inchiesta, trasparente e alla luce del sole, su una persona la cui vita è stata devastata in una maniera degna del peggiore dispotismo.

§§§

Ed ecco alcuni brani tratti dall’articolo di KOrazym.org: 

«Spes contra spem. Il post coronavirus “ci trovi con gli anticorpi necessari della giustizia, della carità e della solidarietà”. È l’esortazione-auspicio che Papa Francesco ha formulato in un articolo scritto per la rivista spagnola “Vida Nueva” e tradotto da “L’Osservatore Romano”, con il quale delinea quello che definisce “plan para resuscitar”. “Un piano per risorgere”.

“In questo caso la lista dei laici “cacciati” da Papa Francesco si allunga. Ne citiamo solo alcuni illustri personalità di altissimo rango, “cacciati su due piedi” in modo irrituale e inconsueto, senza un regolare procedimenti: l’ex Comandante del Corpo della Guardia Svizzera Pontifica, Colonello Daniel Rudolf Anrig (31 gennaio 2015); l’ex Revisore Generale della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano, Dott. Libero Milone (21 giugno 2017); l’ex Direttore dei Servizi di Sicurezza e Protezione Civile dello Stato della Città del Vaticano e Comandante del Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano, Dott. Domenico Giani (14 ottobre 2019). Poniamo questo modus operandi sotto la nostra lente, poiché tutto ciò evidenzia che la riforma di questo pontificato appare essere di fatto “la cacciata” (insieme a “rottamazione” e “asfaltazione”).

Infine, abbiamo rilevato, che dentro il Palazzo del Governatorato S.C.V. va approfondita un’inchiesta. Pensiamo che lì dentro la situazione si sta facendo molto calda, perché qualcuno ha fatto uscire prima che siano state diramate ufficialmente due lettere, del numero uno e del numero due del Governatorato S.C.V. E questo è un fatto gravissimo. Ripetiamo nostro suggerimento che questa inchiesta potrebbe essere condotta con molto profitto, magari con il supporto di chi ha già diretto tale ufficio, cioè l’Arcivescovo Carlo Maria Viganò, “allontanato a Washington” il 19 ottobre 2011 e di un suo sottoposto, “cacciato” il 31 marzo 2017, cioè il Segretario particolare del Segretario Generale del Governatorato S.C.V., Eugenio Hassler, sempre rimasto in silenzio da allora.

Rispetto per un uomo, e una carezza alla dignità sua e della sua famiglia

 Oggi, trattando questo uomo con rispetto, gli vogliamo regalare una carezza alla dignità sua, della sua madre e del suo padre.

 È prassi consolidata – e posso testimoniarlo ex professo (diversi furono le lettere anonime contro di me, stilate dai vaticanisti di turno, recapitate in Segreteria di Stato e ritualmente destinate all’oblio – che nelle amministrazioni pontificie lettere anonime vengono cestinate, sempre. Invece, nel caso della prima lettera anonima ci fu una decisione di portarla all’attenzione del Papa e di far fare accertamenti dalla Gendarmeria S.C.V. sul conto di Eugenio Hassler. Prendere queste decisioni non possono farlo coloro che governano lo Stato della Città del Vaticano, ma è competenza della Segreteria di Stato. Il risultato fu un Casellario penale con “NULLA”… e “la cacciata”.

 Oggi vogliamo essere voce di chi è rimasto in silenzio per tre anni. Vogliamo dare voce a chi la voce è stata tolta in maniera inconfessabile e inqualificabile, piuttosto che inspiegabile, in un’operazione altrettanto inqualificabile e inconfessabile, sotto tutti gli aspetti, senza un minimo di regolare provvedimento disciplinare, dai quali ogni essere umano dovrebbe poter difendersi. Ma si sa come funziona uno Stato di regime. E a questo punto fa paura.

Eugenio Hassler ha chiesto più volte, anche per iscritto, di poter aver un regolare processo disciplinare o penale. Non ha mai ricevuto risposte. Sono state inviate anche lettere a firma di ex colleghi, di parenti, di amici e della mamma al Papa regnante. Nessuno ha mai ricevuto una risposta.

 Non è difficile immaginare perché Eugenio Hassler non ha parlato con nessuno in questi tre anni, sia per delle “velate” minacce ricevute “da chi conta”, sia perché non avrebbe avuto alcuna possibilità di trovare giustizia.

Da un giorno all’altro, la sua vita – e quella della sua famiglia – sono state letteralmente distrutte. Senza un minimo di giustizia, di misericordia, di pietà. La sua cacciata per ordine del Papa regnante fu del tutto inusuale, irrituale ed arbitraria, senza alcun preavviso e senza alcuna lettera di licenziamento (a tutt’oggi non ne è traccia), senza che gli sia stata accordata la possibilità di difendersi da infondate accuse. Queste infamanti accuse furono fatte filtrare tramite una vaticanista senza scrupoli e persino aggravate rispetto a quelle gli furono elencate verbalmente dal Papa regnante al suo funzionario e cittadino. Questo filtraggio fu senza ombra di dubbio diramata ad arte da corvi dall’interno, gestiti da una mente raffinatissima.

Nessun rispetto della privacy, nome e cognome sbandierato ai quattro venti, in una “notizia” confezionata ad arte per suscitare sensazionalismo mediatico, con le pesantissime conseguenze facilmente immaginabili sul suo futuro umano e professionale.

 Chi “toglie il lavoro agli uomini, fa un peccato gravissimo”, ha detto Papa Francesco rivolto ai lavoratori di Sky Italia nell’Udienza generale del 15 marzo 2017.

 “Nessun lavoratore senza diritti”, ha scritto Papa Francesco nella “Lettera ai Movimenti Popolari” del 12 aprile 2020.

Cosa avrebbe potuto fare questo giovane e brillante funzionario, cittadino vaticano, figlio di una famiglia rispettabilissima nello Stato, di cui si fidavano e a cui si affidavano quattro successivi Segretari Generali del Governatorato S.C.V., suoi diretti superiori?

La sua dignità fu calpestata e sul suo conto sono state diffuse ad arte notizie diffamanti, infamanti, calunniose, mai verificate. E questo dopo aver prestato il suo altissimo servizio nel Governatorato S.C.V. con dedizione, generosità e passione, fino a quel terribile 27 marzo 2017. Consapevole dell’onore e del privilegio di cui si sentiva destinatario e depositario. Fedele al giuramento che aveva prestato. Cercando di dare il meglio di sé, così come si era comportato nello svolgimento del suo precedente lavoro in Roma, con tutti i limiti della sua natura e di qualche difetto caratteriale, che lui non nega e che lui non nasconde.

 La sua disponibilità di chiedere scusa non fu presa in considerazione, perché il motivo per la sua “cacciata” era altro.

Tante le vicissitudini, che Eugenio Hassler ha affrontato nei suoi circa dodici anni di servizio nel Governatorato, duranti i quali ha accumulato molti nemici influenti, perché non era corrotto e non si fece corrompere. E ne so qualcosa ex professo, perché ho avuto non poche occasioni di conoscere l’ambiente – e dei personaggi “influenti” – dall’interno del Governatorato, in quasi 30 anni di servizio alla Santa Sede.

Il silenzio non ha pagato e dopo tre anni…

 Dopo tre anni esatti, il 28 marzo 2020 Eugenio Hassler ha deciso di parlare, con un post sul suo diario Facebook:

 «Con oggi si compiono tre anni dal “fatto” o dal “caso”: insomma chiamatelo come volete. Il 27 marzo 2017 ricevevo un biglietto di convocazione, freddo, impersonale, nel quale venivo appellato come a tutti dicevo di non volere: cavaliere. E so benissimo chi e perché invece ha dichiarato ai giornalisti che amavo farmi chiamare cavaliere, anzi lo avrei addirittura preteso.

Il tutto però parte parecchi mesi prima con l’invio di lettere “anonime” a vari personaggi di spicco in Vaticano. Quasi tutti destinatari pilotati. Di fatti, in dieci anni di lavoro in una Segreteria Generale ne ho viste di lettere anonime: tutte, puntualmente cestinate senza dare alcun credito. Era la regola. Alcune erano molto dettagliate e precise, oserei dire, ipoteticamente veritiere. Quella di cui ho pubblicato alcuni stralci e seguirà il completamento, è stata presa come spunto per addebitarmi colpe nel colloquio del 28 marzo 2017, esattamente tre anni fa.

Ora, non è difficile comprendere la dinamica di chi e come possa aver fatto passare per veritiere cose assolutamente non vere o delle quali esistono prove inconfutabili del contrario (ovviamente mai prese in considerazione).

Come pure è estremamente facile capire e sapere chi ha dettagliatamente prodotto i numeri delle ore straordinarie da me effettuate, tralasciando di dire però che non era il sottoscritto a decidere di farle e a disporre a piacimento. Chi ha disposto il pagamento tassativo delle ferie arretrate (una persona che ha voluto farlo per tutti i dipendenti e non solo per me) e di conseguenza chi era a conoscenza della cifra esatta che fu calcolata per definire l’importo da me rifiutato ma che fui obbligato ad accettare perché bonificato in modo coatto.

Chi si è recato personalmente presso la filiale della banca?

Infine chi ha inventato che la copertura in vetroresina di un terrazzo fosse stata realizzata in amianto e avesse messo a rischio l’incolumità di chissà chi…

Ben inteso, si tratta di persone ben distinte tra loro, che hanno ben volentieri promosso ed eseguito ordini di una mente.

Dopo tre anni alcune cose vengono a galla, altre necessiteranno di qualche tempo in più. Ma è giusto che si sappia. Poiché quasi tutte queste persone, sottolineo quasi tutte, sono ai loro posti di comando ed in parte ricoprono posti di maggior rilievo (ovvero promozioni)… Non si tratta di solo laici.

A tre anni di distanza non si può dire che Hassler ha scelto la via del silenzio. Tuttavia, Hassler non è un mercenario e non parla per soldi. Hassler parla solo ed esclusivamente perché vuole la verità, ben conscio che è un termine sconosciuto ad alcuni. Hassler è stato preso per troppo tempo in giro, perché “tanto non parla”… I ricatti striscianti e meno striscianti sono stati moltissimi. Le voci messe in giro altrettante.

Tre anni sono tanti… Il silenzio non ha pagato. Il caso risulta archiviato senza alcune se ed alcun ma…

Nessuno ha voluto verificare nulla. E soprattutto nessuno ha voluto interpellare me. Solo scansarmi, cambiare marciapiede, ecc. E fornire numeri di cellulare e nomi ai giornalisti.

Voci su interessamenti al caso, su aiuti a me ad alla mia famiglia… Tutte voci messe in giro come “chiacchiere da lavandaia”. Sappiamo da parte di chi ed il perché. Del resto la lavanderia ha molti addetti. Addetti che vantano anche una credibilità.

Il ricordo, come una ricorrenza annuale delle ferite che ancor sanguinano in abbondanza.

Per chi vorrà leggere e continuare a seguire il “caso”.

A tutti voi, a tutti noi, un abbraccio (a distanza) e l’auspicio che questo periodo di difficoltà collettivo e comunitario possa essere presto superato!»

(Eugenio Hassler – Facebook, 28 marzo 2020 – III Anniversario).

§§§




 

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22 commenti

  • Mamma di Eugenio ha detto:

    Perché resti traccia su questa pagina di una coincidenza che potrebbe farmi scivolare sul personale, in futuro – cosa che vorrei evitare – mi limito a riportare uno stralcio dell’omelia, pronunciata ieri, dal papa durante la messa mattutina a Santa Marta.
    «…quello che non sappiamo è che c’è un piccolo linciaggio quotidiano che cerca di condannare la gente, di creare una cattiva fama sulla gente, di scartarla, di condannarla. Il piccolo linciaggio quotidiano del chiacchiericcio che crea un’opinione. Tante volte uno sente sparlare di qualcuno e dice: “Ma no, questa persona è una persona giusta!” – “No, no, si dice che…”, e con quel “si dice che” si crea un’opinione per farla finita con una persona. La verità è un’altra: la verità è la testimonianza del vero, delle cose che una persona crede; la verità è chiara, è trasparente. La verità non tollera le pressioni… Si crea una fama, e va ucciso. E pensiamo a noi, alla nostra lingua: tante volte noi, con i nostri commenti, iniziamo un linciaggio del genere. E nelle nostre istituzioni cristiane, abbiamo visto tanti linciaggi quotidiani che sono nati dal chiacchiericcio.
    Il Signore ci aiuti a essere giusti nei nostri giudizi, a non incominciare o seguire questa condanna massiccia che il chiacchiericcio provoca».
    AMEN! Si fa per dire…
    Tanto per essere chiara: non mi ammaliano le allusioni (velate e non), all’ordine del giorno!
    Et ne me inducas in tentationem!

  • V ha detto:

    Eugenio, il dolore e le sofferenze “immaginabili” si percepiscono dal tuo scritto, ma lo stesso scritto permette di intravedere la tua onestà di uomo e di professionista, la tua umiltà, il tuo essere grato e riconoscente, il tuo essere uomo di fede e di grande servizio che rimane onorato ed orgoglioso di aver servito, donandosi senza riserve, la Chiesa, nonostante tu possa sentirti tradito dai suoi uomini. È così, la rottura del silenzio, sicuramente ha permesso a chi aveva solo letto di te, che dell’uomo autoritario o prepotente nulla c’è, ma solo un ritratto delineato con l’intento crudele ed infame di distruggere gratuitamente la tua vita e quella dei tuoi cari. È tempo di verità!

  • Eugenio Hasler ha detto:

    Mancano le parole in questi giorni. Tutto così inaspettato.
    Tre lunghissimi anni di silenzi, di mancate risposte, di voci che si susseguivano (e si susseguono)…. di sofferenze inimmaginabili. La richiesta di un PERCHE’, la possibilità di una pubblica difesa, solo silenzio assordante. il fatto di aver valutato il mio ‘caso’ da un punto di vista differente merita il mio GRAZIE più sincero.
    La commozione nel leggere taluni commenti da parte di chi è stato probabilmente mio ex collega o quantomeno mi ha conosciuto sul lavoro è grande. Non avrei immaginato.
    L’orgoglio e l’ONORE di aver potuto servire (anche se per poco) la Chiesa, con tutti i miei umani DIFETTI che non ho inteso e non intendo tutt’oggi nascondere.
    La Fede e le preghiere di tante persone ci stanno accompagnando in questi anni.
    Grazie di cuore,
    Eugenio

    • Colomba bianca ha detto:

      Caro Eugenio, sono una tua collega (C.): parlo al presente perché mi sento ancora tale!
      Fin da subito ho condiviso con ammirazione l’approccio valoriale ed etico, permeante e sincero, che ti definisce: sei una persona estremamente perbene e portavoce di una cultura ragionevole basata sui concetti di onestà intellettuale, disinteressata gentilezza, condivisione e solidarietà!
      Grazie al Tuo costante supporto – che mi ha permesso di affrontare ogni situazione in maniera sicura, indipendente e critica, sostenendomi con fiducia e forza – ho avuto l’opportunità di intraprendere un percorso di crescita umana ed emotiva. A più di tre anni dall’accaduto, la tua assenza assordante fa ancora tremendamente male: Eugenio sei la testimonianza che si può svolgere il proprio mestiere con correttezza, con l’entusiasmo di chi non lavora per sé stesso ma per il raggiungimento di obiettivi comuni, con la pazienza e la tenacia mettendo in conto sacrifici e duro lavoro senza lamentarsi mai e anzi, dimostrando sempre gratitudine.
      Continuerò a gridare la tua innocenza e mi batterò affinché tu possa ritornare a lavorare con noi… noi che siamo persone imperfette ma che non hanno perso mai la COSCIENZA!

  • Mamma di Eugenio ha detto:

    Un doveroso “Grazie!” a tutti voi, in particolare al dott. Tosatti con profonda riconoscenza e, tramite questo Suo blog, anche al dott. Vik van Brantegem.
    Vogliate scusare la brevità. Al momento, la commozione e lo stress accumulato in questi ultimi anni non mi consentono di esprimere al meglio i miei sentimenti. Continuo, comunque, nella lettura di pubblicazioni e commenti su SC da fedele frequentatrice.

  • Paolo ha detto:

    Il silenzio equivale all’indifferenza, sentimento che non dovrebbe appartenere alla Chiesa….Allora mi domando dove siano la misericordia e la carità tanto predicate da questo papato, se davanti alla richiesta di verità di un giovane lavoratore, dei suoi colleghi e familiari l’unica cosa che emerge è proprio un crudele e ingiusto silenzio.

  • Colomba bianca ha detto:

    La fuga di notizie è stata molto grave.. soprattutto per le finalità con cui è stata organizzata!!mi domando: l’etica professionale di chi ha rilasciato informazioni ai giornalisti su una questione delicata e riservata come questa, e di chi c’ha ricamato sopra degli articoli di giornale che di cronaca non hanno nulla.. solo becero pettegolezzo….mi domando dove fosse!Purtroppo è venuta a mancare!!Eppure noi che lavoriamo in Vaticano dovremmo essere i primi a dare il buono esempio e invece, in questo caso, chi ha agito rilasciando informazioni, ha preferito dare spazio alla cattiveria ad alla meschinità a discapito di un innocente!

  • claudio ha detto:

    Papa Francesco dice che “nessun lavoratore senza diritti”, ma non trovo questa affermazione nella storia del dott. Hasler. Dico subito non sono avvezzo alle materie giuridiche ma mi domando la riservatezza non è un diritto? Violato mi pare in questa vicenda, perchè si è permessa la fuga di notizia. La difesa non è un diritto? Ma poi nemmeno l’ascolto. Da buon cristiano mi è sempre stato ricordato che l’ascolto non si nega a nessuno così come una risposta. Che umiliazione sarà stata per questo ragazzo sentirsi ignorato.

  • Fiducia ha detto:

    Buongiorno dott. Tosatti,
    il suo titolo così diretto ed esplicito, forse un pò ripaga della gogna mediatica a cui ingiustamente Eugenio fu esposto! Che sia un grido che giunga lontano, ascoltato ed accolto… Nessuno merita di essere violentato nella sua dignità e leso nei suoi diritti: è peccato! Ma il Signore è buono e non dimentica i suoi figli mai!

  • Iginio ha detto:

    è ormai noto che l’unico in Vaticano a poter fare mobbing sia papa Francesco… 🙂 Basta vedere come tratta chi gli è sgradito.

  • Donna ha detto:

    Nei 4 peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, rientra anche questo, perché ci sono molti modi per uccidere una persona, anche togliendole la dignità , calunniando ecc., e ci sono anche molti modi di defraudare la giusta mercede a chi lavora, licenziando per ingiusta causa e incolpando senza diritto di replica;, così come opprimere il povero, cioè anche colui che è come un povero perché nella condizione di fragilità esistenziale e sociale..
    Quindi, fossi in colore che hanno perpetrato questa ignominia,non dormirei sonni tranquilli. Ma d’altra parte, poiché sicuramente penseranno che non esiste Giustizia Divina, perché Dio è Misericordia a prescindere, e che tutti e tutto perdona, le speranze di un ravvedimento sono minime.
    E se i cuori sono induriti ben difficilmente si apriranno ai richiami dello Spirito, salvo un intervento della Grazia ad opera di Nostro Signore…..

  • Parsifal ha detto:

    Chi ha conosciuto o anche solo lavorato con Eugenio Hasler sa benissimo che tutto ciò che hanno vomitato sul suo conto è una menzogna gigantesca che ha avuto come unico risultato quello di rovinare la vita di una persona che da 3 anni si trova reietto, ai margini senza che gli sia mai stata data la possibilità di rispondere alle accuse mossegli.

    Eugenio è una persona di specchiata onestà che (e lo dico per averlo conosciuto profondamente) non toccherebbe un centesimo che non fosse suo.
    È una persona a cui ci si può affidare completamente. Se così non fosse, 4 segretari (4!) non avrebbero riposto in lui totale fiducia se non avessero potuto contare sulle sue doti organizzative e sulla sua discrezione. E nel Governatorato il torbido s’affetta col coltello.

    • Colomba bianca ha detto:

      Ho avuto modo di lavorare con Eugenio, e non solo ribadisco quanto scritto nel mio messaggio lasciato questa mattina, ma condivido anche queste affermazioni!
      Eugenio è una persona onesta ed intellettualmente leale!!
      Tutto ciò che è stato riportato sui giornali, violando anche la sua privacy, è inaccettabile e falso! Eugenio è una brava persona, e ribadisco che il Vaticano ha bisogno di persone come lui!
      È vergognoso che il chiacchiericcio e la cattiveria di alcune persone abbiano rovinato la vita ad un innocente!

  • Adriana ha detto:

    Gentile Tosatti ,
    se quel dialogo ci è stato è la copia-carbone del dialogo
    “particolare” con i Francescani dell’Immacolata ,(oltrechè del minidialogo con Mons.Viganò) .Il procedimento è il medesimo , sa di ” affumicato” di quel tale fumo…

  • PG ha detto:

    Meravigliarsi di tanta ipocrisia è da ingenui. Bergoglio è maestro.

  • Colomba bianca ha detto:

    Eugenio Hasler è una persona onesta e un grande lavoratore! Ho avuto l’onore di averlo come collega e spero un giorno che gli venga fatta giustizia! Una persona umile, dall’animo buono e gentile! Grande professionalità e correttezza: ce ne fossero di persone come lui in Vaticano!
    Non smetterò mai di lottare affinché questo ragazzo, che all’epoca non aveva ancora conpiuto 35 anni, possa ritornare a lavorare come merita! Non esistono solo i corvi ma anche le colombe bianche.. e queste, a differenza dei primi, sono portatrici di verità e non di falsità!

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    capisco, e mi dispiaccio. Di questo passo, del Vaticano non resterà più nulla. Ma s’è capito che l’intenzione è proprio questa, in tutti i sensi.

  • Gian ha detto:

    Ecco cosa direi al satrapo se l’avessi davanti:
    “Egregio, vicende come quella di Eugenio Hasler, vittima innocente della malvagità che trionfa in quel covo di serpenti dove lei magistralmente regna da usurpatore, possono sembrare marginali. Questo non toglie un grammo al peso dell’ingiustizia che grava sulla vittima e la sua famiglia. Solo chi ha subito ingiustizie può comprendere la sofferenza delle vittime innocenti, so per certo quindi che a lei questa possibilità è preclusa. La sua anima è morta, spero solo che l’abominio della sua presenza nelle nostre vite abbia presto fine. Amen.”

  • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

    LA CHIESA CATTOLICA, APOSTOLICA, ROMANA: SPOSA DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO.

    CARO EUGENIO HASLER: suo cognome proviene da SANKT GALLEN, Svizzera, e chi lo sa se per questo Dio permette questa sua purificazione per riparare il crimine della mafia che pianificò questo COLPO DI STATO VATICANO. (E siamo milioni nelle vite di riparazione).

    “Dicono che lei ha un brutto carattere, è scostante, è prepotente…”. Li disse berORGOGLIO FALSENberg ICEberg, PERCHE LUI È UN GASLIGHTER:

    “Sono anche tipicamente dei bugiardi credibili e convincenti, negando coerentemente ogni misfatto”

    Il gaslighting è una forma di violenza psicologica nella quale vengono presentate alla vittima false informazioni con l’intento di farla dubitare della sua stessa memoria e percezione. Può anche essere semplicemente il negare da parte di chi ha commesso qualcosa che gli episodi siano mai accaduti, o potrebbe essere la messa in scena di eventi bizzarri con l’intento di disorientare la vittima. Il termine Gaslighting deriva da un’opera teatrale del 1938 Gaslight. La trama tratta di un marito che cerca di portare la moglie alla pazzia manipolando piccoli elementi dell’ambiente, per esempio affievolendo le luci delle lampade a gas. La moglie nota questi cambiamenti, ma il marito insiste nell’affermare che sia lei a ricordare male o inventarsi le cose.
    Le vittime di gaslighting: Alcune frasi tipiche del gaslighting sono:

    . “Non essere così permaloso!”
    . “Non devi sentirti così”
    . “Guarda che ti ricordi male (come sempre)”
    . “Questo non è mai successo, ti inventi le cose”
    . “Ma stai bene? Mi sto preoccupando per te perché dici cose strane”

    I sociopatici usano frequentemente tattiche di gaslighting. I sociopatici trasgrediscono coerentemente leggi e convenzioni sociali, sfruttando gli altri, ma sono anche tipicamente dei bugiardi credibili e convincenti, negando coerentemente ogni misfatto.
    Buona visione:

    https://youtu.be/RpuUxeZDG4c

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    Per cui il ripulisti di Papa Francesco, aspettata da tanti all’inizio del poltificato, non ha riguardato lobbisti, affaristi e sodomiti che, anzi, pare siano addirittura aumentati, ma ha riguardato e riguarda le persone oneste e competenti.
    Il fumo di satana in Vaticano…
    Chi, tre anni fa, avrebbe sospettato che i Musei Vaticani, la “fabbrica” di soldi più avviata del Vaticano, si fosse fermata?
    Mi preoccupa che potrebbero essere licenziati dei lavoratori, ma tutta la faccenda fa pensare

    • Ciop ha detto:

      Chiunque ha il piacere e l’onore di conoscere Eugenio capisce sin da subito di trovarsi di fronte una persona speciale con dei principi morali sanissimi, oltre chiaramente alle sue doti professionali, alla sua vastissima cultura e alla grande competenza in ogni ruolo svolto. Una persona cosi può rivelarsi davvero scomoda perché non avalla e non diventa complice di cose poche chiare. Eugenio non si lascia corrompere. Tre anni fa è stato annientato come uomo, gli è stata tolta la dignità che solo un lavoro può dare, gli è stata tolta la possibilità di una vita normale senza fronzoli e artifizi, ma il suo cuore è rimasto puro e la sua coscienza limpida. Ora ci auguriamo che la sua posizione venga rivista e al più presto venga reintegrato al lavoro che ha sempre svolto in maniera impeccabile.