Che Cos’è il Cattolicesimo? Antonin-Dalmace Sertillanges O.P. Radio Spada.

5 Marzo 2024 Pubblicato da Lascia il tuo commento

 

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione questo messaggio che abbiamo ricevuto dagli amici di Radio Spada. Buona lettura e condivisione.

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Novità: “Che cos’è il Cattolicesimo?” del Padre Antonin-Dalmace Sertillanges O.P.

Novità: “Che cos’è il Cattolicesimo?” del Padre Antonin-Dalmace Sertillanges O.P.

Volentieri presentiamo ai lettori il piccolo capolavoro Che cos’è il Cattolicesimo?, del Padre Antonin-Dalmace Sertillanges O.P.

Di seguito la nota che illustra il volume, disponibile al prezzo di 8 Euro:

Per acquistare:
– sul nostro ecommerce edizioniradiospada.com
– tramite Whatsapp (+393662949035)
– tramite Telegram (@edizioniRS) o email (edizioniradiospada@gmail.com)
Le opzioni di SPEDIZIONE sono:
– spedizione non tracciabile (non possiamo sapere dalle poste dove il libro si trova) a 2 €,
– spedizione tracciabile (piego libri raccomandato) a 5,50 €,
– servizio Posta1 a 9 € (solo entro 2kg di peso),
– corriere a 12 € o
– servizio di contrassegno, ossia di pagamento alla consegna, a 15 € (per il contrassegno: in caso il vettore non vi trovi c’è una salata penale a carico del destinatario; dunque va scelto solo se si è pienamente reperibili).
I METODI DI PAGAMENTO (BONIFICO O CARTA DI CREDITO, in quest’ultimo caso con una tariffa del 5%) sono illustrati a questo link https://www.edizioniradiospada.com/pagamenti-e-spedizioni.html, ma per chi ha bisogno di un ausilio ci sono i contatti indicati sopra.

Nota delle Edizioni Radio Spada

Che cos’è il Cattolicesimo? Per rispondere a questa domanda potrebbe esser sufficiente la lettura del Credo o forse – da un’altra prospettiva – non basterebbero intere biblioteche.

Questo libro ha il dono di andare all’essenziale della questione in poche decine di pagine, e di offrire una sintesi agile ed acuta, ma soprattutto alta. Chi conosce lo stile fresco e succoso del Padre Sertillanges avrà probabilmente già capito cosa intendiamo. Agli altri chiediamo fiducia, garantendo che non andrà delusa.

Sfogliando le pagine del domenicano francese si incontrano parole di verità e di libertà: una libertà reale e audace. Certe espressioni, affrontate oggi, possono forse colpire, apparire ardite. In particolare, quando si rivolge a protestanti e dissidenti, o quando dipinge qualche ricco affresco filosofico, la chiave di lettura da usare è quella della sana ironia unita ad uno slancio caritatevole e intelligente: nulla da spartire con l’ecumenismo indifferentista o con certo grigiore conformistico della nostra epoca!

Crediamo che il libro – che in appendice reca un saggio di Andrea Giacobazzi intitolato L’inesistenza dei veri atei e l’esistenza del vero Dio – sia un’opera necessaria, soprattutto nel tempo di grande confusione che viviamo, per riscoprire, fissare e consolidare una conoscenza genuina delle questioni fondamentali.

Con questa speranza, formuliamo i nostri auguri di una proficua lettura.

>>> Che cos’è il Cattolicesimo? <<<


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«Dio esiste sicuramente. Ma gli atei esistono davvero?»

28 Febbraio 2024 | Attualità

«Dio esiste sicuramente. Ma gli atei esistono davvero?»

Volentieri presentiamo ai lettori questo breve estratto del saggio di Andrea Giacobazzi L’inesistenza dei veri atei e l’esistenza del vero Dio, in appendice al volume Che cos’è il Cattolicesimo?, del Padre Antonin-Dalmace Sertillanges O.P.


Un uomo può ignorare che ha una religione
come può ignorare che ha un cuore;
ma senza religione come senza cuore,
l’uomo non può esistere

Tolstoj[1]

In che senso si può parlare di ateismo

Se il Sertillanges ha potuto mirabilmente dipingere nel ristretto e fortunato quadro del libro «Che cos’è il Cattolicesimo?» i tratti essenziali della nostra religione, è possibile che rimanga nel cuore del lettore una domanda: gettato uno sguardo a Dio, alla Rivelazione e alla Chiesa, si può credere che esistano davvero gli atei?

«Vi è effettivamente un ateo? Non ve ne sono; non vi sono che degli incoscienti. […] Ad onta di ogni discorso contrario, nessuno nega Dio, non si fa altro che spostarlo», risponde il medesimo autore in Dio o niente. E aggiunge: «L’istinto dell’assoluto è talmente radicato nel cuore dell’uomo che non se ne libera mai se non apparentemente, in sostituzione nominale o concettuale, in riporto. Non solo tutte le esperienze, tutte le credenze, tutte le aspirazioni, tutte le attività individuali o sociali provano Dio; ma costituiscono anche un’adesione implicita alla sua esistenza. Ogni uomo esercita l’affermazione di Dio, anche colui che la rifiuta, come ogni uomo afferma la verità, anche colui che dice: non c’è verità»[2]. Del resto il Ballerini ribadisce: non c’è «idea che abbia una base più oggettiva e inconcussa di quella di Dio. Essa ha per base lo stesso universo»[3].

Ciò che unisce l’uomo a Dio è così inviolabile, ineludibile, radicale, che il tentativo di negazione del divino conduce in breve anche alla negazione dell’umano: la nostra società, con le sue aberrazioni, lo prova ogni giorno. L’uomo che non è divinizzato con l’aiuto della grazia, si de-umanizza progressivamente.

L’archeologo e specialista di storia delle religioni Salomon Reinach assicura: «L’ateismo non fu mai né può essere se non verbale». È vero, chiarisce il Sertillanges, «purché ciò s’intenda del verbo interiore quanto di quello che si proferisce. Perché non si tratta di accusare nessuno d’insincerità; ma si può essere sincero e disconoscere se stesso»[4]. In fondo «qualche ateo ha riconosciuto che un ateo assoluto non può vivere, perché tutti gli appoggi di cui ha bisogno per pensare e per operare gli mancano a un tempo, e perché nel reale così denudato di ogni salda sostanza, egli si sente straniero»[5].

Non si danno esseri viventi senza un Primo Vivente che sia la Vita stessa, e se i negatori di Dio arrivassero fino alle ultime conseguenze di ciò che affermano, privi di veri scopi, non compirebbero più alcuno sforzo vitale. Di fatto non potrebbero vivere. Ed è legittimo chiedersi, con una punta di ironia, se l’ateo non sia un essere «male equilibrato», in quanto «per lui l’equilibrio sarebbe la morte, oppure la conversione»[6].

Dunque «non si può aderire moralmente a niente, compreso se stesso, se non passando per Dio, nello stesso modo che non si potrebbe conoscere niente nella sua essenza profonda e nella sua realtà totale se non conoscendo Dio. Ma […] molti negano Dio a cagione della falsa definizione che di lui danno a se stessi»[7].

Il falso dio che si vuole negare è un’ombra, una proiezione deforme, un fantasma, uno spauracchio da usare come alibi. Gli esempi che si potrebbero fare sono innumerevoli: ma tutti convergono nell’indicare che l’esigenza di Dio è solo traslata, in quanto ineludibile. Qui però si arriva al nocciolo della questione: se non vi è dubbio che l’idea del divino sia necessaria agli uomini, va tuttavia provato che corrisponda ad una realtà.

Bisogna quindi dimostrarne l’esistenza, evidenziando che «Dio non è un’invenzione della ragione, è una scoperta. Dio non è un elemento del pensiero estraneo al reale o non rispondente che alla comodità della sua interpretazione: è il reale stesso nella sua realtà più fondamentale, il più alto oggetto del pensiero»[8].

L’esistenza di Dio secondo la ragione

[…]

>>> Che cos’è il Cattolicesimo? <<<

[1] Cfr. A. D. Sertillanges, Dio o niente, SEI, Torino, 1940, p. 257.
[2] Ivi, p. 256-257.
[3] Cfr. Mons. Giuseppe Ballerini, L’esistenza di Dio, Edizioni Radio Spada, 2021.
[4] A. D. Sertillanges, Dio o niente, SEI, Torino, 1940, p. 257.
[5] Ivi, p. 258.
[6] Ivi, p. 259
[7] Ibidem e p. 263.
[8] Ivi, p. 258.

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