La Vera Data della Nascita di Gesù è il 25 Dicembre. Silvana De Mari.

30 Dicembre 2023 Pubblicato da 8 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione questo articolo della dott.ssa Silvana De Mari, che ringraziamo di cuore. Buona lettura e condivisione.

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LA VERA DATA DI NASCITA DI GESÙ È IL 25 DICEMBRE.

Ce lo spiega il Vangelo di San Luca, che comincia raccontando di Zaccaria, padre di Giovanni Battista: è un sacerdote che deve fare un sacrificio nel tempio, e benché i Vangeli siano molto scarni, in effetti sono un riassunto, Luca ci tiene a dirci che Zaccaria era un sacerdote della classe di Abia, Le classi sacerdotali in Israele erano ventiquattro e prestavano a turno servizio al tempio. Grazie ai rotoli esseni di Qumran è stato possibile al professor Shemarjahu Talmon dell’Università Ebraica di Gerusalemme ricostruire l’ordine cronologico dei turni delle classi sacerdotali al Tempio. Il turno di Zaccaria era attorno al 25 settembre. Quindi in questa data mentre lui prestava servizio al tempio, gli è apparso l’Angelo che gli ha annunciato che sua moglie Elisabetta, benché molto al di là con gli anni, avrebbe concepito un figlio. Quando l’Arcangelo Gabriele appare a Maria per pronunciare le parole straordinarie, piena di grazia, il Signore è con te, le chiede anche di andare ad aiutare sua cugina, Elisabetta, che è incinta di sei mesi. L’Annunciazione quindi avviene sei mesi dopo il 25 settembre, vale a dire il 25 marzo e la nascita di Gesù avviene il 25 dicembre, vale a dire nove mesi dopo l’ Annunciazione. La banalizzazione del Natale è il primo passo necessario per renderlo ridicolo, e quindi cancellarlo. La banalizzazione comincia negando l’autenticità della data, che sarebbe stata scelta per il Solstizio e poi per il Capodanno celtico. Quindi si tratta di un falso. Affermazione assolutamente insensata per svariati motivi. La Madonna sapeva leggere e scrivere, così come gli Apostoli. Erano tutti ebrei dunque tutti alfabetizzati, perfettamente in grado di conoscere una data e tramandarla in maniera corretta. Altro punto: stiamo parlando della nascita di Nostro Signore, secondo questa teoria o suoi seguaci avrebbero mentito per questione di marketing. Non c’era motivo perché mentissero. Pensare che qualcuno ci abbia mentito su un fatto così enorme come la data della nascita di Cristo è qualcosa di spaventoso. Inoltre il Solstizio non cade il 25. L’astronomia è una scienza esatta. Per quanto riguarda il Capodanno celtico  possiamo serenamente affermare che dei Celti non importava niente a nessuno. Il Cristianesimo ha avuto un effetto talmente dirompente da spazzare via tutto quello che lo ha preceduto, incluso Giove. Questo è il motivo per cui nel presepe napoletano autentico ci sono sempre le rovine di un tempio romano: simboleggia la religione degli antichi Dei ormai spezzata. E dovrebbe importarcene qualcosa dei Dei celti? “Riguardo alla prima Venuta del Salvatore nella carne, quando nacque in Betlemme,  avvenne otto giorni prima delle calende di Gennaio (25 dicembre), il quarto giorno della settimana, quando Augusto regnava già da quarantadue anni (2 o 3 a.C.).” ci spiega Sant’Ippolito di Roma (170-235). Il secondo punto riguarda la cancellazione. Si cancella la nascita di Cristo. Non si sa bene chi sia nato: invece di festeggiare la nascita di Cristo festeggiamo Babbo Natale. Il significato della parola babbo è noto. “Natale” cosa vorrà dire? Chi è nato? Nel Nord Europa si chiama Santa Claus, contrazione di San Nicholaus, che è San Nicola, tutto è intriso di cristianesimo, anche se per motivi inclusivi Babbo Natale diventa una donna (individuo con utero?) di origine africana. L’ albero di Natale diventa sempre più stilizzato, una specie di cono cavo o un ammasso di valigette orrende come quello che Gucci ha inflitto ai milanesi, ma resta la parola Natale, qualcuno è nato.  Anche la Befana, la vecchietta presso la quale si fermarono i Magi raccontando del Bambino. Lei si mise a fare i biscotti, ma perse la strada perché impiegò troppo tempo. Non trovò più i Magi e distribuì i biscotti in giro. Dato che per i bambini la parola Epifania è troppo difficile, è diventata la Befana. Anche la Befana è intrisa di cristianesimo. Noi siamo intrisi di cristianesimo perché la nascita di Cristo cambia l’Umanità. C’è una donna con un bambino in braccio. L’Umanità cambia a tal punto che cambia il calendario. Schwab e Attali ci dicono che Cristo non è mai esistito, è una fake news. Un falegname che non ha mai scritto un rigo in vita sua, seguito da qualche centinaio di persone, si fa crocifiggere col supplizio riservato agli schiavi dopodiché il mondo cambia. Noi però abbiamo la prova certa della Resurrezione di Cristo, la Sindone, il Sacro Lino che la Nasa non sarebbe in grado di riprodurre nemmeno con l’attuale tecnologia. Quindi tranquilli: Cristo è nato, Cristo è risorto e Cristo ha già vinto nella Storia. Noi come sentinelle aspettiamo l’aurora avendo la certezza che l’aurora verrà. Il presepe è stato oltraggiato da un clero ridicolo e ipocondriaco con mascherine messe addosso alle statuine. I Magi hanno portato l’orrendo siero testato su cellule di feto abortito che sta riempiendo il mondo di malori improvvisi e malattie sconvolgenti. In Francia, ma ora anche in Italia, i presepi sono dati alle fiamme ippure si decapitano le statue. Quindi noi, che siamo il popolo, noi non molliamo, facciamo  il presepe.

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8 commenti

  • R.S. ha detto:

    Gesù è la luce del mondo e il prologo di San Giovanni a suo modo introduce negli anni di vita pubblica del Signore sintetizzando nel dato essenziale le informazioni dei vangeli dell’infanzia di San Matteo e di San Luca.
    Tra l’altro San Giovanni, nell’episodio della chiamata di Natanaele, rende conto del problema del Messia di Nazaret, mentre nacque esattamente dove profetizzato, a Betlemme. La radice della parola Nazaret in ebraico rimanda al “germoglio” che abbiamo sentito ripetutamente nelle letture di avvento.
    E poi, sempre San Giovanni, a margine di una festa ebraica in cui Gesù interloquisce con gli avversari, si presenta come buon pastore delle pecore, lui agnello di Dio (l’Agnello è una figura centrale di Apocalisse).
    La festa delle luci dura 8 giorni è il massimo della luce risplende l’ottavo giorno: quindi il 25 kislev identificherebbe la circostanza, non il giorno preciso degli otto.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Cara Dottoressa,

    a parte il fatto che sulle questione della data di nascita di Gesù (questione del tutto irrilevante di fronte all’eccezionale motivo dell’evento) si avanzano diverse ipotesi, mi permetto di osservare come il suo linguaggio presenti punte di una durezza sprezzante che certamente non giova alla testimonianza cristiana.

    Le auguro un sereno (e più rilassato 😊) 2024,

    • Adriana 1 ha detto:

      Ottimo, Enrico, al cui augurio mi associo,
      facendo presente che Giulio Cesare incaricò Sosigene di Alessandria- stimatissimo astronomo e matematico di Cleopatra- a cambiare il calendario. Fu, dunque Sosigene
      a indicare il 25 dic. come la data del Solstizio d’inverno
      (non il 21), ossia il giorno del Sole che “nasce” e che la Chiesa adottò per il Suo nuovo Sole… sicuramente, nel prossimo anno, che spero sereno, la dott. troverà il tempo di informarsene.

  • R.S. ha detto:

    Forti dei numerosi indizi forniti dal Vangelo, dall’Antico Testamento, dalla storia e dalla scienza, ci sono almeno dieci ragioni per affermare che Gesù nacque certamente nel 2 a.C. e ce ne sono parecchie anche per andare sicuri sul periodo dell’anno, che è questo, corrispondente ai mesi di kislev/tevet.
    La scelta del giorno 25 a mio avviso può essere legata alla concomitanza con la festa delle luci, dedicazione del tempio (inizia il 25 kislev e dura otto giorni), che in un calendario lunare è mobile (come la Pasqua).

    Posto che anche i nove mesi di una gravidanza umana non equivalgono necessariamente proprio a 270 giorni il rispetto dovuto alla data del Santo Natale non è tanto dovuto alla data, quanto a Chi nasce e cosa ha significato e sta significando per l’umanità.

    Oggi è sotto gli occhi di tutti (non senza responsabilità dei cristiani) la svalutazione del Natale cristiano, nel pullulare di luminarie, alberi pieni di palle e ghirlande, musichette, pacchi dono, babbi natale (San Nicola, ma non con le convinzioni di quello dello schiaffone ad Ario), renne, elfi, dolciumi e vivande varie… senza attendere in realtà nessun altro degli invitati e soprattutto senza pensare di essere tutti attesi da un incontro certo con Colui che diciamo di “festeggiare” in tutto il periodo che va dalle zucche alle calze.

    Dice bene Silvana De Mari: alberi stilizzati, dei coni cavi pieni di ciò che reclamizza chi l’allestisce. Qualcuno è nato, e sarebbe già una notizia, visto che si nasce sempre di meno. L’epifania di quel nato è ormai per tutti una vecchia befana e una lotteria. Siamo già meno umani, in un mondo dove ci sono luoghi disumani.

    Ancora, malgrado la storia, le reliquie e i fatti miracolosi che sfidano le conoscenze proprio di questa nostra epoca, c’è chi sostiene che Cristo non è mai esistito. Anche molti sacerdoti, inquinati di mondo, dicono scempiaggini su quel vangelo che dovrebbero annunciare.
    Mascherando persino i Magi e i pastori venuti ad adorare il Bambino nel presepio… Quando quel presepio non viene incendiato o vandalizzato dai più accecati dall’imbarbarimento abbrutito della nostra attuale “cultura”: del cancellino (e del cul).

    Siamo nella luce di Cristo, nella storia, forti della scienza, proprio mentre sedicenti sapienti tentano di precipitare l’umanità nella tenebra più buia.

    L’evento decisivo dell’Incarnazione è durato nove mesi, quindi già dal giorno del concepimento: mirabile insegnamento per questo tempo in cui l’aborto è un diritto, promosso per la salute riproduttiva e responsabile di 60 milioni (stimati) di vite umane stroncate ogni anno nel mondo (in Europa si stima interrotta una gravidanza su tre!!).
    La pienezza dei tempi è durata fino alla primavera del 33 d.C. con la passione, morte, resurrezione e ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo che ha redento l’umanità.
    E la fine dei tempi sarà lo sviluppo di ciò che dall’Incarnazione è dipeso e ci riguarda, sapendo con certezza queste parole: “portae inferi non praevalebunt”

    • Antonello ha detto:

      Concordo sul fatto che il 25 dicembre sia la fissazione su calendario giuliano della data effettiva della nascita di Gesù che è il 25 di Kislev, giorno della festa delle luci (hannuka). Non a caso penso che Giovanni abbia scritto nel suo prologo “veniva nel mondo la luce VERA” (e non semplicemente quella di hannuka).

    • FRANJO ha detto:

      Concordo con l’associazione della nascita di Gesù alla Festa delle Luci (Channukkà). Nel Vangelo di Giovanni è potente la presentazione di Gesù come Luce vera che splende nelle tenebre, nel Prologo letto nella Messa del Giorno. La festa ricordava la nuova consacrazione del Tempio – che era stato profanato – dopo la sconfitta che Giuda Maccabeo inflisse ai seleucidi. Gesù è il nuovo Tempio e la Luce del mondo. Direi che è la natura, col progressivo prevalere della luce sull’oscurità, ad adattarsi a celebrare la nascita del Salvatore, piuttosto che il Natale ad adattarsi alle tradizioni precedenti.

    • Antonello ha detto:

      La festa delle luci FINISCE (non inizia) il 25 di kislev

      • R.S. ha detto:

        Dal primo libro dei Maccabei, capitolo 4, 58-59

        Vi fu gioia molto grande in mezzo al popolo, perché era stata cancellata la vergogna dei pagani. Poi Giuda e i suoi fratelli e tutta l’assemblea d’Israele stabilirono che si celebrassero i giorni della dedicazione dell’altare nella loro ricorrenza, ogni anno, per otto giorni, cominciando dal venticinque del mese di Casleu, con gioia e letizia.

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