Non Può Esserci Pace nel Mondo Sprofondato nell’Apostasia e nel Culto di Satana. Mons. Viganò.

19 Maggio 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione l’omelia che mons. Carlo Maria Viganò ha pronunciato nella Domenica di Pentecoste. Buona lettura e diffusione.

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HOSTEM REPELLAS LONGIUS

Omelia nella Domenica di Pentecoste

19 Maggio 2024

 

 

Noi T’imploriam! Placabile

Spirto, discendi ancora,

A’ tuoi cultor propizio,

Propizio a chi T’ignora;

Scendi e ricrea; rianima

I cor nel dubbio estinti;

E sia divina ai vinti

Mercede il vincitor.

Manzoni, La Pentecoste, vv. 89-96

 

La devozione popolare celebra questo giorno solenne con il nome di “Pasqua delle rose”, a ricordo dell’antica usanza di simboleggiare con una cascata di petali di rosa la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli e su Maria Santissima. È così simile alla Pasqua, che nella Vigilia di Pentecoste veniva solennemente amministrato il Santo Battesimo a coloro che non avevano potuto esservi rigenerati durante la Veglia del Sabato Santo, e come la Pasqua ebraica era figura della Pasqua cristiana, così la Pentecoste ebraica – in cui si celebrava la promulgazione dei Dieci Comandamenti dopo sette settimane dalla fuga dall’Egitto – era figura della nuova Pentecoste, questa volta estesa a tutti i popoli.

Nella Pasqua il κόσμος si inchina alla Maestà di Cristo Re e Pontefice, per quem omnia facta sunt; nella Pentecoste la creazione rende omaggio allo Spirito Creatore, al Creator Spiritus che nella sua potenza rinnova la faccia della terra. Nella Pasqua si compiono le promesse messianiche dell’Antica Legge; nella Pentecoste sono le promesse del Messia stesso che si realizzano nel Suo Corpo Mistico, la Santa Chiesa, la Madre de’ Santi – come la chiama Manzoni nel celebre inno sacro.

Gli Apostoli sono rinchiusi nel Cenacolo propter metum Judæorum (Gv 20, 19): essi non avevano ancora ricevuto lo Spirito Santo e le loro umane paure sarebbero venute meno dieci giorni dopo l’Ascensione del Signore, con la discesa dello Spirito Santo. Oggi quella latitanza si ripete al contrario, con una Gerarchia che ignora colpevolmente, che colpevolmente tace e nasconde e vanifica l’opera santificatrice del Paraclito dopo la Sua discesa, e dopo che duemila anni di Cristianità hanno mostrato la Sua potenza divina nel conquistare anime a Dio e nell’edificare la Santa Chiesa.

Non dobbiamo sottovalutare la gravità di questa latitanza: essa è deliberata, scientemente orientata a nuocere, perché i mercenari sono consapevoli che per demolire la società civile e la Chiesa è necessario impedire quanto più possibile che la Grazia si propaghi, che agisca mediante i Sacramenti, che fermi la destra della Giustizia di Dio tramite la Santa Messa. Costoro vogliono fare in modo che sia vanificato il Sacrificio di Cristo, perché seccando i torrenti della Grazia le anime siano fiaccate e muoiano di sete nell’attraversare il deserto di un mondo ostile. La loro – esattamente come abbiamo visto fare ai medici durante la farsa pandemica – non è imperizia o incapacità: è invece una volontà di compiere il male, di servire il Nemico, di assecondare il potere del Nuovo Ordine Mondiale nella vile e abbietta illusione di avere un posto alla corte dell’Anticristo. Miserabili traditori, per i quali l’unica ragione di vita è consumarsi in questa sordida libido serviendi.

Quest’opera eversiva – perché tale è a tutti gli effetti, dinanzi a Dio, alla Chiesa e alle anime – ha come scopo l’usurpazione della Signoria di Nostro Signore Gesù Cristo, perché al Suo posto sieda nel luogo santo il figlio della perdizione, l’Anticristo, in una grottesca contraffazione dell’autorità civile e religiosa. Non possiamo credere che un Successore degli Apostoli possa rinnegare e contraddire il mandato ricevuto da Cristo e servire il Suo nemico, senza comprendere che ciò facendo si rende complice del piano satanico della Rivoluzione. No, cari fedeli: dopo decenni di sistematica dissoluzione della Chiesa – e oltre due secoli di dissoluzione sociale – nessun Pastore in buona fede può ancora pensare che le innovazioni introdotte dal Vaticano II non abbiano nulla a che vedere con lo stato disastroso in cui versa il corpo ecclesiale. A quanti ancor oggi difendono l’indifendibile presunta “ortodossia” del Concilio e della sua liturgia, davanti alla strage di anime degli ultimi sessant’anni, si addicono perfettamente le parole del grande Bossuet: Dieu se rit des hommes qui déplorent les effets dont ils chérissent les causes. [Dio ride degli uomini che deplorano gli effetti di cui ne approvano le cause.]

La latitanza della Chiesa – ossia il suo eclissamento da parte della setta conciliare e sinodale, la sua cooperazione attiva al progetto sinarchico della Massoneria – è l’esatto opposto della vigilante trepidazione degli Apostoli, che ancora spiritualmente disarmati attendevano le armi celesti dal loro Signore e sarebbero stati pronti ad impugnarle e a combattere a costo della vita, come poi avvenne. 

Tristes erant Apostoli: il cuore degli Apostoli era gravato dalla recente Ascensione del Signore e la trepidante attesa dello Spirito Consolatore attingeva alla speranza più che all’umana sicurezza. Sola, Nostra Signora custodiva inconcussa (irremovibile) la certezza della Fede e certamente consolava gli Apostoli ricordando loro le parole del divin Figlio.

Il cuore dei mercenari non è timoroso: è piuttosto reso folle dall’ostilità a Colui che ha già vinto, per servire e compiacere chi si sa aver già ineluttabilmente perso. Ed è parimenti follia credere che in presenza di un tradimento tanto scandaloso quanto inaudito da parte della Gerarchia, quel medesimo Spirito Santo non possa dispiegare la propria onnipotenza per vie straordinarie, suscitando profeti dalle pietre.

Questa è la potenza creatrice e rigeneratrice dello Spirito Santo Paraclito: Egli soffia dove vuole (Gv 3, 8). E come insegna Nostro Signore a Nicodemo il dove vuole non significa dove gli pare, non implica arbitrarietà, ma al contrario la coincidenza dell’atto divino con la divina volontà. Lo Spirito Santo soffia dove vuole: Egli vuole scendere a santificare e benedire con la Sua Grazia il Sacrificio dell’altare: veni, et benedic hoc sacrificium tuo sancto nomini præparatum; vuole scendere su coloro che rinascono nell’acqua del Battesimo, sui milites Christi nella Cresima, sui Ministri dell’Altissimo nell’Ordinazione sacra, sugli sposi nel Matrimonio, sui malati e i morenti nell’estrema Unzione. Soffia anche nelle piccole comunità che resistono allo spirito del mondo, spirito di menzogna che non viene da Dio; soffia nelle chiese in cui si conserva la fiamma della Fede; nel fiorire delle Vocazioni secolari e religiose tradizionali.

Al “Dio delle soprese” di Jorge Mario Bergoglio la vera Chiesa e i veri Pastori contrappongono il semper idem dell’eternità divina. Perché la novità della Rivelazione cristiana non è una meta irraggiungibile perseguita dal cosiddetto progresso, soggetta anch’essa alle mode e al passare del tempo; bensì un evento storico che costituisce il discrimen tra prima e dopo, tra l’antico e il nuovo, appunto; tra tenebre e luce. Una Rivelazione che è Nostro Signore Gesù Cristo, Verbo Eterno del Padre, e che il Paraclito suggella con i Suoi Doni, quale divino Amore che procede dal Padre e dal Figlio; lo stesso Spirito che ha parlato per mezzo dei Profeti e che continua a parlarci nelle parole eterne della Santa Chiesa, voce di Cristo che le pecore riconoscono.

Il mondo irride e rifiuta la pace che solo Nostro Signore può dare. Pax Christi in regno Christi: chi vuole far regnare Satana non può né comprendere né volere la pace di Cristo, perché sia Chaos Antichristi in regno Antichristi. La pace viene solo da Cristo, e senza Cristo non vi può essere pace. Non vi può essere pace né nel mondo sprofondato nell’apostasia e nel culto di Satana a causa del tradimento dell’autorità civile corrotta e asservita al potere; non vi può essere pace in una Chiesa la cui Gerarchia è non meno apostata, corrotta nella Morale e nella Fede e asservita al medesimo potere.

Ma se in un mondo che crocifigge quotidianamente il Suo Signore non può esservi né pace né prosperità, vi è però un piccolo santuario in cui questa pace è possibile, in cui il Signore si degna di scegliere la propria dimora, nel quale gli Angeli amano fermarsi: è la nostra anima. Un prezioso santuario che per volontà di Dio nessuno ha il potere di violare, nemmeno i demoni e i loro servi, inebriati del delirio dell’intelligenza artificiale. Lo stato dell’anima in Grazia di Dio la fa crescere nella santità, e quanto più essa si abbandona fiduciosa alla volontà del Signore, tanto più questa crescita spirituale procede spedita. È quello il cenacolo in cui spesso ci rifugiamo, chiedendo al Consolatore di darci forza e di sostenerci nel momento della prova. Ed è un analogo rifugio la famiglia, “chiesa domestica”, dove non entrano gli orrori del mondo corrotto, e che si salverà al passaggio dell’Angelo sterminatore.

Se la Santissima Trinità dimora nella nostra anima, la pace interiore non ci mancherà nei momenti più difficili, perché sapremo che è proprio in quei frangenti che il Signore viene in nostro aiuto come un divino Cireneo. Non ci mancherà neppure quando dovremo rispondere, come di una colpa, di professare integralmente la Fede cattolica. Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire; perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che dovrete dire (Lc 12, 11-12). Questo è il senso della parola Paraclito: avvocato, consigliere e difensore di chi è sotto accusa, di chi il diavolo – διάβολος, l’accusatore – calunnia con i suoi falsi argomenti. Ecco perché nel Veni Creator chiediamo al Paraclito: Hostem repellas longius, scaccia lontano il nemico; ecco perché a quell’invocazione uniamo la richiesta di pace, pacemque dones protinus.

 

Invochiamo dunque, carissimi fratelli, il divino Consolatore, dulcis hospes animæ, perché nel santuario del nostro cuore, nelle nostre famiglie e comunità regni Cristo, Principe della pace; così che dove regna il Figlio, vi regnino anche il Padre e lo Spirito Santo, ripristinando l’ordine divino infranto dal peccato. E così sia.

 

 

+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo

 

 

19 Maggio 2024

Dominica Pentecostes

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15 commenti

  • Riflessioni tratte dagli scritti di Maria Valtorta ha detto:

    … Se è vero che in questi tempi sorgono sempre più dei falsi profeti servi dell’anticristo, altrettanto è vero che il Cristo Signore opporrà ad essi sempre più numerosi suoi Servi, suscitando novelli Apostoli (Sacerdoti fedeli al vero papa Benedetto e alla sua Chiesa) evangelizzatori di MARIA CORREDENTRICE E MAESTRA.

    E così, mentre l’anticristo cerca di trascinare le creature verso il pantano di una vita bestiale, il Cristo impedirà questo rinnegamento aprendo orizzonti nuovi e vie illuminate di luci spirituali, suscitando, in chiunque apertamente non lo respinga, un risveglio potente dello SPIRITO SANTO, risveglio aiutato da questi nuovi Evangelizzatori non soltanto del Cristo ma anche della Madre di Dio.
    QUESTI ALZERANNO LO STENDARDO DI MARIA E PORTERANNO A MARIA.

    E MARIA, CHE GIÀ UNA VOLTA FU CAUSA E FONTE, INDIRETTA ma sempre POTENTE, DELLA REDENZIONE DELL’UOMO, LO SARÀ ANCORA!

    (Lei ha promesso ai sacerdoti del Suo Movimento Sacerdotale:
    La Sua grande Vittoria sulle potenze sataniste e massoniche avranno inizio dal Santuario di Guadalupe in Messico. (laddove è stato bestemmiato il Suo nome sabto di Maria Madre di Dio e CORREDENTRICE del mondo – https://youtu.be/0QuJb-mV8zg?si=qjvYJGG_I5kacxNk)

    Perché Ella è la Santa Avversaria del perfido avversario, e il suo calcagno è destinato a schiacciare in perpetuo l’infernale dragone, come la Sapienza, che ha fatto in Lei sede, è destinata a vincere le “ERESIE” che corrompono anime ed intelletti.

    Gesù alimenta la sua Chiesa, la guida, la SPRONA.
    Gesù è l’Eterno, il Potente, il Santo.
    E la sua Santità scende e circola in tutto il Corpo, la sua Potenza dà forze misteriose ai suoi servi, la sua Eternità impedisce che la Chiesa muoia.

    E se Cristo vuole trionfare, come è giusto che sia, anche l’anticristo vuole trionfare, e la sua violenza cresce più il Cristo trionfa, per vincerlo e abbatterlo.
    Oh! Ma non potrà!

    Cristo è il Vincitore!

  • Gabriela Danieli ha detto:

    Non dobbiamo sottovalutare la gravità della latitanza dei “vescovi e dei sacerdoti mercenari” che, pur consapevoli di partecipare all’opera demolitrice della Chiesa dell’antipapa eretico, si ostinano a riconoscerlo papa, impedendo così alla Grazia di Dio di propagarsi tra i FEDELI, privandoli dei Sacramenti, o peggio, costringendoli a partecipare alle loro messe sacrileghe, in cui vanificano il S. Sacrificio di Cristo, offrendolo in comunione con “l’antipapa eretico, il figlio della perdizione o l’anticristo.

    Non solo, ma hanno pure l’ardire di giustificare la loro ostinata permanenza nella setta massonica dell’impostore, addebitando falsamente tutto il male nella chiesa ai papi concilio e post concilio, BENEDETTO XVI compreso.

    Quando invece per salvare la chiesa dalla grande impostura in atto, sanno bene che è assolutamente necessario RICONOSCERE il defunto Benedetto XVI quale ultimo legittimo Vicario di Cristo fino alla morte, e OBBEDIRE alle sue chiare indicazioni:

    «… Alla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto…Non sarà più in grado di abitare gli “EDIFICI”…
    🔥 SARÀ UNA CHIESA PIÙ “SPIRITUALE”… povera e diventerà la Chiesa degli indigenti»…

    http://www.korazym.org/65921/la-profezia-di-ratzinger-del-1969-sul-futuro-di-una-chiesa-della-fede-e-quel-piccolo-gregge-di-credenti

    Reverendi Vescovi e Sacerdoti del MSM dove siete?
    La Madonna, la vostra Condottiera vi chiama all’ appello:
    https://youtu.be/W2OroxyP3Qo?si=dD56EGSuEgaGrV-V

  • Lucia Buttaro ha detto:

    Chiedo scusa ma sono stata interrotta per un’ emergenza!
    Adesso non riesco a rivedere il mio intervento per riprenderlo ma concludo con la seguente affermazione!
    Papa Francesco è il vero Papa e non è sempre umiliato per riparare i peccati della Chiesa Cattolica.
    Spesso è mosso dallo Spirito Santo nonostante gli errori teologici e dottrinali perché le sue intenzioni non sono come afferma Viganò di matrice satanica.
    Francesco non è massone, non è neanche modernista è il risultato di una Fede all’ acqua di rose che dilaga da troppi anni nelle gerarchie specialmente quelle di matrice filo americana e europeista.
    Francesco non è mai stato nominato dalla mafia di S. Gallo ma dal conclave che lo ha eletto con i voti di conservatori e tradizionalisti.
    Il peggiore tra i Papi è Ratzingher che non può essere posto al pari di Giovanni XXIII Paolo I Paolo VI e Giovanni Paolo II . A questi ultimi può essere accostato Papa Francesco ma so che Dio lo trasformerà nel Suo formidabile strumento per la purificazione e salvezza del clero.
    Mons. Viganò!
    Smetta di usare il Papa quale capro espiatorio, dovrà soffrire molto per questa sua testarda insistenza al punto che rischia la dannazione eterna!
    Parola di Dio!

    • Amparo ha detto:

      Lei si rende conto di quello che dice?

    • Federico ha detto:

      Quindi quando Bergoglio ha obbligato TUTTI i lavoratori del Vaticano a farsi delle iniezioni dannose (o quantomeno inutili), ha agito come capo e guida della Chiesa? E quando ha dichiarato a un omosessuale che Dio l’ha voluto così, ha agito come vera guida della Chiesa? O quando ha detto che era giusto regolarizzare i “matrimoni” gay, ha agito correttamente?
      E quando ha affermato che TUTTE le religioni sono volute da Dio, ha detto il vero o ha detto una menzogna ed un’eresia?
      E quando sostiene che ciò che la Chiesa ha insegnato ufficialmente per duemila anni era sbagliato, chi mente? lui o tutti i precedenti papi?

  • Lucia Buttaro ha detto:

    Eccellenza buongiorno!
    Le Sue riflessioni sono preziose, tuttavia, permetta qualche precisazione.
    Dio è Onnipotente!
    La Parola Creatrice tutto piega per cui anche l’apostasia nella gerarchia della Chiesa Cattolica non può spingersi oltre quel “limite” che l’ Onnipotente impone.
    Non prevalebunt!
    Gesù è il Signore della Storia Salvatore Redentore Onnipotente Sommo Giudice, permette che l’ azione diabolica dei massoni satanisti illuminati eretici scismatici scomunicati apostati si manifesti per favorire il ravvedimento dei peccatori, la perseveranza dei giusti, il fervore dei tiepidi.
    Aiuta nel discernimento i semplici che possono facilmente distinguere il mercenario dal buon pastore.
    C’è chi ieri, tra i c.d. sacerdoti tradizionalisti ha affermato che la Parola: lo Spirito Santo soffia dove vuole ” andrebbe intesa nel senso che lo Spirito Santo raggiunge soltanto chi già “segue” Gesù Cristo!
    Falso!
    Posso testimoniare che durante tutta la mia vita terrena lo Spirito Santo mi ha guidata, anche quando non ero più neanche in grado di recitare il Padre Nostro né ricordavo il Nome di Gesù ( ci sono testimoni che possono confermare).
    Tutto il CVII al di là delle cattive intenzioni degli infiltrati, comunque è stato diretto dallo Spirito Santo.
    È vero tutto ciò che Lei afferma ma l’ Onnipotente Dio ha permesso l’ apparente vittoria dei modernisti al solo scopo di rendere manifesto il peccato del clero.
    La tentazione di adeguarsi al mondo per scanzare la Croce ha sedotto e corrotto buona parte del clero: potere, successo, onori, denaro, impurità erano presenti tra sacerdoti, suore vescovi e cardinali da tanti anni prima e venivano taciuti tollerati mascherati anche da Papi che credevano di salvaguardare il buon nome della Chiesa!
    Ma Gesù è la Verità e tutto si paga!
    Tutto è venuto a galla!
    Il nostro Papa Francesco è certamente vittima di un clima culturale e ideologico che lo condiziona e necessità di purificazione ma non è ipocrita!
    Sui temi della morale cristiana fa acqua perché egli stesso prova sulla sua persona uno stato grave di accecamento spirituale: se si accetta di mettere da parte il Nome di Gesù per non prestare i piedi alle altre religioni si precipita nel baratro della insipienza.
    Si smette di essere Sale e Luce per le genti ma è proprio quello che il Signore vuole manifestare al popolo di Dio e

  • R.S. ha detto:

    Ha detto Francesco a Verona:
    “Non dimenticate questo: Dio perdona tutto e perdona sempre, in questa umanità, qui, in tutti voi”.

    Che sia vero perché dubitarne? Ma che, detto così, sia un po’ banalizzabile, il rischio c’è.
    Insomma: chi è l’uomo per parlare a nome di Dio, soprattutto se non è timorato di Dio?

    Il timore di Dio è un dono dello Spirito Santo e non si tratta della paura di un castigo. Piuttosto è la coscienza che ha la creatura che sa di non essere il Creatore di poter risultare sgradita per insufficienza di amore.
    E’ il timor casto dell’innamorato che sa d’esser amato eppure gli pare tutto così bello da temere di mancare in qualcosa a tanto amore!

    Tutto questo l’uomo non lo sa per umana congettura della mente, quindi non è il frutto di un nostro pensiero.
    Come disse Gesù a Pietro che confessa di riconoscerlo come Dio: “beato te, perché ne’ la carne ne’ il sangue (cioè la tua natura umana) te l’hanno rivelato”.
    Certe rivelazioni sono Grazia e attengono al soprannaturale divino.

    E’ Dio a rivelarsi e l’uomo può intenderne la comunicazione divina per la possibilità di partecipare a questo divino.

    Avere un’idea su Dio, per quanto giusta, resta un’idea e non è Dio. Dio è oltre e ci oltrepassa.
    La rivelazione cristiana (per Cristo) dice che la volontà di Dio è di assimilarci a Lui, per Grazia, con lo Spirito Santo.

    Lo Spirito Santo è Dio e rende come è Dio realizzando la rivelazione ricevuta da Cristo, Dio incarnato e redentore.
    Nessuno può dire che Gesù è Dio se non per opera dello Spirito Santo. Nessuno può sapere Dio se non tramite Dio.

    Cristo e lo Spirito Santo sono maestri per l’uomo, insegnando la stessa Verità che è la volontà del Padre.
    Non c’è dibattito, non c’è un’aggiunta, non c’è una sinodalità intratrinitaria per discutere l’aggiornamento del Verbo.

    Al dunque, Dio si rivela e questa rivelazione dice che nel Figlio l’uomo può essere figlio di Dio, assimilato a Lui.
    Il battesimo e la confermazione aggiungono alla natura umana ciò che non gli è propria (non lo è più a causa del peccato), restaurando le prerogative perdute, per Grazia, bel al di là delle facoltà naturali.

    L’uomo non è in grado di racchiudere nella mente la conoscenza di Dio, come se Dio fosse un suo concetto.
    Per Grazia è raggiunto dai doni dello Spirito Santo che permettono di essere nutriti dalla Presenza di Cristo vivo.

    Nel cristianesimo la Grazia dei sacramenti supplisce ai limiti di una natura umana ferita e degradata dal peccato.

    Se l’uomo si abbandona e crede, in un dondolio che richiama l’onda e la risacca, un continuo abbandonarsi e credere, allora il congetturare umano non frappone ostacoli alla Grazia. Viceversa se l’uomo ritiene di aggiungere il proprio contributo, spiegando a Dio come deve comportarsi, viene meno un dono decisivo: il timor di Dio, cioè l’amore, la carità, che mette la creatura nella giusta disposizione verso il Signore che ama e che salva, aprendo al Paradiso.

    La visione beatifica è la Grazia definitiva, che supera la carne e mette in contatto con il Cielo e l’eternità.
    Quello che manca necessita di purificazione e un purgatorio riguarda l’anima prima e dopo la morte del corpo.

    Invece il rifiuto definitivo della Grazia impedisce in eterno la visione beatifica, preferendo una separazione insanabile.

    Questa è la rivelazione di Dio in Cristo, che chiede all’uomo un passo indietro, specie nelle pretese di congetturare.

    Solo morendo a sé stessi è possibile rinascere dall’alto. Solo accettando la Verità si diventa liberi.
    La pace che dà Gesù non è quella di cui parla il mondo. Il regno che si apre all’uomo non è di questo mondo.

    Francesco a Verona ha detto di Dio “che mai ci abbandona, e che anzi sa ascoltare, gioire e piangere con noi e perdonare sempre”. In effetti è strano un cambiamento alla preghiera di Gesù al Padre, chiedendoGli “di non abbandonarci”.

    Come è possibile aver avuto un simile dubbio? E poi questo Dio che è Uno e Trino sarà davvero lo stesso “dio” che ognuno chiama con un nome diverso? O è proprio diverso, perché solo Lui è Dio e le altre sono solo le congetture che l’uomo ha qua e là ideato nei secoli, senza andare al di là del ragionamento e senza la Sua Grazia?

    Sarà davvero Padre di tutti se non siamo tutti uguali, dato che è la Grazia ricevuta e riconosciuta a renderci figli e non una banale prerogativa del nostro essere, che oggi potremmo definire un “diritto”?

    Sono davvero “le culture” a stabilire che c’è Dio, oppure è Dio che offre alle culture l’opportunità di riceverne la rivelazione? Così che, ad esempio, la filosofia greca aiuta il cristianesimo a descriverne il mistero, senza che mai questo mistero possa essere considerato un prodotto dell’intelletto, ma sempre un dono della Grazia?

    Allor il guardare a Dio in modi diversi, culturalmente alternativi, può essere sociologicamente interessante, può costituire un tema per dialogare, può psicologicamente risultare consolatorio e politicamente può diventare utile come instrumentum regni, ma non ha nulla a che vedere con la testimonianza di Cristo che è la missione della Chiesa.

    Infatti il problema grosso, dal punto di vista ecclesiale, è il tradimento di una missione, avendo smarrito la Grazia sacramentale quale misterioso elemento soprannaturale che sostiene un’insufficienza dei mezzi umani, alla pura adesione ai mezzi umani più adatti per barcamenarsi nei vani ragionamenti di ciò che è solo provvisorio e caduco.

    Francesco a Verona ha fatto riferimento anche al dolore, ma non ha fatto cenno alla croce redentrice di Cristo: solo alla solidarietà che può essere utile nell’aiutarsi tra uomini appesantiti.
    Anche questo non è un dono dello Spirito Santo, come lo sarebbe la Pietà, come lo sarebbero la fede, la speranza e la carità come virtù teologali, infuse da Dio. Qui si resta solo alla volizione di uno sforzo, al più un ideale e forse anche un certo merito orgogliosetto, perciò privo di Grazia.

    L’umanità, l’umano, il centro massimo di una versione disgraziata della salvezza, che manca il bersaglio (è il peccato) di abbandonarsi e credere, credere e abbandonarsi a Dio per sostituirlo con un darsi da fare che “dio” lo considera un’idea.

    Francesco annuncia a Verona che “tra pochi mesi inizierà l’Anno Santo: un anno di conversione, di rinnovamento e di liberazione per tutta la Chiesa; un anno di misericordia, in cui deporre la zavorra del passato e rinnovare lo slancio verso il futuro; in cui celebrare la possibilità di un cambiamento, per essere e, dove necessario, tornare ad essere veramente noi stessi, donando il meglio. Sia anche questo un segno che ci aiuti a rialzarci e a riprendere in mano, con fiducia, ogni giorno della nostra vita”.

    C’è da temerne l’esito, se la premessa è questa: lasceremo Dio fuori, per cambiare in terra anche quello che è Suo?

    C’è da temere che si sia persa completamente la bussola? O la Grazia sarà proprio quella, finalmente, di ritrovarla, uscendo da questa tremenda confusione propalata ragionando secondo il mondo, proprio come Gesù rimproverò a Pietro che poco prima aveva saputo da Gesù che quel che aveva capito di Dio non era farina del suo sacco, ne’ avrebbe potuto esserlo, perché ciò che è dell’uomo non è divino, a meno che non sia Dio a colmare in Cristo lo iato?

    Sarà finalmente il trionfo del Cuore Immacolato di Maria, cioè dell’umiltà della serva del Signore sui deliri congetturali che negano il soprannaturale per ridurre redenzione e corredenzione a delle pratiche assembleari? L’umiltà e il timor casto di Dio finalmente messi al posto di chi si fa come Dio senza esserlo e senza più bisogno di Lui? Senza nemmeno bisogno di chiedere perdono per i peccati, negandone l’esistenza?

    Che razza di uomo è un uomo che non è assimilato a Dio, ma si atteggia ad esserne immagine? A chi assomiglierà? E dove finirà, senza la Grazia?

    • giovanni ha detto:

      Caro R.S. in quella dichiarazione di Verona c’e’ molto da temere. Il dichiarante e’ persona adusa ai giochi di parole. Spero ardentemente di sbagliarmi e chiedere scusa.

  • nicola ha detto:

    grandioso dono del Signore quest’uomo…

  • Lucis ha detto:

    Veramente la pace non c’è mai stata nemmeno quando l’occidente rra tutto cristiano..

  • Giovanni ha detto:

    Amen. Poderosa Omelia Cattolica che speriamo e preghiamo apra occhi ed orecchie a tutti coloro che hanno imboccato la via larga, priva di Grazia.

  • Beatrice Bertozzi ha detto:

    Egregio Monsignore, sottoscrivo ogni sua parola, tuttavia ora credo che non ci sia più tempo per parlare, ma solo per agire. Ho capito anche che noi fedeli dobbiamo cominciare a metterci più la faccia e a sopperire alle giravolte del mondo consacrato. Lo vedo in piccolo nella mia città, che ci sta obbligando a prendere iniziative volte a contrastare derive volute e messe in atto da gente in tonaca, saio o talare. Noi italiani, per storia, siamo più portati di altri a disquisire sugli argomenti e a esaminarne anche gli aspetti più reconditi, ma ora è tempo di rimboccarsi le maniche, mettere da parte il proprio ego e difendere concretamente Nostro Signore.

  • servus Domini ha detto:

    Musica soave per le mie orecchie