La Musica come Grimaldello. La Vittoria di Nemo all’Eurovision. Aurelio Porfiri.
17 Maggio 2024
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo pubblicato dal maestro Aurelio Porfiri sul suo canale Traditio, che vi invitiamo a visitare. Buona lettura e condivisione.
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Penso che il 99% delle persone che seguono quanto faccio sanno che sono un musicista: sempre stato, sempre sarò.
Detto questo, proprio per l’amore sconfinato che ho per la musica, non posso fare a meno di osservare e denunciare quando essa viene usata come un grimaldello per far passare cause che con la musica ben poco hanno a che fare. Prendiamo ad esempio quello che è successo all’Eurovision Contest con la vittoria dello svizzero Nemo, paladino della comunità LGBTQI+ (spero di aver ricordato tutta la sigla). Ora, come tutti sappiamo, nel campo artistico ci sono molti omosessuali. Non starò qui ad investigare le ragioni per cui questo accade, sto soltanto riferendo un fatto. E se un’artista è omosessuale ma è comunque un vero artista, quello che è importante non sono i suoi gusti sessuali ma la sua arte. Purtroppo ora succede quello che è accaduto anche in certo femminismo, per cui si deve apprezzare l’artista in quanto artista, ma per il suo particolare orientamento sessuale. Io credo questo sia un elemento sfavorevole sia per l’artista, sia per la comunità di riferimento. Per l’artista in quanto non viene apprezzato per quello che propone ma per un elemento della sua personalità che non dovrebbe avere a che fare con la sua arte. Per la sua comunità, quella omosessuale in questo caso, perché si perpetua l’idea che sia eccezionale che un omosessuale vinca qualcosa quando mi sembra che il loro scopo sia quello di normalizzare la loro condizione. Ma se è normale perché ci fanno una testa tanta ognivolta che un omosessuale vince qualcosa? Lo ripeto, ci sono artisti omosessuali straordinari, ma a me non interessa che siano omosessuali o no, ma interessa la loro arte. Del resto anche la Chiesa Cattolica distingue tra la persona omosessuale e la pratica omosessuale: se queste persone sono anche praticanti, se la vedranno con chi di dovere. Purtroppo il perpetuare il loro “eccezionalismo” da una parte è funzionale alle loro battaglie, ma dall’altra li relega nel solito “ghetto”. Torniamo alla musica. Proprio per il potere che essa ha su tutti noi, può essere usata per il bene o per il male. Henry David Thoreau in Walden afferma: “Credo che l’acqua sia l’unica bevanda per un uomo saggio: il vino non è un liquore così nobile; e pensate a deludere le speranze di una mattinata con una tazza di caffè caldo, o di una sera con un piatto di tè! Ah, quanto in basso cado quando ne sono tentato! Anche la musica può essere inebriante. Tali cause apparentemente lievi hanno distrutto la Grecia e Roma e distruggeranno l’Inghilterra e l’America”. È vero che la musica può avere una forza strordinaria nel portare avanti certe cause. Ecco perché la Chiesa Cattolica in passato ha investito tanto sulla sua musica sacra. Il musicista rock Jim Morrison affermava: “Un giorno anche la guerra s’inchinerà al suono di una chitarra”. Gli faceva eco il Re del Reggae, Bob Marley: “La musica può rendere gli uomini liberi”. Si potrebbe andare avanti. Ecco perché dobbiamo rimanere vigilanti quando si parla di musica, a volte essa ci inebria ma non dobbiamo correre il rischio di perdere il controllo e di far passare quei messaggi che si oppongono fortemente alle nostre convinzioni. Prendete Imagine di John Lennon, un motivo accattivante ed un testo ben costruito ma che fa passare dei messaggi e idee che dovremmo contrastare con tutte le nostre forze. |
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Categoria: Generale
Caro don Ettore,
non io giro la frittata…le avevo posto una domanda ben precisa sulla sua adesione o non-adesione alla “veridicità storica ” dei sacri testi, come affermato ufficialmente da due Papi e lei mi ha risposto con una asserzione che testimonierebbe- paradossalmente- l'”umoralità” di una divinità che va a simpatie.
Inoltre… secondo seri studi storici, il numero dei primi martiri sotto l’Impero Romano si attesta sui 3000 (nell’arco di tre secoli). Bisogna anche ricordare che il martirio, spesso ricercato, veniva considerato un battesimo rinnovato e di più alta potenza, tanto da cancellare i peccati commessi e di garantire il bonus per la vita eterna. In ogni modo le persecuzioni rilevanti nell’Impero Romano furono tre, intervallate e, ciascuna di breve durata. Dopo Costantino e con Teodosio la storia si capovolge per cui si successero per oltre due secoli – e senza soluzione di continuità- editti persecutori di eretici, ebrei, pagani, apostati.
” Il paganesimo non si estinse: fu eliminato dalla legge. I templi non caddero: furono chiusi e demoliti. I pagani non si convertirono: furono obbligati a farlo “( Josè Montserrat Torrentes )…ci sono azioni fuori misura che inducono-nel tempo- a reazioni parimenti fuori misura.
La veridicità storica dei testi sacri riguarda appunto i testi storici della Bibbia. Io mi attengo al Catechismo della Chiesa cattolica, non al card. Ravasi, che non è un mio superiore, se non in un senso molto lato e certamente non come teologo o esegeta.
Non so se i martiri della Chiesa primitiva siano solo 3000 in tre secoli. Mi pare una cifra francamente ridicola, ma ovviamente adeguata ai testi fieramente anticattlici e anticlericali che lei consulta devotamente. In ogni caso, non penso che i martiri cristiani in 2000 anni di storia si riducano a qualche migliaio. Se poi lei si sente orfana del paganesimo e le piace tanto la religione greco-romana con il suo Olimpo può benissimo ritornarci. Tra i molti culti oggi in voga nel mondo c’è anche quello.
Io ritengo, con molti autori cristiani, che quei culti quando non erano ciarlatanerie erano demoniaci, ma è possibilissimo che lei si trovi meglio con Satana e i suoi alleati, chissà magari anche loro ingiustamente colpiti dal malvagio Dio cristiano.
Io le auguro solo di non finire in loro compagnia.
È la secolare concezione inquisitoria e sanguinolenta del Cattolicesimo che sta venendo meno, caro don Ettore.
Si può comprendere come ciò sia visto come un attentato alla granitica mentalità istituzionale che per secoli ha pensato di ammazzare o bruciare i pagani e gli eretici per portare la “pace di Cristo”, un Cristo mandante di stuoli di guerrafondai e giustizieri con la scusa della “vera fede”. Ciò che, ovviamente, ha avuto la sua degna contropartita.
Ammazzarsi a vicenda: che bello! E’ Di che lo vuole!
Un certo Giovanni Battista Bugatti, fu carnefice ufficiale dello Stato Pontificio dal 1797 al 1864, durante il suo mandato giustiziò 514 persone.
Come si dice in napoletano: “nu babbà”.
È la secolare concezione inquisitoria e sanguinolenta del Cattolicesimo che sta venendo meno, caro don Ettore.
La concezione sanguinolenta è da mo’ che è venuta meno, se riferita ai delitti contro la fede; per il resto, le ricordo che la libertaria e massonica Francia ha applicato la pena di morte fino ad una cinquantina d’anni fa. La Chiesa ha smesso prima.
La concezione inquisitoria ha cominciato ad incrinarsi sotto Pio XII ed è scomparsa per decenni, salvo ritornare sotto questo pontificato, per colpire non gli eretici, ma gli ortodossi.
E poi: lei e Adriana avete scoperto in età avanzata l’acqua calda? Ossia che la Chiesa, divenuta Cristianità, non ha esitato ad utilizzare gli strumenti del potere umano, diversi e più o meno cruenti a seconda delle epoche storiche?
Avete pensato fino a 70 anni o più che la Chiesa fosse composta di angeli e di santi e che la credibilità del suo annuncio si fondasse sulla santità dei suoi membri?
Francamente, questa vostra polemica che riprende tutto il tesario massonico, anticlericale e, in età più recente, radicale, ancorché possa corrispondere in parte al vero (e da che pulpiti – si potrebbe dire – partono le prediche), non scalfisce di un millimetro l’annuncio cristiano. E, naturalmente, nel ricordare tutto il male si evita accuratamente di ricordare tutto il bene: o i Santi, anche recenti, erano tutti solo degli impostori?
Da parte mia, pur non essendo contrario di principio alla pena di morte nel codice penale, non appartengo di certo alla schiera dei vari De Mattei, che sognano una restaurazione degli imperi.
La Cristianità si è formata, è esistita, ha intrecciato in sé bene e male, come ogni cosa umana ed è entrata in crisi con il fenomeno della secolarizzazione.
Io non sono cristiano e prete per avere un ruolo sociale, ma anzi sono convinto che Chiesa e mondo tendano ad opporsi e che l’esito della vita del cristiano possa essere il martirio, perché la modernità, come il mondo pagano, non tollera un Salvatore e ancor meno una Verità.
Sotto sotto, in parecchi cattolici la concezione inquisitoria e sanguinolenta continua ad allignare, forse non senza una certo rammarico (o addirittura rabbia?) che non sia più possibile metterla in atto. Come dire una nostalgia delle crociate dove in nome di Dio lo sbudellamento reciproco era un motivo di gloria.
E, naturalmente, nel ricordare tutto il bene si evita accuratamente di ricordare tutto il male.
Ah! la dialettica! Ne siamo tutti coinvolti senza tirar fuori un ragno dal buco! 😁
Caro don Ettore,
in fondo lei ” ci ” ha ritenuto essere o esser stati (da sempre) come dei bambini. E:” se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. ” (Mt 18, 1-5)
Questo è molto bello!
Lei dice ( con la sua immutata simpatia ): ” E da che pulpito! “. Reverendo, so anch’io che lei burla, che i pulpiti non si usano più…ma i bambini “birichini” osano talvolta arrampicarvicisi -non per trastullo-, ma perchè ogni tanto- lassù, dall’alto e nascosti- sperano di ascoltare notizie di quel Dio “Qui laetificat iuventutem meam “.
Questo è ancora più bello e la ringrazio!
Lasciamo volentieri agli esperti scafati constatare che
“Dio cammina nelle scarpe del Diavolo” ( perfino nelle chiese) e trovarlo scontato a tal punto da non scandalizzarsene affatto e da accettarlo di buon animo, da autentici “Cristiani adulti” e intelligenti.
Questo “ci” appare come una progeria dell’anima…
E
questo è molto triste!
Caro don Ettore,
se, allora, il suo sapere storico dipende dal Catechismo della Chiesa cattolica, saprebbe distinguermi le affermazioni storiche (ivi contenute) da quelle solo teologiche relative alla decodificazione dei testi sacri?…eppure- torno a ripetere- non io, ma ben due papi hanno specificato nei loro documenti che tali testi sono pura Verità -anche – sotto il profilo storico. Significa, forse, che la Chiesa- infallibile- contraddice se stessa? Inoltre… perchè mai non si può avere la libertà di citare qualche storico non agiografo senza l’obbligo di appartenere a qualche gruppo satanista e di finire- ipso facto- all’Inferno?
Nel 1998 , l’allora Prefetto per la Dottrina della Fede, il Cardinale Ratzinger, convocò una Commissione Teologica Internazionale per stilare un documento
( pubblicato il 7 marzo 2000 ) col titolo: “Memoria e riconciliazione: la Chiesa e le colpe del passato” che fu in pratica una autoassoluzione, ma che avrebbe dovuto servire- sia pure usando un linguaggio eminentemente teologico-
a disinnescare il lavoro di tanti storici come Deschner ed altri di lingua tedesca (i cui lavori egli conosceva bene
fin dagli anni ’70), per affrontare in maniera molto dotta, il terzo millennio. Contro questa iniziativa si levarono ( anche all’interno della Gerarchia ) molte opposizioni dovute al fatto che la Chiesa, in tal modo, ammetteva di aver commesso nefandezze orribili in nome di Dio e che questo le si sarebbe ritorto contro.
Appartiene anche lei alla schiera dei detrattori?
Cara Adriana, mi spiega esattamente che cosa vuole da me? Che le dia ragione, dicendo che la storia della Chiesa è una sequela di orrori?
Che la Scrittura e il Magistero sono una serie di contraddizioni?
Lei è liberissima di pensare ciò che vuole, ma ho l’impressione e non da oggi che lei sia piena di rabbia e di risentimento nei confronti della Chiesa cattolica e del Cristianesimo: benissimo, faccia ciò che desidera, ma non pretenda che gli altri confermino le sue tesi.
Lo dico senza nessun pregiudizio; davvero non capisco che cosa lei vada cercando.
Io non pretendo affatto che lei confermi i miei giudizi
( che si guardano bene dall’essere “giudizi”, ma che sono unicamente modeste domande in cerca di un possibile confronto, chiarificazione, ulteriore opinione motivata ).
Invece…nella risposta precedente trovo un “anatema mascherato”, nella presente un tentativo di
indagine pseudo-psicologica anch’essa in chiave colpevolistica… La Chiesa del dialogo dove è finita?
Parliamoci chiaro una volta per tutte: se lei cerca delle risposte non le troverà di certo in un botta e risposta con il sottoscritto nei commenti di un blog. Si cerchi qualcuno che possa risponderle nella vita “reale”.
Di più non so che dirle. Io la faccia, come vede, ce la metto. Non penso che per lei sia agevole venire fino in Liguria.
Se poi si tratta soltanto di un divertissement polemico, allora direi di chiudere qui.
Invece, forse, mi sarebbe agevole, avendo parenti a Genova in vita, e pure in morte nel cimitero di Staglieno.
A trattenermi sono due timori: 1) che, di persona, le sue non-risposte rimangano le stesse- eventualmente ampliate di dimensioni-;
2) Che, se la regione Liguria e il suo nome sono quelli del Reverendo che finì sui giornali per aver preso a seggiolate sul groppone un suo anziano collega (un dubbio, -veda-, solamente un esile dubbio),
la sua accoglienza possa rivelarsi ricca di analoga empatia.
Se lei vuole venire a Genova per visitare i suoi parenti vivi e defunti e, nel contempo, incontrarmi per me va benissimo.
Sulle risposte che io potrei fornirle non garantisco nulla, ovviamente.
Sul secolo aspetto, stia tranquilla. E non creda troppo alle rappresentazioni giornalistiche, spesso parziali e superficiali (non me ne voglia l’ospite)..
Caro don Enrico,
tranquillo. Alle testimonianze dei giornali- sia locali, sia nazionali, come in questo caso- non ho mai concesso la mia cieca fiducia…ma il vedere la foto della faccia impaurita, piena di sangue e di lividi dell”anziano reverendo che chiede aiuto ai vicini- lo ammetterà- è tutt’altra cosa. Un ben triste accadimento per i fedeli e per il clero di Albenga…
e.c. Chiedo venia: non Don Enrico, bensì don Ettore.
Per DON ETTORE
Anche Gesù Cristo e i Martiri sono stati uccisi da chi ha infranto il Quinto Comandamento.
O no?!
E qui il discorso si fa più che spinoso, se si ammette che l’ammazzare e il morire ammazzati rientra nella volontà di Dio.
Avremmo un mondo redento grazie – grazie! – ad una miriade di omicidi e al versamento di botti di sangue?
L’uomo nasce per natura con il sangue nelle vene che lo vivifica ed è bene che qualcuno naturalmente lo sgozzi per dissanguarlo?
L’uomo nasce alla vita come immagine e somiglianza di Dio ed è da augurarsi che qualcuno ad immagine e somiglianza di Dio gliela tolga?
Il discorso è spinoso. Anzi di più.
“Il discorso è spinoso”… a sottolinearlo mi limito a riportare una frase di S. Bernardo di Chiaravalle:
” Il soldato di Cristo può uccidere con la coscienza tranquilla…la morte dei pagani ridonda a sua gloria, perchè significa la gloria di Cristo”.
Dalla se n’è andato con un marchio di infamia per non aver fatto coming out , per essersi avvicinato progressivamente al cattolicesimo e per i funerali religiosi che hanno accompagnato la sua dipartita. Un’onta per “I suoi” (?), paladini del dialogo e della tolleranza che non potevano sopportare un tale epilogo.
Un omaggio a Giampiero e don Ettore con un cordiale saluto. 😊
https://youtu.be/HypyE4wHGgY
E che dire di certi “cretini” (volevo dire pretini ma mi sembra offensivo per tanti preti per bene!) tentano di far passare questa canzone come un canto religioso, come tanti altri vogliono far passare anche “Alleluia” di Choen come fosse anche questo un canto religioso. Questo è il potere della melodia accativante!
In Chiesa dove vado il sacerdote, bravo a suonare l’organo e cantare, ha cambiato le parole ad alcune orecchiabilissime melodie degli anni 70 / 80 e le usa per magnificare Dio durante la Messa. Usa anche il ritornello di alleluia. L’effetto c’è e i fedeli si uniscono volentieri al canto di lode. L’idea mi sembra buona, senza nulla togliere ad altri canti liturgici solenni.
Niente per cui uccidere o morire
Nothing to kill or die for
E nemmeno la religione
And no religion, too
Della canzone di Lennon io salverei questi versi in sintonia con il Quinto Comandamento.
Del resto, ben più terribile è la “profezia” di Lucio Dalla in “L’anno che verrà”, circa il dilagare del caos e dell’ideologia gender:
Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
porterà una trasformazione
e tutti quanti stiamo già aspettando
sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno,
ogni Cristo scenderà dalla croce
[…]
E si farà l’amore ognuno come gli va,
anche i preti potranno sposarsi
Porrei particolare attenzione su quel “ma la televisione ha detto” … sì, la televisione dice quello che deve essere creduto e quello che deve accadere.
Della canzone di Dalla, l’anno che verrà, io mi auguro, oggi più che mai, la realizzazione di questo “vaticino” : ANCHE I MUTI POTRANNO PARLARE MENTRE I SORDI GIÀ LO FANNO. Aspetto con pazienza che si arrivi prima al punto di risalita..
Niente per cui uccidere forse, niente per cui morire direi proprio di no.
Dalla profetizza? Penso che lui fosse favorevole al dilagare di certi fenomeni. Basta pensare alle sciocchezze pauperistiche pronunciate contro Benedetto XVI..
Carissimo don Ettore,
se c’è qualcosa per cui morire vuol dire c’è qualcuno disposto a uccidere.
Il conto non torna lo stesso: “non uccidere”.
Il fatto che l’uomo non abbia fatto un passo avanti nel rispetto del quinto comandamento, non vuol dire che è normale o addirittura meritorio morire uccisi.
“Non uccidere”: non c’è spazio per il morire “per”.
Allora cancelliamo tutti i martiri, a partire da Gesù Cristo.
” Io salverei questi versi in sintonia con il V Comandamento…” E come la mettiamo con Yahwèh che, subito dopo aver concepito questo bel comandamento dà ordine a Mosè e ai suoi di far fuori 3000 dei loro amici e parenti, solo perchè costoro avevano dimostrato un leggero penchant vitellesco in un momento di giustificabile debolezza? E come la mettiamo con la eliminazione di tanti altri del medesimo popolo, colpevoli soltanto della volontà di onorare la loro umorale divinità?
Già!!!!!!!!!😈
Ma è anche vero che i cristiani leggono quel comandamento alla luce del senso che Gesù gli ha dato.
Questa suo scandalizzarsi per il fatto che Dio ordini di mettere a morte determinate persone nell”Antico Testamento (Biglino si chiede adirato se Yavé sia un assassino) mi fa davvero sorridere (Biglino mi fa rabbia perché lo dice a mo’ di bestemmia): infatti, Dio è padrone della nostra vita! Ce la dona e se la riprende come e quando vuole, anche per mano di altri. Che cosa vuole che siano gli anni della vita terrena rispetto all’eternità.
Tutto questo preoccuparsi dell’esistenza sulla Terra è uno dei segni dell’ateismo pratico nel quale siamo immersi senza neppure rendercene conto, acutizzato dall’allungamento della vita, per cui ormai molti anziani pensano di essere eterni in questo mondo.
E allora a che i piagnistei per le persecuzioni e uccisione dei Cristiani sia nel passato che nel presente? Non è Dio che se ne serve a suo insindacabile giudizio?
Anzi, non si dovrebbe festeggiare ogni strage voluta/permessa da Dio che “è padrone della nostra vita! Ce la dona e se la riprende come e quando vuole, anche per mano di altri”?
👏👏👏
Infatti, i cristiani dei primi secoli erano ben contenti del martirio. Non tutti, ovviamente. Ma i Santi sì. E comunque il martirio era considerato la maggiore grazia possibile. Vedi, ad esempio, quanto ne dice S. Agostino. I piagnistei li facciamo noi oggi, perché abbiamo perso la fede. Tutto qui.
Per Adriana: non confonda le carte on tavola: i Patriarchi hanno vissuto a lungo e la lunga vita era considerata, nell”Antico Testamento, un segno della benevolenza di Dio.
Questo non cambia di una virgola il mio discorso, che lei ha capito benissimo, ma non le piace (liberissima, ovviamente)
don Ettore caro,
a me non fa sorridere affatto il desiderio tutto umano di vivere il più a lungo possibile…non si citano nella Bibbia i Patriarchi che vissero centinaia di anni?
Non viene affermato da Leone XIII in “Providentissimus Deus” ( 1893 ), e da Giovanni XXIII nella costituzione dogmatica ” del CVII che i Testi Sacri sono veritieri ANCHE sotto il profilo storico?
Oppure…
oppure lei aderisce alla moderna interpretazione di Mons. Ravasi che, nel suo libro: “La violenza NON è mai santa” parte dal Salmo 62/61(” Una parola ha detto Dio, due io ne ho udite “), si richiama alla dialettica costitutiva tra il trascendente e l’immanente della storia: una dialettica che comprende anche fraintendimenti, limitazioni, particolarismi…ragion per cui, secondo l’illustre Monsignore, talune affermazioni della Bibbia vanno recepite in toto, altre reinterpretate, alcune, infine, scartate- cercando però di comprenderne il senso-. Mi pare, purtroppo, che lei sia costretto a decidersi con chi stare e, soprattutto, a quale dei suoi superiori credere.
e.c. e si richiama…