L’Eucarestia in Bocca e in Ginocchio. l’Esempio del Codirosso. Benedetta De Vito.

25 Gennaio 2025 Pubblicato da 6 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, la nostra Benedetta de Vito offre alla vostra attenzione queste delicate riflessioni sull’eucarestia, e sul modo – il più corretto e umile e bello – di riceverla. Buona lettura e condivisione.

§§§

 

C’è un piccolo codirosso spazzacamino nella mia vita che va e viene come il buon tempo.

Anche lui, come il pettirosso, cercò di guarire le ferite di Gesù sulla Croce e ebbe le penne della coda colorate del dolore di sangue di nostro Signore.

Mi accorsi della sua gentile presenza anni orsono, durante il lockdown, e mi sembrava che, durante i lugubri giorni delle catene, recasse nel becco un cartiglio d’oro con su scritto: “Passerà, Benedetta, passerà!”.

Il frullo delle ali, la codina color cremisi, tutto di lui m’allegrava e gli credetti. Poi volò via per tornare altre mattine e poi mai più. L’ho ritrovato, nella memoria oggi per una riflessione al miele di lavanda che desidero qui mettere in forma di parole e frasi.

Dunque il codirosso è volato via, ma non il ricordo che ho di lui e che mi fa vedere chiaro, in bird watching del suo nido come mamma codirosso nutre i suoi piccini. Essi a bocca spalancata, il capo arrovesciato sulla schienina di piume, lasciano che lei deponga nell’ugola loro il cibo, che li farà presto spiccare il volo e volare.

C’è in quel gesto così delicato tutto l’amore della madre che dona ai piccoli la vita. Ebbene, allora, avanti, avanti, vieni al dunque.

Ci arrivo, mi devo solo soffiare il naso e riprendo, sempre in questo rigo che va a tramontar poi nel prossimo. Dunque, quel gesto tenero e le gole tremule degli uccellini  mi parlavano e qualcosa, suonò per così dire, un campanello nel mio cuore.

Ma certo, mi dissi, ecco come si riceve la santa Particola nella Messa Vetus Ordo! Come uccellini il cibo della mamma!

La Santa Chiesa, nella persona dei suoi sacerdoti, nutre noi, i suoi piccolini, che soltanto con il Pane vivo del Cielo possiamo andare avanti, a passettini, lungo il cammino.

Sì, che tenerezza!

Ed ecco perché pur riuscendo oramai a ricevere l’Ostia sulla lingua (in tuttissime le chiese) mi sembra tuttavia ancora imperfetto il modo e  a questo punto non mi stupisco, digerito il busillis, se a volte l’Eucarestia batte sugli incisivi o non trovi il giusto posto tra le labbra, o se il sacerdote sembra non saper prendere la giusta mira.

Bisogna in realtà, caro codirosso mio, tornare nel nido antico,  in ginocchio, la testa arrovesciata, e aprir la bocca e lasciare che l’Ostia dall’alto ci sia offerta e data.

§§§

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6 commenti

  • Mimma Gattaino ha detto:

    Grazie Benedetta è grazie a Lei, R.S..
    Entrambi mi avete commossa.
    Dio vi benedica e vi mostri il Suo Volto.

  • laura cadenasso ha detto:

    Questa è poesia, cara Benedetta…benedetta dal cielo !

  • R.S. ha detto:

    Adoro Te devotamente, o Dio nascosto,
    Sotto queste apparenze Ti celi veramente:
    A te tutto il mio cuore si abbandona,
    Perché, contemplandoTi, tutto vien meno.

    La vista, il tatto, il gusto, in Te si ingannano,
    Ma solo con l’udito si crede tutto:
    Credo tutto ciò che disse il Figlio di Dio,
    Nulla è più vero di questa parola di verità.

    Sulla croce era nascosta la sola divinità,
    Ma qui è celata anche l’umanità:
    Eppure credendo e confessando entrambe,
    Chiedo ciò che domandò il ladrone penitente.

    Le piaghe, come Tommaso, non vedo,
    Tuttavia confesso Te mio Dio.
    Fammi credere sempre più in Te,
    Che in Te io abbia speranza, che io Ti ami.

    Oh memoriale della morte del Signore,
    Pane vivo, che dai vita all’uomo,
    Concedi al mio spirito di vivere di Te,
    E di gustarTi in questo modo sempre dolcemente.

    Oh pio Pellicano, Signore Gesù,
    Purifica me, immondo, col Tuo sangue,
    Del quale una sola goccia può salvare
    Il mondo intero da ogni peccato.

    Oh Gesù, che velato ora ammiro,
    Prego che avvenga ciò che tanto bramo,
    Che, vedendo Te col volto rivelato,
    A tal visione della Tua gloria sia beato.

    + Amen.

  • R.S. ha detto:

    Una postilla.

    Sto accanto a Gesù: lui è Dio, io no.

    Ma vuole che anche io partecipi della Sua divinità!

    Altro che inginocchiarsi… da appiattirsi al suolo!

    Mi abbandono completamente.

    Mi lascio imboccare.

    Faccia di me secondo la Sua Parola!

    Dico solo: eccomi! Amen.

    Seconda postilla.

    Dice il colto: che gioia c’è a stare in croce?

    O presso la croce di qualcuno?

    In effetti… di solito c’è poco da gioire.

    Con Gesù però è il trono del re.

    Il trono della sua gloria.

    Ha vinto il mondo.

    Ha vinto il male che l’ha messo in croce.

    Ha vinto la morte!

    Ecco perché c’è gioia.

    I primi martiri cantavano andando a morire.

    Sapevano di entrare nella beatitudine eterna.

    La Grazia.

    Gesù dice non temete: io ho vinto il mondo!

    Allora mi inginocchio… non da depresso o da impaurito, non da sottomesso o da ipocrita.

    Sono in quella gioia lì. Nutrito di Grazia.
    Perdonato, abbandonato alla volontà dell’Amore.

  • R.S. ha detto:

    Una postilla.

    Sto accanto a Gesù: lui è Dio, io no.

    Ma vuole che anche io partecipi della Sua divinità!

    Altro che inginocchiarsi… da appiattirsi al suolo!

    Mi abbandono completamente.

    Mi lascio imboccare.

    Faccia di me secondo la Sua Parola!

    Dico solo: eccomi! Amen.

    Seconda postilla.

    Dice il colto: che gioia c’è a stare in croce?

    O presso la croce di qualcuno?

    In effetti… di solito c’è poco da gioire.

    Con Gesù però è il trono del re.

    Il trono della sua gloria.

    Ha vinto il mondo.

    Ha vinto il male che l’ha messo in croce.

    Ha vinto la morte!

    Ecco perché c’è gioia.

    I primi martiri cantavano andando a morire.

    Sapevano di entrare nella beatitudine eterna.

    La Grazia.

    Gesù dice non temete: io ho vinto il mondo!

    Allora mi inginocchio… non da depresso o da impaurito, non da sottomesso o da ipocrita.

    Sono in quella gioia lì. Nutrito di Grazia.
    Perdonato, abbandonato alla volontà dell’Amore.

  • R.S. ha detto:

    Cara Benedetta, grazie per tanta tenerezza!

    Siamo diventati tutti rivendicativi e anche nell’accostarci ai sacramenti pare di dover far valere questo o quel diritto, atteggiandoci a questa o quella modalità di presentarci all’appuntamento.

    In realtà stiamo ricevendo La Grazia e dovemmo essere semplicemente pieni di gioia e di commozione!

    Il mettersi in ginocchio c’entra con la gioia?
    Sicuramente!
    Vale per l’eucaristia e anche in confessionale.
    Ricevo La Grazia e lo so… che cosa può importarmene di che cosa vedono o pensano quelli che mi vedono?
    Gesù: se tu!
    Quando ci penso mi vengono i brividi.
    Purtroppo a volte vengo distratto da un contesto che ti costringe a pensare a tutt’altro.

    Quando il sacerdote sale i gradini dell’altare per celebrare e consacrare il pane e il vino, sta salendo il Calvario. Sta succedendo quello. E io sto lì.

    Come si fa a dire “mio Signore e mio Dio” e restare in piedi come se fosse la fila alla posta o dal panettiere?

    Mio Signore e mio Dio… Insanguinato. Ti hanno appena insultato, ti hanno sputato addosso, ti hanno canzonato. Sei lì ingiustamente, dopo un processo irregolare. Sei lì anche per i miei peccati e mi ami!

    Ti ricevo, ricevo la Tua Grazia e dovrei restare indifferente, “comodo”, riferendo a me stesso i tuoi meriti senza nemmeno rendermi conto che sono i tuoi?

    Vale anche in confessionale: vengo a chiedere perdono dei miei peccati, non a rivendicare il diritto ad essere come mi pare, infischiandomene di Te e del vangelo.
    E che faccio, mi siedo per un caffè al bar? Quattro chiacchiere, del più e del meno, tanto per…?

    Eh no, ci vuole tenerezza. E anche verità.
    Nel nome di Gesù.
    Non la mia, del parroco o della mitica komunità che celebra se stessa perchè altrimenti si annoierebbe.

    Filippesi 2, 10-11
    Nel Nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi, in cielo, sulla terra e nell’inferno, e ogni lingua confessi che il Signore Gesù Cristo regna nella gloria di Dio Padre.

    Anche all’inferno il ginocchio si piega.
    Gli spiriti immondi riconoscono Dio!
    Marco 3,11
    Gli spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai piedi gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!».

    Se lo fanno persino loro, perchè non io?

    Non per un diritto leso da una Chiesa un po’ strana.
    Non per vantare una diversità dalla komunità mondana.
    Non per imitare gli spiriti impuri.
    Non per paura, sottomissione o chissà quale paturnia…

    Per pura tenerezza, in semplicità di cuore.
    Come uno dei piccoli della nidiata, imboccati.

    C’è anche la mamma: la Chiesa e anche la Madre di Dio.
    Siamo lì, con il Verbo incarnato, per il grembo suo.
    Allora i sacramenti sono fonte di Grazia.
    Attraverso la Piena di Grazia.
    E la Grazia è bellezza, come la tenerezza.

    Grazie.
    E’ bello dirlo stando più in basso, al nostro posto.

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