Together, Roma. Grazie a Dio per tutto il male che ci fa…Mastro Titta.

26 Settembre 2023 Pubblicato da 11 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici nemici di Stilum Curiae, il nostro Mastro Titta si occupa oggi dell’incontro ecumenico di preparazione al Sinodo che si svolgerà a Roma a fine settembre. Buona lettura e condivisione.

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MASTRO TITTA: TOGETHER. GRAZIE A DIO PER TUTTO IL MALE CHE CI FA

 

Ci risiamo con le adunanze. Si prepara Together, la grande veglia ecumenica di preghiera – grazie per l’unità e il cammino sinodale, il dono dell’altro, il dono della pace e il dono del Creato – che si terrà a Roma il 30 settembre.

 

Prego non c’è di che, verrebbe da rispondere. Prima fanno quel che gli frulla nel cervello, e poi la chiamano “opera di Dio”. Semplice e geniale.

 

Un veloce esame dei doni che ci fanno traboccare il cuore di gratitudine. L’unità non c’è, dal momento che il patriarca Bartolomeo e l’arcivescovo anglicano di Canterbury cattolici non sono, e dubito che vadano a cavallo con la possibilità di cadere come San Paolo. Unità con chi e per cosa? Ognuno resta saldamente abbarbicato al suo.

 

Dal cammino sinodale si stanno chiamando fuori personaggi secondari come il prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede Ladaria Ferrér. Facendo spazio a bestemmiatori incalliti come Luca Casarini.

 

Non che Ladaria, quello che definì i bambini abortiti presenti nei vaccini – negromanzia pura – “cooperazione remota al male”, ci manchi più di tanto, ma l’importatore di carne umana esotica Casarini è un degno sostituto. Finché non abbandonerà il consesso sinodale anche lui, magari per far posto a Zelensky.

 

Il dono dell’altro: se è un povero migrante da vaccinare come atto d’amore e luce di speranza, magari sì. Se è un cattolico tradizionale, chiuso, bigotto, con la faccia da sottaceto e magari no vax, no. Come sappiamo, c’è l’altro e c’è il ben altro. Ci sono altri buoni e da accogliere e altri cattivi da estirpare.

 

La pace, con tutta evidenza, non c’è. Ringraziare per il dono della guerra non si può. Ringraziare per un dono non ancora ricevuto è prematuro. Ma poi: la guerra la fanno gli uomini, e Dio deve donare la pace? Quale Dio, esattamente? Brahma, Anubi, Pachapapa?

 

Vero che il parlamento canadese ha applaudito commosso un veterano ucraino delle SS, ma questo passarsi il cerino sempre più velocemente imitando l’uno le bischerate dell’altro non esclude l’esito naturale delle cose: prima o poi il cerino si spegne. E a qualcuno resta in mano.

 

Il che spiega la fretta e la foga con cui si accapigliano: prima il papa vola a Marsiglia per dire che bisogna accogliere tutti, punto e basta, poi corre a omaggiare Napolitano appena discriminato da sora morte corporale.

 

Un segno della croce, una benedizione della salma? Niente: un minuto di silenzio in piedi, con la faccia talmente lunga da inciamparci dentro. E meno male che non ha portato palloncini da liberare in cielo, o l’orsacchiotto monco che regalato dall’ambasciatore ucraino da deporre ai piedi del feretro. Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie. Muti come pesci, ciondolando con le braccia penzoloni.

 

Il dono del Creato. Anche qui, ma non lo stavamo distruggendo? Immaginiamo un po’: andiamo a cena da un amico portando una bottiglia di buon vino. L’amico la apre, la versa nel lavandino, ci guarda sorridendo e dice: “A proposito: grazie del vino”. Grazie per il Creato, Signore, che stiamo distruggendo. Sai com’è contento Dio.

 

Non fanno in tempo finire la GMG che già studiano il prossimo assembramento: Together, insieme. L’aperitivo in vista della commissioni sinodali, e del tripudio accrocchista del Giubileo. Celebra di qua, ritrovati di là, un minuto di raccoglimento fra una sessione rave col prete dj e un balletto conturbante di minorenni svestite. Perché a Lisbona si è visto questo ed altro.

 

Chiamare la divisione unità, la guerra pace, il nemico fratello e la cloaca  in cui stiamo per estinguerci tutti “Creato”, è un’operazione orwelliana della più bell’acqua. Ci sono o ci fanno?

 

Dal momento che anche un sordocieco si rende conto che straparlano e strafanno, qual è lo scopo? Rendono grazie a un dio ignoto, impotente, ingiusto e crudele. Un dio che si fa beffe dell’uomo. Perché niente di ciò per cui ringraziano è reale.

 

Non chiedono la pace, l’unità, l’altro, la creazione. Non chiedono perdono di nulla. Li hanno già, e sono cosa buona e giusta: sono l’inverso caccoloso che ho appena descritto. Se quel fallito di San Paolo vedeva il bene che voleva e faceva il male che non voleva, loro vedono il male che vogliono e fanno il peggio che possono. E ringraziano Dio per questo.

 

Di modo che la gente, passato il punto di non ritorno, invece che andarli a cercare con torce e forconi se la prenderà col Padreterno, un essere supremo folle, ottuso e crudele. Come pensò la Madonna sotto la croce: “Dio è un bugiardo, sono stata ingannata!”. E se lo pensò lei, secondo il papa della Chiesa Cattolica Apostolica Romana…

 

Fanno del mondo una copia carbone dell’inferno, e si trovano together per renderne grazie a Dio. Prima ti celebrano agitando palme, poi ti crocifiggono. I complimenti, le adulazioni di oggi sono i capi d’accusa di domani.

 

Sapete chi altro c’è che fa così? Satana.

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11 commenti

  • Sede occupata ha detto:

    Magnifico, un vero capolavoro!

  • R.S. ha detto:

    Parlando con mia moglie, meditavamo sul fatto che molti sapienti di oggi non sono altro che degli scopritori dell’acqua calda, esperti nel presentare la minestra riscaldata sotto l’apparenza dell’impiattamento creativo.

    Non fanno che disquisire di novità, si accingono a sinodaleggiare e accusano di rigidità chi osserva troppo il passato… ma sono solamente i portavoce di sistemi già visti, mascherati di false virtù, manipolandone la percezione con le arti della propaganda e della psicologia di massa e anche con abilità di gestire i partecipanti, i tempi, gli ODG e i verbali delle assemblee e poi i riassunti per i mezzi di informazione.

    Che cosa è però “l’acqua calda” in questione? Quella libertà agognata, quel diritto che fa giustizia e rende dignità all’uomo, quella solidarietà che non lascia indietro nessuno, amando gli altri come fratelli?

    E’ qualcosa (Qualcuno) che era vero in passato, lo è ancora e lo sarà sempre. In altre parole la Verità non cambia e chi ne ha nozione non può che ripeterla sempre uguale.

    C’è una parola che possa riassumere questa azione?
    Certamente! E’ la vituperata (in quasi ogni omelia nella nostra parrocchia) tradizione. Che non è la tradizione di usanze, ma la tradizione della Verità di Colui che ogni usanza deve invocare, annunciare, testimoniare e servire.

    Lui e non l’uomo… anche se poi, tradizionalmente, l’uomo ha sempre tratto beneficio dall’agire saldo e sincero di coloro che hanno perseverato nella Tradizione.

    Gli attuali scopritori dell’acqua calda spiegano e pretendono una cesura di queste radici, evidentemente ritenendosi migliori di chi li ha preceduti.
    Nell’assenza e nel disprezzo della tradizione scarseggia sempre l’umiltà, dal che Icaro si sente autorizzato a voli pindarici che puntualmente, avvicinandosi al sole, provocano letali cadute al suolo.

    Allora ci siamo rivolti agli antichi profeti, che hanno predetto l’avvento di Cristo, il Pane di vita.

    Sentiamo Ezechiele:
    Annunzia alla casa d’Israele: Così dice il Signore Dio: Io agisco non per riguardo a voi, gente d’Israele, ma per amore del mio nome santo, che voi avete disonorato fra le genti presso le quali siete andati.
    Santificherò il mio nome grande, disonorato fra le genti, profanato da voi in mezzo a loro.
    Allora le genti sapranno che io sono il Signore – parola del Signore Dio – quando mostrerò la mia santità in voi davanti ai loro occhi.
    Vi prenderò dalle genti, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei precetti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi. Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio. Vi libererò da tutte le vostre impurità: chiamerò il grano e lo moltiplicherò e non vi manderò più la carestia. Moltiplicherò i frutti degli alberi e il prodotto dei campi, perché non soffriate più la vergogna della fame fra le genti. Vi ricorderete della vostra cattiva condotta e delle vostre azioni che non erano buone e proverete disgusto di voi stessi per le vostre iniquità e le vostre nefandezze.
    Non per riguardo a voi, io agisco – dice il Signore Dio – sappiatelo bene. Vergognatevi e arrossite della vostra condotta, o Israeliti».

    Così dice il Signore Dio: «Quando vi avrò purificati da tutte le vostre iniquità, vi farò riabitare le vostre città e le vostre rovine saranno ricostruite. Quella terra desolata, che agli occhi di ogni viandante appariva un deserto, sarà ricoltivata e si dirà: La terra, che era desolata, è diventata ora come il giardino dell’Eden; le città rovinate, desolate e sconvolte, ora sono fortificate e abitate. I popoli che saranno rimasti attorno a voi sapranno che io, il Signore, ho ricostruito ciò che era distrutto e ricoltivato la terra che era un deserto. Io, il Signore, l’ho detto e lo farò».

    Ecco: il giardino dell’Eden è nelle parole della Tradizione e passa dal coltivare l’albero della vita, la croce di Cristo.
    Abbiamo la certezza di un finale positivo in questo.
    Purtroppo anche la certezza di disastri infiniti nei falsi profeti e nei falsi maestri, icareggianti figli di architetti che come Dedalo hanno assassinato Calo per invidia.

  • stilumcuriale emerito quello vero ha detto:

    Al brillante Mastro Titta e agli amici stilumcuriali tutti vorrei fare una domanda, la seguente: vi pare logico che in un paese di quasi 60 milioni di abitanti in evidente crisi economica, morale e culturale, sottoposto ad una invasione non armata musulmana mascherata da forzata emigrazione da paesi martoriati da una inesistente guerra, TGCOM 24, RAINEWS 24, SKY TG 24, TG4, TG5, Italia 1, RAI 1,2,3 non abbiano altri argomenti di cui parlare 24 ore su 24, che dei funerali di un 98enne ex Presidente della Repubblica, di un ex delinquente di prima grandezza come Messina Denaro e della rottura del femore di una ex bella e prorompente attrice cinematografica come Sofia Loren?
    Mah! Posso dire mah?

    • giovanni ha detto:

      Certo che puo’ dire mah, io dico di piu’e quindi facciamo una riflessione : se i giornalai, al posto delle solite fanfulle, parlassero dell’invasione, la gente potrebbe svegliarsi, vedere e cominciare a farsi domande. Un guaio, visto che fanno di tutto per mascherarla sotto falsi nomi
      ( accoglienza, fuga dalle guerre, salvataggi in mare, maltrattamenti, utili per pagare pensioni, rifugiati politici ecc… ). I cospiratori, in combutta con gli utili idioti in loco tenuti buoni a mazzi di banconote, rischierebbero che il caos a cui mirano e per il quale lavorano salti. Allora bisogna sopire, parlare di quinci e di squinci fino al momento opportuno per scatenarlo.

  • andreottiano ha detto:

    Rendere tutto un po’ più cool è un segno dei tempi.
    L’outing suona cool e se l’orgoglio sembra una cosa sconveniente il pride lo fa più giusto.
    Ghei mette allegria dove c’è un’immane sofferenza.
    L’oc daun non è un palmipede dei colli foggiani, ma vuoi paragonare il gusto di un grinpas rispetto al lasciapassare o al marchio di conformità?
    Perciò è necessario mettere tutto in forma più cool, anche senza più e forma, ma col plas , veri fit!

    • Enrico Nippo ha detto:

      In una colonia anglo-americana qual è l’Italia non potrebbe essere diversamente.

      Uno dei marchi coloniali che mi ha sempre fatto venire i brividi è il berretto da “base ball” calcato con la visiera sul retro della capoccia vuota.

  • Mimma ha detto:

    O Mastro Titta sempre più realistico e tragicomico !
    Perché se non ci fosse da piangere, a calde lacrime e prostrati davanti alla Croce, ci sarebbe da sbellicarsi…
    Pachapapa… semplicemente geniale !
    Ci consoliamo con le nostre considerazioni dolciamare, ma niente concludiamo, mio stimato amico.
    Ormai è talmente chiaro che il pulcinella insediato in Vaticano é il reggicalze dell’Innominabile, che davvero bisogna essere ciechi e sordi e tonti totali per non accorgersene.
    Sicché io stessa , che pure sono un poco parolaia, se non altro per professione, non so più che dire.
    So per certo però, guidata in questo dalla Sacra Scrittura, che se il Popolo Italiano, particolarmente caro a Cristo che ha rivelato più volte questa Sua predilezione a tanti santi, e lo ha dimostrato in concreto, scegliendo la nostra patria come sede del Pontificato e scrigno della Sindone e della Santa Casa di Maria, tornasse pentito al Signore, la nostra situazione muterebbe subito.
    Dovremmo tornare in massa alla Santa Messa, costringendo questi preti nullafacenti a celebrare 4 o anche 5 Sacrifici al giorno.
    Dovremmo improntare , noi fedeli, processioni penitenziali con implorazioni pubbliche a Dio con grida di dolore pr ottenere il perdono dei nostri grandi peccati.
    Dovremmo scrivere sui portoni delle chiese che Dio aborre adulterio divorzio aborto menzogna e furto.
    Dovremmo impedire alle figlie giovinette di vestirsi come prostitute e ai figli maschi di poltrire nell’indifferenza.
    Dovremmo contestare fortemente i docenti che vanno dicendo nelle scuole che ogni amore é amore e che i cattolici sono anacronistici.
    Se , in massa, facessimo queste cose, Dio avrebbe pietà di noi e ci salverebbe dalle cose terribili che meritiamo.
    Accadrà anche a noi, nuovo Israele, ciò che accadde all’antico, perché Dio non può permettere che il Suo Santo Nome sia disonorato davanti ai pagani.
    Rileggiamo Ezechiele che parla a noi, per noi …
    La saluto cordialmente

  • Enrico Nippo ha detto:

    Il quadro dipinto da Mastro Titta non è niente male.

    Però, mi pare che egli non sia consapevole che c’è una pennellata particolarmente intensa:

    “L’unità non c’è, dal momento che il patriarca Bartolomeo e l’arcivescovo anglicano di Canterbury cattolici non sono, e dubito che vadano a cavallo con la possibilità di cadere come San Paolo. Unità con chi e per cosa? Ognuno resta saldamente abbarbicato al suo”.

    Ecco; quell’ “ognuno resta abbarbicato al suo”, se si vuole essere onesti, occorre rilevarlo anche nei riguardi dei cattolici, fra i quali, certamente, “l’unità non c’è”.

    Se poi, per “unità” s’intende quella dei conservatori duri e puri, che è già di parte, non si dovrà insistere troppo sul fatto che ogni ognuno e ogni gruppo conservatore “resta saldamente abbarbicato al suo”.

  • E.A. ha detto:

    Qua l’è il loro scopo ultimo?! È ormai chiaro ed esplicito quanto il suo articolo, caro Mastro Titta, andare Todos,todos,todos, e Together, Together, Together, alla meta che si sono deliberatamente scelti, che difendono con gli artigli, che adornano di brillanti e specchi d’oro, di lusinghe e di balocchi… ma il cui nome e posto rimane e rimarrà per l’eternità…Inferno !

  • Davide Scarano ha detto:

    Due piccole notarelle, a rischio di ripetere l’ovvio.
    1) Provo disturbo nel leggere la parola “together”, che, accanto al logo dell’evento, mostra oltre ogni ragionevole dubbio, adesso, il messaggio della Chiesa “Una, Santa, Cattolica ed Apostolica”. Del resto la lingua inglese aveva già dato ottima, anzi pessima prova di se, nell’uso della parola “lockdown” ai tempi del Covid. In fondo perchè capire subito quel che stava accadendo? Le paroline in inglese sono state un modo “cool”, insieme a “metodi di distrazione di massa” quali il canto dai balconi o l’invito a “riscoprire la famiglia”, attraverso la preparazione di pane e dolci, stante la cattività forzata allora imposta dalla “pandemia”, al non far capire alla massa quel che stava accadendo.
    2) Il raduno del popolo di Dio avviene tutti i giorni da circa due millenni e si chiama “Santa Messa”.

  • Milly ha detto:

    👍

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