Naturalmente sono in molti ad essere disposti a difendere quest’ultima, almeno a parole. Ma nei fatti sembra che essa sia sempre più lontana dall’orizzonte dell’uomo e della donna del XXI secolo.
Come commentare le parole dell’ex-magistrato Piercamillo Davigo, che tanto stanno facendo discutere in questi giorni?
Ospite del podcast “Muschio Selvaggio”, condotto da Fedez e Davide Marra, Davigo ha espresso il suo dispiacere per gli imputati suicidi, ma per una ragione ben precisa.
“Ma certo che dispiace. Prima di tutto, se uno decide di suicidarsi lo perdi come fonte di informazione”, ha affermato tranquillamente l’ex magistrato.
Il fatto che abbia introdotto la frase citata facendola precedere dal “prima di tutto” fa temere che essa non sia il frutto di una semplice gaffe, ma di una modalità di pensare ben consolidata. Mi auguro che non sia così naturalmente.
Tuttavia, è difficile non vedere in questa situazione, così come in altre, un aspetto tipico del nostro tempo, segnato dalla spasmodica ricerca di un efficientismo perenne in tutti gli ambiti del vivere, che assai spesso finisce col calpestare la stessa dignità umana.
Senza pietas non v’è che parvenza di giustizia… magistrato dovrebbe esercitare con immane sofferenza… no con sadica gioia come come il Torquemada della Lomellina!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
La perdita di una vita umana è grave, ma un po’ meno della perdita di un pendrive.
Condivido in pieno quanto esposto da Samuele Maniscalco..