Liberalismo e Socialismo, Idoli Rischiosi. Milei si Sbaglia. Bernardino Montejano.

21 Maggio 2024 Pubblicato da Lascia il tuo commento

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il prof. Bernardino Montejano, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni a sfondo argentino, ma ben valide anche per il nostro contesto storico e politico, su liberalismo e socialismo oggi. Buona lettura e diffusione.

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NON SIAMO SINISTRI O LIBERALI

Il nostro presidente Milei ha affermato in Spagna: “Sono un liberale in un paese di sinistri”. Solo la pagina. 14, il quotidiano La Nación si occupa dell’argomento, il che dimostra la scarsa importanza che attribuisce alle sue parole.

Il presidente ha torto fin dall’inizio, perché l’Argentina non è un paese di sinistri, ma un paese con un buon numero di sinistri, la maggioranza con il cuore a sinistra e il portafoglio a destra, il che rende il discorso di due gatti in una poesia di Trilussa, quando uno, affamato, invoca la sua appartenenza alla classe proletaria e chiede un’equa distribuzione di un pollo, acquistato nella cucina di un capitalista, rifiuta e chiarisce: Sono socialista a digiuno, ma quando mangio sono conservatore.

Abbiamo importanti sinistri in carica come Papa Francesco, i suoi collaboratori Grabois e Zaffaroni, Kicillof, Máximo Kirchner e tanti altri, ma non siamo un Paese di sinistri, né di liberali.

Milei sbaglia se pensa che i voti che ha aggiunto al ballottaggio siano liberali. Pensiamo che non raggiungano il 10% dei voti. Il resto è il voto di protesta dell’uomo comune, stufo della politica trasformata in azienda per approfittare del potere e rubare impunemente.

Personalmente ho amici liberali, ma odio il liberalismo. Ma odio soprattutto il liberalismo sinistro che esiste anche; è liberale in economia e politica e sinistro nel resto: nella cultura, nell’educazione, nella configurazione della famiglia, nel disprezzo della tradizione (l’unica che ammette è quello del mate, del bollitore e un po’ della chitarra). Religiosamente agnostico, è capace di ammirare il liberalismo o il mancinismo di qualche vescovo o prete terzomondano, termine inventato da Rafael Jijena Sánchez, superiore e più preciso del diffuso terzomondista.

Come disse padre Castellani a proposito di un prete del suo tempo, noto per il suo liberalismo e il suo semitismo: “o il liberale non è necessario oppure il prete non è necessario e il resto dei preti liberali è finito nel limbo degli animali”.

Dal punto di vista religioso condividiamo il pensiero di Félix Sardá y Salvany, esposto nel suo libro “Il liberalismo è un peccato” (Librería y Typografía Carolica, Barcellona, ​​1887, e la dottrina insegnata da Leone XIII nella sua enciclica “Libertas” : “Ci sono molti che, imitando Lucifero… intendono per libertà ciò che è una pura e assurda licenza. Tali sono i sostenitori di un sistema diffuso e potente, che si dicono liberali” (n°11).

In questo testo il Papa sottolinea che il naturalismo coincide con il liberalismo in morale e in politica e il suo principio fondamentale è la sovranità della ragione umana, fonte esclusiva e unico giudice della verità; Così «scompare ogni differenza oggettiva tra il bene e il male… e, tolti i vincoli del dovere e della coscienza, non resta altro che la forza» (12).

La libertà non è autonoma, «deve essere diretta e governata dalla retta ragione ed essere soggetta alla legge naturale e alla legge eterna» (13).

Inoltre, i governanti hanno l’obbligo di provvedere ai governati «non solo la prosperità e i beni esteriori, ma soprattutto i beni dello spirito» (14).

Tornando al discorso di Milei, ha criticato il socialismo e ha detto: “quando ho cominciato a guardare la televisione, ero più solo di Adamo il giorno della festa della mamma, erano tutti socialisti, collettivisti”. Più tardi, senza riconoscere il suo modestissimo posto nel mondo, si è vantato di dire: “stiamo mettendo a disagio tutti i rossi del mondo”, per poi attaccare nuovamente la giustizia sociale “un’idea di persone risentite e invidiose”.

Mi piacerebbe un dibattito, impossibile con Milei, ma possibile con uno dei suoi mallevadori, se ne hanno il coraggio, sull’ultimo argomento. Ho un precedente, se volete sapere cosa penso, pubblicato sulla rivista “ Universitas ”: l’Enciclica “ Rerum Novarum ” nel suo 90° anno, versione scritta di un discorso tenuto all’UCA davanti al rettore, monsignor Derisi e davanti a Álvaro Alsogaray, che mi conosceva per essere sua moglie cugina di mia suocera.

L’ingegnere liberale ha seguito le mie parole con espressione severa e alla fine, tra gli applausi, ha incrociato le mani con espressione severa, ma non ha osato mettere in discussione quanto detto.

Nel discorso emerge la critica di Leone XII a soluzioni socialiste che finiscono per danneggiare i lavoratori e che sono ingiuste, perché esercitano violenza contro i legittimi proprietari, alterano la missione dello Stato e agitano le nazioni”.

Secondo questo Pontefice, “lo Stato deve promuovere” la prosperità, difendere tutti i settori sociali… e osservare la giustizia distributiva”, perché l’espressione giustizia sociale non era ancora stata incorporata nell’insegnamento pontificio.

E in paragrafi molto attuali rileva: «Ciò che contribuisce maggiormente alla prosperità delle nazioni è la rettitudine dei costumi, la retta costituzione delle famiglie, l’osservanza della religione e della giustizia, la moderazione degli oneri pubblici e la loro equa distribuzione, il progresso dell’industria e del commercio e una fiorente agricoltura. Qui sono le basi per un buon programma di governo.

Realismo puro; nessuna ambiguità o vaghezza. Gli idoli non compaiono, tra questi la Pachamama. Il liberalismo può essere uno di questi, trasformando la libertà, che è un mezzo, in un fine.

Contro questi idoli dobbiamo combattere la battaglia definitiva, a cui allude Il canto del segno vittorioso di Miguel Ángel Etcheverrigaray:

Anche se pensi di essere sconfitto,

Con questo segno vincerai,

politeismo fallito,

solo con Uno trionferai.

Gli dei sono un sentiero ben battuto,

polvere della terra e niente più…

Io sono Colui che ti ama bene

e con il mio segno vincerai.

Buenos Aires, 21 maggio 2024.

Bernardino Montejano

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