La Guerra Ignorata delle Morti da Malore Improvviso. Benedetta De Vito.

13 Novembre 2023 Pubblicato da 1 Commento

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, la nostra Benedetta De Vito offre alla vostra attenzione queste pensose riflessioni su un dramma che stiamo vivendo, e di cui media, autorità, politici non vogliono accorgersi. Anzi fanno di tutto per nasconderlo, anche se fa id nuovo capolino a ogni minuto…Buona lettura e condivisione.

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Mi ero ripromessa di starmene d’un canto, tacendo, stanca di andar controcorrente nel mondo a capo in giù, dove impazzano Satana e i suoi diavoli, con la loro aspra zizzania seminata ad ampie mani ad ingannare l’umanità, addirittura alimentando l’antico venticello dell’antisemitismo (noooo, daiii). Mi ero ripromessa di procedere nel mio mini mondo, a piedi fermi, con cuore saldo e occhi aperti, nella dolce corrente della Provvidenza in ordine e bucato di Marsiglia. Sì, me lo ero detta e ripetuta mentre intorno a me c’era chi evocava addirittura nuove bombe atomiche, chi mi attaccava dicendo: “Ma tu non hai paura proprio mai?”.

No, non ho paura perché vivo nelle dolci mani del Signore, è la mia pronta risposta e no perché, casomai, avrei dovuto averne e molta quando tutto stava accadendo (e invece non ho avuto paura neanche allora). Ora mi resta l’amaro che mi tappa la bocca. L’amaro di sapere che non c’era una parola di verità in quanto ci hanno raccontato nei feroci (e mai dimenticarli!) anni della psicopandemia. Sì, menzogne su bugie in un castello di carte al quale hanno fatto (un secolo prima) anche un monumento a Milano. Un castello di carte, quello milanese, che regala a chi ha gli occhi e il cuore per vedere, il senso vero e profondo della moda, cioè un effimero gioco del nulla; e un orrido castello di carte quello da noi vissuto fino a poco fa (e ancora acceso nei mascherati cronici e in chi ancora si vaccina…) costruito sulla paura. Ed è anche per questo, perché conosco e astuzie dell’Arcinemico, che io non ho mai paura. Il Signore conosce i miei bisogni (e anche i vostri) e ci penserà Lui. Come diceva Don Dolindo Ruotolo: “Gesù, pensaci tu”.

Ma, vi prego ora, non alzate gli occhi al cielo pensando, ma Benedetta, ci sono guerre vere, due guerre, una in Ucraina e una in Israele, e tu sempre con gli occhi sulla collottola a pensare al coviddiciannove, a fizzer, alla moderna, al grimpass, al lokdaun. Prendo fiato, un secondo, lasciatemi bere il caffè ben caldo e vi rispondo: sì, perché la strage da malori improvvisi (ultima, clamorosa, quella in diretta del calciatore ghanese!) è la vera, unica guerra che si sta combattendo e non solo in Italia, in tutto il mondo, e non ci sono né telecamere né giornalisti a parlarne. Le ragazze dei buggì embedded di qua e di là, mentre, a mazzi, ogni giorno muoiono in strada, con il cuore rotto, da malattia fulminante, in incidenti come quello di Mestre.

E so che tutti cominciano a capirlo, ma hanno paura di dirlo e anche di riconoscersi come presi all’amo, perché ho scritto alla garante della salute della Calabria, che ha aperto un tavolo per capire il percome della strage, e lei mi ha scritto, con il cuore a Gesù. Lei e io in preghiera…

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1 commento

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    Benedetta carissima,
    mi taccio e lascio spazio a quella Parola di Dio che credo sappia e possa parlare meglio di quanto non potrei fare io, a lei, in questo frangente.

    1Re 19,1-18 (CEI purtroppo e per questioni di tempo):

    Acab riferì a Gezabele ciò che Elia aveva fatto e che aveva ucciso di spada tutti i profeti. Gezabele inviò un messaggero a Elia per dirgli: “Gli dèi mi facciano questo e anche di peggio, se domani a quest’ora non avrò reso te come uno di quelli”. Elia, impaurito, si alzò e se ne andò per salvarsi. Giunse a Bersabea di Giuda. Là fece sostare il suo ragazzo. Egli si inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto un ginepro. Desideroso di morire, disse: “Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri”. Si coricò e si addormentò sotto il ginepro. Allora, ecco un angelo lo toccò e gli disse: “Alzati e mangia!”. Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia cotta su pietre roventi e un orcio d’acqua. Mangiò e bevve, quindi tornò a coricarsi. Venne di nuovo l’angelo del Signore, lo toccò e gli disse: “Su mangia, perché è troppo lungo per te il cammino”. Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza datagli da quel cibo, camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb. Ivi entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco il Signore gli disse: “Che fai qui, Elia?”. Egli rispose: “Sono pieno di zelo per il Signore degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita”. Gli fu detto: “Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore”. Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: “Che fai qui, Elia?”. Egli rispose: “Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita”.
    Il Signore gli disse: “Su, ritorna sui tuoi passi verso il deserto di Damasco; giunto là, ungerai Hazaèl come re di Aram. Poi ungerai Ieu, figlio di Nimsi, come re di Israele e ungerai Eliseo figlio di Safàt, di Abel-Mecola, come profeta al tuo posto. Se uno scamperà dalla spada di Hazaèl, lo ucciderà Ieu; se uno scamperà dalla spada di Ieu, lo ucciderà Eliseo. Io poi mi sono risparmiato in Israele settemila persone, quanti non hanno piegato le ginocchia a Baal e quanti non l’hanno baciato con la bocca”.

    Fraternamente.

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