L’Abbé di Nantes, Grande Avversario del Vaticano II. Aurelio Porfiri.

7 Novembre 2023 Pubblicato da 4 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il maestro Aurelio Porfiri offre alla vostra attenzione questo ricordo di un personaggio “difficile” del dopo Concilio Vaticano II, l’abbé di Nantes. Buona lettura e condivisione.

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L’antesignano del tradizionalismo cattolico postconciliare: abbé Georges de Nantes

A molti sembrerà strano ascoltare che non fu mons. Marcel Lefebvre il primo a reagire pubblicamente alle innovazioni successive al Concilio Vaticano II. A lui va certamente il merito di esserestato un protagonista assoluto dagli anni ‘70 in poi. Ma prima di lui la voce più riconoscibile della reazione era quella di un sacerdote francese della diocesi di Grenoble, l’abbé Georges de Nantes.

Nato nel 1924, questo sacerdote si fece conoscere non solo per le sue idee in merito al cattolicesimo, ma anche per alcune sue posizioni politiche che lo collocavano all’estrema destra. L’abbé de Nantes, dal punto di vista del tradizionalismo cattolico, ebbe il merito di denunciare alcune variazioni (come le chiama Romano Amerio) che andavano a minare la dottrina tradizionale della Chiesa. Pensiamo ai suoi tre Liber Accusationis, uno per Paolo VI, l’altro per Giovanni Paolo II e il terzo contro l’autore del nuovo catechismo della Chiesa cattolica.

I toni del padre de Nantes sono incendiari, arrivando ad accusare i due Pontefici di apostasia, scisma ed eresia. Nel suo primo Liber Accusationis (1973) ad esempio, troviamo questo passaggio: “Negli ultimi dieci anni è diventato assolutamente evidente per me che, in virtù della mia fede, “offerta come un sacrificio vivente” (Rm 12,1) che ciò che ci viene insegnato oggi è totalmente opposto a ciò che ci è stato insegnato in passato. Il Credo cattolico che era inciso nella mia anima come su una tavoletta di cera vergine è sempre rimasto lì, ben definito, e nulla di ciò che vi si è sovrapposto ha mai causato confusione nei caratteri. La Chiesa parlava sempre la stessa lingua. Ma in questi dieci anni lei ha parlato, attraverso la vostra bocca, quella del Concilio e dei Vescovi, con un linguaggio del tutto nuovo che, pur non avendo il suono autorevole del passato, e non è esso stesso né costante né coerente, è il linguaggio della novità e del cambiamento, venato di eresia, scisma e apostasia”.

Il tono è accorato ma anche molto forte e questo gli causerà non pochi problemi e anche un processo con Roma, arrivando alla sospensione a divinis comminata dal Vescovo di Troyes nel 1966 e ad un duro monito vaticano contro di lui nel 1969. Egli non si darà per vinto, mettendosi alla testa ci iniziative varie per difendere la causa, nelle sue intenzioni, della tradizione cattolica.

Se alcune parti della sua azione possono essere ancora condivisibili per coloro che hanno a cuore la fede cattolica, altre lasciano nondimeno perplessi; sono state oggetto di provvedimenti da parte dell’autorità ecclesiastica, come quella che concerneva “i baci mistici” che poi in realtà, sembra, troppo mistici non erano.

Detto questo, l’abbé de Nantes, che morirà nel 2010, è un nome che comunque va menzionato quando si fa la storia del tradizionalismo cattolico pur se con l’attenzione di evidenziare i limiti della sua azione e le umane cadute. Forse ci sarà bisogno di uno storico imparziale che sappia mettere in chiara luce i successi e le contraddizioni di un uomo che fu protagonista in una stagione del tutto straordinaria.

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4 commenti

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    Carissimo e stimato m° Porfiri,
    ho appena letto sul blog, ormai sedevacantista, di Valli un suo sintetico ed equilibrato post – peraltro in linea generale condivisibilissimo e apprezzabile – e vorrei tanto farle una domanda.

    Se le chiedono di che fede è, cosa risponderebbe? Che è un controrivoluzionario apostolico romano o che è un cattolico apostolico romano??!

    Insistete nel scegliere la piccola parte anziché il tutto, a me pare! State a fare della semantica pur di non dirvi cattolici?!
    Perdoni lo sfogo ma trovo la cosa ridicola, assurda e dolorosa assai.

    L’essere CATTOLICI apostolici romani è una grazia straordinaria persino nella definizione ma, forse – debbo pensare – oggidì “vende” poco…

    Spero le sue posizioni più equilibrate possono aiutare il sempre carissimo Valli a comprendere, ma non per arrangiamenti formali dovuti a necessità di “immagine”…

    Fraternamente.

  • Cristina ha detto:

    Cristo al centro,giustissimo,ma come si possa giudicare legittima questa gerarchia è un mistero per chi,come Chesterton,quando entra in chiesa si leva il cappello,non la testa.

    • OCCHI APERTI! ha detto:

      Cristina carissima, è disposta – in tutta umiltà e senza pretesa alcuna – a chiedere a Cristo il disvelamento di quel che per lei è mistero? Ed è disposta poi ad accettare la risposta?

      A volte la voce di Dio ci giunge anche attraverso canali impensabili ma, se si ama la verità, si baderà poco al “recipiente” che la contiene…

      Fraternamente.

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    L’ABBE’ DI NANTES, GRANDE AVVERSARIO DI SE STESSO!!!

    Ecco “fulgido” esempio di cosa comporta abbandonarsi a derive settarie e a imbracciare una fazione a mò di fucile a pallettoni da scaricare su Papi e Chiesa conciliare:

    Il povero Abbé di Nantes fu accusato di “baci mistici” e atteggiamenti inaccettabili da un gruppo di suoi discepoli che, giudicandolo disonesto, se ne distaccarono prontamente…
    Senza contare le imposizioni ai bambini di gettarsi tra le ortiche per offrire le loro innocenti sofferenze…o le false profezie frutto di suggestione diabolica…

    L’Abbé di Nantes rappresenta il “non serviam” in versione sacerdotale (“antesignano” sì…) : e la presunta “giusta causa” non solo non assolve ma squalifica doppiamente!
    Corruptio optimi pessima: attenzione bene tradizionalisti!

    Diventare setta non è salvezza ma dannazione certa!

    Guardiamo ai SANTI, a san Pio da Pietrelcina, al venerabile don Divo Barsotti, a santa Teresa di Calcutta! e a molte altre figure di spicco NELLA vita della Chiesa, e non a scomunicati o sospesi a divinis, per percorrere il retto sentiero della verità!

    Il Santo Padre Benedetto XVI aveva ben detto, il 22.12.2005, che “L’ERMENEUTICA DELLA DISCONTINUITA’ RISCHIA DI FINIRE IN UNA ROTTURA TRA CHIESA PRECONCILIARE E CHIESA POSTCONCILIARE”…

    E così sta accadendo: nessuno vuol mettere più Cristo al centro! Nessuno lo sente nemmeno questo imperativo!
    Persi da ideologie settarie e nel partitismo religioso, abbiamo gettato alle ortiche la cattolicità per rivestirci di modernismo o tradizionalismo, a seconda.

    Ma, come già ben puntualizzato dal cardinal Sarah, anche io intendo dichiarare la mia volontà di cattolicità e la mia ferma adesione all’unico vero cattolicesimo in Cristo, con Cristo e per Cristo, in unione a tutta la legittima e valida gerarchia apostolica!

    CRISTO AL CENTRO, non più fazioni!

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