Avventure di Santi sullo Sfondo di Guerre Vecchie e Nuove. De Vito.

14 Ottobre 2023 Pubblicato da 1 Commento

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, la nostra Benedetta DE Vito offre alla vostra attenzione questo excursus fra i santi capitolini. Buona lettura e condivisione.

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Mentre infuriano le nuove e vecchie guerre, condite dalle chiacchiere (imprudenti) delle embedded con l’elmetto, mentre vedo  persone ancora imbavagliate e altre che si ostinano a chiamare l’influenza covid 19 e cadono – io in pianto – a sacco, le vittime del siero antibattesimale e mefitico, spacciato per vaccino delle meraviglie, io, piccola piccola, cammino col cuore saldo nella strada del Signore che m’apparecchia le sue sorprese delle quali non m’accorgo che quando i punti sono già tutti tracciati e con i numeretti giusti un due tre del giochino della Settimana enigmistica

Vi voglio raccontar, così per uscir dal mondo al contrario dove si rincorrono voci arcobaleno (e degne di disprezzo) anche in Vaticano, di come, un pomeriggio di qualche anno fa, quando il lockdown era parola inglese ignota ai più, incontrai Corso Patrizi, marchese della nobile famiglia senese che ha il Palazzo, ancora tale e quale a come era fin dal Cinquecento, proprio davanti alla bella chiesa di San Luigi dei Francesi. Ci incontrammo perché desideravo mostrargli la cappella di famiglia (o meglio una delle Cappelle, perché la principale è a Santa Maria Maggiore e mostra il monte Oliveto, perché un Patrizi fu fondatore degli olivetani…) che splendeva di bellezza a Santa Caterina di Magnanapoli. Quante volte avevo pregato e vissuto la funzione mattutina davanti ai tre Arcangeli dipinti da Giuseppe Passeri (credo), attivo anche a palazzo Patrizi!

Da quel pomeriggio, di Corso non avevo più avuto notizie, ma un giorno, un bel giorno d’estate, eccolo farsi vivo e ci vediamo a piazza San Silvestro e gli porto i libri miei che gli avevo promesso (C’ero una volta e Cuoresardo). Ma non di me né dei miei volumini dovevamo parlare ma di suo padre, il marchese Filippo, morto negli anni Ottanta. Aveva scritto, durante la Seconda guerra mondiale, la prigionia e il rimpatrio nell’allora italianissima Somalia,  un diario africano che Corso mi chiedeva di leggere per sapere che cosa ne pensavo.

Taglio corto qui e vi dico che il libro, scritto da un uomo che aveva scelto per motto “Sola fides”, (in Adoro te devote) era davvero bellissimo e infatti ora aspetto e spero un sì da una casa editrice al quale lo abbiamo mandato (e speriamo bene!) e arrivo al giorno in cui mi sono recata a Palazzo (sarebbe a Palazzo Patrizi) per stabilire i passi prossimi venturi.

Corso mi regala alcuni libri scritti sulla famiglia e, appena a casa, mi immergo nella lettura. E scopro che Patrizio Patrizi, un antenato, nel Cinquecento, era amico, amicissimo di San Filippo Neri (di cui sono devota ed è dir poco) e che il nome Filippo entrò per questo in famiglia. E ho scoperto anche che la famiglia Patrizi diede molte monache all’ordine di San Domenico e tutte in convento a Magnanapoli.

Sì, il Signore mi guida a ritrovare i suoi amati Santi che mi salutano a ogni crocicchio romano e, rincorrendoli e scrivendo di loro (ma non trovo un editore per i miei due ultimi scritti…), aspetto di conoscere il verdetto della casa editrice alla quale ho spedito il diario africano di Filippo. San Filippo, certo, ci aiuterà.

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1 commento

  • La Signora di tutti i popoli ha detto:

    Il mondo corre spinto da una mortale frenesia e non si fermerà a guardare proprio ciò che ha voglia di distruggere e di far sparire.

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