A Proposito del Padre Nostro…Il Matto.

25 Giugno 2024 Pubblicato da

Henri Le Saux, monaco benedettino (1910-1973)

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il nostro Matto offre alla vostra attenzione queste riflessioni sulla preghiera fondamentale del cristiano. Buona lettura e condivisione.

§§§

 

A PROPOSITO DEL PADRE NOSTRO

 

 

*

«Prega come se tutto dipendesse da Dio

e lavora come e se tutto dipendesse da te».

Ignazio di Loyola

 

* * *

Stavolta propongo un estratto dall’aureo libretto “Padre nostro, un cammino iniziatico” del monaco benedettino Hery Le Saux, il cui percorso spirituale fu profondamente innestato «nella vita ascetica degli eremiti e dei monaci itineranti indù, giungendo a sperimentare, come prete e monaco cattolico, l’esperienza spirituale dell’advaita, ovverosia quell’unione mistica col divino che l’induismo vedantico legge in termini di non-dualità, che egli ha cercato di ricomprendere in chiave cristologica e trinitaria» (edizionistudium.it).

 

Inutile aggiungere che da Matto, e per di più appassionato dilettante orientalista, sono in completa sintonia!

 

* * * * * * * * * * * *

 

 

2 – liberaci dal male

 

Questa è anche la supplica che in India ogni discepolo rivolge al suo guru prostrandosi ai suoi piedi:

 

«Cancella la mia colpa … questo male che ho commesso» (Maha- Narayana-upanisad 93).

 

«Dalle tenebre conducimi alla luce, dalla morte conducimi all’immortalità» (Brhadaranyaka-upanisad 1, 3, 28).

 

In effetti, tutta la vita è un mistero di passaggio. Il cammino fondamentale della salvezza, della conversione, la metanoia del Vangelo, è l’abbandono di ogni autocentrismo, di ogni egoismo; è il volgersi totale dell’essere a Dio. [In altre parole], è il porsi alla presenza del guru, del Salvatore.

 

Gesù è salvatore innanzitutto per la sua presenza fra gli uomini. Lo è anche per l’insegnamento e l’esempio che dà agli uomini circa i mezzi per salvarsi hic et nunc. Poiché la salvezza non è qualcosa del futuro, una sorta di sopravvivenza celeste che bisogna preparare quaggiù nel modo migliore possibile; prima di tutto è una realtà da raggiungere qui e ora, proprio in questo momento in cui sono. Il fatto stesso che nel Cristo io sono, ha per me valore di eternità. «In lui noi abbiamo la vita, il movimento e l’essere», come diceva Paolo agli ateniesi (Atti 17. 28).

 

La salvezza non sta in un’idea, consiste in un cambiamento di livello dell’anima. È un processo inesorabile di morte a sé stessi, di morte al dualismo congenito dello spirito umano e all’affermazione assoggettante dell’ego, che è l’ostacolo fondamentale alla presa di possesso dell’uomo da parte dello Spirito annunciato nelle Scritture.

 

L’atto essenziale di questo processo di interiorizzazione è la resa, l’arrendersi dell’io periferico al mistero interiore, l’abbandono dell’io fenomenico che l’uomo considera il centro dell’essere, mentre questo centro è indipendente da ogni localizzazione psichica o fisica.

 

Per questo l’esperienza vera, cui ci si accosta a partire dalle upanisad, dallo zen, dal cristianesimo o dall’islam, esige innanzitutto una purificazione drastica del mentale e dell’io, e questa purificazione rappresenta il bisogno più urgente della nostra epoca, in tutte le tradizioni.

 

«Va’, vendi tutti i tuoi beni» dice Gesù, «poi vieni e seguimi» (Mt 19, 21).

 

«Lascia tutte le cose dietro di te, vieni a me, l’unico rifugio» dice Krsna nella Bhagavad-gita (18, 66).

 

 

3 – sradicaci dal male

 

 

(«Arrache-nous», ha tradotto A. Chouraqui).

 

Nella Katha-upanisad (2, 24) si legge: «Non può raggiungere lo Spirito supremo chi non ha smesso di comportarsi male».

 

Finché l’inconsapevolezza della presenza di Dio non è un peso impossibile da portare, un’angoscia impossibile da contenere, l’uomo non sa niente. Stato di peccato è precisamente voler restare incoscienti della non-distanza. La via è l’esperienza di Dio.

 

«Se si medita sullo Spirito supremo»

 

dice il saggio della Prasna-upanisad (5, 5),

 

«come un serpente si sbarazza della pelle, così ci si libera dal male».

 

Perciò me ne sto in questo centro, nel luogo sacro del divino incontro:

 

«Là, dove solo davanti a Dio io sono».

 

Questo è il primo passo sul cammino del risveglio spirituale.

 

4 –  non ci indurre in tentazione

 

 

Signore, dopo aver sentito passare sul nostro viso il soffio bruciante dello Spirito ed esserci messi in cammino, possiamo conservarne il segno indelebile affinché niente ostacoli più lo slancio interiore che è lo Spirito stesso in noi.

 

Basterebbe ben poco, in verità, per ricavare una magnifica preghiera cristiana allo Spirito dal’ultima strofa dell’Isa-upanisad (5, 18): «O Agni, guidaci sul giusto cammino…

 

O Tu che conosci tutte le vie, allontana da me il peccato che mi fuorvia».

 

In questo momento del suo cammino verso Dio si fa lacerante nell’uomo l’appello dell’assoluto, l’appello del mistero che lo sovrasta e a cui non saprebbe dare un nome. Un appello allo spirituale, un appello alla fede. La fede è semplicemente accettare che vi sia qualcosa ai di là del razionale, poiché l’esperienza del Cristo, come quella dell’advaita, della non-dualità delle upanisad, è sovra mentale, e il nostro apparato concettuale ne percepisce solo l’impatto; siamo prigionieri delle nostre categorie greche di pensiero.

 

Non lasciarci soccombere alla tentazione, dacci il coraggio di andare avanti, di affrontare la prova, poiché va veramente verso l’ignoto l’uomo che si impegna a fondo in questo pellegrinaggio alle sorgenti dell’essere.

 

Gesù lo insegna nel Vangelo, bisogna accettare di abbandonare tutto e di rischiare tutto per giungere al regno.

 

L’uomo ha paura del suo mistero essenziale, ha paura – penetrando fino in fondo al suo cuore, faccia a faccia con sé stesso, in fondo al cuore di Cristo – di trovarsi faccia a faccia con il Padre, il Dio vivente, allo scaturire della vita, al di là di ogni segno, nella realtà che È: perché Dio è un fuoco divorante, come ha detto il Deuteronomio (4, 24). E l’uomo ha paura, perché come potrebbe sussistere il suo ego in presenza di questo fuoco divorante? L’uomo non può vedere Dio e sopravvivere (Dt 5, 26).

 

Ma se non sopravvive, significa che egli non era!

 

E l’“io” si aggrappa a tutto, rifiuta di lasciarsi andare, poiché vuole vivere – e vivere come intende lui la vita.

 

Questi spasmi dolorosi dell’ego che si rifiuta di morire, l’agonia e la disintegrazione dell’io sono le “notti” di cui parla san Giovanni della Croce. Ma questa agonia è anche la liberazione progressiva, la scomparsa di tutto ciò che poneva l’uomo in un rapporto di alterità con la realtà essenziale.

 

* * * * * * * * * * * *

 

Chi ha considerato (non soltanto “letto”) quanto sopra, avrà notato come nei brani citati sia posto l’accento sull’impegno personale, precisamente sul combattimento spirituale, quindi sulla seconda parte del precetto ignaziano in esergo: «lavora come se tutto dipendesse da te». Di fatto non bastano – seppur necessarie – la fede in Dio, la conoscenza teorica delle Scritture e delle dottrine, la ripetizione delle relative forme rituali: occorre un deciso procedere ascetico, un lavorìo su di sé, uno scavare e un gettar via per potersi … levare in volo verso Ciò che oltre. Anzi verso l’Oltre-in-Sé, l’Ineffabile, il Principio, il Verbo.

 

Recita il proverbio: «Aiutati che Dio t’aiuta», che ripete a versi invertiti la massima ignaziana, mettendo al primo posto l’impegno ascetico personale: «Aiutati», cioè spogliati di te, liberati della struttura mentale con la quale ti identifichi, abbandona quello che pensi e credi di essere (e perciò di sapere): processo tanto più inconcepibile quanto più radicata è la struttura mentale, cioè la prigione.

 

Jalal ad-din Rumi:

 

«Diventa cielo.
Prendi un’ascia e rompi le pareti della tua prigione.
Fuggi».

 

Molto chiarificante risulta il senso del «non ci indurre in tentazione», che nel brano viene riferito a Dio che aiuta. Non a caso la Messa inizia con: «Domine ad adiuvandum me festina, Signore, vieni presto in mio aiuto»:

 

«allontana da me il peccato che mi fuorvia» (Isa-upanisad)

 

e

 

«Non lasciarci soccombere alla tentazione» (Le Saux).

 

Felicissima, poi, l’espressione riguardo al senso della vita:

 

«pellegrinaggio alle sorgenti dell’essere».

 

Annick de Souzenelle:

 

«Quando Dio dice ad Abramo che si chiama ancora solo Abramo, “Và, lascia la terra della tua infanzia verso la terra promessa”, in ebraico non è proprio questo che c’è scritto. La parola divina indirizzata a Mosè è “Và verso di te”, và verso la totalità di te stesso».

 

Non sorprendentemente, il biblico «Và verso di te» coincide con il delfico «Conosci te stesso». Davvero la Sapienza è onnipresente! E non potrebbe essere diversamente data l’UNIforme Relazione UNIversale tessuta dall’UNIco Spirito.

 

Perciò le Sorgenti dell’Essere, la Terra Promessa, come il tibetano Shambala e il colombiano El Dorado, coincidono con la Totalità del Sé!

 

Henri Le Saux:

 

«Il primo compito dell’uomo è rientrare all’interno e incontrare se stesso. Chi non ha incontrato se stesso, come potrà incontrare Dio? Non si incontra il Sé indipendentemente da Dio. Non si incontra Dio indipendentemente dal Sé».

 

Emile Cioran:

 

«Minuto di raccoglimento: assaporare la voluttà di non pensare a niente, riposarsi nella consapevolezza di una nullità calma, di una pausa nel supremo».

 

«Una pausa nel supremo»: sublime significato sacro del FERMARSI!

 

Agostino:

 

«Non uscire fuori, rientra in te stesso: nell’uomo interiore abita la verità. E se scoprirai mutevole la tua natura, trascendi anche te stesso. Tendi là dove si accende la stessa luce della ragione».

 

Sankara:

 

«Perciò calma la tua mente, controlla i tuoi sensi, assòrbiti nell’interiore e supremo atman [il Principio assoluto o Brahman, l’Archè, la Verità], realizza la tua identità con quella realtà, e le tenebre, prodotte dall’avidya [ignoranza metafisica], si dissiperanno per sempre».

 

Ovvero: «la Verità vi farà liberi».

 

Notiamo come il pellegrinaggio ci veda partire ben vestiti e con bagaglio appresso, ma esige di vederci giungere alla mèta nudi e a mani vuote. Esattamente com’è nudo e a mani vuote è l’Essere.

 

I “vestiti” sono sette, ossia i Vizi Capitali, secondo il Poeta per «malo obietto»: superbia, invidia, ira; per «poco di vigore»: accidia, per «troppo (vigore)»: avarizia, gola, lussuria.

 

Mentre il “bagaglio” è l’erudizione libresca.

 

Jean Pierre de Caussade:

 

«Quando si ha sete, per dissetarsi bisogna lasciare i libri che spiegano le cose, e bere».

 

Bere … inebriarsi … inabissarsi … innalzarsi … scavare … volare … tagliare.

 

La Spada della Consapevolezza, cioè Sati! la Salus (cfr. La Relazione Universale. Il Matto. : STILUM CURIAE (marcotosatti.com)) taglia in due il Serpente del pensiero, il Pitone protettore che subito si ricompone, cosicché tra i due tronconi può sfolgorare la Luce Unica che alberga oltre il pensiero ed illumina il pensiero stesso. Questa è la Via del Monaco Guerriero, cioè del  Miles: uno su mille.

 

Sati, Consapevolezza, Salute, Specchio di cui nel Cantico:

 

«Tu sei bella, amica mia, come Tirza,
leggiadra come Gerusalemme,
terribile come schiere a vessilli spiegati.

[…] Tutta bella tu sei, amica mia,
in te nessuna macchia».

 

Durante il pellegrinaggio armato il buon comportamento si fa via sempre più affilato e tagliente, perciò nudo, puro, semplice, innocente, appunto salubre, e non potrebbe essere diversamente perché l’Essere è il Nudo, il Puro, il Semplice, l’Innocente che irradia Se stesso. Perciò le virtù non sono più praticate volontariamente e con fatica, bensì indotte dall’Essere per irradiazione (perciò l’Essere non induce alla tentazione ma alla virtù!). Il plumbeo piccolo io empirico e convenzionale è trasceso e trasmutato in oro dallo splendore dall’Io Supremo, cioè dall’Essere, dall’Io Sono.

 

L’Essere è nudo e si concede a chi è nudo.

 

Io nudo con Io nudo.

 

IO SONO (È) NUDO.

 

La Nudità è il segreto della Verità! Si veda, anzi si contempli! il CRISTO NUDO del Brunelleschi in Santa Maria Novella a Firenze.

https://www.datocms-assets.com/43/1459260387-brunelleschi.jpg

 

* * *

 

Per chi fosse interessato al libretto di Henry Le Saux:

IL-PADRE-NOSTRO-Henri-Le-Saux.pdf (famigliafideus.com)

 

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114 commenti

  • Balqis ha detto:

    Dal 1 all’8 agosto si svolgerà a Roma il Congresso Mondiale di Filosofia. Dando uno sguardo superficiale al programma, al di là di alcune tematiche “modaiole”, non si può non notare la consistente presenza di relatori cinesi o indiani.
    Copio e incollo il link per chi fosse interessato a capire lo stato di salute e vitalità del pensiero umano in tempi di AI…
    https://wcprome2024.com/contributed-papers/

  • Rolando ha detto:

    Dio è innanzitutto un problema geografico che si scontra in qualsiasi “andate e predicate”.
    Non è fonte di Pace, ma di Guerra.
    Proprio come viene messo in bocca a Gesù: Non sono venuto a portare la pace, ma la spada…
    Proprio il linguaggio di EL YHWH.
    Forse nel suo Universo [Tevel] sta giocando a nascondino con l’umana formica della Terra.
    Sta all’uomo scoprirlo?

  • Terminus ha detto:

    Réponse au commentaire de IL MATTO :
    https://www.marcotosatti.com/2024/06/25/a-proposito-del-padre-nostro-il-matto/#comment-244602

    Bravo ! Vous avez tout compris ! Merci d’avoir bien voulu mordre à l’hameçon ! Vous êtes une belle prise qui pourrait peut-être nous faire gagner de l’argent et du temps !

    Puisque vous semblez pouvoir nous apprendre ce qu’est la Vérité,
    https://www.marcotosatti.com/2024/06/25/a-proposito-del-padre-nostro-il-matto/#comment-244401
    peut-on se permettre de soumettre à votre analyse et à votre approbation quelques réflexions tirées de la sphère ”prophétique” ? Bien sûr, avec le souhait qu’elles ne vous empoisonnent pas la vie.

    Qu’est-ce que la Vérité ?
    ▪︎ Jean 14/60 : ”Jésus lui dit : ” Je suis le Chemin, la Vérité et la Vie. Nul ne vient au Père que par moi”.
    ▪︎ Jean 8/31-32 : ”Jésus dit alors aux Juifs qui l’avaient cru : ” Si vous demeurez dans ma parole, vous êtes vraiment mes disciples, et vous connaîtrez la vérité et la vérité vous libérera !”.

    Saint Thomas d’Aquin dit : ”La vérité, c’est l’adéquation de la pensée avec la réalité ”.
    Forcément, la vérité, c’est ce qui ne trompe pas sur la réalité ni sur ses résultats.

    Tout l’Évangile du Seigneur Jésus-Christ met en évidence la notion de résultats véritables. Par exemple :
    ▪︎Luc 6/43-44 : ” Il n’y a pas de bon arbre qui produise un fruit gâté, ni inversement d’arbre gâté qui produise un bon fruit. Chaque arbre en effet se reconnaît à son propre fruit ; on ne cueille pas de figues sur des épines, on ne vendange pas non plus de raisin sur des ronces.”
    ▪︎Matthieu 7/15-18 :” Méfiez-vous des faux prophètes, qui viennent à vous déguisés en brebis, mais au-dedans sont des loups rapaces. C’est à leurs fruits que vous les reconnaîtrez. Cueille-t-on des raisins sur des épines ? ou des figues sur des chardons ? Ainsi tout arbre bon produit de bons fruits, tandis que l’arbre gâté produit de mauvais fruits.Un bon arbre ne peut porter de mauvais fruits, ni un arbre gâté porter de bons fruits.”
    ▪︎Matthieu 5/15 : ”Et l’on n’allume pas une lampe pour la mettre sous le boisseau, mais bien sur le lampadaire, où elle brille pour tous ceux qui sont dans la maison.”
    ▪︎Matthieu 9/16 : ”Personne ne rajoute une pièce de drap non foulé à un vieux vêtement ; car le morceau rapporté tire sur le vêtement et la déchirure s’aggrave.”
    ▪︎Matthieu 9/17 : ”On ne met pas non plus du vin nouveau dans des outres vieilles ; autrement, les outres éclatent, le vin se répand et les outres sont perdues. Mais on met du vin nouveau dans des outres neuves, et l’un et l’autre se conservent. ”
    ▪︎ Luc 23/31 : ”Car si l’on traite ainsi le bois vert, qu’adviendra-t-il du sec ? ”

    Toujours examiner les résultats car ce sont eux qui rendent témoignage à la Vérité, à ce qui ne trompe pas sur la réalité ni sur ses résultats.
    Et cela, peut nous permettre de gagner beaucoup de temps, et même d’argent.

    ”Il y a loin de la coupe aux lèvres !”
    ”Celui qui veut cherche un moyen, celui qui ne veutbpas cherche une excuse.”

    • il Matto ha detto:

      Cher prophète inquisiteur Terminus, chacun suit son propre chemin.
      « Les voies du Seigneur sont infinies » n’est pas un jeu de mots,comme cela apparaît certainement à un œil fondamentaliste.

      Il est inutile de puiser dans l’Évangile en extrapolant les phrases qui conviennent pour surveiller les « autres »
      et signaler leurs erreurs.

      Pour être du côté du Christ, il faut bien plus que répéter les Saintes Écritures, en tenant pour acquis que l’on est personnellement en parfaite harmonie avec elles.

      Si je prenais l’habitudee malsaine
      de citer les Saintes Écritures pour juger les « autres », je vous demanderais si vous êtes vraiment sûr d’avoir répondu aux deux citations du Père Le Saux :

      “Allez, vendez tous vos biens”, dit Jésus, “puis venez et suivez-moi” (Mt 19, 21).
      «Laisse toutes choses derrière toi, viens à moi, mon seul refuge», dit Krishna dans la Bhagavad-gita (18, 66).

      • Rolando ha detto:

        “Allez, vendez tous vos biens”, dit Jésus, “puis venez et suivez-moi” (Mt 19, 21).
        Da dove i religiosi, un po’ diversamente dai preti secolari, ricavano il salario per poter vivere e vivere senza la preoccopazione personale inerente ai beni da conservare, difendere e far fruttare? Unicamente dai voti di Povertà, Obbedienza e Castità dai quali un sacerdote religioso viene esonerato, una volta emessi nella professione, solo se viene nominato e consacrato Vescovo.
        Insomma tale stato di perfezione spirituale ti dà la possibilità di godere di ogni bene materiale e di ogni servizio e riverenza senza alcuna preoccupazione.
        Dove sta in loro il rischio che affrontò Gesù nella realtà sociale del tempo in cui visse? Non aveva neppure la tana come la volpe. Però anche lui aveva la moglie di Cusa che provvedeva…
        Ricordate il testamento di Buoso Donati ai frati? Ed il dolore sincero dei parenti per tanta perdita?
        Dove sta oggi, come sempre, il Tesoro del Tempio, la vite con i grappoli d’oro?
        Forse non siamo lontani dal vero che, come scrive un ebreo, la legge suprema della parola biblica di EL YHWH ( Dio per altri) è la conoscenza della Scienza Finanziaria.

      • Terminus ha detto:

        Réponse insidieuse, fallacieuse et spécieuse puisque vous citez, vous même, une phrase de l’Evangile pour juger de la foi des autres en leur demandant de façon malsaine s’ils ont vendu tous leurs bien pour suivre Jésus.
        Vous suggérez ainsi que seuls ceux qui ont vendu tous leur bien ont le droit de citer les paroles de l’Evangile même quand il s’agit de confondre sainement un faussaire de Dieu.
        Et vous persistez à faire un parallélisme entre les paroles de Jésus-Christ et celle de Krishna dans la Bhagavad-gita (18, 66).
        Il suffit de s’instruire un peu de Krishna pour réaliser que c’est une religion qui rivalise avec le christianisme et qui en détourne.

        Merci quand même pour vos réponses qui nous permettent de mieux cerner votre problème.

        • il Matto ha detto:

          A chacun son problème. Vous pensez au vôtre.
          Ou devriez-vous penser que vous êtes parfait ?

  • il Matto ha detto:

    Invece, molto interessante il personaggio di Aserath evocato da Rolando.

    Asherah, la moglie di Dio – VitAntica

  • il Matto ha detto:

    Vedo con piacere che i miei scritti fungono da espettorante per un certa SIGNORA che qui sotto ha potuto liberarsi di una consistente dose del veleno che la corrode fin nelle più recondite viscere.

    Ciò mi incoraggia a proseguire con la cura, poiché è molto probabile che la SIGNORA di veleno da cui liberarsi ne abbia ancora a ettolitri.

  • Terminus ha detto:

    Il est utile de relever une question très réaliste et interpellante posée par LA DAME DE TOUS LES PEUPLES :
    commentaire https://www.marcotosatti.com/2024/06/25/a-proposito-del-padre-nostro-il-matto/#comment-244224

    ”Qui me rendra mon temps perdu à lire ces absurdités ?”

    Effectivement, la lecture de bien des articles et de bien des commentaires est une perte de temps.
    C’est pourquoi, il est parfois utile de commencer la lecture d’un article par la fin.

    Il semble que les preuves ne servent plus qu’à prouver que le grand nombre n’aime pas les preuves, préfère le mensonge à la vérité, l’illusion à la réalité. Pour beaucoup, la vie et la foi ne sont qu’un jeux, qu’un passe temps, qu’un divertissement pour se donner l’impression de croire, l’impression d’exister, l’impression d’avoir de l’importance,

    C’est au pied de la croix et de la mort qu’on peut mesurer l’authenticité de la foi en Jésus-Christ et de l’espérance dans le royaume surnaturel et éternel des cieux.

    • il Matto ha detto:

      Voici un autre voyant prophétique !

    • Rolando ha detto:

      Dilettissimo TERMINUS, ti rispondo con un ANTE TERMINUM:

      Te lucis ante terminum
      Rerum Creator poscimus,
      Ut pro tua clementia,
      Sis praesul et custodia.

      Procul recedant somnia,
      Et noctium phantasmata;
      Hostemque nostrum comprime,
      Ne polluantur corpora.

      Quanti ricordi! Anna soror, quae me suspensam insomnia terrent, ne polluantur corpora propter phantasmata!

  • Adriana 1 ha detto:

    malinconia

  • Adriana 1 ha detto:

    salus et amor

  • daouda ha detto:

    3 casi ti sconfessano: l’abortito, il malato, il prigioniero.

    Io m’aricordavo che i nazareni venivano ammazzati sia de qua che dellà, come d’altronde gli eredi di tutti sti imbonitori continuano a fare a gloria del disegno provvidenziale dell’Essere Totale.
    Te dice male pure che l’ignorante e l’errante, che tanto vengono presi a rintuzza dei monaci equivoci ed illusi, se incontrano relazionandosi alla Persona discesa da Cielo, in vista della Persona oltre il Cielo, confortati dall’Amico fra di essi, possono pure arimané cretini e cojoni giacché il salmo 130 vale soprattutto per loro che, guardambò, limitati, gridavano a DIO.

    • il Matto ha detto:

      ????????????
      😨😨😨😨😨😨😨
      😱😱😱😱😱😱😱
      😭😭😭😭😭😭😭
      🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Ai gatti piace il lardo. A me piace il lardo, quindi io sono un gatto.
    Attenzione amici filosofi professionisti o dilettanti, fa lo stesso,
    molti dei vostri ragionamenti sono inferenze induttivo-deduttive mal fatte. Ad meliora!

    • Adriana 1 ha detto:

      Caro SE, perchè devi fare sempre l’ingegnere? Chiamali sillogismi falsi, come quello appena citato, e che la sia finita.

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        Perchè il sillogismo e l’inferenza induttivo-deduttiva sono due processi di pensiero simili ma non uguali. Ma non mi dilungo perchè andremmo fuori argomento. Per trattare completamente la questione della logica non aristotelica ci vorrebbe un articolo nuovo. Magari se mi sentirò di farlo lo farò.
        Se quello dell’esempio volesse essere un sillogismo aristotelico, la premessa minore dovrebbe essere — il mio Micio è un gatto — e la conclusione — quindi al mio Micio piace il lardo– e non farebbe una piega.

        • Adriana1 ha detto:

          Caro Stllum,
          Scrivilo pure, lo leggerò volentieri. Che sia da divulgatore, per piacere.

          • stilumcuriale emerito ha detto:

            Che sia da divulgatore, per piacere.
            Sarà dura ma ci proverò.
            Intanto insinuo il primo dubbio sull’utilità del sillogismo riprendendo il mio esempio. Nemmeno nel caso del sillogismo formalmente corretto possiamo essere certi che la conclusione sia vera.
            La premessa maggiore (ai gatti piace il lardo) potrebbe essere solo parzialmente vera, cioè vera per molti gatti ma non per tutti. Nel caso del mio Micio potrebbe essere falsa il che renderebbe falsa la conclusione (al mio micio piace il lardo). Nei nostri ragionamenti non basta la correttezza formale a garantire la verità della conclusione
            Sembra facile eh ??????

    • il Matto ha detto:

      “Inferenze induttivo-deduttive mal fatte” o ben fatte, e “sillogismi falsi” o veri: siamo sempre nel pantano umano delle parole che nulla ha a che vedere con LA Parola che alberga nel Silenzio Primordiale.

      Con le inferenze e i sillogismi siamo sempre nel campo angusto del PENSATO. Ma c’è un infinito OLTRE, ovvero il PENSANTE!

      • Adriana 1 ha detto:

        Ahimè, caro Matto, anche le parole “dovrebbero” esser pensate….E se il pensare è attività tanto sbagliata, perchè vuoi appiopparla addirittura al Pensante?

        • il Matto ha detto:

          Amica carissima,

          il Pensante pensa (può pensare, non necessariamente pensa) attraverso l’uomo che la testa piena di sé e ne deturpa l’ispirazione, senza la quale, oltretutto, l’uomo non potrebbe pronunciare nemmeno una parola.

          Quello della Poesia, in qualunque sua forma, è l’unico linguaggio che riesce a cogliere e porgere sprazzi autentici della Luce del Pensante, che si trova infinitamente oltre il labirinto dei sillogismi in cui il pensare umano si organizza e si perde illudendosi di ritrovarsi.

          Invece il Poeta non “pensa” da se stesso: ascolta e ripete.

          Quando hai “capito” la Somma Teologica stai al punto di partenza, se non peggio. Ti sei fatta una gabbia mentale da cui non puoi uscire e da cui, però, giudichi il mondo. Non a caso l’Aquinate aveva dato ordine di distruggerla.

          Nella mente, oltre il pensiero c’è l’Altro. C’è l’uscita dal labirinto.

          • Adriana 1 ha detto:

            Caro Matto,
            poesia, sì! E anche ispirazione Musicale!

          • Rolando ha detto:

            Parole sante, caro il MATTO, cioè “separate”:
            “Quando hai “capito” la Somma Teologica stai al punto di partenza, se non peggio. Ti sei fatta una gabbia mentale da cui non puoi uscire e da cui, però, giudichi il mondo.”
            Esatto. Ciò che serviva alla Chiesa bassomedievale per suffragare la sua Dittatura politica!
            E utilizzò l’Aristotele meno pericolos, il bue angelico!

          • Rolando ha detto:

            Caro il MATTO, tu incidi:
            “Invece il Poeta non “pensa” da se stesso: ascolta e ripete.”
            A loro modo sono poeti anche i Teologi [Gli autodefiniti “veri” teologi nella Chiesa sono soltanto i Vescovi ed il Papa che introducono la novità della separazione (qodesh, santa, sacra) dogmatica tra poesia e poesia].
            Direi piuttosto il Poeta non è un melode di se stesso ma di Tutto, senza separazione, in Uno.
            E perdipiù senza i confini dell’equivoco come dice il salmo 62,12 e Giobbe conferma. Pure Poeti e melodi inconsci però di dogmatica teologica… angelica!
            Anzi! Il Poeta Daniele vede e documenta l’angelo Gabriele, maschio, affaticato ed ansimante per la corsa!

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        E a questo punto i nostri cammini divergono. Per me l’uomo è il capolavoro di Dio e i capolavori dell’uomo sono i capolavori del capolavoro di Dio. Per te si tratta del pantano del pensiero. Un abisso!

        • il Matto ha detto:

          Il capolavoro di Dio è (sarà) l’Uomo Perfetto, il Teantropo: una figura escatologica.

          E, in ogni caso, tutti i capolavori dell’uomo sono possibili perché l’uomo può attingere – o gli è concessa la grazia di attingere – al di là di sé.

          Un abisso tra noi due?
          Tu lo vedi.
          Io no.
          Siamo (anche se ti sono antipatico) in Relazione Universale. Ogni divisione, guarda caso dovuta al pensiero, è un miraggio.

          Ciao.

  • il Matto ha detto:

    Per ROLANDO (e per chi è interessato).

    Se la Verità è UNA, il Vangelo, che riferisce la Parola di Dio che è UNA, non può essere che UNO.

    Tutto, ma proprio tutto quello che la mente ha saputo cogitare in merito è un polverone e niente più.

    Più parole se ne dicono e scrivono e più la Verità di occulta.

    Cos’è la Verità? E’ Ciò che resta dopo che il polverone si è abbassato.

    Ovvero dopo la cancellazione radicale di ogni parola verbale e scritta.

    Ma qui entriamo in un argomento ostico ai più.

    • Adriana 1 ha detto:

      D’accordo, in teoria non può/potrebbe essere che uno, ma questo “dado per brodo” scelto e concentrato chi lo fabbrica? Oppure ognuno se lo forma da sé e per sé?
      O, ancora: ognuno si addormenta nel grembo dell’Uno in attesa che l’Uno glielo ficchi in testa ( o in qualsiasi altra parte anatomica, ma in maniera efficace )?
      Una nuova creazione di Adamo?
      Ma poi…il termine Vangelo- di per sé- non è affatto sinonimo di Verità. Significa, infatti, buona novella. ( da EU, bene, buono e da un derivato di ANGHELOS, messaggero ).

      • il Matto ha detto:

        Beh, una BUONA novella non può che pressupporsi anche VERA e BELLA.
        Se no a che serve? Non siamo esseri assetati di Buono, Vero e Bello?

        “Ognuno si addormenta”: molto, molto interessante. Ma occorre cedere per qual motivo:

        1) rimanendo ipnotizzati dalle scritture, Sacre e non, prostituendo ad esse il proprio io che così si sente vivo citandole a destra e a manca, allontanandosi così dall’Uno (pre-verbale e perciò pre-duale) cui alludono.

        2) venendo rapiti in un sonno contemplativo grazie ad una frase di pochissime parole, o anche un’immagine, che fungono, per così dire, da psicopompi.

        Perdonerai la mia monotonia (sempre più convinta!):
        Apofasi, Silenzio, Nudità: soltanto qui è la possibilità del Risveglio.

        Altrimenti non resta che l’ipnosi (individuale e collettiva).

        “Spogliati di tutto” dice Plotino molto … cristianamente.

        Mi sa che non c’è alternativa.

        • Rolando ha detto:

          Carro IL MATTO, la Verità in persona, cioè personificata, era davanti al Prefetto romano di stanza nella Provincia imperiale romana a Gerusalemme, Ponzio Pilato, secondo la buona informazione di una scuola di pensiero cristiana, quella secondo Giovanni.
          Di fronte a tanta testimonianza di Regalità per la Verità, Pilato sembra un autentico ebete. Chiede in latino (o in greco?): “Quid est veritas?”. Se nella sua mente la pensava realisticamente con la “V” maiuscola o con la “v” minuscola non ha alcuna importanza. A Pilato, già in disgrazia agli occhi di Tiberio dopo la morte di Seiano, altro non restava che fare la scelta: “Ibis ad crucem” con tanto di motivo documentato in tre lingue. Unico accordo documentale storico.
          La verità è che avvenne per tutte le supposte verità della fantasia ciò che era destino che accadesse.
          Per una parte, un pericolo in meno [infatti seguiranno altri Cristi, cui anche la buona nuova allude. Poi Vespasiano e Tito e poi l’abominio della desolazione con Adriano!]; per un’altra parte, una nuova sorgente di dottrine di verità che alimentano la memoria storica.
          Ma la parola verità può essere recepita solo da un “mentare” senza “dimenticanza” come sosteneva il grande Carlo Diano spiegando la storia del termine greco. Ciò è impossibile a me, a te, a chiunque vuol “credere” di contenerla. L’uomo ha troppa fede in sé specialmente quando dice: “Ecco la verità”. Io sto con Pilato, che l’hanno fatto anche santo: “Ecce homo”.
          Certo, non vorrei vederlo nudo pestato di botte e torturato, ed inchiodato in croce come un verme, ma nudo nella sua nuda libertà, con tutta la sua poetica fantasia, sì! Piacere e Bellezza, la grazia pindarica del Dio. Ma di questa grazia ci sono uomini che hanno paura per invidia e Gelosia come hanno, nero su bianco, documentato di un tal EL YHWH. Padre di un Cristo.

        • Rolando ha detto:

          Tu, caro IL MATTO, sembri mostrare una bella conoscenza della cultura di là dove sono i cancelli che ogni mattina si aprono per i cavalli ed il carro del Sole.
          Anche YHWH è visto apparire col suo carro chiamato Gloria e così è materialmente documentato.
          Certi Gesuiti con la questione del “Signore del Cielo” [ salmo 24,7: ” Saù sharim roshi-ken nasaù petachim olam …”] erano convinti di fagocitare in senso romano l’universalità del Sole d’Oriente.

          • il Matto ha detto:

            Stupenda l’apollinea immagine del Carro del Sole! In ogni caso: la Luce splende nelle tenebre: ci vuole una vita per andare il più a fondo possibile nelle proprie tenebre e cogliere, anzi essere colti, da almeno un Raggio di Sole. Ciao.

          • Rolando ha detto:

            Caro il mio Matto! Mi sa che se non ci fosse la luce, niente e nessuno saprebbe di “tenebre”.
            Forse le tenebre sono dovute all’incapacità dei nostri occhi di cogliere tutto lo spettro della luce.
            Mi pare che gli scienziati parlino di 43 gradi potenziali di visione complessiva di cui l’occhio umano capta solo dall’11 al 39. Esclude da sé l’immensamente piccolo e l’immensamente grande.
            Per fare un esempio forse un occhio umano di acuta vista riuscirebbe a vedere, senza microscopio, un ovulo umano femminile, ma sicuramente non può vedere una cellula spermatozoo maschile che sta in rapporto di 3% a 97%.

          • Rolando ha detto:

            Ah, dimenticavo, perché tu sei una miccia esplosiva, che forse, come scrive anche Max Weber in sociologia della religioni, una vita proprio non basta!
            Ciaoooo…. con altrettanta simpatia. Il mio “mentare” è sempre nel tempio del Budda di Giada. Ma non solo. Il corpo è dov’è, ma il suo mentare è ovunque il corpo lo ha “emerso”.
            Come sul capo al naufrago l’onda s’avvolve e pesa, l’onda su cui del misero alta pur dianzi e tesa scorrea la vista a scernere prode remote invan, tal su quest’alma il cumulo….dell’anammesi….
            “E fu silenzio”. Ma un altro ciaoooo… ci sta ancora!

  • Terminus ha detto:

    Attention !
    Ce parallélisme entre le Pater de Dieu Trinité et les supplications proposées par l’hindouisme est très dangereux
    Il ne met pas en exergue l’unicité et la suprématie de la foi catholique en Jésus-Christ.
    Mais en plus il risque de servir de cause aux faux prophètes qui avancent que Jésus-Christ s’est d’abord instruit de l’hindouisme avant d’évangéliser.
    https://www.lalibre.be/debats/opinions/2007/02/20/jesus-sest-il-forme-en-inde-R3LC7AU4PRE3FN7UCW3YDD5B4M/
    Cela sert aussi la cause de Bergoglio qui, dans sa déclaration d’Abou Dabi, affirme que Dieu a voulu la diversité des religions. Et aussi la cause de Medjugorje dont un message dit que toutes les religions se valent.

    Au sommet de la grande apostasie, les ”petites âmes ” ont besoin d’autre chose que des réflexions hindouistes d’autant plus que nous approchons du nouveau monde où il n’y aura plus que le christianisme (Voir le chapitre 21 de la vision apocalyptique donnée par Dieu à St Jean).
    Évidemment, il reste à y croire, et c’est ça la vraie foi au vrai Christ et à sa vraie Église !

  • il Matto ha detto:

    “Poiché la salvezza non è qualcosa del futuro, una sorta di sopravvivenza celeste che bisogna preparare quaggiù nel modo migliore possibile; prima di tutto è una realtà da raggiungere qui e ora, proprio in questo momento in cui sono”.
    Nei commenti manco un accenno a questa meravigliosa enormità!

    “… l’abbandono di ogni autocentrismo, di ogni egoismo”;

    “… un processo inesorabile di morte a sé stessi, di morte al dualismo congenito dello spirito umano e all’affermazione assoggettante dell’ego”;

    “… la resa, l’arrendersi dell’io periferico al mistero interiore, l’abbandono dell’io fenomenico che l’uomo considera il centro dell’essere”;

    “ … una purificazione drastica del mentale e dell’io, e questa purificazione rappresenta il bisogno più urgente della nostra epoca, in tutte le tradizioni”;

    “ …poiché l’esperienza del Cristo, come quella dell’advaita, della non-dualità delle upanisad, è sovra mentale, e il nostro apparato concettuale ne percepisce solo l’impatto”.

    Pure su questi punti, nessun approccio.

    Lo si può capire: fanno paura!

    • Giampiero ha detto:

      Caro sig.Matto, perfetta sintonia con quanto riporta da altre tradizioni religiose, almeno sull’essenziale. Non so se ha avuto modo di accostarsi alla PSICOSINTESI di Roberto Assagioli. Se lo ha fatto mi interesserebbe sapere se un tale approccio sulle dinamiche psichiche e spirituali così come vengono rappresentate da questa corrente di psicologia umanistica e transpersonale possa corroborare quanto viene attinto o intuito per altre vie (l’ascetismo è una di queste). E ancora, non pensa che il cristianesimo d’Oriente, così come ancora si esprime nella teologia e nella ascesi delle Chiese Ortodosse, sia più incline a cogliere nelle altre esperienze metafisiche e religiose le cosiddette vestigia Christi più di quanto nella Chiesa Cattolica, nonostante il Vaticano II, in tanti ancora, sono propensi a fare? Grazie per quanto ci partecipa.

      • il Matto ha detto:

        Innanzitutto grazie a Lei per il suo interessante e stimolante contributo.

        Di Roberto Assagioli conosco pochissimo, quasi niente. Posso soltanto dirle, in senso lato, che quando mi sono imbattuto occasionalmente in qualche suo brano, l’ho trovato estremamente interessante.
        In particolare questo, che mi rimase impresso qualche tempo fa:

        “L’azione perfetta è quella fatta col massimo interesse e col massimo disinteresse”,

        Forse perché rispecchia esattamente la tematica zen e samuraica a me cara in quanto filonipponico . A ben vedere si tratta di un vero e proprio koan, la cui soluzione, o, meglio, realizzazione, è fuori della portata della ragione.

        Sì, il cristianesimo d’Oriente (interessante questo “Oriente” anche … Estremo! quindi non solo cristiano) mi sembra, come lei dice, “più incline” della Chiesa Cattolica, ad una, diciamo così, “apertura mentale” (e quindi ad una maggiore considerazione della Relazione Universale) verso “le cosiddette vestigia Christi”.

        “Vestigia”: parola impegnativa.

        Sul Vaticano II il discorso, almeno per me, è delicatissimo: mi limito ad osservare che altro è, per dirla con Frithjof Schuon, l’unità trascendente delle religioni, e altro è la concezione religiosa umanitario-egualitaria che ha finito per prevalere, dando la stura all’ormai stantìo conflitto (a mio parere) tra fondamentalisti e modernisti.

        • Rolando ha detto:

          Caro IL MATTO, veramente un pensiero che merita attenzione:
          “altro è, per dirla con Frithjof Schuon, l’unità trascendente delle religioni, e altro è la concezione religiosa umanitario-egualitaria che ha finito per prevalere, dando la stura all’ormai stantìo conflitto (a mio parere) tra fondamentalisti e modernisti.
          Unità e Unione.”
          Dopo il Concilio, quando i preti cominciarono a celebrare la messa nella lingua volgare almeno fino al Prefazio, dal quale si continuava in latino, capitava che o nella conclusione della preghiera di colletta od in quella conclusiva dei fedeli od in quella dell’offertorio, il sacerdote celebrante concludesse con la solita formula dicendo: “Per il Signore nostro Gesù Cristo, figlio tuo, che vive e regna con te in unione con lo Spirito Santo, Dio, per tutti i secoli dei secoli”.
          Ci volle del tempo anche per tanti di loro per capire che l’ “in unitate” originale latino non poteva corrispondere all’eretico “in unione” volgare, che a molti “scappava” al posto di “in unità”.
          E con ciò spero di essere stato in tema, esplicativo in nuce, con quanto riportato tra virgolette dal tuo intervento.

        • Rolando ha detto:

          ….od anche in quella del postcommunio….

    • Adriana 1 ha detto:

      Carissimo matto,
      se la nostra mente non può coglierne che un vago approccio, come puoi lagnarti che-qui-nessuno sia intervenuto a esaltare la non-dualità? E in che chiave, poi, si può definirla? Sotto un certo punto di vista cercare di individuarla è l’ impresa che si estolle, sopra tutte ed è la più affascinante per l’eterno Icaro. Newton, l’ultimo degli alchimisti (cit. Keynes) dedicò tutta la vita a individuare il “linguaggio”
      con cui Dio creò e regolò l’Universo… Ma, nel migliore dei casi, l’uomo è condizionato da due emisferi cerebrali. Vanno d’accordo? Litigano fra loro? Bisogna eliminarli? O tentare di farlo attraverso severe discipline per giungere a “pensarla” come l’UNO? Non è -forse e comunque- “questa,” una impresa “dannatamente” ambiziosa?

      • il Matto ha detto:

        Carissima,

        il fatto che la mente ordinaria sia duale, quindi conflittuale con se stessa e altre menti (un disastro totale!), suggerisce – almeno suggerisce – che nella sua essenzialità essa è una, altrimenti non potrebbe sdoppiarsi: il pendolo è uno ma oscilla ora di qua (“questo mi piace”) e ora di là (questo non mi piace”) fruendo di un perno fisso (in cui non c’è né “piacere” né “dispiacere”). Fissità, è da notare, che è presente al termine di ciascuna oscillazione in cui il pendolo si ferma per poi riprendere l’oscillazione.

        Impossibile, pertanto, un movimento della mente-pendolo che non presupponga un’immobilità nella quale non esiste dualismo egoico-conflittuale tanto interiore quanto esteriore, e tanto meno il “bene” e il “male”. Mi riferisco allo stato contemplativo (o STATO INTERIORE DI NON BELLIGERANZA) del quale ogni definizione è deficitaria.

        Che io mi “lagni” conta pochissimo, anzi niente. Il dualismo conflittuale della mente che dilania l’umanità, poiché inconsapevole della RELAZIONE UNIVERSALE tessuta dall’UNICO SPIRITO, è una tragica realtà, E non saranno i fondamentalismi religiosi ad esorcizzarla.

        Ai mei occhi matti il l’UNICO VERBO-SPIRITO non è riducibile ad una qualsiasi visione che si pretenda esclusiva. L’IMMENSO è … immensurabile.

        Col passare del tempo il CRISTO mi risulta sempre più inconcepibile dalla mia mente duale.

        Per esercizio di auto-controllo metto una diga al fiume di considerazioni che vorrebbe esondare.

        Ciao.

        • Adriana 1 ha detto:

          Caro Matto,
          convengo che né l’interpretazione corrente né una interpretazione univoca sulla figura di Gesù riesce ad apparire convincente. E’ sufficiente restringere l’orizzonte della lettura al confronto tra i tre racconti sinottici riguardanti l’episodio delle “tentazioni” per rendersi conto che intenzionalità differenti, presenti in ogni gruppo gesuano -di cui i “firmatari” del testo vengono fatti portavoce-, “pilotano” quella figura, a seconda delle proprie finalità religiose e politiche.
          A questo proposito ho trovato interessante l’analisi del prof. Edmondo Lupieri (youtube, Dramatis personae,
          – Tre racconti per una storia, la figura di Gesù nei sinottici.- ) che restituisce a vocaboli ed azioni, apparentemente comuni ( anche perchè falsamente troppo note ), il loro specifico significato relativo sia al tempo, sia ai luoghi, sia ai “precedenti” tratti dall’A.T..
          Detto questo- e dopo aver aggiunto al pendolo anche il metronomo-chiedo: è solo perchè l’uomo può concepire l’esistenza di un principio di Unità che tu riconosci al medesimo il diritto all’ esistenza reale? Nella vecchia Europa la “reductio ad Unum” portò a guerre micidiali nel tentativo di realizzarla. Ognuno voleva la sua “Unità”, e voleva che anche gli altri vi si sottomettessero
          -naturalmente per il “loro” bene-. E anche oggi non si scherza… Dirai che è colpa del cervello gemellare degli ominidi… Chissà come sarebbe andata la storia- in qualunque plaga del mondo- se il Bipede avesse avuto in dono una materia grigia trigemellare? O forse ne possediamo un residuo ridotto e ancora misconosciuto ( un po’ disprezzato come per i denti del giudizio)?
          P.S. Non lagnarti se ho usato il verbo poco aulico “lagnarsi” a proposito del tuo “cahier des doléances”: chiamiamole “Lamentazioni” ( con le quali ti ritrovi in nobilissima compagnia ). Ciao, ciao 😊

          • il Matto ha detto:

            E’ ora di uno spuntino. Oggi mangio insalata, così non mi si fredda e posso risponderti😃.

            “È solo perché l’uomo può concepire l’esistenza di un principio di Unità che tu riconosci al medesimo il diritto all’esistenza reale?”.

            Ottima domanda e cui cerco di rispondere (anche se … non ottimamente😁).

            Tu impieghi il termine “concepire” che (parlo per me) è da intendere come “presentire”.
            Conscio o meno che sia, c’è nell’uomo un “presentimento” di Unità, di Fermezza, di Solidità intorno alla quale ruota una Molteplicità, un Movimento, una Liquidità.

            Si tratta di un Perno, di un Mozzo, se vuoi dell’Invariabile Mezzo di Confucio, come pure dell’evangelico “Unum necessarium” (dice “necessarium!)

            “L’esistenza reale” (parlo sempre per me) è tale se, per così dire, è tesa senza se e senza ma verso tale Centro … Reale nel quale ogni elucubrazione umana, fosse pure la più raffinata e preziosa, tace, poiché conscia che non può costituire che un orientamento (importante) verso tale Centro, ma non può accedervi.

            Per quel che mi risulta, la “reductio ad Unum” è un processo prima di tutto ascetico personale: illusorio e tragico pensare di realizzarla al di fuori di sé, unificando gli “altri”.

            Se ci ponessimo in circolo, per esempio in 12 (un numero a caso😊) ed entrassimo nel Silenzio – che è Uno per tutti e quindi … il 13° …

            vuoi continuare tu?

            Nell’insalata aggiungo un paio di carote 😘

          • Adriana 1 ha detto:

            Caro Matto,
            “…un perno, un mozzo”: lo si trova nel mito di Er (l. X della Repubblica di Platone): “…come un fascio di luce dritto, simile ad una colonna, che dall’alto si estende attraverso tutto il cielo e la terra…” In Pitagora, Filolao, ecc…nello Skambha sanscrito è il pilastro del mondo cui è dedicato l’Inno X,7 dell’Atharva Veda, concepito “stranamente” sia come armatura dell’Universo, sia personificazione della sua anima. ###
            “Oggi noi facciamo molte distinzioni nette e siamo giunti a separare la scienza dalla filosofia e dalle credenze; ma il nocciolo resta ancora l’antico mito dell’eterna invarianza, formulato in modi sempre più remoti e sottili. Lo “Specchio dell’essere”- secondo la scienza- è comunque una metafora che che tenta ancora sempre di ridurre i Molti all’Uno.” ( Giorgio de Santillana ).
            E questo tentativo non fa altro che ri-specchiare, a sua volta, quel nucleo desiderante “incistato” -per così dire- negli umani
            o, almeno, in alcuni di loro.
            E quell’Uno non può essere diverso dalla fiammella che ciascuno di loro porta nel proprio “hsin” ( cuore-mente).
            Mi fermo qua…spero che tu ti sia goduto le tue carotine. Un grande saluto.

          • il Matto ha detto:

            🙏

          • stilumcuriale emerito ha detto:

            Mozzo? Adesso ho capito perchè il paese dove abito io si chiama Mozzo! 🙂

  • il Matto ha detto:

    Dal Rig Veda, il documento più antico di tutta la letteratura indiana risalente al 1500 circa a. C.:

    “Indra, Mitra, Varuna, Agni, i saggi veggenti così li chiamano: ciò che è Uno lo hanno nominato in vari modi” (RV, I, 164, 46);

    “Non vi è che un fuoco che si accende nei molteplici mondi; non vi è che un sole che si effonde su tutte le cose; non vi è che un’aurora che irradia tutto questo: veramente l’Uno si è manifestato in tutto questo”(RV, VIII, 58, 2).

    “l’Uno regge il tutto, ciò che è mobile e ciò che è immobile…”(RV, III, 54, 8).

    Capito chi è … Gesù Cristo?

    E qui ci si perde in fiumi di parole al vento per papa si/papa no!!!

    Distrazione fatale!!!

    • La Signora di tutti i popoli ha detto:

      Mi viene in mente, se può servire alla discussione e per meglio individuare quello che è il concetto di Ecumenismo visto dal C.V. II, è che Ratzinger stesso da docente universitario (a Ratisbona mi sembra) parlò dell’induismo e dei paralleli con i miti del dio Hare Krishna con la figura storica di Gesù, anticipando i veri concetti del dialogo interreligioso.
      Ebbe, come appare dalle sue memorie, l’occasione di conoscere ed apprezzare Paul Hacker che era un indologo ex luterano convertito al cattolicesimo.
      Mi permetto di segnalare questo link:
      http://www.30giorni.it/articoli_id_10247_l1.htm

    • Rolando ha detto:

      Caro il MATTO.
      “Capito chi è … Gesù Cristo?” Uno dei tanti saggi?
      Può essere che lo sia stato?
      Anche fosse, non ha importanza. Sicuramente non è stato crocifisso per la sua saggezza, ma per lo zelo per l’EL YHWH del suo Popolo.
      Pilato comprese bene secondo la saggezza e la lungimiranza politica della fede politeista imperiale ed ecumenica di Roma.

  • il Matto ha detto:

    Tutti, tutti!, dovremmo tenere conto che ciascuno ha una mente. Sì, la mente.

    Ah … la mente! Che birbacciona!

    “In effetti è soltanto con la mente che si vede, con la mente che si ascolta; il desiderio, l’immaginazione, il dubbio, la fede e l’assenza di fede, la fermezza è l’instabilità, la vergogna, il pensiero e la paura: tutto questo è soltanto la mente. Trascinato e reso impuro dalle correnti della qualità, instabile, vacillante, preda della confusione mentale, pieno di desiderio, distratto, (l’essere così condizionato) cade nella possente autoidentificazione per cui (ritiene) “io sono tale”, “questo è mio”. Pensando in tal modo, si lega da se stesso come in un un uccello in una rete”.
    Maitry Upanisad)

    Non è stupendo e tremendo? 🧐😉

    Il gran super iper caos su papa si/papa no è tutta una proiezione della mente. In realtà non esiste!!!

    Meditate, gente, meditate! 😍

    • Rolando ha detto:

      “tutto questo è soltanto la mente.” tu scrivi, caro IL MATTO.
      Ci sono filosofi come Zeh H. D., David Albert, Barry Loewer, Michael Lockwood, ecc… che preferiscono parlare di “molte menti” anziché di “molti mondi”….
      Ma io sono ancora fermo ad una conversazione con lo scienziato Giorgio Vallortigara di quasi due decenni fa, in cui sosteneva la non valenza scientifica di tale termine “mente”, nome comune femminile singolare astratto, in quanto non cosa, non luogo, in nessuna parte del nostro cervello e del nostro corpo.
      A meno che, sosteneva, non si intenda come verbo, come azione, cioè un “mentare”. Un processo che avviene nel cervello di ciascun corpo umano e, forse, non solo.
      Ma…. è più che ovvio che se l’uomo non mangia, se non assumo cibo, se non respira aria, nessuna mente c’è, nessun “mentare” si dà!
      Percui si può legittimamente asserire che la mente è il cibo prodotto dalla materia. E la cosiddetta “materia” è, per caso, forse meno misteriosa di ciò che chiamiamo “spirito” con la nostra piccola mente che altro non ha saputo che cogliere il termine, analogicamente si dice, nell’aria (pneuma, donde anima) e nel respiro col naso che non farebbe funzionare i polmoni senza l’aria?

      • il Matto ha detto:

        Precisazione: “tutto questo è soltanto la mente” non lo dico io ma la Maitry Upanisad.

        Anche se poi la mia esperienza personale me lo conferma.

        Da dove viene, per esempio, la gazzarra senza fine su papa si/ papa no se non dalla mente?

        Vallortigara: “non cosa, non luogo, in nessuna parte del nostro cervello e del nostro corpo:
        esattamente, anche se, aggiungo io , a-n-c-h-e nel nostro cervello e nel nostro corpo, altrimenti non ci sarebbero percezioni e quindi pensieri.

        E’ il pensiero ad essere il prodotto dalla materia cerebrale, non la mente che è dappertutto e in nessun luogo.

        Morto il corpo, muore il cervello, ma la mente vive poiché non legata al transeunte.

        “Mente” è il termine che di cui usa il Poeta:

        “Onde si puote omai vedere che è mente: che è quella fine e preziosissima parte de l’anima che è deitade”

      • il Matto ha detto:

        Precisazione: “tutto questo è soltanto la mente” non lo dico io ma la Maitry Upanisad.

        Anche se poi la mia esperienza personale me lo conferma.

        Da dove viene, per esempio, la gazzarra senza fine su papa si/ papa no se non dalla mente?

        Vallortigara: “non cosa, non luogo, in nessuna parte del nostro cervello e del nostro corpo:
        esattamente, anche se, aggiugo io , a-n-c-h-e nel nostro cervello e nel nostro corpo, altrimenti non ci sarebbero percezioni e quindi pensieri.
        E’ il pensiero ad essere il prodotto dalla materia cerebrale, non la mente che è dappertutto e in nessun luogo.

        Morto il corpo, muore il cervello, ma la mente vive poiché non legata al transeunte.

        “Mente” è il termine importantissimo di cui usa il Poeta:

        “Onde si puote omai vedere che è mente: che è quella fine e preziosissima parte de l’anima che è deitade”

      • Adriana 1 ha detto:

        No, caro Rolando,
        non è più misteriosa del mentare. Gli antichi lo sapevano bene: nel l.II dell’Odissea si parla della “farina, midollo dei forti negli otri ben cuciti.” E spesso viene citata la magica e misteriosa operazione di diventare “midollo d’ossa”. Faccenda, questa, ancora non completamente conosciuta:

        • Adriana 1 ha detto:

          EC E’ -la materia- misteriosa quanto il “mentare”.

        • Rolando ha detto:

          Difficile il comprendersi bene.
          Sono convinto senza dubbio del “misterioso” emergere del pensiero cosciente nel “mentare” tramite la complessità elettro-chimica nella meravigliosa fisicità del corpo umano.
          Di conseguenza sono altrettanto convinto di una “Mente” dell’Universo [Einstein la chiamava “Ragione”] e per questo ho accennato all’altrettanto grande “mistero” della cosiddetta realtà materiale. Delle cose tutte così come appaiono alla mente dell’individuo osservante che è in pari tempo l’osservato: soggetto ma anche oggetto. Dualità non dualismo.

        • Rolando ha detto:

          Il corpo inizia vivo e morto simultaneamente e tale evolve secondo gli “innumeri” atomi dalla Mente dell’Universo per esso stabiliti.
          E niente si annulla di ciò che è stato, è, e sarà.

          • Adriana 1 ha detto:

            Caro Rolando,
            concordo appieno. Ne accennò negli ultimi anni anche la cara Margherita Hack.
            “Dove finisce il corpo e comincia l’anima…dove termina l’anima e comincia il corpo?”( O.W.)

          • Rolando ha detto:

            Grazie Adriana 1 carissima anche quando mi ricordi questa grandissima donna, che ho avuto il piacere di incontrare, e che un mio compagno di Seminario, da vescovo, ha avuto [l’innocente -diciamo pure così-] ardire di sfidare!
            SEMPER AUDERE!

  • Balqis ha detto:

    Caro Matto, il tuo articolo è BELLISSIMO! Ci voleva, dopo giorni di cialtronerie, codici demenziali e cavilli giuridici, un volare più in alto e non, così squallidamente, raso terra! Posso andare a dormire serena e di questo ti ringrazio.
    *************** La Signora ed il suo perdurante malanimo meriterebbero una degna risposta, ma non voglio rovinarmi questo momento.

    • il Matto ha detto:

      Sono davvero contento 😊 che fra le righe del mio articoletto si sia intrufolato – certamente non per mio intervento! – un delicato soffio di Grazia che ha propiziato un tuo sereno dormire.

      Lo Spirito soffia dove (e quando) vuole.

      Ciascuno fa, o dovrebbe fare, del suo meglio per scozzonarsi (“lavora come e se tutto dipendesse da te” dice Ignazio), quindi mettersi da parte (“come se tutto dipendesse da Dio”, dice sempre Ignazio).

      Un caro saluto.

      P.S. Ti piace la parola “scozzonarsi”?😉

  • Rolando ha detto:

    Cara Adriana1, tu scrivi:
    “Quindi siamo alle solite: di quale divinità si parla? E come si può – contemporaneamente- temerla ma anche amarla, quasi fosse un buon padre?”.
    “Davanti a Dio o ci si inginocchia o si trema” dicevano i preti cattolici fino ad ieri. E si continua a ribadire anche qui. Perfetta sottomissione. Perfetto Islamismo. E non solo!
    Io penso sempre che il pensiero del saggio Crizia spieghi bene questo dualismo con la sua concezione socio-politica nel divenire della Storia e resti tuttora insuperato ed insuperabile (ΣΙΣΥΦΟΣ ΣΑΤΥΡΙΚΟΣ [9 Β., 1. SEXΤ. IX 54 ANTICA SOFISTICA – 88 CRIZIA]

    • Adriana 1 ha detto:

      Rolando,
      ti ringrazio. Grande- qui- Crizia come tutti quei Greci che ci hanno aperto le vie della conoscenza. Quanto all’altro problema, esiste una storiellina ebraica molto istruttiva. Il bambino domanda al padre se può fidarsi di lui. Il padre risponde che “deve” e, per incoraggiarlo, lo induce ad arrampicarsi su una scala di legno su cui il bimbo ha paura di salire. “Ma te la tengo io!” insiste il padre: “Dubiti dunque di me? “…Tira e molla, il figlio sale, il padre, a metà percorso, smette di sostenerla, il bimbo cade e sbatte il naso…” Questo è un insegnamento!
      – dice il genitore- se vuoi sopravvivere non devi fidarti nemmeno di tuo padre! “.

      • Adriana 1 ha detto:

        quegli antichi che procedevano- civilmente- argomentando e tenendo ben presenti- nel bene e nel male- i bisogni, le aspirazioni e i diritti sociali degli umani.

  • il Matto ha detto:

    Cara “adry-uan”, come ti ha appellato la “Signora”,

    tutto ciò che eccede il nudo è destinato ad essere bruciato.
    Tanto vale liberarsene mentre si vive questo infinitesimo lampo di vita.
    C’è che si accontenta del viaggio organizzato, ben vestito e con bagaglio appresso, e chi ne prova una noia mortale preferendo l’avventura durante la quale molla vestiti e bagagli. Sono perfettamente consapevole che questa seconda Via è per pochi. Ma c’è!
    E il Cristo Nudo lo conferma.

    • Adriana 1 ha detto:

      Caro Matto,
      esiste anche, di Michelangelo, il magnifico Cristo nudo e trionfante della Croce, censurato in seguito da un clero pruriginoso.# Per pochi…è quello che intendevo sottolineare, per i Milarepa del mondo. ##
      Adry-uan è molto carino…pare un nome da Cin-Ci-La (operetta): roba troppo gioiosa per la cupa Vestale della P. Amministrazione.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    L’uomo puramente spirituale è una astrazione da Matto!
    Guardati intorno e ragiona. Al di là dell’acqua fresca, di un po’ di terriccio, di qualche persona e qualche animale domestico e di qualche insetto infiltratosi abusivamente, in casa tua che cosa c’è di creato da Dio?. Dal vestito ai calzari, dagli stuzzicadenti al forno a microonde, dal pavimento al soffitto, dai mobili ai quadri, dai cuscini alle tende, dalla bottiglia di vino al formaggio, dal wc al didet, dal telefono al televisore, tutto è stato fatto dalle mani dell’uomo e ideato da un uomo. E lo chiami stupido?

    • il Matto ha detto:

      Caro SE,
      vedo che ti è sfuggito il 99% del contenuto dell’articolo, e usi l’1% residuo per “perdere tempo” (tue le parole) con il sottoscritto. 😂😂😂

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        Il mio commento guarda al di là del 100% del tuo articolo. Guarda alla realtà dell’esistenza umana nel suo insieme.
        Presenti come una grande scoperta il fatto che in tutti i tempi ci sono stati travasi tra culture diverse, specialmente tra autori di massime sapienziali. Che ciò sia il riflesso di interventi divini o l’effetto di pura e semplice comunicazione umana è un quesito da porsi, più che una certezza da propagandare. Lo scrivo senza aggiunta di faccine che ridono.

        • il Matto ha detto:

          “Guarda alla realtà dell’esistenza umana nel suo insieme”.

          Sicuro? Allora condividi la … realtà della Relazione Universale?

          P.S. E fammelo pure tu un sorriso!😊

        • Rolando ha detto:

          “Che ciò sia il riflesso di interventi divini o l’effetto di pura e semplice comunicazione umana è un quesito da porsi, più che una certezza da propagandare.”
          Riflesso che causa effetto. Quale sarebbe la differenza che il mortale ricava per poter disquisire sulle intenzioni divine?
          Non asseriscono i Padri conciliari che un po’ di verità del Verbo si è incarnata nei cuori di tutti i popoli della terra?
          Può l’uomo che si dice credente e fedele misurare le “misure” del Dio nei cuori umani?

    • Rolando ha detto:

      Immaginare un mondo senza coscienza è praticamente impossibile. Ma lo è altrettanto immaginare una coscienza senza mangiare i prodotti della terra.
      Cosa significa “spirito”? Qui tutti sono maestri nel dogmatizzare [vanità delle vanità!], nessuno a spiegare la storia del termine! Eppure YHWH aveva uno spirito buono ed uno spirito cattivo che gli faceva ardere la gola! E bruciava di gelosia il suo naso! Tanta documentazione biblica non vale la fantasia umana poi redenta ed illuminata! Meglio: la furbizia. Vedi Crizia!

      • Adriana 1 ha detto:

        Ap, naso, 170 volte nell’AT a proposito di Yahweh.

        • stilumcuriale emerito ha detto:

          Ap, naso, 170 volte nell’AT
          forse non ho capito io ma se vuoi dire che nell’AT viene attribuito ad Yahweh il possesso di un naso 170 volte dici una falsità. Naso ricorre in tutto 7 volte e mai si parla di naso di Yahweh. Spero proprio di aver capito male.

          • Adriana 1 ha detto:

            Caro ES,
            forse e, anche, sicuramente, non hai capito tu, e io, forse, sono stata troppo concisa:
            ” Il vocabolario connesso al campo semantico dell’ira è molto ampio. Il termine usato con più frequenza è AP, che significa sia naso che ira. (Nell’AT Il vocabolo è usato 40 volte per l’ira umana, 170 per l’ira divina.)
            Altre voci sono hemah, che significa esser caldo ( 118 volte nell’AT di cui 40 riferite all’ira di Dio).
            krh- radice che significa incandescente (92 volte) da cui deriva il sost. heron, sempre riferito all’ira di Dio.
            Link: https://www.centroinformazionebiblica.it/2020/09/06/lira-di-dio/

  • La Signora di tutti i popoli ha detto:

    Che insalata russa di sciocchezze! Dove sta il vecchio matto di “fiat mihi”?
    Altro che metanoia… noia tutta intera. Chi mi ridarà il mio tempo gettato via nella lettura di questa rumenta?
    Lei Enrico se ne impipa di tutto e tutti cosa crede che ne sarà di lei?
    Lei ha fatto del Cristo un guru! Pazzesco (o mattesco?).
    Questa volta non argomenterò, me ne frego, qui è prassi comune criticare e non spiegare il perchè e lei è uno di quelli.
    Coraggio ci sarà presto la adry-uan che con i suoi commenti le dirà come è intelligente, saggio (a no, matto, volevo dire) e da vera femmina sterile la ingannerà per farla proseguire su questa strada della sua presuntuosa, inutile perdita dell’anima per cosa… per niente di serio!
    Voto sull’articolo? In gradi kelvin siamo sul – 273, credo che sia l’esito più favorevole.

    • il Matto ha detto:

      SIGNORA (e basta, ma forse neanche “signora” data l’alta percentuale di acidità delle sue repliche),

      un consiglio: abbassi le penne! 😡😂

      • La Signora di tutti i popoli ha detto:

        Se non sono bannata riesco a volte ad esprimere il mio dissenso per ciò che leggo ma è chiaro: la colpa non è nelle parole ma di chi le scrive, e se c’è qualcosa che a volte sembra aver senso, ora lo so bene: non è quello giusto perchè l’origine è in errore.
        Anche Bergoglio, quando dice qualcosa, magari di bello o giusto dottrinalmente (spesso non suo,) lui stesso sembra a prima vista un osservante puro ma di fatto non lo è.
        Quando mi viene proposto un testo sia anche il più santo, se solo in copertina c’è la foto di Bergoglio tutta la santità viene corrotta così tanto che da quel testo deriveranno solo “opere morte”.
        Analogamente per i suoi belli articoli: il vero problema è che il suo “male” si ripercuote sulle cose che sono pubblicate, e questa estensione è sottoposta ai lettori presi dapprima dalla falsa serietà degli argomenti. Quello che ai lettori, all’inizio sfugge è il motivo e il fine dietro al falso oggetto del discorso, un motivo che tutti
        per grazia poi sentono come anticristiano e gravemente pericoloso per l’anima. Poi affianco a lei ci sono le lodi sperticate e anche le false e ridicole critiche compiacenti, feline direi, che però spingono e vogliono corrompere e guastare il lettore e lo fanno con gusto diabolico. La responsabilità è anche di quelle persone.
        Poi certamente la responsabiltà è anche di chi legge e non dice “basta” ma cade nel tranello dei commenti, invece di trattare l’autore come quello che è: un troll la cui morte è nella sua acqua di cottura: la più completa indifferenza a ciò che dice.
        Comunque chi legge, se all’inizio lo fa ingenuamente, poi è sempre più consapevole della devianza dei fini: anche io. Ma la mia colpa è giustificata almeno dalla speranza di una conversione, e credo che in molti qui l’abbiano sperata. Ma lei, benchè ne sia spessissimo oggetto, non merita neanche la carità benchè sia dovuta a tutti quelli che abbiano un’anima… ma già lei “se ne impipa”!
        Quanto alla “corda” spero che si ricordi l’uso che ne fece il tizio di Keriot… il suo uso senza la fede porta a fare degli insaccati piuttosto pesanti e tossici.

        • Rolando ha detto:

          Caspitina! Come va giù pesante la SIGNORA DI TUTTI I POPOLI!…. Sembra la rediviva Aserath , compagna di EL YHWH, uscire da un codice ancora ignoto dell’AT.
          Mi sembra che con più s’infuria di furore divino più sprona a ribellarsi.
          SEMPER AUDERE!

          • La Signora di tutti i popoli ha detto:

            Memento Audere Semper?

            ROLANDO, se lei non fosse il mio preferito, assieme col matto da legare, sempre destinatari di qualche mia piccola (ma quanto utile?) preghiera, il prossimo sulla lista sarebbe lei. Ma ne esco sempre perdente perchè voler bene, amare, anche se ti porta in Paradiso te la fa pagare su questa terra.
            Ma secondo lei, Rolando, trattenersi molto e solo dichiarare che questo articolo è a dir poco “nna monnezza” potrebbe dare qualche incertezza a chi legge o delle conferme? Basterebbe leggere i post!

            Lo so, argomentare e spiegare le mie eccezioni, come sempre ho fatto in passato sarebbe meglio ma, ci si metta al mio posto: quando lo facevo e mi si augurava la morte (vedansi le delibere del C.R.E.P.A) oppure si riceveva chi se ne “inpipa”? Il Matto infatti scrive e riscrive fiumi di caxzate (solo una ics per rendere l’idea e troppe poche zeta, che la renderebbero invece benissimo) ma, lo psicopatico, ha mai letto o fatto una obiezione seria e motivata a quello che gli ho replicato negli ultimi mesi, a parte l’ironia stupida? Ironia poco da me ricompensata col saggio sugli “effetti” della cicuta?
            Se continuerà(nno) così, se non sarò bannata, e mi costringerà(nno) a farlo, potrei mettermi di guzzo buono.
            Voglio bene a tanti qui, e sinceramente, ma tutto ha un limite perchè mi avete rotta!
            Un abbraccio fraterno ed uno ancor più grande e forte a Balqis, che sono sicura capirà.

          • Adriana 1 ha detto:

            Caro Rolando,
            a te una buona giornata. Eusébeia: quale parola intensa hai pronunciato! Parola ricca di buoni significati, buoni pensieri, buone disposizioni fisiche e morali… Un termine che non udivo da tempo, e “che per il lungo silenzio parea fioco”. Un raggio di luce. Ancora grazie.
            (posto qui, a motivo della solita mancanza di rispondi).

          • Rolando ha detto:

            Cara SIGNORA DI TUTTI I POPOLI, non posso tacere, debbo proprio rinproverarla con la più grande delicatezza possibile! Lei scrive: “sempre destinatari di qualche mia piccola (ma quanto utile?) preghiera”.
            Sia ringraziato e benedetto il Dio di ogni consolazione che ci consola in ogni nostra tribolazione, Lui il Dio delle misericordie! Innanzitutto questo. Poi, gentile SIGNORA DI TUTTI I POPOLI, lei con la sua preghiera ha riscattato e riscatta il termine “cattolico” della sua Fede perché “A YHWH la Terra come la totalità di Universo [Tevel] e abitanti [katoikountes da cui cattolico] in esso”.
            Ma quel tragico “ma” di “ma quanto utile?”!!!. Le parentesi addirittura aggravano la portata del pensiero che vorrebbe esser buono e sincero. Ed in sé lo è.
            L’Utilità è il Dio dell’Universo, il Padre universale, e nessuna lacrima sarà sparsa invano. È Lui che opera sempre. Il concetto di “creazione” non è un concetto d’inizio di chicchessia, ma un atto divino permanente della Sua Divina Utilità. Se gli uomini conoscessero l’universale valore della preghiera ( non delle discussioni su cos’è la preghiera!) che affonda radici comuni nella Natura stessa che geme e piange… non solo non ci sarebbero guerre, ma le stesse incomprensioni s’acquieterebbero in una poesia di Piacere e Bellezza. Com’è vero che l’Amore tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto osa. Senza se, senza ma. Chi dice ma, il cuore in pace non ha. Che il buon Dio Uno e Tutto gli faccia capire che sta pregando una preghiera.

          • Rolando ha detto:

            Buona giornata anche a te Adriana 1 ed a tutti.
            Questa mattina, uscito di casa, mi ha colto di sorpresa un ragno che aveva tessuto una lunga ragnatela tra un olivo ed un altro. Gli ho detto: “Ma che fai tu qui?”. E lui mi ha risposto: “esattamente quello che stai facendo tu che tenti di passarmi sotto: tesso la mia tela”. Allora capii che il ragno, gli olivi, i vicini cipressi ed il sole una gentil pietà avean di me e tutto quel mormorio si fe’ parole: “Un pover’uom tu sei!”.
            Ma che bello e che piacere sentirselo mormorare dall’ineffabile Natura!

        • il Matto ha detto:

          💥💥💥💥💥💥💥
          👹👹👹👹👹👹👹
          🎃🎃🎃🎃🎃🎃🎃
          🚑🚑🚑🚑🚑🚑🚑

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Rispondo alla nuora perchè il suocero intenda.
      Affidandoci alla fantasia possiamo arrivare alle conclusioni più astruse. Ad esempio potremmo arrivare a pensare che il Creatore è un poveraccio che ha sbagliato tutto e che con certi uomini sta facendo degli esperimenti per vedere dove, se lasciata a briglie sciolte (vedi libero arbitrio) , una creatura animale può andare a finire.

      • il Matto ha detto:

        Il Creatore non è “un poveraccio che ha sbagliato tutto “, ma certamente non aveva in mente il libero arbitrio, che non esiste laddove vigono regole obbligatorie.

        “Se mangi la mela, morirai”: di quale libertà si va fantasticando?

      • Rolando ha detto:

        Dire che il Factorem coeli et terrae ha sbagliato tutto è semplicemente un assurdo come lo è altrettanto pensar di “conoscere”, “individuare” Chi/Cosa è da parte dell’uomo.

    • Rolando ha detto:

      -273,15°C la vita si ferma, ma non si annulla!
      “Lei ha fatto del Cristo un guru! Pazzesco (o mattesco?).”
      Semplicemente realistico! Cristo non è un nome. Esprime Semplicemente una funzione che viene attribuita ad un nome “Gesù” così come a tanti altri nomi della Storia universale.
      Cara Signora, la “sua” verità, quella che fa “sua” è solo sua e di nessun altro.
      Non metta limiti alla Divina Provvidenza. Farlo potrebbe essere semplicemente arrogante empietà.

    • Adriana1 ha detto:

      Scommessa persa, umile Signora. Non Scommetta mai…neppure di andare in Paradiso. Potrebbe sbagliarsi anche là.

    • Adriana1 ha detto:

      Ancora una cosa, dolcissima Signora: che intende per “femmina sterile”? Sa…devo spiegarlo ai miei nipotini.

  • Rolando ha detto:

    Interessante davvero.
    Mi sembra di poter sintetizzare così: Dio [qualunque realtà sia] parla la medesima lingua in ogni luogo e tempo. L’uomo, ciascun uomo la intende secondo la propria. Lo dice anche il salmo 62,12.
    Dio dice ad Abramo la medesima parola detta ad ogni altro umano nella Storia della memoria.

    • il Matto ha detto:

      Interessante anche la tua risposta.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Salvo errori il versetto Sl 62,12 recita:
      Una parola ha detto Dio,
      due ne ho udite:
      il potere appartiene a Dio,
      tua, Signore, è la grazia;
      Sinceramente, non ho compreso il senso della tua interpretazione.

      • Rolando ha detto:

        Letteralmente. “UNA ha-detto ELOHIM, due-che ho udito: che forza a-ELOHIM” .
        Il salmista chiaramente dice che gli ELOHIM ha detto (3za persona maschile singolare) una sola parola o cosa implicita nella terza persona maschile singolare del verbo stesso usato, contrapposto all’io della prima persona del salmista che ne intende od ode due.
        Il senso letterale è molto chiaro. L’ELOHIM è forte, il salmista stesso in quanto uomo può equivocare.
        E poi il 13: “E a te Aton-mio [Adonay] amore, perché tu ricambi l’uomo secondo l’opera sua”. L’uomo opera in conseguenza del proprio equivocare.

      • Rolando ha detto:

        Anche in Giobbe 33,14 troviamo lo stesso concetto del salmo 62,12.
        “Poiché in una parlerà EL e in due [l’uomo] non scorgerà essa”.
        Sembra che EL e l’uomo non si capiscano perché il secondo equivoca.

        • stilumcuriale emerito ha detto:

          E allora tanto vale che andiamo a coltivare le patate. Anzi, no! che ce ne stiamo tutto il giorno in panciolle a contemplare il vuoto!

          • il Matto ha detto:

            “Contemplare il vuoto”.

            Esattissimamente!

            Ciò che dici con ironia (quindi non sapendo) è il più alto grado di possibilità per l’uomo!

          • il Matto ha detto:

            “Contemplare il vuoto”.

            Esattissimamente!

            Ciò che dici con ironia (quindi non sapendo) è il più alto grado di possibilità per l’uomo!

          • Rolando ha detto:

            Non ho mai visto un “vuoto”. Dio tutto riempie di sé nelle sue infinite, bellissime ed incantevoli forme.
            Chiedilo alla sublime poesia del grande Virgilio nelle sue Georgiche e Bucoliche e non solo. Se non hai scoiattoli da contemplare. Per poterli contemplare di più sono ricorso alle noccioline. Non ti saprei descrivere quanto piacere e quanta bellezza e quanta eusebeia al Mistero del Dio che mi avvolge ed entusiasma. Sursum corda!

      • il Matto ha detto:

        Il senso ce lo hai sotto gli occhi: UN Vangelo, dunque UNA Parola e due, duecento, duemila interpretazioni.
        UN Diritto canonico e due, duecento, duemila interpretazioni.

        … UN papa e DUE papi ciascuno con la sua fazione dietro.

        O no?

        • Rolando ha detto:

          ” UN Vangelo “. ?
          Una Verità, intendevi dire?
          Beh, se intendi Verità. Non ti so rispondere. Quid est veritas? Non sono “senza dimenticanza”(= aletheia/ verità). Possiedo dimenticanza. Sono nudo crudo.
          Se intendi i vangeli scritti…..superano i 10.000 abbondantemente e per…. divergenze…. solo quelli che si vorrebbero vedere in quattro come i punti cardinali . E solo tra greco e latino. Mentre si vuol documetare di uno che parlava un dialetto aramaico…
          Senza contare ovviamente gli apocrifi che riguardano sempre lo stesso Cristo…. cioè la stessa persona storica che avrebbe assolto questa funzione, astrazione….

  • Adriana 1 ha detto:

    Caro Matto,
    tu sai che- di solito- io sto dalla tua parte…però un diavoletto polemico mi fa notare che- allora- gli Eletti devono sforzarsi di diventare simili ai gatti della razza Sphinx, desolatamente, ma preziosamente nudi…
    In Deut.4, 24 e 5, 26 Dio brucia (come Agni) ed è pericoloso avvicinarGlisi…ma anche Zeus- nella sua Gloria- era pericolosissimo da osservare: ne fece le spese Semele che bruciò di colpo completamente, non limitandosi il Dio a bruciarle la faccia come fece con Mosè.
    Quindi siamo alle solite: di quale divinità si parla? E come si può
    – contemporaneamente- temerla ma anche amarla, quasi fosse un buon padre? Non ci troviamo di fronte ad un ostacolo dovuto ad un dualismo da “scritture” ( filosofiche o religiose), bensì a quello dell’ istinto. E… perchè condannare l’istinto?