Stella, Mangiatoia, Agnelli: i Segni che Pastori e Magi Interpretarono. R.S.

6 Gennaio 2024 Pubblicato da 8 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, un amico fedele del nostro sito, R.S., offre alla vostra attenzione questi pensieri sulla festa che celebriamo oggi. Buona lettura e diffusione, e Buona Epifania.

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I Magi giunsero a Betlemme qualche tempo dopo la nascita di Gesù. 
Nei vangeli dell’infanzia i dettagli presenti secondo San Matteo vengono integrati e non ripetuti da quelli nel vangelo secondo San Luca.
 
E’ logico che i Magi abbiano trovato Gesù in una casa e non in una sistemazione di fortuna come ebbe inizialmente la Sacra Famiglia, per altro proprio in coincidenza ai giorni in cui Maria doveva partorire. Il dibattito può vertere sull’arrivo a Betlemme dei visitatori orientali prima della presentazione di Gesù (quaranta giorni dopo il Natale) oppure anche dopo. 
 
Con Gesù neonato è da escludere che Giuseppe e Maria viaggiassero a dorso d’asino d’inverno volendo essere a Gerusalemme per l’appuntamento con il rito al tempio, nel 1 a.C. secondo l’attuale calendario. 
Poco dopo sarebbero stati costretti alla fuga in Egitto avvertiti della minaccia di Erode, che morì all’inizio dell’anno successivo, 1 d.C.
Questo ci è noto grazie a Giuseppe Flavio che associa la morte del re, impazzito negli ultimi tempi, ad un’eclisse di luna che la NASA riporta verificatasi proprio sul finire dell’anno 1 a.C. quindici giorni prima della morte del re, settantenne. Tra la nascita di Gesù e la morte di Erode passa solamente poco più di un anno. 
 
Se il cielo è prodigo ancor oggi di informazioni per individuare l’eclisse lunare della dipartita del re sanguinario, la volta celeste istruì soprattutto i Magi che, giungendo a Gerusalemme, illustrarono ad Erode tutte le loro osservazioni a proposito della nascita di un re in Giuda.
L’ipotesi più accreditata è che l’astro di cui parla San Matteo sia stato Giove, protagonista di strabilianti e plurime (tra il 3 e il 2 a.C.) “congiunzioni” con altri corpi celesti, non senza valore simbolico anche fuori da Israele: Giove (il pianeta re), Venere (la fecondità) e Regolo (il piccolo re) nel Leone.
Giove tra l’altro si “fermò” (cioè parve arrestarsi per il particolare moto planetario che cambia periodicamente direzione) nel cielo di Israele in corrispondenza del tempo in cui verosimilmente vi giunsero i Magi (tra il Natale e la presentazione), confermandoli nelle loro ipotesi.
Quando i Magi, dopo aver omaggiato ed adorato Gesù, disubbidirono ad Erode facendo ritorno a casa senza tornare da lui, il vecchio re perse completamente la testa e dando luogo al massacro dei bimbi al di sotto dei due anni di età, in tutta l’area. 
 
I segni di Dio non sono mai banali e facilmente leggibili da chiunque: Dio prepara prima, pian piano, chi desidera che poi capisca! 
 
I Magi avevano la sapienza astronomica per non farsi sfuggire un fenomeno astronomico quasi insignificante per quasi tutti. 
Probabilmente avevano anche altre ragioni per muoversi ed affrontare un viaggio faticoso, pericoloso e dispendioso. 
 
Quel che vale per gli astronomi orientali si ripete per i primi pastori che andarono ad adorare il Bambino, la notte di Natale. 
L’angelo che li avvolge di luce invitandoli ad andare presso il bambino indica un segno preciso: avvolto in fasce e posto in una mangiatoia. 
Perchè un pastore dovrebbe abbandonare il gregge che sta vegliando, al freddo, se non perchè ha già capito che il bimbo è davvero speciale?
Di bambini potevano essercene altri, avvolgerli in fasce è comune, ma deporlo in una mangiatoia… Erano forse un po’ eccentrici i genitori?
O il segno proposto ai pastori era più parlante di quanto potremmo pensare? La decodifica del segno dipende da una sapienza propria di quei particolari pastori o da qualcosa che dipende dai panni e dalla mangiatoia? O da entrambe le cose? 
 
Nella Bibbia Betlemme è nota anche come Efrata, un nome che rimanda alla fertilità di quella terra (ricca di grano ed orzo) e a un antico culto cananeo a un dio della fertilità. Si tratta di un’area che era particolarmente dedita all’allevamento ovino e nel territorio erano state erette speciali torri di avvistamento utilizzate dai pastori che vegliavano le greggi. Particolarmente interessante Migdal Eder, la torre del gregge, sita a un chilometro e mezzo dall’attuale basilica della Natività e citata in Michea 4. 
 
Secondo Mishnah Shekalim 7,4 l’area di Migdal Eder era dedicata a greggi speciali, che provvedevano gli agnelli per i sacrifici sacri al tempio: quei pastori erano loro pure dedicati all’opportuna selezione di questi agnelli, senza difetto e senza macchia. Gli agnelli possono nascere macchiati naturalmente oppure, allora come oggi, possono essere macchiati per marchiarli o associarli alla pecora madre e non confonderli negli spostamenti.
Ebbene è emerso che c’erano dei pastori specializzati a selezionare gli agnelli per il tempio, fasciandoli perchè non venissero macchiati e deponendoli in mangiatoie! Il fotoperiodo ovino, che rende più probabile la gestazione quando le giornate si accorciano, considerando la gestazione della pecora di 5 mesi, individua il periodo tra la fine di novembre e la fine di maggio come quello in cui nascono più agnellini. Niente di strano che i pastori in vegliassero le greggi (specialmente agli agnelli) tra la fine dell’autunno e l’inizio dell’inverno! 
 
Come i Magi non si limitano ad essere dei semplici astronomi, ma interpretano qualcosa in più, anche i pastori di Betlemme proiettano il loro servizio pre-liturgico identificando la specificità di quel bambino, stupendosi e comprendendo il suo esser posto in fasce in una mangiatoia, in un potente rimando sacrificale a loro noto.         
 
I pastori seppero perciò associare il luogo (città di Davide, mangiatoia) al tempo (festa delle luci, nascita agnelli) e ai segni (luce angelica, regalità, riti sacrificali); mentre i Magi portarono l’oro in dono al re, l’incenso del culto a Dio e la mirra per la morte del personaggio da loro adorato: le fasce che avvolgono il bambino ritorneranno nel telo sindonico della deposizione dalla croce.   
 
Betlemme è indicata da Michea come il luogo della nascita del Messia e non è semplicemente una città dove, per caso, per un censimento romano, la Sacra Famiglia si trova costretta in un tempo oggettivamente inopportuno. 
 
Maria e Giuseppe, che pur avevano avuto ben altre istruzioni da Dio, assistono a questi inattesi tributi di sconosciuti al bambino neonato. 
Maria in particolare farà sintesi di tutti questi avvenimenti, meditandoli in cuor suo per poi parlarne anche con il suo sposo.  
Come si chiama? 
Certamente l’avranno loro chiesto del bel bambino: il suo nome è GESU’ che significa DIO SALVA! 
Più chiaro di così…
 
R.S.     

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8 commenti

  • FRANJO ha detto:

    Per quanto riguarda la stella che ha guidato i Magi, non è più plausibile una sua origine soprannaturale, piuttosto che astronomica? “…giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino”.

    • R.S. ha detto:

      Ovviamente non lo posso escludere, ma sono propenso all’ipotesi astronomica per il semplice fatto che la colsero solo quelli che studiavano il cielo; un evento celeste alla portata di tutti avrebbe lasciato traccia anche altrove.

    • OCCHI APERTI! ha detto:

      Franjo carissimo,
      trascrivo per lei e chissà, forse qualcun’altro leggerà, alcune righe di Don Dolindo Ruotolo a proposito della Stella:

      ” …. All’apparizione della stella, che era come una meteora luminosa, si sentirono (i Magi) INTERNAMENTE ispirati ad andare a Gerusalemme per cercare il nato Re e intrapresero il lungo viaggio.
      …La stella quasi li invitava al viaggio, perchè si librava nell’atmosfera come un segno che indicava la direzione del cammino da intraprendere e mostrava di muoversi in quella direzione.
      Non era dunque un astro che aveva un moto circolare, non poteva essere un’illusione, non poteva essere un segno confondibile con un fenomeno sidereo qualunque: era un SEGNO CELESTE, una CHIAMATA DI DIO.

      (A questo punto c’è una nota a piè di pagina, per confutare i sostenitori modernisti nella convinzione che la stella avesse solo valore simbolico, che dice: “…Certo è che vi fu un fenomeno luminoso che, accompagnato dall’illuminazione interiore dello Spirito Santo, mosse i Magi alla ricerca del Messia”…).

      … E’ evidente dalla Tradizione e dal medesimo contesto del Vangelo che la stella li accompagnò durante il viaggio e che si eclissò forse quando entrarono nella terra d’Israele.
      Dio, che è infinita economia e non compie opere superflue, fece eclissare il SEGNO STRAORDINARIO dove era possibile essere guidati dai lumi naturali di chi stava al pubblico potere.

      … Appena udita la risposta del re (Erode), i Magi partirono, ed ecco la stella, vista nell’Oriente ed eclissata ai loro sguardi, riapparve nel cielo, con gioia immensa del loro animo, indicò la via da percorrere e SI FERMO’ SULLA GROTTA dove si trovava Gesù.
      … Essi furono illuminati da una stella, capirono che era una chiamata celeste e, senza frapporre indugio, affrettarono il loro cammino verso Gerusalemme, guidati dalla medesima stella.
      … I Magi non rividero la stella che quando uscirono dalla corte di Erode; in quella reggia piena della caligine del peccato, non potevano vedere la luce del Cielo.
      Si sente, dal racconto del Vangelo, il sollievo che provarono nell’uscire da quel luogo spiritualmente mefitico, perchè, quasi a respirare liberamente, volsero lo sguardo al cielo. Volgendolo in alto, rividero la stella e, pieni di esultanza, guidati da essa, si incamminarono verso Betlemme.
      … Giunsero i Magi alla grotta e trovarono Gesù con Maria sua Madre, perchè Maria è inseparabile da Gesù. Ella è come la stella che ci guida a Lui, ce lo fa conoscere e ce lo dona.”…

      Ecco che scriveva DON DOLINDO.
      Mi spiace non aver riportato tutto il suo preziosissimo e lungo commento, con tante indicazioni di vita spirituale e d’attualità.
      Per esigenze di brevità ho circoscritto le righe sulla Stella, comunque densissime di significato e chiarificatrici a tal proposito.

      Una buona continuazione!

      • Rachel D. ha detto:

        Certamente spinta da un angelo,Lei ha riportato questo meraviglioso scritto di DON DOLINDO in cui gustiamo tutta la semplice e luminosa beltà della vera storia biblica di NSGC.
        Non capisco dove stia il problema di accettare che la Stella cometa era un segno del Cielo, se non nella miserevole SUPERBIA dell’uomo che vuole saperne più di Dio.
        Grazie Occhi Aperti.

        • R.S. ha detto:

          I vangeli grondano di rimandi storici verificabili, a sostegno della loro attendibilità nel riportare fatti.
          Questo non toglie la libertà la facoltà di Dio di introdurre nella cronaca anche un tratto soprannaturale, come avviene nei miracoli.
          Nel caso della stella dei Magi, se fosse stato un miracolo eclatante, avrebbero dovuto vederlo tutti. La constatazione è invece quella di un segno percepibile a dei conoscitori qualificati del cielo… la meraviglia e lo stupore caso mai è perché la “matematica del cielo” permette oggi letture uguali ad allora!
          Il criterio seguito da Erode nel volere la morte dei bambini fino a 2 anni di età fa pensare che la “stella” si fece osservare per un tempo, proprio come nell’ipotesi di Giove nel suo apparire, scomparire, cambiare direzione -perciò “fermarsi”- e coronare Regolo.
          Dio avrebbe potuto colorare il cielo di fasci di luce fosforescenti, ma si limitò a segni discreti, come quasi sempre. Anche quando i miracoli sono grossi (es. la resurrezione e la sindone come prova) dopo due millenni ancora c’è chi dice che la reliquia è di epoca medievale… Anche dopo decine di miracoli eucaristici l’eucaristia è bistrattata in tante chiese e messe.
          Eppure il Signore, paziente con l’uomo, non ci abbaglia per convincerci forzatamente, ma ci mette in condizione di capire la verità con piccoli segni, da assimilare.
          La bellezza della Verità non ricorre allo spettacolo.

  • cattolico ha detto:

    signor rs:in ebraico yehoshua significa yahweh salva,che è un dio che è l’esatto opposto di nostro signore

  • R.S. ha detto:

    Venere (pianeta “interno” e astro più luminoso del cielo dopo Sole e Luna) ha un periodo sinodico della durata di 583,9 giorni in cui vi si alterna, visto dalla terra, quale stella del mattino o stella della sera.

    Giove (pianeta “esterno”) ha un periodo sinodico è di 398,9 giorni, per 365 dei quali è visibile, finendo poi in ombra, invisibile dalla Terra, per circa un mese. Giove procede nel cielo da est a ovest per 278 giorni, mentre per altri 121 inverte il suo senso apparente di marcia in un moto cosiddetto retrogrado rispetto allo sfondo stelle “fisse”, eseguendo una sorta di traiettoria “a nodi”.
    Ad agosto del 3 a.C. Venere transitò dapprima su Giove e quindi su Regolo.
    Poi, fino all’agosto del 1 a.C. Giove incontrò più volte in modo ravvicinatissimo Venere.
    La congiunzione più spettacolare avvenne nel giugno del 2 a.C., quando Giove e Venere sembrarono fondersi in cielo (con un telescopio sarebbe stato possibile scorgere una specie di “otto” luminoso: i due pianeti sono a 1/15 di grado di distanza).
    Il movimento di Giove, da pianeta “esterno” rispetto alla Terra nel suo orbitare attorno al Sole, configura una specie di danza attorno a Regolo, avvicinandolo ben tre volte: il 12 settembre del 3 a.C., il 18 febbraio e il 4 maggio del 2 a.C.; il 10 giugno anche Venere tocca Regolo, prima di “fondersi” con Giove, ben visibile al tramonto.

    Il viaggio dei Magi potrebbe essere durato da uno a tre mesi, anche considerando i quattro che impiegò Esdra quattro secoli prima (Es 7,1-9).
    Procedendo verso Betlemme si trovano davanti Giove e addirittura capita loro di rivedere (la stella «li precedeva», come riferisce Matteo) la congiunzione astrale tra Giove e Venere che li aveva appassionati; dopo nemmeno una settimana Giove scompare alla vista, “fermandosi” proprio quando dal loro punto di osservazione l’astro sostava sopra Betlemme. Possiamo ben comprendere il loro entusiasmo: il ciclo sinodico di Giove dura circa 13 mesi e fa sì che di anno in anno Giove completi il proprio periodo sinodico in una costellazione successiva delle dodici che da sempre costituiscono lo zodiaco.

    Riprendiamo con ordine le osservazioni dei Magi, come potrebbero averle riferite a Erode: ancor oggi possiamo verificare, grazie ai planetari virtuali e ai sistemi di calcolo computerizzati, moltissime cose integrabili con le conoscenze di altre discipline:

    -gli astronomi conoscevano il riferimento biblico alla stella (Num 24,17 la stella di Giacobbe, altro nome di Israele; Is 62,1 la stella della giustizia);
    -le congiunzioni planetarie descritte sono state davvero insolite e particolarmente spettacolari e luminose;
    -Giove sorge ad est, poi è visibile per 365 giorni nella notte, tramontando ad ovest. Come tutti i pianeti procede, in ogni suo ciclo di visibilità, con un moto apparente da est ad ovest. E’ sempre stato mitologicamente il re dei pianeti, paganamente creduto la divinità più importante;
    -Giove, re dei pianeti, dopo aver incontrato Venere (astro che richiama una divinità femminile), danza attorno a Regolo, il piccolo re, anche questa una stella associata alla regalità, sia per i babilonesi, sia per i romani. Ci gira intorno tre volte, come se il pianeta reale incoronasse il piccolo re;
    -il tutto nella costellazione del Leone e sappiamo (Gen 49,9) che proprio la tribù di Giuda è associata a questa simbologia messianica;
    -Giove torna ad essere osservabile nel suo successivo periodo sinodico entrando nella costellazione della Vergine, visibile da settembre del 2 a.C., in concomitanza con la festa delle capanne, la più messianica (quell’anno cadde a metà settembre). Giove è a est, come “stella del mattino” (i Magi non lo sapevano ancora, ma lo scriverà Giovanni: Ap 22,16; anche in 2Pt 1,19 c’è un riferimento alla “stella del mattino”, alludendo a Gesù);
    -a ottobre del 2 a.C. c’è ancora una congiunzione tra Giove e Venere: ricordiamoci che è questa “la stella” dell’evangelista Matteo;
    -i Magi la rivedranno, gioendo, arrivando a Gerusalemme, dove verrà loro detto di Betlemme.

    La sola cosa che rimane incerta è la data di partenza dei Magi.
    La strage dei piccoli betlemiti deve essere accaduta subito dopo il ritorno dei Magi alle loro terre, senza ripassare da Erode.

  • Marisa Orecchia ha detto:

    Ruggero Sangalli, autore dello splendido “Gli anni terreni di Gesù”?
    Mi piacerebbe leggerlo con più frequenza
    M.O.

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