Cronaca di una Piccola Apocalisse Romana. Benedetta De Vito.

17 Ottobre 2023 Pubblicato da 1 Commento

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, la nostra Benedetta De Vito offre alla vostra attenzione questa cronaca capitolina…Buona lettura e condivisione.

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Cronaca di un Apocalisse.

Dovevo recarmi, la sera di domenica scorsa, all’esposizione di fotografie di una associazione italiana (ma che ha un nome inglese) “Fast for food, e che è animata da una cara amica d’infanzia. Sicché contro ogni mia abitudine, che mi vede in casa, cascasse il mondo, già al primo imbrunire, sono alle cinque della sera, a Termini per montare sulla metro A. Intorno a me s’agita un tumulto vociante di una folla che ruscella da ogni dove. Seguo il canale ed eccomi sulla banchina Battistini per afferrare al volo il primo treno che arriva.

Dentro, m’appoggio sul fianco opposto perché la fermata Lepanto ha la discesa a sinistra. Ho il tempo di guardarmi intorno e di dare un volto alle voci. Due belle ragazzine, di nero vestite, parlano. Alzo gli occhi: entrambe portano l’anello al naso. Come ci si può imbruttire così? mi domando ma gli occhi miei sono d’acqua di risciacquo e loro impermeabili. Mi giro verso un ragazzo che sulla maglietta ha, davanti, il torace in forma d’ossa e dietro un bello scheletro che danza nel nero del cotone.

Oh Signore. Lo sguardo si posa per terra e salgo un poco più su per rincorrere un orrido nastro tatuato sulla gamba di una fanciulla e il nastro nero termina, all’inguine, con un fiocco rigonfio. Ma quando è successo, mi dico, tutto questo?

E prima di trovare una risposta sono a Lepanto e poi al teatrino parrocchiale (della chiesa del Sacro Cuore di Gesù Re in Viale Mazzinio) di San Genesio. E apro una parentesi: San Genesio, martire ai tempi di Diocleziano, era un mimo ossia un attore ed ecco perché siamo a casa sua.

Avanti, la serata s’anima, con le foto dei tanti interventi in giro per il mondo fatti dai settanta digiunatori di cui Livia, la mia amica, è la prima e anche fondatrice dell’associazione. Presto è tardi, devo andare. Esco nella sera che morde perché giunta alla metropolitana, in una calca surreale, m’accorgo ma quasi più per via dei movimenti scaltri di due ragazzine dal viso inconfondibile, che una signora è stata derubata del portafoglio. La donna forza le porte e urlando si getta alla rincorsa. Come è andata non lo so. Tutto intorno a me urlava. Le voci erano tanto accese che mi pareva di stare in una malabolgia. Scendo a Repubblica,. Oh che cosa accade ai palazzi e che cosa è questo ritmo martellante che fa sgomentare il cuore?

Sulle facciate degli edifici corrono le immagini note della festa americana (che non nomino perché in diavoliano è una lode all’arcinemico) e che presto ci inonderà delle sue orrendezze. Una donna urla altri le rispondono. Pum pum pum. La chiamano musica. Una notte delle streghe.

Sono quasi a casa, mi dico, e scendo lungo via Nazionale e poi, per una via che è un senso unico a salire, attraverso la strada. Oddio e che cos’è questo che mi sta arrivando addosso! Non so come (ma forse lo so perché in mano stringo il mio Rosario santo) riesco a schivare un monopattino che va contromano nel buio pesto e sopra ci sono due giovanotti. Ringrazio il Signore e ai due americani (perché sono a stelle e strisce) spiego che andavano contromano e poi gli dico se sono matti ad andare così a velocità folle. E loro mi mandano a quel paese e mi rispondono che con lo scooter possono fare quel che più gli pare e piace…

Ecco la notte romana, folle, un passo verso l’Apocalisse. La breccia di Porta Pia ha fracassato lo Stato della Chiesa, il Vaticano II la tradizione cattolica, Bergoglio ha inaugurato la chiesa quindici minuti, con inclusione del peccato. E Roma, senza Papa, senza kathekon (che proteggeva l’Eterna Legge del Signore) respira nell’Apocalisse. Preghiamo.

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1 commento

  • Isabella ha detto:

    Grazie Benedetta: i suoi scritti sono sempre, per me, come un sorso
    d’acqua fresca anche quando il contenuto è drammatico. …Questa mattina a Messa, durante l’omelia, l’ennesimo parroco (settantenne) ha affermato che sì, va bene mettersi di davanti al Vangelo: ma gli Apostoli erano uomini del loro tempo con il loro “sentire” : così anche noi oggi dobbiamo metterci davanti al “sentire” dell’odierna chiesa sinodale, anche se un po’ perplessi per alcuni contenuti espressi; come dobbiamo metterci davanti al nostro “sentire “ e a quello degli altri (siamo la chiesa di oggidì) a fronte dei tanti interrogativi che questo mondo ci pone… facendo le nostre debite valutazioni.
    Di fronte a questo tradire il Signore scegliendo con decisione da che parte stare, ho pensato che Gesù chiede continuamente a ciascuno di noi da che parte stare. Vuoi andartene anche tu? No Signore! !! io resto con TE, costi quel che costi. ..Dobbiamo pregare tanto, pregare intensamente lo Spirito Santo per essere molto coraggiosi. Buon proseguimento di battaglia!

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