Israele. Molestie ai Cristiani a Gerusalemme: «Attacchi in Crescita, basta Silenzio». Avvenire.
6 Giugno 2024
Tombe profanate al cimitero anglicano a Gerusalemme
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo pubblicato da Avvenire, che ringraziamo per la cortesia. Buona lettura e condivisione.
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Israele. Molestie ai cristiani a Gerusalemme: «Attacchi in crescita, basta silenzio»
Luca Geronico
È una fotografia degli “Attacchi ai cristiani in Israele e a Gerusaleme Est” il report pubblicato ieri dal “Rossing center for education and dialogue” di Gerusalemme. «Se violenze del genere sono presenti da anni, il 2023 ha segnato un cambio di passo rispetto a un problema di lungo termine», dichiara Federica Sasso curatrice della ricerca.
L’anno scorso, infatti, sono stati 7 gli episodi di violenze fisiche contro religiosi o semplici fedeli cristiani quasi tutti a Gerusalemme, 7 i casi di molestie verbali e una trentina i casi di sputi contro religiosi cristiani. «La profanazione delle tombe di un cimitero anglicano il primo gennaio 2023 esemplifica una preoccupante tendenza all’aumento degli attacchi, compresi gli sputi», si legge nell’introduzione del Rossing center, organizzazione da anni impegnata nel dialogo interreligioso e nel peacebuilding, e che l’anno scorso ha lanciato una “Advocacy and education initiative” in risposta alle crescenti molestie contro i cristiani a Gerusalemme e in altre parti di Israele. Tutto questo è parte del programma “Gerusalemme centro per le relazioni ebraico-cristiane”: obiettivo una migliore comprensione delle relazioni interreligiose nel contesto particolare della Terra Santa.
Il rapporto è nato in primo luogo dalla necessità di raccogliere i dati, sinora parziali e frammentati, del fenomeno: «Il contesto del conflitto israelo-palestinese, associato con sovrapponibili identità religiose e nazionali, complica la comprensione di questi episodi come esclusivamente attacchi contro l’identità cristiana», afferma il rapporto. In Israele, dove i cristiani sono in minoranza, rispetto al contesto occidentale dove la comunità ebraica ha vissuto nei secoli «come minoranza, soggetta a discriminazioni, persecuzioni e conversioni forzate ,si instaurano relazioni speciali che portano il vissuto storico degli ebrei in Occidente», spiega Federica Sasso. Da qui lo sforzo di costruire «relazioni corrette» fra le due comunità attraverso un programma educativo.
Ma, tornando agli episodi di intolleranza, «i circa 90 episodi che abbiamo monitorato non sono che la punta dell’iceberg di un fenomeno molto più vasto», prosegue la curatrice del rapporto. Colpiti in particolare nel 2023 gli armeni nella città vecchia e il monastero polacco a Gerusalemme.
Le vittime di questi gesti di intimidazione, in particolare degli sputi contro le persone o per terra al passaggio di un cristiano, «sono spesso inconsapevoli dei rimedi legali e vi è una prevalente tendenza ad accettare questi gesti in spirito di umiltà», afferma il rapporto. Il Rossing Center propone, oltre che sensibilizzare sulla situazione agenti di polizia, autorità, media e diplomatici, di avere «due incaricati ufficiali» uno per il governo, l’altro per la municipalità, come riferimento chiaro per le diverse leadership ecclesiali.
Un fenomeno che, dopo il 7 ottobre, si è interrotto a causa della guerra a Gaza, senza che al momento ci siano segnali su come questa situazione possa evolvere rispetto a un quadro sociale certamente critico.
Quali, secondo il Rossing Center, le ragioni di questi attacchi? «Per quanto riguarda l’identità degli assalitori, i dati mostrano che la maggioranza degli autori sono individui ebrei, soprattutto giovani uomini identificabili con religiosi sionisti e con posizioni ultra-nazionaliste». Molestie, sottolinea il rapporto, che «non sono normative, e la maggioranza degli individui, a prescindere dalla loro visione sulla cristianità e sulle altre minoranze religiose, non partecipa a queste azioni».
Fondamentale quindi, per disinnescare queste pratiche di intolleranza, chiedere una condanna delle autorità statali e religiose, il coinvolgimento delle comunità, dei media, e della comunità internazionale.
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Tag: attacchi, cristiani, gerusalemme, israele
Categoria: Generale
Finché odieranno Cristo e il Cristianesimo, gli ebrei saranno un popolo senza pace. La smettano con la dura cervice di biblica memoria e si convertano all’unica vera fede. Preghiamo per questo.
Il tema dell’educazione è fondamentale in generale e in Israele in particolare. Anni fa il Presidente della Repubblica israeliana Rivlin, con lucidità anticipatrice, ha evidenziato, riferendosi alle bibliche 12 tribù, come, nel suo Paese, ormai di tribù ne esistessero 4, determinate dai 4 differenti sistemi educativi ufficiali: quello statale (mamlachtì), quello statale religioso (mamlachtì datì), quello degli ultraortodossi (charedim) e infine quello arabo israeliano. Il mamlachtì e il mamlachtì datì seguono un programma didattico standard e completo con la differenza che il secondo è combinato anche a studi religiosi con più ore di materie ad hoc. Quello arabo, gestito dal Ministero dell’Istruzione in collaborazione con organizzazioni arabe, segue un curriculum nazionale adattato alle esigenze della popolazione araba di Israele. E poi ci sono. specie nella Cisgiordania degli insediamenti, numerose le scuole ultraortodosse private, spesso gestite da veri e propri fanatici, che si concentrano esclusivamente o quasi su studi religiosi (poi vanno a fare gli esami da privatisti nelle scuole ufficiali dei charedim.
Nel corso degli ultimi venti anni (ad esclusione di un solo anno in cui Bennet è stato Primo Ministro), la politica di Netanyahu sulla scuola ed i relativi finanziamenti statali, decisamente sbilanciati verso le scuole religiose, hanno suscitato dibattiti intensi e polarizzati all’interno del Paese. La situazione attuale viene “da lontano” ed è figlia di politiche di lungo periodo, che vanno purtroppo inquadrate nella volontà, non esplicitata ma reale, di boicottare gli accordi di Oslo (che pure Israele aveva firmato) e la speranza di uno Stato palestinese con il quale cooperare in pace una volta trascorso il tempo necessario (almeno una generazione) a “dimenticare” le ferite reciprocamente inflitte. Una prospettiva, questa, che oggi appare lontanissima, coinvolgendo anche i cristiani (i cristiani armeni sono solo a Gerusalemme, gli altri sono prevalentemente arabi), dell’area in una spirale di odio e dolore che non lascia alcuna speranza per nessuno.
“Se non si rimettono gli ebrei al posto loro – scriveva La Civiltà Cattolica – CON LEGGI umane e cristiane sì, ma DI ECCEZIONE, che tolgano loro l’uguaglianza civile, a cui non hanno diritto (…) non si farà nulla o si farà ben poco. Data la (…) lor natura di stranieri in ogni paese, di nemici della gente di ogni Paese che li sopporta, e di società separata sempre dalle società colle quali convivono: data la morale del Talmud che seguono, e dato IL DOGMA FONDAMENTALE DELLA LORO RELIGIONE, CHE LI SPRONA A IMPADRONIRSI, CON QUALSIASI MEZZO, DEL BENE DI TUTTI I POPOLI (…): dato che, l’esperienza (…) dimostra, che la parità dei diritti coi cristiani (…) ha per effetto o l’oppressione dei cristiani (…) o l’eccidio degli ebrei da parte dei cristiani, ne scende di conseguenza, che il solo modo di accordare il soggiorno degli ebrei col diritto dei cristiani, è quello di regolarlo con leggi tali, che al tempo stesso impediscano agli ebrei di offendere il bene dei cristiani, ed ai cristiani quello degli ebrei” (La Civiltà Cattolica, 1890, serie XIV, vol. 8, citata in R. Piperno, L’Antisemitismo moderno, Cappelli, Rocca San Casciano, 1964, pagg. 139, 140).
Forse qualcuno comincerà finalmente percepire… cosa si annidi in popolo e religione che si autoproclama fin da notte dei tempi… “popolo eletto da Dio”…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Forse qualcuno comincerà finalmente percepire… cosa si annidi in popolo e religione che si autoproclama fin da notte dei tempi… “popolo eletto da Dio”!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Tra gli ebrei non le permettono neppure di vivere, figuriamoci di insegnare quello che lei dice! Tra gli islamici, idem. Siamo noi che permettiamo ai nemici di Cristo di dettar legge a casa nostra e di farsi beffe persino dei nostri principi e delle nostre convinzioni.
D’accordo su tutto il fronte. 👏👏
Certo , educare alla pace i piccoli e’ una strada che si deve cercare di percorrere.
Ma mi permetto di farvi notare che nelle scuole di Gaza, anche quelle gestite dalle nazioni unite si insegna l”odio antiebraico. Òvvero , forse in primo luogo , si dovrebbe fare in modo che i libri di testo , magari forniti dalle naziono unite, cioe’ a carico di tutti noi, non educhino i piccoli all’odio. Molti cristiani , evidentemente non consapevoli del fatto che, primi ministri islamici quali Erdogan trasformino le chiese come Santa Sofia o San Salvatore in Chora , cristiani viventi o abitanti in Israele hanno la pessima abitudìne di indossare la kefia. E” come sventolare un panno rosso davanti al toro.
La maggior parte dei cristiani in Israele sono arabi israeliani. Per questo indossano la kefiah. Anche a Betlemme, che non fa parte dello Stato di Israele ed è amministrata dall’Anp, la comunità di arabi cristiani è numerosa ed indossa la kefiah, cosa abbastanza comune da quelle parti.