Fiore (di Radici Cattoliche…) a Sorpresa in Irlanda. Bernardino Montejano.

31 Maggio 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, il prof. Bernardino Montejano, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni su il cattolicesimo e l’Irlanda. Buona lettura e condivisione.

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FIORE A SORPRESA IN IRLANDA

Alla fine del 2015 è uscito l’ultimo numero (6) della rivista “Centurión” e in esso è stato pubblicato un articolo, del nostro caro amico Patricio 0’Gorman, intitolato “Il cattolicesimo in Irlanda oggi”.

In esso, ci racconta della sua visita in quel paese nell’agosto 2014 e dice che “da bambino mi hanno instillato che gli irlandesi erano caratterizzati dal loro amore per Dio e per il loro paese”. Le cose però stavano cambiando in peggio e durante il suo soggiorno notò in diverse pubblicazioni la difesa di un nuovo “benessere”, dovuto anche all’essersi liberato dall’“oppressione religiosa”.

Ha potuto constatare che “le conseguenze degli abusi sessuali commessi dal clero – per gli irlandesi sono lungi dall’essere risolte – hanno ferito profondamente l’autorità ecclesiastica”.

Ha notato una netta differenza tra Dublino e le altre città visitate. Nella capitale “le chiese sono chiuse gran parte della giornata, aperte solo per la messa quotidiana, quando ce n’è una”. Inoltre, anche se può sembrare incredibile, commenta che è molto più facile assistere alla messa a Buenos Aires che a Dublino, dove meno del 5% dei cattolici partecipa alla celebrazione domenicale.

Con riferimento alle vocazioni sacerdotali, quella città, che vent’anni fa ne contava 200, nel 2013 ne contava solo due.

Per fortuna all’interno il panorama è diverso; Visitò cinque città e paesi più piccoli e in tutti quei luoghi poté constatare che “la partecipazione alla messa era notevolmente più alta che a Dublino” e trovò “un’altra devozione e un altro rispetto. “Nella maggior parte delle chiese si celebrano messe mattutine e pomeridiane.”

In questo contesto, non si è sorpreso del risultato del referendum sul “matrimonio gay”, dove il sì ha trionfato con il 62% dei voti.

L’articolo si conclude così: “C’è da sperare che nel prossimo futuro gli irlandesi guariscano dalle ferite causate dalla condotta indecorosa di alcuni preti e laici cattolici; che allo stesso tempo sappiano valorizzare tutto il bene che hanno ricevuto dalla Chiesa nella trasmissione della fede e nella loro cultura. Che l’ordine naturale sia ristabilito nella società civile nello stesso tempo in cui San Patrizio, il suo Santo Patrono, illumini i suoi vescovi e sacerdoti affinché sappiano trasmettere il Vangelo ed essere un esempio per il parrocchiano”.

Ma gli anni sono passati e la distruzione sociale è continuata nel 2015 con la ridefinizione del matrimonio e nel 2018, con la legalizzazione dell’aborto. Sulla rivista “Cristiandad” di Barcellona, ​​aprile 2024, n°1113, in un articolo di Jorge Soley intitolato “Un colpo alla riforma costituzionale dell’Irlanda”, la classe politica irlandese viene denunciata come “in aperta guerra con il passato Cattolico nel paese”, dedica tutti i suoi sforzi a trasformare l’Irlanda in uno dei paesi più ostili al cristianesimo.

Pensare che è lo stesso Paese che nel XX secolo (1937) aveva scritto il meraviglioso preambolo della sua Costituzione che così recita: “Nel nome della Santissima Trinità, dalla quale deriva ogni autorità e alla quale quanto nostro fine, tutte le azioni degli uomini e degli Stati devono fare riferimento, noi, popolo d’Irlanda, riconoscendo tutti i nostri obblighi verso il Divino Signore Gesù Cristo, che ha sostenuto i nostri padri attraverso secoli di prove, ricordando con gratitudine la loro eroica e instancabile lotta per riconquistare la legittima indipendenza della nostra Nazione e cercando di promuovere il bene comune con la dovuta osservanza della prudenza, della giustizia e della carità, affinché sia ​​assicurata la libertà e la dignità della persona, stabilendo un vero ordine sociale, restaurando l’unità nazionale e stabilendo l’armonia con le altre nazioni, noi adottare, stabilire e darci questa Costituzione”.

Qualcosa è rimasto di quanto proclamato e quindi è comprensibile quello che è successo quest’anno, quando, certo di una vittoria schiacciante, il governo, con il sostegno dei media, delle lobby e dei gruppi femministi, ha tentato di riformulare il concetto di famiglia tradizionale e ha chiamato per un referendum per riformare la costituzione con due emendamenti. La proposta di sostituire il riferimento alla “famiglia basata sul matrimonio” con “altre relazioni a lungo termine” è stata respinta dal 68% degli elettori. La riforma dell’articolo relativo al lavoro domestico delle donne, riformulato in termini neutri rispetto al genere, è stata invece respinta con il 74% dei voti.

Gli irlandesi si stanno svegliando dopo un sonno lungo e pesante e questo è un fiore di sorpresa che dovremmo festeggiare. Ancor di più quando i musulmani irlandesi hanno sostenuto il sì, perché hanno visto nell’ambiguità della proposta una porta aperta alla poligamia. Fu una battaglia di Davide contro Golia. Gli irlandesi hanno detto no con forza alle proposte di scioglimento. Congratulazioni.

Buenos Aires, 29 maggio 2024.

Bernardino Montejano

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