Corano, Bibbia, la Violenza. Analogie Impossibili. Silvana De Mari.

2 Novembre 2023 Pubblicato da 15 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo della dottoressa Silvana De Mari. Buona lettura e condivisione.

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Mosè condanna l’adultera alla lapidazione più di tremila anni fa, Cristo grazia l’adultera, il Talmud spiega che la lapidazione meglio se è fatta con la disapprovazione, Maometto condanna l’adultera secoli e secoli dopo che era stata graziata.

La frase “Tutte le religioni sono uguali”, è un ammasso di sillabe di assoluta idiozia. Claude Levy Strauss scrive che tutte le religioni devono essere rispettate (non sono uguali, non è la stessa cosa e non gli somiglia nemmeno), ma attenzione, solo se rispondono ai requisiti di essere nate in maniera corale e spontanea.

La definizione non si applica all’islam, definito dallo stesso Levy Strauss l’antireligione. Lo scrive in Tristi Tropici. Periodicamente l’intellettuale di turno ci informa che anche la Bibbia è violenta, ed equipara la violenza della Bibbia a quella del Corano. Questo tentativo disperato di banalizzare la violenza che c’è nel Corano, probabilmente per rassicurarsi fa un’affermazione falsa: la violenza della Bibbia e del Corano non si equivalgono.

Il Corano è composto di Sure, capitoli, i quali sono stati ordinati successivamente in ordine di lunghezza, L’ordinamento delle Sure, quello che trovate se comprate un Corano, non è quello cronologico. L’ordine cronologico è molto importante: è specificato, come del resto nella Bibbia, che dove ci sia contrasto, gli ordini successive annullano le precedenti.

La Bibbia comincia ben più di tremila anni fa, quindi con regole dure, occhio per occhio, eccetera, e poi diventa sempre più compassionevole. Gli ordini successivi, non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te, annullano i precedenti.

La Bibbia inoltre è ispirata da Dio. Si accetta comunque che sia scritta da uomini. Per questo è commentata dal Talmud, che ha ingentilito molti passi. Il Corano non è dettato, il Corano corrisponde a Cristo, esiste prima di tutti i secoli e per mezzo di lui tutto è stato creato, come è stato stabilito nel XII secolo in Spagna.

Il Corano ha Sure più antiche, quelle meccali, scritte alla Mecca, che assonano la Bibbia e il Vangelo, parlano di compassione e dignità delle donne, e quelle di Medina, purtroppo le più tardive, sono talmente violente che il teologo sudanese Mohamed Taha le riteneva dettate dal demonio.

Dato che nella stesura attuale le Sure sono in ordine di lunghezza, questo agli occidentali non è evidente. Mohamed Taha  aveva proposto una riforma: considerare le Sure successive legate ai tempi e attuare solo le più antiche, le più misericordiose.

Lo spiega nel suo libro: il secondo messaggio dell’Islam. È stato impiccato nel 1985.  Nel Corano è  specificato che ci sono vari modi per raggiungere il Paradiso, e che morire combattendo mentre si sterminano i nemici di Allah e quello che rende il fedele più vicino al cuore di Allah stesso.

I musulmani morti curando gratis i lebbrosi, per esempio, sono meno santi di chi muore uccidendo per Allah. Il punto non è che alcuni musulmani siano terroristi ( ed altri non lo sono) il punto è che ideologicamente l’islam è una cultura di aggressione, a cominciare dalla disumanizzazione del nemico, che viene equiparato alla scimmia (ebrei) e al maiale (cristiani).

Ci sono milioni di musulmani non violenti, certo, ma il punto è che un musulmano non violento, secondo il Corano, non è un buon musulmano, come giustamente ci informa Khomeini. La stragrande maggioranza dei musulmani sono persone che non vogliono uccidere nessuno: senz’altro, come la maggioranza dei tedeschi vissuti in Germania tra il 35 e il 45.

Bill Warner, Direttore del Centro per lo studio dell’Islam politico, ha calcolato che le istigazioni alla violenza nei vangeli sono zero, nell’ insieme dei testi biblici sono 34 nella totalità dei testi islamici 328.

I nostri instancabili intellettuali, parola dall’etimologia sempre più impenetrabile, si precipitano a equiparare la violenza della Bibbia a quella del Corano.

Dato che il Corano non è più violento della Bibbia, allora perché dovremmo preoccuparci dell’Islam? Riporto l’articolo di Bill Warner, le parentesi sono mie. Spesso nella Bibbia la violenza non è politica: Caino che uccide Abele, i fratelli che vendono Giuseppe. Nei testi islamici la violenza è politica, riguarda tutti noi. La violenza politica nel Corano si chiama “combattere nel nome di Allah” o “Jihad”. Non dobbiamo misurare la Jihad solo nel Corano.

L’Islam ha tre testi sacri: il Corano, la Sira e i Hadith, ovvero la Trilogia islamica. La Sira è la biografia di Maometto, gli Hadith sono le sue tradizioni – ciò che ha fatto e ciò che ha detto. La Sira e i Hadith costituiscono la Sunna, il modello perfetto del comportamento islamico.

Il Corano è il più piccolo dei tre libri. Costituisce solo il 16% del testo totale della Trilogia .

Questo significa che la Sunna costituisce l’altro 84% dei testi sacri dell’Islam.

Questa semplice statistica ha vaste implicazioni. La maggior parte della dottrina islamica concerne Maometto, non Allah. Il Corano dice 91 diverse volte che Maometto è il perfetto modello di vita. E ‘molto più importante conoscere Maometto che non il Corano. (Maometto non solo è un uomo dei suo tempo, ma è un uomo particolarmente feroce e violento anche per il suo tempo. In questa maniera si cristallizza un comportamento di più di un millennio fa e si impedisce qualsiasi evoluzione)

La Jihad a sua volta, figura in larga misura in tutti e tre i testi. È molto significativo che la Sira dedichi 67% del suo testo alla Jihad. Negli ultimi nove anni della sua vita, Maometto ha conosciuto un episodio di violenza in media ogni sei settimane. E’ la Jihad che ha sancito il successo di Maometto. Fondamentalmente, quando Maometto predicava una religione, l’Islam cresceva al ritmo di 10 nuovi mussulmani all’anno.

Ma quando cominciò la Jihad, (o ti converto o ti ammazzo. se combatti con me puoi avere una parte del bottino) l’Islam aumentò in media di diecimila nuovi adepti all’anno. Tutti i dettagli su come intraprendere la Jihad sono registrati nei minimi particolari. Il Corano offre una grande visione del Jihad – la conquista del mondo attraverso il processo politico.

La Sira ne è il manuale di strategia e i Hadith quello della tattica.

Ora, passiamo alla Bibbia ebraica. Se contiamo tutta la violenza politica ivi contenuta, ci accorgiamo che 5,6% del suo testo le è dedicato, mentre nel Nuovo Testamento non c’è esortazione alla violenza politica. Se contiamo la quantità di parole dedicate alla violenza politica, ne abbiamo 327 547 nella Trilogia e 34 039 nella Bibbia ebraica. La Trilogia conta 9,6 volte più espressioni di violenza politica rispetto alla Bibbia ebraica. Il vero problema va al di là della misura quantitativa (dieci volte più violenza); esiste anche la misura qualitativa. La violenza politica nel Corano è eterna e universale. La violenza politica nella Bibbia attiene a un particolare luogo e determinato momento storico. ( spieghiamo in parole povere. La Bibbia ad un certo punto dice di uccidere gli Assiri, bruciare le loro case e prendere le loro donne.

La Bibbia è ispirata, non dettata. In tutti i casi noi non siamo Assiri. Nessuno è più un assiro. L’ordine non minaccia più nessuno da duemilacinquecento anni.

Il Corano ordina di uccidere gli infedeli: tutti siamo gli infedeli. Uccidi gli infedeli ovunque si trovino. A chi si oppone ad Allah taglierai gambe e braccia da entrambi i lati. Chi si oppone ad Allah dovrai ucciderlo, crocifiggerlo, bruciarlo. E se tu non avrei voglia di fare questo, ricorda che questo è il volere di Allah. Queste frasi riguardano noi.

Qui sta l’enorme differenza tra l’Islam e le altre ideologie. La violenza rimane una minaccia costante per tutte le culture non islamiche, ora e nel futuro. L’Islam non è analogo al cristianesimo, né al giudaismo, come sottolinea Levi Strauss. A parte la dottrina del Dio unico, l’Islam è unico e fine a se stesso. Si può misurare la differenza nell’espressione della violenza tra i testi giudeo-cristiani e quelli dell’islam, nell’uso che si fa della paura della violenza contro artisti, critici e intellettuali. Quale artista, critico o intellettuale prova un briciolo di paura se deve condannare qualunque cosa di cristiano o ebraico? Di contro, guardate gli esempi di minacce politiche violente e/o assassini contro Salman Rushdie, Theo van Gogh, Pim Fortune, Kurt Westergaard (il Danese delle vignette con Maometto), e molti altri. Quale artista, critico o intellettuale non sente un po’ di paura a proposito di Islam quando si tratta di libera espressione? La differenza politica tra le risposte alle due diverse dottrine è enorme. I frutti politici dei due alberi sono diversi come il giorno e la notte.

E’ ora che i cosiddetti intellettuali tornino all’essenziale, giudicando l’Islam in base alla sua dottrina reale, e non facendo analogie che non si reggono in piedi e che non sono altro che affermazioni gratuite che qualcun altro pagherà con ferro e col fuoco.

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15 commenti

  • Giuseppe ha detto:

    Calude Strausse affisse una sesquipedale idiozia quando affremò che tutte le religioni vanno rispettate.No.Tutte le persone vanno rispettate.

    ” ma attenzione, solo se rispondono ai requisiti di essere nate in maniera corale e spontanea.”
    Altra castroneria.Par di capiere che se una religione che predica violenza ed eliminazione del miscredente,essendo sorta per vox populi va rispettata.
    Affermazione insulsa e rigettabile.Per ovvii motivi.
    Le persone vanno amate e rispettate.L’errore no.E con l’errore,per rispetto dell’errante và condannato anche l’errante.Il ricondurlo sulla retta via è palese rispetto della persona.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Il conflitto tra la “verità” e l’ “errore”?

    Non troverà mai una soluzione.

    Inutile scandalizzarsi e strapparsi i capelli.

    Ma poi, qui su questa terra è davvero così marcata la divisione fra la “verità” e l’ “errore”?

    Notare che verità ed errore sono fra virgolette.

  • Fantasma di Flambeau ha detto:

    Con un sincero e sadico augurio di reflusso gastrico ai difensori dello Stipendio “senza se e senza ma”.
    Nessun intento polemico con la dottoressa De Mari. Alla quale rivolgo solo un appunto/consiglio: è più facile curare la lebbra che i danni da Lévi-Strauss. Il Voltaire dell’antropologia, altrettanto affascinante e ipocrita e molto più tossico d’un vaccino a mRNA.

    Analogie impossibili. Giustissimo. Non c’è paragone possibile tra Islam e Occidente.
    L’uno ha pretese totalitarie aperte discriminando per dettato divino da 1400 anni chi non riconosce Maometto.
    L’altro proclama libertà e tolleranza e in pochi decenni ha quasi estinto chi non vuole assimilarsi alla Società del Nulla.
    L’uno, nelle sue derive fondamentaliste, sgozza gli umani miscredenti sulla riva del mare.
    L’altro, nella sua quotidianità, ricicla a tonnellate i grumi di materia oltre il nono mese per l’industria della cosmesi.
    L’uno disprezza la Democrazia in nome della Umma.
    L’altro ti permette di mettere una croce su un pezzo di carta igienica ad uso di Wef, Wto, Wall Street, City & plutocompany.
    L’uno prevede la solidarietà solo per i correligionari.
    L’altro non ha misura di altruismo nel dare la dolce morte a rifiuti ospedalieri e parassiti sociali (v. battistrada Canada).
    L’uno considera le donne minus habens da tenere sotto tutela a vita.
    L’altro riconosce loro il diritto di arricchire i tenutari del più ributtante bordello che mondo abbia mai visto.
    L’uno alleva i piccoli musulmani per farne guerrieri di Allah.
    L’altro vende/castra/educa i piccoli di scimmia nuda per farne oggetto di consumo/piacere dei ricchi filantropi.
    L’uno, spada in pugno e col proprio sangue, combatte una jihad ogni 2-3 secoli per il trionfo della religione.
    L’altro, dito sul pulsante di lancio/sgancio, non può fare a meno di alimentare ogni giorno il fatturato di Mammona.
    L’uno può arrivare agli estremi dell’umana barbarie. Come il cristianesimo senza Cristo.
    L’altro è già la negazione di tutto quanto di buono, bello, giusto, vero e santo l’Umanità ha mai prodotto.

    Con l’Islam siamo in conflitto, perfino cavalleresco e con reciproco vantaggio culturale e materiale, dalla sua nascita.
    Quando la nostra civiltà era viva e nonostante tutto cristiana gli abbiamo sbattuto cento volte la porta d’Europa in faccia.
    Per odio all’Infâme e analfabetismo storico i nipotini di Voltaire l’hanno invitato in massa dentro le mura, quelli di Malthus gli hanno fatto largo, quelli di pecorai inglesi e vaccari yankee hanno utilitaristicamente creduto di usarlo come lor creatura senza che diventasse l’ennesima di Frankenstein. E adesso vorrebbero che innalzassimo il vessillo di Louise Veronica Ciccone e Conchita Wurst e facessimo la decima crociata per l’imperatore di Washington e i Regni di Sodoma e Gomorra.
    La prima risposta è quella di Totò: un pernacchione apocalittico non fu mai meglio speso. Più seriamente e cinicamente: a noi conviene che occidentalismo e islamismo si scornino a vicenda. Solo così possiamo sperare di avere un margine di manovra da cui preparare un’alternativa a suo tempo. Un’opzione Pelagio delle Asturie. Sempre se riusciremo a scamparla agli attenzionamenti dell’FBI, alle liste di proscrizione dei Napoleoni delle latrine e alla misericordia del Dottor Morte del cristianesimo travestito da Papa.

  • Eugenio ha detto:

    E’ un bene che si incominci a entrare dentro i messaggi portati dalle varie religioni.
    Se Dio è Verità ci dovrebbe essere la possibilità di ricondurre ad una sola verità le varie fedi. Ma più si analizzano i vari messaggi, più questi si rivelano incompatibili. Infatti non ci può essere compatibilità tra l’unica verità e gli Infiniti errori.
    Ragion per cui il cosiddetto ecumenismo rivela tutta la sua inutilità e inconsistenza.

  • Ambra ha detto:

    E’ cosa buona e giusta che si incominci a entrare nel merito degli insegnamenti delle religioni non cristiane con quelle non cristiane.
    Nel Vangelo di Luca si riferisce l’episodio in cui gli apostoli dicono al Signore di essersi imbattuti in un tale che cacciava i demoni nel nome di Cristo e di averglielo impedito. Cristo li rimprovera dicendo che chi non è contro di noi e’ con noi.
    Ovvero il criterio utilizzato da Cristo per accettare l’operato di quell’uomo ere il fatto che lo facesse nel suo nome.
    Di fronte a nuove religioni probabilmente e’ il criterio che dovremmo accettare anche noi .
    Accettano questi pseudo profeti Cristo come il Logos preeterno Creatore dell’intero universo oppure no. ?

  • Fabio ha detto:

    Tutto giusto, ma eviterei di parlare dei frutti politici dei due alberi, in quanto storicamente e per restare solo negli ultimi 150 anni, noto che colonizzazione africana, due guerre mondiali nazismo, comunismo, fascismo, Vietnam, Iraq, Libia, guerra nei Balcani, e disastri mediorientali non siano prodotti coranici. Inoltre faccio sommessamente notare che
    1. gli scritti tamudici non trattano propriamente i non ebrei con rose e fiori
    2. Se i signori citati: Rushdie, Westergaar ecc. avessero avuto un briciolo di prudenza evitando provocare deliberatamente l’ovvia reazione di chi non è in grado di affrontare un dialogo perché estraneo alla “cultura” del decadente e desacralizzato occidente globale, forse e dico forse non saremmo impegnati in scorte perenni o elogi funebri

    • Adriana 1 ha detto:

      Fabio,
      comunque in ognuno dei casi citati i Palestinesi non c’entrano per nulla. A questo proposito Giulietto Chiesa cita e riproduce un interessante faccia a faccia
      ( avvenuto nel 2006 ), tra il Presidente dell’Iran, Mahmud Ahmadinejad e
      un emissario del globalismo americano a cui pone con calma domande molto “imbarazzanti” in quanto non politicamente “corrette”.
      Ricordo che Ahmadinejad fu Presidente dal 2005 al 2013, laico, conservatore, antisionista-ma non antisemita-, fu contrario all’imperialismo globalista, che egli vedeva già allora in ascesa.
      “Palestina, Israele e Iran…Giulietto Chiesa.”

    • ex : ha detto:

      «eviterei di parlare dei frutti politici dei due alberi, in quanto storicamente e per restare solo negli ultimi 150 anni, noto che colonizzazione africana, due guerre mondiali nazismo, comunismo, fascismo, Vietnam, Iraq, Libia, guerra nei Balcani, e disastri mediorientali non siano prodotti coranici»

      Mah! Lei dei 2000 anni di storia cristiana menziona solo gli ultimi 150 anni, senza neanche considerare che quei disastri negli ultimi 150 anni da Lei ricordati non hanno niente da fare col Cristianesimo in quanto perpetrati da classi dominanti non più cristiane, anzi anti-cristiane, in odio proprio al Cristiuanesimo (incominciando da ciò che più c’interessa e che ci ha annichilito come nazione cristiana, e come Nazione tout court: la Riuvoluzione italiana, beffardamente chiamata “Risorgimento”).

      Allo stesso modo, dei 1500 anni di storia dell’Islamismo Lei menziona gli ultimi 150 anni durante i quali, fa capire, i paesi islamici si sono dedicati a diffondere la pace nel mondo. Beh! Riferendoci all’ultimo mezzo secolo o poco più, mi pare che Lei è evidentemente un po’ in arretrato con la conoscenza delle vicende che più che storia sono cronaca. Per quanto riguarda i 100 anni precedenti, si tratta di un periodo storico in cui il mondo islamico si è trovato in inferiorità – diciamo così: politica e tecnologica – nei confronti dei paesi occidentali, inferiorità colmata grazie agli esiti della seconda guerra mondiale, e soprattutto al fatto che scoprendo di galleggiare su un mare di petrolio, da allora assurto ad elemento indispensabile per la vita e la potenza di una nazione, ha rapidamente colmato il divario con i paesi occidentale (ripeto: ormai non più cristiani nelle loro classi dirigenti), ed ha rincominciato a seguire lo scopo prefissosi sin dalla fondazione della loro religione/cultura: la sottomissione dei paesi occidentali. E se durante i precedenti 1300 anni ci sono riusciti solo in parte con la forza delle loro armi, ora ci stanno riuscendo in pieno con “il ventre dlle loro donne”, come già decenni fa deicevano esplicitamente i loro imam.

      Oltre che, naturalmente, grazie al tradimento delle nostre classi dirigenti.

      Ciò che si sta verificando sotto i nostri occhi

  • cattolico ha detto:

    isaia 45,7.io formo la luce e creo le tenebre, faccio il bene e provoco le sciagure.nel corano Maria è la seconda donna più importante dopo Fatima e nostro signore è un profeta.per i jiaveisti chiamati ebrei,Ella è una puttana e nostro signore figlio di puttana

  • Adriana 1 ha detto:

    ” Gli Assiri non ci sono più…” Pericolo scomparso? Pare di no: alla bisogna ci sono sempre gli Amalechiti da far uscire dal cilindro del prestigiatore: bestie dalla fisionomia “mutante” ma sempre impura, basta leggere i numerosi riferimenti nei diversi Talmud e paragonarli a quelli delle “moderne” allocuzioni dei vari rappresentanti di Israele del XX e XXI secolo. Qui propongo esclusivamente un raffinato “fiorellino” della esuberante antologia:
    “E’ permesso tagliare la testa di un “idiota” ( uno degli abitanti della terra ) nella festa della Riconciliazione quando cade in giorno di Sabato: I suoi discepoli gli dissero:- Rabbino, dovresti piuttosto dire: Sacrificio.-
    Ma egli rispose:- Niente affatto, è infatti necessario pregare mentre si sacrifica, e non c’è bisogno di pregare
    quando si decapita qualcuno.” (Talmud Pesachim, 49 b)
    Forse è meglio guardare al bicchiere mezzo pieno…di buona volontà comune alle tre religioni rivelate, come pure all’Induismo, Buddismo religioso ecc…Deponiamo la scure!

    • Enrico Nippo ha detto:

      “Deponiamo scure”: ottimo!

      Sì, sotterriamo l’ascia di guerra!

      D’altronde ogni religione ha i suoi scheletri nell’armadio.

      Canta l’Ariosto della Frode (del mezzo bicchiere vuoto):

      “Avea piacevol viso, abito onesto, / un umil volger d’occhi, un andar grave, / un parlar sì benigno e sì modesto, / che parea Gabriel che dicesse: Ave. / Era brutta e deforme in tutto il resto: / ma nascondea queste fattezze prave / con lungo abito e largo; e sotto quello, / attossicato avea sempre il coltello”.

      Impietosa svelatura: “parea Gabriel che dicesse: Ave”.

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