La Tragedia Armena. Lettera di un Monaco Scacciato dall’Artsakh.

6 Novembre 2023 Pubblicato da 3 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, un’amica armena, che ringraziamo di cuore, T.M., ci invia questa lettera ricevuta da un sacerdote armeno dell’Artsakh/Nagorno Karabakh, che offriamo alla vostra attenzione. Buona lettura e condivisione.

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”Con grande difficoltà siamo riusciti ad arrivare a Dadivank  grazie alla mediazione delle forze di pace russe e durante tutto quel periodo a Dadivank siamo rimasti completamente sotto assedio da parte degli Azeri che tenevano Karvatchar ormai sotto il loro controllo.
 Il primo momento è stato molto duro per il fatto che uno debba oltrepassare così tanti ostacoli e difficoltà per entrare nella propria chiesa, senza la possibilità di uscire dal monastero (fuori dal monastero c’erano gli azeri) e di fatto ti trovi in reclusione, in prigione, dove si perde la libertà.
In quel momento così difficile, attraverso il Signore trovi la tua vera libertà. E realizzi che la libertà dell’anima è al di sopraè molto superiore alla libertà semplicemente umana.
Nel periodo del mio servizio a Dadivank nulla ci ha oppressi, nulla ha deluso le nostra anime. Ero nel monastero con il mio amico diacono.
Abbiamo vissuto per settimane senza pane, perché gli azeri non lasciavano passare il cibo, ma la preghiera era il più grande cibo, quello spirituale.
Ma il colpo più forte per me è stata la guerra del 2023, quando davanti ai miei occhi ho visto che uccidevano donne e bambini, distruggevano le case degli Armeni, profanavano le chiese armene. Cosa non hanno visto i miei occhi! E mi chiedevo se tutto questo fosse davvero il 21° secolo, il secolo illuminato, il secolo sviluppato, civile ….. !?!?!?!?
Ci hanno portati fuori dal monastero le forze di pace russe perché era impossibile rimanerci più a lungo, ma la mia anima e il mio cuore sono rimasti nel mio Dadivank armeno.
Credo che le porte della chiesa armena si apriranno di nuovo, che la giustizia deve vincere e tutto debba essere restituito ai suoi propri veri padroni.
Io non vorrei pregare in un’altra chiesa, io vorrei pregare semplicemente nelle chiese sacre costruite dai miei nonni.
Ed io credo anche che in questo mondo di oggi ci siano persone della luce, per le quali la giustizia e la libertà sono più importanti di tutto, e noi, attorno a questi due valori importanti riprendiamo ciò che per il momento è perduto, perché non c’è libertà senza giustizia, e non c’è giustizia senza libertà. Questo lo dico per tutta l’umanità.

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3 commenti

  • Mara ha detto:

    Dramma dimenticato, in primis da noi cristiani. Non siamo comunità, e lo sto vedendo in piccolo per la triste vicenda di un monastero benedettino modenese. San Paolo e Ssn Pietro si staranno rivoltando nella tomba…

  • Giovanni ha detto:

    A mio parere l’islam è politica sotto un manto pseudo religioso. Forse l’unico aspetto tendente la trascendenza era rappresentato dal sufismo, ormai quasi evaporato. Per la tragedia Armena mancano le parole. Per come sono messi, per il sentimento religioso che vi e’ in Occidente ( che potrebbe aiutarli sol che volesse ) verso la Cristianità residua, rimane solo la preghiera. Degno di nota è che l’occidente, in massa, ha spostato un imponente flotta per aiutare i Sionisti nella pulizia etnica dei Palestinesi, in maggioranza musulmani.

  • Areta ha detto:

    Non si tratta di un episodio accidentale ma della dimostrazione, ancora una volta, dell’incompatibilita’ esistente tra il cristianesimo e l’islamismo.
    Se le due diverse religioni vengono considerate egualmente vere davanti alla legge statale si commette un errore.
    La libertà di religione islamica non prevede la coesistenza pacifica con le altre religioni. La libertà di religione islamica prevede il diritto di estirpare dal proprio territorio coloro che islamici non sono costringendoli dapprima alla conversione .
    Qualora questo non fosse possibile c’e’ in alternativa la condizione di dhimmi cioè sottomessi con l’obbligo di pagare una tassa al gruppo islamico conquistatore. Se si pensa di aver il diritto di vivere senza questi obblighi si conquista il diritto di essere maltrattati esattamente come questo santo monaco.

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