Bibbia CEI 2008. Come rendere insipida la parola di Dio…

22 Giugno 2023 Pubblicato da 4 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, l’Investigatore Biblico, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste considerazioni su una traduzione del Salmo 139. Buona lettura e diffusione.

§§§

 

Nel Salmo 139, verso 24 ho trovato un errore della traduzione CEI 2008 che merita di essere evidenziato.

 

Andiamo subito al testo.

 

CEI 1974: “…Vedi se percorro una via di menzogna…” (Sal 139,24)

 

Vulgata: “…et vide, si via vanitatis in me est…” (Sal 139,24)

 

CEI 2008: “…vedi se percorro una via di dolore…” (Sal 139,24).

 

Andiamo a vedere il versetto originale ebraico:

 

“ure’eh in derekh ‘otzev bi”.

 

Il termine in questione è “‘otzev”, che in ebraico ha tantissimi significati, tra cui anche dolore, afflizione.

 

Ogni termine, tuttavia, deve essere contestualizzato al testo: in questo caso occorre considerare l’attinenza al tema espresso nel Salmo.

 

Così come aveva fatto la Tradizione dei Padri della Chiesa e la Vulgata di San Girolamo (che ripristinerei come Bibbia ufficiale per tutta la Chiesa, per inciso).

 

Il rischio è cadere in arbitrarie traduzioni/interpretazioni, spesso fuorvianti (vedi Cei 2008).

 

Tornando all’indiziato, tra i significati del termine “‘otzev”, – leggiamo nel dizionario ebraico Reymond edizione 1991 -, c’è il termine “idolo”.

 

A tal proposito la biblista Fiorenza Monti Amoroso, nel suo testo sulla traslitterazione e traduzione dei Salmi “Un Canto ogni giorno, un Canto per ogni giorno” (Ed. Gribaudi – 1999), con la presentazione del Cardinale Carlo Maria Martini, traduce in questo modo:

 

“e vedi se c’è via di idolatria in me”.

 

San Girolamo, d’altro canto, traduce con “vanitatis” (ogni idolo è vanità come insegna il Qoelet).

 

La CEI 74 traduce con “menzogna” (e l’idolatria nella Scrittura non è altro che il contrario di Dio-verità, quindi menzogna).

Al contrario, come contestualizzare nel Salmo in oggetto il termine “dolore” (CEI 2008)?

Facciamo una prova di interpretazione, per capire meglio.

Il Salmista chiede a Dio:

1- “…vedi se percorro una via di idolatria/vanità/menzogna, e guidami sulla via della Vita”. Ovvero: Signore, vedi se il mio cammino è nella menzogna, e dirigimi sulla via della Vita.

 

Provate ora a mutare la mia frase interpretativa con la traduzione 2008.

 

2- “…vedi se percorro una via di dolore, e guidami sulla via della Vita”.

 

Il primo (traduzioni pre-2008) è una chiara supplica di conversione del cuore.

 

La seconda (CEI 2008) perde il connotato più profondo, espressa nella prima.

 

Nelle traduzioni precedenti emerge l’umiltà del peccatore, però fedele a Dio, che prega perché possa Egli intervenire sul cuore malato, cuore di peccatore, che il Signore lo allontani dalla menzogna, dall’idolatria, dalla vanità.

 

Il concetto di dolore, invece, non esprime di per sé colpevolezza o peccato.

 

Per questo trovo impoverita e errata, dal punto di vista interpretativo, la traduzione 2008.

 

Nuovamente mi trovo in accordo e sintonia con chi nel passato aveva gli occhi più aperti dei nostri, uomini che ci hanno lasciato l’insegnamento (i Padri) e San Girolamo con la traduzione.

 

In conclusione, il Vangelo mi viene in aiuto, perché è proprio il caso di dirlo, rimuovendo la vera intenzione del Salmista, la CEI 2008 ha tolto il ‘salato’ al sale, come dice la Parola che tutti ben conosciamo:

 

“Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.” (Mat 5,13)

 

Temo che di questo passo si renderanno insipidi numerosi passaggi della Bibbia.

 

Peccato che non si tratti di una fettina di vitello, ma della Parola di Dio che per secoli altri hanno tramandato fedelmente e custodito.

 

Investigatore Biblico

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4 commenti

  • Anonimo verace ha detto:

    Ha proprio ragione, investigatore biblico !
    Quello che si cerca di far sparire è il concetto di peccato.
    Ma siamo di fronte a una lunga marcia, iniziata con l’abolizione del catechismo di Pio X.

  • La pummarola 'ncoppa ha detto:

    La parola ebraica in oggetto è עֹצֶב (otseb): il Nostro cita il dizionario Reymond, riportando il significato di “idolo”, da cui idolatria e, dunque, “menzogna”. Purtroppo per lui, è il dizionario da lui usato per portare acqua al suo mulino, a smentirlo clamorosamente. Infatti Reymond cita esplicitamente il versetto in questione, proponendo la traduzione “pena, afflizione”; ugualmente il dizionario Schökel, che pure lui citando il versetto, propone anche “dolore”.

    • Originale e traduzioni ha detto:

      Siamo nel vecchio Testamento. Ora, per molti la versione a cui far riferimento è la SEPTUAGINTA, ovvero la traduzione in greco fatta dai 70. 70 chi ? 70 rabbini in quel di Alessandria d’Egitto e arrivata intatta fino a noi.
      Sulla traduzione dei 70 circola una pia leggenda : ciascuno dei rabbini doveva fare la traduzione per conto proprio e poi si sarebbero incontrati per confrontare le traduzioni. Ma al momento dell’incontro si accorsero che tutti e 70 avevano tradotto nello stesso modo.

      • La pummarola 'ncoppa ha detto:

        La LXX ha usa il termine ἀνομία (anomía), che vuol dire “iniquità, ingiustizia, empietà”; purtroppo il Nostro non l’ha citata a suo favore, ha citato invece il dizionario Reymond, che dà esplicitamente ragione a Cei08. È un fatto bizzarro che, per sostenere la propria tesi, si citi una fonte che avvalora la tesi opposta. Avendo il termine ebraico una gamma di diversi significati, la sua traduzione si presta a varie interpretazioni, come spiega bene in nota la Bibbia Via Verità e Vita delle Edizioni San Paolo: “”Via di dolore” sembra essere la traduzione più semplice del testo ebraico. Altri commentatori ritengono che qui il vocabolo ebraico indichi l’idolo come in Is 48,5 e traducono “via idolatrica”: così pare interpretino anche la Settanta e la Vulgata, che hanno “via d’iniquità””.

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