Lo Strano caso del Salmo XXII, e il Minestrone della Versione CEI 2008. Investigatore Biblico.

21 Maggio 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo di Investigatore Biblico, che ringraziamo di cuore. Buona lettura e condivisione.

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Indizio n.187 Bibbia CEI 2008: “La strano caso del Salmo 22. In passato i traduttori si sono rifatti alla Bibbia dei LXX o al testo Masoretico. CEI 2008, invece, fa un minestrone.”  

 

In questo articolo analizziamo un caso veramente strano.

Forse, uno dei più intricati che mi sia mai capitato in questi anni di indagine.

Ho impiegato del tempo per trovare la soluzione, ma grazie a Dio ci sono riuscito.

Seguitemi attentamente (cercherò di essere il più breve possibile).

Il caso di oggi è una vera e propria bomba, che dimostra la poca serietà dei neo-traduttori 2008.

Andiamo subito al versetto.

CEI 1974: “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato? Tu sei lontano dalla mia salvezza: sono le parole del mio lamento” (Sal 22,2)

Vulgata: “Deus, Deus meus, respice in me : quare me dereliquisti ?

longe a salute mea verba delictorum meorum” (Sal 22,2)

Ricciotti: “Dio, Dio mio, guarda a me: perché m’hai abbandonato? Lungi dalla mia salvezza stan le voci de’ miei falli!” (Sal 22,2)

Martini: “Dio, Dio mio, volgiti a me; perché mi hai tu abbandonato? la voce de’ miei delitti allontana la mia salute da me” (Sal 22,2)

CEI 2008: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Lontane dalla mia salvezza le parole del mio grido” (Sal 22,2)

Avete notato? Questa volta ci sono differenze anche tra le varie traduzioni, al netto della CEI 2008, che per il momento tralasciamo.

La differenza tra CEI 74 e Vulgata, Ricciotti e Martini (che sono simili) dipende da questo: mentre Vulgata, Ricciotti e Martini sono rimasti fedeli in questo caso alla Bibbia dei LXX (la traduzione della Vulgata in questo caso è letterale a quella dei LXX- che non sto qui a riportare), la CEI 74 ha optato per il Testo Masoretico, che appunto così riporta:

“Eli, Eli lamah ‘azavtani? Rachoq mishu’ati divre sh’agati” (Sal 22,2), che tradotto letteralmente significa: “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato? Tu sei lontano dalla mia salvezza: sono le parole del mio grido”.

Altre 2 possibili traduzioni posso essere:

“Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato lontano dalla mia salvezza? Sono le parole del mio grido”

Oppure

“Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato e sei lontano dal portarmi salvezza, le parole del mio grido”.

“Sha’agati” può significare o grido o lamento.

Ora, le traduzioni possibili in questo caso possono essere 2. O quella della LXX, riportata dalla Vulgata, Ricciotti e Martini, oppure quella del Testo Masoretico riportata dalla CEI 1974.

Ma…la traduzione di CEI 2008?

Posso immaginare che la premessa sia stata: ‘ci troviamo tra 2 vie, tra 2 possibili traduzioni. Sai cosa facciamo? Diventiamo originali. Facciamo un bel mix di entrambe e traduciamo così’:

“Lontane dalla mia salvezza le parole del mio grido”.

Pescando un po’ dal testo Masoretico e un po’ dalla LXX.

La frase, tuttavia, non ha alcun senso.

Rifletteteci bene, e ponetevi la sana, spontanea e semplice domanda:

Cosa caspita vuol dire in Italiano “Lontane dalla mia salvezza le parole del mio grido”?!

Passo e chiudo.

Investigatore Biblico

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7 commenti

  • Rolando ha detto:

    Il grido di Israele verso il suo ELOHIM era sempre speranza di sicuro soccorso e di salvezza come chiaramente insegna il salmo 78 versetto 35.
    Le traduzioni sono molto spesso tradimenti del senso del pensiero originale a cominciare dalla traduzione del testo ebraico originale della LXX degli alessandrini per la loro famosa biblioteca.
    A cominciare dalla traduzione-tradimento di ELOHIM con il Theoi e YHWH con Kyrios della cultura della religiosità pagana greca.
    Non meraviglia il pasticcio in italiano della CEI.
    Comunque Gesù certamente non conosceva il testo massoretico! E non risulta neppure che in croce le abbia proferite in greco. Stando ai sinottici pronuncia termini di inizio salmo, stando a Giovanni il concetto conclusivo del medesimo salmo: l’opera è compiuta.
    Ma va bene tutto ciò che va bene alla CEI.
    È Lei la sede della retta docenza per i fedeli. Senso o non senso.

  • Tonino T ha detto:

    Non so se può essere utile, ma ho trovato altre traduzioni, dove al posto della parola grido e lamento c’è la parola gemito, inoltre c’è la parola liberarmi o soccorrermi, al posto di salvezza.

    Diodati:
    Salmi 22:1
    <>
    DIO mio, Dio mio, perchè mi hai lasciato? Perchè stai lontano dalla mia salute, e dalle parole del mio ruggire?

    Nuova Diodati:
    Salmi 22:1
    Le sofferenze del Messia a cui fa seguito il suo trionfo
    [Al maestro del coro. Sul motivo: “La cerva dell’aurora”. Salmo di Davide.] Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Perché sei così lontano e non vieni a liberarmi, dando ascolto alle parole del mio gemito?

    Riveduta:
    Salmi 22:1
    Per il Capo de’ musici. Su ‘Cerva dell’aurora’. Salmo di Davide.
    Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
    Perché te ne stai lontano, senza soccorrermi,
    senza dare ascolto alle parole del mio gemito?

    Riveduta 2020:
    Salmi 22:1
    Per il Maestro del coro. Su “Cerva dell’aurora”. Salmo di Davide.
    Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
    Perché te ne stai lontano, senza soccorrermi,
    senza dare ascolto alle parole del mio gemito?

    Nuova Riveduta:
    Salmi 22:1
    Le sofferenze e la gloria del Salvatore
    Sl 69; Is 53 (Mt 27; Lu 23; Gv 19)
    Al direttore del coro. Su «Cerva dell’aurora». Salmo di Davide.
    Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
    Te ne stai lontano, senza soccorrermi, senza dare ascolto alle parole del mio gemito!

  • Gabriele ha detto:

    “Lontane dalla mia salvezza le parole del mio grido”: “la frase non ha alcun senso”, sentenzia il nostro Investigatore. Purtroppo per lui, ci sono dei suoi affermati colleghi biblisti con nome e cognome, che traducono allo stesso modo di Cei08. “Cosa caspita vuol dire in italiano (quella frase)?” si chiede allarmato il nostro detective: per ottenere la risposta, gli sarebbe bastato consultare la Bibbia Via Verità e Vita (Edizioni San Paolo), ove si spiega che “si deve probabilmente intendere “mia salvezza” come appellativo per Dio”. Mia salvezza=Dio, quindi il senso della frase è: lontano da Dio sono le parole del mio grido; il che si collega ai versetti precedente e successivo: “mi hai abbandonato… non rispondi”. Dio è (almeno apparentemente) lontano dal salmista che lo invoca. Traduzioni quasi identiche a quella di Cei08 si trovano nella Concordata Mondadori 1968: “lungi dalla mia salvezza sono le parole del mio lamento”; nella Bibbia Einaudi: “lontano dalla mia salvezza sono le parole del mio ruggito”; nella Bibbia Paoline 2013 (revisione di quella del 1989): “tieni lontane dalla mia salvezza le parole del mio lamento” (qui il traduttore è Angelo Lancellotti, già professore di filologia biblico-orientale presso lo Studio Teologico Francescano di Assisi e lo Studio Biblico Francescano di Gerusalemme). Ma è la prestigiosissima Bibbia TOB, a tagliare la testa al toro: sebbene nel testo traduca “per quanto mi affanni a ruggire, la mia salvezza resta lontana”, la nota esplicativa recita così: “letteralmente: lontano dalla mia salvezza le parole dei miei ruggiti; greco: …le parole delle mie colpe”. Abbiamo dunque un’ampia messe di testimonianze a favore della bontà della traduzione di Cei08; se proprio vogliamo farle un appunto, possiamo dire che Cei08 avrebbe potuto anch’essa inserire nella frase il verbo “sono”, che è comunque facilmente comprensibile essere sottinteso, oppure “tieni” come proposto dal Lancellotti. La traduzione di Cei08 è comunque, come al solito, una delle soluzioni possibili e legittime, almeno stando agli studiosi su elencati; ora, io non ho competenze particolari per giudicare se abbia ragione il nostro Investigatore a dire che la frase di Cei08 non ha alcun senso, o i libri da me consultati, che dicono invece che il senso ce l’ha: ma tra un anonimo blogger e i biblisti di chiara fama che hanno tradotto e commentato prestigiose edizioni della Bibbia, è senz’altro su questi ultimi che preferisco fare affidamento.

    • Tonino T ha detto:

      Fosse stato un grido, o un lamento o u gemito, sarebbe stato comunque un azione santa e un compimento della volontà Divina. Pertanto se proprio si volesse attribuire un senso potrebbe essere a mio parere, quello che il Messia nostro Signore e Salvatore non cerca la salvezza corporale, ma che geme e patisce fino in fondo per continuare ad accettare di compiere tutto, così come quando nel getsemani disse che se doveva passare questo calice, passasse non come volesse Lui, ma come volesse il Padre Nostro che è nei cieli, a Redenzione del genere umano. Forse il termine “ruggire” indica proprio questa Sua determinazione o lotta interiore a compiere tutto fino in fondo per amore. Nemmeno io ho competenze quindi è solo una mia opinione attuale.

    • Rolando ha detto:

      Certo che si deve intendere ELOHIM con “mia Salvezza”, ma peggio di peggio allora interpretare “le parole del mio grido” come lontane dalla Salvezza: contraddice apertamente il salmo 78,35. Memoria del popolo della bibbia! Contraddice la memoria storica.

    • Mario ha detto:

      Il testo della traduzione biblica in volgare è stato preparato affinché la Sacra Scrittura o Parola di Dio che dir si voglia fosse accessibile al popolo. Se la comprensione di tale testo ha bisogno di note esplicative, è chiaro che l’obiettivo non è stato centrato… Ma forse era un pretesto per distorcere il testo a proprio uso e consumo e fargli dire cose gradite o quantomeno non sgradevoli alle nostre orecchie di moderni? Oppure, ancora peggio, per cambiare in modo fraudolento la dottrina? Traduttore, traditore.

      • Gabriele ha detto:

        Forse una Bibbia voi non l’avete mai presa in mano, perché le note esplicative c’erano già nella Diodati del 1600 e nella Martini del 1700. Ma se voi non vi fidate delle traduzioni siete liberi di leggerla direttamente in ebraico e greco, i testi sono pubblicati 🤷