Il Mistero Velato fra Gioia e Tentazione di Contesa. Inginocchiarsi ha un Senso Profondo. R.S.

27 Gennaio 2025 Pubblicato da 3 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, un amico fedele del nostro sito R.S. offre alla vostra attenzione queste riflessioni sull’eucarestia, e sul modo di riceverla, in relazione anche all’articolo scritto da Benedetta De Vito, che trovate a questo collegamento. Buona lettura e condivisione.

§§§

 

Accostandoci a Gesù siamo diventati rivendicativi: i sacramenti paiono ambiti dove far valere questo o quel diritto, atteggiandoci a questa o quella modalità di presentarci all’appuntamento, discutendone -interiormente o platealmente- mentre stiamo ricevendo La Grazia e dovremmo essere semplicemente pieni di gioia e di commozione, di tenerezza e di abbandono, sollevati dalle faccende umane, affacciati all’eterno e al mistero di Dio!

Veramente beato chi è nel silenzio esteriore e assapora la meraviglia interiore di questo incontro con il Signore! Beato restando quel che è, una persona, un volto in un contesto ecclesiale e sociale, quello che c’è. Un corpo, in carne e ossa.

Il mettersi in ginocchio c’entra qualcosa con questa gioia, meraviglia e pace nel cuore? Sicuramente sì!
Vale per l’eucaristia e vale anche in confessionale. Sto ricevendo La Grazia che mi cristifica e lo so… che cosa dovrebbe importarmene di che cosa vedono o pensano quelli che mi vedono o di quello che fanno o non fanno loro?
Gesù: sei tu! Quando ci penso mi vengono i brividi, ma a volte mi distraggo pensando a tutt’altro, perdendo la pace.

Quando il sacerdote sale i gradini dell’altare per celebrare e consacrare il pane e il vino, sta salendo il Calvario. Sta succedendo quello. E io sto proprio lì. Come si fa a dire “mio Signore e mio Dio!” e restare in piedi come se fosse la fila alla posta o dal panettiere? Mio Signore e mio Dio… Insanguinato. Ti hanno appena insultato, ti hanno sputato addosso, ti hanno canzonato; ingiustamente, dopo un processo irregolare. Sei lì anche per i miei peccati e mi ami!

Ti ricevo, ricevo la Tua Grazia e dovrei restare indifferente, “comodo”, riferendo a me stesso i tuoi meriti senza nemmeno rendermi conto che sono i tuoi? La stessa cosa vale in confessionale: vengo a chiedere perdono dei miei peccati e non a rivendicare qualche diritto ad essere come mi pare, infischiandomene di Te e del vangelo.
E che faccio?! Mi siedo per un caffè al bar e quattro chiacchiere, del più e del meno, tanto per…?

Eh no, ci vuole tenerezza e anche verità: nel nome di Gesù. Non nel mio nome, del parroco o della mitica comunità che celebra se stessa perchè altrimenti si annoierebbe, arriva all’ultimo e non vede l’ora di uscire.  Filippesi 2, 10-11:
Nel Nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi, in cielo, sulla terra e nell’inferno, e ogni lingua confessi che il Signore Gesù Cristo regna nella gloria di Dio Padre. Anche all’inferno il ginocchio si piega. Caspiterina: gli spiriti immondi riconoscono Dio! Marco 3,11: Gli spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai piedi gridando: “Tu sei il Figlio di Dio!”.

Ma pensa… Lo fanno persino loro… perché non io? Sì Gesù: non per un tuo diritto leso da una Chiesa un po’ strana e difeso da me, come se tu ne avessi bisogno; non per vantare una mia diversità dalla comunità fattasi mondana; non per imitare gli spiriti impuri, benchè io non sia puro; nemmeno per paura, sottomissione o chissà quale paturnia…

Solo perché so che Tu sei lì, per pura tenerezza, in semplicità di cuore. Come uno dei piccoli della nidiata, imboccati.

C’è anche la mamma, con gli angeli e con i santi, con le anime della Chiesa purgante: c’è tutta la Chiesa e soprattutto c’è (come a Betlemme, al Calvario e a Pentecoste) anche la Madre di Dio. Il Verbo è incarnato per il grembo suo.
Allora i sacramenti sono fonte di Grazia attraverso Colei che è Piena di Grazia. E la Grazia è bellezza, come la tenerezza.

“Il corpo di Cristo”. Amen! E’ bello dirlo stando più in basso, al nostro posto. Rendo grazie! Grazie di un dono immenso!

Sto accanto a Gesù: lui è Dio, io no. Dio (Padre, Figlio e Spirito santo) vuole che partecipo della Sua divinità, per Grazia.

Altro che inginocchiarsi… roba da appiattirsi al suolo! Mi abbandono completamente. Mi lascio imboccare. Faccia di me secondo la Sua Parola! Dico solo: eccomi! Amen.

Dice quello che mette i puntini sulle i: che gioia c’è a stare in croce? O presso la croce di qualcuno? In effetti… Di solito c’è poco da gioire. Ma con Gesù la croce è il trono del re. Il trono della sua gloria. Ha vinto il mondo. Ha vinto il male che l’ha messo in croce. Ha vinto la morte! Ecco perché c’è gioia. I primi martiri cantavano andando a morire. Sapevano di entrare nella beatitudine eterna. Nelle assemblee sinodali si fa fatica a cantare: progettiamo futuro.

La Grazia riempie di entusiasmo! Ti solleva, ti abbassa, ti trascina, ti lascia estatico a contemplare.

Anche la croce o lo strazio sinodale che sinodaleggia sinodalmente. Gesù dice: “non temete, ho vinto il mondo”!

Allora mi inginocchio con gioia… non da depresso o da impaurito, non da sottomesso o da esibizionista.

Sono in quella gioia lì. Nutrito dalla Grazia di Dio, santificante. Perdonato, abbandonato alla volontà dell’Amore. Adoro Te devote!
R.S.

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3 commenti

  • Enrico Nippo ha detto:

    Cos’ è che divide Troiano da R.S. e R.S. da Troiano?

  • Davide Troiano ha detto:

    Ad ogni modo parlate parlate ma quante prosernazioni fate e soprattutto sapete farle?
    Perché volete sentirvi meeglio e cercare divisioni?

    • R.S. ha detto:

      Non cerco la purezza del gesto tecnico.
      Non mi interessa il voto dei giudici.
      Chiediti: quanto fariseo c’è in chi ragiona così?
      Chiediti anche: Chi c’è lì?
      Invidi chi si distingue?
      Non ti va a genio di dover ammettere troppa indolenza?
      Ti preoccupa poter creare divisioni?
      Nel vangelo ci sono.
      Lo Spirito conduce Gesù nel deserto per essere tentato dal diavolo.
      Poi alla tentazione si reagisce in tanti modi.
      Il diavolo divide da Dio tentando, ma l’esito è dopo.
      Santo non significa “separato”? Anche “sacro”.
      E allora? Mi infastidiscono il sacro e il santo?
      Tutto fa brodo? Tutti allineati e coperti?
      Pecore e capri, destra e sinistra.
      Grano buono e zizzania: stesso campo, angeli a separare.
      Pesci buoni e cattivi: stessa rete, ma diverso esito.
      Dieci vergini: cinque sagge e cinque no.
      Al buon ladrone Gesù parla di paradiso, all’altro no.
      Per molti non è per tutti.
      Adorare come i Magi non fu la vera intenzione di Erode.
      E via dicendo.
      Todos todos todos è un’altra cosa.

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